mercoledì, agosto 27, 2008

MALdAMORE ED ANSIA

Gentile Dottore ho avuto una relazione con un mio superiore andata male, chi sapeva diceva chenon funzionava perchè veniamo da due classi sociali diverse, lui affermato e difamiglia importante,io figlia di contadini e una famiglia con gravi problemi. Negli ultimi mesi c'è stato un avvicinamento ed io ho creduto in uncambiamento. Illusione! Infatti, frequenta una ragazza di 32aa.(più giovane di lui di 15aa) di famiglia importante e ricca mettendo così fine alla nostra storia(una storia clandestina la nostra: lui non mi ha mai presentato i suoi, non mi veniva mai a prendere, ero io che andavo da lui ed evitava di farsi vedere con me. Io capivo ma negavo).
Mi ha detto: "ci abbiamo provato, non funziona." che io ero solo un conforto, e alla sua età deve scegliere il meglio.
Sto male, mi sento di non valere nulla, in passato sono stata in cura perattacchi di panico, ed ora, dopo anni, sono ripiombata di nuovo nel buio. L'ansia mi fa compania, sono sempre chiusa nella mia stanza, piango e dormo male, ho ripreso a mangiare poco e a controllare il mio corpo. Non riesco a lavorare con lui accanto, lo penso sempre e quel che è folle spero che ritorni. I miei non possono aiutarmi sul piano psicologico in quanto sono io che mi occupo di loro, vorrei andare da uno specialista per capire cosa mi accade, per riprendermi la mia dignità , per ricentrarmi... ma ho delle resistenze in quanto durante i colloqui, all'epoca degli attacchi di panico, ho cominciato a soffrire di disturbi ossessivi compulsivi (musica in testa) che non sono mai scomparsi (nonostante la terapia farmacologia all' epoca praticata) ma attenuati e sporadici,ho imparato a coinviverci. Ho paura che duranti i colloqui venga fuori qualcosa di brutto, di ritovarmi in quell'inferno di tanti anni fa e vi è anche il problema della spesa da sostenere. Potrei rivolgermi in una struttura pubblica ma addio pricacy e lui verrebbe a saperlo.

martedì, agosto 26, 2008

SONO UNA DONNA CHE AMA TROPPO ?


Nicol, 33. Sarò breve perchè non mi sento sinceramente pronta o adeguata ad annoverarmi tra le vostre fila. Non è un giudizio, ma solo un temporeggiare per capire se posso ritenermi una cd. "donna che ama tropp". Scrivo perchè, alla luce di ciò che leggo, mi risulta difficile capire quale sia il confine tra l'atteggiamento patologico o autodistruttivo e la fisologica sofferenza che si prova durante lo sviluppo di un amore, magari pasionale, magari contrastato, magari tra due persone di indole problematica.
Mi pare di intuire che il discrimine si riveli per l'unilateralità dell'elargizione dell'amore o sulla mancanza di equilibrio. Ma se due persone sono di per se stesse atipiche, ed il loro incontro dipende anche da ciò, e se la propria vita è già naturalmente accompagnata da una certa sofferenza esistenziale, si può parlare lo stesso di dipendenza affettiva? Non so, vorrei confrontarmi con voi.

Grazie.

Nicol

GLIA LATRI MI FANNO DEL MALE ED IO MI SENTO IN COLPA

Vorrei poter riuscire a raccontare la mia storia, mi chiamo Paola ho 46 anni ed ho avuto negli ultimi 13 anni una storia d'amore se così possiamo chiamarla alquanto strana. Ho lasciato 13 anni fa un compagno che mi amava molto e con il quale convivevo da 7 anni, era stata una bellissima storia d'amore ma lui non voleva figli ed io ho cominciato ad essere insofferente verso questa cosa, io un figlio lo volevo lo desideravo molto, amavo molto quella persona ma ho cominciato forse a rendermi più disponibile. In ufficio ho conosciuto il mio attuale marito, mi ha corteggiato con migliaia di lettere e quando alla fine lui ha detto mi piacerebbe avere un figlio da te ho capitolato. Così con grande sofferenza ho lasciato la persona che mi aveva fatto star bene per tanto tempo, ho fatto le valigie, ho lasciato la casa che avevamo costruito insieme e mi sono trasferita dall'altro. Da subito ho avuto la sensazione di aver fatto una stupidata perchè la nuova persona non capiva il mio compresibile stato di disagio ed invece di aiutarmi a sentirmi a mio agio mi lasciava da sola senza gesti gentili ed affetto a gestire questo momento di sgomento. Quando è passato un mese dal mio trasferimento, il mio ex compagno si ammala gravemente di cancro, ed io che già mi sentivo in colpa per averlo lasciato così sui due piedi ancora di più sentivo questo enorme peso sul cuore, mi sembrava di averlo abbandonato proprio quando aveva più bisogno di me. Nel frattempo io rimango incinta del mio nuovo compagno, ed ora un figlio in questa situazione morale non mi sembra più una cosa così speciale, cercando di spiegare le motivazioni al mio nuovo compagno che forse proprio in quel momento non mi sentivo pronta per avere un figlio ho deciso di fare un interruzione di gravidanza. Il mio nuovo compagno non era d'accordo ed ovviamente non ha dimostrato in quella occasione ne' comprensione nè affetto nè gentilezza. Era stata una decisione difficile da prendere anche perchè lui non ne voleva parlare con me anzi mi evitava ed io ho dovuto per certi versi prenderla da sola. Successivamente sembrava che le cose avessero preso una piega un pò migliore e pertanto dopo 2 anni, abbiamo deciso di comune accordo di avere un figlio, abbiamo fatto mille esami clinici e subito sono rimasta incinta. Eravamo al settimo cielo, ma dal momento in cui sono rimasta incinta lui non ha più voluto fare l'amore con me. Ho pensato che non volesse nuocere al bambino e pertanto non ho detto niente. Vorrei anche aggiungere che lui non è mai stato con me molto affettuoso perchè nel momento in cui ho messo piede in casa sua ero diventata scontata, non c'erano più stati gesti gentili non c'erano più state parole carine non c'erano più state tenerezze di nessun genere. Quando è nata la nostra spledida bambina è stato bellissimo e sembrava che tutto potesse procedere per il meglio. Ora la nostra bambina ha 11 anni, io nel frattempo ho avuto un sacco di rogne familiari, mio padre si era ammalato di cancro ho dovuto lasciare il lavoro per occuparmi di lui poi è morto, dopo poco tempo anche mia mamma si è ammalata di una grave forma depressiva ha tentato il suicidio e successivamente ha avuto un infarto ed è morta, mio marito 7 anni fa si è ammalato di attacchi di panico è stato in cura farmacologica per molto tempo ed ora i suoi problemi sembrano risolti. Io invece sono una donna frustrata ed avvilita, da quando 12 anni fa mio marito mi ha messo incinta lui non ha più voluto fare l'amore con me. Premetto sono una donna piacente, modella in gioventù, ed ancora molto ammirata ma essendomi impegnata in questa relazione non ho mai voluto cercare altrove quello che non avevo in casa. Ho chiesto spiegazioni migliaia di volte a mio marito di questo atteggiamento ma mai ho avuto risposte. So per certo che mi ha tradito ripetutamente ma io non ne sono stata capace, non sono una credente ma quando dò una parola per me è davvero importante. Ora ho scoperto che lui ha una relazione con una donna russa molto giovane e cogliendo forse la palla al balzo l'ho buttato fuori di casa. Io inoltre per creare intorno alla bimba una buona atmosfera familiare ho sempre fatto finta di niente mandando giù rospi amarissimi, tutti i nostri amici ci chiamavano la coppia perfetta. Ho capito che per me questo è un amore sbagliato, ho capito che questa persona mi fa e mi farà solo del male ma per certi versi non riesco a staccarmene. Ho chiesto la separazione ma lui non vuole acconsentire ed io a voltre spero come fatto in tutti questi anni che cambi qualcosa anche se nel profondo del mio cuore devo liberarmene. Io sono una donna forte, ne ho passate di tutti i colori ma questa persona e questo suo modo di umiliarmi in continuazione mi ha reso debole. Come posso fare per uscire da questo terribile circolo vizioso. Gli altri mi fanno del male ed alla fine sono io che mi sento in colpa non riesco a capire perchè mi succede questo.
C'è qualcuno che mi può aiutare a prendere questa decisione definitiva perchè non debba più soffrire.

UOMINI CHE AMANO TROPPO

Ciao ,sono Roberto , un uomo di 45 anni, una sensibilita' fuori dal comune, e credo di fare parte della categoria degli" uomini che amano troppo". Si perche' esistiamo , non so' se siamo in tanti , ma ci siamo.Credo propio che, come le vostre sia proprio dipendenza, il bisogno di amare, di annusare , di viziare una donna. Bisogno di amare, ancor piu' di essere amati. Ho sempre pensato, di essere nato paradossalmente in un'epoca sbagliata,ma pensandoci e cercando delle risposte ,che lenissero i dolori provocati da abbandoni , delusioni, distacchi, amputazioni dell'anima,ho capito che non e' il posto o il momento ,ma siamo solo noi, che abbiamo bisogno di distruggerci,per dimostrare a noi stessi che riusciamo a ritirarci su , ma solo quando lo decidiamo noi. Dobbiamo dare, e lo facciamo anche con il dolore , e' come se sacrifisassimo un pezzo di noi stessi , per giustificarci il fatto di aver amato. Ma la nostra e' una grande forza,bisogna solo capire come ,dove e quando adoperarla.

martedì, agosto 12, 2008

DUBITO DEL SUO AMORE

Età: 45 Premetto che sono sposata da 25 anni, mio marito prima del matrimonio si è innamorato di una ragazza che ha frequentato per circa un mese poi ha deciso di parlarmi di questa storia e alla fine abbiamo comunque deciso di sposarci ero giovane e credevo fosse solo un momento di sbandamento dovuto alla lontananza di quel periodo, ma per molti anni questa ragazza gli è rimasta nel cuore abbiamo avuto modo di incontrarla in diverse occasioni e ricordo con dolore il modo in cui si guardavano. Poi con il tempo mi ha regalato anni d'amore 2 figli e una vita di sacrifici ma piena di affetto e amore non avrei mai creduto che potesse succedere di nuovo, ha incontrato una ragazza più giovane di lui di dieci anni e si è innamorato si sono baciati ma niente di più perchè lei ha cambiato idea, mi ha raccontato tutta la storia sperando nella mia comprensione dice che mi ama e che sono l'unica donna della sua vita ma questa ragazza gli ha fatto provare sensazioni dimenticate, stà facendo di tutto per recuperare il nostro rapporto mi tiene sempre tra le braccia qualsiasi cosa io dica o faccia mi giustifica sempre ma un giorno mi ha detto che non riesce a scrollarsi di dosso questa storia che gli è accaduta però crede che con il tempo tutto si aggiusterà perchè mi ama e io sono l'unica vera storia della sua vita, so che è sincero, ma mi chiedo tutti i giorni se lei non lo avesse lasciato come sarebbe finita ? e piango tutti i giorni credo di essere vicina alla depressione, non dormo la notte e non riesco a staccarmi da lui cosa posso fare per riacquistare un pò di serenità e guardare il futuro con ottimismo sono disperata e ho un disperato bisogno di aiuto e consigli, la mia angoscia è pensare che se lei lo avesse voluto lui ci avrebbe abbandonati me e i nostri due figli, ringrazio tutti anticipatamente e spero di ricevere al più presto una risposta prima di cadere in quel pozzo senza fondo e senza ritorno della depressione già ho i sintomi, mi sembra di fare le cose senza scopo e che tutto quello che faccio sia inutile e che il mio unico amore mio marito sia rimasto con me solo perchè l'altra non lo ha voluto.

HO INCONTRATO L'UOMO DELLA MIA VITA ?

libera75 Età: 32 Il mio matrimonio è finito dopo appena due anni di violenze fisiche e psichiche, una storia veloce inizialmente appassionata ma immatura che poi si è rivelata un inferno.. che mi ha regalato un figlio meraviglioso che rappresentava e rappresenta l'unico motivo per lottare e andare avanti. Ho raccolto a fatica i pezzi della mia vita tra attacchi di panico e depressione ma ce l'ho fatta ho lottato e ne sono uscita e dopo sette anni ho incontrato l'uomo della mia vita, almeno pensavo che lo fosse!S ono ormai 5 anni di dipendenza emotiva, dopo i primi momenti di dolcezza si è rivelato peggiore del mio ex, sono ricominciate le violenze mi dice che sono io che lo provoco, che sono io la pazza, che sono io che non gli do sicurezza ed è per questo che lui non vuole vivere con me , avere una famiglia con me...da un anno mangio e vomito... sono stanca

PERCHE' VOGLIO RITORNARE SUI MIEI PASSI ?

raffaella Ho 30 anni. Sono capitata in questo sito per caso, ho letto un pò di testimonianze e ho sentito il bisogno di scaricare tutto ilmalessere che mi porto dentro da mesi. Ho convissuto col mio ragazzo 3 anni a Roma. é partito mesi fa per tornare a casa sua (milano) per ragioni di lavoro e mi ha chiesto di seguirlo. Gli ho detto di no e che questa storia sarebbefinita.é stato l'inizio di un tira e molla micidiale. ho tutta la colpa diquesto strazio. e non è per colpevolizzarmi, lo dico perchè è vero. è la primastoria importante che ho. ho sempre avuto storie veloci o perchè mollavo io operchè laddove nutrivo un interesse più profondo mi ha sempre lasciata lui.aquesto giro lui si è innamorato di me. ci ha messo molto per entrare in questa storia.ma una volta entrato lui ho cominciato a uscire io.ho sempre bisogno divie di fuga, mi manca il respiro sennò.siamo tipi molto diversi.lui col bisognodella codificazione, io che impazzisco solo se ci penso.in questi mesi nonl\'ho mai lasciato davvero. sempre le telefonate, i messaggi, lerassicurazioni. sono uscita poco volontariamente per non incontrare nessuno perla paura che chiunque potesse farmi girare la testa nello stato di bisogno incui sono.ho bisogno di amare e non credo di amare più il mio ragazzo. glivoglio molto bene. ma molto. non voglio farlo soffrire perchè l\'ho già portatoal limite massimo del dolore. e l\'ho fatto perchè non sono stata capace di nonsentirlo più. un pò per lui e un pò per me. ci siamo traditii entrambinell\'ultima settimana. e ce lo siamo detti. io gli credo quando mi dice che èstata una scopata e basta. ho detto la stessa cosa ma non è la verità.si trattadi un uomo sposato, di 20 anni più grande di me, con un figlio. è il mio amicopiù grande,una persona da cui non vorrei staccarmi mai.e non è stata unascopata.non so mentire, non ha nessun senso vivermi due storie, non me ne freganiente. se non stacco col mio amico, il mio ragazzo lo sentirà e ne soffrirà.ciposso provare ma questo a prezzo di un enorme dolore che non avrei maivoluto.mi domando: perchè?perchè sento l'obbligo morale di provarci ancora?non ho figli, nè sono sposata.che cosa mi fa comportare come se dovessi tentare di ricucire unostrappo che io ho provocato?quale assurdo delirio mi fa dire che l'amore si può imparare e che io lo imparerò?con quale e quanta mania di onnipotenza credo che dandomi a lui di nuovo lo salverò dalla sofferenza che lui non si merita? può il senso di colpa (che in me è super accentuato) portare a tanto? o è amore nei confronti del mio ragazzo che io non so riconoscere? Mi ha chiesto di partire. gli ho detto che a fine mese lo raggiungo. ho mollato il lavoro. e dentro di me non ho nemmeno un minimo di convinzione.

ILLUSIONE D'AMORE

ely Età: 29 Buongiorno Dottore, le ho già scritto un paio di volte la mia storia, e nonostante ciò mi sia stato molto d'aiuto (soprattutto leggere i commenti di altre persone),ancora dopo mesi non riesco ad uscirne... anzi, la mia situazione si evolve e purtroppo per me, in peggio!Ho tradito mio marito con un uomo più anziano di me. Lui(l'altro),da me vuole solo sesso;come e quando vuole Lui...Se io lo chiamo non risponde se non è stato Lui a cercarmi, e se è Lui che mi cerca,fissa una serie di appuntamenti ai quali trova sempre una scusa per non venire.Quando alla fine ci incontriamo, lui sfoga i suoi istinti e io cerco invano una parola, un gesto di tenerezza che mi faccia pensare che per Lui è cambiato qualcosa, che si è accorto che, nonostante il suo comportamento io mi sono innamorata di Lui...ovviamente tutto ciò avviene solo nella mia fantasia;la realtà è che mi sta solamente usando, e la cattiveria sta proprio nel fatto che Lui si è ovviamente accorto di quello che provo, e sa che nonostante il suo atteggiamento io sono sempre lì pronta ad aspettarlo come un cagnolino che nonostante le bastonate scodinzola ancora...Perchè sono così? Perchè pur accorgendomi del male che mi sta facendo, e del fatto che non sarò mai felice con Lui, non riesco a staccarmene?Ho cercato di dimenticarlo in un periodo in cui per settimane non ci siamo sentiti, autoconvincendomi che non l'avrei più visto, e iniziavo a stare meglio. Poi di punto in bianco, come se non fossero settimane che non si faceva vivo, mi chiama e vuole vedermi; io ovviamente accetto, ma Lui continua a rimandare per poi ricadere di nuovo nel silenzio (Lui) e nello sconforto (io). Il brutto è che ogni volta che "ricado", diventa sempre più difficile rialzarmi... E il coraggio di chiudere io non ce l'ho. L'idea di essere io la causa di una rottura definitiva mi terrorizza, anche se mi rendo condo di non poter sopportare a lungo questa situazione.. tra l'altro ho anche smesso di mangiare...forse dimegrendo potrei piacergli di più...è un'assurdità, ma avolte mi piacerebbe sparire. Lui di certo non se ne accorgerebbe, ma io almeno smetterei di sentirmi così!A volte mi sento immensamente stupida; come posso ridurmi in questo stato per qualcuno che non mi vuole? E ancora: avendo capito tutto ciò, come posso accanirmi così e fantasticare su una storia e un futuro che non potranno mai esserci? Forse io non contemplo in altri un comportamento che non avrei mai, ovvero penso che non sia possibile fare sesso come delle macchine, in un modo fine as e stesso, e quindi mi illudo che per Lui non possa essere solo questo, ma ci debba essere necessariamente dell'altro... illusioni sopra illusioni, lo so. Mi sto costruendo un labirinto di "se,ma, se fosse..."nel quale mi addentro sempre di più senza vedere una via d'uscita. Come posso superare tutto questo e lasciarmi questa storia alle spalle?Dove posso trovare il coraggio e la forza pe dire NO a questa persona? Da sola sono sicura di non farcela...

VOGLIO IMPARARE DALLA FINE DEL MIO AMORE

Nino Età: 24 Gentile dottore,approfitto di questo suo spazio per esporle il mio problema.Sono uno studente universitario e lo scorso martedì (5 giorni fa) è la mia ragazza ed io ci siamo lasciati dopo oltre 7 anni e mezzo di relazione. Inbreve, lei si è invaghita di un altro che ricambiava e che anzi pare abbiainsistito molto per conquistarla poiché sapeva che lei era già impegnata.Lei mi aveva confessato il suo problema un paio di settimane prima, dopo 2-3mesi in cui non riusciva più a dirmi \"ti amo\" perché nella sua testa non c'ero più solo io. In questo periodo c\'erano periodi in cui lei riusciva apensare solo a me, ma in altri evidentemente non era così perché percepivo lasua distanza. Quando me l\'ha confessato ci siamo dati un po\' di tempo pervedere se la cosa poteva essere superata, ma appunto non abbiamo retto nemmeno20 giorni. Io non riuscivo a tollerare l\'idea che nella sua testa potesseesserci qualcun altro mentre per me lei era l\'unica e dopo tanti discorsi cisiamo decisi a lasciarci, perché in quelle condizioni non poteva continuare.La nostra relazione è sempre andata avanti senza grossi problemi. L\'annoscorso, da settembre 2006 ad Agosto 2007, sono stato un anno in Giappone esiamo stati separati per lunghi periodi ma siamo riusciti a superarequest\'esperienza, perché eravamo certi che il nostro amore avrebbe retto unasimile distanza. Paradossalmente, da parte sua, i problemi sono iniziati conuna breve che abbiamo condiviso negli scorsi gennaio, febbraio e marzo: permotivi di comodità di trasporto verso l\'università le ho chiesto ospitalitànel suo appartamento e lei ha accettato. Il primo giorno è stato molto strano,perché verso sera per un breve periodo ho provato una brutta sensazione, comese questo non fosse quello che ci aspettavamo. E forse è stato così, perché laconvivenza, anche ne non negativa, non si è come nelle aspettative,specialmente da parte sua. C\'erano una certa noia e monotonia, ed il sesso èstato molto meno di quanto avevamo pensato (anche se di non di rado dovevamocondividere l\'appartamento con due altre sue amiche). Insomma, lei ha pensatoche una coppia giovane non dovesse sentirsi così in questa fase della vita eper lei è iniziato un periodo negativo, diciamo così. Nemmeno io ero moltosoddisfatto della convivenza ma credo di aver contestualizzato l\'esperienza,perché era una cosa provvisoria, perché avevamo tanti impegni con lo studio,perché non eravamo sempre soli, e così via.Credo che più o meno dopo la fine della convivenza lei abbia iniziato a nonstare più bene, e pensandoci non è stato molto tempo dopo che ha smesso didirmi che mi amava, anche se non ricordo la data precisa. Ed è arrivatoquest\'altro uomo, che la ha messa in confusione ed ha portato alla fine lanostra relazione. So che lui, alla fine, non è causa di questo, perché anche lamia ragazza provava qualcosa per lui.Insomma, non potevamo andare avanti così. Forse per lei è stato un momento didebolezza, forse se non avessimo convissuto le cose sarebbero andatediversamente, o forse sarebbe tutto accaduto lo stesso. Lei potrebbe averesbagliato e pentirsene in futuro (me l\'ha detto lei) e che se fosse sarebbepronta a ritornare sui propri passi.Ma io so che non posso illudermi in questo modo, prima di tutto perché è dettoche possa accadere, poi perché temo che rischierebbe di ripresentarsi lo stessoproblema. Io non so se ho delle colpe, forse non mi sono accorto per tempo delsuo malessere, forse sono stato troppo certo del suo amore per me perchésentivo quello che io provavo per lei era inscalfibile. Mia madre, che siintende un po\' di psicologia e che in questi giorni è stata la mia principaleconfidente, dice che il mi amore era patologico perché fusionale, miidentificavo in lei (per inciso, questo tipo di amore lo avrei \"imparato\" daimiei genitori, poi divorziati). Forse non è così, forse ora sto così maleperché non è passata nemmeno una settimana dalla rottura, perché so di doveraffrontare un percorso lungo e doloroso che mi spaventa, perché non so se infuturo potrò superare questo dolore e tornare ad amare. Preciso che questa èstata la prima storia importante sia per me che per lei, e per questo siamopassati da adolescenti ad adulti insieme per quasi 8 anni, e che quindi forse ènormale che i miei sentimenti si fossero particolarmente rinforzati. Insiemeavevamo scoperto i primi passi dell\'amore, il sesso, iniziato l\'università, ecosì via.Ad ogni modo, mi sono sentito abbandonato, in colpa, se ho delle colpe e possorimproverarmi qualcosa, probabilmente è che ho dato per scontato il suo amore,non ho mai dubitato per un\'istante che lei potesse vedere qualcosa di specialein qualcun altro. Forse non mi sono accorto dei segnali che lei mi ha lanciato,se ne ha lanciati, appunto per questa granitica. La quale si è incrinata quandomi ha confessato di lui e che personalmente mi ha portato a decidere, in untremendo dolore, per la fine del rapporto. Ci sono momenti in cui penso cheforse non avrei dovuto farlo, che forse avrei potuto correggere le cose, perchéi problemi si possono risolvere, spesso. Ma devo convincermi che è sbagliato,devo prendere la mia strada, se poi il futuro ci riunirà sarà uno dei possibilifuturi, io adesso devo imparare a vivere senza di lei. E dolorosissimo eparadossale, fare a meno di quello che fino a poco tempo fa mi dava una gioiaimmensa, una delle poche certezze assolute che avevo nella mia vita. Ora stocercando di praticare il distacco assoluto, perché qualsiasi pensiero di leirischia (quasi sicuramente) di aumentare il dolore e di annullare i passiavanti che potrei aver fatto. L\'ultima volta la ho sentita ieri, dopo cheavevo pubblicato un post di sfogo sul mio blog; me ne sono vergognato, lo horitirato e mi sono scusato con lei perché sostanzialmente ho citato anche lei;quello che ho scritto era quanto provato ed era vero, ma mi sono vergognato peril modo in cui ho sbattuto il mio dolore, ed altre persone, in piazza.Comunque, ci siamo sentiti ed è come se ci fossimo salutati una seconda voltadopo la serata in cui ci siamo lasciati, un saluto forse un po\' più sereno.Parlando con lei mi sono sentito meglio, ma poi nel pomeriggio ho avuto unacrisi d\'ansia che non si è del tutto calmata fino alla sera, dopo aver parlatocon mia madre. Ora sto cercando di evitarla in ogni modo, togliendola dall\'elenco delle chat, evitando di accedere al suo blog, togliendo le foto,in generale rimuovendo qualsiasi segno esplicito di lei, nella speranza chepossa aiutarmi a ripartire.So che devo cercare di distrarmi, di impiegare mente e corpo, di passare tempocon i miei amici, per lenire il dolore e non pensarci. Tutti mi dicono che oradevo pensare esclusivamente per me ed è quello che sto cercando di fare. Stoanche valutando di iniziare ad incontrare uno psicologo ma sono un po\'perplesso: è meglio che io provi a superare da solo, autonomamente, questodolore nero come la notte, col rischio di uscirne malamente o senza digeriretutto quello che dovrebbe esserlo, o che ricorra all\'aiuto di qualcuno? Perché voglio riuscire ad imparare qualcosa da tutto questo, se ho fatto degli errori non commetterli più, non voglio più commettere l\'errore di dare per scontatol\'amore, che questo sia stato o meno una delle cause della fine della miastoria. Perché voglio che la prossima storia non finisca, sperando che noncapiti qualcosa di incontrollabile. Se sono diventato troppo dipendente dal suoamore allora devo imparare e far sì che cose di questo genere non accadano più.Voglio migliorare, evolvere, correggermi. Forse in questo momento lo dico ancheperché in fondo spero ancora di riconquistarla, ma nonostante ciò è qualcosache vorrei fare davvero. Vorrei superare la mia pigrizia che non mi fa faretante cose, perché mi accontento o faccio scorrere le cose che accadono. Forseanche questo è legato alla fine della mia storia.Forse ho scritto fin troppo dottore. Dovrei rivolgermi ad uno psicologo? Perché voglio trarre il meglio possibile da questa orrenda esperienza.La saluto, e grazie per l'attenzione.