sabato, agosto 01, 2009

ORA SONO UNA SORELLA PER LUI

Viola Età: 51 Sono una donna di 51 anni , sposata e con due figliadolescenti di 17 e 14 anni , il più piccolo dei quali soffre di sindrome autistica , evidenziatasi all’età di 3 anni.Mi sono sposata senza avere alcuna esperienza di uomini , né fisica né di relazione, non ho mai avuto una vero fidanzamento. Ho avuto una madre nervosa, autodistruttiva, incapace di prendere decisioni edi relazionarsi con gli altri in maniera felice, terribilmente presente nellamia vita ed in quella di mia sorella, che non ci lasciava mai da sole econtrollava ogni nostro più piccolo movimento. Un padre assente, fisicamente e psicologicamente, le cui scelte sono state sempre deleterie per la famiglia , che ci ha lasciate per anni a vivere , senza reale motivo, in uno stato di quasi indigenza.
Ho vissuto con tante carenze ma non ne ero cosciente e pensavo che la vita di tutti fosse come la mia. Non ho mai fatto pace con la mia immagine, le mie caratteristiche e il grannumero di corteggiatori mi dicevano che ero attraente ma io mi sono semprepercepita piena di difetti, fisici e caratteriali. A casa mia, del resto, sisottolineavano le carenze, quasi mai i successi. Ho studiato e sono sempre stata brava a scuola ma non mi sentivo tale ancheperché schiacciata sotto il peso della personalità e dei successi scolastici dimia sorella, che ha sempre portato a casa il massimo dei voti , nei confrontidei quali i miei voti medio alti diventavano niente. Crescendo , non sono riuscita a trovare la strada per la mia emancipazione. Intanto studiavo all’università e contemporaneamente lavoravo , accettandotutti gli incarichi e i tipi di lavoro che mi riusciva di trovare. Volevosentirmi autonoma ma lo facevo nel modo sbagliato, dell’autonomia vedevo soloi doveri e non i diritti.Mi sono laureata nel giusto tempo , avevo molti ammiratori ma non riuscivo ascegliere perché oscuramente intuivo che la mia scelta sarebbe statainterpretata da mia madre “per la vita”.
Ho avuto un flirt con mio marito, la cosa è finita a causa mia poiché non mitrovavo bene. L’ho rincontrato dopo sei anni e sposato dopo un anno , all’etàdi 27 anni. Convinta di essermi innamorata , ho lasciato la mia città e tutto quanto avevogià faticosamente avviato nel lavoro ed ho ricominciato in una città straniera.L’impatto è stato molto forte ed io ho vissuto per anni ritirata dal mondo, purlavorando, anche perché mio marito si è rivelato un uomo solitario ,pocobisognoso di relazioni vive e gioiose.Non chiedevo niente e mi facevo bastare e piacere tutto…come sempre avevo fatto. Ero convinta di essere felice…ma qualcosa mancava sempre dentro di me.Sono andata avanti per 18 anni, intanto ho avuto i figli e i problemi delsecondo bambino e poi vari miei problemi di salute, che ora so essere stati una questione soprattutto nervosa, ma che mi hanno regalato periodidifficilissimi negli anni centrali della mia esistenza. Mio marito , stabile e sempre uguale a se stesso, ha condotto sempre la vita ,di entrambi, a modo suo, ma di questo io ero solo oscuramente consapevole. Le mie deboli ribellioni andavano a scontrarsi contro la sua presuntaesperienza e logica, cose della quale io risultavo carente, come se fossi unafiglia e non una compagna. Poco affettuoso e ancor meno passionale, mio marito non mi faceva percepirebene il suo affetto . Io, piena di entusiasmo, non ne ero cosciente e davopensando di ricevere. Complimenti e parole dolci non erano previste e anchesessualmente , per me era il primo uomo, mi sembrava mancare qualcosa…ma eroinesperta e per me gli uomini erano tutti così, anzi lui era il meglio cheavessi mai conosciuto quindi il migliore possibile. I rapporti sessuali sono sempre stati difficili e insoddisfacenti. La nostra intimità si limitava a gesti sempre uguali. Da parecchio tempo, non ne sentivopiù la necessità e , se potevo, sfuggivo, pur sentendo dentro di me una spinta all'eros che non riuscivo a mettere al giusto posto. Poi, nel 2005, un mio collega storico, neanche tanto bello ma di grandesensibilità, e che io avevo sentito sempre più vicino degli altri, comincia acorteggiarmi gentilmente. Il suo modo di essere uomo e di trattarmi mi ha sorpresa e nello stesso temporiportata alla mia vecchia e dimenticata identità di donna. Ho scoperto il piacere di essere corteggiata, ricordata, vezzeggiata. L’sms d’amore del mattino , la sua continua e leggera presenza, il sentirsi maisola ma sempre in contatto con qualcuno che ti ama, la possibilità di sedersi eparlare di tutto , la facilità che ho trovato nel confidarmi ,la riscopertaanzi la scoperta di un eros che mi era sconosciuto hanno innescato in me unosconvolgimento tale che sono entrata, a dispetto dei sensi di colpa, del ditopuntato di mia madre e dell’educazione avuta, in una storia d’amore più grandedi me. Ora mi dico che è stata una relazione quasi adolescenziale, non siamo nemmenoriusciti a fare bene l’amore, i miei sensi di colpa mi tormentavano ma ero costretta ad andare avanti, mai avrei potuto fermarmi. Invece, dopo un anno dal decollo lungo, durante il quale io accudivo la famiglia per abitudine ma non avevo in mente altri che lui, mentre ancoracercavo di capire dove fossi lui cominciato ad insistere a che io prendessi unadecisione. Premetto che non mi offriva niente se non il suo presunto amore. Non aveva casané soldi da parte, era appena uscito da una convivenza decennale e fallimentarecon una donna dura e certo non innamorata di lui . Io non sono stata svelta a decidere e lui se ne è andato, ma non completamente. Da due anni sono legata a lui , ho assistito ed assisto alle sue ricerche didonne con tutti i mezzi a sua disposizione, ho pianto e sofferto senza riusciread allontanarmi da lui, non so neanche bene perché. Ho messo in ordine la sua vita, dall’alimentazione all’estetica, dalla gestionedei risparmi alle cure per la salute. Sono stata per lui una certezzaincrollabile… Ora ha fatto casa con una signora opinabile, di origini tedesche, che lavoracome donna delle pulizie in un albergo , non ha bellezza né studi . Lei èseparata da poco, ha tre figli , non ha nessuna intenzione di divorziare e sidichiara senza soldi. Lui ha speso tutto quanto aveva messo da parte con me peraffittare una casa ed arredarla alla meno peggio. Mi sono rifiutata di dargli consigli, ne voleva anche per la salute di lei.So bene che non avrei dovuto subire tutti questi maltrattamenti psicologici dalui, che dichiara ancor oggi di volermi bene e di non concepire la vita senzala mia presenza. Ma non è così, lui ora di me non si da pensiero, se soffro nongli importa nulla. Sono solo la sua sicurezza, la donna alla quale rivolgersi in caso di bisogno. Lo gratifica leggere ancora amore nei miei occhi. Così non mi lascia andare, dice che ora sono sua sorella. Mi ha rifiutato un bacio anche quando era da solo, per principio, perché se stava in rapporti personali con me non si sarebbe sentito libero di cercare un'altra donna. Mi diceva “Tu mi ha teso una trappola, non troverò mai nessuna come te, cosìnon posso stare né con te né senza di te” Invece la trappola era mia, e sono io a restare ferma in questa situazione. Tra una donna e l’altra diceva di amare solo me …ma baci niente, solo fratellanza. Ora, quando io gli chiedo di preservarmi, lui dice “Nella tua testa alcune cose non sono cambiate” ma appena ad ottobre mi scriveva ti amo… Dice che non può spiegarmi cosa c’è nella sua testa per non farmi stare male. Ora ama la sua bruttissima donna, mi ha mostrato la foto su mia richiesta,sembra stare bene con lei, ma me non mi vuole perdere e gioca con i mieibisogni. Lo so che devo fare io il grande passo di lasciarlo andare al suo destino, manon riesco e la mia mente di donna logica si arena su qualcosa che non capisce. Sono consapevole di tutto, sto cercando, per amore di me stessa e dei mieifigli, di riaprire un rapporto nuovo e diverso con mio marito ma è difficile. Alla mia richiesta di tenerezza lui , mio marito, risponde “ci vuole tempo , io non me la sento, ancora, e poi non mi riesce di essere tenero a parole , io lodimostro con i fatti! ”Ma a me servono anche le parole e la tenerezza che non ho mai avuto da nessuno,nemmeno da mia madre. In tutti i casi, più cerco di esprimere il mio disagiomeno vengo capita e aiutata. Ho la sgradevole sensazione di non andare bene per nessuno, di essere io portatrice di un qualcosa che non va, che non si può accettare. So che non è così e che questa è una sensazione da allontanare, cerco di aumentare la mia autostima rammentandomi da sola tutti i campi in cui sono diventata bravissima dal niente e tutte le cose belle che ho regalato aglialtri...ma la sensazione permane. Intanto la vita continua con tutti i suoi problemi ed io cerco una strada perricominciare da me stessa, ma non la trovo. Ho tentato la psicoterapia, ho ricevuto qualche beneficio ma non mi sonorapportata bene con i miei terapeuti, soprattutto con l'ultima psicologa cheera diventata aggressiva e rimproverativa, tutto il contrario di ciò checercavo. E adesso? Cosa faccio per stare meglio? Come faccio a staccarmi definitivamenteda lui? Non so valutare quanto mi faccia bene e quanto male continuare avederlo. La vita mi appare ora come un gioco crudele le cui regole, che io hodiligentemente seguito, sono state cambiate o non erano quelle che mi avevano indicato. Ho perso cose e momenti belli e forse sto perseverando nel vivere quelli brutti. Forse ho davvero qualcosa che non va?
Mi piacerebbe avere i vostri pareri, vorrei essere aiutata. Grazie davvero... Viola

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