martedì, gennaio 09, 2007

CONDIZIONAMENTI E TABU'

giona N° di riferimento: 817432122 Età: 18 Ho un grave problema. Spero lei possa darmi una mano perchè sono disperato. Avevo trovato l'amore della mia vita, siamo stati insieme per quattro mesi, lei è una ragazza per bene, di ottima famiglia e sani principi, lo stesso vale per me. Ciò nonostante abbiamo vissuto quasi clandestinamente la nostra storia, finchè i suoi se ne sono accorti ed hanno cominciato a fare pressione perchè smettesse, in quanto la cosa cominciava a farsi troppo seria, e, nel loro parere ed esperienza, poteva ledere la sua libertà, le sue uscite con le amiche, i suoi rapporti sociali e soprattutto i suoi studi all'università. Lei dopo un lungo tempo di conflitti, insistenze e passi indietro, ha ceduto alle pressioni dei genitori giudicando, anche sullabase della loro esperienza, che fosse la cosa migliore da fare. Il concetto che di solito adduceva, che non ho mai condiviso (abbiamo la stessa età, poco più che maggiorenni) era la precocità della cosa, che diventava di giorno in giornopiù seria: stando ai consigli dei suoi, lei finiva non solo per limitare la sua libertà stando con me, ma anche per fare una scelta troppo importante quanto precoce e immatura; legarsi in modo così forte, ora, senza nemmeno darsi iltempo di conoscere, più tardi, altre persone tra le quali sarebbe potut oesserci l'uomo della sua vita, quello vero, maturato, non frutto di una scelta avventata. Dal giorno in cui prese quella scelta mi disperai ma non persi lucidità: l'amavo troppo, cominciai a tempestarla di chiamate e di attenzioni, rispondendo con dolcezze e tenerezze, e con grande pazienza anche alle sue reazioni più esasperate ( sfuriate, chiamate attaccate). Iniziai tutto da capo,ripresi di nuovo a corteggiarla, come le prime volte, senza avere la benchè minima speranza di potercela fare, raramente l'avevo vista così decisa nel portare avanti una scelta. Finii per dedicarle canzoni, messaggi dolcissimi, poetici, sentitissimi; l'amavo e l'amo con tutto me stesso. Finchè una sera fu lei a chiedermi un incontro, non ne poteva più. Quella sera cedette; pianse,ci baciammo. Nel giro di una settimana tutto si risistemò, lei mandò tutti a quel paese, a poco a poco disse anche alle amiche di essere tornata con me. Qui apro una parentesi: lei ha vissuto, finora soltanto con e per le sue amiche. Non ha mai avuto storie con altri ragazzi, è sempre stata una ragazza semplice, serissima, anche se bella e molto corteggiata; l'unica volta in cui qualcosa di simile accadde fu perchè un ragazzo, a dire il vero brutto e prepotente, siinnamorò di lei e tentò il tutto per tutto per starci assieme, finendo addirittura per farle strani discorsi di natura astrologica sulla necessità del loro rapporto. Quando lei vide che lui cominciava a pretendere più che una forte amicizia, lo mandò via, e da allora decise che mai più avrebbe frequentato ragazzi, perchè erano tutti bugiardi e disposti a tutto pur diraggiungere i loro scopi. Finchè, maledettamente, sbucai io. E' stata una cosa maturata nel tempo, ho sempre avuto il sospetto di piacerle, come lei piaceva a me. Un grandissimo rispetto ed ammirazione reciproca, che in occasione di unappuntamento, una sera d'estate, divenne amore. Tra gli alti e bassi di cui ho raccontato, la cosa si è trascinata fino a 3-4 giorni fa, quando tutto era ripreso e noi due eravamo felici. Io sono stato il suo primo ragazzo, il suo primo vero bacio, lo stesso è stato per me. Avevo tutta la sua fiducia. Quella fiducia io l'ho tradita, straziata. Qualche giorno fa, scherzando, mi disse che secondo un'amica lei era come rapita da me, che per me avrebbe fatto qualsiasi cosa, che con me avrebbe avuto la sua prima volta. Anch'io ero convinto di questo, anch'io ero rapito da lei, e avrei voluto che la mia prima volta venisse con lei. Arrivo al dunque. I nostri rapporti intimi, un pò per la precarietà dei nostri incontri, un pò per i pregiudizi di lei, nonchè dei suoi genitori che le hanno sempre imposto un certo tipo di condotta (e che inevitabilmente ricadono quando siamo soli), non hanno mai superato i preliminari. Ci tocchiamo, i nostri corpi spingono l'uno contro l'altro ma vuoi per un motivo, vuoi per l'altro non lo facciamo mai, lei è insicura, ha paura, teme i sensi di colpa, che puntualmente, una volta a casa, la corrodono.L'ultima volta che siamo usciti insieme è accaduto il fattaccio. Eravamo soli,come altre volte, ci siamo baciati, toccati, poi io, da emerito idiota, ho cominciato a spingere per avere qualcosa di più. Ho scoperto il mio intimo davanti a lei, (l'avevo già fatto in passato ma mai in maniera così esplicita), lei era a metà tra imbarazzata e divertita, devo aver frainteso tutto. A un certo punto, dietro mio suggerimento lei ha scoperto il suo petto.Dopo un pò, non contento, come impazzito, ho cominciato a premere perchè si spingesse ancora oltre, sfiorandole il volto con il mio intimo. (la prego, se può, di omettere simili descrizioni, mi sento un verme). Lei era decisamente imbarazzata, non sapeva nemmeno cosa fare, alla fine ha ceduto alla mia incitazione e alle mie voglie, che, da stupido, credevo fossero anche sue. Subito dopo il fatto ha iniziato a rimproverarsi dicendo cose del tipo "mi odio che cosa abbiamo fatto, che cosa ho fatto", io cercavo di rincuorarla dicendole che non c'è nulla di male perchè io l'amavo e l'avrei sempre amata. Mentre l'accompagnavo la sua tristezza cominciava a farsi sempre più evidente, si copriva il volto, ha iniziato a dirmi "ti prego, questa cosa non la facciamo più", sembrava quasi disperata. Io cercavo di riparare, di minimizzare, di rincuorarla, ma in realtà mi sentivo anch'io una schifezza. Sono sempre stato un ragazzo dolce e sensibile, non so come abbia potuto spingere la ragazza che amo a fare una simile porcheria. Quando ci siamocongedati l'ho baciata, le ho detto che l'amavo, lei scendendo dalla macchina mi ha risposto, un pò timida, un pò insicura "..anch'io". Ho passato una nottataccia tra il terrore e i tormenti, ma nulla di paragonabile a quello che avrà passato lei. Il giorno dopo mi sveglio sul tardi, lascio sopra iltelefono, un pò per paura, un pò per studiare, e vado di sotto. Passo ladomenica un pò studiando un pò cazzeggiando, nel tardo pomeriggio salgo sopra,trovo 4 sue chiamate. Col cuore che mi batte a mille la chiamo più volte maniente da fare non risponde. Dopo un pò la richiamo per la quarta o quintavolta e lei risponde. L\'inferno che tante volte aveva fatto capolino nella miavita mi ricade addosso con tutta la brace. Lei è fredda, gelida, e rabbiosa.\"Dobbiamo parlare\", sentenzia. Dice che la cosa, il rapporto, qualunque cosa sia, finisce lì, e meno male. Che certe schifezze lei non si sarebbe mai sognata di farle con nessuno, nè mai le rifarà, che schifo, che da lei non se lo sarebbe mai aspettata. Che quelle scene le ha viste e riviste nella sua mente e che le ha metabolizzate a tal punto da volersele strappare a tutti i costi, e mi dice che giacchè, come dicevo io quando volevo tornare con lei, ilpassato, anche nelle sue minuzie, non è cancellabile allora lei sceglie di cancellare me e tutto il resto, e non vuole mai più vedermi, mai e poi mai,perchè ormai il mio ricordo è strettamente connesso a quella schifezza, e gli fa ribrezzo; timidamente e col cuore in gola ribatto che certe cose fanno male anche me e che se vogliamo possiamo cancellarle; lei mi dice che se si può cancellare quell'episodio allora si può benissimo cancellare tutto il resto, cioè me e tutto ciò che sono stato, una rovina da quando mi ha conosciuto (sì,è stata sempre bene quando è stata con me ma non ha mai avuto la serenità); a maggior ragione da quando sono diventato, in una sera, sinonimo di quella cosa immonda che l'ho spinta a fare. Dice di essere rinsavita non appena è rientrata a casa, e di essersi presa a schiaffi; dice che se avesse potuto si sarebbe sputata in faccia, perchè se io l'ho spinta a fare quella cosa, e lei l'ha fatta senza opporsi con sufficiente decisione, allora significa che è proprio vero ciò che dicono gli altri, e cioè che la sua volontà si annienta, non esiste davanti alla mia; e che dato che le cose stanno così allora è meglio che non mi veda mai più perchè potrebbe accadere di nuovo; dice che così come un episodio positivo l'aveva colpita a mio riguardo (spingo, insensato, perchè mi racconti quale episodio, ma lei non ricorda e non gl'importa), allo stesso modo un episodio negativo, sporco, è diventato l'emblema di cosa sono io, dicosa rappresento, anzi, di cosa rappresentiamo noi maschi perchè alla fine siamo tutti identici e vogliamo tutti le stesse cose; dice che ora le faccioribrezzo, ha metabolizzato troppo negativamente la cosa, che sono un ragazzo che vuole fare certi tipi di esperienze e che quindi è meglio che vada a farle con certi tipi di ragazze, altrettanto brave e serie ma più propense, magari le gallinaccie di cui le avevo più volte parlato per sottolineare la rarità di una persona come lei; mi dice che adesso è veramente finita, che nel dirmi questec ose è rabbiosa sì, ma anche lucida, e che mai come adesso sta dicendo tutta la verità. Le dico che l'amo, sono terrorizzato all'idea di tutto questo, piango come un bambino, non volevo farle del male, non credevo fosse una cosa così brutta, lei risponde che non mi ama, mi ha amato si una volta (anche se non è emmeno più sicura di cosa sia l\'amore) ma che adesso assolutamente no, anzi mi odia, mi schifa, e non vuole più vedere fino alla morte e oltre; dice anche che questo è un trauma che si porterà dentro, che quando troverà l'uomo giusto, il povero cristo dovrà faticare tantissimo per avere la sua fiducia, eche spera di poter dimenticare di aver fatto una simile schifezza anche se sarà impossibile; dice che non gliene frega più niente di me, che posso andarmenedove voglio con gli amici, ubriacarmi e morire di fame o farmi ammazzare(subimmo una rapina quando eravamo insieme, da allora non le ho mai volutogiurare che alla prossima non avrei reagito_lo feci proprio quella sera in un attimo di tenerezza, prima del fattaccio), perchè la cosa non gl'interessa più, che semmai un giorno dovesse tornare con me, mi notifica che sarà per pena, non per altro; in un timido scatto d'orgoglio le chiedo se era per penache era stata tutto quel tempo con me, se era altruista fino a questo punto;lei risponde di no, no di certo e che a maggior ragione non lo avrebbe fattodopo. Dice anche che non gliene frega di quello che penso io o il mondo intero ma che lei lo farà solo dopo sposata, con la persona giusta, e che nemmeno a quel punto farà certe schifezze, mai più. Le rispondo, trattenendo a stento le lacrime, dicendo che l'amo, che l'ho sempre amata dalla prima all'ultima frazione di secondo, aldilà di questo episodio, e che certe cose fanno schifo solo se fatte senza amore, per il puro piacere carnale; lei mi risponde gridando che io sono un bambino, che campo di ideali astratti-filosofici privi di fondamento e di concretezza, mi chiede che sono i piaceri della carne, quando mai ha conosciuto i piaceri della carne, che cavolo posso saperne io o lei dei piaceri della carne, che diavolo possiamo saperne dell'amore, lei soprattutto che è una bambina; aggiunge che hanno ragione i suoi, hanno sempre avuto ragione, che prima o poi si sarebbe scottata, che prima doveva aspettare, e così è stato. Le dico che quella cosa non era certo più sporca di altre che avevamo sempre fatto, lei mi risponde che questo proprio no, è il fondo, è bassissima e schifosissima e ripete che da sè non se lo sarebbe mai aspettato.Dice che io con la mia vocina, col mio romanticismo e le mie buone maniere rischio di farle fare tutto ciò che voglio, anche ciò che non si sognerebbe mai di fare; che a maggior ragione è meglio che non mi veda mai più; che se mipermetto di fare la stessa cosa che ho già fatto in passato, cioè chiamare sul suo cellulare insistendo, mi avrebbe addirittura fatto parlare con la madre, e la cosa sarebbe degenerata ancora di più; dico che sarei stato disposto anche a parlare con la madre, come avevo proposto più volte in passato, quando la situazione già degenerava ma per motivi diversi, lei risponde che non mi conviene essere così idiota. Faccio il diplomatico, come sempre, cerco di farle capire che l'amo e che l'amerò nonostante tutto, che quella cosa non era nei miei obiettivi, che non ho bisogno di fare certe cose come lei afferma, che posso aspettare fino a trent'anni, non me ne frega niente. Lei mi risponde come già ha visto sopra. Poi qualcuno la chiama, lei dice di dover andare, ementre le chiedo di aspettare mi attacca il telefono, poi lo spegne. Oggi sono andato all\'università, frequento medicina, ma sto inguaiato. Stanotte hodormito poco, l\'ho fatto stamattina in aula nell\'ora di fisica e a casa quando sono tornato. Non so più che balle inventare per i miei che mi vedonoc osì frastornato e giù di morale, faccio di tutto perchè non mettano in mezzo lei, sono vago, mi arrabbio, faccio l\'ipocrita, sorrido quando non lo sento.Io l\'amo, l\'amo tantissimo, e lei dal canto suo, mi ha molto amato, e nei nostri periodi migliori (anche nell\'ultimo tempo, da quando avevamo ripreso) me l\'aveva dimostrato e scritto nei messaggi in mille modi diversi, attraverso tante piccole poesie tenerissime, che io ricambiavo. Mi ha anche detto che lei aveva una concezione dell\'amore adolescenziale, romantica, tenera, e che la mia era del tutto diversa, che avevo sempre mentito; tutto ciò che ho saputorispondere, come un bambino, è stato \"non è vero\". E mi creda, non è affatto vero. Tutto ciò che le ho scritto, dalla prima all\'ultima riga era ciò che sentivo. Esimio dottore, in sintesi, spero di non averla annoiata con questo piccolo racconto di una grande tragedia personale; la prego di aiutarmi, didarmi un consiglio, mi sento troppo male, l\'ho tradita spingendola a fare quella porcheria, ma l\'amo e darei la vita per lei. La prego di rispondermi, dandomi anche solo un consiglio, dicendomi come reagire, magari cosa è scattato in me, perchè sono stato così bestia, magari come riuscire a recuperare la cosa, anche se dopo tutto questo, mi sa di impossibile (mi conforta solo ilfatto che anche prima era cosa impossibile e invece siamo tornati insieme). Come comportarmi. Mi scuso se sono prolisso, ma in questo momento, scrivere ciò che mi è capitato è il mio unico conforto. Non riesco a parlarne con nessuno,nessuno può darmi aiuto o consiglio perchè ho vergogna a raccontare una cosa simile. In pratica ho fatto il \"porco\" con la persona che amavo, e non è facile ammetterlo. In passato, ho chiesto consiglio al fratello di lei, che spesso mi è stato d\'aiuto, ma ora non so proprio che fare. La ringrazio anticipatamente per l\'aiuto. La prego di rispondermi in qualche maniera. Non mi sono mai sentito così vuoto, depresso e privo di speranza. Alcuni particolari di non scarsa rilevanza: il nostro rapporto iniziò a degenerare, la prima volta, quando un suo parente la colse in macchina in atteggiamento intimo con me e raccontò tutto ai suoi. La rimproverarono in mille modi dicendole che li aveva delusi tutti, che era sempre stata una signorina per bene, che lei era una bambina, che certe cose non si fanno, ed altre cose del genere. La cosa resistette per qualche settimana poi precipitò tutto, lei cedette. Nei giorni scorsi la madre la chiamava spesso al telefono mentre era con me, e senza nemmeno sapere dove realmente fosse e con chi, le ricordava, con tono severo, di fare “la persona seria”. Ogni sera, quando lei tornava dalle uscite con me, entrambi i genitori le rivolgevano, come lei diceva “la parolina”; erano infastiditi e la mettevano in guardia. Lei ha sempre avuto il terrore che i suoi la vedessero o capissero qualcosa. Li ha sempre ammirati, rispettati e temuti, ed ha sempre guardato a loro come modellidi vita e di comportamento.
Non mi ha affatto annoiato e nè si deve interrogare su che cosa ha sbagliato. Lei ha fatto solo ciò che sentiva di fare animato dal suo amore. E se l'altra ha "ceduto" non è solo perche lei l'ha "manipolata" ma perchè desiderava anche farlo. Tranne che, successivamente, i forti condizionamenti familiari e culturali, le hanno provocato devastanti sensi di colpa che hanno portato al rifiuto di lei, causa della sua tentazione. Posso solo dirle che la "castità" prematrimoniale deve essere una scelta consapevole e non maturata su "dettami" altrui, come nel caso della sua ragazza. Deve solo aspettare che il sentimento della sua ragazza, se c'è, ritorni. Saluti.

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