Carlo Età: 37 Salve a tutti. Mi chiamo Carlo e desidero comunicarvi quanto mi sta accadendo, non so più se per dire che la dipendenza affettiva succede anche agli uomini o per urlare al mondo il mio dolore e sperare che qualcuno mi aiuti. So bene, purtroppo, che non mi aiuterà nè l'una nè l'altra cosa. Sono un uomo di 37 anni che ad un tratto, dopo la morte annunciata di un matrimonio durato 13 anni, non riesce più a trovare una ragione per vivere, visto che le mie speranze per una vita futura felice, sono molto negative. Dopo un periodo di circa 6 anni di matrimonio felice, le cose cambiarono piano piano, forse a causa del raggiungimento della sicurezza economica, lavorativa esociale. Prima questo scopo ci aveva uniti molto, si vede. Nel frattempo arrivò una meravigliosa bimba che oggi ha 8 anni, ma il nostro rapporto di coppia si deteriorò irrimediabilmente. A nulla è servito partecipare ad incontri digruppo, sedute psicologiche ecc...
Durante tutti quesi anni di matrimonio io purtroppo mi sono annullato come persona: vivevo facendo di tutto per renderla felice, per compiacerla e traevo le mie energie dal sentirmi amato. Con la morte nel cuore, dopo 7 anni di tentativi, abbiamo deciso di far terminare la nostra storia. Io, dapprincipio, mi buttai a capofitto nel lavoro, per nonpensare troppo, anche se di sera e di notte, non dormivo più restandomene a piangere in sienzio; dopo tre mesi di separazione, scopro che lei ha già unaltro, e la cosa mi ferisce tantissimo, perchè sono stato portato a pensare che lei non si è nemmeno girata a guardare 13 anni più 4 di fidanzamento di vita insieme, buttandoli nel gabinetto, e forse, cosa più importante, non avrei avuto più la possibilità di cercare di aggiustare le cose, ancora una volta, e sicuramente sbagliando ancora. Sono passati quasi 6 mesi e sto ancora malissimo: credo di essere impazzito, il pensiero della morte come liberazione dal dolore mi accompagna costantemente, autostima zero, ho presentato le dimissioni al lavoro (tanto per farmi del male), non esco più di casa e me ne stò sempre a piangere. In qualche momento di lucidità ho capito di aver bisogno di aiuto, così mi sono rivolto ad un counselor, ma non raggiungo i risultati sperati. Non ho più una ragione per vivere, visto che penso che la mia vita futura sarà schifosamente vuota, mi sento inadeguato anche come padre: mia figlia mi ha visto in un momento di depressione tremendo: io non riuscivo asmetterla di piangere e mia figlia accanto che mi accudiva e mi faceva coraggio (ribadisco che ha solo 8 anni). Quante volte ho pensato quale sia la cosa migliore per mia figlia: non vedermi più o continuare cosi; in ogni caso le produrrei cicatrici molto profonde nella sua psiche, oppure cercare di venirne fuori a tutti i costi. Si questa è sicuramente la cosa più giusta da fare maresta sempre nella mia mente lo spettro di una vita futura da infelice e solitario. Non so come andrà a finire, la cosa che sò è che non mi accontenterò di vivere una mezza vita, voglio sicuramente tornare ad essere felice, vivendo un rapporto nuovo e "sano" sia con me che con gli altri..... ma non voglio prendere in giro nessuno, la teoria è fin troppo facile... in questo momento sono convinto di non riuscirci. Se avete dei suggerimenti da darmi...li accetto volentieri.