mercoledì, dicembre 06, 2006

TIMORE CON LE DONNE

mario N° di riferimento: 929919705 Età: 35 Sin da ragazzo sono stato sempre una persona molto introversa, dialogo pochissimo con gli altri, familiari compresi. Ho sempre avuto pochi amici e nessun confidente con cui sfogarmi raccontando emozioni e sentimenti. Nell'arco degli anni mi sono torturato l'anima per tre ragazze. Con la prima, ho portato avanti per un paio d'anni la mia dipendenza affettiva, senza avere però mai il coraggio di esprimerla. A distanza di qualche anno, mi sono innamorato di un'amica con cui frequentavamo lo stesso gruppetto di amici da molti anni; in questo caso la storia è stata più o meno analoga, con la differenza che ho espresso i miei sentimenti, seppur con una prima lettera anonima seguita a distanza di qualche tempo da una che palesava la mia identità. Con entrambe queste persone ho mantenuto un ottimo rapporto di amicizia, di tanto in tanto ci si vede ancora, anche con le famiglie che in seguito hanno formato. Ho instaurato un buon rapporto anche con i loro attuali compagni. In sostanza sono arrivato fino ai 30 anni senza essere stato capace di instaurare un rapporto affettivo soddisfacente, il che è stato psicologicamente frustrante. Oltre a ciò in quel periodo si è fatta viva in me la sensazione, che anche se fossi ipoteticamente riuscito ad instaurare una relazione con qualche donna, sarei stato presto scartato per aspetti di carattere sessuale. Avevo, ed in buona parte ho ancora, il timore di non saper soddisfare una donna da quel punto di vista; infatti a quell'età non avevo ancora avuto rapporti. Questa situazione mi ha portato a rivolgermi per un periodo a delle prostitute, forzando così anche i miei principi morali. E' superfluo dire che questi rapporti sono stati totalmente insoddisfacenti ed hanno contribuito ad abbassare la mia autostima, soprattutto per la senzazione di aver trattato come degli oggetti alcune persone in difficoltà maggiori delle mie. Per fortuna ho saputo trovare la forza di uscire da quella spirale.Ora, da anno e mezzo fa è arrivata in ufficio una nuova collega, la cui postazione fino ad un mese fa era accanto alla mia. Per molti mesi non ha suscitato in me alcun interesse particolare. Da circa sei mesi però la situazione è cambiata ed ho iniziato a provare per lei un sentimento sincero; oltre ai miei cronici patemi d'animo in tema di sentimenti, in questo caso è subentrato anche il timore di compromettere i rapporti in ambito lavorativo.Ho tenuto nascosto il tutto fino al periodo di ferie, durante le quali ho patito enormemente per la sua mancanza. Al rientro ho trovato il coraggio di invitarla per un aperitivo. Durante l'incontro non ho affrontato apertamente la questione, abbiamo discusso sol del più e del meno. Salutandola le ho chiesto se era disposta ad uscirenuovamente con me e la risposta sul momento è stata affermativa, ma dopo un'oretta mi arriva un sms con il quale mi dice che non vuole illudermi e che potevamo essere solo amici. Il nostro rapporto è ritornato quindi sui binari precedenti, io covavo però la rabbia di non essere riuscito ad esprimere palesemente ciò che avevo dentro e le ho scritto una lunga lettera per spiegarei miei sentimenti. Nella lettera io stesso ho affermato che non l'avrei più importunata. Lei ha reagito molto cortesemente e mi ha risposto con una mail nella quale si è detta commossa di quanto avevo espresso, ma in sostanza non è cambiato nulla. Il tutto è però servito a stemperare un po' la tensione che avevo creato dentro di me ed in parte anche tra noi. Ora sul lavoro formiamo combricola con altri due o tre colleghi, si ride e si scherza assieme, si esce a pranzo ingruppo ecc. Quello che mi angustia ancora è il fatto che si tratta di una persona, che per alcuni atteggiamenti tenuti con me in passato, mi fa pensare potesse essere interessata a me, ma credo di aver giocato malamente le mie carte facendo vedere le mie debolezze, ma non i miei lati forti, che pure ci sono.Ora non so se lasciar perdere, non senza sofferenze, oppure tentare ancora qualche approccio. Certo una media di un tentativo al mese, con neanche un sms tra uno e l'altro non fa trasparire il mio reale interessamento. Ed i miei atteggiamenti mi rendo conto possano far pensare ad un "tutto o niente" che può spaventare e che non è quello che voglio, poichè quello che vorrei è un rapporto da costruire passo passo conoscendosi un po' ogni giorno.Devo dire che ad un mio invito ad una gita domenicale assieme agli altri amici e colleghi ha risposto con un: "fosse stato un altro giorno avrei detto anche si" e chiudendo la mail con "saluti e baci", cosa strana da parte sua, che dopo la mia lettera di solito soppesava attentamente le parole facendo attenzione ad omettere ogni riferimento effusioni e tenerezze che in qualche modo potesse ferirmi. Ceto mi deve vedere come un tipo molto strano anche perchè in tutto quello che faccio, le mie scelte sono sempre fuori dalla media. Lei è una ragazza a cui piace divertirsi con le amiche, andare in discoteca, fare cose normali. Io invece ascolto musica d'avanguardia, rock, classica, fuorchè commerciale; frequento i cinema d'essai, vado a teatro, d'estate anzichè al mare faccio escursioni in montagna, mi dedico alla fotografia, mi interesso all'informatica ed al software libero mentre tutto il mondo usa windows, preferisco leggere libri ai programmi tv, non seguo assiduamente il calcio ogli altri sport, mi trovo a disagio ed evito le feste affollate, ma amo le cene ed i ritrovi tra un gruppo di amici.Nel lavoro sono molto apprezzato, molti, non cnoscendomi bene, mi attribuiscono una laurea che non ho. Al di fuori del campo sentimentale dò una parvenza di normalità ed in molti si meravigliano che io non abbia una compagna. E' capitato anche che scherzando, dei colleghi di altri reparti o dei clienti, sapendoci entrambe liberi esortassero me e la collega che mi piace a metterci assieme; ed in questi casi so reagire scherzandoci su.Non so davvero più cosa fare, so che anche se rinunciassi a lei ed aspettassi di conoscere un'altra non cambierebbe molto.Il mio approccio finirebbe con l'essere sempre lo stesso: l'interesse per l'altra persona si manifesta solo dopo mesi o anni dalla sua conoscenza; non oso fare complimenti, anche se sarebbero graditi, io temo sempre di infastidire e di essere rifiutato per questo; più una persona mi piace e più dò l'impressione di evitarla finchè non sbotto di colpo e devo vuotare il sacco(fino ad ora sempre a mezzo lettera); il minimo contatto fisico anche involontario mi pare possa essere visto come un'offesa quasi mortale per l'altra persona.Vorrei davvero trovare il modo di uscire da questo mio tunnel.Datemi qualche consiglio. Grazie.
Il consiglio che posso darle è di rimanere come è. Potrebbe essere questa la sua arma vincente, rendendola non "banale" ed interessante agli occhi di un altra donna. Inoltre il successo con quest'ultime non dipende solo dai tempi e dalle modalità con cui lei esprime i suoi sentimenti, ma anche da loro interessamento a lei. Rifletta anche su quest'aforisma di Hesse, che le sarà utile:
"L'amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo. L'amore deve avere la forza di attingere la certezza in se stesso. Allora non sarà trascinato, ma trascinerà."(Hermann Hesse)

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