martedì, settembre 12, 2006

E' DIVENTATA EDONISTA

matlee N° di riferimento: 294617257 Età: 28 Salve, chiedo il Vs aiuto dopo alcune settimane di titubanza, forse perchè non volevo accettare la situazione, forse perchè pensavo di potermela cavare da solo. Ma non ci riesco: dopo 10 anni di relazione con la mia ragazza, durante i quali mi sono completamente dedicato a lei, e forse il mio errore è stato un eccesso di protezione gelosia, sono stato scaricato su due piedi come fossi il primo che capita! C'era anche il progetto di acquisto di una casa, senza però alcun programma di convivenza o matrimonio: diciamo solo un investimento economico per cominciare a concretizzare qualcosa. Premetto che questa relazione era iniziata quando lei aveva 16 anni, ora ne ha 26. Da qualche mese ha cambiato lavoro, ritrovandosi in un ambiente giovane popolato da tanti single che badano esclusivamente al divertimento, al mondano. Ha cominciato a frequentare il gruppo fuori dal lavoro (escludendomi da questa sua nuova realtà) sempre più spesso trascurando il rapporto di coppia, e quando le ho chiesto (ormai a giugno) di considerarmi di più si è auto-costruita, a mio modo di vedere, la storiella "non so se ti amo o se sto con te per abitudine". Dal suo comportamento e da diversi segnali ritengo che i sentimenti nei miei confronti c'erano e ci siano ancora, ma che per seguire la novità (più stimolante) doveva trovare un "movente" per staccarsi da me: più volte ho notato una sua forzatura per imporsi "non provo più nulla per te". Ha cominciato a rivendicare la sua indipendenza, il fatto che non ha mai camminato sola con le proprie gambe, che ormai è una donna e che deve fare le sue esperienze autonomamente senza dover rendere conto a nessuno. Ma a me questa situazione non piace affatto! Vedo che la sua vita è diventata lavoro e serate: ormai questa routine è quasi tutte le sere, in settimana come nei wk-end. La sua presenza in famiglia è pressoche nulla, come anche il tempo per se stessa, come anche per una sana riflessione. Mi sembra evidente che la sua non sia più voglia di divertirsi ma una dipendenza. Le domande che continuo a pormi sono: come si può rifiutare tutto il proprio passato senza nessun rimpianto? Come si può sostenere di crescere, diventare indipendenti vivendo esclusivamente di aperitivi e discoteche, diventando dipendenti di un gruppo? Come si fa ad ignorare la voce e la sofferenza di chi le ha sempre voluto bene e le è sempre stata accanto (genitori, amici, io)? Si sta comportando come un'adolescente capricciosa, che ha appoggiato la ragione, il buon senso, sul comodino e va avanti come una marionetta comandata dal gruppo (o qualcuno all'interno di esso, anche se ha sostenuto a più riprese che non sta cercando un'altra relazione e che non è interessata ad altri, anche se s'è formata una forte amicizia con un ragazzo). Vorrei poter fare qualcosa ma non so come. Esperienza passate già l'hanno portata a farsi del male, forse per autopunirsi o per una sorta di riconoscenza nei confronti di chi l'ha accettata in un momento di crisi, ma vorrei evitare che anche questa volta vada oltre, vorrei farla tornare quella di sempre, vorrei farle tornare il giusto senso delle cose, farle capire che c'è altro oltre al divertimento di una sera, farle tornare i valori della famiglia che ha sempre avuto. Mi rendo conto che si sia trovata tra due fuochi: una vita matrimoniale e una vita spensierata e divertente, ma vorrei farle capire (anche se già gliel'ho detto) che una relazione non esclude lo svago e che non c'è fretta di sposarsi o convivere, cosa che forse lei ha pensato imminente visto il tempo che stiamo insieme. Per volontà sua non ci vediamo e non ci sentiamo (non si è mai preoccupata di come sto in questo periodo anche se continua a tenere l'anello di fidanzamento al dito) e questa situazione va avanti ormai da troppo tempo. Vedo che sta seguendo un miraggio e che quando lo raggiungerà non avrà nulla tra le mani e neppure la forza per tornare indietro. Sono disposto a ridimensionare la nostra relazione, dandole più spazio, più fiducia, essere meno oppressivo, ma penso che oggi, nella sua situazione emotivamente alterata che sta vivendo, non siano argomenti molto convincenti. Cosa posso fare?grazie.
Deve permetterle di vivere questo momento: è l'unico modo per recuperare la relazione. Qualsiasi forzatura da parte sua l'allontanerebbe ancora di più. Mi rendo conto che è difficile da accettare per lei, ma si deve arrendere all'ineluttabilità della situazione. Poi quando si renderà che questo che lei definisce "edonismo" si sarà attenuato, potrà tentare di fare insieme a lei una seria riflessione sul vostro futuro come coppia. Saluti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La ringrazio della risposta. Penso anch'io che, dal momento che oggi si rifiuta di fermarsi a riflettere, non ci sia modo di recuperarla: deve sbollire la novità. Il fatto è che anche i miei sentimenti si stanno affievolendo (forse per autodifesa, orgoglio, perchè mi sto rendendo conto che la situazione è irrimediabilmente rovinata) essendo, dal mio punto di vista, un secondo abbandono e una non volontà di affrontare costruttivamente i problemi. Tra l'altro, penso che a breve maturerà la voglia di provare un'altra relazione per fare un confronto. Questo non riesco e non voglio accettarlo in quanto distruggerebbe delle basi che ritengo necessarie in un rapporto di coppia: impegno, rispetto, rinunce. Costruire una vita accanto ad una persona sfuggevole, inaffidabile, volubile che tratta il proprio compagno come un qualcuno pronto a riprenderla sempre, o meglio, riprendere i cocci delle sue sbandate non mi sta bene. Dottore, secondo lei quanto tempo sarà necessario perchè rinsanisca? Potrà mai maturare impegno e rispetto nei miei confronti? Potrà mai imparare a rinunciare alle occasioni/novità? Questa ragazza sostiene che le cose debbano venire da sole, che non si debbano cercare/forzare. Che la volontà, la ragione non debba intervenire nelle questioni sentimentali. A mio modo di vedere questo ha senso solo nell'innamoramento; in un rapporto stabile e duraturo bisogna alimentare i sentimenti anche con la volontà di continuare insieme, col supporto della ragione per reinventare "ogni giorno" il rapporto (anche se in questo ho peccato in prima persona negli ultimi anni).
Qualche giorno fa l'ho incontrata e abbiamo parlato a lungo. Insistendo sul fatto che mi stava perdendo per sempre, forse ha preso coscienza che non può considerarmi un punto di riferimento sempre e comunque. Ha quindi proposto di riprendere una frequentazione a livello amichevole per vedere se rinasceranno i suoi sentimenti nei miei confronti, ma non sono convinto che questa sia la strada giusta. Lei cosa suggerisce: frequentarla per tentare di riconquistarla o "abbandonarla totalemente" fino a che non si accorgerà della mia importanza?
Nel primo caso penso il rischio sia nell'abituarsi ad una relazione amichevole e di confidente/supporter. Nel secondo sento fortemente che lei "perderà" qualcosa accettando a breve le attenzioni di qualcun altro e che io mi abituerò alla sua assenza, a non volere riaccettarla perchè avrò chiaro davanti agli occhi la sofferenza e la fatica nello starle accanto.
Grazie del suo supporto.