giovedì, novembre 23, 2006

CONDANNATO ALLA SEPARAZIONE


BUONA SERA DOTTORE
Mario , 46 anni residente nel nord-est d'Italia.
Da 16 sposato e “ condannato alla separazione “ causata dal disagio di una moglie innamorata di un ragazzo di 23 , di 19 anni più giovane .
Secondo lei il disagio era precedente alla storia iniziata, non mi ama più , non le piaccio più fisicamente, non condivide il mio modo di pensare ecc.ecc.
Il tutto va avanti da circa 4 mesi e non so fino a che punto si sia spinta questa relazione. Se al momento , in attesa di separazione, sia soltanto virtuale o sia andata oltre.
Attualmente vivo da mia madre , nello stesso stabile della nostra abitazione.
Mi permetto di allegare uno scritto che se ne avrà voglia e tempo le potrà illustrare meglio la situazione.
Ringraziandola anticipatamente, le porgo i miei più distinti saluti, sperando che continui ad illuminare persone che in questo momento, come me, vedono soltanto buio.
"Onestamente non ne posso più. La situazione che si è creata , è diventata insostenibile.
Dovrei farmi forza , ma non ci riesco. Dopo 16 anni di matrimonio ti senti dire che non sei più amato, che non piaci più, che perfino il carattere non è più lo stesso , nemmeno il tuo modo di pensare è condiviso ; ma che cosa sta succedendo ? Sono talmente cambiato che la donna che ho sposato e con la quale ho un figlio mi rifiuta? Non lo so !!!!!!. Sicuramente qualcosa in me è cambiato , ma non così radicalmente da indurre una donna a distruggere un matrimonio che tra alti e bassi, come tutti, non ha mai avuto scossoni o momenti di difficoltà insuperabili. Non ci capisco più nulla. Unica spiegazione datami è che “ l’amore può finire come è cominciato” > “ non sono ne il primo ne l’ultimo” > “ che non è colpa tua “.
Dovrei rinunciare a quello a cui ho creduto e dedicato parte importante della mia vita? Dovrei arrendermi e rassegnarmi ad accettare una decisione che non ho preso io e che inevitabilmente andrà a compromettere la serenità di un bambino di sette anni oltre che quella di entrambi? Secondo mia moglie : “ SI “ . D’accordo, in un matrimonio bisogna essere in due a remare nella stessa direzione, ma diventa difficile remare quando l’altro si lascia andare , si invaghisce di un ragazzino di 19 anni più giovane credendo di ritrovare con lui la serenità che in questo periodo è venuta meno. “ Voglio cambiare vita, essere più libera, andare a divertirmi senza problemi visto che gestisco la mia vita” > “ di vita ne ho una e non la voglio sprecare “ .
Che cosa è la libertà a 42 anni ? Che cosa c’è di più importante di una famiglia ?
Da quando si è venuta a creare questa situazione, sono diventato geloso, diffidente, ombroso.
Non ero così. Non sono mai stato geloso di nulla , ho sempre cercato di essere presente e discreto , di non invadere la sua libertà , di rispettare e aiutare chi me lo chiedeva , senza contropartita . Non per scarso interesse ma soltanto perché reputo giusto che ogni individuo abbia la propria libertà , il proprio io , a maggior ragione riferito alla persona con la quale si è deciso di passare insieme la propria vita. Entrambi lo decidemmo.
Mi sento tradito nei sentimenti che in un matrimonio sono la cosa più importante. L’amore , dopo un periodo di tempo più o meno lungo , cambia aspetto e si trasforma da passione ad affetto, da trasporto a coinvolgimento, passando per la complicità , l’aiutarsi, il capirsi, il sopportarci, lo stimarci. Diventa difficile credere che tutto questo coktail di sensazioni sia svanito in così poco tempo. Non voglio incattivirmi, non è nel mio carattere. Troppe cattiverie dette, moltissime delle quali non da me. Troppe illazioni, sospetti, sotterfugi. Ho tentato con delle lettere, niente, con maniere poco ortodosse, niente, parlarle, niente e addirittura facendola convocare da un avvocato , per spaventarla ma il risultato è rimasto invariato e cioè NIENTE.
All’avvocato ho detto dall’inizio che in qualsiasi modo avrei tentato di salvare il mio matrimonio
Si vuole separare e non ci sono ragioni che la facciano desistere. Come sarà tra qualche anno quando avrà circa 50 anni ? Lui ne avrà circa 30 e gli interessi saranno per forza di cose diversi. Vuoi per l’età , vuoi per il fisico. Non si sta rendendo conto che è solo una infatuazione , anche se lei sostiene il contrario. Secondo lei il disagio c’era precedentemente, fatto sta che la cosa è degenerata da quando lui si è intestardito , si è innamorato, e non l’ha lasciata in pace. Adesso è lei che lo chiama ripetutamente o gli spedisce 20/30 messaggi al giorno. Tralasciando le telefonate .
Ha un comportamento adolescenziale , da ventenne, ma non si rende conto che se si parlava forse non saremmo a questi livelli. Amare non è guardarsi…. è guardare nella stessa direzione. La direzione era quella di avere un futuro più sereno, lavorando entrambi con lo scopo di toglierci qualche sfizio, di crearci una casa accogliente,di crescere il nostro bambino insieme infondendo in lui il valore della famiglia, dell’affetto, con ruoli differenti ma sempre importanti. Il cambio di abitazione , faceva parte di quel progetto accettato da tutti e due per migliorarci e migliorare. Non solo economicamente.
Capirei il distacco l’uno dall’altro se in mezzo non ci fosse nessuno. Purtroppo, in mezzo qualcuno c’è e non ci posso fare nulla. L’ha ascoltata , forse aiutata in un momento di difficoltà dovuto a stress,lavoro,impegni. Quello è ed è stato un mio torto, quello di non ascoltare. Di averla data per scontata al mio fianco. Preso da lavoro, nuova attività di mio fratello, dolore fisico(ernia) non ancora del tutto sopito, stanchezza,il rimanere senza auto, ecc.ecc. Secondo il mio punto di vista non sono sufficienti tutte insieme queste motivazioni per lasciarci, o meglio per lasciarmi. Quante volte ho dovuto portar pazienza , accettando il rifiuto sessuale, (troppo stanca, troppo tardi, muoviti che ho sonno, bisogna essere in due a volerlo, ecc.) accettando il non voler uscire( sto bene a casa, mi piace guardare la tv, ecc.) accettando le umiliazioni rivolte alla mia famiglia di origine , senza mai replicare sulla sua di famiglia . Si accetta perché si ama, si lascia correre, non si da importanza alle cose dette in un momento di rabbia. Si ama e basta. Tra noi c’è sempre stata stima anche se non c’è lo dicevamo spesso. Il suo carattere riservato e chiuso , non molto differente dal mio, mi è sempre piaciuto come a lei piaceva il mio non parlare, i miei silenzi, i miei momenti di ilarità improvvisi. Ora può essere tutto finito ? In soli pochi mesi? Mi sembra impossibile.
Spesso passo da momenti di tranquillità a momenti di sconforto,disperazione , coinvolgendo le persone che mi sono vicine , che mi stanno aiutando e che mi vogliono bene. Adesso non sarei proprio un buon papà, coinvolgo involontariamente anche la persona che più di ogni altra al mondo mi sta a cuore, il mio bambino. Mi vede piangere, arrabbiarmi e certo non è il modo migliore per farlo crescere. Sentendo lei , avrà sempre una mamma e un papà. Certo, ma in che modo li avrà? Dovendo chiedere se può andare in un posto o da qualche parte con papà o chiedendo se potrà andare da qualche altra parte con mamma ? Da soli ? accompagnati da chi? Inevitabili queste domande !!. L’interrogarlo di come ha passato la giornata con uno o l’altro genitore , su chi c’era , su che cosa gli è stato detto ? Mio figlio è un bambino sveglio e sensibilissimo, ha già capito tutto e perciò ogni tanto chiede qualcosa , si informa , trae le proprie conclusioni ma essendo ancora piccolo non se ne rende conto appieno.
Ci sono sacrifici che una mamma ed un papà devono fare per i propri figli e non intendo solo sacrifici economici , ma anche scelte di vita che non vadano ad intaccare il crescere della persona che non ha chiesto di nascere, che è frutto di un amore, che non deve essere ferita dalla vita prima ancora di conoscerne il contenuto e le inevitabili amarezze che questa gli riserverà. Magari fosse più grande !! Forse comprenderebbe di più e prima, ne sarebbe ,forse, meno turbato . Non vorrei che mio figlio abbia lo stesso dispiacere mio, quando anche i miei si separarono per un periodo di tempo . In quel periodo non ero particolarmente felice, pur avendo una mamma forte e combattiva , che non mi ha mai fatto mancare nulla nel limite delle possibilità,di affetto,di cure. Un figlio è un legame unico ed inscindibile , che non potrà mai essere spezzato da niente e da nessuno, se interessa il bene di quest’ultimo.
Dobbiamo entrambi interrogarci su che cosa è giusto o sbagliato , tralasciando gli interessi o le aspirazioni personali nel bene di colui che abbiamo generato.
Non dico di annullarci come persone, anzi , il contrario, ma di valutare se tutto ciò è importante a tal punto da frantumare un legame che dura da tempo e nel quale , almeno io, ho investito e creduto e dal quale si può ancora estrarre qualche cosa di positivo.
Un “ mea culpa “ lo dovremmo fare entrambi , forse in proporzioni diverse, considerando anche le difficoltà alle quali andremo incontro con una separazione.
Come ho detto prima, non mi esimo dal prendermi le responsabilità nel disagio provocato alla mia compagna, ma neanche lei deve considerarsi esente da colpe dalle quali è nata questa situazione,precedentemente all’avvento del terzo incomodo. Si ama e basta. Non intendo “ sopportazione o prevaricazione” degli altri, ma soltanto comprensione, aiuto reciproco, amore.
Si da e si riceve come spesso ci è capitato in questi anni . Non vorrei essere frainteso, mia moglie non è un mostro di cattiveria, o una persona superficiale. L’ho sposata per la sua intelligenza, per il suo essere semplice, per la razionalità con cui affronta determinate situazioni, per il suo aspetto , oltre ai mille perché che ancora potrei citare.
Rimango dell’idea comunque che in questo momento non sia lei. Almeno emotivamente.
Sono combattuto se aspettarla o se chiudere definitivamente il nostro rapporto.
Aspettare quanto? Sarò poi in grado di ,eventualmente , amarla come prima ? Sarà in grado di essere sincera e leale con me ? Saprò perdonare ?
Non ho risposte, solo il tempo me le darà.
Se dovessi ascoltare sua mamma, dovrei continuare ad insistere , a circondarla di affetto, a non lasciarla andare. Se invece dovessi ascoltare la mia di mamma , dovrei lasciarla andare , liberarla da quello che adesso come legame le sta stretto, in modo che capisca che cosa si è persa . Mia sorella invece , di non essere cattivo ma di recuperare la mia autostima e di fregarmene, in modo che capisca l’errore ed eventualmente ritorni su i suoi passi preservando i miei diritti e quelli di mio figlio e, prima lo farò , prima se ne renderà conto. Altre persone con le quali mi sono confidato , mi dicono che una persona così è meglio perderla che trovarla, altri che è una crisi passeggera, che la relazione non avrà più di tanto seguito.
Come sono sempre stato, calmo e riflessivo, ascolto valuto e poi autonomamente decido.
Per quanto lei dica che mi faccio condizionare da mia madre . La ascolto certo, è sempre mia madre, le porto il massimo rispetto, ma ormai a 46 anni faccio quello che voglio e penso di averlo ormai dimostrato visto che sono 16 anni che sono fuori casa.
Non vorrei essere compatito o un po’ deriso come ultimamente mi sta capitando. La gente, specialmente in una piccola comunità come la nostra , parla , critica, comprende ,aiuta all’occorrenza o ti evita. Vuole rimanere ad abitare nel nostro paese nonostante le abbia offerto di ritornare a ........ , di rinunciare a quel progetto che ci eravamo prefissati, e come attenuante dichiara che nostro figlio si è integrato e non vuole creare disagi al bambino. Da buona mamma la capisco, ma da marito, forse, tradito , ho qualche dubbio.

Mario al di là delle sue considerazioni e di quelle dei suoi familiari su quello che è successo a lei ed a sua moglie, la invito a "vedere" oltre le apparenze. Ed oltre le apparenze và capito perchè sua moglie si è innamorata di una persona di 19 anni più giovane. Perchè nonostante il bambino e i condizionamenti subiti abbia deciso comunque d'interrompere la relazione. Ridurre il tutto ad un impeto di passione adolescenziale di sua moglie nei confronti di un giovane, non aiuta ne a capire ne a risolvere. Si chieda se la fine della relazione, forse era già preannunciata, e la conoscenza dell'altro l'ha potuta solo accellerare. Si chieda che cosa affettivamente è mancato nella relazione, oltre a ciò che era presente. Provi a guardare l'altra faccia della medaglia, anche se è duro e doloroso. La saluto con questi versi di Gibran:
"L'amore, come un corso d'acqua, deve essere in continuo movimento, ed è proprio per quello che tu fai con me. Ma che cosa accade alla maggioranza delle coppie? Credono che le acque del fiume scorrano per sempre, e non se ne preoccupano più. Poi arriva l'inverno, e le acque gelano. Solo allora comprendono che niente, in questa vita, è assolutamente garantito. "

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