mercoledì, novembre 08, 2006

VOGLIO IL MIO FUTURO!

alina N° di riferimento: 840840060 Età36 Ciao. Sono Alina. Ho 36 anni. Faccio l 'avvocato e sono stanca di sentirmi imprigionata nel passato. I giorni tornano sul calendario ed alla mente come fossero compleanni; giorni vissuti anni addietro di gioia assoluta.
Insomma, mi sento scema.
La mia storia è finita nel 2001...il primo agosto alle ore 1.30 della mattina.
Ne parlo come fosse il tempo ed il luogo di un'omicidio. Già il mio! E poi?
Poi ho vissuto come un'anima in pena che torna nel tempo e sul luogo della
proria morte violenta e di cui non si da pace. Non si dà pace di ciò che poteva
essere e non è stato.
Comunque...il punto è questo: sono consapevole di tutte le emozioni che vivo e
che ho vissuto ma non riesco a recidere le catene. Non sento più la gioia nella
mia vita...se non per brevi momenti. Eppure ai tempi non sono stata tenera con
me stessa. Da quando è finita ...quella notte, non l'ho mai più cercato. Non
l'ho mai più sentito! Un distacco totale, netto, deciso e feroce. Come quello
di chi, se vuole sopravvivere, deve tagliarsi la mano che lo incatena al
binario sul quale a breve passerà il treno. Eppure non è servito. Dopo 5 anni
sono ancora lì sul luogo e nel tempo dell'omicidio di tutte le mie illusioni
d'amore. Sono stanca di non guardare il futuro. Ho bisogno di una mano. Una
sola però.. perchè l'altra l'ho tagliata. ; VOGLIO IL MIO FUTURO!
Posso solo raccogliere il suo grido di dolore, che non accetterebbe nessuna parola di sollievo. La invito ad una riflessione, però. Lei è stata capace di quel distacco netto, assoluto che è difficile operare di fronte alla fine di un amore. Ma è stato un distacco che doveva proseguire nel suo cuore, cosa che non ha fatto in questi 5 anni. Anzi, incosapevolmente, sul piano razionale "troncava", ma sul piano "emotivo" alimentava il suo amore ritornando simbolicamente sul luogo del delitto. Questi "fantasmi affettivi" sono i più difficili da combattere, ma deve farlo.
Contraddicendo ciò che le ho detto all'inzio le invio questi versi di Gibran:
"In un campo ho veduto una ghianda: sembrava così morta, inutile. E in primavera ho visto quella ghianda mettere radici e innalzarsi, giovane quercia verso il sole. Un miracolo, potresti dire: eppure questo miracolo si produce mille migliaia di volte nel sonno di ogni autunno e nella passione di ogni primavera. Perchè non dovrebbe prodursi nel cuore dell'uomo?"

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