Ciao, ho saputo di questo sito mezz'ora fà e vi scrivo immediatamente.
Mi chiamo Ines, ho 58 anni, sono sposata felicemente da 26 anni e ho due figli di 24 e 21 anni.
Perchè vi scrivo...Lo sò il perchè: mi sento molto sola e bisognosa di amore.
I miei si separarono quando avevo solo 5 anni (parlo del 1954).
Mia madre mi aspettava quando si sposò e potete immaginare cosa significasse per quei tempi essere incinta da nubile.
I miei nonni non andarono neanche al matrimonio, del quale peraltro sò poco o nulla, nè tantomeno ho mai visto foto in giro.
Mi ricordo che vedere la foto di mia madre incinta mi procurò uno strano disagio...
Erano anni difficili, mio padre era disoccupato come penso la maggior parte delle persone. Andammo a vivere con i miei nonni paterni dai quali era ospitato anche mio zio e relativa famiglia e mia zia, di 30 anni, che doveva dormire in camera con i genitori per il poco spazio che c'era in casa.
Potete immaginare come fosse la convivenza in quella casa.
Mio nonno, per ovvi motivi, era molto attento al denaro e da lì nacquero profondi disaccordi con tutti.
I miei decisero di andare via ma tutto quello che si poterono permettere fù una camera in subaffitto. Il loro rapporto aveva cominciato a sgretolarsi fino a diventare impossibile, arrivando anche a prendersi a botte e tante volte ho visto mio padre col sangue sul viso.
Mentre tutto questo succedeva, io stavo nel corridoio aspettando che qualcuno uscisse come se non potessi rendermi conto di quel che succedeva all'interno della stanza.
Questo mi ha lasciato un segno così profondo nell'intimo che non riesco a sentire le persone litigare...
Mio padre, intanto, aveva trovato un'altra donna e decise di andare a vivere con lei; io rimasi con mia madre e andammo a vivere con i miei nonni paterni che, finalmente, avevano "perdonato" mia madre.
Quante volte avrei voluto sentirmi dire da qualcuno che capiva il mio dolore o semplicemente chiedermi come stavo...
Queste sono le cose che mi sono mancate e che ancora mi mancano...
Mia madre doveva lavorare duramente per mantenermi in quanto mio padre, pur lavorando, aveva una famiglia da mantenere essendo nel frattempo nata mia sorella.
Di materiale non mi è mai mancato nulla, anzi, ma praticamente mi ha cresciuto mia nonna, per ovvi motivi.
Mio padre non poteva mai venire a trovarmi a casa dei nonni ma mi veniva a prendere tre volte alla settimana e stavamo insieme il giorno di Santo Stefano.
Nessuno mi parlava mai di lui se non in senso dispregiativo ma io gli volevo bene come non mai a dispetto di tutto e di tutti. Era mio padre.
Mi voleva un bene particolare, molto affettuoso premuroso e anche molto geloso di mè. Non mi ha mai abbandonato.
Mi ricordo un giorno che ero molto malata e lui passeggiava sotto la mia finestra come un leone in gabbia. Alla fine, essendo molto preoccupato, salì e bussò alla porta; mia nonna gli sbarrò la strada ma lui con uno spintone la mise da parte ed entrò.
Ci abbracciammo forte forte ed io fui molto felice di vederlo..
Tutte queste cose hanno lasciato in mè un profondo senso di vuoto e abbandono dal quale non potrò mai guarire, lo sò.
Cari genitori, attenzione, il matrimonio non è facile per nessuno.
Ora ho una bella famiglia che difendo con le unghie e con i denti; in casa c'è molta serenità e non si discute mai se non in modi garbati e senza traumi.
Mi chiamo Ines, ho 58 anni, sono sposata felicemente da 26 anni e ho due figli di 24 e 21 anni.
Perchè vi scrivo...Lo sò il perchè: mi sento molto sola e bisognosa di amore.
I miei si separarono quando avevo solo 5 anni (parlo del 1954).
Mia madre mi aspettava quando si sposò e potete immaginare cosa significasse per quei tempi essere incinta da nubile.
I miei nonni non andarono neanche al matrimonio, del quale peraltro sò poco o nulla, nè tantomeno ho mai visto foto in giro.
Mi ricordo che vedere la foto di mia madre incinta mi procurò uno strano disagio...
Erano anni difficili, mio padre era disoccupato come penso la maggior parte delle persone. Andammo a vivere con i miei nonni paterni dai quali era ospitato anche mio zio e relativa famiglia e mia zia, di 30 anni, che doveva dormire in camera con i genitori per il poco spazio che c'era in casa.
Potete immaginare come fosse la convivenza in quella casa.
Mio nonno, per ovvi motivi, era molto attento al denaro e da lì nacquero profondi disaccordi con tutti.
I miei decisero di andare via ma tutto quello che si poterono permettere fù una camera in subaffitto. Il loro rapporto aveva cominciato a sgretolarsi fino a diventare impossibile, arrivando anche a prendersi a botte e tante volte ho visto mio padre col sangue sul viso.
Mentre tutto questo succedeva, io stavo nel corridoio aspettando che qualcuno uscisse come se non potessi rendermi conto di quel che succedeva all'interno della stanza.
Questo mi ha lasciato un segno così profondo nell'intimo che non riesco a sentire le persone litigare...
Mio padre, intanto, aveva trovato un'altra donna e decise di andare a vivere con lei; io rimasi con mia madre e andammo a vivere con i miei nonni paterni che, finalmente, avevano "perdonato" mia madre.
Quante volte avrei voluto sentirmi dire da qualcuno che capiva il mio dolore o semplicemente chiedermi come stavo...
Queste sono le cose che mi sono mancate e che ancora mi mancano...
Mia madre doveva lavorare duramente per mantenermi in quanto mio padre, pur lavorando, aveva una famiglia da mantenere essendo nel frattempo nata mia sorella.
Di materiale non mi è mai mancato nulla, anzi, ma praticamente mi ha cresciuto mia nonna, per ovvi motivi.
Mio padre non poteva mai venire a trovarmi a casa dei nonni ma mi veniva a prendere tre volte alla settimana e stavamo insieme il giorno di Santo Stefano.
Nessuno mi parlava mai di lui se non in senso dispregiativo ma io gli volevo bene come non mai a dispetto di tutto e di tutti. Era mio padre.
Mi voleva un bene particolare, molto affettuoso premuroso e anche molto geloso di mè. Non mi ha mai abbandonato.
Mi ricordo un giorno che ero molto malata e lui passeggiava sotto la mia finestra come un leone in gabbia. Alla fine, essendo molto preoccupato, salì e bussò alla porta; mia nonna gli sbarrò la strada ma lui con uno spintone la mise da parte ed entrò.
Ci abbracciammo forte forte ed io fui molto felice di vederlo..
Tutte queste cose hanno lasciato in mè un profondo senso di vuoto e abbandono dal quale non potrò mai guarire, lo sò.
Cari genitori, attenzione, il matrimonio non è facile per nessuno.
Ora ho una bella famiglia che difendo con le unghie e con i denti; in casa c'è molta serenità e non si discute mai se non in modi garbati e senza traumi.
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