mercoledì, luglio 26, 2006

STORIE DOLOROSE

Ale N° di riferimento: 326167183 Età: 44 Ho scorso le pagine del sito, forse troppo velocemente,come succede qundo sei spinto dal desiderio di trovare una soluzione ad un dolore così forte, ma di cui ti vergogni e che noti con stupore essere condiviso da altri. Così eccomi qui. Dolore stupido il mio, arriva alla fine di una piccola storia di quattro mesi con una persona che conoscevo da alcuni anni. Le nostre reciproche storie personali (libero uno, impegnato l'altro e viceversa) avevano sempre indotto il libero di turno a rinunciare. Poi finalmente siamo liberi entrambi, l'amicizia si consolida e si trasforma in qualcosa di più. Io ho una paura incredibile di questa relazione (vengo da storie più tormentate e mi sembra così strana una storia in cui non si soffre) in cui lui sembra invece già coinvolto (con progetti al lunga scadenza e una presenza costante nella mia vita che annulla la distanza chilometrica (abitiamo a 400 km di distanza). Decido di non scappare e provo a viverla per poi accorgermi che qualcosa non va. Improvvisamente sembriamo una coppia che sta insieme da una vita, non c'è entusiasmo nè complicità. Non ce la faccio e gliene parlo in maniera serena.Lui prende atto, ma non mi spiega e improvvisamente torniamo quelli di prima,amici e colleghi gentili e collaborativi, ma non più una parola sulla relazione in cui con tanta determinazione sembrava credere.Ora io sto ovviamente a pezzi, non so se sono innamorata di quesa persona ma mi manca terribilmente e mi sento addosso un fallimento enorme di cui non capisco le cause.Ho ripreso con gli antidepressivi, che non toccavo da alcuni anni, ma sento sempre il bisogno di chiamarlo, magari con una scusa per sentire nella sua voce un tono, che non c'è più, che mi aiuti a riprendere una vita normale, almeno per un pò.
Non si colpevolizzi per averlo messo di fronte ad una realtà. Lei non ha fatto altro che prendere atto di una relazione alla deriva. Lui, consapevole, a sua volta, ha colto l'occasione per terminarla. Bisogna sempre sospettare dei facili entisiasmi iniziali del partner. Potrebbe anche essere stato sincero, ma le sue buone intenzioni non hanno retto al passare del tempo ed al consolidarsi della relazione. In tutto questo sono preoccuppato per gli antidepressivi che lei ha iniziato a riprendere. Non si rifugi solo in questi, ma chieda anche aiuto, professionale o meno, per uscire definitivamente da relazioni dolorose che tendono a ripetersi. La saluto con un'aforisma:
""Si è proteso su degli abissi. Ha rischiato più volte di cadere. Ma alla fine non è precipitato. In bilico sul vuoto, non ha conosciuto la caduta. Ci sono stati cedimenti, sbandamenti, delusioni, scoramenti, ma la vita l'ha sempre avuta vinta." (P. Besson)

CODIPENDENZE

occhiazzurri N° di riferimento: 718202263 Età: 58 Credo di essere stata, fin da giovanissima, vittima di codipendenza affettiva. Da cinque anni sono innamorata di una persona piena di insicurezze e chiusure relazionali, molto frustrato. Volevo "salvarlo" e renderlo più realizzato e più sicuro di sè nella sua attività (che è anche la mia). Ho fatto molto per lui, sostenendolo negli abbattimenti e infondendogli fiducia. Non ho mai capito se mi corrispondeva o no, diceva di non capirsi,però quando esasperata volevo rompere, mi tratteneva impietosendomi con le sue sofferenze (peraltro non corrispondenti ad una realtà obbiettiva) e facendomi sentire indispensabile. poi un successivo raffreddamento e così via.Paradossalmente sono riuscita nell'infondergli autostima e sicurezza di sè:oggi s'impegna e si dice soddisfatto delle prospettive professionali. Ma con me è diventato più distante e "distaccato". Sposato, la moglie superansiosa e sempre in cura, richiede costantemente la sua attenzione. In sostanza io sostenevo lui e lui la moglie. Malgrado mi rendessi conto dell'assurda situazione fin'ora non riescivo a rompere. Il rapporto con mio marito è in crisi perchè senza emozione. Sento il bisogno di essere aiutata, non credo di farcela più da sola a trovare equilibrio e una pace interiore. Abito nel Veneto. C'è un centro o un buon terapista che possa aiutarmi?
Nel suo caso lei, oltre ad essere dipendente ha indotto "dipendenza", attraverso l'aiuto che gli forniva e diventando "indispensabile" per lui in un dato momento della sua vita. Purtroppo in questi casi l'esito è quello da lei raccontato. Al terminare del "bisogno" dell'altro termina anche la "dipendenza" dell'altro. Mi rendo conto che lei ha "investito" molto, sia in termini affettivi che di disponibilità, in questa relazione, ma adesso l'"investimento" deve farlo su sè stessa., nonostante tutto. Purtroppo in Veneto non ci sono "centri" sulle dipendenze affettive e per motivi deontologici non consiglio altri terapeuti. Cordiali saluti

STRANIERA E DIPENDENTE

maria N° di riferimento: 603057555 Età: 30 Caro Dottore, vorrei capire perchè mi accontento dei rapporti che alla fine mi danno più sofferenza che gioia, incontri belle si, ma che dopo nn hanno un seguito e mi lasciano sempre un vuoto dentro..sonoc onsapevole di meritare di più, ma..Ho 30 anni,straniera, separata,con un figlio. Sono sette mesi che mi frequento con un uomo di 36 anni, separato,una figlia, lui dall'inizio stato sincero nel dirmi che nn è innamorato di me e che nn vuole innamorarsi di nessuna, ma che li piace la mia compagnia, abbiamo una grande intimità e cumplicità nel sesso, due mesi fa mi ha raccontato pure che c'è una ragazza, confermando le mie sospette, sta con lei da 3 anni, che nn è innamorato di lei, se senti responsabile e gratto nel suo confronto perche lei stata la prima ragazza dopo che lui stato lasciato della moglie e che nn può fare a meno, lei ha 23 anni, straniera,mai sposata e senza figli, ho provato ad allonttarmi di lui, ma sempre mi ha cercata e ci incontriamo ancora,a volte mi accontento, ma poi mi sento una perfetta idiotta, perchè continuo?perchè lui se comporta cosi? perchè acceto? per favore, aiutami..grazie
Lei accetta per la grande solitudine che è dentro di lei. Perchè per chi è straniera è ancora più duro rimanere da sola e si tende ad avere un atteggiamento più passivo. La dipendenza affettiva nel suo caso è amplificata dall'essere separata e straniera. Legga attentamente il sito in ogni sua parte e cerchi di trovare la forza di rompere una relazione che la farà sentire sempre più sola. Saluti.

SONO DIPENDENTE

giorgia N° di riferimento: 9578701 Età: 26 Ho conosciuto un anno e sette mesi fa un ragazzo dellamia età. ho dovuto per sopravvivenza troncare io la relazione per il suo non assolutorispetto e per la sua predisposizione a farmi solo stare male; ho una granpaura di ricaderci e tornare alla mia totale dipendenza; ho bisogno di saperecome fare perchè è una reale malattia data da non so che cosa.sono una ragazza giovane e per nulla brutta..nel senso che di gente che mi stadietro ce n'è veramente tanta eppure sono quasi due anni che mi faccio calpestare; le mie relazioni precedenti sono state comunque nella norma efondamentalmente la mia famiglia è stata sempre presente .vivo solo e lui è entrato nella mia vita proprio quando sono andata a vivere dasola (a dieci minuti da casa dei miei)..ho un lavoro e tanti amici...ho fatto il grande passo per la terza volta questamattina e già vorrei chiamarlo ma non posso...come devo muovermi?per favore rispondetem isono praticamente esaurita
La invito a leggere la seguente consulenza:
dove troverà una situazione simile alla sua e le indicazioni date sono le stesse che darei nel suo caso. Saluti

MI CONSIDERANO SOLO UN AMICO

Antonio N° di riferimento: 288170667 Età: 31 Salve, mi chiamo Antonio, ho 31 anni, sono laureato ed ho un buon lavoro. Non sono mai riuscito ad avere relazioni durevoli e quando le condizioni potrebbero permetterlo, fallisco miseramente. Il mio problema è il seguente: Ogni volta che incontro una ragazza che mi piace davvero mi succede di entrare inevitabilmente nel ruolo “dell’amico”. Ad oggi sto frequentando una ragazza per la quale provo forte attrazione, condividiamo interessi e puntidi vista. Trascorriamo molto tempo da soli, ci confessiamo paure e desideri anche molto intimi. Siamo arrivati al punto di dormire insieme o di fare ilbagno nudi senza alcun pudore. Contestualmente a questi aspetti però percepisco che lei non prova “desiderio/passione” nei miei confronti, non tenta di creare quella situazione che potrebbe farci lasciare andare e questo non mi aiuta ad essere audace. Vorrei lasciar perdere, conscio che questa situazione mi porterà solo sofferenza in futuro, ma ogni volta che si fa viva, che mi cerca, torno daccapo e non riesco a distaccarmi. Il solo pensiero di perderla mi è insopportabile. Sono sempre di più terrorizzato all'idea che un mio passo falso possa far crollare tutto e non riesco a immaginare di separarmi da unapersona che mi sta veramente riempiendo la vita. Questa è la terza volta (e forse anche la più snervante) che mi capita nella vita. Preferirei non essere in grado di avvicinare queste persone e invece tutte le volte riesco a stabilire un bellissimo rapporto ma più passa il tempo e più mi accorgo di andare incontro ad un blocco insormontabile. Sono recidivo e onestamente non so più che fare con me stesso, ma sono anche consapevole che così non si va più da nessuna parte. A questo punto avrei davvero bisogno che qualcuno mi indicasse una via d’uscita.Un caro saluto
Se è la terza volta che le capita, non è più un normale caso d'amore non corrisposto ma le problematiche sono ben altre. Molto probabilmente lei, incosapevolmente, sceglie partner che per varie ragioni, non possono ricambiare i suoi sentimenti, e per non perderle riveste il ruolo dell'amico, con la speranza che le cose possano cambiare. Ma l'errore è in questo. Più consolida il suo ruolo di amico leale e fedele e meno avrà possibilità di far evolvere i loro sentimenti. Deve fare in modo che l'altra desideri fortemente la sua presenza come amico. Solo così avrà possibilità. Ma anche questo tentativo non deve essere perseguito per molto tempo. La saluto con un'aforisma:
"Il tempo, che rafforza le amicizie, affievolisce l'amore."
Saluti

mercoledì, luglio 19, 2006

GRAZIE PER LE TESTIMONIANZE

Sono una ragazza di 31 anni, potrei dire una donna, ormai, ma ancora non riesco a rendermi conto del passare del tempo, del fatto che io donna non mi sento proprio, perché continuo a comportarmi da bambina.
Gli anni però ci sono e trascorrono veloci, mentre io non ho costruito niente, non sono una persona matura e responsabile, ma solo una piccola bimba paurosa ed indifesa.
Ho letto le testimonianze in questo sito di altre donne dipendenti affettive e mi sono detta: anche questa volta non sono sola, incredibilmente ci sono persone che soffrono come me, che hanno vissuto le stesse mie esperienze. Già, dico anche questa volta perché mi era già capitato in passato con la dipendenza da cibo, essendo stata prima anoressica e poi per 10 lunghi anni bulimica. Avevo trovato un primo appoggio nel gruppo di Overeaters Anonimus, poi sono stata ricoverata due mesi in una clinica per disturbi alimentari e grazie alle cure e soprattutto a Dio, ne sono definitivamente uscita.
Ma non sapevo che l'incubo non era finito lì. Credevo che anni di sofferenza bastassero, invece mi sono dovuta scontrare con una cruda realtà: la dipendenza affettiva. Leggendo il libro "Donne che amano troppo" ho raggiunto la consapevolezza di essere dipendente dagli uomini e che questa è una vera e propria malattia, come la dipendenza da cibo. Sapevo che le relazioni erano state sempre per me fonte di ansia e mi procuravano il disturbo almentare, ma mai ho avuto così chiara la situazione.
Leggendo una testimonianza su questo sito ho ritrovato la mia esperienza vissuta da bambina: molestie sessuali da un adulto. Sapevo che questo è stato uno dei fattori che ha scatenato in me tanta sofferenza, senso di colpa e atteggiamento sbagliato con gli uomini.
Da adolescente sino ad oggi non ho fatto altro che collezionare storie fatte di tristezza, di abbandono, di sforzi sovrumani per non far finire le relazioni con persone non adatte a me ma che mi portavano via dalla immensa solitudine in cui mi sono sempre trovata all'interno della mia famiglia.
Ero disposta a qualsiasi cosa pur di avere qualcuno accanto. Ma pensando di non meritare tanto bene, mi accontentavo di qualche piccola attenzione da persone poco disponibili, fredde, cattive, approfittatrici..per me era già ricevere tanto.Mentre il mio cuore soffriva e si lacerava dal bisogno immenso di affetto, coccole, amore e dedizione totale.
Ora, a 31 anni, sto ancora soffrendo disperatamente per l'ennesima storia finita in tragedia e non riesco a staccarmi da questo ragazzo, lo cerco, come un drogato in astinenza, impazzisco, darei qualsiasi cosa pur di stare un po' con lui, pur sapendo che mi tratterà ancora con freddezza, che per darmi un bacio mi fa faticare e mi costringe a conquistarmelo perché per ricevere devo meritare, devo guadagnarmelo. Come è possibile tutto ciò? Eppure è così. Ma adesso sono stanca, non voglio più uomini nella mia vita finché non amerò me stessa, finché non mi sentirò degna di ricevere amore vero.
E' difficilissimo, ma ce la devo fare, perché se no ne morirò.
Grazie a tutte le persone che contribuiscono con la loro testimonianza a farmi coraggio.
Lory, '74

RICORDI CHE RIAFFORANO

Liliana N° di riferimento: 255244565 Età: 28 Buonasera mi chiamo Liliana ho 28 anni circa 11 mesi faho lasciato il ragazzo con cui stavo da 10 anni. Il nostro non era mai stato un rapporto idilliaco forse i primi mesi ma poi c'è stata lunga discesa che ci ha irrimediabilmente portato alla fine. Non mi è mai stato davvero accanto l'ho sempre sentito distante e forse anzi sicuramente non mi ha mai davvero capito o capito ciò di cui avevo realmente bisogno e perciò anche in sua compagnia mi sentivo sola. Così stanca di sentirmi trascurata o meno importante dei suoi amici e delle sue continue bugie e le sue uscite furtive , ho preso la decisione che però mi ha portata a prendere lui (penso che volesse ma non avesse coraggio) Comunque durante i primi mesi per me era ormai indifferente(forse era troppa la delusione ) metre lui mi scriveva messaggi mi chiamava incontinuazione per chiedermi perdono era insistente una volta mi ha pur eminacciata ma io non ho desistito, ma ora è passato un pò di tempo e le cose sono cambiate per lui è come se non esistessi più ma quello che più mi preoccupa e che io ci stò davvero male il solo pensiero che stia con un'altra ragazza mi angoscia e mi fa disperare è una sofferenza pazzesca la mia gelosia è arrivata a vederlo ovunque con un'altra, parlo sempre di lui e non riesco a non pensare a noi quando stavamo insieme ho dei ricordi ben precisi che mi ritornano in mente come flash magari mentre guido o lavoro, non so più che fare ho paura di impazzire per favore mi dia un consiglio è un dolore insopportabile.Grazie
Il dottor "tempo" spesso gioca brutti scherzi ed invece di curare peggiora il male. Nel suo caso facendole dimenticare i brutti momenti della relazione ed evidenziando i pochi momenti belli. Ma non deve assolutamente dimenticare il dolore passato. Provi a scrivere tutto il dolore subito e lo rilegga quando pensa a lui in maniera positiva. La nostra mente non è totalmente "ingovernabile". Se siamo determinati si fà anche guidare dalla nostra volontà. Cordiali saluti.

NON PROVA LA MIA STESSA PASSIONE

Fabrizio N° di riferimento: 358312419 Età: 21 Salve, mi chiamo Fabrizio e ho 21 anni.Da circa due mesi sono fidanzato con una ragazza che ho conosciuto all'università, e per tutti e due questa è la prima relazione amorosa. La mia ragazza è una persona all'apparenza espansiva, mentre però si capisce che è riservata e molto introspettiva e riflessiva. All'inizio della relazione tutti e due eravamo sempre alla ricerca l'uno dell'altro, ogni ora del giorno, per esempio tramite telefono con chiamate o messaggi, e quando ci trovavamo assieme eravamo praticamente sempre a scambiarci gesti d'affetto tanto che tralasciavamo un po' troppo il resto. Dopo un po' ci siamo resi conto tutti e due che non si poteva proseguire così, anche perchè cominciavamo ad essere malvisti dai nostri amici e abbiamo cercato di "limitarci" almeno in pubblico. Specialmente a me è capitato di aver allontanato alcuni cari amici gia nei primi tempi con questo comportamento e ho subito cercato di rimediare,con poco successo.Più o meno nelle ultime due settimane la mia ragazza sta smettendo di mostrarsi così affettuosa ed attaccata a me com'era all'inizio, sia in pubblico, come ci eravamo proposti, ma anche privatamente (o almeno questa è la mia idea); anche lei ora sta cercando di ricucire i rapporti con i propri amici (che sono anche miei), però, ritengo, a scapito del rapporto con me. Faccio notare che non c'è nulla di concreto che faccia pensare ad una fine della relazione, se non piccoli comportamenti, e anzi, ci sono situazioni recenti in cui mi ha dimostrato esattamente il contrario.Comunque la mia reazione è descritta benissimo nelle pagine sulle dipendenzeaffettive, in particolare in me si manifesta "Paura ossessiva e fobica di perdere la persona amata, che s'alimenta a dismisura ad ogni piccolo segnale negativo", paura dell'abbandono, e non riesco a fare niente per tornare sereno. Secondo alcuni amici ho passato anche alcuni giorni in depressione.Ho ritenuto giusto parlare con la mia ragazza di questi miei pensieri, perchè avevo cominciato a tenere comportamenti non proprio corretti, e quindi le ho voluto chiedere consiglio. Lei non ha saputo cosa fare per tirarmi su, oltre a dirmi che erano stupidaggini. Ritengo però che questa mia apertura l'abbia infastidita e quindi io sia in parte la causa del suo presunto allontanamento.Ne ho parlato anche con alcuni amici, anche se dopo che con lei, e che mi hanno aiutato a capire il mio problema, e cioè che cerco in lei la sicurezza che non trovo in me.Vorrei come prima cosa sapere come dovrei comportarmi nei suoi confronti, se è giusto parlarle di queste cose oppure no, se dovrei continuare a cercarla (non ossessivamente) oppure provare a "staccare la spina", per qualche tempo al fine, di ridarle un po' di indipendenza o che altro.S ul piano mio vorrei qualche consiglio su come allontanare questa paura, che ho per gran parte del giorno, per riuscire a pensare lucidamente e lavorare per trovare una soluzione alla mia dipendenza affettiva. La ringrazio anticipatamente per il tempo dedicatomi.
Per trovare una "soluzione" dovrebbe indagare il suo passato affettivo alla scoperta delle origini di questa sua insicurezza. L'altra ama, forse, in maniera più matura rispetto a lei. Nel frattempo "stacchi la spina" anche se ciò le procura molto dolore. Insistendo nel voler ricevere conferme otterrebbe il solo effetto di allontanarla ancora di più. Cerchi pian, piano di "disinvestire" parte della suo enorme coinvolgimento nella relazione. Faccia suo il motto "Posso stare con te e senza di te". Consideri questa relazione un importante banco di prova per il prosieguo della stessa o di altre future. Cordiali saluti.

HO AMATO UN ARABO

bimba N° di riferimento: 566595163 Età: 32 Buon giorno dott domani e' un mese ke sono stata lasciata dall'amore della mia vita(per me,forse nn era la sua idea)e non riesco ankora a rimarginare le ferite.premetto ke mi sento stupida a piangere per amore,i veri problemi sono altri.....ma nn posso farne ameno...piango e forse mi piango addosso.racconto un po di me..i miei si sono lasciati kuando io ero pikkola.,ed ho sempre sofferto in silenzio per kuesto...per nn dare altri dispiaceri a mia madre. ke mi ha allevato facendo la parte di 2 genitori. komunke ho avuto sempre storie d'amore malate.ma nell'ultima ci tenevo partikolarmente.sono stata kon kuesto ragazzo per 3 anni.lui e' arabo.mi ha sempre trattato kome una regina,purtoppo non piaccio a suo fratello maggiore.ke lo komanda indirettamente,e lui per portare rispeto a kuesta strana famg.kome dice lui..mi trattava ongi tanto kome fanno kon le loro donne.io ho accettato tutto di lui.nn salutavo piu nessun maschio.per amor suo..nn uscivo piu di casa per amor suo..nn mio. ma stupida come sono prendevo ogni kosa come legge.ora lui mi ha lasciata in malo modo.ed io piango..e sto male sopraTUTTO alla sera,vado in paranoia.lo cerko ovunkue. ma nn si fa trovare,nel mio kuore diko ke mi ama...e tengo accesa una pikkola speranza ke torni.sono gia brava perke nn lo kiamo ...ed e dura..apetto ke suoni il cell.un sms.....ho cancellato tutte le kose brutte ke mi ha detto e fatto.....kredo di amarlo.tutti sono kontenti ,dikono ke mi sono liberata,ke andando avanti avrei messo il burka...ma io sono triste.3 anni intensi io nnriesko a cancellarli kome ha fatto lui..forse ha un altra e kuindi mi ha cancellato kosi'...forse nn mi ha mai amato.o forse mi ama ma nn puo' star kon me perke' nn sono araba'?uffa..ho un concentrato di pensieri nella mia pikkola testa vuota..ma mi manka......io ho accettato lui i suoi parenti la sua religione le sue idee...tutto perke lo amo...ma ora lui ha deciso....mi ha detto "non kiamarmi piu',tanto spreki tempo" konkludo kon kiederle un konsiglio,per dimentikarlo prima...mi manka...lo amo....grazie mille.mi skusi per lo sfogo buona giornata.
Non si può "accellerare" il superamento di una fine di un amore. Deve concedersi il tempo ed il dolore necessario per superare la fine di una relazione che è durata 3 anni. Semmai usi il tempo ed il dolore per approfondire il perchè, per amore, sarebbe arrivata ad accettare anche il "burka". Legga in tal senso la sezione testimonianze del sito e la sezione del forum http://www.maldamore.it/public/forum/forumdisplay.php?fid=4 troverà ulteriori indicazioni utili. Cordiali saluti.

giovedì, luglio 13, 2006

SEPARARSI PER CRESCERE

Maria N° di riferimento: 397962560 Età: 23 Separarsi per crescere. Salve ,mi chiamo Maria e ho 23 anni. Da qualche giorno è finita la mia prima storia d’amore durata 5 anni. Una storia a distanza (studio fuori sede) tormentata dai numerosi problemi del ragazzo con cui stavo (prima la dipendenza alcolica, e poi…una forte depressione che lo ha portato a dover assumere psicofarmaci ed un problema fisico che per un periodo ha contribuito a farlo sprofondare). Quando è cominciata la relazione lui stava bene ma forse la dipendenza stava iniziando… non ne ero cosciente e neanche lui si rendeva conto del problema. Stavamo bene…non avevamo esperienze ed insieme abbiamo scoperto l’amore….ci siamo legati molto e fin dal principio siamo stati molto attratti l’uno dall’altra. Sentivamo di essere legati profondamente, siamo sempre andati molto d’accordo…mi ha sempre fatta sentire unica e speciale, è dolce,comprensivo, sensibile, sensuale…tanto delicato nei modi e soprattutto abbiamo in comune la visione delle cose,dei rapporti…la fedeltà e l’importanza dei sentimenti, nonché 2 storie famigliari analoghe(lui in particolare ha un difficilissimo rapporto col padre e una madre fragile). Mi è capitato moltevolte di vederlo completamente ubriaco…a volte non me ne sono resa conto e mi ha ferita molto dicendomi cose dolorose, ma che a volte il giorno dopo neanche ricordava. Una sorta di Dottor Jekyll e Mister Hyde. Ho visto il peggio di lui…ma ripensandoci era solo tutta la sua rabbia col mondo che veniva fuori..in quei discorsi. Mi sono accorta nel tempo di avere una visione di lui poco chiara di confondere i comportamenti alterati con quelli reali. Spesso nei momenti di forte difficoltà e/o alterazione mi allontanava, ma io soffrivo immensamente e cercavo sempre di riavvicinarlo, tra l’altro mi diceva quando era in se che lo faceva inconsciamente per proteggermi dalla sofferenza. Alcune volte volevo lasciarlo io perché capisse che mi faceva soffrire, ma la paura di perderlo,di non esser cercata me lo ha impedito. Poi vivendo la storia a distanza e vedendoci poco non ho sentito il reale peso della situazione in cui stavo finendo. Più passava il tempo più si chiudeva in se e si isolava da tutti. Nell’ultimo anno il problema alcolico ha fatto posto all’antidepressivo,che lo rende imprevedibile, e 2 mesi fa unendo molti alcolici ai farmaci ha detto ad una cara amica in comune(una persona molto bella, ma con tanti problemi sia a casa che in coppia) di essere innamorato di lei e di “volermi bene come una sorella”(frase usata anche in passato)…salvo il giorno dopo non ricordare nulla e sentirsi terribilmente in imbarazzo ed incredulo…Inizialmentevoleva allontanarsi pensando che fosse una sua attrazione inconscia, ma il neurologo gli ha spiegato che poteva essere chiunque e sarebbe accaduto lo stesso visto il cocktail assurdo. Tutto è tornato apposto, la cosa mi ha ferita e spiazzata, ma stranamente dentro…sentivo fin dall’inizio che non eraattrazione reale,al massimo una reazione data dall’affetto e dalla stima chenutre per lei e dal fatto che non ci vedevamo da tanto. Qualche giorno fa,rincontrandola, per caso, le ha detto che forse non era dovuto al miscuglio, mache ne era attratto e che cmq non riusciva a lasciarmi perché lo tenevo legatocol mio bisogno di lui e ha chiesto a lei di parlarmi, perchè aveva paura chepiangendo lo avrei intenerito. Non capisco perché creare scompiglio se sa chelei non è affatto interessata e per di più mi dice anche che non pensa mai alei(né ha mai mostrato interesse particolare in passato)…e che sta bene neipochi momenti in cui la frequenta e basta(ormai unica persona che vede ognitanto)… questa volta mi colpisce ancor meno mi sono sempre sentita cosispeciale ai suoi occhi…in questi anni le ha sempre parlato tanto del suo amoreper me…anche lei è convinta che sia un modo per allontanarmi da lui e perallontanare se stesso da me,facendo qualcosa di eclatante e grave ai miei occhiche mi spingesse ad odiarlo. Ora lui dice che i suoi sentimenti sono cambiatinel tempo e di provare per me solo affetto. Mi ha lasciata(tutto questo èaccaduto al telefono). Io non ho cercato di farlo tornare come altre volte…l’holasciato libero di capire… Prima l’alcool e ora soprattutto i farmaci cheprende lo rendono così strano e apatico verso la vita privo della suapassionalità nelle cose e anch’io sento che i miei sentimenti sono cambiatidopo 3 anni di difficoltà e distanza,(forse a volte in passato non gli sonostata abbastanza vicina per telefono tra mille impegni e ne ha sofferto, ma ilmio pensiero era sempre con lui)…La passione e le emozioni sono un po’ instandby e capisco che poi nel suo stato sia anche peggio,a volte anch’io hocreduto di esser attratta da qualcuno,ma era inconsciamente quasi forzato da unbisogno di fuga nei momenti difficili, quando mi sentivo prosciugata delle mieenergie ed avevo bisogno di “normalità”. Anche se è strano che qualcuno che nonti ama più te lo dica fino a un’ora prima e che anche se mentiva come dice…tichiama e ti scrive msg spesso nell’arco della giornata…non penso lo facessesolo perchè non riusciva a lasciarmi!Ora cmq sono più forte che in passato forse soffro di una co-dipendenza affettiva, ma ho portato avanti la storiaperchè credevo tanto in lui nonostante tutto,perché pensavo che si risolvessein breve tempo,invece sono anni tra una cosa e l’altra. Anche se conosco tanti ragazzi e li osservo molto, nessuno è profondo e complesso come lui,né da tanta importanza al contatto(ero l’unica persona verso cui avesse desiderio dic ontatto a pelle.. anch’ io sono un po’ così) non ho mai conosciuto una persona che mi capisse nel profondo e avesse un lato femminile tanto marcato,che desse tanta importanza ai sentimenti ed ai rapporti...colto, aperto..intelligente…che fosse prima di tutto amico e poi fidanzato, riesco ad aprirmiun po’ di più solo con lui nonostante abbia amici veri e moltostretti,oltretutto mi accorgo che le cose che non mi piacciono di lui e che mifanno male sono tutte legate al suo malessere (l’incostanza, l’inaffidabilità,la mancanza di forza, a volte la durezza e soprattutto l’apatia)…se l’avessiconosciuto com’è ora non ne sarei stata attratta, infatti non era così e lodice anche lui. In questo lungo periodo ho soffocato i miei bisogni e spesso hoaccettato cose che non avrei mai tollerato prima(odiandomi per questicompromessi) per stargli accanto,volevo che tornasse com’era…anche se la storiache avevamo mi dava poco e mi faceva male,volevo esser forte e non mollare!Nonpotevo, e tuttora non posso, accettare l’idea di perdere una persona cosìbella, dall’animo nobile.. perché tutte queste difficoltà incontrollabili cihanno allontanato e spento...e non per un’incompatibilità caratteriale. Forse questi anni e questa storia agrodolce mi sono serviti a capire che ho tantiproblemi legati all’autostima e alla fiducia in me che si presentano in varie sfere delle mia vita e che devo fare un grande lavoro interiore persuperarli…dalla sessualità ai rapporti interpersonali…sono sempre sottopressione e non riesco mai a sciogliermi,siamo identici in questo,ma io hoscelto di non prendere la strada apparentemente più facile(l’alcool)come hafatto lui...quando 6 così timido, insicuro e bloccato sembra una pozionemagica…ma i problemi non si risolvono così, forse in questo è stato immaturo!Lechiedo cosa pensa del tutto e se la mia tesi sul suo abbandono è valida…se sono stata folle ed è indice di un problema il fatto di tenere tanto a questa persona e se è giusto aspettarlo facendo anch’io un mio iter di crescita e cambiamento e riprovare a stare insieme qualora lui risolva e lo desideri,rinnovati da percorsi autonomi senza i ruoli che si sono creati nel tempo. Non sentendoci saremo indipendenti e senza punti d’appoggio nell’altro, ma solo in noi stessi. Ora capisco che forse questo è l’unico vero modo per aiutarlo e aiutarmi, prima non lo capivo, anche se mano che passano i giorni sento che lo stato di equilibrio e lucidità iniziale con cui ho scritto gran parte della lettera sta facendo posto a rabbia e nervosismo. Le chiedo scusa se mi sono dilungata troppo nel racconto, ma è la sintesi più breve che potessi fare, mi èstato utile scrivere…grazie e spero tanto che mi risponda!Maria.
Sono d'accordo con questa parte della sua email:
"Forse questi anni e questa storia agrodolce mi sono serviti a capire che ho tanti problemi legati all’autostima e alla fiducia in me che si presentano in varie sfere delle mia vita e che devo fare un grande lavoro interiore per superarli…dalla sessualità ai rapporti interpersonali…sono sempre sotto pressione e non riesco mai a sciogliermi,siamo identici in questo,ma io ho scelto di non prendere la strada apparentemente più facile(l’alcool)come ha fatto lui..." Anche se lei forse stava prendendo la strada della dipendenza affettiva o di una codipendenza. Proprio a causa di quest'ultimi motivi l'"abbandono" (al di là della sua tesi che potrebbe anche essere plausibile) giunge quanto mai "opportuno". Sono d'accordo sul titolo "separarsi per crescere", un pò meno sull'attesa, perchè la "crescita" potrebbe anche portarvi ad essere due persone diverse che potrebbero non avere più progettualità futura insieme. Nell'"attesa" lei eviti un processo che Stendhal definiva di "cristallizazione" del rapporto dove l'altro viene visto come "unico" ed altrettanto la relazione. Forse il più grande amore è quello che ancora deve venire. Cordiali saluti.

RABBIA, RABBIA.

Alice N° di riferimento: 129924167 Età: 32 Buongiorno, Le avevo già scritto raccontandole quella che è stata la mia relazione http://maldamore.blogspot.com/2006/06/si-puo-chiamare-amore.html#links E' finita ormai da un mese. Sono tornata nella mia casa in un'altra citta anche se per lavoro mi è stata offerta una possibilità che mi impegnerebbe ancora per alcuni mesi in quella che è la città che desideravo e tutt'ora desidero lasciare definitivamente al più presto. Ma per il lavoro stringo i denti, mantengo due case, per ora nell'altra città sono ospite di un amico gay ed appena posso torno a casa mia.Il punto è che in mezzo a tutto questo marasma che è diventata la mia vita, nonche in effetti prima fosse meglio, io sono PROFONDAMENTA ARRABBIATA.L'ultimo giorno che ci siamo visti gli ho detto di pensarmi come una persona morta, gli ho detto le cose peggiori che ho mai detto ad una persona, gli ho urlato in faccia il mio disprezzo, sbattendogli in faccia la porta di casa, ed ho rimediato solo un sms con una richiesta di perdono "...spero un giorno mi vorrai perdonare" Sono informata sul fatto che il giorno dopo che sono andata via di casa, lei era già lì per cena e nemmeno da una settimana dopo vivono insieme,pare. Lei è sposata con un uomo lontano, lui che non ha esitato nemmeno un giorno.Ed io sono ARRABBIATA, in una maniera che non pensavo fosse possibile. Sono stata arrabbiata altre volte, ma non mi sono mai lasciata andare in scenate isteriche come adesso faccio, quasi all'ordine del giorno. Ma non per tutto,solo quando sento parlare di lui. Qualcuno me lo ricorda o mi chiede...ed io sento montare dentro un'odio che mi viene dal profondo e che non può fare a meno di venire fuori in pensieri che non pensavo nemmeno di poter elaborare.Pensavo non mi avrebbe più cercato, che non avrebbe più avuto il coraggio nemmeno di parlarmi.Invece ieri mi ha chiamato per chiedermi di ridargli una cosa sua che contiene tutte le nostre foto, la nostra vita insieme, e naturalmente tutte le cose che si era scaricato da internet, siti porno intendo.Non solo gli ho detto che non gli avrei reso niente ma gli ho ribadito tutto il mio disprezzo, tutte le cose che sapevo che aveva fatto non appena ci siamo lasciati, ho urlato fino a farmi male la gola. E l'unica cosa che mi ha detto è che ero un "sei una Str.." perchè non gli rendevo i suoi ricordi, le foto.Non solo ma gli avevo chiesto un mese fa di intestarsi il suo numero di cellulare perchè non volevo fosse intestato ancora a me. Non l'ha fatto, ed io, sempre ieri, l'ho bloccato.Io sono diventata la cattiva. Io che mi sono fatta usare, calpestare, tradire,manovrare per 4 anni, io la buona che rattoppava tutti gli strappi, che cercava di renderlo e di rendere la nostra storia felice, in ogni modo, adesso sono CATTIVA.Ed in quel momento mi ha fatto pena. Ma almeno aveva avuto una reazione!In tutto questo tempo mi sembra che lui non si sia minimamente reso conto di quello che è successo. Anche quando gli dice tutte quelle cose lui continuava a dirmi, che dovevo mantenere almeno l'educazione come faceva lui, che non capiva perchè gli dicevo certe cose e perchè non volevo dargli le foto.Io forse non riesco a capire come lui le voglia!So di avergli fatto male, e mi sono quasi sentita in colpa, ma poi penso che lui non ha avuto il minimo scrupolo a buttarmi via come un biglietto scaduto senza il minimo sentimento e quella che mi fa un po' di pena sono io.Le azioni ecclatanti non sono mai state il mio forte.Adesso mi rendo conto che c'è una parte di me che vuole venire fuori.Provo odio.Immagini felici si dissolvono in un istante davanti ai miei occhi cancellate e sostituite subito da immagini ripugnanti e dolorose di una vita insieme che sembra una vita fà ed era praticamenete ieri.Sono circondata da persone che mi voglio bene, che mi fanno ridere, che mi tengono su con affetto e dolcezza, comprensione e coccole dell'anima. Ma lo stesso rimane la rabbia.Vorrei tornare ad essere felice, equilibrata. Vorrei svegliarmi la mattina senza pensare al male che mi sono fatta fare.Senza essere arrabbiata prima che con lui con me stessa.Senza essere arrabbiata per il fatto che io provo dolore e lui non sa nemmeno dove sta di casa. Ed io sono stata 4 anni con una persona così. Sorridendo e difendendolo quando tutti mi dicevano che non sarebbe mai cambiato. Che non potevo fare la crocerossina tutta la vita.E continuo ad intestardirmi a dirgli cose che non capirà mai. Il distacco assoluto è ormai attuato. penso che non mi chiamerà più a questo punto. Che anche lui adesso mi odi. Quello che volevo sapere è se è normale tutta questa rabbia e cosa dovrei fare per farla andare via il più in fretta possibile? Grazie per il suo aiuto.
La sua rabbia è normale e salutare. Spesso si compie l'errore di tenersela dentro contribuendo così a farsi ancora più del male. Lei, lo ha aggredito verbalmente. Ciò non cambierà lo stato delle cose, ma ha un probabile effetto catartico. L'altro, se è intelligente, capirà le ragioni della sua rabbia e non gliene vorrà per ciò. Circa i tempi non li forzi, lasci fluire la sua rabbia finchè non si sentirà "svuotata". La terapia per uscire dalla fine di una relazione passa anche per questo. Cordiali saluti.

SOFFRO DI DIPENDENZA AFFETTIVA ?

daniel N° di riferimento: 543851390 Età: 27 Caro dottore, vorrei sapere se soffro di dipendenza affettiva.. io mi sono lasciato circa 4 mesi fa con la mia ex, però ora mi rendo conto di quanto mi manca, sono disperato, con lei ho avuto e ricambiato 4 anni di uno stupendo rapporto, di intese, e di complicità.. stavo benissimo con lei, anzi stavo pensando che dopo essermi sistemato gli avrei chiesto anche di sposarmi. però poi i problemi hanno preso il sopravvento e l'amore della mia ex piano piano è andato spegnendosi, e sono anche io l'artefice di tutto vistoche non ho fatto niente sono rimasto li a guardare come un semplice spettatore l'evolversi degli eventi, lei si è allontanata e poi da poco ha iniziato una storia con un altro. ancora non l ho vista in giro con quest altro uomo ma sono sicuro che la mia gelosia e la mia rabbia scoppieranno appena i miei occhi vedranno tale situazione. Non sono una persona violenta, ma non so come potro reagire, ho seguito le sue indicazioni e ho interrotto con le sue amicizie,anche perchè ogni volta che chiamavo una sua amica chiedevo dove andava sicuro che lei era li con gli altri. non so più cosa fare sperò di non cadere in depressione, mi sento solo e senza voglia di fare niente, non vedo più niente di bello e tutto quello che mi circonda mi ricorda lei. la prego mi dica cosa posso fare.grazie
Non penso che soffra di dipendenza affettiva. Quattro mesi potrebbero essere un periodo troppo breve per dimenticare una storia durata 4 anni. Inoltre il non volerla rivedere insieme ad un altro non è per paura della rabbia o della gelosia, ma il non voler ammettere con sè stessi che l'altra non è più nostra. Mi scusi il cinismo, ma il rivederla con un altro, se da una parte può procurare un indicibile dolore, potrebbe rappresentare la scossa che fà reagire. La rimando anche all'apposita sezione del sito sulla fine di un amore. Cordiali saluti.

giovedì, luglio 06, 2006

GRUPPI D'AUTO-AIUTO E RIFLESSIONI

Mi rifaccio sempre al libro della Norwood perché per me è stato illuminante leggerlo.L’autrice dice che il primo passo è chiedere aiuto e consiglia di rivolgersi soprattutto ai gruppi di mutuo aiuto, lei stessa dà indicazioni su come organizzarli. Ha detto che ascoltare altre donne dipendenti e confrontarsi, semplicemente ascoltando senza giudicare e dare consigli (perché le donne che amano troppo sono bravissime a dare consigli agli altri ma è soprattutto una manipolazione per ottenere conferma del proprio valore e il secondo passo da fare è propriosmettere di voler gestire e controllare gli altri) è la strada per la guarigione. La psicoterapia può essere necessaria in alcuni casi ma non sufficiente, perché è il confronto con gli altri ad aiutarci ad accettarci per quello che siamo. Siamo in tante ad essere dipendenti affettive, tante donne, meno uomini, ma sono sicura che molte altre donne come me vorrebbero avere il sostegno di un gruppo di mutuo aiuto. Sono del parere dellaNorwood: solo chi è stato un dipendente affettivo può aiutarmi davvero e il mio dubbio è proprio questo. Come posso essere certa di trovare un psicoterapeuta che conosca e abbia vissuto sulla propria pelle (come la Norwood) una dipendenza affettiva? Parliamo un po’ anche delle origini di questa dipendenza affettiva. Il rapporto con mia madre. Mia madre è sempre stata una donna molto ansiosa e iperprotettiva. Anche amare troppo fa male, perché non rende indipendenti. Mi è difficile mostrare i miei veri sentimenti. Una frase che spesso mi ripeteva è che non bisogna mai mostrare i propri sentimenti agli altri, soprattutto quelli che ci rendono vulnerabili, perché se ne approfittaranno per farci del male…l’amore rende così vulnerabili quando nasce e ci fa abbassare tutte le barriereper permettere all’altro di conoscerci veramente dentro. Io non l’ho mai fatto,sono sempre fuggita dagli uomini che mi piacevano veramente. Ho sempre negato persino spudoratamente di provare interesse per chi mi piaceva veramente e così ho finito per gettarmi tra le braccia di uomini a cui io piacevo, soprattutto fisicamente, e che a me non piacevano poi così tanto. Per poi fare di tutto per rimanere con loro per la paura di rimanere sola o come ha giustamente evidenziato la persona con cui parlavo, agendo anche inconsciamente per farmi lasciare e poi dirmi ‘visto che non vali granchè visto che anche quest’uomo che ti piace così poco ti ha lasciata?’. Che circolo vizioso, eh? Ancora una volta la conferma di una stima di me stessa quasi inesistente. Agire per essere lasciata per darsi la conferma di valere poco. Devo continuare a ripetermelo perché lo trovo assurdo e scioccante. Un ricordo dei tempi dell’università. Il primo anno conobbi un ragazzo molto carino, a cui piacevo. Non vi era dubbio, mi chiese pure di potermi dare un bacio un sera mentre eravano a fare un passeggiata da soli. Rimasi completamente in silenzio, lo prese come un rifiuto. Mi sentivo intimidita, non sapevo come agire, non fui in grado di dirglielo, di mettere insieme due parole che potessero dire ‘mi piaci anche tu,vorrei essere baciata da te ma ho anche paura e non capisco come mai’. Invece silenzio assoluto. Lui comunque proseguì a corteggiarmi, anche se seppi poi che aveva preso ad uscire con un’altra ragazza. Questo per me era assolutamente non accettabile e così al suo proseguire a corteggiarmi, io cominciai a farmivedere persino scocciata e infastidita, negando assurdamente a me, e a lui, chemi piaceva invece tantissimo. Insomma capisco oggi che anche quella voltainvece di essere capace di esprimere a parole quello che veramente sentivo,magari di dirgli ‘sei veramente interessato a me come dici? allora lascia lei eproviamo, usciamo io e te e vediamo cosa succede’ ho preferito negare,dissimulare, non farmi vedere vulnerabile ai suoi occhi. Ricordo che una voltami disse che non capiva perché agissi così: ogni volta che riusciva con moltafatica a buttare giù un muro difensivo ecco che io ne tiravo su un altro. Non fui capace di rispondergli nemmeno allora. Dopo due anni in cui ci incrociammo poco alle lezioni in quanto di corsi diversi, il quarto anno eccoci di nuovo a frequentare un corso insieme. Nuovamente lui riprese a corteggiarmi. E riprovòpersino a baciarmi. Questa volta fui in grado di dire solo ‘mi fai paura’. Ora capisco perché avevo paura. Non credevo che potessi veramente piacergli proprioio, così com’ero. Infatti due giorni dopo, solo dopo aver ascoltato le mie amiche ripetermi che era evidente che era innamorato di me, che non capivamoperché agissi così, mi decisi ad andare da lui e dirgli la verità. Futerribile. Mi disse che per lui ero solo un’amica, niente di più, come se il tentativo di baciarmi qualche giorno prima l’avesse fatto un altro. Sono stata malissimo. La cosa che temevo di più si era avverata. Non poteva uno come luiinnamorarsi di me, non dovevo mostrarmi vulnerabile ai suoi occhi, perchéquando lo si fa gli altri se ne approffitano per farci del male. È stato terribile. Anche ricordarlo in questo momento mi provoca tanta tristezza perquella ragazza che ero a 23 anni, così affamata d’amore, così incapace dimostrarlo e riceverlo. Sia inteso che sono consapevole di esserlo ancora, maappunto sono consapevole. Non fui capace di dirgli nulla, corsi via piangendo.Quando tornai a casa i miei mi dissero che ero stata una stupida a dichiararmi e una delusione ai loro occhi per questo motivo. Non mi dissero altro. anche sepoi in qualche modo mi confortarono non fecero veramente qualcosa per aiutarmi.Fu un periodo molto difficile, come altri nella mia vita. Vorrei solo riuscirea spezzare questa catena, per sempre possibilmente. Per questo sto cercando igruppi di mutuo aiuto e se sarà necessario anche uno psicoterapeuta. E’ già un sollievo parlarne e aver preso coscienza delle dinamiche che mi hanno portato anon saper gestire i sentimenti. A un certo punto ho anche odiato, disprezzato i miei genitori. Ma non serve a nulla, a nulla. Sono essere fragili come lo sono io, come siamo tutti noi, si portano dietro anche loro le loro croci. Oggi riesco veramente a comprendere la frase ‘le colpe dei padri ricadono suifigli’. Non perché amare troppo sia un ‘colpa’. A colpe possiamo sostituire debolezze, problemi, fragilità. Io non voglio figli. Oggi se mi chiedono come mai dico perché ormai mi sento vecchia, perché non ho ancora trovato l’uomo giusto. E meno male… che figli avrei mai potuto crescere visto lo stato in cui sto? Figli malati come o più di me? Persone infelici, incapaci di crescere indipendenti, di sapere cos’è veramente l’amore…? Sono cosciente che per quanti piccoli passi ho fatto, ho ancora poca stima di me, mi amo ancora troppo poco. La ringrazio il dott. Cavaliere per avermi dato ancora la possibilità di esprimermi su questo sito. Grace
Condivido le sue considerazioni sui gruppi d'auto-aiuto ma non è facile costituirli. Non è facile, perchè le persone hanno, spesso, più difficolta a mettersi in discussione in gruppo e perchè manca ancora la cultura dell'auto-aiuto sulla dipendenza affettiva. Spesso si confonde l'auto-aiuto con un mero sfogo con un amico o amica del cuore. Ma l'auto-aiuto e ben altro. E' anche scopo di questo sito lanciare tale messaggio. Grazie per le sue testimonianze e riflessioni.

mercoledì, luglio 05, 2006

SOFFRIRE ANCORA

elisa N° di riferimento: 454050306 Età: 33 Gentile Dottore, approfitto di questo spazio per esporle la mia vicenda. Sono una giovane donna separata con due figli, ancora devo bene stabilizzarmi con l'organizzazione della mia nuova vita, credo che ci vorrà ancora qualche tempo. Dopo la separazione ho iniziato a riconquistare quelli spazi che negli anni avevo perso, ed ho iniziato a frequentare un uomo più grande di me, che ha perso la moglie da qualche tempo. Lui a volte sembra pronto a tornare a vivere, avere voglia di fare e crearsi una nuova normalità. Stiamo bene insieme ed io mi fido molto di lui, lo osservo forse in maniere eccessiva, riconosco in lui dei limiti, ma mi piace e mi fa stare bene. Credo di essermi innamorata, riconosco in lui l'uomo con il quale passare il mio tempo o se vuole ( esagerando) il mio futuro... Ma questa però è unavicenda strana, che io razionalmente riconosco come difficile. Io ancora non mi sono bene organizzata, o meglio la mia vita ancora non ha finito il rodaggio necessario per definirsi stabile e temo che ancora ci vorrà qualche tempo. Lui è nella stessa situazione, si sta riorganizzando, ha voglia di tornare a vivere e fare progetti, ma ancora soffre molto per la perdita della moglie, a volte si sente in colpa sparisce negandosi i momenti di leggerezza o meglio serenità.La sua era un 'organizzazione famigliare ben struttrata, madre padre figli e nonni, struttura rigida che resiste ancora nonostante la scomparsa della madre.Lui è stato nella vita un uomo dedito al lavoro e alla famiglia, ma mi ha detto che nonostante l'affetto profondo per sua moglie, non aveva più con lei rapporti da tempo, che aveva separato la sua vita sessuale da quella affettiva...cose che a volte capitano. Lui dice di amarmi, di stare bene con me e di voler nel tempo integrare me e le mie figlie nella sua famiglia, ed io gli credo, ma a volte sparisce e cade ne lsuo dolore ed io ho paura che i suoi sensi di colpa gli impediscano di costruirsi una nuova vita, anche se ritengo che l'uomo dovrebbe tendere per natura a stare bene... Così nei momenti di lontananza io sto malissimo,sfiorando attimi di profonda depressione, credo anche io di confondere alcune delle cause del mio malessere, dovrei cercare di stabilizzare la mia vita ed uscire da questo stato di straordinarietà e lo sto piano piano facendo.... ma vorrei, se possibile, uno sguardo esterno su questa mia vicenda affettiva, perchè non so proprio cosa aspettarmi, e sono un po' spaventata all'idea di soffrire ancora, grazie. Elisa
I suoi timori sono normali. Dopo una separazione, di fronte ad una seconda unione, la paura di sbagliare di nuovo è ben presente. Ma è presente, allo stesso tempo, il desiderio di rifarsi al più presto, una nuova vita. Lei mi chiede che cosa deve aspettarsi. Le rispondo: al momento niente. Anche se può sembrare cinico ciò che dico, è necessario per non commettere errori o compiere scelte premature. Solo il tempo stabilirà se la relazione è quella giusta. Ed il tempo permetterà ad entrambi di superare i precedenti e differenti "lutti". Le consiglio anche di leggerehttp://www.maldamore.it/Problemi%20di%20una%20seconda%20unione.asp Cordiali saluti.

AMARE TROPPO

inquietudine N° di riferimento: 25330867 Età: 29 un amore tradito Questo scritto è stato inserito nel blog, non so se Lei può aiutarmi ma La ringrazio fin d'ora comunque. Lunghi anni di fidanzamento, momenti dolci e belli e poi momenti bui e tristi, momenti di indifferenza e di cattiveria, di rifiuto e di abbandono. Ero fidanzata da 9 anni con lui, un amore cominciato in età adolescenziale, bello,dolce, con le scoperte da fare e i ricordi da regalarsi. Lui, lo credevo la persona più pulita del mondo, quella che mi avrebbe protetto e amato e non mi avrebbe mai abbandonato. Tante scoperte, di cose nascoste, di menzogne e bugie in momenti della vita che vorresti davvero sentire qualcuno vicino, farti abbracciare e consolare; farti consolare della perdita di una persona cara, carissima, e, nello stesso anno, volevi una persona con cui poter gioire dei tuoi successi di studio. Ma nulla di tutto questo: lui troppo impegnato nellec hat, troppo impegnato ad inviarsi racconti pornografici, non erotici, con qualcuno, troppo impegnato a scaricare filmati porno con l'ADSL; ma ai tuoi occhi sempre lui, pulito, ma che vive un momento di fallimento, così dice, che si sente fallito, che non vuole all'improvviso più essere etichettato come fidanzato. Così, nel momento della tua vita in cui speri in lui e nella sua vicinanza ti trovi sola, delusa, sprofondi nella tristezza perchè c'è undolore per un lutto, un dolore dell'abbandono, un dolore per aver scoperto una persona diversa che avevi amato. Finisce. Lo lasci, sei costretta a farlo. Lui ritorna, con frasi ingiuriose, con minacce, auguri di morte e poi, subito dopo,si pente di tutto quanto detto, promette il futuro, l'amore vero, il matrimonio, che non lascerà mai più, che per te sarà il camino che ti scalderà l'anima. Tu gli credi, lo ami ancora. Ma poi ti accusa di averlo fatto soffrire, di averlo maltrattato, di averlo sempre lasciato, a parole, di essere materialista, superficiale: una persona superficiale non ti avrebbe mai accettato di nuovo, non avrebbe consentito a se stessa di soffrire ancora e ancora una volta. Ora lui riflette ma, in fondo, ha deciso già, di nuovo, di volersi allontanare da questa donna superficiale che non merita nulla, con cui nessuno potrebbe stare, perchè forse ha commesso un solo sbaglio: amare troppo e non allontanarsi dalla fonte del dolore.
"commesso un solo sbaglio: amare troppo e non allontanarsi dalla fonte del dolore." In questa sua affermazione c'è una profonda verità. Aggiungerei all'affermazione "l'uomo sbagliato". Ma "conoscere non è sentire". Deve fare in modo di arrivare a sentire ciò che ha già capito. Solo così riuscirà ad uscire da questa lunga relazione. Cordiali saluti.

HO PAURA DI PERDERE LA FAMIGLIA

LUX N° di riferimento: 437811757 Età: 35 VORREI CAPIRE IL MIO MALESSERE. sono un uomo di 35 anni sono sposato con una donna bellissima da quasi sette anni e abbiamo due bambine splendide,da qualche mese non riesco a stare tranquillo con me stesso non riesco a capirne il perchè. Ho sempre avuto con mia madre un rapporto molto particolare conflittuale, con mio padre che nell'adolescenza vedevo molto poco perchè era sempre al lavoro non ho avuto un gran rapporto. Prima di conoscere mia moglie avevo un'altra ragazza molto ricca economicamente ma che non mi dava nessuna emozione quando ho conosciuto la mia attuale moglie ho visto come avrei voluto il mio futuro fatto di tanto amore reciproco e di tante emozioni, logicamente mia madre ha fatto di tutto perchè non restassi con la mia nuova ragazza ora moglie perchè non era giusta "economicamente" ma io la volevo a tutti i costi perchè stare con Lei mi faceva stare bene in pace con me stesso. Alla fine ho vinto io ci siamo sposati anche con grandi litigi in casa da parte soprattutto di mia madre ho litigato con mia madre fino a una settimana prima di sposarmi. Devo premettere anche un'altra cosa, io non sono mai stato abituato a fare sacrifici per quello che ho perchè i miei non stanno così male.Mia moglie invece di sacrifici ne ha fatti tanti per arrivare dov'è ed è una persona molto volitiva.Per pagarsi l'Università andava a lavorare nei campi e io per questo l'ho sempre ammirata. Il rapporto tra mia moglie e mia madre non è mai stato idilliaco anzi secondo me e mia moglie mia madre è molto snob e non risco a capire come ho fatto a stare in casa per tanti con unapersona così senza mai accorgermene. Con mia madre litigavo molto quando ero in casa per tutto, per come Lei mi voleva. Da quando mi sono sposato ho cominciato a fare qualche sacrificio a preoccuparmi dei soldi che non bastano mai a tirar su due bambine, ma l'ho sempre fatto con tanto amore e tranquillità perchè sono sicuro di aver trovato la persona giusta con cui dividere la vita. Abbiamo voluto fortemente la nostra prima bambina ed è stato tutto bellissimo. Quando mia moglie si è ritrovata incinta della seconda bambina io ne ero felicissimo veramente al settimo cielo, ma mia moglie no. Non la voleva e ha fatto nove mesi tutti pieni di problemi e io non riuscivo a capire piu' niente, non riuscivo a capirla ma poi quando è nata è stata una gioia per tutti e due anzi alle volte piange per quello che ha potuto pensare. Ora la nostra piccalo ha appena compiuto un anno ed è bellissima. Il mio problema è che una mattina mi sono svegliato con il dubbio (stupido) e se non fosse la donna giusta per me? allora mi sono andato a rileggere tutti i biglietti che ci simo scritto negli anni a rivedere tutte le fotografie insieme e a piangere come un disperato per quello che ho potuto pensare. Le emozioni fortissime che mi dà mia moglie sono le stesse che mi dava anche quando eravamo fidanzati ma non riesco a togliermi dalla mente quel stupido dubbio che mi è venuto e purtroppo ci ricamo sopra. Mi vedo lontano da Lei senza poterla vedere amare come voglio fare, le bambine alle volte sono un ostacolo per me nei suoi confronti perchè non possiamo più andare via insieme come una volta. A furia di pensare ho pensato anche al suicidio e piu di qualche volta ci sono arrivato molto vicino. Non riesco a pensare alla vita senza la mia famiglia ed è per questo che la voglio fare finita. Sono andato dal mio medico e mi ha detto che sono un po' depresso ma non mi ha dato alcun farmaco. Continuo a tornare da solo nei posti in cui mi sono innamorato di Lei e piango come un bambino al pensiero se non ci fosse più. Vi prego aiutatemi voglio vivere la mia vita con Lei.
Può capitare che quando s'investe tantissimo affettivamente su di una persona, o sulla famiglia nel suo caso, si arriva ad essere terrorizzato da una perdita immaginaria dell' altro. Inoltre sul tutto si può innestare una nota depressiva di fondo, come ha suggerito il suo medico, che amplifica la sofferenza. Le consiglio un consulto specialistico che l'indirizzerà verso un eventuale terapia. Lo faccia al più presto, senza indugiare ulteriormente. Cordiali saluti.

CONFUSIONE CON FIGURA MATERNA

enzo N° di riferimento: 459831907 Età: 22 Sono un giovane 22 enne fidanzato da 4 anni con una ragazza di 17 anni, ormai e un pò di tempo che nn andiamo più d'accordo,lei mi ama e non vuole mollarmi, ma nel frattempo ho da 2 mesi una relazione con una donna singola di 38 anni,entrambe ignorano l'una dall'altra.con la donna di 38 anni inizialmente per me era un gioco, non sò per lei, sino a che un giorno ho capito che lei si stava innamorando, non si e dichiarata,ma tra carezze e baci troppo affettuosi, attaccamenti morbosi sto capendo che ormai si è innamorata,oppure mi sbaglio? ora sono 4 giorni che da parte mia sento che sta crescendo qualcosa nei suoi confronti, penso che mi sono innamorato anche io di questa persona. cosa mi consigliate? cosa potrei fare? potete aiutarmi? saluti vincenzo.
A costo d'apparire ovvio e qualunquista, sono del parere che una relazione dove c'e una differenza d'età di 18 anni manca di una progettualità futura in comune. La passione può tener viva la relazione, nel breve periodo, ma nel medio e lungo periodo la differenza d'eta si farà sentire. Oltre ad un possibile confusione della sua partner con una "figura materna". La invito ad una seria ed approfondita riflessione prima di continuare la relazione. Cordiali saluti.

domenica, luglio 02, 2006

NON SOPPORTO IL PASSATO DI MIA MOGLIE

bicio N° di riferimento: 172809144 Età: 45 Sono sposato da 20 anni e dopo un periodo di crisi con mia moglie, in cui i nostri rapporti si erano congelati, lei ha sofferto molto per problemi vuoi fisici vuoi affettivi vuoi anche per la mia lontananza, ci siamo riavvicinati avendo per diverso tempo discussioni che definirei furibonde in cui ci siamo detti alcune cose tremende. Devo dire che durante il periodo di crisi, durato almeno 2 anni, non abbiamo mai fatto l'amore, anche se io non l’ho mai tradita, e che già allora quando mi masturbavo non avevo un'erezione soddisfacente. I primi tempi del riavvicinamento facevamo invero sesso benissimo, successivamente ho avuto problemi con l’erezione forse dovuto alle continue prediche di mia moglie in relazione alle problematiche che sopra dicevo del periodo di crisi, inoltre durante una di quelle discussioni furibonde mia moglie mi ha rivelatoc he durante il nostro fidanzamento ha avuto delle scappatelle facendo capire chiaramente che avrebbe altro da dirmi. Ora bisogna dire che il mio carattere è remissivo e mi va bene quasi tutto, mentre di mia moglie ha una personalità forte, sicura di sè,razionale, intelligente e l’ho sempre considerata fedele fin da quando ci siamo conosciuti e frequentati. Sono confuso anche perché ho scoperto una donna diversa da quella che ho sempre pensato. Mi sono fatto visitare da un urologo il quale mi ha consigliato una specie di viagra non riscontrando problemi fisiologici. D'accordo con mia moglie non ho voluto proseguire su questa strada e preferire di aspettare e vedere se il problema col tempo se ne andava. Comunque, a parte la notevole ansia da prestazione che si è venuta a creare e che mia moglie alcune volte ha anche alimentato, ho riscontrato di recente che la masturbazione non mi porta lo stesso ad avere un'erezione normale. Quando mi avvicino a mia moglie non posso fare a meno di pensare a quello che mi ha detto in relazione alle sue scappatelle ed a quanto sono stato stupido a non accorgermi di quanto accadeva a suo tempo e che forse, ad averlo saputo, avrebbe cambiato il corso della nostras toria. Credo di amare molto mia moglie, ma quanto mi ha detto, ha cambiato il mio modo di "guardarla" infatti mi chiedo: chissà se è vero che dopo il matrimonio non mi ha mai tradito? e poi perchè tradirmi durante il fidanzamento? ancora perchè mi ha sposato? mi avrà mai amato?, in altre parole ho perso la fiducia. Queste domande mi tormentano. Durante la crisi di cui parlavo mi sono comportato male con mia moglie senza peraltro mai tradirla e lei spesso mi rimprovera il mio disdicevole comportamento. Io sono remissivo, introverso e tendente alla tranquillità, anche troppo forse. Cosa potete consigliarmi?
Se l'urologo ha escluso cause organiche del suo deficit erettivo, e probabile che le cause siano psicologiche e risiedano nelle considerazioni che lei ha esposto. Infatti, se nella coppia vi è una condizione latente di tensione, ad esempio quando c’è una lotta latente per il predominio all’interno della coppia o il bisogno di scappare dal predominio dell’altro, il bisogno di avere il proprio ruolo, si può avviare un circolo vizioso che influenza il desiderio sessuale. Anche il suo profilo di personalità che lei ha delineato è un'ulteriore concausa. Le consiglio un consulto sessuologico in seguito al quale valuterà se intraprendere anche una terapia di coppia. Ma il passaggio fondamentale è chiudere col passato di sua moglie. Cordiali saluti.

DUBBI!

Giano N° di riferimento: 336463732 Età: 40 Gentile Dottore, le scrivo riguardo ad una tormentata relazione che sto vivendo con una donna che frequento da più di un anno e mezzo. L'ho conosciuta via internet in un periodo appena precedente ad un periodo professionale che mi ha portato delle conseguenze psicologiche di non poco conto. In poche parole ho subito nel breve tempo in cui ho lavorato per questa ditta (prima lavoravo da un'altra parte fuori dalla mia città, e avevo trovato questa occasione di lavoro nella mia città) un vero e proprio mobbing che nel giro di un mese e mezzo mi ha portato alle dimissioni, nella disperazione più nera. Durante questo periodo avevo cominciato a frequentare questa donna(paradossalmente abitante nella città da cui me n'ero appena andato per rientrare nella mia). Dato che anche lei veniva fuori da un periodo brutto della sua vita (matrimonio fallito) ci siamo fatti compagnia e ci siamo sostenuti a vicenda. Io in quel periodo stavo malissimo e mi ero anche sottoposto ad una cura con antidepressivi, per cui non ero sempre disponibile nei suoi confronti. Ma poi, col tempo e grazie alla sua costanza, abbiamo visto che stavamo bene insieme; spesso andavo da lei, e piano piano cominciavo ad affezionarmi a lei, al punto da arrivare , dopo qualche mese, ad uno stato di quasi euforia, che mi ha spinto anche a pronunciare senza la dovuta prudenza,frasi come "ti amo", e a progettare addirittura di trasferirmi da lei. Nel frattempo, per uno scherzo del destino, trovo lavoro, e di nuovo nella città in cui avevo già lavorato, e in cui abita lei. Abbiamo fatto anche delle mini vacanze insieme, e una volta lei è venuta nella mia città. Ho conosciuto i suoi genitori, che però per qualche tempo, specie la madre, hanno lasciato trapelare un pò di diffidenza nei miei confronti (forse per via della precedente relazione fallita della loro figlia). Questa cosa ,devo ammettere lì per lì l'ho vissuta con un certo disturbo, anche se la donna che frequentavo mi diceva che non dipendeva da me , ma da quello che era successo in passato a lei con l'ex marito. Sembrava andasse tutto bene fino al giorno in cui , mentre eravamo a letto in una stanza d'albergo in una città che stavamo visitando, guardandola ho provato una sensazione strana ma inequivocabile: la vedevo con tutti i suoi difetti fisici, come se prima non mi fossi accorto di niente. La cosa mi ha sconvolto, e in poco tempo sono andato in crisi, perché mi sembrava di essermi come svegliato da un sogno, e niente era più come prima. Questo ha peggiorato i nostri rapporti; io non riuscivo a spiegarmi questo repentino crollo, e lei non mi riconosceva più, sebbene non capisse le mie sensazioni. Da allora, ci siamo lasciati e ripresi più di una volta, sia io che lei abbiamo tentato incontri con altre persone e ce lo siamo detti. Adesso la frequento con il patto di non fare progetti per il futuro e di non considerarci "fidanzati". C'é poi da parte mia una sorta di "schizofrenia": quando sono nella mia città sono attratto in continuazione da donne esteticamente diverse da lei (più appariscenti, più alla moda, ecc.), mentre quando sto con lei nella città dove lei abito e io lavoro il rapporto con lei(seppure con le mie riserve mentali)sembra avere più senso. Lei è molto decisa a voler continuare il rapporto perché vuole "cogliere il meglio del mio modo di essere", ignorando,o facendo finta di ignorare la parte "peggiore"... Ho cercato in tutti i modi di spiegarmi cosa sia successo: a) forse venuto meno il bisogno reciproco di sostegno iniziale si è scoperto che non l'amavo veramente?b) forse perché non mi trovo a mio agio nelle sua città, nel suo ambiente, e quindi dentro di me preferisco una donna delle mie parti, con le quali credo di sentirmi più "spontaneo"?c) sono un immaturo che non vuole affrontare una relazione monogama e d'impegnarmi in essa?d) ho nella testa un mio "modello" ideale di donna (soprattutto nel lato estetico)e non mi rassegno ad accettare una donna con una sua personalità ed un suo modo di essere, anche se non è una bellezza conturbante (pur non essendo affatto male)? Tenga presente Dottore, che nella mia vita non ho mai avuto grande successo con le donne, per timidezza e anche per scarsa autostima, ed inoltre, anche se è brutto dirlo, ho sempre invidiato gli amici che riuscivano a "rimorchiare"più di me.Scusi la prolissità ma questo problema non potevo spiegarlo se non dettagliatamente.Grazie.
Delle varie "opzioni" che lei propone propendo per "a) forse venuto meno il bisogno reciproco di sostegno iniziale si è scoperto che non l'amavo veramente?"
Infatti, la relazione è nata in un periodo difficile per lei, dove ci si affeziona facilmente a chi fornisce sostegno. Ma superata la fase critica i nodi vengono al pettine. Il fatto che quando siete nella città dove si è verificata la situazione di disagio, lei avverte un maggior affetto nei confronti dell'altra può essere dovuto al ricordare, incosciamente, l'aiuto che le ha fornito a suo tempo. Anche le sue "mancate conquiste" passate possono influenzarla a non voler accettare una relazione monogama. Potrebbe essere utile un periodo d'allontanamento che la aiuti a riflettere su ciò che vuole veramente. Cordiali saluti.

RABBIA

maya N° di riferimento: 598830560 Età: 35 Salve. Ho 35 anni, un lavoro che mi piace ed una vita indipendente. Dall'inizio di quest'anno anche quello che mi mancava, senza che tuttavia ne sentissi un grosso bisogno: un uomo che adoro, stimo, col quale sto bene ed ho iniziato da subito a convivere, a casa mia. Tre mesi meravigliosi e gli ultimi 2 dove la tranquillità viene spesso interrotta da scontri e incomprensioni sempre più frequenti dove io mi appiglio ad ogni cosa possibile e immaginabile quasi avessi bisogno fisiologico di litigare, più che delle cause vere e proprie, per motivi soprattutto di gelosia del suo passato, senza che tra l'altro lui me ne dia motivi reali. Litigi sempre civili e senza piatti rotti, ma che comunque lasciano strascichi a volte di giorni, di cui mi prendo tutte le responsabilità (anche perchè credo di essermi decisamente divertita più di lui in passato.... Vorrei un consiglio per smetterla... anche perchè mi rendo conto che questo è un ottimo modo per rovinare tutto. Devo ricorrere soltanto a tutta la mia forza di volontà (credevo ahimè di averci già provato...), devo ricercare le cause nella mia infanzia e nella mia famiglia completamente lontana e assente come tuttora, sarà perchè in passato non sono sempre stata fedelissima o esiste qualche altro segreto? La ringrazio per l'attenzione ed i consigli che vorrà darmi... ci tengo veramente tanto (alla storia ed ai suoi consigli). Saluti e in bocca al lupo per il suo lavoro e per tutto quello che vuole.
Di fronte a questa rabbia la quale inorge, a suo dire, in maniera improvvisa e violenta addotti i seguenti stratagemmi:
Nel momento in cui si manifesta la rabbia la rivolga all'esterno , quale "picchiare" un oggetto morbido al fine di "scaricarla" .
Esca di casa o s'allontani dall'altro.
Provi a svolgere qualche forma artistica, come dipingere e disegnare ad esempio, che hanno un indubbio effetto catartico.
Infine, oltre a curare i sintomi, cerchi di capire le cause profonde. E' probabile, ad esempio, che proietti la parte di sè stessa che detesta sull'altro. Cordiali saluti.