martedì, settembre 28, 2010

BULIMIA SESSUALE ?

Giulia
Chi cazzo sei? Mi permetto di iniziare così. Sono turbata, arrabbiata, angosciata... ho appena letto "bulimia sessuale" (http://www.maldamore.it/bulimia_sessuale.htm) e mi sento piuttosto male...
Mi sono chiesta "Chi cazzo è questo? Come sa tutte queste cose?" non dovrebbero essere così ovvie, tantomeno così frequenti, mi offende l'idea che possano essere frequenti, non mi piace pensarlo. Ho avuto la sensazione che qualcuno scrivesse i fatti miei su internet, mi sono sentita tradita.
Razionalmente so che è stupido, e mi scuso per essermi espressa in questo tono, non è nei miei modi, ma sto scrivendo sull'onda del momento, e lo trovavo doveroso... comunicarti (mi viene spontaneo anche darti del tu, non so perché.
Tu magari sì, quest'ipotesi mi irrita pure) le emozioni che hai generato con quanto hai scritto, senza censure, senza fronzoli. Non so dove voglio andare a parare... volevo solo dirti che "qualcuno" ha letto quanto hai scritto e che ha fatto un certo effetto...
Non mi piace il paragone con la bulimia... i primi paragrafi li ho trovati stupidi, irritanti, ma via via che leggevo ho iniziato a star male. Non mi piacciono i termini che usi, tutti quei termini dispregiativi, come se facessi qualcosa di orribile, che mi rende brutta... faccio quel che faccio per gli altri, solo perché mi vogliano bene quanto ne voglio io. Ognuno ha le sue capacità da sfruttare, io ho le mie, le sfrutto, perché questo dovrebbe rendermi una brutta persona? Cioè, lo sono, e lo so, mi sento una brutta persona, ma è un prezzo da pagare per essere una bella persona agli occhi degli altri, per essere speciale. Non mi piace che tu usi quei termini...
Trovo anche che verti su dei luoghi comuni sul "farsi fighe con le amiche" ed altre cose, onestamente in alcuni casi è sicuramente giusto, ma è qualcosa di stupido... io non sono più una ragazzina, ma mai l'ho fatto per quelle ragioni... sono in cura da diversi anni, ho avuto diverse depressioni ed altrproblemi, ma prendere coscienza delle cose non sempre basta. In alcuni casi si è così e basta, sono una brutta persona forse, una troia sicuramente. E non è questo il problema, il problema è soffrire perché la gente mi fa sentire colpevole di ciò che faccio... Ho scritto un sacco... non so nemmeno perché. Solo che nessuno mi aveva mai comunicato in questo modo... non so che dire, né che voglio ripeto.
Grazie per l'attenzione.

-----------------------------------------------------------

Ho visto che hai pubblicato la mia mail... "Testimonianza". Fa sentire un po' un caso clinico, un reperto da laboratorio. Non che non ci sia abituata, in più di dieci anni di analisi, terapie e quant'altro ci si fa il callo, per quanto non sia mai gradevole sentirsi dire frasi come "Vorrei che parlassi della questione anche con un mio collega, un luminare, avrebbe sicuramente molto interesse nell'avere a che fare con un caso come il tuo, ovviamente senza bisogno di pagare.". Ad ogni modo non intendo chiederti di togliere quella mail, che non nego mi compiaccia sotto sotto, in una maniera perversa, come potrai capire, del resto, egocentrismo ed esibizionismo mi appartengono. Per quel che mi riguarda potrai pubblicare anche questa se lo riterrai utile, magari togliendo eventuali riferimenti personali.
Ad ogni modo adesso volevo solo scrivere un paio di appunti, a freddo. Ponderatamente.
Ho ripetuto più volte, nella precedente mail, che non sapevo perché ti scrivevo - continuo a darti del tu - adesso lo so. In realtà è alquanto ovvio: Come ti ho scritto non mi piacciono i "toni" della tua pubblicazione. Questo sentirmi additata come "brutta persona", quando invece tutto ciò che faccio lo faccio proprio per evitare di venir vista in questo modo. Quindi ti ho scritto perché nasceva spontaneo il desiderio di riscattarmi, di manifestarti, in qualsiasi modo, che non è così. Che io non sono una brutta persona.
In realtà lo sono, ci sono persone a cui tengo che hanno sofferto a causa mia, ed il senso di colpa è terribile, ma se non fosse per questo, forse, potrebbero stare bene. Sono una ragazza intelligente, colta, sensibile e penso proprio di poter dire che sono davvero molto bella. Non mi piace l'idea di venir catalogata secondo qualche luogo comune, quindi lo puntualizzo. Ho molti interessi, anche se devo riconoscere che, probabilmente, nessuna delle cose che ho fatto, a cui mi sono interessata, l'ho fatte per passione... non credo di aver mai fatto niente per me. I miei interessi perdono d'importanza rapidamente quando la mia vita si scontra con gli altri, a quel punto sono i loro che contano. Credo che potrei stare a parlare per ore di calcio, o di religione, di filosofia o di moda... suono, canto - niente di speciale, sono incostante - e ho fatto sfilate, ma tendo sempre a nascondere quelle che sono le mie vere passioni, che magari vedo come "strane" e temo che potrebbero dare un'idea sbagliata, o negativa, di me. Curo la mia cultura e le mie capacità dialettiche per casi come questo, una situazione in cui non posso succhiartelo, ma sento comunque il desiderio di colpirti, in qualche modo.
Trovo che quanto hai scritto sia un po' troppo semplicistico e frutto di un'ottica maschile, che non riesce fino in fondo a cogliere certe sfumature. Certi bisogni. Non è una questione di - come tu hai scritto - mettersi in mostra con le altre. È una questione di sentirsi speciali... desiderate... cercate. Gli uomini, fin da giovani, iniziano a predicare questo "culto della figa", con inneggiamenti tipo "viva la figa e chi la da" e cose del genere.
Parlano sempre di quest'argomento, e di quanto sia bello poter trovare una ragazza che si offre senza far storie. Come se quella fosse la cosa più importante nella vita. Questa "divinizzazione della troia". Quindi io posso dirti che poter pensare... sentire di essere *quella troia* a cui il popolo inneggia... fa star bene, fa sentire importanti.
Questo è davvero sbagliato? Per quale ottica moralista e convenzionale questo dovrebbe essere così sbagliato? Certo, ci sono le malattie... ma io non faccio altro che offrire tutto ciò che posso. Cerco la mia affermazione con i mezzi che ho a disposizione, e non ci sono affatto cattive intenzioni in questo, sono una ragazza molto ingenua e molto buona, mai potrei volere il male di qualcuno, io desidero solo essere cercata, voluta, non essere sola. Ci sono momenti in cui ti senti sola, in cui magari hai deluso qualcuno, o qualche progetto è andato storto, ed allora non c'è niente di più bello di far godere un uomo. Di vederlo guardarti con quegli occhi, come se tu fossi il miracolo della sua vita. È meraviglioso sapere che per quanto le cose possano andar male sei
comunque capace di far godere qualcuno in modi in cui le altre non riescono. Di rendere con un piccolo sforzo la sua giornata migliore, degna di venir ricordata, di diventare speciale ai suoi occhi. Che c'è di male in questo?
Quali che siano i rischi, perché non dovrebbero venir corsi? Persone che hann servito sono passate alla storia come eroi. Chi si è sacrificato per servire la patria, o il proprio re, o la propria fede, o altro. E vengono viste come persone degne di stima per il semplice fatto che hanno vissuto per qualcosa in cui credevano. Non faccio io la stessa cosa?
Io servo il maschio. Sacrifico la mia vita affinché quella di qualcuno migliore di me sia più piacevole. Offro l'intrattenimento desiderato. Che c'è di sbagliato in questo? L'unico problema, l'unico vero problema è che qualcuno ne soffre. Che qualcuno considera questo comportamento, *il mio comportamento*, sbagliato. Famiglia, alcuni amici, ragazzi che si innamorano. Soffrono per quello che faccio, e mi fanno sentire in colpa per il loro dolore, mi fanno sentire sbagliata ed incapace. Perché il mio desiderio più grande è quello di far contenti tutti, e capita che le persone che amo soffrano a causa mia.
Questo mi uccide. Se però loro non soffrissero, se nessuno giudicasse sbagliato il mio comportamento, se tutti si limitassero ad usarmi, senza preoccuparsi di questi moralismi, allora forse potrei essere felice. Chi ti dice che non potrei essere felice? Dove sta scritto che il mio concedermi sia un comportamento patologico ed influenzato dall'esterno, e non piuttosto l'opposto, ovvero che sia la sofferenza per quello che è un comportamento spontaneo ad essere indotta? Chi ti assicura che non sia la morale, l'opinione comune, e persone come te, che pubblicano su un sito la catalogazione di un comportamento dicendo che rende chi lo compie una "brutta persona", a crearmi problemi? Problemi che altrimenti magari non avrei.
La sofferenza viene dal sentirsi viste in questo modo, cosa che mi fa sentire sbagliata, mi fa star male, e di conseguenza cerco qualcuno, un uomo da far godere, che di nuovo mi faccia sentire brava, utile, desiderata, giusta a prescindere dal resto. Sapere di realizzare il desiderio di un uomo che altrimenti, nemmeno pagando, avrebbe potuto avere una come me, diventare il suo miracolo... La consapevolezza non aiuta sempre, ti assicuro. Non aiuta a cambiare, fa solo capire a fondo quali siano i nostri problemi, e che non ci sia modo per risolverli.
Scusa se ti ho scritto ancora, non voglio cercare di approfittare. Solo che per quanto abbia fatto molte sedute, questa volta è diverso. Quando un dottore lo
hai davanti ti parla in maniera più... diplomatica. Leggere quanto hai scritto in maniera impersonale sul sito ha causato una reazione diversa da quelle che ho avuto in altri ambiti. Adesso comunque la chiudo qua.
Grazie per l'attenzione.
Se te lo fossi domandato te lo dico: compio trent'anni tra poco più di un mese Vado avanti così da quando ne avevo 17, età a cui ho avuto la mia prima vera depressione... mio padre non si sentiva fiero del mio approccio alla sessualità.

venerdì, settembre 17, 2010

LE STORIE DEL LIBRO 'LE VOCI DEL MAL D'AMORE'

giulia Età: 41
Devo fermarmi un attimo...per poter respirare e far passare il dolore.. Ho appena comprato il suo libro , ho letto le prime 50 pagine, ed in ogni storia mi sono ritrovata, in ogni storia c'ero io, bambina non amata, che come tutte, ha fatto scelte sbagliate per colmare il vuoto interiore. Anche e casa mia c'erano litigi continui, anche io facevo i compiti da sola, anche io vivevo con la paura che da un momento all'altro succedesse il peggio.E come tante, ho scelto l'uomo sbagliato per la fame d'amore che avevo. E ogni volta che mi rivedo, devo fermarmi un attimo, perchè capirsi, fa anche male,entrare nel profondo di quello che si è, per quello che si vissuto, crea un dolore sordo, ma liberatorio, terapeutico. Potrei scrivere per ore e ore la mia storia,ma per farla breve dirò solo che sono una ex bambina non amata, diventata moglie di un uomo che mi aveva tarpato le ali,e che ha pensato di uscire da quella situazione separandosi e innamorandosi dell'ennesimo uomo sbagliato, diventando poi una di quelle donne che amano troppo. Sono 4 anni che vivo una storia assurda, anni di dolore,di impotenza, di vita che scorre davanti... e tu sei lì, cosciente, consapevole di tutto, ma incapace di CAMBIARE le cose. Ho scoperto questo sito per caso, in un giorno di disperazione e buoni propositi mai attuati, dove cercavo aiuto, da qualche parte. Quante volte ho detto basta, quante volte ho cercato con tutta mè stessa di troncare....e anche dopo mesi sono ritornata con lui.Ora sono all'ennesima prova, sinceramente mi dò già per sconfitta, non ho ancora imparato a volermi così bene, e sò che la strada è lunga e tortuosa, ma comunque ci provo. Volevo solo ringraziare le persone che hanno scritto la loro testimonianza per avermi aiutata a sentirmi meno sola e il dott. Cavaliere che ha ideato questo sito e scritto "Le voci del mal d'Amore" libro che mi sta aiutando enormemente ad andare avanti. Grazie.

METADONE PER LA DIPENDENZA AFFETTIVA

un po' di metadone? Età: 30
Salve, ho deciso di esporre il mio caso in quanto a seguito di quanto letto sul sito, credo possa essere interessante.
Ho sofferto di una forte dipendenza affettiva tra i 15 ed i 18 anni.La mia storia con una bella coetanea , molto problematica , disinibita ed un po' promisqua sessualmente , ha seriamente influenzato la mia vita e il mio rapporto con le donne. La suddetta ragazza manifestava la mia stessa dipendenza.Entrambi credo abbiamo sofferto molto,fatto sta che la relazione fini' solo quando fui io a troncarla ,lei cerco di farlo piu' volte ma io non lo permisi,ne deduco che dovessi essere io il dipendente tra i due.
Da allora , vivo nella convinzione che un rapporto di amore sia solo un'illusione, una droga , e ne ho fatto a meno il piu' possibile dedicandomi i miei studi artistici.In un paio di occasioni pero' non sono riuscito ad vitare di subire il fascino di alcune ragazze, molto interessanti per me,le uali con approcci molto graduali , mi comunicavano il loro interesse nei miei confronti.E' sistematicamente accaduto quello che accade all'ex fumatore nel momento in cui fuma di nuovo.
Con l'aggiunta del panico che veniva dalla consapevolezza della sconvenienza di tale condizione da parte mia.
Risultato,sono riuscito a far letteralmente scappare le ragazze di cui sopra , le quali credo mi abbiano preso per matto.
Ancora una volta mi sono immerso nei miei studi cominciando a vivere una esistenza quasi eremitica,salvo qualche amico e gli ambienti relativi ai miei studi.
Ad oggi da allora non ho piu' avuto una relazione sentimentale con una donna , la mia timidezza e paura nei loro confronti e nei confronti di quello che potrebbero pensare di me nel momento in cui manifestassi il mio "amore" me lo impediscono, non credo si tratti di amore ma di malessere che riverso sulle malcapitate.
Inoltre i miei rapporti con chiunque si limitano ad essere superficiali e spesso allontano la gente da me.
Ancora, sono poi arrivato al punto di dover cambiare direzione lavorativa in quanto i miei studi forsennati non hanno assolutamente prodotto i risultati sperati e alla mia eta' devo iniziare a guadagnare e lavorare stabilmente.
Questa e' per me la piu' grande sconfitta, ho deliberatamente rinunciato all'amore terreno in favore dell'elevazione del mio spirito attraverso l'arte, cosa che e' in parte avvenuta,e' un percorso di crescita fantastico,ma devo mettere via qualsiasi ambizione di affermezione in questo settore in quanto non voglio piu' costare tanto alla mia famiglia.
Risultato di questa mia esperienza e' che ho una terribile paura di qualsiasi donna mi interessi veramente e mi sento uno sciocco che dopo avere rinunciato all'illusione dell'amore , ha solo trovato un'altra illusione:quella di essere talmente profondo , sensibile e tenace da poter vivere d'arte.
Non voglio autocommiserarmi in pubblico,cerco solo un aiuto,un buonconsiglio.



mercoledì, settembre 08, 2010

LA LASTRA DI GHIACCIO DELL'AMORE

Salve dottore sto leggendo un libro bellissimo: Amore perfetto, relazione imperfetta, ed ho trovato spunti di riflessione che mi confermano ciò che sento da tempo.
Il motore di tutto è il nostro capitale: l' amore e la possibilità di farlo fluire in tutti i nostri rapporti. Cerchiamo rapporti proprio per aver la possibilità di entrare in contatto con il nostro amore, e quindi con noi stessi.
Se tali rapporti funzionano i soggetti in relazione mostrano e ritrovano se stessi in una danza dove quello che si offre è fluida come l' acqua. Acqua nel l' acqua non si divide...ci si immerge!
L' amore governa ogni nostra azione...e soffriamo se le resistenze che incontriamo non ci permettono di farlo scorrere liberamente. Le difficoltà relazionali "congelano" ma non distruggono quel patrimonio che, con la nascita abbiamo in noi.
Se c'è equilibrio...troveremo altre forme o altri rapporti per continuare a sentirlo.
Il rapporto con l'altro è tuttora in piedi, forse più intenso di prima. Spesso però no credo che sia innamorata di lui (come credo di nn esserlo più di mio marito) perché l' innamoramento non è altro che la gioia per la possibilità che l' altro ci offre per liberare il nostro potenziale. Non è dell'altro che veniamo illuminati ma dal nostro stesso amore, che è un amore universale.
L'altro, accettadoci e dandoci fiducia nonostante i nostri difetti, ci riflette la nostra stessa luce, illuminadoci.
Forse ciò che scrivo è folle o solo troppo sperituale...ma lo penso su serio e da un po.
Con mio marito c'è una lastra di ghiaccio. Ho la sensazione di esser stata con lui acqua nell'acqua, ma che col tempo, con le troppe incomprensioni e la solitudine che ho vissuto, ne ho gelato la superficie.
Lui continua a chiedere di far qualcosa...ma io non ho strumenti. Sento l'acqua che scorre in me...ma nn viene fuori con lui. Continuo a volergli bene, ad esser legata a lui profondamente, ma in relazione con lui, un vento gelido mi raffedda e mi fa star male. Preferisco non relazionarmi per non morir di freddo.
Lui è sempre cupo, lo vedo legato alle sue ferite del passato che non riesce a curare e che nn permette a nessuno di farlo...se nn per brevissimi momenti.
In tutte le sue manifestazioni vedo il dolore...ma nn posso far niente.
L'acqua cerca l'acqua e con lui trovo ghiaccio.
La nostra relazione risveglia ad entrambi vecchi dolori, entrambi vorremmo che l'altro li guarisca amando incondizionatamente e a prescindere da tutto quel che è stato. Ad impedirlo non sono i fatti verificatesi...ma quel vento gelido della solitudine che con lui ho sperimentato, anzi rivissuto!!!

QUESTO MARTIRIO D'AMORE PASSERA'

SCORPIETTINA Età: 35
Ho 35 anni. Da 3 anni sto con un uomo di 52. 52 anni era l'età che lui mi aveva detto ma poi, stante che sono una persona molto curiosa e attenta a ogni minima gestualità, ho indagato su di lui. Mai avrei fatto una cosa simile ma i suoi comportamenti mi hanno indotto a farlo. Così ho scoperto che ne aveva 63. Anche se l'avevo scoperto e comunicato nulla è cambiato. Ho sempre amato questa persona e sempre l'amerò.
Lui è una persona molto particolare, attaccato ai soldi, lavora 24 ore al giorno per i soldi. Semmai un giorno dovesse diventare povero credo potrebbe arrivare a scelte di vita irreparabili. Io invece ho sempre vissuto con il mio stipendio e mai mi è balenato di chiedere a lui dei soldi, nemmeno per l'affitto. Sono molto orgogliosa e mio padre mi ha insegnato che quando si hanno i soldi si possono fare delle cose, quando non si hanno se ne fa a meno.
La mia vita con lui è sempre stata molto insolita. Lui agente di commercio molto ricercato, sempre all'estero, anche per 20 giorni. Mai una festa passata insieme. Lui doveva lavorare. I soldi, i soldi mi diceva. Io ero invisibile.
Non gli interessava se uscivo in scarpe da ginnastica, con i capelli scompigliati. Nessun cenno di voler vicino una donna affascinante. Non aveva occhi per me. Molto spesso quando lo chiamavo aveva il cellulare spento. Sono orfana di genitori. Lui è sempre stato il mio mondo. Ma i miei problemi erano i miei e i suoi i miei. Mai un ricordarsi la data di un compleanno, di un anniversario. Tre anni senza andare in ferie 5 giorni. L'unico tempo passato con lui è sempre stata la domenica pomeriggio dalle 14 fino al lunedì mattina.
Non mi portava mai fuori. Io ho sempre vissuto in casa. Sono una misantropa.
Leggevo libri, sdraiata sul divano. Guardavo la tv. Aspettavo un suo cenno di vita.
Se mi facevo carina per uscire nemmeno di uno sguardo mi degnava. Dovevo supplicare la sua attenzione con le classiche frasi idioti: ti piace la tua tata? e lui di fretta: sì sì bella bella.
Ho perso la mia identità. Ero una persona solare. Con lui mai una risata.
Eppure sapevo che a modo suo mi amava. Diceva che ero la sua vita. Strano modo di dimostrarlo. La mia visione era che lui correva verso i soldi i venti lavori messi in piedi e io continuavo ad allontarmi nella speranza che capisse che oltre al lavoro c'ero pure io.
Migliaia di volte ho chiesto di andare a fare un giro, di uscire, di parlare.
Ma non aveva mai tempo.
Un giorno a lavoro incontro una persona. 48 anni. Affascinante. Suscita in me quel qualcosa che si era assopito da tempo. Mi dava attenzione. Mi diceva sempre: così carina e così trasandata. Ho iniziato a mettermi i capelli in ordine, mi entusiasmava avere qualcuno che si accorgesse di questo fantasma.
Passava molte ore con me. Il tocco della sua mano mi faceva venire i brividi.
Sapevo che non era per sesso ma perchè realmente interessavo. Anche nel dialogo si andava avanti a ore.
Mi ha regalato una rosa. Avevo perso l'emozione di ricevere un regalo. Una rosa. Ero felice. In breve alla fine ci sono andata a letto. Lui si era innamorato di me. Io mi sentivo un verme il giorno dopo. Sono stata male per quello che ho fatto. Lui l'ha scoperto da un messaggio. C'è stata una lite furibonda finita con un'agressione nei miei confronti e 15 giorni di prognosi.
Non ho potuto spiegare che quello che mi mancava era la sua attenzione. Tre anni passati a lavorare, senza chiedere nulla. Non voleva mai gli chiedessi dove'era.
Poi è tornato dicendo che senza di me non poteva stare. Iniziamo di nuovo.
All'inizio c'era entusiasmo da parte sua. Ora ogni giorno che passa è una frase sibillina che lascia intendere il mio gesto. Non vuole più che io dica alcune frasi di uso comune tra di noi perchè gli danno noia. Ogni giorno ha una versione diversa. Ho provato a parlare ma lui non fa altro che rinfacciare che sono stata io la causa e che ora devo pagare per quello che ho fatto. Mi sta martorizzando mentalmente e io piango di nascosto perchè non riesco a spiegare che la sua brama di soldi lo ha portato a quello che è oggi. Se oggi a 64 anni ancora non si è sposato forse un motivo c'è. Ma non mi ascolta. La colpa è mia. Mi ha addirittura rinfacciato che lui lavorava per mantenere me. Assurdo.
Io lavoro ho un buon stipendio e mi sono sempre pagata le mie cose. Ma dal momento che due vivono insieme le spese si affrontano a metà.
Non che io devo pagare tutto e arrivare a fine mese che non posso comprarmi un paio di scarpe quando lui vive con 4000 euro al mese perchè deve comprarsi le Hogan, mantenere due bmw, ha comprato la casa in Brasile. Mantenuta io! Non l'ho mai fatto in vita mia figuriamoci.
Ovviamente fa fatica a fare l'amore con me. Dice che gli si accende la lampadina mentre fa l'amore e si blocca. Mi dice che devo dargli tempo perchè quello che ho fatto è ripugnante. Ho infranto i suoi sogni. Quali? Non me ne ha mai reso partecipe. Lui ha sempre voluto tenere le redini della nostra relazione. Lui faceva tutto senza dirmi mai nulla. Nel suo lavoro l'ho aiutato tantissimo per le traduzioni e mi ha eliminato. Io che mi alzavo alle tre del mattino per collegarmi in skype per far da interprete con la cina.
Io che non ho mai smesso di lavorare per tre anni, ho passato la morte dei miei, sono sempre andata avanti con un caterpillar. Quando doveva andare in Brasile per la casa e gli dicevo vengo con te lui mi diceva: sono troppi soldi. Ma ti ho per caso detto che mi devi pagare il viaggio. Lui in brasile 20 giorni, io a casa a lavorare.
L'ho tradito. Ho fatto una cosa infame e sto male. Ma devo prendermi tutti i torti di questo. A parte il gesto infame io credo che una donna, come un uomo abbiano bisogno delle dovute attenzione. E' giusto lavorare ma esiste anche un rapporto di coppia fatto di dialogo, di parole dolci, di divertimento che può essere anche un gelato fuori in città. Non sono mai stata una persona esigente, lui stesso me lo ha sempre detto. Mi paragonava alle sue ex alle quali regalava
vestiti di Pinko, Cavalli. A me che me ne frega? Io non sono una marca che cammina.
Ora è un calvario. Abbiamo cambiato città e casa per iniziare di nuovo. Io ho perso il lavoro. Adesso mi rinfaccia che ha speso soldi per prendere in affitto una casa. "se non fosse per me tu saresti ancora la".
Una notte. Non una relazione che andava avanti da anni. Una notte dove ho ricevuto quello che volevo da tempo. Attenzione, coccole, protezione, una rosa in regalo e soprattutto considerazione.
Ma la colpa deve essere solo e soltanto mia? Vi chiedo a voi cosa ho sbagliato in tutto questo oltre al tradimento. Chi mi conosce mi dice che con il lavoro che fa chissà quante ne avrà in giro. Premetto che non mi ha mai portato fuori a cena con i suoi amici. Sempre cene di lavoro. Sempre? Ovviamente lui si è confidato con i suoi amici per i quali le parole lasciano il tempo che trovano.
Tutti sono capaci di giudicare in base a ciò che viene detto e ovviamente tra uomini vi è solidarietà.
Questo martirio passerà o piangerò ancora per quanto?

LUI SOSTITUISCE LA FIGURA PATERNA

red Età: 32
Salve a tutti, ho letto alcuni post e mi intristisce molto sentire di altre persone che soffrono così tanto dimostrandomi ancora una volta quanto il nucleo fondamente di ogni persona, la famiglia, possa essere per alcuni paradiso e per altri inferno.
Io mi sono riconciliata da pochi anni con i miei rei di essermi stati poco vicini...amavo e amo mio padre di un amore viscerale che da piccolina mi faceva star male solo al pensiero di perderlo, ero gelosa come una moglie o anche di più e ansiosa come mia madre ad ogni piccolo ritardo tanto che pregavo Dio piangendo che non lo facesse morire.
Mi sono sposata giovane e poi ho divorziato, ho sempre gestito le mie storie facendo la parte del leone, ero io che decidevo e che lasciavo...anche lasciare mi faceva star male ma era sempre meglio che il contrario e quindi le storie non duravano più di due anni piene di tradimenti da parter mia. Poi due anni fa ho conosciuto un uomo molto più grande di me un professionista, brillante affascinante e colto con un piccolo difetto, single convinto e mammone spudorato e lì sono andata giù di testa...
lui riesce a farmi salire sulle stelle con i suoi elogi le sue belle parole..e a portarmi all'inferno quando dice che nn vuole sposarsi ne' men che meno farsi una famiglia.
non riesco a staccarmi il fatto di stare con un persona osì accresce la mia autostima anche perchè frequento posti e persone che senza di lui non avrei mai frequentato. ho provato a tradirlo a lasciarlo ma non riesco a staccarmi ha un potere su di me quasi diabolico...credo che lui sostituisca la figura paterna che mi ha trascurato da piccolina. ogni suo apprezzamento è per me vitale, mi da il carburante per andae avanti, poi però quando penso che non ci sarà mai nient'altro che questo impazzisco di dolore ma questo comunque non mi da la forza per lasciarlo, ho paura di trovarmi da sola.