rossella N° di riferimento: 519416372 Età: 50 Ho 50 anni quando ne avevo 30 e tre figli quello che allora era mio marito mi ha lasciata scomparendo dalla mia vita e da quella dei miei figli. Sono stati anni durissimi, dopo vari rapporti con uomini più o meno della stessa tipologia di mio marito mi sono resa conto di soffrire di una dipendenza affettiva sono andata in analisi ho faticato tanto, anche perchè, fornita di scarsissimi mezzi nel frattempo lavoravo per portare avanti la mia famiglia. In qualche modo sono riuscita a sopravvivere, pur non risolvendo completamente il mio problema ma semplicemente isolandolo e le garantisco che mi è sembrata una vittoria poichè non credevo proprio di farcela. Ora vedo il mio figlio maggiore, che oggi ha 25 anni, soffrire di qualcosa di molto simile alla mia stessa "malattia". Lui è un appassionato di pugilato, pratica questo sport a livello agonistico da quando aveva 17 anni ma non riesce a realizzare quello che vorrebbe e cioè esprimersi pienamente sul ring, nonostante la sua totale dedizione (in realtà la sua vita è totalmente dedicata al pugilato : non ha una ragazza non lavora o lo fa solo saltuariamente e solo se questo non gli impedisce di allenarsi mangia dorme e respira solo infunzione dello sport e le garantisco che non esagero). Oggi 12 novembre, dopo essere stato sconfitto ai campionati regionali da un avversario che poteva battere ad occhi chiusi pare si sia reso conto che qualcosa non va, e mi ha chiesto aiuto cosa posso fare per dargli una mano?
Può aiutarlo convincendolo a chiedere aiuto ad un terapeuta. Lei è troppo coinvolta emotivamente per potergli fornire un aiuto diretto. Inoltre rischia di "proiettare" ulteriormente su di lui il suo dolore passato e che ancora non ha risolto del tutto, con tutte le conseguenze del caso. Cordiali saluti.
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