giovedì, ottobre 28, 2010

DIPENDENZE AFFETTIVE E FAMILIARI

occhiblu Età: 25
Salve! Ho appena letto le vostre testimonianze, e non nascondo che mi hanno colpita molto....
Soprattutto, credo che mi abbiano fatto capire di dover chiedere aiuto a qualcuno....
Nella mia persona ci sono molte "ombre", qualcuna sò a chi o cosa farla risalire, altre no!
Ho 25 anni anni, sono la II di 2 figlie, e in qualche modo una persona molto segnata (nonostante la giovanissima età) dalla vita.
Premetto che da sempre ho vissuto un'inferiorità nei riguardi di mia sorella, dettati dalle differenze che mia mamma ha sempre fatto (in realtà lei non ha nulla di diverso da me, anzi, i nostri percorsi sono sempre stati molto simili).
Ma, a dire di mia mamma, già dalle scuole materne io manifestavo questa "gelosia" (in realtà più che gelosia è una mancanza d'affetto che avverto da mia mamma)...eppure io non lo ricordo!!
....Ma non credo si tratti solo di una mia fantasia, perchè questa preferenza la avverte la stessa mia sorella e persone a noi vicine...
Aggiungo inoltre che il matrimonio dei miei, nonostante siano ancora insieme, è sempre stato molto altalenante: la cosa che più ricordo con dispiacere è il continuo parlare male di mia mamma nei confronti di mio padre, che a sua volta si è sempre preoccupato degli affari suoi e delle "amichette" che frequentava...
Ricordo che da bambina vivevo male i momenti in cui si stava tutti insieme, perchè sapevo che al 90% delle probabilità sarebbero sfociate in un litigio....
Altro fattore di disaccordo in casa mia, il denaro: interi stipendi spariti da casa (a causa di mio padre), ma nonostante tutto, mia mamma non ci ha mai fatto
mancare nulla....
A 13 anni vivo la mia prima storia d'amore, durata 3 anni, e finita per ovvi motivi (troppo piccoli per continuare)....
Subito dopo io e la mia famiglia ci trasferiamo in un'altra città.
L'inserimento non è stato facile, ho impiegato almeno 4 anni prima di abituarmi al nuovo posto: avevo solo 17 anni, e sono stata letteralmente "sdradicata" dalla mia città natale....
Premetto che prima di trasferirci tutti, definitivamente, io e mia sorella (rispettivamente 15 e 19 anni) siamo rimaste sole ancora per un anno nella nostra città, prima di deciderci a raggiungere i miei...
Otto mesi dopo il trasferimento ho un gravissimo incidente stradale: lì sono cambiata io, sono cambiati i miei genitori, ma soprattutto è cambiato il nostro
rapporto.
Non so definire in che modo, ma sò che da quell'episodio la mia vita è cambiata...
A 20 anni (circa 3 anni dopo l'incidente, quindi il trasferimento), conosco un altro ragazzo, di cui mi innamoro, e, a suo dire si innamora perdutamente di me.
Ma la nostra è una storia a distanza: lui viveva dove prima c'era la mia vita, soprattutto lui aveva un passato da play-boy....
La nostra relazione dura solo 6 mesi, ma vissuti in maniera molto intensa, poi....il suo essere cacciatore torna a farsi vivo...
Mi lascia per telefono, dopo che avevo viaggiato tutta la notte per lui, il mattino seguente.
Mi crolla il mondo addosso, ci metto moltissimo tempo a riprendermi.
Anche stavolta, come nella I storia, mia sorella in qualche modo "interviene" e riesce SEMPRE a distruggere il buon rapporto che ha con i miei fidanzati....
Io in tutto ciò provo una forte rabbia nei suoi confronti e nei confronti dei miei: essi sono causa del mio male, loro mia hanno portato in questa città, facendomi perdere sia il I che il II ragazzo, loro hanno voluto che io lasciassi il ragazzo con cui avevo fatto l'incidente (una storia che per me non ha mai avuto alcuna valenza)perchè "non alla mia altezza", e lei (mia sorella) ha sempre guardato male i miei fidanzati, con il sostegno di mia madre che è e sarà sua complice a vita!
Dopo poco più di un anno, conosco un altro ragazzo (attraverso il fidanzato di mia sorella): ci mettiamo insieme, la nostra storia dura 3 anni, nonostante sia
una storia mai "sviluppata"....
Di lui non sono innamorata, ma gli voglio un gran bene perchè so che lui mi ama, perchè di lui posso fidarmi, perchè lui riesce a darmi delle certezza che la mia famiglia non mi da.... Quasi da subito, però, i rapporti tra il mio ragazzo e quello di ie sorella (che erano migliori amici), si inclinano, fino a diventare 2 perfetti sconosciuti...
L'anno scorso, dopo 3 anni, anche lui mi lascia per telefono: mi dice che lotta da 3 anni con la sua famiglia che non vuole che stia con me perchè sono figlia di operai....
Altra delusione.....
Altra sofferenza...
Altra colpa che mi sono data attraverso i miei genitori: stavolta mi sono detta di stare pagando ciò che, a causa della mia famiglia, avevo fatto al ragazzo con cui avevo avuto l'incidente....
Dopo pochi mesi conosco un altro ragazzo, anche lui attraverso il fidanzato di mia sorella (stanno ancora insieme loro...): di lui me ne innamoro, e, nonostante sentissi che non era corrisposto l'amore, continuo a sentirlo/vederlo/frequentarlo....
Ovviamente dopo qualche mese la situazione si è fatta insostenibile per me e per lui, che dice di non essere innamorato di me, ma soprattutto dice che gli
ho addossato molto dei miei problemi....
Anche stavolta mia sorella è contro me e lui, anche stavolta il rapporto tra il fidanzato di mia sorella e la mia nuova fiamma....si è inclinato....
Ed io sono sempre più arrabbiata con me stessa e con la mia famiglia...
Io mi affido totalmente ai ragazzi con cui sto, vedo in loro la mia ancora di salvezza, e questo porta alla distruzione dei miei rapporti, pur non volendolo....
Ho tralasciato un sacco di cose, ma vi ho detto in sintesi la mia storia...
Da voi vorrei sapere se è il caso di farmi aiutare da qualche esperto, se in effetti, il mio comportamento è dettato da un malessere che vivo in casa mia....
Cordiali saluti

COME RIPRENDERE LA RELAZIONE ?

haidy Età: 44
sono una donna invalida motoria dall'età di 15 anni al 100% in seguito ad un incidente automobilistico.Dopo la ripresa dei primi anni ho ricominciato una vita sociale ed affettiva senza limitazioni al caso.Certo ho avuto amori andati male ed altri più sereni. premetto che msono laureata in legge ed sono autonoma nella gestione della mia persona e nella casa.Cinque anni fa incontro un uomo di cui entrambi ci siamo innamorati seriamente al punto di costruire insieme il nostro futuro, dopo due anni di fidanzamento ci siamo sposati solo con l rito religioso con trscrizione tardiva degli effetti giuridici , per questioni patrimoniali.
tre anni di unione di matrimonio quando all'improviso vedo un suo cambiamento più distaccato da me.. non capisco faccio tutte le domande del caso se c'è un'altra donna di cui lui nega sempre.dopo molte mie sollecitazioni lui confessa che non riesce + a stare con me ha bisogno della donna in piedi , gli manca quella figura.
per me è stato un colpo ..lui è andato via a preso casa e adesso io sono rimasta a casa mia.
il tutto è successo la fine di giugno adesso siamo ad ottobre.
CHIEDO E VORREI RICOMINCIARE AD INTRAPRENDERE IL RAPPORTO CON UNA SORTE DI LAVORO CERTOSINO, CON CHIAMATE CHE AMICHEVOLI E INCONTRI LIBERI? è GIUSTO O SBAGLIO E LO LASCIO LIBERO?

LA MIA E' UNA SCHIAVITU', NON SOLO AMORE

bella Età: 26
Salve, sono una ragazza giovane, carina e istruita, non ho vizi, ho i genitori separati, ma vanno d’accordo fra loro; da quando sono adolescente ho sempre bruciato le tappe e fin da bambina sono sempre stata a rischio di anoressia, ma non sono mai caduta davvero a fondo nel male perchè la mia mente me lo ha sempre impedito. Ho alle spalle qualche storia d’amore seria finita male, tra cui anche un matrimonio lampo con l’uomo che credevo fosse della mia vita, ma che in realtà conoscevo da troppo poco per poterlo giudicare correttamente e dal quale mi sono lasciata illudere, infatti era un traditore seriale, sperperava i soldi in vizi vari (droga-alcool-oggetti di valore) e non mi rispettava in alcun modo. Da lui ho avuto un figlio, ad un certo punto la mia salvezza (ma non so se si possa chiamare così) è stata infatuarmi del mio attuale compagno, questo 3 anni fa mi ha dato la forza di lasciare mio marito.
Subito dopo averlo lasciato ho iniziato una relazione saltuaria con il mio attuale compagno, che è diventata seria da circa due anni, sono infatti coinvolte le rispettive famiglie e figli (lui è di 14 anni più grande di me ed è separato con figli grandi).
Riconosco però che la mia bassa autostima, la paura di non avere al mio fianco una figura maschile che mi aiuti con mio figlio anche in senso pratico oltre che affettivo e la scarsa fiducia nella possibilità di trovare un uomo bravo
che mi ami (mi sembrano tutti o troppo perfetti per stare con me, oppure delle
cattive persone…), mi hanno fatto accettare troppi errori che il mio compagno
ha commesso in questi anni. Solo qualche giorno fa grazie ad un’amica ho capito che forse la mia poteva essere una dipendenza affettiva e non vero amore, ma non so se prendere seriamente in considerazione questa ipotesi o se metterla sul ridere. Il problema però c’è, perchè sebbene ogni volta che lui sbaglia io, dopo la cocente delusione, provi una rabbia tale da aprire gli occhi e sognare come possibile la vita senza di lui, nella realtà non ho mai la forza di lasciarlo e le volte che l’ho lasciato in passato (agli inizi della relazione)
alla fine l’ho sempre perdonato e ci siamo rimessi insieme.
Credevo che fosse la grandezza del nostro amore a tenerci uniti nonostante tutto, ma navigando in questo sito mi sono resa conto che la mia è una schiavitù, non è solo amore.
Questa schiavitù è aumentata nel tempo sia da quando dipendo più da lui in senso pratico, perché avendo cambiato io lavoro lui si occupa molto di più di mio figlio, sia da quando mi ha confessato la sua malattia, la dipendenza dal
gioco (e molto probabilmente, suppongo, anche dalle droghe)!!! Da allora non solo gli ho perdonato tante cose (vari furti di oggetti e di denaro e bugie varie), ma ho iniziato a vederlo con occhi diversi; prima vedevo le sue bugie e
i suoi torti come segno della sua malvagità (per questi motivi diverse volte lo
avevo lasciato) in seguito ho iniziato a vedere quei fatti come segno della sua debolezza e fragilità. Così alle paure per il mio futuro si sono associate le paure per il suo. Ho cercato di aiutarlo in tutti i modi e sebbene sia migliorato, periodicamente trova il modo per accedere a dei soldi (suoi o prestati) e sperperarli nel gioco o in qualche droga. Oltretutto è una persona dolce, che mi ama (probabilmente dipende anche lui da me) e mi aiuta molto in casa e col bambino e quindi mi è ancora più difficile lasciarlo!
Mi rendo conto però che non posso credere in un futuro con lui, perché con lui non si può progettare nulla (fatico a fargli tenere da parte i soldi per fare la spesa) e poi ho troppa paura dei risvolti che i suoi problemi potrebbero avere sulla mia persona e soprattutto su mio figlio.
Insomma sto vivendo alla giornata e non capisco più me stessa e i miei desideri. Dei giorni penso lucidamente di doverlo lasciare, altri sento di amarlo tanto e sogno che lui guarisca per poter realizzare il nostro futuro, altri ancora percepisco intensamente la paura di lasciarlo.
Le mie amiche dicono che quando non sarò più innamorata riuscirò a lasciarlo e vorrei crederci anche io perché in altri casi ce l’ho fatta, ma con lui non me la sento. A volte penso che avrei bisogno di una scusa, tipo un tradimento da parte sua o ancor meglio da parte mia. In passato ho sabotato alcune relazioni con il tradimento/nuovo amore, perché sapere di aver fatto male a chi amavo mi creava sensi di colpa tali, nonché speranze nella nuova relazione, che ho sempre avuto la forza di chiudere la storia in corso, ma stavolta vorrei interrompere questo circolo vizioso e lasciare la persona che amo senza tradirla….
Aiuto Grazie

venerdì, ottobre 08, 2010

FRA LUI E ME... HO SCELTO ME

Buona sera dr.Cavaliere,
come già le accennavo al telefono questi 10 mesi appena trascorsi  sono stati per me di "duro lavoro personale".
Poichè le mie problematiche erano state solo messe in luce ma mai  realmente risolte, era abbastanza ovvio che prima o poi sarei di nuovo  ri-franata nella medesima crisi di sempre.
E sinceramente io stessa, a distanza di tempo, ho capito che vedevo  ben chiari già allora i miei problemi, ma poi in fondo ero talmente  "succube" delle mie insicurezze che affrontare un cambiamento sembrava  essere molto più deleterio che non "accettare" biecamente ciò che la  vita mi dava e che comunque non mi rendeva felice.
Questo dettato anche dal fatto che mi sono sempre ficcata in  situazioni complesse, malate e che da esse traevo una specie di linfa  vitale che mi facesse andare avanti.
E avanti ci sono andata, pur tra le lacrime, tra le sofferenze,  facendo molto male a me e trasmettendo disagio a chi mi sta vicino,  sebbene causa-concausa di questa situazione.
E tutto è andato, finchè a fine anno scorso, cammina cammina, mi sono  trovata sul ciglio di un burrone, con a fianco il compagno che amo...e  lì, tra la mia vita e la mia disperazione, tra la tristezza di un modo  d'essere e la difficoltà di dover cambiare davvero, tra lui e me...ho scelto ME.
E questo mi ha portato a stare seduta davanti ad un terapeuta alle h  18 del 24 dicembre, tra lacrime, dolore e chi più ne ha ne metta  (conosce bene l'argomento).
Da quel momento ho iniziato a gran fatica un percorso, ancora in  atto, che non ha fatto di me una martire vittima degli eventi esterni,  ma bensì una cretina vittima solo della propria stupidità.
Non è stato facile iniziare, e non parlo della prima seduta; parlo  della seduta numero 5, 6, 10 o 15 ... dove sembra che parli parli e  nulla funziona. Poi improvvisamente qualcosa cambia....
Io spesso mi descrivo come un sommergibile che vaga nel profondo  degli abissi puntando il telescopio di volta in volta veso qualcosa o  qualcuno "da salvare".
Adesso da salvare ci sono io. Il mirino è su di me....
Oggi va meglio, molto meglio. Anche se non è tutto risolto, anzi il  cammino è ancora lungo.
Però io ora ho la consapevolezza che il mio cambiamento è per ME. Io  sto lavorando perchè IO stia bene, non per farmi accettare. Se gli altri mi accettano per ciò che sono io meglio, altrimenti si lascia  perdere.
Indipendentemente da dove ciò porterà, quello che ho come obiettivo è  mettermi in salvo, stare bene dentro, serena con me stessa. Non ho più  l'obiettivo di piacere agli altri...questa è una conseguenza del mio  cambiamento.
Ho molta più autostima, mi piaccio di più, mi dedico a me: e non mi  interessa più il giudizio degli altri.
Adesso se compro un vestito, se vado dall'estetista, se mi cambio i  capelli lo faccio per me, non per il mio uomo.
Tempo fa' avevo fatto la tinta bionda perchè le bionde piacciono al  mio lui.
Mesi fa' casualmente in un pomeriggio sono entrata dal parrucchiere e  mi sono detta: "da oggi ritorno ME stessa".
Ho riportato i miei capelli al color castano chiaro naturale e da  allora mi sono piaciuta di più. Va bene così.
Io voglio bene al mio uomo, ma quantomeno, ne voglio altrettanto a me  stessa. Il mio obiettivo è di volermene di più.
Ho reso l'idea?
Con affetto.
Stella

domenica, ottobre 03, 2010

SPOSI D'UFFICIO

Lilith Età: 28 Argomento: Pensavo fosse amore... e invece era una specie di patologia affettiva catalogata sotto il nome di "sposi d'ufficio". è bizzaro perchè, quanto ho letto stasera, mi da una nuova chiave di lettura sulla storia che ho vissuto, e che in parte sto ancora vivendo. Più di due anni fa conosco sul lavoro un ragazzo della mia stessa età. Simpatico... intelligente... carino. Io convivivevo con il mio fidanzato, lui conviveva con la sua fidanzata... Tutto tranquillo dunque, nessuna implicazione, ognuno nel suo. Nasce quasi immediatamente una simpatia, un'affinità. Molte cose in comune, la stessa ironia, lo stesso punto di vista, un simile trascorso di vita, una bella alchimia lavorativa. Andare a lavoro comincia a diventare un piacere, la linea della matita sugli occhi comincia ad essere più marcata, il rossetto più accentuato.. ma ancora tutto tranquillo. Il nostro rapporto sul lavoro è un gioco, una sorta di escamotage contro la routine delle 8 ore lavorative. Il tempo sembra scorrere più velocemente grazie a questo flirt platonico ed è per questo che non mi sento in colpa verso il mio compagno. Chiusa la porta dell'ufficio si torna a casa e lo sposo d'ufficio non esiste più. Tutto questo va avanti per un anno buono, forse più... Nel frattempo però la mia storia d'amore comincia a vacillare.. e più vacilla la storia più lo sposo d'ufficio comincia ad avere importanza. Da parte mia comincio a convincermi che se provo un'attrazione così forte per un'altra persona è evidente che il mio rapporto è in crisi. Assolutamente e categoricamente però escludo che questo amore platonico possa trasformarsi in qualcos'altro, anche se ,ormai, chiudo la porta dell'ufficio e lo sposo d'ufficio esce con me, entra nella mia casa, nel mio letto... ormai è nella mia testa,nei miei pensieri, ossessivamente. La mia storia intanto va in frantumi per motivazioni che comunque non riguardano la mia infatuazione, o comunque non solo. Diciamo che il mio nuovo innamoramento è solo la pagina finale di una storia giunta al capolinea, senza progettualità e volontà. Ne segue un periodo logorante, una sofferenza indescrivibile che comunque viene sedata e calmata dal mio sposo d'ufficio. Già, perchè una volta diventata single il mio rapporto con lui comincia a spingersi oltre. Il nostro infondo è un rapporto vero e proprio anche se vissuto solo ed esclusivamente a lavoro. Ogni momento è buono per scambiarci confidenze, raccontarci, flirtare, in un climax ascendente che in me scatena un effetto aspettativa dirompente. Mentre lui è ancora fidanzato, ma sembra esserlo a malincuore, io comincio ad affillare le mie armi di seduzione. Sono entrata ufficialmente nella fase conquista. Prima di andare a lavoro mi preparo con accuratezza maniacale.. il lavoro in se non esiste più, esiste lui, quello che accadrà, quello che ci diremo, esiste l'aspettativa, ci baceremo mai? Ecco, il bacio, comincio a bramare e a desiderare un bacio. Niente di più! Mai mi sono posta nella condizione di volere di più. Il suo essere fidanzato per me era una costante invariabile, un dato di fatto ineludibile. E passano i mesi.. il tempo scorre e le evoluzioni del nostro rapporto sono lente ma comunque percettibili. Alla fine, quando non ci speravo più, dopo essermi arrovellata sui perchè e i per come questo uomo che sembrava così preso da me non si facesse avanti, mi decido, affronto l'argomento e come per magia, lo svelamento. Ci piacciamo!! ( ma dai.. dopo 2 anni di flirt) e scatta il BACIO!! Bello, bellissimo, sognatissimo.. l'ebrezza di un traguardo tagliato, mi sembrava d'aver raggiunto l'obiettivo di una vita, che appagamento a ripensarci. Comunque mentre io prendo la tangente del cosa verrà dopo, perchè un bacio non mi basta e ne vorrei altri mille, lui prende il freno a mano e lo tira. Non si può, dice, te per me sei di più di una storia di sesso e via, io comunque sono fidanzato e voglio restarlo, non roviniamo tutto, non facciamoci male. E vabè, aprezzabile mi dico. Ma mi logoro dentro, ovviamente, di quel logorio d'amore amaro e dolciastro allo stesso tempo. Passano i giorni e la freddezza iniziale post bacio va lentamente scemando e torna la complicità, accentuata, e tornano i baci. La situazione si complica perchè comincio a capire che per lui la cosa potrebbe durare così in eterno. Eterno flirt, un bacio ogni 2 mesi, quando si crea la situazione e niente di più. Purtroppo ormai sola da tempo, io comincio a sentire la mancanza e ad avere il desiderio di essere amata. Capisco che se continua a darmi corda io rischio di aspettarlo, rischio di non guardarmi più intorno, rischio di legarmi ad un uomo che è già legato e questo non va bene. Parlo a lui del fatto che preferisco ritornare al vecchio schema, che preferisco che lui cambi atteggiamento e che non si creino più momenti ambigui. é una situazione che potrebbe sfuggirmi di mano ed è l'ultima cosa che voglio. Lui sembra capire, io sembro farmene una ragione e per un pò di mesi torniamo ad essere i soliti sposi d'ufficio a implicazioni zero. Certo mi dispiace aver interrotto, ma comunque, mi dico, ho chiuso io. Il fatto di aver evitato di essere scaricata mi da forza, autostima, determinazione. Non è una grande perdita, magari resta il rammarico per non aver saputo come poteva essere ma comunque il mio orgoglio è salvo. Passano mesi è il nostro rapporto è davvero cambiato, non in negativo, semplicemente non c'è più quella malizia che mi portava a sperare e ad attendere chissà cosa. Ad un tratto però lui torna ad essere più malizioso, più ambiguo e si ricrea la situazione del bacio. Io finisco sempre per cedere, sono debole in questo, soprattutto ancora nella mia vita non si è affacciato nessun altro uomo, e questo mi rende vulnerabile. Capisco che è ricominciato quel loupe da cui avevo cercato di districarmi e non mi piace. Sono felice che lui si sia riavvicinato, mi dico, magari gli piaccio sul serio, ma sono troppo disincantata per crederci davvero. Decido, cosciamente o meno, di andare fino in fondo, di pigiare l'accelleratore, di tentare di diventare l'amante. Indosso la maschera della femme fatale, della donna che si fa pochi problemi e creo la situazione, basta baci, non si scherza più. Ed è così che finiamo a letto. Bello, bellissimo, non lo nego. Ma ecco che scatta il cortocircuito. Il sesso è qualcosa di troppo intimo per essere rimosso, per poterlo continuare a guardare, a trattare come prima. Io non riesco.. lui si.. lui è come prima, o comunque poco differente per i miei gusti. Io voglio un uomo che mi desideri ormai, un uomo che dopo aver passato una meravigliosa notte con me ne voglia passare altre cento... Ho bisogno di questo per sentirmi donna. A posteriori credo di aver proprio voluto farci l'amore per provare a vedere di smuovere la situazione, statica, per creare un punto di non ritorno, per svincolarmi totalmente o per incastrarmi totalmente, insomma, per togliermi dal centro dell'incrocio e prendere una strada. Come è andata a finire? Che io ovviamente gli ho fatto subito notare questa cosa, volevo una sua reazione... e proprio nell'acme della discussione è arrivata lei, la fidanzata, la sua vera donna. Ed è così che lui non solo ha tirato il freno a mano, ma ha messo una potente retromarcia ed è fuggito a gambe levate. colto quasi sul fatto si è come risvegliato da un abbaglio. Ha capito che stava giocando ad un gioco pericoloso, che poteva perdere quacosa a cui non ha mai pensato di rinunciare, e in men che non si dica mi ha gettato dalla torre senza troppo parafrasare. Ed ecco l'epilogo. Il guaio è che continuiamo tutt'ora a vederci ma il nostro rapporto si è totalmente guastato, cambiato, ribaltato. A volte ho l'impressione che mi tenga distante, che tema chissà che cosa, come se davvero fossi riuscita a minare un suo equilibrio. è bizzarro perchè di fatto questa non è una storia d'amore finita ma comunque ha le stesse dinamiche della fine di una vera storia. Io ci sto male, non malissimo, ma ne soffro. Mi manca quel nostro rapporto, quell'eterno flirt che mi dava la spinta per affrontare quelle noiose ore di lavoro, mi mancano le sue attenzionmi costanti, i suoi gesti di tenerezza e mi manca soprattutto il pensiero del "potrebbe essere". Analizzando il tutto, anche se è ancora presto per un analisi lucida, mi rendo conto che infondo per lui io sono sempre stata una semplice sposa d'ufficio.. quella di cui parla il dott. Cavaliere. Poteva essere così per chissà quanto tempo. Per lui ero una semplice compensazione di qualche mancanza di coppia, un gioco divertente, spontaneo e disisimpegnato. Per me no, io l'ho presa diversamente...
Certo non posso dire di essermi innamorata, certamente mi sono fissata oserei dire, ma in maniera strana, come non mi era mai capitato. La parte romantica di me, quella che è rimasta dopo le troppe delusioi, ancora mi sussura che infondo qualcosa c'era, qualcosa c'è, ma è una voce flebile e bugiarda.
Mi accorgo che la nostra pseudo storia è una semplice tipologia "sposi d'ufficio".. e questo mi intristisce anche se almeno mi fa aentire meno folle...