domenica, ottobre 29, 2006

CONDIZIONAMENTI

Estia N° di riferimento: 661799342 Età: 27 Salve Dottore, sono una studentessa di 27 anni e mi trovoin una situazione di profonda crisi per una relazione sentimentale che io stessa ho chiuso. Nel 2000 mi sono iscritta all'Università, in quel periodo avevo un fidanzatoche mi trattava con poco riguardo al punto che, dopo due anni e mezzo, non l'ho sopportato più e l'ho lasciato. Pochi giorni dopo in facoltà ho conosciuto un nuovo ragazzo che si è detto subito innamorato di me e dopo alcuni mesi di travagliato corteggiamento ho deciso di cedere e ci siamo messi insiemi, sebbene io non fossi proprio sicura di quel che facevo. Tuttavia questo ragazzo si è dimostrato la migliore persona che io abbia mai conosciuto nei modi, nelle idee, nel rispetto che aveva per me. Mi ha ridato la stima persa col primo fidanzato, ma ha aiutata a cambiare facoltà universitaria portandomi su una strada più adatta a me, mi ha fatta crescere interiormente, si è occupato di me in mille modi e col tempo me ne sono innamorata, tanto che avevamo deciso di sposarci e le nostre famiglie erano entrare in piacevole confidenza.Dopo quattro anni di felice convivenza io ho sentito di non sopportare più la vita pseudo-coniugale: non sopportavo più di avere sul collo il fiato dei rispettivi genitori che volevano sempre sapere cosa facevamo, non sopportavo di averli sempre tra i piedi senza lasciarci alla nostra intimità, non sopportavo che in tutta la famiglia mi dessero già per moglie a 26 anni, e infine, cosa più disgraziata, non sopportavo più lui che mi era improvvisamente parso invecchiato, stressato dal lavoro, in cerca solo della pace domestica e piagnucolone, mentre io desideravo, egoisticamente, una vita più allegra. La cosa che meno di tutte tolleravo era la sua idea fissa di occuparsi di me ad ogni costo: mi diceva sempre che se anche io non avessi mai trovato un lavoroci avrebbe pensato lui a mantenermi e questo mi umiliava. I nostri genitori,poi, si aspettavano proprio che andasse così e non me lo nascondevano. A uncerto punto era diventato così soffocante che non mi faceva neanche versarel\'acqua nel bicchiere da sola e mi parlava sempre con tono lagnoso dicendoquando era cattivo e quanto doveva impegnarsi per riconquistarmi.All\'incirca un anno fa abbiamo riconosciuto che c\'era una crisi in corso eabbiamo deciso di prenderci un mese in cui ci impegnavamo entrambi a ravvivareil rapporto, ma non siamo durati una settimana neanche che tutto era comeprima.In questo stato io non riuscivo più a controllare i miei sentimenti edistinti:sembravo matta, ero troppo euforica, avevo interesse per altre personeche cercavo di reprimere con forza, mi disgustava quasi avere rapporti sessualicon il mio fidanzato finchè questi sono cessati del tutto. Un giorno, nellanuova facoltà che ormai frequentavo da tre anni, mi sono scoperta invaghita diun collega di studi che tempo addietro aveva dimostrato qualche interesse perme ma che io avevo ignorato: un tipo con poche regole, contrario al matrimonio,piuttosto anticonformista e dalla cultura interessante. Era diventato la miaossessione all\'improvviso e io non sapevo più come contenermi. Mi sonodichiarata lo stesso, perchè temevo che si impegnasse con altre ragazze, misono sbrigata a mettere fine alla mia relazione e subito ne ho iniziata una conlui. Questo periodo di passaggio è stato terrificante per tutti: per il mio exche si è trovato abbandonato, per il nuovo ragazzo che si è sentito usato come una "distrazione" e per me che assalita da mille sensi di colpa ho iniziatoad avere crisi di panico e disturbi vari.Non sono tornata indietro però. La mia nuova storia procede anche molto bene, ma non mi abbandona mai un senso di dolore verso la mia relazione precedente. Mi sento in colpa nei confronti delle famiglie che stavano investendo molto nel nostro matrimonio come se avessi loro rubato qualcosa. Mi sento in colpa versoil mio ex che a volte mi chiama in lacrime e non si da pace, non accettanessuna delle mie motivazioni. Mi sento in colpa verso il mio nuovo ragazzo,perchè non mi fido di me stessa, ho il terrore che mi stancherò anche di lui ecauserò una nuova situazione tragica.Il malessere che mi accompagna mi toglie il respiro, mi ossessiona e non sotrovare una soluzione che metta in pace tutti. Mi sento come un'assassina.La prego Dottore, mi dica qualcosa di realistico senza cercare di consolare meche sono colpevole (come fanno tutti quelli con cui ne parlo).Estia
Estia è normale il malessere che l'accompagna per aver lasciato il futuro "marito perfetto", sopratutto per i propri genitori. Il peso dei condizionamenti in tal senso è enorme, sia nel far proseguire una relazione che nell'interromperla. Purtroppo molti trasformano tali condizionamenti in matrimonio, con tutte le conseguenze del caso. Certe scelte vanno anche fatte contro "tutti e tutto". Saluti

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