Butter N° di riferimento: 530004150 Età: 30 Il mio ragazzo mi ha chiesto, dopo una storia di 13 anni iniziata nell'adolescenza, una pausa di rilessione. Le cose tra noi non andavano molto bene ultimamente. Io non concepisco molto questo genere di pause, non si può mettere in stand by un sentimento o, peggio,una persona. Chiedo di essere libera e formalmente ci lasciamo. A me crolla il mondo addosso e nel mio cuore spero sempre che lui torni. Incautamente, infatti, lui mi ha detto che deve fare chiarezza dentro di sè e che spera di tornare indietro a riprendermi con piena convinzione.Io non ci credo molto, ma ci spero ed è un supplizio, perchè ovviamente non riesco a rassegnarmi, in questo modo. Per sono certa che così la storia non poteva andare. Quindi la separazione in sè è giusta.Dopo alcuni giorni sento una forte nostalgia e lo cerco. Dico che devo capire cosa gli passa per la testa e che mi sono resa conto di non averlo mai ascoltato per davvero. In parte so che lo chiamo per nostalgia, in parte sono però anche convinta di non averlo ascoltato come si deve da tempo. Inizialmente lui dice che ha bisogno di un po' di distacco ma dopo qualche giorno mi chiama. Ci vediamo, capisco che lo fa per me più che altro, ma quello che sembrava un incontro pietoso per mettere una pezza alla mia nostalgia, improvvisamente rivela che il confronto è utile quanto meno perchè per la prima volta si parla davvero. Per la prima volta dopo tempo riusciamo di nuovo a parlare davvero, a comunicare i reciproci motivi di frustrazione.Ma la crisi non si risolve. Ribadisco che la pausa è qcs che mi fa stare solo peggio, preferisco essere liberà e poi si vedrà. Che però non si aspetti che io farò la geisha in sua attesa per sempre. Ma lui piange a dirotto, non riesce a lasciarmi. Paradossalmente io sono, che ho il pianto di solito molto faciele, quella forte e lui, la roccia, quello in crisi. Mi dice che dentro di lui sa che sono la compagna della sua vita, ma che ha come bisogno di sbatterci il naso, che dopo tanti anni insieme e vari errori da parte mia e sua non sa bene cosa prova e che, in senso generale, è in crisi con se stesso e non riesce a provare nessun tipo di sentimento con chiarezza. Io dentro di me vorrei dargli una chance, ma mi dico che non ha senso fare una pausa dandosi un termine, che prefersico cmq essere libera. Gli dico che io sono certa dei miei sentimenti per lui e che, ok lasciarsi ora, che lui rifletta, ma che se mi vuole si spicci dato che se passa troppo tempo certamente il mio amore finirà con il consumarsi fino ad esaurirsi. Che se mi vuole è ora il momento di lottare per me. Siamo ancora punto e a capo, pertanto.La pausa, che non si sa se sarà defintiva o che, serve cmq anche a me per riflettere.Capisco meglio certi errori, certe dinamiche, certe problematiche mie. Certe dinamiche della mia famiglia ed infanzia che mi hanno influenzato negativamente. Lo sento e gli dico che per la prima volta vedo che i problemi non li ha solo lui, che ho visto certi miei errori. Che ho capito da dove nascevano certi problemi della coppia, non tutti, ma per lo meno alcuni. Gli chiedo se, ora che abbiamo iniziato a superare la fase della chiusura reciproca e, sebbene a fatica, a porre in essere un tentativo di dialogo, vorrebbe dare al nostro rapporto una chance, soprattutto con l'obiettivo d icurare la qualità del nostro tempo insieme, di imparare a conoscerci di nuovo, dato che siamo cambiati e non siamo più i ragazzini di 13 anni fa. Di ricominciare da zero. Andando con calma.Lui sembra apprezzare tutto questo. Però mantiene la distanza di sicurezza da me. A un certo punto, però, sembra anche che voglia improvvisamente gettare la spugna. Ecco come: Prima mi manda in messaggio dicendo che vuole parlarmi della qualità del nostro rapporto, ma poi al telefono inizia di nuovo a buttare lì che ha bisogno di tempo per stemperare gli animi e le pressioni (Sono un tipo un po'ansioso...ora me ne sono resa conto e cerco di lavorarci. ero anche parecchio dipendetne da questa relazione, am ora so che devo crescere in autonomia io per prima e cercare il mio equilibrio). Lui dice che ha bisogno di sentirsi libero, in questa fase. Cioè, dico io, non capisco. Libero come? Mi lasci o ci vuoi riprovare? Io gli dico che se la libertà sta nel farsi altre storie o anche solo sesso una pausa non serve a niente.Una pausa al limite serve se uno vuole riflettere e lavorare su di sè.S ono perfettamente lucida e gli dico, questa volta senza piangere, che una pausa di totale libertà non la capisco e che è una forma di mancanza di rispetto nei rigaurdi dell'altro. Dico: "Lavoriamo su di noi e insieme, per gradi, ma nel rispetto e fedeltà reciproco per fare un serio tentativo, se no se è la libertà totale che vuoi...vai, sei libero!Però dopo sta botta non pretendere che io ancora ti aspetti." Lui dice che non è in cerca di un'altra, ma che però ha bisogno di non avere vincoli. Io ribadisco che non capisco cosa vuole e che se però in questa pausa lui ci mette anche solo il rischio di un'altra donna è certo che io non ci sto. Gli dico: "non sono un vestito vecchio che al momento ti ha stufato, ti provi quelli nuovi e poi, nel caso, lo riprendi.Vai sei libero, se lo vuoi, però non tornare in tal caso perchè io nonriuscirei mai a riprenderti sapendo che nel frattempo hai fatto altreesperienze con altre donne.La mia dignità mi pone un limite.Se è così vattene e non tornare più. Se è così che ragioni sei solo un bamboccio che non sa quello che vuole nèvuole provare a crescere, mentre io cerco un uomo in te.Se ragioni così mi fai solo del male, perchè oltre al dolore di perderti avreianche il fantasma di te con un\'altra. In tal caso non potevi lasciarmi ebasta? Ti disprezzo\".Come ha capito che io questa volta, pur soffrendo come un cane, ero pronta atroncare in maniera defintiva ha cambiato totalmente musica. Mi ha detto: \"DOve sei? Qaundo dico dove sei è che ti voglio. Vediamoci!"In pratica, succede che io lo raggiungo decisa a mettere la parola fine e lui invece, dopo mesi che i respingeva, mi cerca, mi bacia. Io sono confusa, macedo sotto i suoi baci, mi fa crollare. Facciamo l'amore, prima in modo selvaggio, poi dolce. Lui non smette di baciarmi, dopo, e mi dice quelle parole d'amore che non mi ha mai detto e che ho tentato invano per mesi e mesi di tirargli fuori, che sa che sono la sua compagna, che mi ama (me lo dicevapochissimo, è un uomo chiuso nel esplicitare i sentimenti, causa famiglia totalmente anaffettiva).Mi porta a cena e non ha occhi che per me, cerca di instaurare un dialogo sereno sui nostri problemi, iniziamo a capirci un po\' di più. Continua atendere le mai verso di me, mentre io sto sulla difensiva. Ho ceduto, intravedo uno spiraglio, ma voglio andare con i piedi di piombo. Il rischio di illudermiè troppo grande.Non riesco a dire \"Ti amo\". Ho paura.MI dice che vuole andare per gradi, che vuole provarci sul serio di nuovo conme, ma con calma. Mi chiede con gli occhi imploranti: \"ci credi almeno al 50per cento? ci credi? \" per ben due volte.Di fronte a quello sguardo cedo e gli dico che voglio ridargli fiducia, diprendere un po\' di tempo per risolvere certe situazioni e amche per calmarciun attimo e stemperare l\'ansia e di riprovare per gradi. Incominciare da capo,insomma, con nuove basi.Lui è d\'accordo. Quasi non mi lascia andare via quella sera.Il giondo dopo non mi faccio viva e lo fa lui, con un messaggio in cui mi diceche la serata del giorno prima è stata magica (mai si era espresso in tal modo)e che forse il primo passo lo abbiamo fatto giusto.Io ribadisco che ha la mia fiducia.Il giorno dopo mando solo un buona giornata, per tastare il terreno. Luirisponde in modo carino.Io in passato ho avuto il bruttio vizio, per ansia, di volere tutto subito. Percui lui mi fa capire che apprezza il messaggio, ma mi dice ci sentiamo traqualche giorno. Io capisco ceh teme che io riprenda la spirale di ansia e di ritmi vorticosi egli rispondo che la pazienza è la virtù dei forti e gli dimostro il miorispetto per la sua richiesta di un po\' di tempo dicendo che lascerò sia lui achiamare, evitando anche i messaggi. Tempo 10 secondi e mi risponde \"Ti voglio bene\". Da allora sono tre giorni che non lo cerco e lui idem.Secono Lei a che punto siamo?Che idea si è fatti?Mi illudo a dargli una chance? come devo agire?Io ci tengo davvero a recuperare questo rapporto.Mi aiuti, mi dia un consiglio, La prego.Butter
Dottore, c\'è stato un seguito a qyanto le ho scitto laprima volta.Copio dal forum. Aggiungo che ho tenuto duro e si è fatto risentire lui. MI ha chiamato echiesto di uscire per parlare.Aveva con sè un libro che, nel pieno della nostra crisi, avevo preso per me e letto, come spunto di riflessione .Glielo avevo dato come gesto tangibile per dirgli che , cirsi per cirsi, dovevamo iniziare a ragiona re su di noi stessi e sulla coppia e iniziare undialogo.Infatti negli utlimi due anni è stata la comunicazione profonda quella che è mancata tra noi, ci siamo allontanati e ognuno si è arroccato sulle sue posizioni, anche se in apparenza fingevamo di stare bene sia come persone che come coppia. era rimasto colpito dal gesto e aveva detto che lo avrebbe letto. Io non ci avevo sperato troppo, perchè lui odia leggere. E invece dopo il primo spiraglio di sabato, ieri è arrivato,con il libro pieno di orecchie alle pagine, segno che lo aveva letto.era disposto al dialogo.E abbiamo parlato molto, ci siamo capiti meglio su alcune cose.Lui era molto agitato e nervoso perchè, forse memore anche una parte che anche a me aveva dato da riflettere per capire meglio lui, ma che non gli avevao segnalato per delicatezza. E' uno stralcio in cui si dice come l'essere stati amati poco da bambini, l'aversi visto negare gesti di affetto dai genitori ci rende anaffettivi da adulti e con una serie di scompensi (scuserete la sintesi un po' eccessiva). Io ho sempre pensato che i suoi fossero persone totalmente anaffettive edipocrite, i classici perbenisti benestanti aridi di sentimento. Ma per rispettomi sono sempre tenuta questi commenti per me. Ho sempre pensato che nonvalorizzavano mai abbastanza i figli, specialmente il mio fidanzato.Io credo che non sia un caso se il primo figlio, anche lui disperatamente allaricerca dell\'approvazione dei genitori, abbia sposato pe rripicca e dinascosto la prima che è opassata e sia andato via troncando i ponti con tutti.Ieri sera il mio ex ragazzo era infuriato con i suoi genitori, con la madre inparticolare. Ha aperto gli occhi su certi comportamenti che i genitori orareplicano con il fratellino di 18 anni più piccolo, che ora ne ha 11. Es.Saputo della prossima settimana bianca, il bambino era felice e ha detto alpapà: \"Che bello, così ci divertiamo!!!\" E il padre: "Ma forse è meglio che prendi ancora un po' di stile, non scii bene. Al mattino vai al corso.\" Eil bambino, quasi implorando: \"Ma no papà, dai che ci DIVERTIAMO\". Il padreon ne ha voluto sapere: il figlio andrà al corso mentre lui sceirà da solosulle piste più difficili.La madre non ha fatto una piega. Entrambi non hanno fatto una piega neppureqaundo il mio ex gli ha fatto notare che forse il fratellino aveva solo piaceredi sciare un po\' con il papà, anche se non è ancora tanto bravo.Era furioso, ha preso a pugni la macchina fino a ferirsi una mano..Poi pianopiano sono riuscita a calmarlo, facendolo sfogare. Ha pianto letteralmente sulla mia spalla.Ha iniziato a piangere solo ultimamente, in tutti questi anni si è sempre trattenuto. Dice che gli ho insegnato io a lasciare andare un po' le emozioni. Si è rasserenato e abbiamo passato una bella serata. Abbiamo parlato anche di noi.Io vado con i piedi di piombo, ma forse in fondo al tunnel qualcuno ha acceso una lucina...MI ha detto ancora che mi ama.Io che rispetto i suoi tempi e che la lontanza serve anche a me per lavorare su me stessa e sedare e superare la mia ansia e la mia dipendenza da lui. Lascio che sia lui a cercarmi, secondo i suoi tempi. Intanto io per lui e per dialogare ci sono sempre, ma sto inziando a fare una vita come persona autonoma: ho preso una casa, esco con degli amici, ecc.
Continuo con un'ultima riflessione.Rileggendo mi accorgo di essermi fatta dominare dall\'ansia anche nel gestire la crisi: di nuovo, volevo una risposta subito, pur di placare l\'ansia. O mi lasci o ci riprovi. No vie di mezzo neppure per idea. Come se la soluzione di tutto dipendesse solo da lui. O dentro o fuori. Come se io fossi solo spettatrice e non avessi responsabilità. La pausa sta avendo benefici effetti su di me. Inizio a staccarmi da lui esenza quell'attaccamento patologico ora capisco meglio certe cose. Sono anche più serena, paradossalmente, pure nel rendermi conto di avere certi problemi. Inizio a capire che le ragioni di questa crisi non sono diverse da quelli che portarono, da parte sua, molti anni fa, ad un tradimento in età adolescenziale, che mi ha segnato. Già allora ero troppo rigida come personalità, inquadrata ed ansiosa (tutte caratteristiche di mia madre). Mai veramente rilassata. Ho tarpato anche lui, già da allora. Ma soprattutto ho tarpato le ali a mestessa. Allora al tradimento reagìi con un perdono istantaneo, ma tanto affrettat oquanto incompiuto, come se volessi cancellare l'evento quasi che non fosse mai esistito.Mi dicevo: se ha già guardato un'altra, se io ora faccio la difficile, mi lascerà del tutto e andrà ancora in cerca di altre. In breve, non ho mai metabolizzato quel fatto e invece ora capisco che prima dovevo lasciare purgare il dolore, quindi arrabbiarmi e poi razionalizzare e interrogarmi sulle cause, per poi capire e perdonare di quel perdono autentico che si trasforma in accettazione. Invece ho fatto come se nulla fosse e sono diventata ancora più ansiosa, possessiva, insicura e dipendente da lui. Ho odiato e guardato con sospetto ogni amicizia femminile, seppure innocente, di lui. Vedevo fantasmi. Solo una settimana fa mi chiedevo ancora il perchè di quel tradimento. Improvvisamente, come un flash abbagliante, ora inizio a vederne le ragioni e che tutto, ma davvero tutto compresa la crisi attuale, alla fine è collegato da una sottile linea invisibile. Premevo di continuo per sposarmi. Soffrivo perchè vedevo che lui, più era messo alle strette, più mi sfuggiva. Sono stata persino gelosa degli amici che si sono sposati nel frattempo. Odiavo il loro matrimonio. Mi chiedevo: perchè a me no? Cosa mi manca? Come se fossesolo colpa sua. Mi sono installata a casa sua imponendo di fatto una convivenza (e in parte anche per sfuggire dalle ansie e dalla rigidità di mia madre... non ero economicamente autonoma allora per andare a stare da sola...Cavolo, non si poteva mettere in piedi una convivenza per le scelte più sbagliate. Ora lo vedo chiaro come il sole). Lui non ha avuto il coraggio di mandarmi via. Piano piano il rapporto si è logorato.Non parlavamo più. Lui cercava di cambiare me e di rendermi più libera e meno ansiosa e nel contempo rivendicava più spazio per sè, fino quasi a non sopportare più la mia presenza.Io mi incaponivo nel dire: ecco, non mi ami così come sono, perchè non mi accetti?Diventavo sempre più ansiosa e pressante. MI sentivo sempre più allontanta e rifiutata da lui.Il sesso è stato una cartina al tornasole perfetto di questa situazione, non citrovavamo più neppure in quel campo.Così siamo andati avanti fino alla lite finale. E' come se avessi soffocato il fuoco del suo amore, come quando ci si mette sopra troppa legna.Ora è rimasta solo la brace, ma non mi pare del tutto sopita la fiamma.Ho capito che dovevamo inziare ad ascoltarci di nuovo e ho anche inziato a togliere un po' di legna, a ridare aria al fuoco.Il fuoco, cioè lui, che ha anche un casino di problemi suoi personali che stainziando pure lui ad affrontare, sembra gradire.Dice di tenere a me e che dobbiamo ricominciare, però su nuove basi.Io pure, che ho odiato questa separazione, inizio a capire che a qualche cosaserve. Nuove basi. Sono d\'accordo.Voglio andare per gradi però. Ho ancora paura di illudermi.Ho ancora paura che sia troppo tardi, che le troppe pressioni e difficoltà abbiano ucciso in lui l\'amore, che mi cerchi per nostalgia o incapacità di lasciarmi. O è ancora il mio carattere ansioso e pessimista che parla così?Fino a un mese fa avevo l'atroce dubbio che non mi amasse più. Non me lo diceva mai. E io ci soffrivo. Paradossalmente ora che ci siamo separati e che ho allentato la presa me lo dice.Ci devo credere o parla per nostalgia? Una parte di me vuole fidarsi con tuttoil cuore, ma vado con i piedi di piombo. Lei che idea si è fatto?Grazie di tutto e mi perdoni la lunghezza degli scritti, usciti davvero digetto come lo stream of consciousness di Joyce....
Butter lei nei seguiti della sua prima email fornisce a sè stessa le indicazioni per uscire dal tunnel. Non voglio aggiungere nient'altro alle giuste considerazioni della sua seconda e terza email, sopratutto nelle parti finali. Avere consapevolezza è imboccare la giusta strada. Cordiali saluti
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