anonima N° di riferimento: 863150684 Età: 36 E\' ormai da qualche giorno che sono a conoscenza diessere afflitta da questa che ho scoperto chiamarsi \"dipendenza emotiva\".tutto a causa della \"fine\" (se tale può dirsi) di una storia durata 3anni..l\'ho conosciuto quando ho cominciato a lavorare per lui, collaborando adun progetto comune.nel giro di circa un mese è cominciata la storia: lui èstato subito preso, io ci sono entrata \"per gioco\", quasi non stimandolo, dalmomento che la sua condizione, a me nota, di compagno di una donna da cui haavuto 2 figli e che, ciononostante, si dedica unicamente al lavoro ed arelazioni \"libertine\", non favoriva certo la creazione di mie aspettative suun rapporto del genere. il fatto è che ero in un periodo veramente bello dellamia vita, sentivo di avere in tasca le chiavi del successo in tutti i campi,sicchè iniziare questa storia, che io credevo sarebbe durata un battito diciglia, con un uomo che fin dall\'inizio si dichiarava \"poligamo\" costituivaper me soltanto una pausa di divertimento. e invece, non c\'è voluto moltoperchè io mi sentissi presa da lui, così come lui lo era da me. sono iniziaticosì 6 mesi bellissimi, in cui abbiamo vissuto in perfetta simbiosi: malgardoio lasciassi che fosse sempre lui a cercarmi, lui era onnipresente, ancheperchè certo il lavorare insieme favoriva il continuo contatto. trascorsiquindi questi 6 mesi, al ritorno da una vacanza in Sardegna bellissima,cominciano i guai: lui decide di allontanarsi da casa, dalla sua compagna e daifigli e di andare a vivere da solo. inizia un lungo percorso di sofferenza, perlui, che assiste agli struggimenti della compagna e che fatica a comunicare lapropria decisione ai figli, e per me, che non comprendo il continuo silenzio dilui, la sua chiusura, quando fino a pochi giorni prima avevamo condiviso anchei più piccoli pensieri. il distacco dalla famiglia si conclude, lui va a vivereda solo e, nonostante la sua costante ricerca di me, i problemi diincomprensione ed i litigi continuano. nel successivo anno e mezzo,manifestandoper certi versi insofferenza nei miei confronti, lui inizia a vivere comeavrebbe sempre voluto e non ha potuto a causa di una precoce parternità: serateed incontri liberi, viaggi all\'estero (anche in luoghi dove si incontranodonne a pagamento). io costante angelo custode di un rapporto al quale ormaitenevo enormemente e che cercavo di \"recuperare\", pensando che fossero ilitigi la causa di tanta insofferenza e mancanza di rispetto. alla fine, dopoun periodo di tranquillità, anche dovuto ad una mia intervenuta rassegnazione,parto per un\'agognata vacanza con amiche di cui sentivo di avere enormementebisogno e nel corso della quale, infatti, maturo la convinzione di non esserepiù in grado di accettare il \"libertinaggio\", anche se non ero ancorafermamente decisa ad interrompere la relazione. eppure, già mentre sono via,lui sembra quasi impazzito: avverte il principio di distacco e, nel risentirsidi non trovare in me una risposta alla sua affermazione di \"amore\" (era unanno e mezzo che non glielo sentivo dire), si allontana. lo cerco dopo 2giorni, torno, partiamo per una vacanza nostra, nel corso della quale vieneminutamente (e quasi ossessivamente) analizzato da lui tutto quanto accaduto,compreso il mio incontro con una persona che mi aveva molto attratto e chestavo contattando via sms. di lì segue qualche mese di grande gelosia, diragiomenti e discorsi tormentosi e tormentati e, infine, l\'aut aut: o lui ol\'altro. scelgo lui, che, nel frattempo si era dichiarato non più interessatoa storie parallele alla nostra e disponibile ad intraprendere qualunquerapporto io avessi voluto; la scelta era ovvia: era l\'inizio del rapporto cheavevo sempre sognato..ed invece, dopo qualche tempo, ricominciano i litigi:luiè sempre con me ma cerca spazi per sè, senza tuttavia rendermi partecipe ditale suo bisogno ed io interpreto, terrorizzata, le sue mute ed improvviseassenze come un pericolo: \"eccolo, sta ricomciando a cercare altre donne\".ormai 4 mesi fa, lui decide: il ns. rapporto così com\'è non continua, non puòessere così frequente, torno quello di prima. progressivamente così è stato:ora che le scrivo, lui è da qualche parte con la sua nuova fiamma, una donnache dice non essere importante come lo sono stata io, ma che incontra spesso enonostante lei lo stia cacciando in guai seri; mi cerca e ci incontriamo moltosaltuariamente, malgrado ci si veda al lavoro tutti i giorni, lui seducente edaffettuoso ma lontano anni luce ed io in preda a continue manifestazioni difrustrazione, richieste di spiegazioni, tormenti, che rendono estremamente tesol\'ambiente. l\'unica cosa che so è che per ora, fragile come mi sento, nonvoglio abbandonare tutto quanto prodotto professionalmente per l\'impossibilitàdi continuare questa relazione; se tale decisione verrà, sarà dalla miaguarigione e non dalla mia malattia. per il resto, invece, non so cosa fare: seallontanarmi lavorando per qualche tempo presso il mio domicilio, se chiuderequalunque contatto personale con lui tenendo solo quelli di lavoro, chi o cosami possa aiutare a venir fuori da questo stato di depressione, angoscia edipendenza nel quale sono caduta e dal quale non riesco a venir fuori e che staminando anche la mia salute. è per questo che, nello scusarmi per la prolissitàdel mio racconto, chiedo aiuto, pur ben sapendo che il miglior aiuto è quello che solo io posso dare a me stessa. cordiali saluti
Sono d'accordo con la sua ultima affermazione. Anzi è una premessa indispensabile per un processo di "guarigione". A volte, però, capita che nel decidere l'"auto-aiuto" non si è obiettivi sulle scelte da effettuare. Ad esempio, nel suo caso, lei afferma che non vuole sacrificare quanto prodotto professionalmente per allontantanarsi da lui. Ma il distacco, almeno per un adeguato periodo, è premessa necessaria e non opzionale. Continuando a lavorarci a stretto gomito lei rende la sua impresa "titanica". A meno che, incosapevolmente, lei non nasconda, dietro questa scelta, il tentativo di "riaverlo" o di lasciare aperta qualche speranza. Motivi in più per distaccarsi. Cordiali saluti.
Gentile dottore, La ringrazio per l'aiuto prestato. mi rendo conto di quanto Lei scrive a proposito dell'impresa "titanica" che sembro propormi. non so se io non abbia le motivazioni inconsce di cui Lei dice...mi sento molto confusa al riguardo, vorrei solo sottrarmi a questo supplizio..motivo in più per scegliere la strada dell'allontanamento, Lei mi dirà correttamente. il fatto è che ho anche paura che lui, malgrado abbia in qualche occasione accettato l'idea che io possa assentarmi per qualche tempo, decida di sostituirmi e, in questo momento, perdere anche il mio lavoro, e tutto quanto in esso investito,sarebbe per me l'ennesima sconfitta.come vede, annaspo alla ricerca di una soluzione. ma in ogni caso cercherò di fare tesoro del suo prezioso consiglio, del quale La ringrazio nuovamente. cordiali saluti
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Gentile dottore, La ringrazio per l'aiuto prestato. mi rendo conto di quanto Lei scrive a proposito dell'impresa "titanica" che sembro propormi. non so se io non abbia le motivazioni inconsce di cui Lei dice...mi sento molto confusa al riguardo, vorrei solo sottrarmi a questo supplizio..motivo in più per scegliere la strada dell'allontanamento, Lei mi dirà correttamente. il fatto è che ho anche paura che lui, malgrado abbia in qualche occasione accettato l'idea che io possa assentarmi per qualche tempo, decida di sostituirmi e, in questo momento, perdere anche il mio lavoro, e tutto quanto in esso investito,sarebbe per me l'ennesima sconfitta.come vede, annaspo alla ricerca di una soluzione. ma in ogni caso cercherò di fare tesoro del suo prezioso consiglio, del quale La ringrazio nuovamente. cordiali saluti
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