lunedì, maggio 22, 2006

DIPENDENZE


Francesca N° di riferimento: 131537788 Età: 29 Gentile Dottore, sono in una relazione molto complicata da tre anni e sono completamente dipendente da questa persona. Sono un insegnante e vivo sola dall'età di 19anni, sono stata per 7 anni in terapia per curare i miei problemi di anoressia e bulimia. Una volta guarita, dopo anni durissimi di sofferenza credo di avere spostato la mia dipendenza dal cibo nei confronti di un uomo, cosa che era già successa in alcuni periodi della mia vita ma in maniera meno distruttiva. Ho letto più volte "Donne che amano troppo" e mi sto rendendo conto di avere un problema grave. Non ho mai pensato realmente di poter avere una vera dipendenza da un uomo ma ultimamente mi sto rendendo conto che la mia vita è diventata insostenible. Il mio fidanzato è una persona molto difficile, quando l'ho conosciuto beveva moltissimo e faceva uso di cocaina, abitudini che ha ridotto ma non ha mai abbandonato. In questi tre anni mi ha tradito più volte, mi ha mancato di rispetto, mi ha fatto promesse che non ha mai mantenuto e in alcune situazioni mi ha picchiata.E' una persona molto fredda e distaccata ed io ho sempre cercato di conquistare il suo amore e ho sempre dovuto lottare per ottenere attenzioni e affetto.Ho sempre desiderato costruirmi una famiglia e fin dall'inizio del nostro rapporto lui ha sostenuto di volere dei figli e di desiderare il matrimonio quanto me.Nonostante le promesse, i progetti, le date di matrimonio stabilite, ogni volta che si avvicinava il momento di concretizzare lui ritrattava ogni cosa e rimandava la decisione.Questa situazione mi ha reso debole e incapace di reagire, vorrei uscire da questo rapporto ma non ne sono capace, mi sento innamorata e completamente in suo potere.Nonostante le sue infinite bugie, le sue mancanze di rispetto non sono in grado di lasciarlo e quando ci provo sono invasa da un dolore e una depressione paralizzante. Vorrei chiedere aiuto ma non so a chi rivolgermi, vivo a......,saprebbe indicarmi un buon terapeuta nella mia città?La ringrazio per l'attenzione e spero fortemente in una sua risposta.
Per ragioni deontologiche non consiglio colleghi. Ognuno deve essere libero di scegliersi da sè il terapeuta. Ma importante è anche la determinazione con cui s'affronta un percorso terapeutico. Spesso si tendono a curare solo i "sintomi" non rimuovendo le "cause" perchè è un processo più doloroso e difficile. Così s'ottiene di eliminare, anche, la sintomatologia ma questa si ripresenta subito sotto altra forma. E ciò che può essere successo nel suo caso. E se anche avesse indagato le cause, le ha "conosciute" ma non "sentite". SENTIRE, significa provare il loro effetto devastante e provare a combatterle. Se non prova a fare questo, rischia d'entrare solo di "tunnel in tunnel". La saluto con un'aforisma
"Non smetteremo mai di esplorare, e alla fine di tutto il nostro esplorare ritorneremo al punto da cui siamo partiti e conosceremo quel posto per la prima volta. "(T.S. Eliot)

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