mercoledì, marzo 25, 2009

CONDIZIONATA DA UN INCONTRO IN CHAT

stella Età: 40 Salve, sono una donna di 40 anni, vorrei raccontare la mia delusione,dopo aver chattato, per la prima volta, e subito l'unico incontro fatto. premetto che non avevo mai chattato..e il mio scopo era solo di fare qualche chiacchera e basta! ho incontroto quest'uomo, convinta che avesse 46..anni,divorziato..ed abita a 100 km di distanta,ci siamo scritti, telefonati.. .e per tanto tempo..mi ha corteggiata come non mai....(io ingenua). sembravamo fatti l'uno per l'altro..una voce bellissima...insistendo per incontrarci..con il suo modo di fare signorile, educato, da vero gentilmen.. mi aveva conquistato per telefono.c i eravamo scambiati le foto....non era neppureun gran chè...arriva il mom dell'incontro...non è stato un colpo di fulmine...e sembrava anche più vecchio della sua età. ho pensato che li portasse male..ma ero rimasta atratta dal suo modo, dolce, tenero...sapevo tante cose di lui..e io mi sono aperta come non mai...(cosa mai fatta prima..sono molto razionle ediffidente...)dopo il primo incontro,c\'è ne sono stati altri....dopo 2 settimana, mi aveva detto,che si stava innamorando di me...per lui ero bellissima...aveva giàprogettato le ns. vacanze..invernali..estive..io cosa ho fatto..mi sono lasciata trascinare e coinvolgere.. come una vera stupida!! da quest'uomo fantastico....che sinceramente ..non ricordo..da secoli,di aver mai vissuto una passionesimile...una sera siamo fini a letto....quasi un gg.intero,tra tenerezze,paroledolce,risate...è stato bellissimo,x entrambe..anche se per lui un po meno...poivi dirò perchè..poi mi ha raccontato dell'età....che era più grande..ne aveva 50..e si vergognava di dirmelo...vabbè.. non mi sono arrabbitata..nel ns, primo rapporto intimo, non so se per l'imbarazzo, o altro...aveva una sorta di ansia da prestazione.....io, per sdrammattizare.. ci ho riso sopra..facendo qualche battuta..che poi mi sono resa conto che l'ha vissuta male.... cosi, il gg. dopo....mi ha detto che non era adatta a lui..e lo avevo offeso...e che lui non poteva passare un gg.a letto...per lui ,il sesso era importante...fino ad un certo punto....ma era più importante il legame mentale...io ci sono rimasta malissimo..gli ho kiesto scusa,che non volevo ferirlo.... eceh mi dispiaceva.dopo 2 gg.,mi ha detto che non poteva stare senza di me...ci siamo rivisti dopo una settimana..chiamandomi tutti i gg.secondo lui eravamounaa coppia..avevamo già deciso,che il week dopo sarei andata da lui...perchèera molto isistente..sempre in tutto...ci siamo rivisti..sempre da me..e per voglia sua siamo fini a letto..per pocheore...è stato bellissimo..tutto naurale...dolce..una gioia infinita..ero felice..di aver consciuto questo uomo...mi ha detto ke un rapporto cosi ,non li capitava da 10 anni..e io gli ho datouna battuta della,serie..hai battutto il tuo record..poi siamo usciti ,eabbiamo passato una bellissima gg.il gg dopo...non mi ha chiamata, lo cerco io...era distaccato e freddo....davacolpa alla stanchezza del lavoro..ma io sentivo ,che c \'era dell'altro...abbiamo parlato, un po..e lui ,come fa sempre..si lamentava..del viaggio, della pioggia...di me..che con il sesso lo sfinisco(che no è vero...sono una personanormale..e se due si vedono una volta alla settimana,mi sembra normale.....)insomma è stato poco carino..ed io sono rimasta delusa..e la conversazione èfinita..con freddezza..sapevo che aveva problemi...che andava da un psicologa..per capire perchè avevaavuto tutte queste relazioni fallimentari,una dietro l altra,compresa ilmatrimonio..la dott.gli aveva detto...che doveva stare solo...e affrontare lesue relazioni in maniera meno superficiale...ed aveva poca autostima di se..infatti,quando gli facevo complimenti..lui nonvoleva,perchè diceva che erano..falsi..va bè..io in preda al dispiacere. .gli ho mandato un sms, dove dicevo che nondoveva più cercarmi..e che doveva farsi curare...ed altre cattiverie...mi sono sentita usata..dopo tutto quello che ho fatto...il gg. dopo gli ho scritto una email..di noi..come avevo visutto questarelazione..che è stato lui ,ha trascinarmi in questo vortice...facendomicredere...che era felice con me....appagato...la donna x lui...sembrava innamorato..) ci simao sentiti x telefono..mi ha detto che non era la donna per lui..ke checon mè soffriva d'ansia da prestazione...per lui il sesso non era importante....e per me si...e lui...ritiene piùimportante il mentale..per mè ,è tutta una miscela di cose..avevamo gli stessiinteressi,sport..buona conversazione....intelligenza..io non sono fissata con il sesso,è una cosa naturale..per due persone..comunque,la mia considerazione..è lui ha voluto fare tutto in fretta, è partitoin quarta con mè..ed io gli sono andata dietro...anche se ero diffidente..però ho vissuto questa breve relazione.... da sogno..e se devo essere sincera..ciavevo creduto e sperato tanto.lui , è una persona abiutata a chattare e fare incontri.. però dopo aver presoun battosta da una donna, dopo 3 anni.. era sfiduciato.... ora rimango con la mia delusione e con tanto amaro in bocca..per essere stata una delle tante stupide... lasciatami condizionare da un incontro in chat.. che mai farò più!!

E' STATO SOLO UN CASO ?

Marco Età: 20 Salve, è da tempo che non scrivevo più su questo spazio, più o meno dal 2006. Ringrazio il Dott Roberto Cavaliere, per avermi aiutato in quel brutto periodo della mia vita, grazie ai suoi consigli sono riuscito ad andare avanti, trovando forza nelle sue parole e in me stesso. Dal 2006 ad oggitante cose sono cambiate nella mia vita, prima di tutto ho realizzato il mio sogno; quello di essere uno studente di psicologia, quest'anno ho superato i test d'ingresso, e sono a tutti gli effetti uno studente al primo anno di psicologia ( scienze e tecniche psicologiche persona e comunità).
Ma andiamo in ritroso; nel 2007 è ACCADUTO UN BELLISSIMO E MERAVIGLIOSO AVVENIMENTO, mi sono innamorato di un ragazzo ( sì sono gay). L'ho visto per la prima volta nel 2005 e appena lo vidi il cuore mi saltò in gola, le mie gambe tremavano e non riuscivo più a parlare. Lo vidi ad una festa in cui io ero stato invitato, una festa che si tenne fuori dalla mia città e dalla mia regione. Per tutto iltempo l'ho fissato, provavo delle emozioni mai provate prima. Poi la festa finì e arrivederci.... ma..... A distanza di qualche mese, una ragazza si trasferisce per motivi di studio qui, nella mia citta, nel mio quartiere faccioamicizia con lei e diventa la \"mia migliore amica". il giorno del suocompleanno le tiene una festa e invita tutti i suoi amici, e indovinate un pòchi vi arriva?? LUI..... sembrava un film..... io non avevo parole, durante laserata scopro che lei ha un bellissimo rapporto con lui, anche lei è la suamigliore amica, .. non credevo ai miei occhi.... per la prima volta ho pensatoche il \"destino\" mi era complice... Ci presentiamo e iniziamo a parlare.... Per evitare circonlocuzioni, nell\' estate 2007 mi invita a passare le vacanzecon lui, stiamo insieme sette giorni, sette giorni meravigliosi in cui ho avutola conferma del mio sentimento nei suoi confronti, e anche un\'altra importanteconferma ANCHE LUI è E GAY. Nasce una bella amicizia, gli racconto la mia storia, diventa il mio confidenteper eccellenza! I mesi, i giorni passano, e il mio sentimento nei suoi confronti si fa semprepiù forte, noto però che a lui gli sono quasi “indifferente”, nel senso che, hoscoperto che ha una situazione familiare alle spalle disastrosa, oltre unastoria sentimentale andata a finire male. Questi avvenimenti, lo hanno resocinico, oltre che depresso cronico, sta sempre giù di morale. Gli scrivo unalettera “d\'amicizia”, gli chiedo se per lui sono davvero importante; a quellalettera non mi ha mai risposto, se non attraverso sms, dicendo che non era incondizioni adatte per rispondere. Il nostro rapporto di comunicazione continuaattraverso sms ( lui vive lontano da me), mi consola quando sto male ecc.Io però adesso non so cosa fare, in questa situazione statica e “sterile” nonmi và più di starci. Ultimamente ci sto tanto male, soprattutto quando l'ho rivisto alcuni giorni fà, continuo a piangere di notte pensando all\'abbraccioche ci siamo dati, continuo a pensarlo, e se soffre ci sto male perchè voglioil suo bene. Ho pensato di dichiarare i miei sentimenti, ma sono certo di non avere speranza ( ha detto che dell\'amore non vuole sapere più nulla), o meglio la speranza c'è ma morirà, penso di scrivergli una lettera, anche perchè mi è difficile vederlo fisicamente, ma ho un enorme PAURA non tanto del suo rifiuto ma della consapevolezza che il nostro rapporto “d'amicizia” cambierà. Io teorizzo che non bisogna mai dare la certezza alle persone del sentimento che provi nei loroconfronti, perché queste poi si sentono in diritto di trattarti come vogliono. Ho paura, perché sono troppo orgoglioso per sentirmi dire di NO.... Mi sentireiumiliato, non avrei più il coraggio di vederlo. E questo mi fa sentire davvero uno straccio. Ho paura di cadere nel tunnel della dipendenza affettiva (alcunisintomi già ci sono). HO PAURA DI PERDERLO, è entrato nella mia vita come permiracolo E NON VOGLIO CHE ESCA... A lui gli ho parlato di quest'amore, cioè gli ho detto che sono innamorato manon di chi... Lui ( ovviamente ha capito), sa' che amo lui, e mi ha invitato aesternare questi miei sentimenti, perchè poi potrei pentirmene, mi ha anchedetto che se questa persona non corrisponde può restare comunque l'amicizia.Ho letto questi suoi consigli, soprattutto il primo, come desiderio disentinrsi amato.. cioè vuole che gli dico che lo amo, perché fa piacere achiunque. Io però sono combattutto, da una parte non voglio dargli questasoddisfazione, dall'altra spero che le cose possono cambiare. Non so che fare,voglio che lei mi dia un consiglio, un aiuto, come ha sempre fatto. Ho letto un bellissimo racconto, “ Dillo oggi”, presente nel suo sito. E ho riflettuto molto.Ma la prego di consigliarmi ancora mi dica cosa devo fare... Perché il destino tramite varie vicende ha fatto in modo che ci incontrassimo?? è stato solo un caso? Chi può saperlo........ La ringrazio per l'attenzione, e le chiedo scusa per le disfunzionigrammaticale e sintattiche che troverà in questa lettera... Ma ultimamente ipensieri mi si accavallano.. e sono molto confuso. Grazie ancora, cordialisaluti.

SONO ANCORA IN CADUTA LIBERA

Sabrina Età: 31 Vorrei scrivere questa testimonianza con la speranza che interrompa magicamente e all’improvviso la mia dipendenza. Da mesi ormai sono alla ricerca di quel sogno, di quella formula magica, di quella mattina giusta in cui all’improvviso dalla tua testa tutto è cancellato…i ricordi, il dolore, il tormento, la perdita di senso e finalmente ti rendi conto che sei in grado di trascorrere una intera giornata senza che il suo pensiero sia sempre nella tua mente, che la sua immagine sia sempre impressa davanti ai tuoi occhi, senza avere il desiderio di condividere con lui ciò che accade. Non so descrivere questa storia, è entrato nella mia cerchia di amici e mi ha colpita subito, incuriosita dal suo modo di fare, con il desiderio di penetrare la sua indifferenza, il suo vivere staccato dal mondo. E così ha avuto inizio tutto.Ci sono stati baci, promesse, esperienza condivise, addii e poi di nuovo ritorni e poi di nuovo tradimento.Ha sempre oscillato tra me ed un’altra ragazza (più giovane, più bella, più sana) indeciso sui suoi sentimenti, io consapevole di tutto questo tormento, lei sempre tenuta salva da tutto questo schifo.Quando non è con me mi manca l’aria, quando siamo nella stessa stanza, pur senza guardarci o sfiorarci, io sono consapevole della sua presenza, dei suoi movimenti. Ogni notte è presente nei miei sogni, lui lei…e al mattino mi risveglio con una mano che stringe il cuore.Forse sono sempre stata così tormentata perché non l’ho mai sentito mio,nemmeno se trascorreva una notte intera accanto a me…Oggi dico che non possiamo più sentirci, che non possiamo essere amici, ma sono sempre io la prima che tradisce questi propositi e lo cerco perché non riesco a concepire di non sapere più nulla di lui, cosa fa, come sta e non mi importa neppure che i suoi racconti in parte siano omissioni della verità. Non ho più rispetto per me stessa, mi sembra di girare intorno e i giorni non sono diversi. Ogni addio è una caduta…è un fondo che non si tocca mai è una dignità persa, forse in realtà mai avuta. Ho un velo di tristezza che mi si è cucito addosso, posso uscire, ridere, lavorare, ma quel velo è sempre lì con me. Mi sento in parte responsabile per come sto oggi, anche io non ho saputo gestire il nostro stare insieme, non ho saputo cogliere la possibilità quando c’era. A lui muovo l’accusa di non avermi mai detto che era finita, di non avermi mai detto che semplicemente non mi amava, forse di fronte a questa verità il fondo lo toccherei. Sono ancora in caduta libera incapace di fermarmi, sono ancora sulle montagne russe incapace di scendere e mi chiedo come possa aver dato tutto questo potere ad un altro essere umano e mi chiedo quando tutto questo non farà male.

SONO INCAPACE D'AMARE

marisa Età: 44 Salve sono marisa volevo cercare di capire il motivo per cui mi sono comportata in un certo modo che ora vi esporro premetto che prima di incontrare quest'uomo con cui poi ho avuto il problema sono stata sempre una persona abbastanza insodisfatta e insicura quando ho incontrato quest'uomo mi sentivo sola perche il mio precedente fidanzato con il quale ero stata fidanzata diversi anni (PUR NON AMANDOLO) MI AVEVA LASCIATA E IO mi sentivo molto sola quando ho incontrato quest'uomo ho capito che era una brava persona e poiche entrambi avevamo voglia di uscire di riempire la nostra vita facendo delle cose abbiamo iniziato ad uscire insieme piuttosto spesso e ci siamo legati molto l'uno all altro io ho vissuto dei periodi di serenita insieme a lui con lui stavo sicuramente meglio di quando stavo da sola e sentivo che con lui veniva fuori la mia vitalita il mio entusiasmo nel voler fare delle cose ad un certo punto pero io ho distrutto tutto perchè non ho voluto piu ascoltare il mio cuore volevo per forza dare un nome a questo sentimento che provavo per lui e non sapendo se era amore o semplice affetto non riuscendo a dare un nome a quello che provavo ho deciso di interrompere tutto ho vissuto un periodo nel dubbio non sapendo cosa fare se lasciarlo o no perche io sono sempre molto indecisa poi pero l'ho lasciato anche se non ero convinta di cio che facevo mi sono detta che in fondo io ero serena con lui ma non felice e che io volevo vivere quelle emozioni che solo l'innamoramento poteva darmi ho pensato forse sbagliando di dover trovare un uomo che mi piacesse molto fisicamente (LUI non mi piaceva) perche se io avessi provato attrazione fisica mi sarei innamorata piu facilmente e cosi come dicevo prima ho deciso di lasciare tutto ancora oggi mi chiedo se ho fatto bene e mi dico che se forse avessi dato a me stessa piu tempo senza distruggere tutto subito quel famoso ti voglio bene si sarebbe trasformato in ti amo ed io ora sarei felice e chissa forse sposata ..perche mi sono comportata cosi cosa c'e' in me che non va? DA COSA DIPENDE IL FATTO CHE UN UOMO O DONNA SIA INCAPACE DI AMARE? MI SCUSO PER LA LUNGA DOMANDA E VI RINGRAZIO PER UN EVENTUALE RISPOSTA MARISA

VOGLIO RIAPPROPRIARMI DELLA MIA SERENITA'

Maria Rita Età: 33 Salve, sono una ragazza di 33 anni, che ha scoperto da qualche mese a questa parte di soffrire di dipendenza affettiva. Si perchè è il solo modo per spiegarmi come io possa continuare a stare insieme all'uomo con cui sto. Premetto che il mio uomo non è nè un violento, nè un tossicomane, nè un alcolista. E' soltanto uno che dice di volermi bene, di amarmi mentre invece mi tradisce!Ci frequentiamo da 2 anni e mezzo, e nonostante non sia stato l'unico uomo della mia vita (ho un matrimonio fallito alle spalle), è stato l'unico capace di farmi perdere la testa, l'unico che io ami ed abbia AMATO così profondamente. Divertente, fantasioso, passionale, estremamente premuroso,attento,...all'inizio. Poi ho iniziato a conoscerlo meglio ed è emerso il resto della sua personalità: l'instabilità, la grande severità verso sestesso, la lunaticità, la permalostà. E' molto affascinante, ci sa fare con le donne, sa come farle cadere ai suoi piedi e gli piace flirtare con loro, gli viene naturale.Così qualche mese fa, avendo qualche sospetto ho "indagato" ed ho scoperto, tramite scambio di e-mal ed sms vari, che in effetti lui frequenta altre due donne!! L'ho affrontato in varie occasioni chiedendogli di dirmi la verità, se i suoi sentimenti per me erano cambiati, che potevo sopportare anche la fine di un amore ma non la mancanza di lealtà. Ma lui ha una forza persuasiva incredibile ed è riuscito, non so come, a negare l'evidenza e a convincermi della sua versione: mi ama come il primo giorno e non c'è nessun'altra donna. In un'occasione l'ho affrontato con la convinzione ferma di lasciarlo, credevo che ce l'avrei fatta quella sera, ma non è stato così. Con mio grande stupore ho fallito anche quella volta che mi sentivo più forte di altre. In seguito a queste discussioni lui poi si mostra più che mai presente, dolce e premuroso, nonchè "rammaricato" per non riuscire a dimostrarmi e a farmi percepire tutto il suo amore...Io non me lo spiego!! Come può una persona dividersi tra più donne? E' estremamente complicato!!Io pensavo che accennandogli ciò che avevo scoperto lui prendesse la palla al balzo affrontando la questione e che mi avrebbe lasciato. Invece no, resta attaccato a me, così come alle altre, contutte le sue forze. PERCHE'?? Che senso ha? Non me lo spiego e questo mi fa impazzire.Sembra assurdo, ma è così. Non avrei mai creduto che una cosa del genere potesse succedere a me! Sono sempre stata una persona risoluta nella vita, nelle mie scelte, anche serie e gravi della mia esistenza. Sono sempre stata autonoma e indipendente e ho voluto sempre esserlo. Guardavo con tenerezza e "compassione" a quelle donne che si facevano mettere i piedi in testa dai loro partner, non arrivando mai a capire come ci si potesse ridurre così perloro. Ed ora mi ci ritrovo io impantanata in una relazione malsana dalla quale non riesco a venirne fuori. So da sola che la cosa giusta e l'unica che dovreifare è lasciarlo, senza appello, senza neanche giustificazioni dato che leopportunità di cambiare gliele ho già date, ma non ci riesco. Quando non c'è mi vengono in mente mille pensieri bui, dubbi, sospetti, chepoi sono tristi certezze, che mi fanno cadere in uno stato di apatia, dimalinconia e di grande rabbia nei confronti di me stessa. Ma poi quando lui ècon me è capace di farmi dimenticare tutto e di regalarmi momenti meravigliosiche mi placano e mi fanno stare divinamente, come fosse una droga.La grande rabbia che provo non è tanto rivolta verso di lui ma verso me stessa per non avere la forza di lasciarlo e riprendermi la mia vita, meritando l'amore di chi mi rispetta e mi ama veramente e me sola.Sono addirittura arrivata a sperare che sia lui a lasciarmi, sebbene mi farebbesoffrire enormemente, dato che io non sono capace di mettere al parola fine a tutto ciò.Attualmente sto valutando di farmi aiutare da uno psicologo perchè non sto benee sono stanca di vivere così, di ridurmi così per un uomo. Voglio riappropriarmi della mia serenità e di quella risolutezza che tanto mi contraddistingueva.

sabato, marzo 07, 2009

AMMETTERE DI ESSERE MALATI D'AMORE

lori2lori Età: 39 La mia non è una richiesta è una testimonianza della cecità che a volte ci affligge e della quale non ci rendiamo conto. Ma volete ridere?!
Circa un mese fa, in preda ad un attacco di mal d'amore, misono tuffata nei meandri del web alla ricerca di informazioni riguardo le dipendenze affettive e ho scoperto questo sito, che devo dire ha chiarito alcuni dubbi che avevo. Ho letto quasi tutti gli articoli pubblicati e mi sono addentrata per quanto potevo senza essere registrata. Nel frattempo ho ritirato fuori il libro "donne che amano troppo"... l'ho già letto tre volte da quando l'ho acquistato circa 6 anni fa... e proprio ieri sera leggevo il capitolo dove l'autrice ci invita a trovare un aiuto attraverso dei gruppi di sostegno. Mentre scorrevo le pagine dentro di me pensavo "si va bene tutto, ma in Italia non c'è niente di simile. Certo ci sono centri per alcolisti, per tossicodipendenti ma se io non sono né l'uno né l'altro a chi mi rivolgo?" Stamattina mentre lavoravo ripensavo alle frasi lette e ad un certo punto mi si è accesa una lampadina. La domanda che mi sono posta è stata: perchè chiamare un sito Mal d'Amore? Ho riaperto il sito e la prima cosa che ho letto è stata la "presentazione". è incredibile! In tante visite e letture non l'avevo mai letta e non mi ero mai resa conto, che questo è il posto che stavo cercando! Non avevo mai letto che potevo chiedere aiuto e che ci sono tante altre persone che già lo fanno! Possibile fossi tanto cieca? Si, perchè avevo paura di ammettere che anche io sono una malata dell'amore e ho sempre pensato che questo male fosse naturale necessario e quasi obbligatorio in un certo senso. Adesso che ho capito di avere un problema, posso lavorare per risolverlo! Grazie.

PERCHE' E' COSI' ALTALENANTE NEI MIEI RIGUARDI

cristiana Età: 36 La mia Storia: Sono una donna sposata di 36 anni, all'età di 4 anni sono stata abusata di pedofilia da mio zio, sono cresciuta abbastanza tranquilla, ho avuto la forza di perdonare anche il mio "abusatore", adesso sono madre ma sono molto protettiva con i miei figli. Mi sono innamorata di un uomo più grande di me,sposato che per mestiere porta una divisa. Lui ha molto sofferto per un'aborto che la moglie per scelta decise di fare, da quel momento lui iniziò a tradire. Mio marito è un uomo molto debole e non riesce a darmi protezione, infatti teoricamenti siamo separati... La mia paura più grande e di non riuscire a capire se quest'uomo è innamorato di me... Anche se lui continua a cercarmi da ben 5 anni, ci sono sempre degli alti e bassi... La domanda è... sono io che vado in paranoia e quindi spingo quest'uomo a non aprirsi com me...oppure lui poichè si è legato ha paura di dimostrare il suo amore per me, considerando il fatto che essendo stato un donnaiolo, mi continua a dire che con me ha trovato la completezza, non mi considera come le sue precedenti storie, che si fida di me e che solo con me riesce a confidarsi ma sopratutto a fidarsi, se pensa tutto questo perchè si allontana e poi si fà risentire?Perche' è così altalenante nei mie riguardi...? stò veramente male... grazie

BREVI TESTIMONIANZE

gianchi Età: 62 Non avrei mai pensato di vivere una situazione simile a60 anni.dopo 35 anni di matrimonio che ritenevo felice, mi sono innamorato(?) di una donna con alle spalle un matrimonio fallito. pensavo all'ininzio che fosse solo una piccola avventura (la prima x me dopo il matrimonio) anche perchè la donna in questione era talmente diversa da me che non poteva durere, invece è andata avanti 10 anni,gli ultimi due pieni di liti. Propio x questo ho fatto di tutto per farmi lasciare da lei,ma... ora che si è stancata davvero dopo sei mesi non riesco a dimenticarla il dolore è grandissimo lacerante nonostante la miaetà. Mi vergogno a raccontare queste cose ma è vero
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france Età: 46 Non riesco più a fare altro che ripensare continuamente al mio stato e non vedo nessuno spiraglio di vita futura. Sono una persona che ha amato con tutta se stessa il proprio lavoro (ma ormai da 7 anni sotto sottospsta a demansionamento, l'idea della famiglia che avrebbe voluto costriure (ma vivo sola con 2 figli piccoli, e il padre della seconda non ha fatto che torturarmi di dubbi ed incertezze per 7 anni fino adirmi infine che lui non mi vuole. Ho interrotto i rapporti con mia sorella perchè non mi vuole. Non ho amici o amiche con cui condividere nulla. Mi sento ingombrante e sola. Ma dovrei riuscire a crescere i miei filgi.
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fabriluna Età: 51 Aiuto, dopo 18 anni di convivenza è finito tutto, lui ha deciso che era tutto finito!per 1 anno siamo stati separati e nel frattempocontinuavamo a vederci, contemporaneamente lui non ha smesso di frequentare un altra donna che adesso aspetta un figlio suo. lui mi cerca ed è disperato perchè dice di amarmi e che darebbe la vita per tornare nella nostra casa alla nostra vita.cosa posso fare?
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mfavolos Età: 41 Sono separato legalmente da circa 2 anni, da un anno e mezzo ho attuato un distacco totale dalla mia ex, mi ero illuso di essere guarito dal mal d'amore, ma non è stato così. Non appena mio figlio di anni 21 è stato assunto nella mia azienda, da circa un mese la tentazione di tornare con la mia ex moglie è tornata come era inizialmente, il contatto con i miei figli fa si che il cosidetto distacco totale non è poi così totale. come posso fare?
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marosia Età: 49 Buongiorno ho letto il suo articolo sulla codipendenza e sono daccordo fraguento CoDA (codipendenti anonimi) da parecchi anni e mi rendoconto quanto la codipendenza sia distruttiva per la crescita di una persona quanta energia si perde nella compiacenza nel controllo nella paura sprecando tempo e allontanandosi da se stessi. L'ossessione diventa l'unico scopo della propria vita: Da quando freguento CoDA se non altro mi riconosco quando ricado nella codipendenza e posso gestirla e non farmi coinvolgere negli atteggiamenti distruttivi. Mariarosa

IO NON VIVO LA SUA ASSENZA, MA IL MIO DESERTO

lunaseramatite Età: 23 be, salve.a ventitrè anni si supera tutto, la progettualità di coppia.. dopo cinque annidi dedizione e amore e cura, basta un erasmus e una fichettina più giovane e ricca e soprattuto nuova a sfondare tutto? è mai possibile? mi perdoni, sono nuova a questa esperienza ho dimenticato tutto: conoscere lui è coinciso con un maleducato totale abbandono di ciò che era prima e ho pensato per anni che questo sacrifico iniziale ripetuto nei suoi modi nel tempo bastasse al nostro amore, un modo perverso l'ho sempre capito (non solo saputo, o immaginato) ma daltronde lui così intelligente e duro e magnifico.. io invece..io amo quelle labbra amo quelle mani e dentro le sue mani io vorrei accucciarmi. mi sento una serva a volte.. quando è tornato in italia sono stata una prostituta una serva l'ho amato continuamente. ho abbandonato la tesi. ho perso l'anno accademico.ma è semre stato vicino, è stato un tormento ma ..delicato, dolce, fino al giorno della partenza lì tutto cade ed è così indifferente..perchè, io non sono una serva perchè..a che vale dire dichiarare che sono speciale che lui è speciale e che,soprattutto, ero consapevole del quotidiano stillicidio -opera mia- del nostro amore? a niente. lui mi chiama è gentile ma.. come per buona volontà. misorride, ma per buona volonta. io lo so lui mi vuole bene, ma si è ritrattoalzato da me con naturalezza mentre io sono spaccata, ho scoperto unadesolazione in me che non credevo, lui alzandosi ha rivelato uno spazio vuoto,un deserto nel quale io ora vivo ma non è la sua assenza, è il mio deserto. luigià non c'entra più. è pazzesco.. vorrei scuoterlo dirgli: ma non miriconosci? ero l'amore tuo. ma nemmeno io mi riconosco possibile? da lui devo andare via ma verso di lui vado cercando pace, non per amare ma per posarmi. non capisco, è tutto confuso! conosco tutte le poesie che ha provocato tutti i libri tutti i nietzsche che ha stretto tra le virgolette, ma: questo allarga la voragine. mi sporgo nel vuoto e guardo e desidero cadere, disperandomi ma non faticando più. perchè non si può gridare, nelle nostre case? non è possibile, lui tornerà perchè io sola l'amo. quella è una moritura, io desiderlo ucciderla ovvio che non accadrebbe sono troppo timida ma continuo a vederla da me calpestata, da me strappata. e sono veramente sola
le chiedo: ho cercato di governarmi, perchè lui mi chiama tutti i giorni per parlarmi e continuamente ripetere io ti voglio bene tantissimo tantissimo ma questo non cambia niente. gli ho chiesto di non telefonarmi.ma ho fatto bene? mi sembrava l'ultimo fioco barlume del suo desiderio di me..lui mi dice io mi sento lontano da te, ma vorrei ritrovarti un giorno. è tra la fola e la follia, se almeno mi permettesse di disamorarmi a forza! ma ho fatto bene? gli ho scritto una lettera non dico recriminante ma in cui scrivo che deve permettermi di essere un po' cattiva, perchè se vuole essere mio amico deve avere cura di me e io sono così ora. già lo so lui si infastidirà la leggerà domani.so che solo io posso aiutarmi.ci vorrà del tempo sei mesi non bastano, specie se ritmicamente attraversati da carezze e intimità e subito poi divisione e indifferenza.
lunaseramatite è un verso di una poesia di lamarque

SPERO DI SAPER MUTARE TUTTO IN AMORE PROPRIO

AV77 Età: 31 Sono passati ormai due mesi da quel maledetto giormo in cui lei ha deciso, dopo sei anni e mezzo, di farla finita. Inutile direche qualche segnale lo avevo pur notato; da qualche mese la sua insofferenzaverso la realtà si era fatta quasi insostenibile relegandola in una dimensionetutta sua che diveniva spesso inaccessibile pure a me. Diceva che le sembrava di non valere nulla, di essere trasparente agli occhi altrui, una fallita, dinon provare soddisfazione per i suoi studi, per il suo ambiente di lavoro, dinon avere amicizie, di non sentirsi spesso capita neppure da me… Tutto ciò,nella difficoltà che comportava, rappresentava una vera e propria richiestad’aiuto. Senza mai farle mancare il mio appoggio, mi sono offerto per farle sfogare le sue insicurezze, per cercare ripetutamente di motivarla, le ho offerto la mia presenza incondizionatamente augurandomi di essere parte di quelsuo disagio per poterla riscattare e con essa la nostra storia d’amore che risultava purtroppo intaccata da questa sua cronica disaffezione verso la realtà. Gli ultimi mesi di rapporto mi hanno reso spettatore di una personaamata che lentamente maturava il suo distacco da me consegnandosi alla praticadi nuove abitudini, amicizie, stili di vita; nulla di sconvolgente per carità,ma il bisogno che manifestava di evasione e di taglio netto con il passato,nella valenza di riscatto della sua persona, aveva un solo problema: finiva coltogliermi di mezzo dalle cose che ora la interessavano. Non le ho mai proibitodi fare nuove conoscenze, anche maschili, di frequentare corsi e nuoviambienti, di vestire in un certo modo e tutto ciò poiché convinto che questopotesse essere per lei motivo di crescita nonostante mi causasse non pocasofferenza. Alla domanda “vuoi che venga a vederti al corso di Hip-Hop?” misentivo rispondere che quello era il suo ambiente, ne era gelosa e non volevache io ne fossi parte. Se, negli ultimi due mesi soprattutto, cercavo unrapporto sessuale con lei, venivo respinto con le motivazioni più banali (cheahimè mi bevevo) sentendomi richiamare perché in quel modo le “mancavo dirispetto” e non avevo comprensione del periodo tormentato che stavaattraversando. Ho sublimato in tutti i modi il mio desiderio sessuale cercandodi non farle pesare la mia sofferenza e mettendola sempre in condizione dipoterle parlare con serenità in modo tale da fare affiorare eventuali suoiripensamenti sul nostro rapporto. Tutto ciò anche alla luce dei nostritrascorsi, anni precedenti in cui l’intesa sessuale è sempre stata eccellente efonte di conferme reciproche. Nonostante ciò lei non coglieva l’occasione perdichiarare che il suo problema era dovuto in prima istanza alla nostra vita dicoppia. Ero perplesso ma messo di fronte alle sue pressanti richieste d’aiuto(più o meno esplicitate) sentivo come unico obiettivo quello di dedicarmiinteramente al rapporto fiducioso potesse trattarsi solo di una fase della suavita e che i nostri trascorsi potessero aver gettato nel suo animo fondamentain grado di reggere gli attacchi di quella che appariva vera e propria“depressione”. Sempre negli ultimi fatidici mesi iniziano ad arrivarmi, daalcune amicizie in comune e da mia sorella, informazioni che pongono alla miaattenzione il quadro di una persona dalla duplice natura: sbarazzina edesibizionista fuori, depressa e accidiosa con me. Mi si dice che al corso diHip-Hop si mette spesso e volentieri in mostra cercando di apparire per quellache non è mai stata, che quando esce con le amiche si rende più superficiale eparla molto poco di noi, che cerca contatti con altri ragazzi… tutto ciò, senzavoler apparire paranoico, appare palesato dalla sua iscrizione su Facebooknella quale non specifica di stare in una relazione con me, mi fa appariresoltanto in due foto tra la miriade di quelle caricate e si diverte adintrattenere contatti con qualsiasi nuovo sconosciuto si affacci a distanzanella sua vita. Le ho chiesto se tutto ciò in realtà non significasse qualcosa,una rottura, ma lei, sicuramente per opportunismo e codardia, non smetteva difare riferimento a me ponendosi con disperazione. Mi chiamava spesso dicendomiche la vita faceva schifo ed a volte sentiva il bisogno di scomparire da tuttoe da tutti. Ha meditato un’esperienza all’estero dicendo che alla mia avrebbepreferito la compagnia di una sua cara amica. Ha meditato di andare a viverecon la stessa amica distruggendo i progetti che fino a poco tempo primaportavamo orgogliosamente avanti insieme di una famiglia, una casa (la mansardasopra all’abitazione nella quale viveva), un paio di figli, il matrimoniocelebrato nella sua parrocchia, il mio lavoro in proprio che ci avrebbepermesso una vita più agiata… ha distrutto ogni cosa e ciò che è peggio è chemi ha reso testimone “passivo” di questa distruzione ostinandosi a ripetere ilritornello che non mi voleva lasciare, che mi amava e che aveva soltantobisogno di una rivolta personale. E’ stata molto dura per me concederle questeevasioni. Lo è stato a maggior ragione perché il rapporto, negli anniprecedenti, si era retto su una sorta di sua “adorazione” nei miei confronti.La nostra differenza d’età, io 31 e lei 24, aveva iniziato a rappresentare inlei un serio ostacolo. Tra le sue frequenti recriminazioni il fatto che ioavessi avuto molte più esperienze sessuali e relazionali di lei ed il fatto cheio fossi riuscito ad affermarmi in un certo qual modo nella vita (sonolaureato, lavoro nella piccola azienda di famiglia, ho un incarico politico,sono musicista e scrittore per diletto). Ho provato a farle capire che lanostra esperienza di coppia superava le mie precedenti e che ciò che negli anniavevo ottenuto dipendeva in buona parte anche dal suo sostegno edall’equilibrio personale che il rapporto mi aveva permesso di trovare.Aggiungo il fatto che era mio intento sempre quello di renderla partecipe dellemie attività e condividere con lei i miei successi ed i miei fallimenti senzaprecluderle alcun ambito, anzi, facendomi spesso consigliare. In più di unacircostanza rimasi ferito quando mi sentii rimproverare inaspettatamente checiò che avevo ottenuto dipendeva molto dalla fortuna e che lei si reputava“invidiosa” di me. Credo personalmente che il termine “invidia” non debba avermodo di sussistere in una relazione di coppia. Ho provato a non farle viverecon frustrazione le mie esperienze cercando di motivarla nei suoi passi versoil futuro ma ciò mi veniva pressochè impedito dalla sua personalità insicura erinunciataria. Per quanto dotata di una formidabile intelligenza non riuscivainfatti a metterla a frutto nello studio ostinandosi a frequentare un corso dilaurea che le era stato, in un certo qual modo, inculcato per tradizione dallafamiglia. Per quanto io avessi da tempo ormai terminato i miei studi cercavo diaffiancarla nei suoi proponendole di andare insieme in biblioteca, trascorrendofrequenti pomeriggi sui libri a casa sua, offrendole il supporto di persone chepotevano darle sostegno, invitandola a frequentare un gruppo di studenti,disincentivandola a rimanere tutto il giorno a casa tra mille distrazionisopraffatta da un conseguente senso di frustrazione, motivandola prima delle sessioni d’esame… tutto ciò, ahimè, senza risultati soddisfacenti perché leiera il suo stesso limite, la sua paura del confronto, della responsabilità, dicrescere. Si ostinava a ripetere che la sua facoltà era indubbiamente la piùdura, che i suoi professori erano dei bastardi che si divertivano a mortificaregli studenti, che per quanto si fosse preparata per mesi ad un esame questo nonfosse sufficiente e se lei avesse provato a darlo, in caso scontato difallimento, i docenti si sarebbero ricordati in futuro di lei penalizzandola maggiormente… in sostanza aveva calcificato col tempo tutto un apparato digiustificazioni che le permetteva di de-responsabilizzarsi e concederle unvittimismo ad oltranza peraltro inculcato, con un certo successo, anche ai suoigenitori spesso inclini a giustificarla e concederle quelle numerose rinuncesenza mai metterla alle strette. Semplicemente diseducativo. Credo che uno deiproblemi principali che si troverà a dover affrontare sia rappresentato daldistacco dalla sua famiglia. La vita impone delle irrinunciabiliresponsabilità. Non possiamo scegliere di non scegliere pena il più abiettoabbandono.Quel giorno che ha deciso di troncare, inutile dirlo, sono stato coltototalmente alla sprovvista. Ok i segnali di disagio di cui ho riferito sopra maper il resto l’equazione “io ci sono e non ho paura di soffrire con lei”bastava a farmi credere che si trattasse solo di una transizione della suavita; aggiungiamoci poi il fatto che la sera prima mi aveva telefonicamenteripetuto di essere innamorata e di voler fare l’amore con me… ma torniamo alfatto, mi telefona con un tono irriconoscibile e mi dice che la vita fa schifo,che lei non sa come uscirne ecc… a quel punto, dopo i miei inevitabili consiglidel caso, sentendola sempre più sconfortata, la imploro di dirmi una volta pertutte se la causa poteva essere il nostro rapporto e finalmente lei… cede. Diceche probabilmente non è più sicura di voler stare con me ed io, decisamentestraziato, la invito a schiarirsi le idee e farsi sentire quando qualcosa inlei si sarebbe definito. Dopo qualche ora, a seguito di un messaggio dirimprovero mandatole da mia sorella (testimone da troppo tempo dei suoiatteggiamenti disinibiti quando era in compagnia di altra gente…) lei ha ilcoraggio di chiamarmi incazzata rimproverandomi di averle messo contro miasorella ecc… io le faccio presente che se cerca un pretesto per lasciarmiquello è sicuramente il peggiore lei possa trovare e che non ho mai avutobisogno di inviare “messi imperiali” per comunicare con lei, anzi ho sempreavuto a cuore la sua situazione mentre lei non ha mai provato a capire quantoio potessi soffrire. La invito ad alzare il culo e venire a dirmi di personache è finita. Lei non trova il coraggio di farlo temendo la reazione di miamadre… le faccio presente come in un momento di così profonda disperazione leiabbia soltanto interesse per la propria immagine… prendo la macchina ed in treminuti sono da lei. Mi dice soltanto poche frasi parlando “addolorata” strettanella morsa del suo cappotto: “è finita”, ”ho capito che devo farmi le mieesperienze”, “voglio vivere una seconda adolescenza”, “fino a ieri eroconvintissima di amarti poi questa mattina mi sono svegliata ed ho capito”. Aquel punto scatta la mia lucida delusione e, senza mai offenderla, lerimprovero come sia possibile, le faccio presente che la vita non è Disneylande chiedo cosa potessi averle fatto mancare senza trovare vere risposte. Leribadisco poi come non avessi avuto paura di soffrire con lei e come lei invecesi sia del tutto disinteressata al mio dolore. Quando lei inizia a piangere,dopo averla ringraziata sinceramente per tutto quanto di stupendo mi ha fattovivere in questi anni, l’ho invitata a scendere per evitare strazi inutili e mene sono andato. Già dal giorno successivo il dolore, un dolore reso più fortedall’irrazionalità delle motivazioni. Perché se mi sono offerto ed ho accettatoogni cosa lei mi ha lasciato? Questa domanda inizia solo ora a trovare rispostain una triste constatazione confermata da chi meglio ci conosceva: lei eracambiata e da tempo rimaneva con me solo per la paura di trovarsi sola. Hacreato una sua vita parallela fatta di nuove abitudini e presunte amicizie:Facebook, Hip-Hop, amici di ballo, ex che a sette anni di distanza spuntano perun caffè, è dimagrita di 8 chili ed ha cominciato ad atteggiarsi a diva quandousciva con le amiche. Una persona davvero irriconoscibile che solo la fiduciaper il nostro rapporto mi aveva permesso fino a quel momento di sostenere. Sonostato cieco. Ho creduto in un amore più forte che era però niente altro che ilprodotto della mia volontà. Lei ha persino avuto il coraggio di dirmi che nonera affatto cambiata e che se si fosse accorta di alcuni segnali, percorrettezza, mi avrebbe lasciato prima… (lascio per ultime le dovute offese). E di segnali ce ne sono oggettivamente stati:
- da tempo a danza e con altre persone si spacciava per “single” o quantomenonon diceva di essere fidanzata sperando io non entrassi in contatto con tali ambienti;
- vestiva con baldanza, si truccava e curava il suo aspetto quando uscivamentre con me appariva del tutto naturale;
- si intratteneva interminabili ore in contatti virtuali su Facebook (nel qualenon faceva cenno minimamente al nostro rapporto di coppia) coricandosi anche alle cinque della mattina;
- non aveva da tempo rapporti sessuali con me anzi mi invitava a pazientare e“rispettarla”;
- aveva dato il suo numero di telefono a vari soggetti;
- trovava scuse, quando uscivamo, per rincasare o mandarmi a casa prima;
- aveva spesso dolori nel corpo più o meno plausibili;
- non parlava quasi mai di me con le amiche;
- faceva progetti per un futura esperienza all’estero o per andare ad abitare con la sua amica del cuore;
- dimostrava una certa insofferenza verso le mie abitudini trovandole dapersona troppo matura;
- lamentava la divergenza di interessi;
- aveva smesso di fare progetti anche nel breve termine;
- non manifestava gelosia;
- non mi coinvolgeva nelle sue attività anzi mi percepiva quasi come una minaccia;
- quando usciva con gli amici tornava ad orari assurdi mentre con me il coprifuoco era fissato per mezzanotte;
- dimenticava di rispondere ai miei sms.
Questo elenco solo allo scopo di fare chiarezza per quanto la differenza, in undisagio di coppia, non sia certo costituita da una somma di atteggiamentiegoistici quanto più dal sentore che la “nostra metà” si stia staccando dallanostra vita.Ora, in tutto questo e nonostante il mio ovvio disagio, mi sono paradossalmentesempre sentito rassicurato dalle sue pressanti richieste d’aiuto dal fatto chemi ricordasse quanto potessi essere importante per lei e in questo modo mi sonototalmente perso di vista: ho rinunciato a me stesso. Non di rado ora inumerosi amici che incontro mi fanno presente questo suo cambiamento e la suapalese immaturità. Mi ripetono che merito ben di più, che una persona come lei,egoista, insicura, viziata, non sarebbe stata in grado, in un futuro coniugale,di potermi sostenere nelle difficoltà che la vita presenta. In sostanzal’espressione più ricorrente è “meglio prima che dopo”. Questa consapevolezzaperò non riesce a risollevarmi. Mi sento tradito, sconfitto, abbandonato. Comese non bastasse non ha fatto nulla per dimostrarmi un briciolo d’umanitàprovando ad informarsi sul mio stato psicofisico tramite i numerosi amici cheabbiamo in comune. Ha scelto di sciogliermi in un bicchiere d’acqua quasi fossiuna pastiglia effervescente. Possibile che improvvisamente io abbia smesso disignificare qualcosa di decisivo per lei?! Avrei dato ogni cosa per darleserenità. Posso capire che in lei possa col tempo essersi fatta strada ladomanda “cosa sarebbe la mia vita senza di lui?” dal momento che in questorapporto è cresciuta e prima dello stesso ha avuto soltanto brevi esperienze sentimentali; immagino che il pensiero di vivere una vita intera con una solapersona possa in certi casi porsi come una rinuncia a future aperture, a nuove esperienze, ma io non ho mai fatto nulla per imporle questo e sono del parereche se una verità ti si impone tu non debba far altro che assecondarla contutte le tue energie indipendentemente da calcoli d’età e senza rinfacciare lealtrui esperienze. Quello che provo ora è un enorme sconforto, un sentimento ambivalente che oscilla tra la disperazione ed il rancore. Sento che la mia realtà si è sgretolata e che passeggiare tra queste macerie appare insostenibile. Ciò che èpeggio è che avrei voglia di tutto ma non mi sento pronto per niente; sonosoltanto la mia confusione, uno sbigottimento che non smette di accompagnarmi come un tumore nella testa. Spesso mi capita di crollare a terra per l’esasperazione dovuta al contegno che cerco di avere durante il giorno ediniziare a piangere convulsamente stringendo i pugni quasi a voler trattenereun barlume di speranza. Non di rado, per esempio sotto la doccia, mi metto apregare per un suo ritorno. Preciso però una cosa, che se di ritorno si dovessetrattare questo sarebbe possibile solo a condizione che lei riuscisse acogliere le reali ragioni del suo disagio, ragioni in buona parte indipendentidal nostro rapporto e che sono imputabili: alla sua insicurezza, immaturità,desiderio astratto di libertà, il suo bisogno di emancipazione domestica, lafrustrazione per il suo lungo insuccesso scolastico, la presunzione che sianole altre persone a dover risolvere i suoi problemi, il suo egocentrismo… apparechiaro come questo processo di consapevolezza appaia molto improbabile, perquanto non impossibile. Il tempo e la sua attitudine spirituale riuscirannoforse un domani a darle la misura di ciò che io ho messo in gioco per il nostrorapporto ed in questo della sua rinuncia. Non vorrei però correre il rischio nédi autocelebrarmi né di aggrapparmi ad una vana speranza. Sono convinto che lasua concezione di rapporto di coppia fosse un tantino distorta; nel chiedermiaiuto mi faceva presente che non ero in grado di capirla pienamente edaccettarla per quello che era. Nell’ultimo nostro incontro ha avuto il coraggiodi dirmi che io, per quanto sempre presente, paziente e disponibile, non sonostato in grado di scendere abbastanza in profondità! Queste parole mi hannoferito enormemente. L’ho sempre messa in condizione di dirmi se qualcosa nonandava, se io potevo essere la causa di ciò e se ero in grado di aiutarla. Le ho fatto però presenti due cose che ritengo indiscutibili in un rapporto ovvero:
- che si debba mettere l’altra persona in condizione di poterci aiutare aprendosi e testimoniando il più possibile la propria sofferenza;
- che un rapporto di coppia non preveda che uno dei due assolva la funzione di assistente sociale; ogni rapporto infatti deve fondarsi sull’equilibrio diforze e di capacità e mettere in gioco entrambi. Purtroppo lei ha sempre cercato fossi io a risolvere i suoi sospesi. Io trovavo giusto inizialmente lasciarla sfogare, poi provare a seguirla nei suoitentativi e quindi darle gli strumenti (dettati dalla mia esperienza) per poterle permettere di superare da sola gli ostacoli. Forse si attendeva cheagissi al suo posto, che in un certo qual modo mi sostituissi pure alla suafigura paterna ma ciò non sarebbe in alcun modo stato giusto. Ciò che più mifaceva imbestialire era il fatto che lei fosse animata da profondi e nobiliideali, da sinceri valori, ma che nella vita pratica non venissero applicati.E’ riuscita fino al giorno prima a dirmi che era innamorata di me, che nonavevo da dubitare di questo e che quel fine settimana era intenzionata a farel’amore con me… è brutto a dirsi ma nonostante il suo atteggiamento risultasse freddo ed incongruente quelle parole ancora riuscivano ad infondere in mecertezza, la garanzia che noniostante la fase che stava attraversando un punto fermo nella sua vita c’era ed era il nostro rapporto. Tornando all’ultimo colloquio avuto con lei credo non scorderò facilmente il suo atteggiamento tanto distaccato da risultare infastidito ed il tono cinico con il quale,rispondendo alla mia domanda, mi ha detto che provava interesse per un’altra persona. Qui ha osato ingiustamente prendersi gioco di me dicendo che sitrattava di una persona che non aveva mai conosciuto prima che finisse tra noimentre invece la verità è che non solo si conoscevano da prima ma con quellapersona si è pure incontrata la sera prima di prendere la fatidica decisione.Un piano ben architettato, non c’è che dire. Poi, tanto per togliermi di mezzoalla svelta (ricordandomi che non aveva molto tempo da dedicarmi), haconfermato come io non avessi sbagliato nulla e mi fossi sempre dimostratopresente (chiamiamolo senso di colpa?!). “Io sto bene così” ha concluso con unostrano autocompiacimento. Guardavo tra i singhiozzi quel volto assente, perquanto vicino, e non riconoscevo più in lei la persona che con amorevole dedizione, aspettative, tenerezza, complicità aveva vissuto tutto quel tempo inmia compagnia. Lei era il mio centro, il catalizzatore della mia volontà, ilcolore che avevo impresso alla realtà. Forse ero troppo sicuro di averla ma mirapportavo in tal modo perché per primo ero disposto al sacrificio e non temevo la sofferenza nella vita di coppia. E ora lei ha buttato tutto nel cesso. Per cosa? Difficile dirlo poiché non solo non sono più entrato in contatto con leima evito del tutto di sguinzagliare gli amici per avere informazioni sul suoconto. Di sicuro credo abbia scelto l’illusione che si possa fermare il tempo etrascorrere una interminabile gioventù, ma il luna park un giorno finirà e allora saranno cazzi! Voglio vedere chi troverà con la mia stessa pazienza ededizione. Voglio vedere chi si farà carico dei suoi problemi quando già saràoberato dai propri. Voglio vedere chi le consentirà di vivere alle spalle deipropri genitori. Avrebbe dovuto lasciarmi molto tempo prima per il bene di entrambi invece ha voluto, secondo copione, comportarsi per ciò che è: una irresponsabile ipocrita opportunista. Quando la sua realtà di scorta si è concretizzata mi ha buttato in un angolo della sua cameretta come un giocattolo rotto che ha smesso di divertirla. Le auguro di attraversare il male che io ora sto provando: le notti insonni, i brevi sogni ricorrenti, le crisi di pianto,la disaffezione che ora provo nei confronti della realtà, la difficoltà a relazionarmi con persone o luoghi che ci legavano, la difficoltà a portareavanti le mie attività di sempre, l’inappetenza, i crampi allo stomaco, lasfiducia in me stesso, la sensazione che si tratti soltanto di un incubo… tuttoha improvvisamente smesso di significare per quanto io sia consapevole che sitratti solo di uno stato transitorio e che il “dottor tempo”, congiunto allaforza di volontà che dovrò sfoderare, riusciranno un giorno o l’altro ariscattarmi. Ed allora avrò finalmente la serenità per accettare ogni cosa, perattribuirle il valore che merita ogni storia d’amore in cui due personesinceramente si sono amate per lungo tempo. Nel frattempo continuerò adedicarmi agli interessi di sempre per quanto spesso le forze mentali e fisichesembrino venir meno. Ho iniziato a nuotare, ho cura del mio aspeto fisico, esco pressochè tutte le sere, ho iniziato a frequentare un altro paio di ragazze, sono finalmente andato a vivere da solo e, cosa senza dubbio molto importante, ho smesso di avere contatti con lei. Non so come reagirei se dovesse decidere di tornare (per quanto non succederà) in ogni caso spero presto di saper mutare in amor proprio tutto questo convulso sentimento che mi si agita dentro e diavere un domani la capacità di saperla affrontare e dirle con fierezza che la mia vita, senza di lei, è sicuramente migliore.