Nino Età: 24 Gentile dottore,approfitto di questo suo spazio per esporle il mio problema.Sono uno studente universitario e lo scorso martedì (5 giorni fa) è la mia ragazza ed io ci siamo lasciati dopo oltre 7 anni e mezzo di relazione. Inbreve, lei si è invaghita di un altro che ricambiava e che anzi pare abbiainsistito molto per conquistarla poiché sapeva che lei era già impegnata.Lei mi aveva confessato il suo problema un paio di settimane prima, dopo 2-3mesi in cui non riusciva più a dirmi \"ti amo\" perché nella sua testa non c'ero più solo io. In questo periodo c\'erano periodi in cui lei riusciva apensare solo a me, ma in altri evidentemente non era così perché percepivo lasua distanza. Quando me l\'ha confessato ci siamo dati un po\' di tempo pervedere se la cosa poteva essere superata, ma appunto non abbiamo retto nemmeno20 giorni. Io non riuscivo a tollerare l\'idea che nella sua testa potesseesserci qualcun altro mentre per me lei era l\'unica e dopo tanti discorsi cisiamo decisi a lasciarci, perché in quelle condizioni non poteva continuare.La nostra relazione è sempre andata avanti senza grossi problemi. L\'annoscorso, da settembre 2006 ad Agosto 2007, sono stato un anno in Giappone esiamo stati separati per lunghi periodi ma siamo riusciti a superarequest\'esperienza, perché eravamo certi che il nostro amore avrebbe retto unasimile distanza. Paradossalmente, da parte sua, i problemi sono iniziati conuna breve che abbiamo condiviso negli scorsi gennaio, febbraio e marzo: permotivi di comodità di trasporto verso l\'università le ho chiesto ospitalitànel suo appartamento e lei ha accettato. Il primo giorno è stato molto strano,perché verso sera per un breve periodo ho provato una brutta sensazione, comese questo non fosse quello che ci aspettavamo. E forse è stato così, perché laconvivenza, anche ne non negativa, non si è come nelle aspettative,specialmente da parte sua. C\'erano una certa noia e monotonia, ed il sesso èstato molto meno di quanto avevamo pensato (anche se di non di rado dovevamocondividere l\'appartamento con due altre sue amiche). Insomma, lei ha pensatoche una coppia giovane non dovesse sentirsi così in questa fase della vita eper lei è iniziato un periodo negativo, diciamo così. Nemmeno io ero moltosoddisfatto della convivenza ma credo di aver contestualizzato l\'esperienza,perché era una cosa provvisoria, perché avevamo tanti impegni con lo studio,perché non eravamo sempre soli, e così via.Credo che più o meno dopo la fine della convivenza lei abbia iniziato a nonstare più bene, e pensandoci non è stato molto tempo dopo che ha smesso didirmi che mi amava, anche se non ricordo la data precisa. Ed è arrivatoquest\'altro uomo, che la ha messa in confusione ed ha portato alla fine lanostra relazione. So che lui, alla fine, non è causa di questo, perché anche lamia ragazza provava qualcosa per lui.Insomma, non potevamo andare avanti così. Forse per lei è stato un momento didebolezza, forse se non avessimo convissuto le cose sarebbero andatediversamente, o forse sarebbe tutto accaduto lo stesso. Lei potrebbe averesbagliato e pentirsene in futuro (me l\'ha detto lei) e che se fosse sarebbepronta a ritornare sui propri passi.Ma io so che non posso illudermi in questo modo, prima di tutto perché è dettoche possa accadere, poi perché temo che rischierebbe di ripresentarsi lo stessoproblema. Io non so se ho delle colpe, forse non mi sono accorto per tempo delsuo malessere, forse sono stato troppo certo del suo amore per me perchésentivo quello che io provavo per lei era inscalfibile. Mia madre, che siintende un po\' di psicologia e che in questi giorni è stata la mia principaleconfidente, dice che il mi amore era patologico perché fusionale, miidentificavo in lei (per inciso, questo tipo di amore lo avrei \"imparato\" daimiei genitori, poi divorziati). Forse non è così, forse ora sto così maleperché non è passata nemmeno una settimana dalla rottura, perché so di doveraffrontare un percorso lungo e doloroso che mi spaventa, perché non so se infuturo potrò superare questo dolore e tornare ad amare. Preciso che questa èstata la prima storia importante sia per me che per lei, e per questo siamopassati da adolescenti ad adulti insieme per quasi 8 anni, e che quindi forse ènormale che i miei sentimenti si fossero particolarmente rinforzati. Insiemeavevamo scoperto i primi passi dell\'amore, il sesso, iniziato l\'università, ecosì via.Ad ogni modo, mi sono sentito abbandonato, in colpa, se ho delle colpe e possorimproverarmi qualcosa, probabilmente è che ho dato per scontato il suo amore,non ho mai dubitato per un\'istante che lei potesse vedere qualcosa di specialein qualcun altro. Forse non mi sono accorto dei segnali che lei mi ha lanciato,se ne ha lanciati, appunto per questa granitica. La quale si è incrinata quandomi ha confessato di lui e che personalmente mi ha portato a decidere, in untremendo dolore, per la fine del rapporto. Ci sono momenti in cui penso cheforse non avrei dovuto farlo, che forse avrei potuto correggere le cose, perchéi problemi si possono risolvere, spesso. Ma devo convincermi che è sbagliato,devo prendere la mia strada, se poi il futuro ci riunirà sarà uno dei possibilifuturi, io adesso devo imparare a vivere senza di lei. E dolorosissimo eparadossale, fare a meno di quello che fino a poco tempo fa mi dava una gioiaimmensa, una delle poche certezze assolute che avevo nella mia vita. Ora stocercando di praticare il distacco assoluto, perché qualsiasi pensiero di leirischia (quasi sicuramente) di aumentare il dolore e di annullare i passiavanti che potrei aver fatto. L\'ultima volta la ho sentita ieri, dopo cheavevo pubblicato un post di sfogo sul mio blog; me ne sono vergognato, lo horitirato e mi sono scusato con lei perché sostanzialmente ho citato anche lei;quello che ho scritto era quanto provato ed era vero, ma mi sono vergognato peril modo in cui ho sbattuto il mio dolore, ed altre persone, in piazza.Comunque, ci siamo sentiti ed è come se ci fossimo salutati una seconda voltadopo la serata in cui ci siamo lasciati, un saluto forse un po\' più sereno.Parlando con lei mi sono sentito meglio, ma poi nel pomeriggio ho avuto unacrisi d\'ansia che non si è del tutto calmata fino alla sera, dopo aver parlatocon mia madre. Ora sto cercando di evitarla in ogni modo, togliendola dall\'elenco delle chat, evitando di accedere al suo blog, togliendo le foto,in generale rimuovendo qualsiasi segno esplicito di lei, nella speranza chepossa aiutarmi a ripartire.So che devo cercare di distrarmi, di impiegare mente e corpo, di passare tempocon i miei amici, per lenire il dolore e non pensarci. Tutti mi dicono che oradevo pensare esclusivamente per me ed è quello che sto cercando di fare. Stoanche valutando di iniziare ad incontrare uno psicologo ma sono un po\'perplesso: è meglio che io provi a superare da solo, autonomamente, questodolore nero come la notte, col rischio di uscirne malamente o senza digeriretutto quello che dovrebbe esserlo, o che ricorra all\'aiuto di qualcuno? Perché voglio riuscire ad imparare qualcosa da tutto questo, se ho fatto degli errori non commetterli più, non voglio più commettere l\'errore di dare per scontatol\'amore, che questo sia stato o meno una delle cause della fine della miastoria. Perché voglio che la prossima storia non finisca, sperando che noncapiti qualcosa di incontrollabile. Se sono diventato troppo dipendente dal suoamore allora devo imparare e far sì che cose di questo genere non accadano più.Voglio migliorare, evolvere, correggermi. Forse in questo momento lo dico ancheperché in fondo spero ancora di riconquistarla, ma nonostante ciò è qualcosache vorrei fare davvero. Vorrei superare la mia pigrizia che non mi fa faretante cose, perché mi accontento o faccio scorrere le cose che accadono. Forseanche questo è legato alla fine della mia storia.Forse ho scritto fin troppo dottore. Dovrei rivolgermi ad uno psicologo? Perché voglio trarre il meglio possibile da questa orrenda esperienza.La saluto, e grazie per l'attenzione.
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