Ale N° di riferimento: 326167183 Età: 44 Ho scorso le pagine del sito, forse troppo velocemente,come succede qundo sei spinto dal desiderio di trovare una soluzione ad un dolore così forte, ma di cui ti vergogni e che noti con stupore essere condiviso da altri. Così eccomi qui. Dolore stupido il mio, arriva alla fine di una piccola storia di quattro mesi con una persona che conoscevo da alcuni anni. Le nostre reciproche storie personali (libero uno, impegnato l'altro e viceversa) avevano sempre indotto il libero di turno a rinunciare. Poi finalmente siamo liberi entrambi, l'amicizia si consolida e si trasforma in qualcosa di più. Io ho una paura incredibile di questa relazione (vengo da storie più tormentate e mi sembra così strana una storia in cui non si soffre) in cui lui sembra invece già coinvolto (con progetti al lunga scadenza e una presenza costante nella mia vita che annulla la distanza chilometrica (abitiamo a 400 km di distanza). Decido di non scappare e provo a viverla per poi accorgermi che qualcosa non va. Improvvisamente sembriamo una coppia che sta insieme da una vita, non c'è entusiasmo nè complicità. Non ce la faccio e gliene parlo in maniera serena.Lui prende atto, ma non mi spiega e improvvisamente torniamo quelli di prima,amici e colleghi gentili e collaborativi, ma non più una parola sulla relazione in cui con tanta determinazione sembrava credere.Ora io sto ovviamente a pezzi, non so se sono innamorata di quesa persona ma mi manca terribilmente e mi sento addosso un fallimento enorme di cui non capisco le cause.Ho ripreso con gli antidepressivi, che non toccavo da alcuni anni, ma sento sempre il bisogno di chiamarlo, magari con una scusa per sentire nella sua voce un tono, che non c'è più, che mi aiuti a riprendere una vita normale, almeno per un pò.
Non si colpevolizzi per averlo messo di fronte ad una realtà. Lei non ha fatto altro che prendere atto di una relazione alla deriva. Lui, consapevole, a sua volta, ha colto l'occasione per terminarla. Bisogna sempre sospettare dei facili entisiasmi iniziali del partner. Potrebbe anche essere stato sincero, ma le sue buone intenzioni non hanno retto al passare del tempo ed al consolidarsi della relazione. In tutto questo sono preoccuppato per gli antidepressivi che lei ha iniziato a riprendere. Non si rifugi solo in questi, ma chieda anche aiuto, professionale o meno, per uscire definitivamente da relazioni dolorose che tendono a ripetersi. La saluto con un'aforisma:
""Si è proteso su degli abissi. Ha rischiato più volte di cadere. Ma alla fine non è precipitato. In bilico sul vuoto, non ha conosciuto la caduta. Ci sono stati cedimenti, sbandamenti, delusioni, scoramenti, ma la vita l'ha sempre avuta vinta." (P. Besson)
1 commento:
Salve, mi chiamo Alessandra e ho 29 anni. Ho condiviso la mia infanzia e la mia adolescenza con un ragazzo innamorato di me dall'età di 13 anni lui e 15 io. Ho sempre rifiutato il suo amore e lui, pur di essere nella mia vita, si è felicemente accontentato dell'amicizia profonda tra me e lui. All'età di 22 anni io e 20 lui, mi rendo conto a sguito di un avvenimento di essere innamorata di lui e il sentimento subisce una trasformazione. Ci amiamo alla follia tra altissimi e bassissimi, tra il cielo e la terra ( mai in equilibrio) per 7 lunghi anni. Lui è solare, allegro, ottimista e pieno di vita mentre io sono più riflessiva, tormentata, riservata e fragile. Siamo arrivati a dei litigi vergognosi in cui io "alzavo" le mani come per scuotere la sua eterna accondiscendenza. In ogni caso lui sapeva che l'amavo alla follia. Purtroppo abbiamo fatto l'errore, se così si può chiamare, di voler trascorrere 24 ore al giorno insieme per 7 anni. Sempre insieme, tutto diviso a metà, la stessa valigia in due: sogni, speranze, paure, prime volte, università, vacanze, quotidianità. Comincia a mancare la passione. Lui,tranquillo e sereno, mi dice che è finito il nostro tempo e decide di troncare la relazione. Uno shok, un incubo. Cerco di non avere contatti ma non appena scopro che dopo un mese dalla fine della nostra storia lui si è fidanzato con un'altra ragazza, impazzisco. Vado in tilt: Lo tormento al telefono, gli scrivo, lo cerco. Lui mi ascolta ma allarga le braccia. Lui dice che ha avuto tanti dubbi ma che ora è felice. Dice che nessuna sarà come me e che un capitolo si è chiuso ma non vuol dire che possa essere riaperto. Mi dice che a lei mancano delle cose che io avevo come la sensibilità e la capacità di "perdersi" ( nella musica, nell'arte, nella fantasia...). Mi dice che non mi dimenticherà mai perchè sono stata la personapiù importante della sua vita. Io continuo a tormentarlo anche facendolo litigare con Lei ma lui continua ad ascoltarmi. Perchè lo fa? Possibile che il ricordo di tutta quella vita condivisa non sia sufficiente a fargli sobbalzare il cuore e farlo tornare? Ora lui è partito con lei in vacanza ed io sono ancora qui a piangere ogni giorno. Sono ossessionata e addolorata perchè sento che mi manca una grande parte di anima. Sento di camminare per il mondo come se mi mancasse una gamba, un braccio, metà anima. Ho gli occhi spenti e non riesco a vedere la luce e mi fa male sapere che lui ha già iniziato alla grande con un nuovo gruppo di amici, una nuova ragazza la sua vita. Avevamo creato insieme un progetto al quale lui ora lavora senza di me. D'amore non si muore?! Respirare ma non provare più emozioni e non sorridere non vuol dire essere morti?!
Che cosa devo fare? Ho perso il mio ragazzo, il mio amico, mio fratello....
Grazie
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