domenica, settembre 09, 2007

SEGUITO DI SUCCEDE ANCHE AGLI UOMINI

Certo che succede anche agli uomini, succede a tutti coloro che amano! Ho 38 anni e premetto di non riuscire ad innamorarmi facilmente, questo perchè per innamorarmi devono codificarsi alcuni elementi caratteriali, della personalità e mentali (non necessariamente fisici) che mi fanno perdere la testa e non facilmente riscontrabili. E purtroppo non conosco mezze misure, non riesco a scendere a compromessi con i miei sentimenti, o amo o non amo e quindi posso solo provare attrazione fisica, la quale da sola non serve a nulla se manca un trasporto interiore. Fatta questa premessa, posso affermare con assoluta certezza di essermi innamorato solo tre volte nella mia vita, pur avendo avuto un numero maggiore di relazioni. E tutte e tre le volte sono stato lasciato. Sarà un caso? Non credo, sono convinto che se si ama troppo si ama male, se si crea una forma di dipendenza troppo forte non si è più sè stessi, ci si annulla per l'altro e si vive nel terrore di essere mollati, la forza di uno inevitabilmente fa leva sulla debolezza dell'altro. La parola d'ordine è equilibrio. Ho compreso che nella vita si deve imparare ad essere pilastri e non muri poggiati ad un pilastro, per cui se crolla quest'ultimo roviniamo miseramente anche noi. Però la ragione non basta, la comprensione di tutto ciò aiuta ma non è sufficiente a vincere l'emozione e l'impulso della sofferenza scaturenti da ciò che percepiamo come un'emarginazione, l'interruzione di un ruolo che ci faceva stare bene e rendeva la nostra vita la cosa più bella da vivere in compagnia della nostra amata donna. Il terzo innamoramento è terminato il 18 agosto, con una telefonata in cui mi disse che eravamo troppo diversi e che non potevamo stare insieme. Non riuscivo a farmene una ragione, speravo che ci avrebbe ripensato e che sarebbe stato solo un momento, anche perchè nei tanti frangenti in cui non era irascibile (faceva parte del suo carattere anche se nell'ultimo periodo si era acutizzata tale irascibilità), fino a due giorni prima di lasciarmi era dolcissima e sembrava innamorata. Sono stato male, ho pensato che mai avrei trovato un'altra ragazza come lei, una donna in grado di "prendere" tanto il mio cuore e con cui avevo immaginato i progetti di vita più belli. Sono sparito, non ho cercato di contattarla anche se morivo dalla voglia di farlo, mi dicevo: si farà risentire lei! E così è stato. Ieri mi ha contattato, abbiamo parlato del più e del meno e poi, inevitabilmente, il discorso è scivolato su di noi. Io le ho detto che ero sinceramente convinto che eravamo fatti l'uno per l'altro e lei mi ha detto che era convinta dell'esatto contrario, ribadendo, a mente fredda, di non essere innamorata ma di stimarmi tanto. Ma la cosa che mi ha fatto stare più male era la sua tranquillità, io stavo malissimo e lei era serena, mi raccontava cosa stesse facendo in questo periodo e anzi mi consigliava di non lasciarmi sfuggire eventuali occasioni femminili. Da questo dialogo ho compreso, con tutta la crudezza e il cinismo possibile, che era davvero finita. E ho anche compreso come per diciotto giorni non sono stato malissimo solo perchè covavo dentro di me la speranza che tornasse sui propri passi. Adesso che questo velo è caduto senza pietà, sto davvero male, non riesco a fermene una ragione e il pensiero ossessivo delle sue parole e di tutti i momenti belli tarscorsi insieme martella la mia mente, soprattutto quando mi trovo solo nel mio letto, avvolto dal buio della mia stanza. Tutto ciò lo scrivo nel pieno delle mie sensazioni e non sul ricordo delle stesse, e sentirmi dire "era giusto che finisse se non andavate d'accordo" oppure "nulla avviene per caso e da ciò puoi trarre importanti insegnamenti per il futuro" in questo momento serve a ben poco. Però posso affermare una cosa con sicurezza: le vicende passate costituiscono un'importante finestra sul futuro e all'inizio di questa mia testimonianza ho scritto di essere stato innamorato per tre volte nella mia vita e di essere stato lasciato tutte e tre le volte. Bene, anche le volte precedenti mi sono trovato, come adesso, in un tunnel buio da cui non intravedevo la luce, e speravo che anche per me l'uscita della galleria fosse vicina, confidavo ardentemente che quella luce potesse tornare presto ad illuminare la mia vita. E così è stato. Adesso, anche se porto dentro un dolore indicibile, riesco ad essere un pò sereno perchè so che passerà, so che il tunnel ha uno sbocco e che presto lo raggiungerò. Ed è con questa fiducia, nel momento del mio massimo dolore, che invito tutti ad averne, a vivere la forte sofferenza come una situazione temporanea che dovrà per forza finire, per farci poi ripensare a quei momenti con una tenerezza e un distacco ora inimmaginabili ma certamente tra non molto traducibili in realtà. In fondo la fede è anche questo. Un grosso in bocca al lupo a tutti e anche a me stesso!
Carlo

1 commento:

Anonimo ha detto...

Carlo ti volevo dare un consiglio che sto applicando a me stesso rivedendomi nella tua storia. Io credo che la cosa più saggia da fare sia quella di non mettersi a cercare una sostituta. In pratica non pensare che la fine del tunnel coincida con l'arrivo di un nuovo amore, credo fermamente che tu ti ritrova di nuovo nella stessa situazione. Io credo che tu debba fare chiarezza dentro di te, imparare ad amarti prima ancora di amare qualcun altro, solo in questo modo potrai amare nel giusto modo senza dipendere affettivamente dalla persona amata e senza, soprattutto, aspettare dagli altri le gratificazioni che tu stesso devi darti. In bocca al lupo D.