occhiazzurri N° di riferimento: 718202263 Età: 58 Credo di essere stata, fin da giovanissima, vittima di codipendenza affettiva. Da cinque anni sono innamorata di una persona piena di insicurezze e chiusure relazionali, molto frustrato. Volevo "salvarlo" e renderlo più realizzato e più sicuro di sè nella sua attività (che è anche la mia). Ho fatto molto per lui, sostenendolo negli abbattimenti e infondendogli fiducia. Non ho mai capito se mi corrispondeva o no, diceva di non capirsi,però quando esasperata volevo rompere, mi tratteneva impietosendomi con le sue sofferenze (peraltro non corrispondenti ad una realtà obbiettiva) e facendomi sentire indispensabile. poi un successivo raffreddamento e così via.Paradossalmente sono riuscita nell'infondergli autostima e sicurezza di sè:oggi s'impegna e si dice soddisfatto delle prospettive professionali. Ma con me è diventato più distante e "distaccato". Sposato, la moglie superansiosa e sempre in cura, richiede costantemente la sua attenzione. In sostanza io sostenevo lui e lui la moglie. Malgrado mi rendessi conto dell'assurda situazione fin'ora non riescivo a rompere. Il rapporto con mio marito è in crisi perchè senza emozione. Sento il bisogno di essere aiutata, non credo di farcela più da sola a trovare equilibrio e una pace interiore. Abito nel Veneto. C'è un centro o un buon terapista che possa aiutarmi?
Nel suo caso lei, oltre ad essere dipendente ha indotto "dipendenza", attraverso l'aiuto che gli forniva e diventando "indispensabile" per lui in un dato momento della sua vita. Purtroppo in questi casi l'esito è quello da lei raccontato. Al terminare del "bisogno" dell'altro termina anche la "dipendenza" dell'altro. Mi rendo conto che lei ha "investito" molto, sia in termini affettivi che di disponibilità, in questa relazione, ma adesso l'"investimento" deve farlo su sè stessa., nonostante tutto. Purtroppo in Veneto non ci sono "centri" sulle dipendenze affettive e per motivi deontologici non consiglio altri terapeuti. Cordiali saluti
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