Sono una ragazza di 31 anni, potrei dire una donna, ormai, ma ancora non riesco a rendermi conto del passare del tempo, del fatto che io donna non mi sento proprio, perché continuo a comportarmi da bambina.
Gli anni però ci sono e trascorrono veloci, mentre io non ho costruito niente, non sono una persona matura e responsabile, ma solo una piccola bimba paurosa ed indifesa.
Ho letto le testimonianze in questo sito di altre donne dipendenti affettive e mi sono detta: anche questa volta non sono sola, incredibilmente ci sono persone che soffrono come me, che hanno vissuto le stesse mie esperienze. Già, dico anche questa volta perché mi era già capitato in passato con la dipendenza da cibo, essendo stata prima anoressica e poi per 10 lunghi anni bulimica. Avevo trovato un primo appoggio nel gruppo di Overeaters Anonimus, poi sono stata ricoverata due mesi in una clinica per disturbi alimentari e grazie alle cure e soprattutto a Dio, ne sono definitivamente uscita.
Ma non sapevo che l'incubo non era finito lì. Credevo che anni di sofferenza bastassero, invece mi sono dovuta scontrare con una cruda realtà: la dipendenza affettiva. Leggendo il libro "Donne che amano troppo" ho raggiunto la consapevolezza di essere dipendente dagli uomini e che questa è una vera e propria malattia, come la dipendenza da cibo. Sapevo che le relazioni erano state sempre per me fonte di ansia e mi procuravano il disturbo almentare, ma mai ho avuto così chiara la situazione.
Leggendo una testimonianza su questo sito ho ritrovato la mia esperienza vissuta da bambina: molestie sessuali da un adulto. Sapevo che questo è stato uno dei fattori che ha scatenato in me tanta sofferenza, senso di colpa e atteggiamento sbagliato con gli uomini.
Da adolescente sino ad oggi non ho fatto altro che collezionare storie fatte di tristezza, di abbandono, di sforzi sovrumani per non far finire le relazioni con persone non adatte a me ma che mi portavano via dalla immensa solitudine in cui mi sono sempre trovata all'interno della mia famiglia.
Ero disposta a qualsiasi cosa pur di avere qualcuno accanto. Ma pensando di non meritare tanto bene, mi accontentavo di qualche piccola attenzione da persone poco disponibili, fredde, cattive, approfittatrici..per me era già ricevere tanto.Mentre il mio cuore soffriva e si lacerava dal bisogno immenso di affetto, coccole, amore e dedizione totale.
Ora, a 31 anni, sto ancora soffrendo disperatamente per l'ennesima storia finita in tragedia e non riesco a staccarmi da questo ragazzo, lo cerco, come un drogato in astinenza, impazzisco, darei qualsiasi cosa pur di stare un po' con lui, pur sapendo che mi tratterà ancora con freddezza, che per darmi un bacio mi fa faticare e mi costringe a conquistarmelo perché per ricevere devo meritare, devo guadagnarmelo. Come è possibile tutto ciò? Eppure è così. Ma adesso sono stanca, non voglio più uomini nella mia vita finché non amerò me stessa, finché non mi sentirò degna di ricevere amore vero.
E' difficilissimo, ma ce la devo fare, perché se no ne morirò.
Grazie a tutte le persone che contribuiscono con la loro testimonianza a farmi coraggio.
Lory, '74
Gli anni però ci sono e trascorrono veloci, mentre io non ho costruito niente, non sono una persona matura e responsabile, ma solo una piccola bimba paurosa ed indifesa.
Ho letto le testimonianze in questo sito di altre donne dipendenti affettive e mi sono detta: anche questa volta non sono sola, incredibilmente ci sono persone che soffrono come me, che hanno vissuto le stesse mie esperienze. Già, dico anche questa volta perché mi era già capitato in passato con la dipendenza da cibo, essendo stata prima anoressica e poi per 10 lunghi anni bulimica. Avevo trovato un primo appoggio nel gruppo di Overeaters Anonimus, poi sono stata ricoverata due mesi in una clinica per disturbi alimentari e grazie alle cure e soprattutto a Dio, ne sono definitivamente uscita.
Ma non sapevo che l'incubo non era finito lì. Credevo che anni di sofferenza bastassero, invece mi sono dovuta scontrare con una cruda realtà: la dipendenza affettiva. Leggendo il libro "Donne che amano troppo" ho raggiunto la consapevolezza di essere dipendente dagli uomini e che questa è una vera e propria malattia, come la dipendenza da cibo. Sapevo che le relazioni erano state sempre per me fonte di ansia e mi procuravano il disturbo almentare, ma mai ho avuto così chiara la situazione.
Leggendo una testimonianza su questo sito ho ritrovato la mia esperienza vissuta da bambina: molestie sessuali da un adulto. Sapevo che questo è stato uno dei fattori che ha scatenato in me tanta sofferenza, senso di colpa e atteggiamento sbagliato con gli uomini.
Da adolescente sino ad oggi non ho fatto altro che collezionare storie fatte di tristezza, di abbandono, di sforzi sovrumani per non far finire le relazioni con persone non adatte a me ma che mi portavano via dalla immensa solitudine in cui mi sono sempre trovata all'interno della mia famiglia.
Ero disposta a qualsiasi cosa pur di avere qualcuno accanto. Ma pensando di non meritare tanto bene, mi accontentavo di qualche piccola attenzione da persone poco disponibili, fredde, cattive, approfittatrici..per me era già ricevere tanto.Mentre il mio cuore soffriva e si lacerava dal bisogno immenso di affetto, coccole, amore e dedizione totale.
Ora, a 31 anni, sto ancora soffrendo disperatamente per l'ennesima storia finita in tragedia e non riesco a staccarmi da questo ragazzo, lo cerco, come un drogato in astinenza, impazzisco, darei qualsiasi cosa pur di stare un po' con lui, pur sapendo che mi tratterà ancora con freddezza, che per darmi un bacio mi fa faticare e mi costringe a conquistarmelo perché per ricevere devo meritare, devo guadagnarmelo. Come è possibile tutto ciò? Eppure è così. Ma adesso sono stanca, non voglio più uomini nella mia vita finché non amerò me stessa, finché non mi sentirò degna di ricevere amore vero.
E' difficilissimo, ma ce la devo fare, perché se no ne morirò.
Grazie a tutte le persone che contribuiscono con la loro testimonianza a farmi coraggio.
Lory, '74
2 commenti:
ciao Lory,
abbiamo la stessa età, e credimi non sei sola.
Il dolore ci accomuna tutte, e forse anche il poco amore per noi stesse, che ci spinge a commettere degli atti brutti nei confronti della nostra persona, forse per attirare l'attenzione, per gridare: ci sono, ho bisogno di te, sto male! E' sempre più difficile capire questa cosa, dell'amare se stessi, perchè si perde l'identità personale, vivendo in una società che ci rende tutti uguali. Forse dobbiamo perdonare noi stessi, autoamarci, eliminare il dolore che è in noi, e smettere di pensare e credere che sia tutta colpa nostra. Anche io 32 anni, sola, senza lavora, in cerca di una vita da vivere. un abbraccio
stefania
Ciao Lory, ho letto la tua storia ed ho trovato molto di me e della mia di storia, anche io infatti sono stata affetta da disturbi alimentari ed anche io come te sono una dipendentte affettiva e non ho avuto un passato semplice. Non ho mai sofferto di bulimia ma l'anoressia mi ha portato a raggiungere nel periodo in cui è morto mio padre i 39Kg, di recente invece a seguito dell'abbandono della persona con cui ero( che mi mollata in maniera indegna) sono arrivata a pesare 47Kg. Ho capito alla luce della mia esperienza che esiste un nesso sottile tra la voglia di vivere e il cibo, è come se attraverso il cibo si riuscisse anche solo per un attimo a domare gli eventi e a vomitare lo schifo che la vita in quel momento ti fa. Non è facile liberarsi dalle dipendenze.. io non ci sono ancora riuscita e nonostante il male ricevuto dal mio ex mi ritrovo spesso a pensare a lui. Provo un gran senso di vuoto per tutto quello che mi circonda e spesso mi spavento per il mio sentire NULLA verso tutto.
Non è semplice imparare a volersi bene, quando di bene non ne hai mai ricevuto pensi che essere trattata male faccia parte della tua storia e che se non vi è sofferenza nelle relazioni non vi è amore. Io ho conosciuto solo questo tipo di rapporti, ho visto solo questo tipo di amore tra mia madre e mio padre. Ho poi capito che questi sono rapporti mal sani. Sino a qualche giorno fa e prima di incrociare nel mio cammino (sia pure virtualmente) il dott. Cavaliere, pensavo di essere sola.. oggi leggo di te e di tante altre ragazze che vivono quello che provo io e mi sento meno sola.. questa cosa può sembrar niente invece è molto .. la comunione mi da forza. Ho poi imparato che quando raggiungi il fondo non puoi fare altro che risalire.. ti viene una forza strana che io chiamo quella della disperazione, è la stessa che ti fa alzare la mattina, che ti fa vestire che ti fa lavorare e soprattutto sperare che quello che ti circonda non sia tutto marciume, le persone sensibili e provate come te lo dimostrano.. Il dolore rende più belle dentro ed è solo attraverso il dolore che si diventa forti. Un bacio.
Rò
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