giovedì, novembre 30, 2006

PHILOFOBIA (PAURA D'AMARE)

Adesso caro Dottore Legga bene, legga bene quello che sto scrivendo!
Le scrivo a seguito di aver letto l'articolo sulla philofobia(
http://www.maldamore.it/Philofobia.asp) perché a me le "cose amorose" fanno spesso incazzare.
Quando magari alle superiori cercavo anche delle SEMPLICI AMICIZIE femminili queste mi si rivoltavano contro PERENNEMENTE.
Tra ragazze che ti usano per i loro scopi, quelle che ti invitano facendo finta di essere single per il solo scopo di scagliarti contro il loro fidanzato... guardi... comincio a capire perché sta philofobia esista!
Infatti ogni volta che vedo coppiette in giro e bigliettini di San Valentino o simili mi verrebbe voglia di spaccare tutto. Non ha IDEA di quanto odio e di quanto disprezzo provi nei confronti di queste cose.
Mettiamo anche il fatto che quand'ero piccolo tornavo a casa da scuola terrorizzato perché piangevo con difficoltà d'inserimento e ogni volta che tornavo a casa piangendo erano botte, a scuola invece le maestre ce l'avevano con me perennemente del fatto che "ti fai aiutare dalla mamma!" (come se gli altri non lo facessero...). Il bello? E' che ho pensato per anni che prendersi un ora sberle e di sculacciate violente in faccia, sul culo etc. fosse una cosa normalmente praticata anche in altre famiglie, da non parlarne con nessuno pensando "massì tanto chissà quanti se le prenderanno"!
Ho capito solo dopo molto tempo che questa era una fesseria!
Non ha la MINIMA IDEA di quanto sia stato trattato male dalle ragazze, tra maestre e ragazze alle superiori (che sono quelle che mi han trattato peggio).
Poi confesso che nemmeno io mi sono comporatato benissimo. Alle medie picchiavo ragazze spesso e volentieri, nemmeno io so esattamente come mai... forse volevo vendicarmi in qualche modo del torto subito da mia madre... comunque sia quando poi la vedevo piangere smettevo la consideravo una vittoria. Quando capii che il mio comportamento era sbagliato smisi di menare ragazze... fino a quando durante le superiori non ricevetti ingiustizie da parte di ragazze. Arrivai ad un certo punto che mi ritrovai ad odiare le donne con tutto me stesso. La prima fu in prima superiore appunto che una a cui andavo dietro in complicità di miei compagni di classe, voleva uscire con me, ma quando poi mi dicevano "a lei piace che ti tiri su i capelli, che ti vesti da figo" mi dicevo "questa pretende troppo" e allora quando chiamava magari al cell manco rispondevo. Succedeva spesso che quando delle ragazze che mi salutavano e mi cercavano mi sentivo impaurito, perché pensavo che volessero ferirmi e/o prendermi in giro in qualche modo e allora aggredivo spesso verbalmente. Così per anni ho preso distacco dalle ragazze. Mia madre poi spesso mi diceva che durante il sonno dicevo cose molto brutte sulle ragazze.
Così ritenendo che il gruppetto di ragazze mi salutasse per prendermi in giro tipo "ciao bel ragazzo" (mi han detto che in realtà loro erano solo interessate a me... bah... sarà...) e allora al massimo io alzavo la mano e si mettevano a ridere... ma più si mettevano a ridere più la rabbia in me cresceva...
Ho anche sempre avuto una bella voce... tanto che spesso mi chiedevano di cantare... qui ci stavo proprio perché cantare mi piace, ma quando poi ridevano e mi chiedevano di cantare ancora tiravo fuori che non ho più voglia o che non mi va.
Così mi chiesi se non fossi il loro cagnolino. E dato che non mi va di essere sotto gli ordini di qualcuno un giorno mi comportai veramente male con queste ragazze in autobus, anche perché usavano un nomignolo che mi infastidiva parecchio!
ragazza 1: "Andrella DAI CANTA!"
io: "no!"
ragazza 1: "DAIII su!"
io: "Che vuoi?"
ragazza 2: "oh ma che cattivo! Voglio solo che canti eh!"
io: "bene e io voglio che tu ti faccia i cazzi tuoi ok?"
poi cominciando a parlare di questioni sentimentali
"ti piace lei? Ti piace questa ti piace l'altra?"
e dandomi dell' "uomo di chiesa" (ce l'ho un po' su con la cosa in quanto mia madre era catechista....)
io allora scoppiai d'ira "che vuoi da me STRONZA!"
e un'altra
Daria: "Andrella Andrella dai canta 'O quale Gioia!' "
io: "Daria BALDRACCA (=puttana) che vuoi?"
e piombò il silenzio generale
così quando l'autobus si svuotò un po' mi sedetti vicino ad una e le detti una botta in testa ed era ammutolita ad un altra poi le risposi male e ne menai altre due o tre.
Il bello era che mi sentivo come un eroe quando lo avevo fatto e il giorno dopo ero felicissimo perché non avevano più il coraggio di chiedermi nulla.
Il problema è che mi rendo conto che non è stato un bel comportamento e tutt'oggi mi pento di come mi son comportato.
Tutt'oggi faccio una fatica bestiale a fidarmi delle donne, soprattutto se coetanee perché con quelle adulte fare discorsi seri è possibile almeno e in qualche modo e soprattutto non prendono in giro o ridono per sciocchezze.
Concettualmente non sono affatto timido, anzi, a volte mi faccio vedere anche troppo.
E succede anche spesso che delle amiche di mia madre o dei miei amici mi domandino della mia condizione sentimentale. Alle amiche di mia madre rispondo indietro tranquillamente, spesso anche con offese, tanto a me non interessa delle figure di merda, sono parecchio sicuro di me. Tant'è che all'ultima che mi fa "ma hai la morosa"
io: "no!"
lei: "mai avuta?"
io: "... no ..."
lei mi fa "ma non preoccuparti se non l'hai mai avuta, quelli che stanno più soli sono quelli che si tengono una per più tempo"
io allora ho ribattuto male dicendo: "ascoltami bene troia punto 1) tu non mi piaci e punto 2) non mi piace affatto parlare di me e del mio status sentimentale in particolar modo. Punto 3 io sono dell'idea che stare insieme ad una non serve assolutamente a niente e conosco più casi di gente che è danneggiata dai rapporti di coppia che non di gente che sta bene e ammesso lo stia lo starà per un breve periodo"
Inutile dire quanto mia madre abbia brontolato per ciò quando io mi leggevo tranquillamente il manga steso sul letto.
Però il punto è un po' questo è come se fossi diviso in due: da un lato la cosa non mi dispiacerebbe, dall'altra invece provo un disprezzo e un odio abnormi per questo genere di cose.
E mi creda è un casino.... perché anche quando una mi saluta e mi incazzo ormai vado via per non farle del male...
mi chiedo come uno che come me scriva anche poesie bellissime dedicate a ragazze possa provare anche cose esattamente contrastanti.
So che lei non potrà fare molto perché scrivere online è un discorso e per parlare di quest'argomento di persone un'ora di seduta a settimana non sarebbe comunque sufficiente. E comunque questa è una di quelle cose che andrebbe risolta "sul campo"... il problema è che non è facile risolverla, sono di una chiusura unica... non parlo mai di me
Mi dicono "basta essere sè stessi" ma belli miei io son me stesso da ventun'anni... a volte avrei voglia di prendere a schiaffoni chi dice simili cagate, perché nessuno ha vissuto quello che ho passato io e quindi nessuno può capire.......
Dr. Knights
come può intuire dal nick scrivo dal ......... e ho notato dove sono i seminari... sono tutti abbastanza lontani da me.
Allora le permetto di mettere il mio intervento nel blog: sa perché? Finalmente esiste UNA persona che invece di rispondere malamente con risposte banali e scontate tipo "non hai ancora trovato quella giusta" (quando chi parla magari ha avuto 70mila relazioni senza mai trovare quella giusta, apperò!) oppure mi va a dire che l'amore è la cosa più bella del mondo quando magari una loro storia è appena finita e stan soffrendo come cani o chi mi consiglia di andare dallo psicologo quando vedo la stessa psicologa in occasioni diverse da quando avevo 6, 7 o forse 8 anni. Ciò che è curioso è che la maggioranza di cantanti che ascolto non si possono in alcun modo dire "anti-love"... tutt'altro, la mia cantante preferita sostiene che bisogna vivere la vita con coraggio e con chi siama... il coraggio non mi manca... qualcuno da amare sì!

La sua "difficoltà" ad amare o a trovare la persona giusta nasce da un rapporto ambivalente con le figure femminili, un rapporto d'amore e odio allo stesso tempo. Tale rapporto, come accenna anche lei nell'email, potrebbe nascere dal tipo di relazione conflittuale che lei ha con la figura materna. Ma per la limitatezza della consulenza online mi debbo fermare qui. La invito, però, a leggere la seguente storia ed a rifletterci sopra, le sarà d'aiuto.
IL PICCOLO PRINCIPE (capitolo XXI) di Antoine de Saint-Exupery
In quel momento apparve la volpe. "Buon giorno", disse la volpe. "Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno. "Sono qui", disse la voce, "sotto al melo... " "Chi sei?" domandò il piccolo principe, "sei molto carino... " "Sono una volpe", disse la volpe. "Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, sono così triste... " "Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomesticata". "Ah! scusa", fece il piccolo principe. Ma dopo un momento di riflessione soggiunse: "Che cosa vuol dire "addomesticare"?" "Non sei di queste parti, tu", disse la volpe, "che cosa cerchi?" "Cerco gli uomini", disse il piccolo principe. "Che cosa vuol dire "addomesticare"?" "Gli uomini" disse la volpe, "hanno dei fucili e cacciano. È molto noioso! Allevano anche delle galline. È il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?" "No", disse il piccolo principe. "Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "addomesticare?" "È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami... "Creare dei legami?" "Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo". "Comincio a capire" disse il piccolo principe. "C'è un fiore... credo che mi abbia addomesticato... " "È possibile", disse la volpe. "Capita di tutto sulla Terra... " "Oh! non è sulla Terra", disse il piccolo principe. La volpe sembrò perplessa: "Su un altro pianeta?" "Si". "Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?" "No". "Questo mi interessa. E delle galline?" "No". "Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe. Ma la volpe ritornò alla sua idea: "La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano... " La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe: "Per favore... addomesticami", disse. "Volentieri", disse il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose". "Non ci conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!" "Che cosa bisogna fare?" domandò il piccolo principe. "Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti siederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino... " Il piccolo principe ritornò l'indomani. "Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe. "Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro,dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore. Ci vogliono i riti". "Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe. "Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedi ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedi è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza". Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l'ora della partenza fu vicina: "Ah!" disse la volpe, "... piangerò". "La colpa è tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi... " "È vero", disse la volpe. "Ma piangerai!" disse il piccolo principe. "È certo", disse la volpe. "Ma allora che ci guadagni?" "Ci guadagno", disse la volpe, "il colore ...del grano". Poi soggiunse: "Và a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto". Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose. "Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo". E le rose erano a disagio. "Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perchè è lei che ho innaffiata. Perchè è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perchè è lei che ho riparata col paravento. Perchè su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perchè è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perchè è la mia rosa". E ritornò dalla volpe. "Addio", disse. "Addio",...disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi". "L'essenziale è invisibile agli occhi", ripetè il piccolo principe, per ricordarselo. "È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante". "È il tempo che ho perduto per la mia rosa... " sussurrò il piccolo principe per ricordarselo. "Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa... " "Io sono responsabile della mia rosa... " ripetè il piccolo principe per ricordarselo.

VORREI AIUTARLA

luca N° di riferimento: 957840336 Età: 30 Buonasera, Dottore, ho 30 anni e sono un medico; circa tre anni fa mi sono innamorato di una donna ammalata di anoressia nervosa; malgrado mi rendessi conto della gravità della situazione che stavo affrontando mi sono lasciato trasportare da quello che avveniva tra noi e abbiamo deciso di vivere insieme; ciò che abbiamo condiviso nei primi mesi della nostra relazione è stato di più di tutto quello che avevo sperato nella mia vita; avevamo tutto,veramente; vedevo la vita in lei. e adesso vedo la morte. Improvvisamente è apparso come un fantasma di inquietudine, senso di colpa, rimorso ed ira che ha investito ogni momento della mia vita; ad ogni suo giorno di fame, dolore e allontamento ho risposto solo con rabbia e rimpianto. Mi sento fallito come uomo e come medico; davanti a lei è come se ogni volta crollasse ciò in cui ho creduto: la possibilità di aiutare un altro essere umano; e questo mi getta nel panico e nella violenza.Ci sono stati litigi furibondi e sono volati schiaffi, soprattutto da parte mia; ho quasi perso il mio lavoro perchè sinceramente davanti a quello che sto vivendo non me la sento di assumermi la rsponsabilità di sostenere nessuno; continuo a chiedermi, stupidamente, perchè davanti a qulasiasi malattia, di pazienti, mia, di mio padre, sono riuscito a capire ciò che dovevo fare, a vedere una strada, e davanti a questa donna NO, non trovo la forza per andare avanti, solo colpa, panico per il timore di perderla e ira profonda. Ho deciso di troncare questo rapporto anche se spero ogni notte di ritrovarla la mattina al mio fianco al risveglio, non voglio più urlare con lei, vorrei solo amarla ma mi accorgo di non esserne capace. Mi aiuti la prego, Luca
Luca, non si deve assolutamente sentire fallito nè come uomo, nè come medico. L'anoressica è una persona che difficilemente ammette di esserlo e conseguentemente non accetta nessun aiuto, a maggior ragione se ad offrirglielo è una persona a lei vicino. E non è neanche facile starle vicino senza essere coinvolto dal dolore. L'unico aiuto che le può offrire è convincerla a farsi aiutare da uno specialista od in un centro. Cordiali saluti.

RITORNA NEI SOGNI

monichina N° di riferimento: 268898953 Età: 35 La mia storia è finita più di 2 anni fa dopo 4 anni di cui 3,5 di convivenza. E' finita per me in maniera inaspettata ed è stata la prima volta che è stato l'altro a porre fine alla relazione. Da quando è finita ho fatto tutti i passaggi: dolore, rabbia, mi sono trasferita ritornando nella mia vecchia città dalla famiglia e dai vecchi amici, quindi non l'ho piùvisto, mi sono dedicata a me stessa, ho comprato una casa tutta mia, mi sono iscritta a tutti quei corsi che da sempre avevo accantonato o posticipato. Oggi mi sento più forte. La rabbia non c'è più, direi quasi che l'ho perdonato, forse più che altro ho capito. quello che non capisco è perché non passa? Da qualche settimana lo sogno e non sono mai dei bei sogni perché malgrado io ci stia insieme lui è freddo e distante e io soffro, tanto che mi sveglio già con "la morte nel cuore".Eppure razionalmente non lo amo più, non vorrei più tornare con lui, so che si è rifatto una vita con una nuova compagna e un figlio. Io non ho ancora trovatoun altro uomo, ma so che ci sarà, certo non voglio accontentarmi...Ma allora perché questi sogni che mi fanno iniziare male la giornata???? Cosa devo fare per superare definitivamente questa storia???Aiuto...e grazie.
Certe ferite per quanto si possano cicatrizzare, di tanto in tanto possono far ancora male. E' quello che è successo a lei. Non si meravigli se certi ricordi ritornano nei sogni, non vuol dire che non ha superato il lutto della perdita. Stanno solo a significare quanto sia stato profondo il dolore. E, forse, non lo potrà mai cancellare del tutto dalla sua vita, perchè fà parte della sua vita. Saluti.

ANAFFETTIVITA'

lauriel N° di riferimento: 400999004 Età: 36 HO bisogno di conferme ai miei dubbi ormai forti riguardo al mio rapporto di coppia. é tempo che penso che non ci sia piu' altro che un rapporto di amicizia col mio partner in quanto, vivendo da ormai ( solo!!!!!) da due anni ho notato che l'approccio fisico si limita a preliminari fugaci. Io soffro molto del fatto che da parte del mio ragazzo non ci sia il desiderio ne' di un bacio ne' di un abbraccio e per questo percepisco che da parte sua non ci sia affettivita'; piu' di una volta nelle discussioni gli ho fatto capire questa sfumatura ma ho avuto risposte evasive o al massimo la giustificazione che lui è fatto inquesto modo ( non so se crederci molto...). Entro in conflitto con me stessa perche' penso che a questo punto non gli piaccia che non ha desiderio per me e cio' in me provoca il non sentirmi piu' donna. Sto incominciando a capire che questo suo modo di relazionarsi a me esplica il non volere intimita' oltre che affetto. Ho sempre sostenuto che il bacio è la forma piu' intima dell'amore e proprio per questo ho paura che non ci sia piu' nulla.Credo che il suo approccio con le donne precedenti sia stato questo o forse no....o forse che ilsuo modo di vedere una donna è quello fatto di preconcetti passati. Sento chiusura.....mi domando tante cose.....come si puo' voler bene senza nessuna forma di affetto.ORA io mi domando......: questo ragazzo che mi vive accanto....., mi vuole nascondere una parte di se'.......e perche'......."sbaglio"?A questo punto ho paura che il rapporto sia finito....che ci sia forse da dirsi poco....non lo so.....Sono sempre stata io ad essere accomodante verso questo tipo ti atteggiamento.....ma ora non mi sembra giusto per me e per quella parte che è stata negata nel rapporto....quindi ho deciso che se è cosi' non ci deve essere oltre in tal senso......Non ho alternative per fargli capire che c'è qualcosa che non va tra noi..... o semplicemente è che non c'è e forse non c'è stato mai nulla.......Ci possono essere delle cause profonde in lui.....forse derivanti dall'educazione familiare? Spererei tanto che mi rispondesse.......grazie

L'anaffettività e la mancanza d'intimità sessuale del suo partner potrebbe essere dovuta a: tratti caratteriali; essere la sintomatologia di un disagio psichico; il frutto di un disfunzionale educazione familiare o più semplicemente i segni della fine di un amore. Sta a lei, insieme a lui, rendersi conto delle reali cause. Saluti.

giovedì, novembre 23, 2006

CONDANNATO ALLA SEPARAZIONE


BUONA SERA DOTTORE
Mario , 46 anni residente nel nord-est d'Italia.
Da 16 sposato e “ condannato alla separazione “ causata dal disagio di una moglie innamorata di un ragazzo di 23 , di 19 anni più giovane .
Secondo lei il disagio era precedente alla storia iniziata, non mi ama più , non le piaccio più fisicamente, non condivide il mio modo di pensare ecc.ecc.
Il tutto va avanti da circa 4 mesi e non so fino a che punto si sia spinta questa relazione. Se al momento , in attesa di separazione, sia soltanto virtuale o sia andata oltre.
Attualmente vivo da mia madre , nello stesso stabile della nostra abitazione.
Mi permetto di allegare uno scritto che se ne avrà voglia e tempo le potrà illustrare meglio la situazione.
Ringraziandola anticipatamente, le porgo i miei più distinti saluti, sperando che continui ad illuminare persone che in questo momento, come me, vedono soltanto buio.
"Onestamente non ne posso più. La situazione che si è creata , è diventata insostenibile.
Dovrei farmi forza , ma non ci riesco. Dopo 16 anni di matrimonio ti senti dire che non sei più amato, che non piaci più, che perfino il carattere non è più lo stesso , nemmeno il tuo modo di pensare è condiviso ; ma che cosa sta succedendo ? Sono talmente cambiato che la donna che ho sposato e con la quale ho un figlio mi rifiuta? Non lo so !!!!!!. Sicuramente qualcosa in me è cambiato , ma non così radicalmente da indurre una donna a distruggere un matrimonio che tra alti e bassi, come tutti, non ha mai avuto scossoni o momenti di difficoltà insuperabili. Non ci capisco più nulla. Unica spiegazione datami è che “ l’amore può finire come è cominciato” > “ non sono ne il primo ne l’ultimo” > “ che non è colpa tua “.
Dovrei rinunciare a quello a cui ho creduto e dedicato parte importante della mia vita? Dovrei arrendermi e rassegnarmi ad accettare una decisione che non ho preso io e che inevitabilmente andrà a compromettere la serenità di un bambino di sette anni oltre che quella di entrambi? Secondo mia moglie : “ SI “ . D’accordo, in un matrimonio bisogna essere in due a remare nella stessa direzione, ma diventa difficile remare quando l’altro si lascia andare , si invaghisce di un ragazzino di 19 anni più giovane credendo di ritrovare con lui la serenità che in questo periodo è venuta meno. “ Voglio cambiare vita, essere più libera, andare a divertirmi senza problemi visto che gestisco la mia vita” > “ di vita ne ho una e non la voglio sprecare “ .
Che cosa è la libertà a 42 anni ? Che cosa c’è di più importante di una famiglia ?
Da quando si è venuta a creare questa situazione, sono diventato geloso, diffidente, ombroso.
Non ero così. Non sono mai stato geloso di nulla , ho sempre cercato di essere presente e discreto , di non invadere la sua libertà , di rispettare e aiutare chi me lo chiedeva , senza contropartita . Non per scarso interesse ma soltanto perché reputo giusto che ogni individuo abbia la propria libertà , il proprio io , a maggior ragione riferito alla persona con la quale si è deciso di passare insieme la propria vita. Entrambi lo decidemmo.
Mi sento tradito nei sentimenti che in un matrimonio sono la cosa più importante. L’amore , dopo un periodo di tempo più o meno lungo , cambia aspetto e si trasforma da passione ad affetto, da trasporto a coinvolgimento, passando per la complicità , l’aiutarsi, il capirsi, il sopportarci, lo stimarci. Diventa difficile credere che tutto questo coktail di sensazioni sia svanito in così poco tempo. Non voglio incattivirmi, non è nel mio carattere. Troppe cattiverie dette, moltissime delle quali non da me. Troppe illazioni, sospetti, sotterfugi. Ho tentato con delle lettere, niente, con maniere poco ortodosse, niente, parlarle, niente e addirittura facendola convocare da un avvocato , per spaventarla ma il risultato è rimasto invariato e cioè NIENTE.
All’avvocato ho detto dall’inizio che in qualsiasi modo avrei tentato di salvare il mio matrimonio
Si vuole separare e non ci sono ragioni che la facciano desistere. Come sarà tra qualche anno quando avrà circa 50 anni ? Lui ne avrà circa 30 e gli interessi saranno per forza di cose diversi. Vuoi per l’età , vuoi per il fisico. Non si sta rendendo conto che è solo una infatuazione , anche se lei sostiene il contrario. Secondo lei il disagio c’era precedentemente, fatto sta che la cosa è degenerata da quando lui si è intestardito , si è innamorato, e non l’ha lasciata in pace. Adesso è lei che lo chiama ripetutamente o gli spedisce 20/30 messaggi al giorno. Tralasciando le telefonate .
Ha un comportamento adolescenziale , da ventenne, ma non si rende conto che se si parlava forse non saremmo a questi livelli. Amare non è guardarsi…. è guardare nella stessa direzione. La direzione era quella di avere un futuro più sereno, lavorando entrambi con lo scopo di toglierci qualche sfizio, di crearci una casa accogliente,di crescere il nostro bambino insieme infondendo in lui il valore della famiglia, dell’affetto, con ruoli differenti ma sempre importanti. Il cambio di abitazione , faceva parte di quel progetto accettato da tutti e due per migliorarci e migliorare. Non solo economicamente.
Capirei il distacco l’uno dall’altro se in mezzo non ci fosse nessuno. Purtroppo, in mezzo qualcuno c’è e non ci posso fare nulla. L’ha ascoltata , forse aiutata in un momento di difficoltà dovuto a stress,lavoro,impegni. Quello è ed è stato un mio torto, quello di non ascoltare. Di averla data per scontata al mio fianco. Preso da lavoro, nuova attività di mio fratello, dolore fisico(ernia) non ancora del tutto sopito, stanchezza,il rimanere senza auto, ecc.ecc. Secondo il mio punto di vista non sono sufficienti tutte insieme queste motivazioni per lasciarci, o meglio per lasciarmi. Quante volte ho dovuto portar pazienza , accettando il rifiuto sessuale, (troppo stanca, troppo tardi, muoviti che ho sonno, bisogna essere in due a volerlo, ecc.) accettando il non voler uscire( sto bene a casa, mi piace guardare la tv, ecc.) accettando le umiliazioni rivolte alla mia famiglia di origine , senza mai replicare sulla sua di famiglia . Si accetta perché si ama, si lascia correre, non si da importanza alle cose dette in un momento di rabbia. Si ama e basta. Tra noi c’è sempre stata stima anche se non c’è lo dicevamo spesso. Il suo carattere riservato e chiuso , non molto differente dal mio, mi è sempre piaciuto come a lei piaceva il mio non parlare, i miei silenzi, i miei momenti di ilarità improvvisi. Ora può essere tutto finito ? In soli pochi mesi? Mi sembra impossibile.
Spesso passo da momenti di tranquillità a momenti di sconforto,disperazione , coinvolgendo le persone che mi sono vicine , che mi stanno aiutando e che mi vogliono bene. Adesso non sarei proprio un buon papà, coinvolgo involontariamente anche la persona che più di ogni altra al mondo mi sta a cuore, il mio bambino. Mi vede piangere, arrabbiarmi e certo non è il modo migliore per farlo crescere. Sentendo lei , avrà sempre una mamma e un papà. Certo, ma in che modo li avrà? Dovendo chiedere se può andare in un posto o da qualche parte con papà o chiedendo se potrà andare da qualche altra parte con mamma ? Da soli ? accompagnati da chi? Inevitabili queste domande !!. L’interrogarlo di come ha passato la giornata con uno o l’altro genitore , su chi c’era , su che cosa gli è stato detto ? Mio figlio è un bambino sveglio e sensibilissimo, ha già capito tutto e perciò ogni tanto chiede qualcosa , si informa , trae le proprie conclusioni ma essendo ancora piccolo non se ne rende conto appieno.
Ci sono sacrifici che una mamma ed un papà devono fare per i propri figli e non intendo solo sacrifici economici , ma anche scelte di vita che non vadano ad intaccare il crescere della persona che non ha chiesto di nascere, che è frutto di un amore, che non deve essere ferita dalla vita prima ancora di conoscerne il contenuto e le inevitabili amarezze che questa gli riserverà. Magari fosse più grande !! Forse comprenderebbe di più e prima, ne sarebbe ,forse, meno turbato . Non vorrei che mio figlio abbia lo stesso dispiacere mio, quando anche i miei si separarono per un periodo di tempo . In quel periodo non ero particolarmente felice, pur avendo una mamma forte e combattiva , che non mi ha mai fatto mancare nulla nel limite delle possibilità,di affetto,di cure. Un figlio è un legame unico ed inscindibile , che non potrà mai essere spezzato da niente e da nessuno, se interessa il bene di quest’ultimo.
Dobbiamo entrambi interrogarci su che cosa è giusto o sbagliato , tralasciando gli interessi o le aspirazioni personali nel bene di colui che abbiamo generato.
Non dico di annullarci come persone, anzi , il contrario, ma di valutare se tutto ciò è importante a tal punto da frantumare un legame che dura da tempo e nel quale , almeno io, ho investito e creduto e dal quale si può ancora estrarre qualche cosa di positivo.
Un “ mea culpa “ lo dovremmo fare entrambi , forse in proporzioni diverse, considerando anche le difficoltà alle quali andremo incontro con una separazione.
Come ho detto prima, non mi esimo dal prendermi le responsabilità nel disagio provocato alla mia compagna, ma neanche lei deve considerarsi esente da colpe dalle quali è nata questa situazione,precedentemente all’avvento del terzo incomodo. Si ama e basta. Non intendo “ sopportazione o prevaricazione” degli altri, ma soltanto comprensione, aiuto reciproco, amore.
Si da e si riceve come spesso ci è capitato in questi anni . Non vorrei essere frainteso, mia moglie non è un mostro di cattiveria, o una persona superficiale. L’ho sposata per la sua intelligenza, per il suo essere semplice, per la razionalità con cui affronta determinate situazioni, per il suo aspetto , oltre ai mille perché che ancora potrei citare.
Rimango dell’idea comunque che in questo momento non sia lei. Almeno emotivamente.
Sono combattuto se aspettarla o se chiudere definitivamente il nostro rapporto.
Aspettare quanto? Sarò poi in grado di ,eventualmente , amarla come prima ? Sarà in grado di essere sincera e leale con me ? Saprò perdonare ?
Non ho risposte, solo il tempo me le darà.
Se dovessi ascoltare sua mamma, dovrei continuare ad insistere , a circondarla di affetto, a non lasciarla andare. Se invece dovessi ascoltare la mia di mamma , dovrei lasciarla andare , liberarla da quello che adesso come legame le sta stretto, in modo che capisca che cosa si è persa . Mia sorella invece , di non essere cattivo ma di recuperare la mia autostima e di fregarmene, in modo che capisca l’errore ed eventualmente ritorni su i suoi passi preservando i miei diritti e quelli di mio figlio e, prima lo farò , prima se ne renderà conto. Altre persone con le quali mi sono confidato , mi dicono che una persona così è meglio perderla che trovarla, altri che è una crisi passeggera, che la relazione non avrà più di tanto seguito.
Come sono sempre stato, calmo e riflessivo, ascolto valuto e poi autonomamente decido.
Per quanto lei dica che mi faccio condizionare da mia madre . La ascolto certo, è sempre mia madre, le porto il massimo rispetto, ma ormai a 46 anni faccio quello che voglio e penso di averlo ormai dimostrato visto che sono 16 anni che sono fuori casa.
Non vorrei essere compatito o un po’ deriso come ultimamente mi sta capitando. La gente, specialmente in una piccola comunità come la nostra , parla , critica, comprende ,aiuta all’occorrenza o ti evita. Vuole rimanere ad abitare nel nostro paese nonostante le abbia offerto di ritornare a ........ , di rinunciare a quel progetto che ci eravamo prefissati, e come attenuante dichiara che nostro figlio si è integrato e non vuole creare disagi al bambino. Da buona mamma la capisco, ma da marito, forse, tradito , ho qualche dubbio.

Mario al di là delle sue considerazioni e di quelle dei suoi familiari su quello che è successo a lei ed a sua moglie, la invito a "vedere" oltre le apparenze. Ed oltre le apparenze và capito perchè sua moglie si è innamorata di una persona di 19 anni più giovane. Perchè nonostante il bambino e i condizionamenti subiti abbia deciso comunque d'interrompere la relazione. Ridurre il tutto ad un impeto di passione adolescenziale di sua moglie nei confronti di un giovane, non aiuta ne a capire ne a risolvere. Si chieda se la fine della relazione, forse era già preannunciata, e la conoscenza dell'altro l'ha potuta solo accellerare. Si chieda che cosa affettivamente è mancato nella relazione, oltre a ciò che era presente. Provi a guardare l'altra faccia della medaglia, anche se è duro e doloroso. La saluto con questi versi di Gibran:
"L'amore, come un corso d'acqua, deve essere in continuo movimento, ed è proprio per quello che tu fai con me. Ma che cosa accade alla maggioranza delle coppie? Credono che le acque del fiume scorrano per sempre, e non se ne preoccupano più. Poi arriva l'inverno, e le acque gelano. Solo allora comprendono che niente, in questa vita, è assolutamente garantito. "

FORSE NON SONO PRONTA?

m83 N° di riferimento: 289373695 Età: 23 Gentile Dottore, ho 23 anni e da quando avevo 18 anni ho iniziato ad avere dei disturbi d'amore in coppia che anche grazie al Suo aiuto, quest'anno ho capito la provenienza ossia da un rapporto particolare un po' ossessivo con mia madre dalla quale sto cercando di staccarmi per creare una vita mia e da un rapporto con mio padre quasi inesistente che solo da qualche mese (perchè ora lavoro con lui) sto approfondendo. Prima non capivo la provenienza dei miei sbalzi d'umore, delle mie paure rivolte alla vita di coppia, delle mie ansie che a volte finivano in attacchi dipanico, adesso sto meglio, l'unico problema è che ogni tanto mi sento "inversa" e questo mio stato d'animo che si sfoga solo in coppia dura parecchi giorni, fino a tre/quattro settimane...e quando dura cosi' tanto iniziano ad assalirmi i dubbi, le ansie, le preoccupazioni, penso se la persona che ho accanto è quella giusta, se ne sono innamorata come credo ecc... E quandomi sento cosi' trovo in mia madre un rifugio, torno ad esserle più attaccata... sono paure che cercano di allontanarmi dalla persona amata, paure che come vengono vanno e allora mi ritrovo innamoratissima, a fare qualsiasi cosa per il mio compagno...Mi sembra quasi che il mio inconscio provi piacere nel pensare che la mia storia finirà, e a farmi pensare a cose che mi allontanino dal mio ragazzo... Ma io sto davvero bene con lui, tanto al punto di aver deciso di andare a vivere insieme e di averlo detto a tutta la mia famiglia (cosa davvero strana per me!)...pero' prima quando ne parlavamo senza concretizzare ero entusiasta solo all'idea, adesso che abbiamo deciso mi stanno assalendo un sacco di paure...Forse non sono pronta? Ma sarò mai pronta se continuerò con queste paranoie? Ogni tanto le mie tristezze vorrebbero sfogarsi in un pianto che pero' non riesce a sfogarsi...La ringrazio per l'attenzione e la saluto.
E' normale che di fronte al passaggio all'"atto" l'assalgono paure ed insicurezze. Quest'ultime fanno parte di ogni tentativo di cambiamento. Trovi la forza che giace nel suo profondo ed "osi". Al di là del fatto se la convivenza durerà o meno, comunque avrà ottenuto una vittoria con sè stessa. Saluti.

COME POSSO AIUTARLO

rossella N° di riferimento: 519416372 Età: 50 Ho 50 anni quando ne avevo 30 e tre figli quello che allora era mio marito mi ha lasciata scomparendo dalla mia vita e da quella dei miei figli. Sono stati anni durissimi, dopo vari rapporti con uomini più o meno della stessa tipologia di mio marito mi sono resa conto di soffrire di una dipendenza affettiva sono andata in analisi ho faticato tanto, anche perchè, fornita di scarsissimi mezzi nel frattempo lavoravo per portare avanti la mia famiglia. In qualche modo sono riuscita a sopravvivere, pur non risolvendo completamente il mio problema ma semplicemente isolandolo e le garantisco che mi è sembrata una vittoria poichè non credevo proprio di farcela. Ora vedo il mio figlio maggiore, che oggi ha 25 anni, soffrire di qualcosa di molto simile alla mia stessa "malattia". Lui è un appassionato di pugilato, pratica questo sport a livello agonistico da quando aveva 17 anni ma non riesce a realizzare quello che vorrebbe e cioè esprimersi pienamente sul ring, nonostante la sua totale dedizione (in realtà la sua vita è totalmente dedicata al pugilato : non ha una ragazza non lavora o lo fa solo saltuariamente e solo se questo non gli impedisce di allenarsi mangia dorme e respira solo infunzione dello sport e le garantisco che non esagero). Oggi 12 novembre, dopo essere stato sconfitto ai campionati regionali da un avversario che poteva battere ad occhi chiusi pare si sia reso conto che qualcosa non va, e mi ha chiesto aiuto cosa posso fare per dargli una mano?
Può aiutarlo convincendolo a chiedere aiuto ad un terapeuta. Lei è troppo coinvolta emotivamente per potergli fornire un aiuto diretto. Inoltre rischia di "proiettare" ulteriormente su di lui il suo dolore passato e che ancora non ha risolto del tutto, con tutte le conseguenze del caso. Cordiali saluti.

CONSIDERAZIONI SULL'IBRIS

360603767 Età: 31 Nella selezione di consulenze ho ritrovato me stessa quando lei parla dell'Ibris come l'irrazionale pensiero di farcela a farsi amare chi non ci ama, o, come nel mio caso, di farci amare come vorremmo.Vorrei saperne di più: quali sono le dinamiche psicologiche, perchè avviene questo, se dipende dal passato... Ho lasciato un ragazzo che anch'io avevo riconosciuto come quello giusto, avevo sentito quel famoso campanello...ma lui non ha saputo amarmi come volevo. Senza stare ad analizzare i suoi blocchi emotivi, quello che mi sconvolge è che io avevo pensato che in nome dell'amore tutto si sarebbe risolto. E invece, a distanza di giorni, lui non si è fatto sentire: perchè se dentro al mio cuore sapevo che era l'amore vero? Mi chiedo e Le chiedo: può darsi che quando qualcuno è così pronto ad amare veda nella prima persona che le capita accanto proprio "la persona giusta"? Per anni sono stata chiusa nel mio dolore, nei miei grovigli interiori... adesso che sono pronta per amare forse avrò avuto fretta di riconoscere in lui "l'ultima persona della mia vita"? Non lo so,è certo che sto male, tantissimo e vorrei che l'amore fosse più semplice per tutti, vorrei che tutti potessimo lasciarsi andare all'amore senza riserve e paura. Perchè nonostante tutto è l'unica cosa che conta veramente nelle nostre vite. Perchè oggi nessuno crede più a questo? Penso ai miei nonni che si sono amati, rispettati, voluti per 60 anni e ora che nonno non c'è più, mia nonna dice sempre che darebbe tutta la vita che le resta per abbracciarlo solo una volta. Mi racconta di quando lui la vide la prima volta: lei aveva un fascio d'erba in mano, lui le sorrise, e, prendendogli quel peso che partava, l'accompagnò a casa.... e da allora non si sono più lasciati! Perchè oggi non capita più?Forse ho sbagliato secolo per nascere, ma io non mi ritrovo proprio in tutti questi problemi che le persone fanno per amarsi. Sono semplice, con un grande cuore: vorrei solo avere un uomo da amare e che mi desse dei figli; un uomo che come me vede il suo mondo nei miei occhi... Mi dicono che sono infantile, che credo alle favole, ma non è così, so bene cos'è la vita; ne ho passate tante... Ma proprio in questo mondo non mi ci trovo: tutti cercano l'amore e poi quando lo trovano scappano o lo tradiscono, immolandolo a falsi miti. Dottore, lei parla d'amore ogni giorno, lei che può essere ascoltato, mi faccia un piacere dica a tutti una cosa: l'amore è semplice! Grazie
Alle tante domande che lei pone nella sua email e non ultima l'affermazione che lei pone, preferisco rispondere con questo brano significativo di Stephen King.
"LE COSE PIU' IMPORTANTI
Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, poichè le parole le immiseriscono, le parole rimpiccioliscono cose che finchè erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori. Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov'è sepolto il vostro cuore segreto. Come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portare via e potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto, senza capire perchè vi sembrava tanto importante da piangere quasi mentre lo dicevate. Quando il segreto rimane chiuso dentro non è per mancanza di uno che lo racconti ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare. (Stephen King)"

domenica, novembre 19, 2006

E' DIPENDENZA O AMORE ?

Ho 29 anni...vorrei raccontarvi la mia storia anche se non saprei da dove cominciare.
Circa sei anni fa ho conosciuto e mi sono innamorata di un uomo 11 anni più grande di me! E' stato l'unico vero grande amore della mia vita. abbiamo sempre vissuto una relazione a distanza in quanto lui si trova a Roma mentre io vivo a Cagliari. Ma nonostante ciò ho sempre fatto di tutto per non fargli mancare la mia presenza. Lui usciva da un matrimonio fallito alle spalle!E' stato amore reciproco immediato,un amore che col tempo diventava sempre più morboso e ossessivo. Per lo meno questo era il suo atteggiamento nei miei confronti, atteggiamento che poi è diventato anche il mio. Spesse volte pur di vederlo mi ritrovavo a dover vendere miei oggetti personali e fare grandissime rinunce. per stare un giorno in più insieme si dormiva in auto se non addirittura per strada. Ma per noi l'importante sembrava stare insieme.Apparentemente tutto sembrava normale anche se in tutto questo periodo notavo spesse volte in lui scatti d'ira,cambiamenti d'0umore improvvisi. Dopo circa tre anni ho cominciato a notare in lui strani atteggiamenti, che si alternavano a puro disinteresse o al contrario gelosia morbosa. Spariva per interi week end a volte giorni. io gli stavo dietro come un cane bastonato, sempre pronta a perdonare qualsiasi suo gesto o cosa facesse. L'importante era star con lui, solo l'idea di perderlo mi faceva star male. Ogni volta che c'era una festività e con tanti sacrifici facevo il biglietto per andar da lui, ma lui riusciva sempre a trovar la scusa per non farmi partire all'ultimo momento.E' cosi che mi ritrovavo a casa a passare sola i Natali, Capodanno e compleanni ecc. ecc.
Finchè un giorno ho scoperto che tutto ciò dipendeva dal fatto che lui portava avanti un'altra relazione, contemporanea alla mia con una miliardaria conosciuta in chat e per la quale lavorava. E in tutto ciò aveva la complicità della famiglia che mi teneva in casa quando andavo a trovare lui. Nello stesso periodo ebbi un aborto spontaneo probabilmente dovuto all'enorme stress e pianti quotidiani causato dai suoi comportamenti.
Riassumendo, nonostante ciò provai a perdonarlo, lui mi convinse di aver lasciato questa donna, ma successivamente scoprii che ancora stavano insieme.Provai a staccarmi da lui, a non cercarlo più! Ma dopo nemmeno una settimana riprese a chiamarmi e mi convinse del suo amore,mi diceva che un giorno avrei capito e che lui voleva star con me.
Provai a perdonare per l'ennesima volta ma ormai ero già caduta nel vortice della depressione. Per forse disperazione, incoscienza o idiozia,provai a farmi nuove amicizie e a uscire con un altro ragazzo. Cosa fallita in partenza in quanto nn riuscivo a staccarmi da lui e quindi vivermi serena un'altra storia.
Dopo quasi un anno lui di punto in bianco è venuto qui in Sardegna dicendomi di aver lasciato tutto per me e con l'idea di volersi trasferire subito a casa mia. Scoprì di questa mia storia ormai finita con quella persona decidendo di perdonarmi e di voler stare comunque con me. Quello era il mio sogno, vivere con lui,il mio sogno che poteva avverarsi, ma qualcosa chiaramente si era lacerato. Ne avrei potuto dire ai miei che lui veniva a vivere nella casa che mi ero appena comprata, cosi di punto in bianco. Cosi gli proposi di prendere un'altra casa o una camera per qualche mese, il tempo di frequentarci al di fuori di casa mia? e poter dimostrare ai miei che quella relazione non funzionava solo a causa della distanza. Parentesi: I miei non si sono mai messi in mezzo a una mia storia, ma vedendo quanto soffrivo e come mi ero ridotta per lui, erano contrarissimi e avendomi aiutato loro nell'acquisto della mia casa, non volevo che portandolo subito li pensassero che li avessi presi in giro. E' finita che lui è tornato su a Roma, senza capire la mia situazione, o andavo a prenderlo per portarlo a casa mia o nulla. Ma ciò che mi domando, se mi amava davvero,l importante nnon era comunque star insieme, vicini. Del resto gli chiedevo qualche mese. Mentre io lui l'ho aspettato un anno affinchè lasciasse la donna con la quale mi aveva tradito.
Ho passato anni a giustificare tutti i suoi comportamenti,a perdonare i mali e i torti che subivo. Ho perso di credibilità con tutti, amici comuni,miei genitori. Mi ha messo un fratello contro. E nonostante ciò non riesco a liberarmi di lui, a tagliare questo cordone ombelicale. Lui si comporta come se dentro lui coesistessero due persone. Mi ama e dopo 5 minuti mi odia.
Sono finita in depressione e ora in cura da uno psichiatra. E come se non bastasse la parte della vittima la fa lui ed io sono diventata il mostro della situazione. Eppure non mi manca nulla, ho un buon lavoro,una casa, la danza. Ma non sono felice!
Il problema è che io è come se rimuovessi dalla mia mente le cose brutte e mi aggrappo solo ai bei ricordi,ai bei momenti anche se mi chiedo,forse sono io che ho idealizzato tutto?E come se non volessi accettare le cattiverie subite, come se lo giustificassi per tutto!Spesso penso anche che sia stata in fondo colpa mia.Mi sento in colpa per il fatto che non stiamo insieme, per il fatto che comunque lui poi ha lasciato tutto per stare con me.Ed io ho scelto la mia famiglia a lui (non la mia vita a lui)!Mi sento in colpa per il fatto che lui possa star male, mentre tutti mi dicono chesicuramente lui stà pensando a tutto tranne che al mio dolore.
Forse la mia è davvero solo dipendenza e non amore.Lui mi conosce talmente bene da aver capito che la mia è solo dipendenza. Forse si.Ma forse non conosce tanto bene se stesso da aver capito che nemmeno il suo è amore!Io la penso cosi. Ma stò male nonostante ciò.E se non lo cerco io magari lo farà lui!E' doloroso staccarmi, mi manca da morire, perchè???Perchè son cosi ottusa. Mi vergogno di me stessa.Mi sento come quelle donne picchiate dai mariti che non reagiscono e li difendono!Mi sputerei in faccia.

QUANDO LA RAZIONALITA' VIENE MENO

ANNA N° di riferimento: 766294576 Età: 33 Salve 5 anni fa ho conosciuto un'uomo lui era sposato ed io libera, è nata una forte passione la storia è durata tre mesi, poi abbiamo messo fine coscientemente al tutto, io ho sofferto molto, perchè sono quelle storie che ti colpiscono e che restano per sempre dentro di te! Mi sono fidanzata e sposata, in questi 5 anni l'ho sempre rivisto, ma solo per motivi di lavoro fra noi non c'è stato + nulla.L'ho incontrato qualche giorno fa ma nonostante ora sia sposata non riesco a farcela vorrei tanto abbracciarlo, stringerlo, fare l'amore con lui. Mi ha confessato che non ha mai smesso di volermi bene e che anche se la storia è finita quando mi vede c'è quel non so che che ci lega...!Sono molto combattuta perchè non ho una situazione matrimoniale felice, in quanto mio marito non mi desidera, non mi fa mai un complimento ed ha seri problemi legati alla sua mancanza di desiderio. E' in cura, ma il problema non si risolve mai! Datemi un consiglio per non cadere in questa tentazione, per ragioni di lavoro devo vederlo e quindi come risolvere la cosa quando la razionalità viene meno?
Contro la sua razionalità che le viene meno posso solo farle riflettere su questo aforisma:
"Due sono le grandi gioie nella vita di un uomo: la prima quando per la prima volta può dire Amo, l'altra, ancora maggiore, quando può dire sono Amato. (C. Dossi)"
Chiunque le dica d'amarla deve anche dimostrarglielo. Saluti

HO DISUBBIDITO A MIA MADRE

LUX N° di riferimento: 839565196 Età: 35 Gentile dottore le scrivo per l'ultima volta dopo averlo fatto già due volte con "ho paura di perdere la mia famiglia" penso di farlo per essere rassicurato perchè sono una persona profondamente insicura. Le spieghero' dettagliatamente tutta la mia vita perchè di Lei mi fido anche se non la conosco di persona. Sono depresso da novembre 2005 e le date sono molto importanti. Con mia madre ho sempre avuto un rapporto direi morboso, fin da piccolo mi ha portato da mille dottori perchè secondo lei avevo qualsiasi malattia che esiste al mondo, dovevo secondo lei portare la macchinetta per identi anche se tutti i dentisti che mi hanno visitato dicessero il contrario e infatti non l'ho mai portata, dovevo portare il busto ortopedico e tutti i dottori mi dicevano di no. Verso i 15 anni mi sono accorto confrontandomi con i miei coetanei visti sotto la doccia dopo aver giocato a calcio di avere un problema nelle dimensioni delle mie parti intime e mi sono fatto mille problemi, quando l'ho riferito a mia madre mi ha portato da mille specialisti e psicologi sessuologi e tutti mi hanno detto di essere normale però mi hanno imbottito di ormoni che non sono serviti a niente. Mio padre che ho visto sempre poco perchè sempre al lavoro non mi ha mai seguito tanto in queste cose, io sono sempre stato vicino a mia madre che mi portava dappertutto sempre insieme, anche quando sono andato a fare delle analisi molto imbarazzanti come quelle dello sperma mio padre non c'era. Mio padre è sempre stato esaltato da mia madre per tutto quello che ha fatto nella vita per il personaggio di successo che è diventato e io ci stavo male perchè le dicevo di tirarlo giù dal piedistallo in cui l'ha messo. Quando avevo 13 anni ho subito un abuso psicologico da parte di mio cugino di 30 anni che voleva avere un rapporto mosessuale con me, io non l'ho mai detto a mia madre e me lo sono tenuto dentro sempre. A 21 anni ho avuto la mia prima esperienza sessuale con una ragazza più giovane di me e ne ero innamoratissimo ma ai miei genitori non andava bene, lei dopo due anni mi ha lasciato e io sono stato malissimo ma i miei genitori e questo l'ho scoperto dopo qualche anno hanno brindato quando lei mi ha mollato.Io sono cresciuto fin da piccolo con i miei genitori che mi dicevano che dovevo sposarmi con una donna ricca che solo così sarei stato bene io ero attratto dalle ragazze ma e come se dovessi vedere se avevano soldi prima di provarci. Dopo 4 mesi che ero stato mollato mi sono messo insieme conu na ragazza amica di famiglia che è molto ricca economicamente ma soprattutto ero certo che sarebbe andata bene a mia madre. Per questa ragazza non sentivo nessuna emozione, Siamo stati insieme per 4 anni. Questa ragazza non ha mai lavorato in vita sua e anzi mi diceva di sbrigarmi a laurearmi perchè così mi avrebbe fatto diventare notaio e lei sarebbe rimasta a casa. Io questo non lo volevo ma per la tranquillità che regnava in casa mia sono andato avanti così sempre con il pensiero che sarebbe arrivata un'altra persona nella mia vita. Un giorno ho conosciuto mia moglie ed è stato come far vedere la luce a un cieco un'emozione incredibile. Lei non proviene da una famiglia benestante ma di gente che ha sempre lavorato, lei si è laureata in matematica nei tempi giusti e siccome i suoi non avevano i soldi per farla studiare e d'estate Lei andava a lavorare nei campi per potersi pagare l'università. Io verso mia moglie sono stato attratto fin da subito ed ancora adesso al solo pensiero mi tremano le gambe mi batte forte il cuore e mi sento emozionato con lei mi sono sentito me stesso accettato incondizionatamente con i miei pregi e i miei difetti non dovevo mascherarmi come facevo prima. Mia madre non voleva che stessi insieme con questa ragazza e ha fatto di tutto perchè la lasciassi ma ho tirato fuori gli attributi e ho vinto io. Dopo 1 anno e mezzo ci siamo sposati con grandi litigi in casa dei miei. ma io ho preso la decisione giusta perche l'ho visto come sarebbe stato il mio futuro con lei. Ci siamo sposati nel 1999 è sempre andato tutto bene, mia moglie è rimasta incinta dopo circa sei mesi ma ha perso il bambino poco dopo per un aborto spontaneo. Dopo un anno ci abbiamo riprovato ed è nata la nostra prima bambina. quando mia moglie era in attesa ho avuto un problema di salute per un distacco di retina e ho subito dal 2001 al2005 sei interventi che purtroppo mi hanno portato alla cecità ad un occhio. L'ultima operazione l'ho subita ad ottobre 2005 e mi hanno detto che avrei perso l'occhio. Ho cominciato a fare pensieri strani, tipo e se diventassi cieco anche dall'altro occhio sarei un peso per la famiglia, forse mia moglie si stuferebbe e se ne andrebbe e come farò se non mi danno la patente il tutto proprio quando la mia seconda bambina era nata da qualche mese e io mi sentivo inutile e non riuscivo ad aiutare mia moglie. Quando questi pensieri sono passati ne sono arrivati degli altri questa volta su mia moglie , tipo e se non fosse la persona giusta ma se avessi ascoltato i miei genitori come sarei stato (di sicuro male) tutti questi pensieri mi deprimono soprattutto perchè sento per mia moglie un amore che non avevo mai provato nella mia vita e anche adesso adesso mi fa piangere dalla gioia di aver trovato questa persona. Ma sono depresso al punto da essere arrivato vicino al suicidio per tre volte. A luglio mi sono deciso dopo averle scritto per la prima volta ad andare da una psicologa e da uno psichiatra che mi ha ordinato degli antidepressivi. In queste sedute è emerso che sono depresso perchè ho paura di far del male a mia madre avendole " DISUBBIDITO" ma io non posso essere come lei mi vuole la mia vita è questa con mia moglie e le mie figlie perchè è lavita che ho sempre voluto vivere, però mi sento depresso ho comportamenti autolesionistici quando mi vengono di questi pensieri su mia moglie e sulle mie figlie. La prego mi aiuti, la depressione può portare a fare dei pensieri così tupidi che fino all'insorgenza della malattia non si erano mai fatti anzi i pensieri che ho sempre avuto sono stati l'esatto contrario e sono sempre stato molto sicuro di quello che volevo fare e di dove stavo andando. La prego mi risponda. Forse non sono riuscito ancora a superare il lutto della perdita dell'occhio, lei cosa ne pensa. Aiuto.
Purtroppo motivi deontologici e la limitatezza della consulenza online m'impediscono d'entrare nel merito di diagnosi e terapie di colleghi. Sicuramente il rapporto con sua madre ha influenzato ed influenza la sua vita. A ciò s'aggiunge un fattore scatenante situazionale quale la perdita dell'occhio che attraverso i vari interventi che ha subito nel tempo, ha contribuito a renderla "vulnerabile" alla depressione. Sulla possibile terapia posso solo rimetterla alle decisioni del suo psichiatra e della sua psicologa. Cordiali saluti.

SONO DISPONIBILE

maghetta N° di riferimento: 946122610 Età: 34 Salve doc, sono una donna separata da circa 1 anno e mezzo con un bimbo di 5 anni. Mi sto innamorando di un uomo che convive con la sua donna da diversi anni... Conosco lui da circa un annetto, con frequentazioni tra amici molto sporadiche, ma da subito mi ha attratta... Ovviamente allontanavo il pensiero... Lui era fidanzato! Circa un mese fa di ritorno da una festa, su sua richiesta (a me non sarebbe venuto in mente di proporglielo) ha voluto venire da me a bere qualcosa (erano le tre del mattino). Io ero e cercavo di mantenermi tranquilla e innocua, nessun atteggiamento provocante, o battutine, chiacchiere neutre, insomma. Per farla breve, vista l'ora tarda, ci siamo sistemati sul divano per DORMIRE e io ero intenzionata a farlo, mi sono messa a debita distanza, ma lui mi ha tratta a sè. Io non mi sono rifiutata, e siamo stati insieme. Anche se lui ha avuto momenti di ripensamento e di sensi di colpa. Non è abituato a tradire, nè ad avere un'amante (e io non ho voglia di diventarlo). Dice che è la prima volta che gli succede di tradire la sua donna. Dopo questo avvenimento io ho evitato di cercarlo, ma lo ha fatto lui, con la naturalezza e la tranquillità di sempre; quasi non fosse successo niente, nè io gli ho chiesto niente.In questo mese è passato a trovarmi, sempre su sua iniziativa, moltissime volte e tante volte ci sono stati momenti in cui è partita la scintilla e l'eccitazione era alle stelle, MA siamo stati bravi e a parte questi "potenziali" ulteriori tradimenti nulla è accaduto. Il problema è che più o meno consapevolmente sapevamo entrambi che stavamo giocando col fuoco e che questo gioco ci piaceva pareccchio. Tutto è viaggiato sul filo della seduzione, ma platonica, forse appena svelata... Una settimana fa, circa si è autoinvitato a cena con una banale scusa (io non avevo mai assaggiato un liquore e lui non bevendo di giorno mi ha proposto una cena da me per farmelo assaggiare). A cena avvenuta eravamo tutti e due un po' brilli, ma io ho continuato a non provocarlo, a non cercarlo, a non chiedere niente. Mi ha abbracciata e da li è successo di nuovo, ma ad un certo punto mi ha chiesto di fare un patto in cui tutti e due accettavamo l'idea di fare sesso ma che sarebbe stata l'ultima volta. Io gli ho detto che non avrei fatto nessun patto perchè per me stavano entrando in gioco i sentimenti. Siamo stati insieme alla fine, ma lui mi ha chiaramente, esplicitamente detto che non è innamorato di me. In tutto questo tempo io mi sono dimostrata molto tranquilla, ma disponibile verso di lui, non ho avanzato richieste, nè pretese. Lui mi definisce una sua amica... E' vero che gli uomini mi percepiscono come una persona "disponibile". Femminile, ma abbastanza maschile da cavarsela da sola, per cui si riducono un po' al ruolo di amici scopanti e basta... Il problema per me è che con lui stanno accadendo cose che da tempo desideravo che accadessero e non so se questo mi sta velando la giusta visione delle cose... (sa com'è quando si è innamorati...) Sarà anche per me come ha risposto in AMORE o AMICIZIA a Carlo: perchè lui dovrebbe rinunciare ad un'amica tanto disponibile? Io avrei finalmente voglia di una storia ma non so se è lui la persona giusta. Avrei bisogno di un consiglio su come pormi per capire se ha senso continuare così o se è meglio darci un taglio prima che le ferite sanguinino troppo. La ringrazio infinitamente se vorrà rispondermi.

Le premesse che lei delinea nell'email non sono fra le migliori per poter sviluppare anche una relazione affettiva. Investire in questa storia è estremamente rischioso per lei, e sta solo a lei decidere se correre o meno il rischio. Le consiglio, piuttosto, d'analizzare il perchè di questa sua estrema "disponibilità sessuale" nei confronti dei suoi amici. E' da ciò che deve partire per poi instaurare una significativa relazione di coppia. Saluti.

lunedì, novembre 13, 2006

LA FINE DI UN AMORE


snake N° di riferimento: 862035830 Età: 21 LA FINE DI UN AMORE … Ci sono tante cose che vorrei dirle, ma so che nulla di queste potrebbe farle cambiare idea… E’ la prima cosa che mi è venuta in mente, quando il mio grande amore, che pensavo potesse durare tutta una vita se n’è andato spezzandomi il cuore, dicendomi di voler stare da sola e di non farcela più a stare insieme a me. La cosa che mi fa stare più male è che ne abbiamo passate così tante insieme che ogni problema, anche se enorme mi sembrava uno scherzetto, mentre oggi…Sembrano insuperabili anche le cose più piccole, come il riuscire a addormentarmi o il riuscire ad andare al lavoro…La cosa più strana di un amore è che quando credi che va tutto bene, credi di essere amato, credi che almeno una persona al mondo ti sa capire e consolare, credi che ti starà sempre vicino…Niente di più sbagliato; Quando sei convinto di queste cose, abbassi le difese del cuore e le lasci vulnerabili a qualsiasi attacco… E quando lei ti dice: “Ti devo dire una cosa…” tu sorridendo le dici : “dimmi amore che c’è?” e ti senti una frase tipo: “non c’è più quello che c’era prima,c’ho provato ma non ci riesco.“Ti voglio solo bene”, è in quel preciso istante che senti il tuo cuore fermarsi per poi andare più lento e più lento, e ancora di più…….E ti passano davanti tutti i bei ricordi, le difficoltà affrontate insieme come fossero bazzecole, i momenti in cui ci si giurava l’amore eterno, quello che dura tutta una vita…. Ti vengono in mente tutti i momenti di tenerezza e di passione trascorsi in tutti questi anni… E il cuore va sempre più piano… E t iaccorgi che il tempo non passa più come prima… Un secondo senza di Lei ti sembra un’ eternità , E il pensare al domani ti fa paura perché non hai più chi ti sta accanto, non hai più chi ti consola… Ti sembra di non aver nessuno …Ed esprimi una solitudine incolmabile che nulla , e dico nulla può colmare… Ed ogni problema ti sembra sempre più enorme, sempre più insuperabile… Ogni cosa, ogni oggetto che guardi ti ricorda Lei… Guardi il domani pensando che non sarà più la stessa cosa… ed infatti sarà così… per sempre. Se solo l’ uomo non fosse così vulnerabile, se solo avesse qualche difesa per questo tipo di cose…Ma la difesa ci sarebbe anche… è quella di non innamorarsi… , ma è impossibile perché anche se non vuoi, l’ amore ti prende , ti spazza via tutti i meccanismi di difesa e siamo di nuovo al punto di partenza…Oggi è un giorno che mi ha lasciato, ma a me sembra già una vita … non ho mangiato, non ho dormito, non mi va di fare niente… E mille lacrime versate e ancora tutte le lacrime di questo mondo da versare. E ancora all’infinito… Il mio cuore è infranto in mille pezzi e il dolore quando salgo in macchina è ancora più forte perché ogni luogo, ogni persona mi fa ricordare questo amore così grande… spazzato via in un’ attimo , senza neanche il tempo di spiegarsi di persona, succedendo tutto per telefono, la cosa più brutta che ci sia. E intanto mi illudo che da un momento all’ altro mi chiami e mi dica che è stata sola una cosa buttata lì per il nervosismo e per i problemi.Ma dentro di me so che ormai mi ha abbandonato per sempre… qualcuno mi aiuti…
Spero che questa poesia di Tagore le possa essere in qualche modo d'aiuto:
"Tu mi lasciasti,andando per la tua via.
pensai che t'avrei pianto e conservato
la tua solitaria immagine nel mio cuore,
scolpita in una canzone dorata.
Ma,ahimè,il tempo fugge.
La gioventù passa presto,
i giorni di primavera trascorrono rapidi,
i fragili fiori muoiono in un soffio,
e il saggio mi avverte che la vita non è
che una goccia di rugiada su una foglia di loto.
Dovrei trascurare tutto questo,
ricordando solo quella che m'ha abbandonato?
sarebbe assurdo e inutile perchè il tempo fugge.
Venite,allora,mie notti piovose,con rapidi,piccoli passi;
sorridi mio autunno d'oro;vieni spensierato aprile;
datemi i vostri baci.
Tu vieni,e tu,e anche tu!
Amori miei,sapete che siamo mortali!
Non sarebbe follia spezzare il mio cuore
per una che mi tolse il suo?Il tempo fugge.
E' dolce sedersi in un angolo e scrivere
in rima che tu sei il mio mondo.
E' eroico alimentare il proprio dolore
e rifiutare ogni conforto.
Ma un viso fresco mi guarda dal limitare della porta
e fissa i suoi occhi nei miei.
Asciugo le mie lacrime e cambio tono della mia canzone.
Perchè il tempo fugge."

NON MI LASCIO ANDARE

yuyu N° di riferimento: 689653845 Età: 26 Sono una neolaureata, e a breve inizierò a lavorare presso uno studio. Sono la più piccola di casa, nonchè l'unica ragazza. Ho avuto un'infanzia abbastanza tranquilla sempre circondata dall'amore dei miei genitori. Sin da piccola però ho mostrato una certo fastidio nei confronti del sesso maschile. non volevo x esempio che mio padre mi prendesse in braccio nonostante mi considerasse la preferita. ma anche con i miei fratelli, perchè non facevano altro che canzonarmi e stressarmi non avendo un modo più diretto di dimostrarmi il loro affetto non avevo un rapporto sereno. Ho cercato di essere sempre una brava bambina, cercando di essere pestifera come i miei fratelli... di contro sono sempre stata circondata di tante amiche con cui tuttora godo di rapporti molto belli. crescendo sono stata attratta da diversi ragazzi, anche se ho avuto x lo +storie poco rilevanti. la cosa che + ho cercato da tutti i ragazzi che ho incontrato è di sentirmi desiderata al massimo. Dopo una piccola delusione amorosa adolescenziale ho avuto un lungo periodo da single ,ma riuscivo a combattere il senso di solitudine poichè la cosa che mi faceva sempre stare bene era sentirmi corteggiare e quindi desiderata dai ragazzi che conoscevo senza però concedergli mai niente. Dopo c'è stato un altro periodo di storie senza importanza in cui il leit motiv era che nonostante mi sentissi molto attratta da loro fisicamente non mi concedevo sessualmente. Così la mia prima volta l'ho avuta a 22 anni con una persona cheè stata davvero importante x me. L'ho conosciuto durante un mio lungo soggiorno all'estero ed è stata davvero una favola quella storia. Avevamotutto,poesia,intimità, allegria e ottima intesa sessuale(anche se era la mia prima esperienza). Forse la cosa ancora + particolare era il fatto che era una storia impossibile,infatti lui era straniero e tornato nel suo lontanissimo paese ilrapporto è naufragato e io sono piombata in uno profonda disperazione. La storia che ho avuto subito dopo,è naufragata x la mia chiusura e xchè al momento difare sesso mi sono mostrata assolutamente distante e lui accorgendosene havoluto chiudere la storia( effettivamente non mi importava granchè di lui,mavolevo dimenticare il mio ex). dopo qualche altro flirt senza senso ho incontrato il mio attuale ragazzo(o ex?bo..) ed è stato colpo di fulmine, ma io x una ragione o x un'altra ho rimandato sempre i rapporti sessuali (anche xchè spesso mi sentivo irritata conlui xchè la relazione non andava x come volevo io) finchè nel bel mezzo del nostro primo rapporto sessuale interruppi l'amplesso dicendogli che lui non mi desiderava quanto io...una settimana dopo ci lasciammo e lui mi disse anche che fra di noi sentiva sempre una certa lontananza che non eravamo mai riuscitiad abbattere.io tentai di consolarmi facendomi corteggiare da mezza città ma mi sentivo ancora molto innamorata di lui..abbiamo avuto diversi avvicinamenti e allontanamenti (ma i nostri rapporti sessuali erano sempre insoddisfacenti xentrambi, in quel periodo soffrivo di vaginismo).entrambi abbiamo avute altre relazioni.io stavo con un ragazzo che sapevo che mi desiderava tantissimo ,ma anche in quel caso quando facevamo l'amore io non ho provato alcun orgasmo.alla fine dell'anno scorso dopo una serie susseguita di allontanamente e avvicinamenti siamo tornati insieme. Nel frattempo avevo letto dei libri che mi erano stati utili e anche i nostri rapporti sessuali erano migliorati.io ero meno coercitiva e lo accettavo x quello che era.dopo la laurea sono partita x un lungo viaggio e lì ho reincontrato il mio primo ragazzo,ma questa volta i nostri rapporti non mi hanno fatto toccare il cielo come una volta,anche in quel caso io mi sentivo distante...tornata in città ècontinuato stabilmente il rapporto col mio ragazzo ,ma ancora una volta durante una discussione mi ha ribadito che non riusciva a lasciarsi andare esentiva quasi un sensazione sgradevole quando lo facevamo ma che non volevaaffatto lasciarmi.ne è seguito un altro periodo di rapporti regolari ,ma nonappaganti da parte mia ,ma a me non importava ,io volevo stare insieme a luixchè stargli accanto mi rendeva felice.ma ancora un'altra volta un periodo di astinenza forzata da parte sua ..così io tanto lesa nella mia femminiltà sono partita x un altro lungo perido all'estero,dove ho baciato un altro solo xchèsapevo che mi desiderava tanto.al rientro il mio ragazzo ha continuato col suo mutismo sessuale (nonostanteche durante il mio soggiorno all'estero venutami a trovare avessimo avuto rapporti regolari) così dopo 1000 mie crisi e recriminazioni da 2 settimane cisiamo allontanati.mi rendo conto che il mio problema + grosso è la paura dell'intimità e non so assolutamente come fare.ho paura che col mio ragazzo sia finita x sempre.ma ancora peggio ho paura che il problema si ripeta ...non capisco perchè non riesca a sentirmi pienamente me stessa con nessun uomo! Perchè non posso godermi le gioie del sesso con più leggerezza? La prego ho bisogno del suo prezioso aiuto. Mi indichi da dove cominciare x iniziare ad accettarmi e x lasciarmi andare e non essere sempre così controllata e controllante nei confronti dei miei patners! La ringrazio in anticipo.
Per comprendere il suo disagio attuale nell'intimità sessuale, deve partire dalle sue relazioni con suo padre ed i suoi fratelli. Queste relazioni nate durante la sua infanzia, per la loro modalità relazionale potrebbero essere una possibile causa delle sue difficoltà attuali. Ad esempio il suo autocontrollo ed il voler controllare i partners pptrebbero essere l'antico desiderio di controllare le figure maschili della sua infanzia o il rapporto conflittuale che ha avuto con loro. Purtroppo la limitatezza della consulenza online m'impedisce d'esserle di maggior aiuto. Saluti

GELOSIA PATOLOGICA

matrix N° di riferimento: 417485974 Età: 28 Buongiorno, sono elisa e ho 28 anni. Da sette anni sto con un ragazzo di 34. Purtroppo il nostro rapporto è tormentato a causa della mia gelosia patologica . Sono gelosa di tutto e di tutti. Anche delle mie amiche. Sono tendenzialmente possessiva nei rapporti. Mi sono chiesta il perchè. Prima di metterci insieme io e il mio ragazzo ci siamo frequentati in modo frivolo e molto spesso è capitato che mentre il giorno prima era uscito con me il giorno dopo lo vedevo con un'altra. Premetto però che da quandostiamo insieme lui è totalmente cambiato. E mentre all'inizio cercava di rassicurarmi adesso è totalmente esasperato. Credo che questo mio atteggiamento derivi dunque dal rapporto che ho con mio padre, freddo e distaccato e dalla sua mancanza di affetto. Sono veramente intenzionata a cambiare. Lei mi consiglia di andare da uno psicologo? Se si può consigliarmene uno nei paraggi di ...... (Abruzzo)? Inoltre non navigo nell'oro: quanto costerebbe una seduta? Dovrò far uso di psicofarmaci? Mi aiuti.
Innanzitutto la rimando alla sezione del sito e del forum che trattano della gelosia. Ne ricaverà utili spunti di riflessione. Potrebbe essere utile andare da uno psicologo. Si rivolga, tranquillamente, ad una struttura pubblica dove pagherà solo l'eventuale ticket. Non sarà necessario, se non dietro diverso parere medico, assumere psicofarmaci. Saluti

DRITTA ALL'INFERNO

cuore deluso N° di riferimento: 856286485 Età: 26 Buona sera le scrivo perche' la disperazione sta sopraggiungendo con la sera e davvero sto aspettando da tempo l' illuminazione.. accetto qualsiasi consiglio schietto.. ormai le amiche sono disperate..tutto comincia dieci anni fa. siamo due adolescenti che scoprono il primo amore, entrambi con dei vuoti affettivi da colmare.. io genitori separati, lui orfano di padre. per un po viviamo in simbiosi, due anni,poi lui siallontana mi lascia.. ha bisogno di spazi ..di divertirsi ..abbiamo 18anni. incontro un altro..rimango incinta e mi costruisco una famiglia ma lui e' sempre nei miei pensieri. sempre.a volte ci sentiamo,ci si vede poco lui e'solo senza una ragazza. a 20 anni il primo riavvicinamento.. ma lui dopo poco fugge..ritorno nella mia vita. dice che non e' pronto mi sono appena sposata il bimbo e' piccolo.. crollo ..vado in terapia x qualche anno e sto meglio ma a aprile di quest anno ci riavviciniamo. inutile dirle che non ho mai smesso di pensare a lui come l amore della mia vita . anche questa volta succede che ci riavviciniamo..qualche mese..io con la felicita tra le dita e anche lui sembra piu' maturo pronto ad aprirmi il suo cuore e poi trak.. scappa. io con le carte dell avvocato in mano e lui che incontra una con cui ha tante cose in comune.non ci credera ma sono talmente distrutta e sconvolta che ci riprovo con mio marito e dopo un mese , ieri con qualche stupido mess gli ho lasciato intendere che sarei anche disposta a vederlo cosi qualche ora x sesso. mi ha detto si.. ora ha la ragazza ma mi ha detto si. mi rendo conto che non sarà facile x me uscirne senza rompermi le ossa.. mi manca molto e farei di tutto pur di tenerlo ancor vicino a me ma cosi mi sembra di andare dritta dritta all' inferno. Grazie x il tempo dedicato e complimenti x il sito.
Nella discesa all'inferno, si grida aiuto ma allo stesso tempo si rifiuta l'aiuto. Lo si rifiuta perchè non si comprende più se il vero inferno è quello in cui stiamo precipitando o quello da cui proveniamo. Mi sento di dirle che deve lasciare entrambi gli inferni ed attraverso un lungo e doloroso purgatorio cercare il paradiso che lei e suo figlio meritate. Saluti.

mercoledì, novembre 08, 2006

IO, ALCOLISTA DEGLI AFFETTI

Sono nata in una famiglia che ho subito percepito piena di vuoti. Al momento della mia nascita, mia madre è caduta in una forte depressione, che l’ha portata a vivere da lì in avanti con la borsa in mano, entrando e uscendo in manicomio e successivamente in cliniche psichiatriche private.Io ricordo i suoi oggetti personali comparire improvvisamente e poi scomparire da casa per lunghi periodi, le sue stravaganze eccessive nelle fasi maniacali, la sua figura imponente e vacillante di fragilità mentre sottolineava la mia responsabilità di essere venuta al mondo e averla fatta ammalare.Mio padre era una persona completamente assorbita dall’attività sindacale e politica, e da una serie di avventure extra-coniugali e sessuali di cui non evitava di mettermi a conoscenza fin nei minimi dettagli. Nei momenti in cui mamma tornava a casa, la relazione tra loro era perennemente sul punto di scoppiare, quando esplodeva erano aggressioni verbali, risse fisiche e minacce di morte. L’assenza di mio padre in termini di cura non era minore di quella di mia madre, nessuna parte del suo tempo era dedicata al mio benessere o al mio svago di bambina.La sola figura di riferimento a casa è stata mia nonna, che con tutti i suoi limiti mi è stata madre, padre, riparo, esempio di dedizione. La mia percezione è sempre stata che senza mia nonna sarei morta per incuria e per dolore. Per questo motivo non sopportavo le sue brevi assenze o i suoi minimi ritardi, che erano per me tempi di assoluto smarrimento e presagi di morte.I miei genitori si sono separati definitivamente quando avevo 8 anni. Mia madre non si è più ripresa dalla sua malattia psichiatrica, che si è attenuata solo con l’anzianità. Mio padre ha intrapreso una nuova relazione sentimentale, continuando nel frattempo a coltivare avventure su avventure, che ha sempre fatto in modo di farmi conoscere. Mia nonna mi ha accompagnata fino all’età adulta; penso che si sia spenta solo quando ha sentito di potermi lasciare a camminare sulle mie gambe.Dall’adolescenza fino a oggi, ho quasi 40 anni, fatta salva una primissima relazione con un coetaneo, sono passata da una relazione all’altra toccando ogni volta fondi di disistima, insicurezza personale, dubbio di non meritare amore, paura di essere abbandonata sul nulla.Ho intrecciato rapporti, nessuno di durata consistente, con uomini anche molto differenti tra loro, con i quali la mia dipendenza ha assunto forme diverse, ma in ogni caso mi sono trovata a far dipendere da loro il mio benessere interiore e fisico, scelte di vita, parole. Alcuni di essi erano segnati da disagi “indecifrabili” di cui portavano i segni nel carattere e nelle azioni.Ho inseguito uno di essi per anni, senza mai conoscerlo, braccandolo con lettere e richieste insistenti; mi sono lasciata umiliare da un altro con offese sulla mia persona e negazioni esplicite del mio valore; ho sopportato senza mai poterli accettare i tradimenti e le fughe di un altro ancora; mi sono lasciata imprigionare nella casa e nella dimensione di vita di uno senza poter più esprimere giudizi personali sulla realtà e scegliere con tranquillità il mio modo di vivere…La mia storia di dipendenze non è terminata, si è riproposta nell’ultima relazione, in cui ho tentato di conquistare e di cambiare un uomo sfuggente, volubile, affettivamente chiuso.Negli anni della mia vita ho studiato, lavorato per gli altri, amato molte persone e cose.Ma nel rapporto con gli uomini si sono riversate le ferite e le domande senza risposta della mia infanzia. Attraverso loro ho tentato disperatamente, inutilmente, di colmare i buchi, di darmi una famiglia, di coccolarmi e farmi crescere.Anni fa, per motivi di formazione, ho conosciuto l’esperienza degli alcolisti anonimi. Sono rimasta all’interno del gruppo per quasi due anni, ascoltando, imparando, e poi condividendo la mia esperienza di dipendente dall’ “alcool degli affetti”. E' stato in quel gruppo, e leggendo “donne che amano troppo”, che ho cominciato a mettere a fuoco le mie modalità patologiche di amare, la natura di dipendenza delle mie relazioni sentimentali. Fino a quel momento avevo aggirato la mia sofferenza originaria “distraendomi” e “anestetizzandomi” con relazioni che avevano aggravato e complicato quella sofferenza. Fino a quel momento mi ero sentita sola al mondo con la mia difficoltà di vivere, incapace di sostenere una visione di fiducia e cambiamento di me stessa.Il gruppo degli alcolisti anonimi ha rappresentato un cambiamento di rotta nella mia esistenza. Lì ho imparato a spostare lo sguardo dall’altro a me, a distinguere il vissuto di colpa dal vissuto di responsabilità rispetto alla mia stessa vita, a nutrire fiducia nella possibilità di cambiamento.Lì ho scoperto il valore dell’aprire il proprio vissuto di sofferenza davanti e con gli altri, per fare di questa sofferenza una possibilità di vita nuova.Ora sento di essermi messa su una strada di crescita, difficilissima da percorrere come sarebbe lo spostare una montagna, perché sensi di vuoto e solitudine profonda si affacciano spesso e sembrano sommergermi.Vado in cerca degli altri, di donne che hanno vissuto e vivono esperienze di dolore e dipendenza simili alla mia, vado in cerca della motivazione a essere una persona più serena, capace di stare in piedi abbracciando il cesto di tutte le sue mancanze e tutte le sue ricchezze.Mi aiuto con piccole azioni quotidiane di benessere più che con idee e introspezioni.Ogni giorno mi ricordo che ho un problema serio di dipendenza, ma anche che io non sono solo quel problema, e che merito ogni giorno di farcela.Di recente una persona mi ha fatto pensare che affrontare la vita è come scalare la montagna: non ci si può avventurare da soli sulle vette, si ha bisogno di un gruppo di esseri umani che con noi condividono la fatica, la conoscenza del luogo, l’aiuto, l’obiettivo. E al tempo stesso il percorso è individuale, personale, ciascuno con il proprio passo.Giorni fa ho trovato la spinta a lasciare l’ultimo compagno di disavventure. Ora mi sento come un fiore stracciato esposto su un abisso, bersagliato da venti, intemperie, oscurità. dov’è il mio odore? dov’è la mia natura?Non credo che aver lasciato questa persona sia la soluzione, così come non è stata una soluzione la fine delle altre storie.Non è cosa faccio con gli uomini, con gli altri, ma cosa faccio con me oggi, e ogni giorno come oggi.

VOGLIO IL MIO FUTURO!

alina N° di riferimento: 840840060 Età36 Ciao. Sono Alina. Ho 36 anni. Faccio l 'avvocato e sono stanca di sentirmi imprigionata nel passato. I giorni tornano sul calendario ed alla mente come fossero compleanni; giorni vissuti anni addietro di gioia assoluta.
Insomma, mi sento scema.
La mia storia è finita nel 2001...il primo agosto alle ore 1.30 della mattina.
Ne parlo come fosse il tempo ed il luogo di un'omicidio. Già il mio! E poi?
Poi ho vissuto come un'anima in pena che torna nel tempo e sul luogo della
proria morte violenta e di cui non si da pace. Non si dà pace di ciò che poteva
essere e non è stato.
Comunque...il punto è questo: sono consapevole di tutte le emozioni che vivo e
che ho vissuto ma non riesco a recidere le catene. Non sento più la gioia nella
mia vita...se non per brevi momenti. Eppure ai tempi non sono stata tenera con
me stessa. Da quando è finita ...quella notte, non l'ho mai più cercato. Non
l'ho mai più sentito! Un distacco totale, netto, deciso e feroce. Come quello
di chi, se vuole sopravvivere, deve tagliarsi la mano che lo incatena al
binario sul quale a breve passerà il treno. Eppure non è servito. Dopo 5 anni
sono ancora lì sul luogo e nel tempo dell'omicidio di tutte le mie illusioni
d'amore. Sono stanca di non guardare il futuro. Ho bisogno di una mano. Una
sola però.. perchè l'altra l'ho tagliata. ; VOGLIO IL MIO FUTURO!
Posso solo raccogliere il suo grido di dolore, che non accetterebbe nessuna parola di sollievo. La invito ad una riflessione, però. Lei è stata capace di quel distacco netto, assoluto che è difficile operare di fronte alla fine di un amore. Ma è stato un distacco che doveva proseguire nel suo cuore, cosa che non ha fatto in questi 5 anni. Anzi, incosapevolmente, sul piano razionale "troncava", ma sul piano "emotivo" alimentava il suo amore ritornando simbolicamente sul luogo del delitto. Questi "fantasmi affettivi" sono i più difficili da combattere, ma deve farlo.
Contraddicendo ciò che le ho detto all'inzio le invio questi versi di Gibran:
"In un campo ho veduto una ghianda: sembrava così morta, inutile. E in primavera ho visto quella ghianda mettere radici e innalzarsi, giovane quercia verso il sole. Un miracolo, potresti dire: eppure questo miracolo si produce mille migliaia di volte nel sonno di ogni autunno e nella passione di ogni primavera. Perchè non dovrebbe prodursi nel cuore dell'uomo?"

TRIANGOLO DI KARPMAN

vogliadimigliorare N° di riferimento: 832465351 Età: 26 A detta di tanti sono un gran bella ragazza , intelligente e allegra. Sono in attesa di iniziare a svolgere la professione per cui ho tanto studiato e alle volte ho paura di non essere all'altezza. La mia famiglia è numerosa, ma ahimè assolutamente non unita e solidale e nel profondo questo mi rattrista tanto. Tendo sempre a patteggiare per mia madre anche se la giudico troppo debole e non vorrei affatto essere come lei, sopratutto nel rapporto di coppia. con i miei fratelli tendo invece a sentirmi in contrapposizione , non mi sono mai sentita veramente accolta e apprezzata da loro e spesso finisco anche per reputarmi diversa se non anche in alcuni aspetti superiore a loro. so che mio padre mi adora, secondo molti sono la sua preferita, ma non sopporto il suo carattere e come tratta molto spesso mia madre : a volte come una regina , spesso come uno straccio, e lo punisco ignorandolo. ho sempre pensato che nella relazione col mio ragazzo,il soggetto debole e da proteggere fosse lui, nonchè fosse la causa delle disfunzioni del nostro amore. se ci penso bene sin da quasi subito ho avuto con lui un atteggiamento alle volte da mammina comprensiva alle altre da giudice inquisitore attribuendo sempre e comunque a lui la causa dei nostri problemi di coppia. il nostrorapporto è nato circa 2 anni fa. lo chiamerei il cosidetto colpo di fulmine. ma sin dall'inizio io non sono riuscita ad essere equilibrata. mi sono buttata totalmente e gli ho attribuito un' importanza che a pensarci bene è stata oltremodo smodata, visto che , in fin dei conti, nemmeno lo conoscevo. più lui cercava di prendere spazio e affrontare l'inizio della relazione con cautela, più io spingevo perchè fosse il contrario. ci siamo lasciati svariate volte e per un periodo abbastanza lungo siamo stati separati e abbiamo anche avuto entrambi altre relazioni. ma anche in quel momento io continuavo a volere ed amare solo lui. siamo ritornati ufficialmente insieme quasi un anno fa ormai.anche in questa ultima fase più regolare io continuavo a nutrire sempre degli scontenti econtinuavo a richiamarlo sempre al mio modello ideale di corretto stile divita e di conseguenza al mio ideale di rapporto ,nonostante per molti versisentissi che fossimo fatti proprio l\'uno per l\'altro.più volte mi ha confessato che la causa dei problemi del nostro rapportostavano,sin dall\'inizio, nella sua incapacità di sentirsi appagatosessualmente con me.nonostante mi ritenga assolutamente attraente dal punto divista sessuale e non sussista a livello materiale nessun problema nè diraggiungimento dell\'eccitazione nè dell\'orgasmo(che avvengonoregolarmente),sia durante l\'amplesso che alla sua fine sentiva un senso diansia se non quasi di disgusto (è questa la sensazione che percepivo allevolte) e a detta sua non riusciva a \"lasciarsi andare pienamente\".questo è stato il leit motiv del nostro rapporto,ma nonostante questo problemacontinuasse ad aleggiare più o meno evidentemente abbiamo continuato a stareinsieme.perchè stare insieme ci rende felici.il mio sorriso con lui risplende come mai con nessuno.la situazione si è aggravata ultimamamente dopo il mio ritorno dopo un periodoabbastanza lungo fuori città(la decisione di andare via è stata presa per unmio colpo di testa) : non abbiamo rapporti sessuali da quasi 2 mesi.durante ilmio soggiorno,c\'è da dire che lui è venuto a visitarmi ,non poteva stare dipiù, per una settimana(dove i rapporti sono stati quasi giornalieri)!alle mie rimostranze sulla gravità del fatto e nel proporgli l\'eventualità diuna rottura lui mi he sempre detto che non voleva che ci lasciassimo e cheavrebbe cercato di superare il problema.tutto questo ,però, non ha fatto altro che inasprirmi con lui,visto che il miosentirmi donna è stato fortemente leso,e chiaramente il nostro equilibrio dicoppias\'è ulteriormente incrinato. ho sempre addossato solo a lui taletipo di problema,affermando che non avendo niente da obiettare sul piano realesu di me ,si era creato queste sensazioni pur di tenermi lontana e farnaufragare la nostra relazione.x cui l'insuccesso del nostro rapporto e la carenza d'intimità che lo caratterizza non erano altro che sua unica e sola responsabilità a causa della sua inadeguatezza ad un maturo rapporto. leggendo i vostri articoli ho cominciato a vedere che le cose possono stare anche diversamente e che possibilmente i problemi di coppia non siano solofrutto delle sue "paranoie" ma anche da un mio atteggiamento subdolo ma molto attivo nella lesione del nostro legame.ho paura che in tutto questo tempo nella mia estrema sollecitudine a cercare di risolvere i suoi problemi e le sue carenze (vedendo di fatto solo le sue) non ho fatto altro che spostare l'attenzione altrove per non concentrarmi sulle mie profonde mancanze che probabilmente forse sono le uniche su cui posso realmente essere efficace ed aiuto. Io sento di amarlo profondamente e so che anche per lui è lo stesso. ho paura di trovarmi nel cosidetto triangolo drammatico di karpman...cosa mi consigliate di fare , magari anche di leggere x AIUTARMI? ora sento che sono, in verità, io ad avere bisogno di aiuto e non lui.
Noto con piacere che ha letto approfonditamente gli articoli del sito fornendosi, così, nell'email anche le possibili risposte. Per cui non ho niente da aggiungere. Come libro le consiglio:
Melody Beattie, E liberati dagli altri, (Come uscire dalla codipendenza e vivere finalmente la propria vita) Oscar Mondandori. - Ottima lettura che dimostra come spesso a "dipendere" si è in due. Saluti
PS: per chi vuole approfondire il triangolo di karpman vada a:

SPUNTO DI RIFLESSIONE

carmen N° di riferimento: 744416392 Età: 22 Salve dottore. Dopo aver affrontato determinate letture riguardo la dipendenza affettiva, il mio sguardo nei confronti della vita è cambiato molto. Mi sono sforzata di guardare dentro me stessa, finchè piano piano è venuto fuori qualcosa di nuovo. Giorno per giorno cerco di accettare la mia dipendenza, osservando le sue manifestazioni senza giudicarmi in modo categoricamente negativo, e mi sono resa conto di vivere nell'arco di ogni mese circa (possibile che il ciclo mestruale influisca sulla mia situazione?) seguendo alti e bassi. Tento di godermi il più possibile i momenti di pace nella solitudine interiore che si rivelano sempre più belli, e cerco di ricaricarmi per poi affrontare le crisi tristi e dolorose. Detto ciò ho conosciuto un ragazzo che si sta comportanto con me in modo diretto e gentile, dimostrando semplicità ed intelligenza, ed anche interesse nei miei confronti. Sono dubbiosa perchè è la prima volta che sento attrazione fisica per una persona che considero interessante, però percepisco un blocco nei suoi confronti: possibile che ciò sia causato dalla mia dipendenza? Possibile che mi destabilizzi una situazione serena invece che una problematica? Vorrei uno spunto sul quale riflettere, per poter cercare una soluzione che so di avere, in fondo al cuore. La ringrazio molto. Carmen
Carmen le sue obiezioni sono possibili e la soluzione è in fondo al suo cuore. Le offro come spunto di riflessione questi significativi versi di Saba:
"Muta il destino lentamente, ad un' ora precipita."
Saluti

CODIPENDENZE

Stella N° di riferimento: 922497794 Età: 22 Buongiorno, le scrivo perche ho l'impressione di vivere rapporti di codipendenza e vorrei sapere come comportarmi per interromperli. Sono una persona molto insicura e ho avuto problemi di paranoia e depressione. Ho costantemente bisogno dell'approvazione degli altri. In realta non c'é niente che non va in me, sono intelligente, riesco in tutto quello che faccio e ho anche successo con gli uomini. Sono figlia unica e ho vissuto sempre con mio padre, rimasto single da sempre; mia madre mi ha abbandonato a pochi mesi per poi ritornare imbrogliando, facendomi del male e intentando una lunga serie di cause per l'affidamento che ha sempre perso. Io e mio padre ci vogliamo molto bene, ma lui é molto irascibile, mi critica spesso ed é sempre piu ossessivo, pignolo e a volte si arrabbia talmente tanto da terrorizzarmi. Io ho provato adandare a vivere con mia madre un anno, poi sono andata a vivere da sola, ma adesso sono tornata da mio padre. E non sopporto piu le sue interferenze, la sua ossessivita per come mi pettino, mi vesto, parlo, sono. Non ho modo di andar via di casa, quindi devo conviverci, ma come fare per avere piu autonomia, piu autostima? Non riesco a vivere un rapporto di coppia normalmente perche mi sembra di tradirlo e cio si riperquote anche sulla mia vita sessuale. Ho tagliato i rapporti con mia madre, ma ho avuto notizia che si é rifatta una vita e cio mi ha sconvolto. Per di piu di recente ho una nuova amica che vive lei un rapporto simbiotico con il ragazzo, il problema é che lei mi sta mettendo in mezzo, lui non mi sopporta e mi considera la causa dei loro problemi. Lei é sempre piu nervosa e mi rendo conto che non é un'amica per me, mi usa solo per avere un'alternativa al suo ragazzo. Lei alza spesso la voce e io non voglio piu andarci di mezzo. Come posso fare a migliorare la situazione? Tutta la situazione?
Uscire dalla codipendenza non è facile, richiede una seria e lunga "messa in discussione" di sè stessi. Per fare ciò è necessario un percorso terapeutico. Nel frattempo tenti almeno di iniziare ad uscire da una codipendenza più lieve, come quella colla sua amica. Se già riuscisse in ciò getterebbe le basi per risolvere codipendenze più "invischianti". Saluti.