sabato, luglio 04, 2009

LA MIA ANIMA E' PERSA

Spirito Età: 28 Impazzisco devo sfogarmi sto per esplodere dal disgusto, dal vuoto, dalla mancanza di te , dalla mia impotenza. Non voglio alimentare la mia malattia cercandoti ma non so se cosi' faccio peggio. Mi sento malissimo e devo resistere NON VOGLIO RESISTERE. Scrivo muta su questo pezzo di carta ma vorrei urlare su questo balcone che niente di quello che sto facendo mi sta aiutando a stare meglio.
E' passato un mese da quando ti ho lasciato andare e stanotte mi mancavi piu dell aria, come se un mese avesse solo peggiorato la mia sofferenza. Ti ho cercato e mi hai chiamato ma la Paura mi ha bloccato , non potevi rispondere forse per punirti, forse per vedere se insistevi . Non lo hai fatto, non mi hai piu chiamato.PERCHE'? Perche' non mi cerchi e se lo fai non mi basta mai? ti odio perche' mi hai fatto ricadere, mi hai fatto credere ancora, scoprire di essere ancora cosi' malata. La mia anima e' persa, la malattia e' entrata dentro di me ancora piu sconvolgente , mi sta mangiando con denti di fuoco. Sto per impazzire nessuno ascolta, nessuno mi vuole sentire. Non frega niente a nessuno di me. Voglio sentirmi amata o impazziro'. ti odio ti odio ti odio perche' mi provochi e scappi, perche' non mi dai mai una spiegazione, e perche' dici e non fai o dici e poi rimangi oppure dici e dimostri e poi ti riprendi tutto. Mi hai fatto male e ne ho paura non posso tornare ... ma amarti da lontano mi sta sconfiggendo, non ce la faccio ma sono troppo vigliacca per chiamarti, forse ti scrivo ma sto facendo bene oppure e' la malattia pura e sconvolgente in azione questa vogli di chiarire con te ? Non lo so a chi posso chiedere? nessuno ha la risposta. Voglio morire e non pensare , morire e non soffrire piu.

venerdì, luglio 03, 2009

POI E' ARRIVATA LEI

Tancredi Età: 33 Dopo 13 anni di relazione con una mia coetanea (5 dafidanzati, 5 di convivenza e quasi tre di matrimonio) nei quali le sono stato assolutamente fedele (nei fatti se non nei pensieri) dieci mesi fa hoincontrato, in un'altra città, una ragazza della quale mi sono innamorato, in modo passionale e romantico assieme, ricambiato. Dopo circa due mesi di telefonate, lettere e romanticherie varie (lei sapeva fin dall'inizio della mia situazione e ha tentato debolmente e senza successo di evitare che lanostra storia iniziasse senza che prima finisse il mio matrimonio), e dopo dueincontri nei quali abbiamo girovagato in due città neutre, sono stato da leiper pochi giorni durante i quali abbiamo fatto l'amore come mai l'avevo fatto nella mia vita. Tornato a casa, sconvolto dalla paura di perdere l'altra chemi aveva messo di fronte a un aut aut, ho detto tutto a mia moglie e me ne sonoandato di casa, molto confuso. Il senso di colpa era tremendo, la sofferenza dimia moglie spaventosamente insopportabile ed era grandissimo il terrore diperdere tutto quello che avevo costruito per una storia incerta e per unapersona che desideravo da morire ma che sostanzialmente non conoscevo e che incuor mio giudicavo per il suo comportamento moralmente non ineccepibile (da chepulpito). Da quel momento è cominciato il mio calvario, e quello delle duepersone che ho coinvolto con la mia pusillanimità. Alla nuova fiamma promettevomari e monti, una separazione imminente, la certezza di voler stare con lei; amia moglie, con la quale non convivevo più, chiedevo tempo per capire davvero imiei sentimenti e uscire dalla confusione. In realtà, all\'inizio, neanchetroppo inconsciamente la tenevo di riserva nel caso con l\'altra fosse andatamale, agendo sempre basandomi su calcoli e strategie, la mia più grande pauraessendo quella di restar solo. Con la nuova fiamma mi vedevo ogni venti giornicirca, passando periodi di una o due settimane e da lei, nella sua casa, nellasua città. Un\'intesa sessuale e di atteggiamento nei confronti della vitaassoluta, come vivere in un bel sogno. Abbiamo viaggiato assieme e hoconosciuto parte della sua famiglia. Abbiamo parlato quasi da subito di figli evita assieme, e io ne ero entusiasta, ma rimuovevo la presenza di mia moglie,il cui pensiero puntualmente si ripresentava e per la quale provavo un affettoe una tenerezza dolorosi. Ho smesso di lavorare (svolgo un'attività intellettuale) e tutte le mie energie, quando non ero con l\'amante, venivanospese per pensare e ripensare a che cosa fare: tornare a casa o separarmi elanciarmi in una nuova vita? Non riuscivo né a capire se amavo ancora miamoglie né a fidarmi totalmente dell\'altra persona, che nel frattempo siinnamorava sempre più di me. Dopo qualche mese di attesa mia moglie, distrutta,mi ha detto di non poter più sopportare le mie titubanze e mi ha comunicato divolersi separare. La mia reazione è stata un attacco di panico tremendo e lapreghiera infantile di non lasciarmi, la promessa di lasciare l'altra e dicambiare tutto. Ho iniziato ad assillarla con chiamate, messaggi, richieste diperdono, assicurazioni sul fatto che l'altra non c'era più. In realtà, l'altra c'era ancora, ed era ignara di tutto questo. Con varie scuse nonandavo a trovarla ma ci sentivamo per telefono continuamente, io assicurandoleil mio amore e lei sciogliendosi sempre più. Ora, almeno in apparenza, era leila ruota di scorta, nel caso mia moglie non volesse saperne di tornare assiemea me. In realtà la mia confusione interiore aumentava di giorno in giorno, edero sempre più esausto della situazione da me creata. Dopo circa due mesi l'atteggiamento di mia moglie è leggermente cambiato e io, con estremadifficoltà e senza troppa convinzione ho tentato di lasciare l'altra, che ha avuto come prevedibile una reazione di grande sconforto. Da quel punto inavanti (è passato da allora circa un mese) ho smesso di basare tutto sullebugie e ho preso tempo con entrambe per chiarirmi dentro, vivendo un'angoscia tremenda, in una costante indecisione. Questi i fatti, più o meno, cheindicano, in superficie, un grande infantilismo mio. Il problema però è moltoprofondo per me. Quando mi misi con mia moglie, diciannovenne, ero molto insicuro dal punto di vista delle mie prestazioni sessuali e temevo di non essere adeguato (prima avevo avuto solo un rapporto completo abbastanza fallimentare); insomma avevo una grande paura del sesso. Mi aggrappai a lei (che era ancora vergine) come a un'ancora di salvezza, e pur desiderandola molto ebbi il primo rapporto con lei dopo vari mesi. Complice forse la sua inesperienza e un difficile rapporto di lei con il proprio corpo, per moltotempo ho vissuto la nostra sessualità con ansia peraltro ingiustificata (dopoqualche tempo i rapporti sono diventati più che soddisfacenti per frequenza equalità). Anche dopo molti anni una certa ansia da prestazione è però semprerimasta, per quanto molto affievolita. Se non ho avuto altre esperienze, temoche forse sia stato anche per la paura del fallimento. Poi è venuta la convivenza, poi il matrimonio. Una simbiosi totale, fatta anche di isterie e difrustrazioni (soprattutto sue), tra due persone che hanno condiviso tuttosempre in presenza l'un dell'altro (studi, viaggi,amicizie). Una simbiosi dove l'amore, per quanto mi riguarda, si è probabilmente a un certo puntonascosto da qualche parte, e nella quale ho iniziato a essere sempre piùdistratto dal fascino di altre donne, non arrivando mai al dunque. Poi è arrivata Lei ed è stato come se una diga crollasse e un fiume iniziasse finalmente a scorrere. So che potrebbe farmi felice ma mia moglie c'è sempre,e perderla definitivamente mi sembra insopportabile. Aiuto.

PER LUI SONO 'INAMABILE'

china N° di r Età: 25 Sono quella che è stata picchiata dal suo ragazzo. Quellache si è lasciata violentare. Quella che ha scritto e non è più venuta a vedere, perchè le faceva troppo male. oggi mi rendo conto che la colpa non è loro, degli uomini intendo, ma mia. Mia,perchè sono così maledettamente fragile, insicura, vendicativa, trasparente come tutto il dolore di questi anni. Finita la mia relazione tormentata e agonizzante con quel ragazzo doloroso,dopo molto tempo ho incontrato un mio coetaneo. Mi ha fatto una corte spudorata, discreta, gentile, dolcissima. Eraquello che volevo. Piano piano mi sono innamorata... E' iniziata una splendida storia d'amore, lui era gentilissimo, ogni mio desiderio sembrava fosseunordine per lui...sembrava quasi che lui non potesse stare un solo secondosenza di me. Gli ho donato tutta la mia verità, la mia anima nuda e cruda e gliho detto che se non gli piacevo più, lui se ne sarebbe potuto andare, io avreicapito. Per tutta risposta lui mi ha ciesto di sposarlo.Oltre il cielo, oltrele mie più rosee aspettative ho iniziato a vivere questa storia d'amore, nelbello e nel cattivo tempo, rinforzando un carattere fragile...Poi, tutto è cambiato. Lui ha perso freschezza, è diventato avido, cattivo, bugiardo. Mi tratta come una pezza di piedi, non fa altro che dire che la miaintelligenza non è minimamente paragonabile alla sua, che non valgo niente, chela mia vita è stata solo un grumo di schifo e che non mi merito niente. Allora io memore delle mie esperienze, ho risposo, nessuno lo abbliga a stare con me,io non voglio più un uomo che non mia ami, che non mi rispetti...Lui ha detto che uno come lui non lo troverò mai, perchè sono semplicemente "inamabile" e lui sta con me perchè vuole la donna casa e chiesa. In effetti lui mi pedina, ègelosa, mi veste, mi compra lui i vestiti, scarpe, se mi taglio i capelli mistrilla...io...mi sento, io voglio solo sparire....

DIFFERENZA D'ETA'

angioletto N° di Età: 28 Dopo quasi 4 anni di relazione, il mio compagno ed io abbiamo cominciato a guardare al futuro...
Io ho 28 anni, sono sempre stata molto più matura della mia età anagrafica, nubile, un matrimonio mancato alle spalle, superato con grande forza; lui ha 51anni, vedovo e con un figlio di 19. Premetto che la differenza di età, vista da tutti come possibile causa del non funzionamento della nostra relazione, non ci ha mai creato problemi, mai sentita da parte di entrambi e il nostro rapporto è alimentato da un profondo amore. La stabilità è importante per tutti e due, infatti dopo 5 mesi, mi hafatto conoscere suo figlio e ho cominciato a frequentare ufficialmente la suafamiglia. Viviamo ognuno a casa propria, io ho preso casa a 25, non perchè nonstavo bene con i miei genitori, che amo tantissimo, ma per un mio desiderio direalizzazione personale. Adesso, però, l'abitare lontani comincia a pesarci unpò e anche durante il week end ad una certa ora lui deve sempre tornare. Fin dall'inizio abbiamo fatto molta attenzione alla mia presenza nella loro vita,per non sconvolgere troppo le normali abitudini soprattutto di suo figlio; iodico di essere entrata in \"punta di piedi\" con tutto il rispetto e lasensibilità del caso. Ma questo non è bastato..suo figlio che oggi è grande,mal sopporta se il padre si ferma a dormire da me un sabato sera, non parliamoun week end, nell\'organizzare le ultime vacanze mal vedeva il dormire nellacamera singola (loro dormono insieme nel letto matrimoniale perchè non hacamera sua) fino ad arrivare, parlando di andare a vivere tutti insieme, avietare al padre (e a me di riflesso) di sposarsi nuovamente e di avere altrifigli. Da questo momento la nostra relazione è entrata in stallo...in quantoseppur con tutto l'amore che nutro per il mio compagno, e il desiderio distare al suo fianco, il veto di suo figlio per me è un ricatto troppo forte edettato da un forte egoismo. Per lui si tratta di un principio, in quanto suo papà si è sposato con sua mamma e tutto deve restare così.Ho imparato a conoscerlo in questi anni, ho cercato di dimostrarmi amica, ma non mi ha mai permesso di avvicinarlo, in tante occasioni ho cercato di coinvolgerlo per fargli capire che lui non è escluso dalla nostra relazione ma niente..sono dello stesso parere la sua madrina e il suo ex allenatore di calcio, che sono una coppia di loro amici che lo conoscono da tanti anni. Anche a scuola aveva avuto qualche problema perchè a livello di relazioni interpersonali non si pone molto bene, si rende antipatico peccando molto di arroganza e non tuttipossono continuare a scusarlo perchè ha perso la mamma da piccolo..Non l'ho mai visto e sentito parlare di ragazzine, suo padre idem e fa cose chenormalmente fanno gli attuali 15enni (al massimo vanno al cinema) ma il piùdelle volte il sabato giocano a calcetto e si ritrovano a casa a mangiare la pizza e a giocare alla play station. Credo che abbia ancora molta rabbia dentro, e suo padre, che l'ha cresciuto da solo dedicandosi completamente a lui e privandosi di tutto per 10 anni, probabilmente per evitare che soffrisse ancora l'ha protetto troppo ed ora si ritrova ad avere un figlio che lo condiziona in tutto ma nonostante questo lui è pronto, seppur io sono importante per lui, a perdermi per non andare contro suo figlio. Abbiamo anche tentato di rifargli fare degli incontri con la psicologa che l'aveva seguito un pò in passato, ma non è voluto più andare (non avevano neanche iniziato a parlare di me).Quello che io so è che non gli sono antipatica e non ce l'ha neanche con me come persona, è il ruolo che rappresento. Ha anche provato a dire che se siesce insieme lui si sente a disagio perchè pensa che mi scambino per suasorella, ma questa credo che sia una scusa.Come mi devo comportare nei confronti del padre e del figlio, a parte essereonesta, come comunque ho già fatto, dicendo al mio compagno che mi sembra una condizione troppo rigida da accettare e considerando che non ho molte garanzie dovendo anche vendere la mia casa per acquistarne un'altra insieme, qualche dubbio ce l'ho..ma soprattutto devo rischiare di veder finire la mia grande storia d'amore, per la quale vado contro anche i miei genitori (che non l'hanno mai accettata) perchè questo ragazzino non vuole cercare di guardare un pò oltre e dare la possibilità a suo padre di essere di nuovo feliceconsiderando che lui un giorno si farà la sua vita, suo papà rischia di rimanere solo..Sono veramente logorata da questo problema, anche perchè non riesco ad accettare che mi sia tolto a me e al mio compagno un diritto di scelta così importante per una coppia ed è difficile anche accettare di passare in secondo piano, anche se so quanto i figli siano importanti.Grazie.

COME SI FA' A DIMENTICARE

svuotata Età: 28 Sono una ragazza di 28 anni, laureanda, con una sorella suora di clausura e dei genitori presenti e affettuosi.
Dopo 11 anni il mio ragazzo di 31 anni di punto in bianco mi ha lasciato.C'è stata unalitigata,non più forte delle altre, a mio parere. Il mio ex lavora in una citta a 200km da dove viviamo entrambi. Torna ogni fine settimana,esattamente il venerdì sera,talvolta anche tardi.Un venerdì di un mese fa era molto stanco a causa dellavoro,veniva da una settimana molto intensa.Io non l'ho capito e da lì èscoppiata una lite.Il giorno dopo mi ha chiamato lui cercando di fare pace,edicendomi tra l'altro "non avere dubbi,sei la donna con la quale vogliopassare il resto della mia vita",parole dolci e poi nel pomeriggio ci siamovisti.All'inizio c'era da parte sua un pò di distacco ma poi si è messo ascherzare con me come se niente fosse.La sera però vedevo che non era proprionormale e ho pensato ci fosse dell'altro oltre alla stanchezza.Gli ho chiesto apertamente se c'era un'altra,lui mi ha risposto di no ridendo.Ho continuatochiedendo se stava bene,se era sicuro che non ci fossero problemi ma all'inizio mi ha detto di no, poi ha detto "in effetti non mi sento proprio bene, preferisco portarti a casa e stare un pò da solo, non capisco come mi sento, non capisco più cosa provo per te, non so più se è il sentimento che provavo prima, devo capire se mi manchi, ho paura di sentirti come una sorella, devo stare un pò da solo". L'ho pregato, ho pianto, ho fatto di tutto ma non ha cambiato idea. E' passata una setimana in cui ci siamo sentiti solo il martedì xkè l'ho chiamato io, poi ci siamo visti la domenica e mi ha detto di non amarmi più, di non vedermi più al suo fianco, nel suo futuro. Ho fatto di tutto e gli ho detto di tutto per cercare di convincerlo ma è stato inutile addirittura mi ha detto "meglio ora prima che ci facciamo troppo male".Hocontinuato a cercarlo e oltre ad essere ancora convinto mi ha detto\"se dovessiripensarci sarò io a chiamarti e a cercarti,per ora sto bene così,libero difare quello che voglio,di andare dove voglio senza avere sempre senzi di colpao litigi e discussioni con te\".Ha detto infatti che per causa mia si èallontanato dai suoi amici più cari,che per stare con me ha rinunciato a lui ea quello che voleva fare per non litigare con me o farmi soffrire.Io sono unaragazza molto insicura,ho sempre avuto paura di essere lasciata,gelosa,non mifidavo del tutto e spesso quindi c'erano litigi quando lui usciva senza dime. Non riesco a capire però come può finire una storia così lunga, piena ditutto, amore, passione, litigi, lontananze, ritorni.Da tempo mi spingeva a laurearmi al più presto perchè stanco di una vita da fidanzati,voleva che non ci fosseropiù saluti la sera sotto casa,vivere la nostra vita a due,avere la nostrafamiglia.Ed ora , tutto finito, non mi cerca più, non chiede agli amici come sto,non pensa a come posso stare male, non capisco e non mi do pace anche perchèmi dice di volermi un bene immenso.Quando ci siamo visti era nervoso,come senon riuscisse a perdonarmi per quel venerdì sera,per quello che forse senzavolerlo gli ho tolto e non fa altro che dire "per ora sto bene così",e mi dice guardandomi negli occhi di non avere un'altra.Lui è un tipo molto sincero quindi non penso che menta,dentro di me poi sento che non c'è nessuna ma non capisco.Sto male,non riesco a dormire, mangiare, studiare, piango e mi sento lacerata,svuotata,in colpa e non so che fare. E' già passato un mese e misembra che si stia allontanando,sto cercando di non assillarlo ma è difficilenon sentirlo,vederlo sapere come sta,so solo qualcosa tramide la madre che mi vuole bene e di nascosto cerca d'informarmi.Cosa devo fare,aiutatemi,come si fa a dimenticare una storia di 11 anni così,in un momento,come si fa!Come puòessere finito l'amore,come??? Come può una persona avere voglia di te lasettimana prima, fare l'amore con te,sentirti e poi dopo una stupida seppurforte litigata lasciarti e dire che non ti ama più,quando poi ti ha detto chevuole che tu sia la donna della sua vita,come si fa?La mia vita è finita,nonriesco più a proiettarmi nel futuro senza di lui,mi sento morta dentro e non so come andare avanti,è un pensiero fisso,prego e cerco di aspettare pensando allesue parole "se dovessi rendermi conto sarò io che ti verrò a cercare "ma forse sono la mia rovina perchè questa situazione mi sta uccidendo poco allavolta. Aiutatemi,vi ringrazio

SE STIAMO INSIEME E' PER LUI UN ONORE

antonio Età: 31 Stanotte...mi arrovvellavo l'anima in cerca di rassicurazioni riguardo la solidità del rapporto che sto avendo da cinque mesi: sono consapevole di essere un geloso, insicuro e incurabile testardo. Navigo su internet e incontro questo sito: beh ho avvertito un piccolo squarcio nel cuore... ma stranamente leggendo le pagine con un'avidità famelica... ho provato ad andare giù giù nella ferita: nella mia vita, ho 31, anni ho avuto tantissime ragazze, ma di storie serie tre: sono stato lasciato da chi aveva perso letteralmente la testa per me. Hanno fatto salti mortali per mettersi insieme a me... e poi... la delusione, i litigi, le scenate di gelosia, la noia, l'indifferenza, la sfiducia, l'evasione verso altri lidi, la fine...del rapporto, e un dolore invalidante.... giorni chiuso in camera a piangere... ricordando i bei momenti... ma ignaro in parte dei tradimenti fatti per insoddisfazione perchè la partner non dava amore... attenzioni... affetto... in cambio di atteggiamenti gelosi, ricattatori, da inquisizione... me ne rendo conto...non so che cavolo di testa mi ritrovi... ma se le storie durano due tre anni è perchè di qualità ne ho tante: dolce, affettuoso, intelligente, deciso, riflessivo, disposto ad aiutare... ma alla fine ho capito che dietro tutta la mia disponibilità c'era appunto il desiderio di essere ben accetto, gratificato.. e se non ottenevo ciò... concludevo non mi ama... sembra adolescenziale questo sfogo...ma quanta sofferenza può causare un modo di porsi nei confronti dell'altro fatto dalla presunzione che se stiamo insieme è per lui un onore, e deve dimostrarlo... ma nel momento in cui siamo cattivi... ci viene il senso di colpa.. la paura di perderlo, in realtà, di sentirsi soli e dei falliti, mentre il ricordo della felicità passata insieme ci sprona nelle profondità dell'umiliazione e della disperazione...