lunedì, gennaio 29, 2007

RIFLESSIONI SULLA FINE DI UN AMORE

io ancora non ho superato tutto . . .è passato appena un mese . . .
ma mi sento molto meglio perchè al contrario delle altre volte sto'cercando di viverla nel modo migliore possibile . . .quello di osservare bene il dolore che provo ., . . il senso del possesso perduto . . senza alcuna voglia che tutto finisca presto , non perchè sono masochista . . ma perchè sono stanco di cercare di fuggire dal dolore . . perchè so' che in questo modo dura di piu' . . . appena mi ha lasciato ho scritto questo , solo per me: farfalle notturne attratte incessantemente da fiamme che bruciano le ali . .come un tossico in cerca di dosi . . il solievo è troppo breve e l'astinenza , puntuale torna sempre piu' pesante . . .un'altra dipendenza da sfidare . . come il vortice di un remo nell ' acqua , cosi' vorro' mandar via la speranza . . che è l 'unica cosa che mi abbatte . .piu' del bruciore di un possesso perduto . . piu' di ogni goccia che scende dallo sguardo . .piu' dei mostri della notte . . e dei fantasmi del risveglio . . e ancora : piu' della paura delle strade divergenti . .la speranza abbatte muri e difese , la speranza coccola , tranquillizza , indebolisce e ogni volta spiana la strada al dolore cattivo , quello dell ' autocommiserazione e dell ' orgoglio ferito . .della dignita' mancata..il dolore buono è qui' , ora , nel profumo di tutto cio' che rifiorisce . .nella chiassosa allegria degli uccelli . .e nelle voci gioioseche giungono dall ' altra riva . il dolore buono e solitario , silenzioso e non si racconta a nessuno , è l'energia sufficiente a sgretolare la speranza , è la consapevolezza di aver avuto quattro occhi . . che non vedevano per uno . . di aver parlato urlando con 2 voci , non essendo neppure sentiti . . ora appare cosi' la figura di quell ' essere che ho voluto con tutto il cuore . .e che per sempre se ne è andato . . e volo alto , perchè ho capito che vale piu' una fase di tristezza tenera e sincera , che l'oblio di una vita infelice . . perchè la tristezza riempie solo per svuotare . . . e svuota . . solo per riempire ancora , la coppa del nettare della gioia . . meglio un dolore che urla , che una ferita sempre aperta . . .

TESTIMONIANZA SUL SEMINARIO DI MILANO

Ho deciso di partecipare al seminario su Milano per comprendere meglio le dinamiche che metto in atto quando ho una relazione affettiva, perché so di soffrire didipendenza affettiva e speravo anche che si potesse dare il via ad un gruppo dimutuo aiuto per le dipendenze affettive così come raccontato dalla norwood nelsuo libro.E cosa è successo? Ho avuto modo di parlare, sfogarmi, condividere i mieipensieri, e ho incontrato persone, sconosciute che sono state ad ascoltare consincero interesse e cortesia, senza giudicare ma con altrettanta cortesiapronte a darmi il loro parere per aiutarmi a capire di più di me stessa, avedere con maggiore obiettività ciò che raccontavo. E allo stesso modo ho ascoltato e dato il mio parere senza giudizio.Cosa mi ha lasciato questo seminario? Al momento ho creduto di avesse lasciato solo qualche informazione in più su mestessa e le dipendenze affettive.Invece…. Con alcune di queste persone sto mantenendo dei contatti. Vorremmoriuscire anche a formare un gruppo di mutuo aiuto, nel frattempo cifrequentiamo nel tempo libero.Ognuno di noi tramite il seminario ha avuto modo di conoscere un po’ la storiadell’altro e così con la scusa di sentirsi al telefono, di vedersi perun’uscita serale si riesce anche a scambiare 'quattro chiacchiere vere', aparlare veramente di ciò che sentiamo e proviamo, raccontandoci ciò che cicapita, le difficoltà che ancora abbiamo a porci di fronte all’altro\a o ad avere una relazione finalmente sana e soddisfacente. La cosa importante intutto ciò è l’ascolto dell’altra persona. Un ascolto sincero, condito magari daqualche consiglio, ma soprattutto ascolto e comprensione senza giudizio.Ringrazio quindi il dott. Cavaliere per aver organizzato ed coordinato questoseminario con cortese e sincera disponibilità e senza profitto personale edavermi così dato l'occasione di conoscere altre persone con cui 'condividere'.

mercoledì, gennaio 24, 2007

L'AMORE PUO' BASTARE ?


305418944 Età: 31 L'amore può bastare per superare tutte le difficoltà che una coppia cd. "mista" può incontrare? E' una legge fissa che l'amore non basta per far durare una coppia o qualche fortunato ci riesce??? A me per ora sta andando tutto bene...difficoltà comprese... superate con il dialogo e il solito...tanto amore!!! Ma tutti mi dicono che non basta, che finirà, che è uno sbaglio... La prego mi dica per una volta che L'AMORE BASTA...

Balzac amava ripetere: "Ci sono abissi che l'amore non può superare, nonostante la forza delle sue ali." Ha ragione in parte
Infatti, l'amore può bastare se oltre ad usarlo per superare difficoltà ed incomprensioni iniziali, lo si usa per gettare un ponte per la futura progettualità di coppia, unendo così i due abissi. Difficoltà ed incomprensioni non vanno superate solo nel "quì ed ora" ma bisogna far sì che si ripresentano sempre meno nel futuro con uno sforzo da parte di entrambi perchè ciò avvenga. E' questo il compito più difficile che attende l'amore. Spero che altri commentino il suo post. Saluti.

MARITO ED AMANTE

Angelica N° di riferimento: 419510015 Età: 31 Caro dottore le scrivo perchè ho bisogno di un consiglio professionale. Sono sposata da 6anni con un un uomo di due anni più grande di me, perfetto: fedele, comprensivo, vicino, presente, amico, confidente, simpatico...a-passionale!!!! Ho avuto una relazione con un uomo che ha 9anni più di me, diciamo di quelli da starsere al riparo: assente ma attaccato, forte, brillante...passionale da morire.ma il classico uomo che fugge davanti ai coinvolgimenti emotivi... convive con una completamente opposta da me, ma d'altronde anche lui è l'opposto di mio marito.La seconda storia è finita , non per mio volere.. quando ha sentito che contavo qualcosa (è durata due anni) è sparito, o avrà un'altra donna, non lo so e non mi interessa più, e il mio matrimonio prosegue nella sua classica routine. Desidero da morire un figlio, ma non lo metterò al mondo fin tanto che non avrò fatto chiarezza dentro di me; a questo proposito ho iniziato una terapia di schiatsu e ipnosi.Devo dire che mi ha permesso di riflettere molto su tante cose, emozioni,sentimenti, sensazione che sono dentro di me da sempre; mi ha anche messo di fronte a dei dolori che credevo dimenticati o addirittura mai provati...ho odiato e amato tutto al tempo stesso, ho pianto e riso, sono restata e fuggita nel contempo. Ho acquisito molta serenità d'animo, ho smesso di avere paura di fare scelte sbagliate, qual'ora lo fossero sono comunque mie scelte, ma sono ancora molto confusa.Vede, mio marito è una di quelle persone che veramente vale la pena avere a fianco, però non mi da emozione.. per dirla tutta, se quando facciamo l'amore io non penso all'altro, non sento assolutamente nulla.. ed essendo io una donna passionale, mi creda, comincio a viverla veramente male e a guardarmi intorno..sono molto corteggiata...ma l'unico con cui vorrei un figlio e una famiglia resta mio marito.Cosè secondo lei paura di amare completamente mio marito, paura di ammettere a me stessa che non ci amiamo più o forse l'amore è un compromesso tra marito fedele e amante trasgressivo? Sono comunque serena perchè affronterò quello che capirò solo se e quando questo avverrà, ma non mi sento donna..nè posso essere madre...e se facessi ugualmente un figlio, sarebbe solo figlio mio? Gesto puramente egoistico? Confido molto in un suo indizio professionaleAh!Lei crede che lo schiatsu/ipnosi aiuti a far luce in tal senso?In trepidante attesa, la saluto, Angelica da Roma
Angelica in frase "forse l'amore è un compromesso tra marito fedele e amante trasgressivo?" andrebbe capovolta in "forse un uomo deve essere marito e amante allo stesso tempo?" E ciò che lei, giustamente, desidera. Lei finora questi due aspetti li ha sdoppiati in due uomini diversi. Dovrebbe chiedersi se a causa delle carratteristiche di ognuno, o per un suo volere inconscio. Questa potrebbe essere una possibile chiave di lettura. Circa le "terapie alternative" che lei indica per motivi deontologici non posso esprimere pareri. Veda lei se le arrecano beneficio o meno. Saluti

INSICUREZZA E PANICO

SENSIBILE79 N° di riferimento: 802317096 Età: 27 Salve Dottore... soffro da oramai 2 anni di attacchi dipanico che pian piano mi stanno distruggendo la vita...ho cercato di andare da uno Psicologo ma a malapena 2/4 sedute e sono scappata via...Soffro per di + dacirca 10 anni di cattivo rapporto con l\alimentazione...non ho avuto una vita facile e non riesco nemmeno a scriverLe... Ad oggi ho un ragazzo con cui sto da circa 3 anni e mezzo..Una tragedia! Avendo ricevuto poco affetto o meglio affetto in modo intrinseco dalla mia famiglia(I miei ad oggi sono divorziati eil mio EX PADRE ha avuto altre donne nonchè non ci riconosce come figli (difatti siamo ancora in aula di Tribunale per almeno un mantenimento!)...) insomma mi sento sfasciata da tutte le parti e come Le stavodicendo sto con questo ragazzo con il quale inizialmente tutto ok(tra alti e bassi di ogni coppia)ad oggi soffro di un'insicurezza abissale che mi porta a violare la sua privacy senza che lui sappia nulla, a fare tel anonime per sentire dove si trova in base ai rumori e se sento rumori del tipo musica,ridere o pizzerie DIO MIO, in me si scatena il putiferio!!! Inizia in meuno stato di attacchi di panico seguiti da voglia del suicidio, di andar via datutti e tutto e disperazione accompagnata da tremori e aggressività acute...insomma vere e proprie crisi.. Gli ho chiesto al mio compagno millevolte di aiutarmi in questo processo di tranquillità interiore, magari dicendomi+ spesso di volermi bene, che non mi lascerà mai,che sono la sua vita(tuttefrasi che se sente ben venga altrimenti è maglio che finisca!!)... Talvolta lo dice,la maggior parte no... Gli ho chiesto allora di rafforzare la mia persona con gesti (alias un fiore, una abbraccio spontaneo non confuso dopo,come succede spesso, in ANDATA A LETTO) ...ma niente...tutto si tramuta inaltro.... indifferenza, immaturità(non si accorge quando una donna gli fa la corte o si "struscia" a lui) in frasi dove cade sempre dalle nuvole in assenza spesso di rispetto in questa mia insicurezza di questo stramaledetto periodo in quanto non son mai stata così maniacalmente gelosa e fobica! Le premetto ch'io sono modella a tempo perso e tutti mi vedono come la ragazza + sicura del Mondo ed io mi dovrei sentire forte di tutto,ma ahimè sono quella + insicura del Mondo! Proprio ieri notte abbiamo avuto un'altra sfrenata litigata, sì perchè le nostre non sono litigate bensì veri e propri massacri ove lui mi chiude il tel n faccia, mi tratta male, mi parla di cose passate (magari incomprensioni già discusse e chiuse ma a quanto pare sempre vive (che mi incutono insicurezza quindi!) ed io inizio ad avere I miei attacchi I miei pensieri fobici di suicidio,di aggressività ove lo minaccio...sto malissimo Dottore moolto male... Mi aiuti a capire che percorso devo fare, non ho un'amica in quanto ho paura di delusioni come avute, non parlo a casa in quanto ho paura di deludere mia mamma.....ho 27anni... mi sento una fallita della mia vita senza scampo e con una fine degna di quel che mi merito...il suicidio. La ringrazio anticipatamente di una Sua risposta chiedendoLe perdono per il tempo fattole perdere..Mi aiuti PER FAVORE
Non mi ha fatto perdere tempo ma il tempo lo stà perdendo lei cercando di cambiare l'altro e non cambiando, nei limiti del possibile, lei. Le sue sicurezze non le devono e non possono venire dall'altro ma le deve acquisire interiormente lei, indipendentemente dal comportamento altrui. Difficile mi dirà. Ma cambiare è sempre difficile e doloroso, ma spesso, come nel suo caso, necessario. Se è il caso si faccia aiutare anche da uno psicologo, sopratutto per quanto riguarda la sintomatologia ansiosa e depressiva, ma faccia assolutamente qualcosa per uscire dal circolo vizioso in cui è finita. Saluti.

SENSO D'ABBANDONO

simona N° di riferimento: 837032329 Età: 26 Salve, la mia vita è caratterizzata dalla continua riflessione, ma ultimamente sono molto turbata; mi sento molto colpita dalla sensazione di abbandono, mi sento sola triste e un po depressa. Naturalmente questa sensazione è dovuta a problemi dell'infanzia in cui mi sentivo non considerata e amata dai miei genitori, l'unica persona che ritenevo la mia ancora di salvezza è stata mia nonna che purtroppo è morta quando avevo 13anni. Tutto ciò mi ha portato ad una profonda depressione durata 5 anni da cui sono uscita da sola, senza l'aiuto di nessuno se non un amica che mi spronava ad uscire. I miei erano intenti a seguire i miei fratelli più piccoli e i loro problemi che non si sono accorti o perlomeno mia madre dice che voleva "preservare la mia privacy"... mah.. comunque io sono cresciuta molto ultimamente, ho capito tante cose, e li ho perdonati. Ora con loro ho un buon rapporto che non mi sarei sognata da piccola.La mia dipendenza è verso il mio ragazzo, talvolta mi rendo conto di attaccarmi a delle fesserie ma non riesco a farne a meno. Mi sento trascurata anche se passiamo molto tempo insieme, mi sento poco amata anche se lui fa di tutto pe raccontantarmi... io prima sto male, ma poi rifletto razionalmente e capisco che sto esagerando, ma non so cosa ho. Io mi amo, so di essere perfetta cosi come sono,ho lavorato tanto sulla mia autostima, ma non riesco ad amare in modo sano l'amore della mia vita. Ma cosa ho? non capisco, questo proprio non riesco ad analizzarlo... Certi periodi sono serena e mi stupisco del mio comportamento,di come sono equilibrata e sicura di me, e ne sono davvero fiera (ho lavorato tanto su di me per essere cosi) ma non riesco a comprendere da cosa dipendano gli altri.Ora , sa mi vorrà dare una mano le sarei molto grata, ma se non può sono contenta di averne parlato con qualcuno.
La sua infanzia le ha procurato vuoti affettivi e sensi d'abbandono, che spesso, nonostante i suoi sforzi, ritornano. Le sue insicurezze e dipendenze si potrebbero spiegare in questo modo. Ha fatto bene a lavorare sulla sua autostima, cerchi, adesso, di rielaborare anche il suo passato e di capire fino a che punto la condizioni nelle sue relazioni attuali. Saluti.

domenica, gennaio 21, 2007

ACCOMPAGNARE IL DISTACCO ?

Butter N° di riferimento: 656674298 Età: 30 Egregio Dottre,in realtà non sono andata tanto lontano con la mia storia... O forse sì? Diciamo non nella direzione che inzialmente speravo, ma forse non tutti i mali vengono per nuocere.Vorrei un suo spassionato consiglio. Ma prima la ragguaglio un po'.Metà dicembre:Purtroppo il dialogo che pensavo si fosse aperto era solo l'ennesima falsa partenza; ieri sera lui mi ha voluta vedere e poi ha fatto marcia indietro. E' un eterno indeciso, dice che non sa se mi ama, che ha bisogno di staccare da me, di essere libera...ma poi mi dice anche, magari ci vedremo in futuro, salvo poi dire che non sa se e quando tornerà.I o ieri sono andata in panico, ho pianto, ho suppplicato, mi sono umiliata perla strada, mi sono comportata come uno zerbino, mi sono fatta compatire e lui per tutta risposta si è infuriato, mi ha detto che non sopporta più tutto questo mio comportamento. Sembrava che fosse tutta colpa mia. Io ammetto di essere dipendente affettivamente da lui, però a mente un po' più fredda capisco che pure lui è una persona che non vale quello che credevo. Mi sono illusa e ho resitito accanto a un uomo che non mi ama come merito, che mi fa pesare se ho un brufolo sulla fronte nonostante mi sia agghindata tutta carina per lui, che si dimentica il regalo di compleanno, che non dà peso all'anniversario, che non sa se mi vuole per la vita e cambia continuamente idea, che vuole cambiarmi continuamente e farmi essere quello che non sono e che non ha neanche i cosiddetti per lasciarmi, in ogni caso, se stanco di me. Quindi, ammetto i miei errori nell'impostare il rappporto così, da parte mia,ma devo smettere di farmi carico anche dei suoi di errori. Perchè anche lui ha le sue brave responsabilità. E difetti. ENORMI DIFETTI. Lui è un inaffidabile, me lo ha dimostrato infinite volte e questo purtroppo non cambierà mai.Devo chiduerlo fuori per sempre dalla mia vita se voglio avere una chance di vivere e di essere felice, con qualcuno che mi apprezzi anche se ho un filo di pancetta, che sia preso dalla mia testa (sono avvocato e dottoranda di ricerca, nonchè la pupilla del Professore, che diamine, allora non sono totalmente scema) e non che si scocci se metto passione e tempo in questo mio progetto di studio e lavoro che amo tantissimo, che mi dica Ti amo di tanto in tanto, che non mi dica che ha voglia di fare sesso e basta, mentre è così più bello fare l'amore e dirsi anche ti amo mentre lo si fa.Voglio che il prossimo sia uno che mi fa sentire tre metri sopra il cielo, non tre metri sotto il livello del mare come ha fatto lui negli ultimi anni. Anche si ci vorrà tempo. Amare sopportando questo è un non amore verso di me, in primis. Dice che non lo rispetto. Io? E il suo di rispetto per me? Gli ho dato gli anni più belli della mia giovinezza, mi ha rigirato come un calziono e ha torvato anche i modo di buttarmi addosso tutta la colpa, dandosi anche una bella autoassoluzione in questo modo e adesso mi trovo a 30 anni da sola e con le ossa rotte e tutti i sogni mandati in frantumi. Non è la persona giusta per me, punto, e devo lasciarlo andare per sempre, anche se soffro come un cane bastonato. E' l'unico modo che ho per rinascere e cercare di essere felice, con me stessa e con una persona più degna di me. Questo ragazzo non merita tutto l'amore incondizionato e la dedizione che gli ho lungamente dato. Mi dicono tutti che passerà con il tempo anche il dolore lancinante che mi strappa l'anima. Domani mi danno le chiavi della mia nuova casa. Vado a vivere da sola. Domani èun altro giorno.Sto uscendo con altre mie colleghe avvocato, voglio cambiare cerchia di amici e ricominciare da zero.Incontrare gente positiva, non distruttiva e negativa come lui. Tra un mese andrò in Germania per ricerca e spero che uscire dal mio ambiente un po' mi aiuti. Merito un'esistenza migliore di quella che ho condotto negli utlimi anni e non mi sacrificherò più fino ad annullarmi per nessuno. NESSUNO. La vita è una sola ed è troppo importante per buttarla correndo dietro all'uomo sbagliato, anche se lo si ama. Fine anno:Si è rifatto vivo il 30, è venuto a tovarmi nella mia nuova casa, dove stavo sistemando le mie cose dopo il trasloco dalla sua (ex nostra) casa. Aveva detto che gli mancavo, che la casa senza le mie cose gli sembrava strana. E' arrivato, mi ha fatto mille moine, poi all'improvviso mi ha baciato e non mi mollava più, tanto che ho dovuto tirarmi indietro io. Mi ha preso il viso fra le mani, mi guardava con due occhioni da Bambi e ..IO CI SONO RICASCATA! Ho fatto il solito ragionamento: che si sarebbe sistemato tutto, che con il mio aiuto lui avrebbe superato la sua crisi esistenziale (che è a 360 gradi, io sono solo una delle "vittime"). Ma quando mi ha salutato dicendo che non sapeva se e quando mi avrebbe rivisto, lì mi è montata una tale rabbia!!! La sera sono andata da due cari amici a cena e mi sono sfogata...ero un fascio di nervi a dire poco. Inziavo a stare un po' meglio, da tre giorni avevo anche smesso di piangere... Ebbene, è stato come azzerare ogni progresso fatto. Di nuovo ansia, lacrime, ecc... Tutto il campionario completo. Ho capito che così non andava bene. Stava ancora giocando con me, usando me per attutire le sue insicurezze, senza curarsi della mia sofferenza. E quindi, di ritorno a casa, ho fatto una deviazione, convinta a buttarlo giù dal letto nonsotante l'ora (rendetevi conto come stavo: ma certe cose non riuscivo più a tenerle dentro, andavano dette) per dirgli chiaro: o dentro o fuori dalla mia vita... Ma più che altro nel senso di : allora, cosa vuoi fare con me? Che vuoi da me? Mi aveva detto tutto mogio che sarebbe rimasto a casa quella sera, per "pensare a noi". All'una di notte sono arrivata da lui, ho suonato, sembravo una pazza, tremavo tutta e avevo gli occhi che sembrano due pizze margherite dal piangere. E invece sopresa, lui è uscito. Mi hanno aperto i suoi genitori, che erano a dormire. Io come in trance ho detto molto bene, tanto meglio che c'erano loro, che era arrivato il punto che facessero una cosa per me: visto che a me non ascoltava, dire a loro figlio di smetterla di giocare al tira e molla con me, cosa che ha fatto per tre volte in sei settimane, lasciandomi ogni volta inesorabilmente apezzi. Ci siamo seduti e abbiamo parlato ed è stato orribile: avevo davanti due persone preoccupate solo per il figlio e incuranti della mia di sofferenza. Il loro unico pensiero era :come possiamo aiutare nostro figlio? Del mio dolore e della mia frustrazione non gliene importava nulla. Anzi, mi hanno detto di temporeggiare ancora e di non prendere questa posizione drastica? Cristo Santo che nervi!!! Ancora quell'atteggiamento del: "poverino". Poverino che cosa!!!! Ma che crescesse invece sto bendetto ragazzo, che ha quasi 30 anni ormai, e si prendesse il coraggio di decidere una buona volta, anche solo per dirmi che è davvero finita e non mi ama più! Temporeggiare? Ma se ho già concesso anche i tempi supplementari a loro figlio e sempre e solo a discapito mio e della mi felicità, perchè lui nel frattempo non ha mosso un dito per risolvere i suoi problemi esistenziali e, d'altro canto, neppure si è rivolto a me per un aiuto o un sostegno, anzi, mi ha solo allontanato e ferito sempre più! Ho spiegato loro per bene le "gentilezze" che R. mi ha regalato negli utlimi tre anni e specialmente nell'ultimo, di come mi sentissi trasparente ai suoi occhi, di come mi avesse fatto sentire persino uno sgorbio benchè non lo sia...Pensate che, in uno dei suoi falsi ritorni, 20 gg fa mi ha detto se avevo intenzione di fare la liposuzione per mandare via qualche kg di troppo - che ho preso per colpa della pillola, detto per inciso ... Bene, miei cari, sapete cosa ho detto loro? Che la lipozuzione se la facesse loro figlio, ma al cervello. Ho detto: ho dato tutto, ho concesso tempo, chance infinite a una persona che mi diceva "non so se ti amo, ma intanto restiamo così" e che mi trattava peggio dello zerbino nel frattempo...Mi ha completamente svuotato di ogni energia... mi ha mandato in frantumi tutti i sogni, mi ha portato via la serenità e anche ora che gli ho detto: "allora a questo punto lasciami libera " lui continua a tornare e ad illudermi, ma senza volere ritornare insieme e rimandando ogni volta il nostro prossimo incontro a data da destinarsi. Pezzo di idiota, mi ha anche raccontato delle tipe che cercano di abbordarlo in discoteca...nella sua psiche perversa lo fa per dire: ecco, voi donne siete proprio così, sempre affamate d'amore e di attenzioni. Capito? E io come mi dovrei sentire a sapere che mentre mi struggo e spero che torni lui fa lo scemino con le altre? Anche se poi dice (DICE) che non gli interessano, che conloro non si può parlare di nulla, mente con me di tutto... Ho anche detto che questa crisi di R. parte da lontano e che anche loro come genitori dovrebbero interrogarsi, dato che è una cosa a 360 gradi e dato che il figlio, in una sorta di presa di coscienza tardiva, nelle ultime settimane ha anche affermato che il suo malessere nasce da come lo hanno sempre trattato i genitori, ipocriti, anaffettvi ed oportunisti e mai una volta compiaciuti dei suoi successi (in questo ha perfettamente ragione, è stato l'unico barlume dilucidità che ha vuto R. ultimamente). Loro mi hanno detto: ma noi gli abbiamo sempre concesso tutto, lo abbiamo sempre assecondato in ogni cosa. E io: e avete fatto male, forse ogni tanto avreste dovuto dire di no, ma invece avete sempre detto di sì, che è più facile, e avete cresciuto un figlio del tutto deresponsabilizzato e incapace di prendere impegni seri (in effetti lui è crollato proprio verso i 30 anni, quando si è trovato a dover gestire in contemporanea lavoro (in proprio e con la responsabilità di un dipendente),mutuo, lavori di ristrutturazione casa e una donna (io) che, dopo 13 anni, dicui 1 abbondante di convivenza, cominciava a chiedergli qualcosa in più del semplice vivere alla giornata). Nel frattempo si è fatto tardi e lui è tornato e i suoi genitori , da bravi codardi, come ho sempre pensato, mi hanno lasciata da sola a fronteggiarlo. Epifania: Le mie riflessioni continuano dentro di me. Capisco e affronto lo sgomento che provo, il non volersi rassegnare a chiudere un periodo della propria vita di anni ed anni... Ma inizio a credere che se una minestra è riscaldata, nel senso che le cose a ben vedere non funzionavano più da tempo nonstante le mille chances date, il distacco defintivo sia la soluzione, l'unica che ci resta. Non devo dimenticare o buttare via 13 anni, sarebbe come rinnegare me stessa e la mia vita. Ma devo chiudere un periodo della mia esistenza. E' quello che con fatica sto cercando di fare ora. Ancora adesso ho momenti in cui vorrei cercare in qualche modo di rimettere a posto i cocci e credere che tutto si sistemerà... Sono bolle di dolore che scoppiano all'improvviso e mi devastano. Ma non è così, la verità è che noi non possiamo fare nulla per rimettere insieme alcunchè se l'altra persona per prima non vuole fare altrettanto (come nel mio caso). Però, anche così, ho cmq una scelta: o rimanere appesa ad un'illusione e non andare più avanti con la mia vita, oppure soffrire come delle bestie ma mettere io la parola fine a questo stato di cose, ossia chiudere mentalmente la storia. Dopo lunghe riflessioni, credo fermamente che sia così. La seconda via è certo molto più dura della prima e richiede coraggio e perseveranza, ma è l'unica che fa sì che le cose si possano rovesciare,finalmente: cioè che il potere di decidere torni in mano a noi, sottraendolo ai nostri "aguzzini". Una persona che mi tratta così, ossia che mi tiene in sospeso, che mentre io mistruggo e mi distruggo in attesa di una risposta di qualsiasi tipo, anche negativa ma pur sempre CHIARA, si dicono confuse ma trovano lo stesso il tempoe la voglia di andare in discoteca o in settimana bianca NON MI AMA. Mi avrà amato in passato, ma NON MI AMA PIU' ora. Uno può essere confuso, ma se ama davvero non può lasciare che l'altro si consumi dalla sofferenza mentre risolve le sue crisi esistenziali o meglio mentre si ,muta a dire che per ora se ne sta bene così, nella sua caverna (ipsedixit). Anzi, chiederebbe aiuto, piuttosto. Invece dopo aver detto che non voleva fare l'opportunista si è allontanato. Vede, "ti voglio bene" significa "io voglio IL TUO bene". Lui, comportandosi così, non vuole il mio bene, almeno non più. Bisogna abituarsi all'idea ed essere forti. Avere il coraggio di archiviare pezzo della propria vita e chiudere io la storia. Sì, io. Perchè lui è CODARDO, non lo farà mai apertamente (ma mi sta già rispondendo in maniera esauriente con i fatti). Ho intimato al mio ex di non farsi vivo se non è sicuro e se non ha proposte concrete da farmi. Risultato: non si è fatto più sentire. Ogni giorno che passa è un pezzetto dirisposta che lui mi sta dando, anche se non ha il coraggio di dirmi apertamente che non mi ama più. Ogni giorno che passa è un pezzetto di delusione in più e un pezzetto di amore in meno che provo nei suoi confronti. Devo chiudere questa parte della mia vita e archiviarla in un cassetto della memoria, come ho fatto per il periodo superiori, università, ecc. Lo ricorderò con affetto, ma andrò avanti. Dove sta scritto che devo rovinarmi l'esistenza per chi non mi ama? Sto male, mi si strappa l'anima, mi si buca il cuore a pensare di vivere senza di lui, all'improvviso mi prendono crisi di pianto e di nostalgia ed ho momenti in cui passerei sopra a tutto quello che mi ha fatto pur di riavere la persona amata... Giusto ieri l'altro. Ho chiamato, non ce l'ho fatta... per fortuna non ha risposto. Ho spento il telefono, dopo, per non avere più la tentazione. Il giorno dopo ho ricevuto un suo freddissimo sms: Scusa non ho sentito, mi trovi eventualmente domani pomeriggio. Io non ho più richiamato, nè risposto all'sms. E' terribile, lo so, ma non devo mollare. Esco, cerca il supporto di un amico o di un fratello, non devo aver paura di piangere se serve a sforgarmi... Ma non devo chiamare, per carità. Non devo prendere informazioni. Non credo più alle pause di riflessione. Non devo darmi io falsi termini per periodi di distacco. Inganno me stessa, mi nascondo la realtà. Devo, invece, dare un taglio netto. Prima mi metterò in questa prospettiva, prima toglierò a lui il nefasto potere che ha su di me, come dicevo pocanzi. La vita e la felicità sono anzitutto nostre e dipendono in primis da noi stessi. Mi sono chiesta: e se lui torna mettiamo fra 6 mesi? Ci ho pensato: spero di averne la forza (forza che mi auguro il distacco mi aiuterà a trovare), ma penso che di primo acchito io lo respingerò e per due ragioni: 1) non esiste che mi lasci a soffrire come un cane e poi torni quando fa comodoa lui, dopo che ha buttato via tutte le chances che gli ho concesso negli ultimi 6 mesi di convivenza e in queste 6 settimane di separazione. 2) è una prova. Se davvero lui mi amasse, di fronte a un rifiuto dovrebbe comportarsi come abbiamo fatto io e te (ed altri qui dentro, immagino), ossia dovrebbe prima disperarsi e, quindi, mettere in atto numerosi tentativi di riavvicinamento, provare e riprovare fino allo sfinimento nel tentativo di convincermi a cambiare idea. Solo in tal caso, sempre che nel frattempo io sia ancora libera e ne abbia voglia, penso che potrei esere indotta a rivedere la mia posizione. Se, però, dopo il no, lui sparisse gettando subito la spugna, allora avrei conferma che è ancora confuso, che sarebbe solo l'ennesimo tira e molla daparte sua e che ho fatto bene a chiuderlo fuori dalla mia vita. Ovviamente questo lo affermo da un punto di vista razionale. Spero di avere la forza di mettere in atto quanto ho appena detto. Ma devo, devo, devo, non ho scelta. Io scelgo, IO ho il potere. Me lo ripeterò fino alla nausea. Io scelgo, IO ho il potere. 9 gennaio: Tormenti interiori.Giusto ieri sera (prima sera nella mia casa nuova da single) pensavo "Magarilo chiamo, per sapere come sta, magari gli chiedo di spiegarmi meglio che cosa lo turba, perchè se capisco posso trovare il modo di aggiustare le cose..." Grazie a Dio il pensiero successivo che ho fatto è stato: "Ma lui sa benissimo come stai e cosa vuoi ed è lui che ti ha detto di essere confuso, di volere libertà, di non sapere se ti ama e che il legame della storia gli sembrava troppo pesante da sopportare. Lui sa che l'ultima volta che è tornato senza nulla di concreto gli è stato intimato di non farsi vivo senza idee chiare di ritorno...Quindi IL PRIMO PASSO SPETTA A LUI E SE NON LO FA VUOL DIRE CHE NONTI VUOLE: PERCHE' CHIAMARLO PER SENTIRSI DIRE ANCORA UNA VOLTA QUESTE COSE CHE FERISCONO?" E non ho chiamato. Io mi sono messa nella prospettiva di non aspettarlo. NO ANCHE ALLA SPERANZA, che in questo momento mi danneggia solo (ho sperato mesi e mesi che lui si chiarisse le idee e mi dicesse di amarmi, ho dato tutte le chances dell'universo...onestamente mi sento la coscienza più che a posto); ora attendo solo che mi sbollisca l'amore (e la delusione intrisa di sofferenza) e nel frattempo vivo. Ci provo. E ho dormito anche un sonno tranquillo, il primo dopo settimane di angoscia e senza sogni su di lui (MIRACOLO)!!! So bene che la strada è ancora lunga e tortuosa e non sono del tutto serena, ma è un primo piccolo passo. Ogni tanto ringrazio di essere così cocciuta quando mi fisso su una cosa. Inquesto caso tale difetto mi è d'aiuto. 9 gennaio sera: Ho ceduto! Non ce l'ho fatta e ho chiamato, con una scusa e gli ho detto che avevo bisogno di capire cosa gli passava per la testa. E' uscito il solito discorso: lui non sa cosa vuole, è alla ricerca di se stesso, vuole stare nella sua "caverna" per adesso, sta leggendo libri e libri sulle dinamiche di coppia...Ma da come ne parla non li sta leggendo con la volontà di trarre uno spunto di riflessione per lavorare su di noi, insieme magari, come gli ho proposto più volte (ho anche avanzato l'idea di una terapia di coppia). Li legge solo per trovare conferme di atteggiamenti miei o dei suoi genitori che lui non gradiva, sembra che cerchi una giustificazione per la rottura, che a questo punto penso volesse da tempo, ma non ha avuto il coraggio di intraprendere (e infatti lo aveva mascherato da pausa di riflessione, gettandomi in crisi, facendomi sentire per l'ennesima volta ricacciata in un cantuccio e dandomi false illusioni... la rottura l'ho voluta definire io). Mi ha detto cose orribili: "Questa convivenza io l'ho sofferta anche fisicamente (dermatite e dimagrimento); perchè dobbiamo fare progetti sulfuturo?; io voglio partire e mollare tutto; sono troppo pieno dall'esperienza precedente con te, voglio stare da solo, ci sono tante esperienze che non ho fatto; io voglio fare un viaggio avventuroso tipo girare il Messico senza prenotare da nessuna parte e fuori dalle mete turistiche solite, mentre tu mi proponi solo vacanze, quando io cerco un viaggio; non voglio stare fuori con il pensiero che devo tornare perchè a casa qualcuno mi aspetta; mi pesava molto tornare la sera e vederti; mi sono reso conto che sono un'amante del bello e mi danno fastidio le tue imperfezioni (Dottore, peso 58 kg per 1.65: non sarò una velina ma non sono neppure uno scorfano); in casa mi dà fastidio vederti senza trucco e non elegante(come se lui fosse sempre in smocking, ma perpiacere!); io voglio arrivare a casa e fare sesso quando mi pare, se questo significa farlo a mezzanotte (quando io che mi alzavo un'ora e mezzo/due prima di lui e a quell'ora ero morta di sonno, tra parentesi) e non mi voglio sentire dire che domani ti devi alzare alle 6.30, inoltre voglio farlo senza dover dire ti amo ed essere carino, farlo e basta quando mi pare".Io piangevo disperata e gli ho detto di smetterla di cercare di cambiarmi, nel carattere e nel fisico, e di colpevolizzarmi se sognavo un matrimonio e una famiglia con lui, che dopotutto lui in passato mi aveva fatto certe promesse poi non mantenute, che non ne potevo più di vivere di frustrazioni per aspirazioni da lui negatemi e senza nemmeno fare un progetto, anche a lungo termine (lui non capisce che non è questione di fretta, come mi ha urlato, ma di progettualità. Mi ha detto: io ragiono con le esperienze, tu con iltempo...Ancora non ho capito bene cosa volesse dire. Io so che il fattore tempo per me non è così fondamentale come pensa, ma che vorrei solo fare un progetto comune e cerco qualcosa di più stabile, anche solo nell'intenzione, e da concretizzare nel tempo). Mi ha allora allungato i suoi libri come a dire: "leggili anche tu e troverai delle risposte. Vedi che ho ragione. Io devo stare nella mia caverna" (questa l'ha presa da Le donne vengono da Venere, gli uomini da Marte....Dice che è un marziano).Dice che non ho rispetto di lui e del suo desiderio di stare solo nella sua caverna, non sa per quanto. Io so che in ogni caso sono passati due mesi dalla seprazione e quasi un anno da quando sono sorte queste discussioni tra noi e lui è sempre rimasto statico: cerca solo conferme del suo malessere, cerca negli altri le cause e si isola aspettando che passi, ma non fa un tubo per capire che le risposte non le troverà in un libro ma dentro di sè e per cambiare e risolvere, anche se questo significa prendere decisioni e dirmi chiaro che non mi ama più. Non ho retto più: ho scagliato a terra i libri e li ho presi a calci, uno l'ho anche strappato in due. Peraltro io non riuscivo ad andarmene e sono pure passata alla fase zerbino: dopo tutto ciò che ho sentito, gli ho pure detto di provare a darmi una possibilità, di crecare di ricostruire il rapporto insieme. Lui mi ha detto (e questa è la vera rivelazione: Dottore, mi ha risposto e manco se ne è accorto): "Vedi, io saprei dove intervenire come un chirurgo per correggere il nostro rapporto, solo che non voglio perchè sarebbe prenderti e prendermi in giro".Poi è andato via e mi ha detto: "mi devo allontanare da te".Però sta benedetta (strano, non mi è venuto da scrivere maledetta) frase del "non ti amo più, chiudiamo definitivamente" ancora non l'ha detta! A casa ho passato la notte insonne. All'alba delle 6 e con gli occhi pesti ho trovato un po' di pace solo quando mi sono resa conto che ho chiamato e sono andata da lui perchè non avevo ilcoraggio, con il cuore, di mettere in pratica quello che il mio cervello mi aveva suggerito: togliti da questa situazione, scelgli tu di chiudere emotivamente e mentalmente.Prima ho voluto dargli un'ultima chance, a ben vedere.Infatti gli ho anche detto più volte, in quello che probabilmente era un ultimo avvertimento: Guarda che se continui così, a non rispondere in un senso o nell'altro, comunque mi perdi, esiste il rischio che io non ce la faccia e non voglia più aspettarti.Lui non ha detto nulla ed è solo andato via, senza rispondere se non con un laconico: "per adesso è così".Ora, anche se temo che avrò alti e bassi ancora per un bel pezzo, sono un po'più risoluta. Gli ho mandato un sms con scritto che dovevo chiudere io per spezzare latortura e ho anche aggiunto che per mia salvaguardia non dovevo lasciare porte aperte...per adesso. Mi maledico per quel "per adesso", che indica che ho preso più coraggio, ma che non sono ancora del tutto distaccata da lui. Intendo dire che voglio smettere di pensare a lui e concentrarmi su di me e soprattutto smettere di attendere una risposta, tanto me la sono data da sola. Il "per adesso" che ho aggiunto credo si riferisca anche al fatto che "mai dire mai" e che solo gli stolti si fissano e nascondono la paura del nuovo barricandosi dietro una presunta e cocciuta coerenza con scelte del passato. Insomma,Dottore, sono molto scettica sul fatto di concedere nuove possibilità, anche tra mesi, a questo uomo. Penso che nessuno cambi fino a stravolgersi. Al massimo però si può maturare e in lui comuque c'erano anche delle cose buone, quelle che mi hanno fatto innamorare e stare con lui così a lungo. Ma non ci spero.Tengo i piedi ben incollati a terra. Ora voglio vivere, stare bene, tornare ad essere serena, con il tempo non escludo di aprirmi a nuove esperienze amorose (certo non ora e non all'insegna del chiodo scaccia chiodo). Non so cosa sarà del mio futuro, però so che forse mi sto liberando del fantasma di una persona che, senza parlare, mi ha fatto capire che non mi ama e che mi teneva lagata a sè pur lasciandomi sola. Che dice dottore?Mi perdoni la prolissità e grazie per avermi già risposto una volta.Butter
Non mi detesti se scrivo di nuovo, non sono una stalker, ma c'è stato uno sviluppo significativo. Il mio ex è sempre stra confuso, non sa quello che vuole dalla sua vita... Cmq in questi ultim giorni io ho capito una cosa: siamo troppo diversi, siamo cresciuti insieme ma ci siamo differenziati. Lui è uno spirito libero ed ama l'instabilità, il vivere senza regole e progetti. Forse è anche immaturo e ha paura delle responsabilità da adutlo,anzi, senza forse, mentre io penso di essere più vanti nel mio eprcorso dicrescita e maturazione personale rispetto a lui (anche se per anni è stato il contrario... come è strana la vita!). Io invece sono molto più placida e tradizionale. Sogno una famiglia tradizionale ed una vita più convenzionale, anche se non credo, per questo, di essere mediocre e di condurre un'esistenza appiattita. Però, come tutte le pescioline (mi passi il paragone astrale), ho una visione romantica dell'amore e cerco un uomo che sia il mio "cuscino" e non il mio "pungolo", come era lui. Venerdì gli ho comunicato che chiudevo io la storia, emotivamente e con la prospettiva di andare avanti. No porte aperte. Lo facevo perchè, al di là dell'attesa snervante di una risposta chiara da lui, ho compreso queste cose. Insomma, alla fine abbiamo parlato e per la prima volta senza litigare... Ci siamo chiariti. In cocnlusione, se ne è uscito con quella risposta che attendevo da tempo: "Non ti amo più già da quasi un anno, ma non avevo il coraggio di troncare per via dei tanti anni passati insieme e perchè vedevo che per te invece era l'opposto, anzi sognavi il matrimonio. Ho preferito accompagnarti piano piano che mollare di botto. Anche in questi due mesi, tornavo perchè ero pieno di sensi di colpa per come soffrivi per la separazione, ma non volevo davvero tornare insieme ed ecco perchè ti dicevo che non volevo finire con il a fare la parte dell'opportunista e poi me ne andavo di nuovo. In questi lunghi mesi di travaglio però ti ho sempre portato rispetto e sono stato fedele, lo meritavi. Mi dispiace per il male che senza volere ti ho fatto." Peenso che sia riuscito a dirlo , a sè e a me, solo ora che ha visto che sono pronta a sentire queste parole... Io gli ho detto che, con il senno di poi, forse era meglio una confessione più chiara tempo fa, da parte sua, dato che con il suo "accompagnarmi" mi ha più che altro creato confusione, dato che io ho creduto che volesse riprovarci. Ma non mi sento di condannarlo, però, perchè non ha agito per il meglio, certo,ma non sarà stato facile nemmeno per lui e perchè nessuno di noi credo sia preparato a porre fine a una relazione di anni ed anni, mai. Con un fondo di malinconia ma più sollevati, entrambi ci siamo salutati e ci siamo abbracciati forte. Ora devo lasciare che la malinconia si attenui e che il mio amore si trasformi in affetto (sembra facile...). Non potrò mai odiarlo o dimenticarlo, sarebbe come rinnegare metà della miavita. E lo stesso è per lui, che comunque mi vuole bene ed è dispiaciuto per certe frasi orribili che mi ha detto e gli credo, era sincero e con gli occhivelati. Ci siamo davvero lasciati solo venerdì, dopo queste parole in un certo senso. Io ora mi sto interrogando molto sull'esperienza di questo lungo rapporto percapire certe dinamiche mie non benefiche per me e per la coppia, ma ora, dopo un paio di mesi di distacco, inizio a vedere anche i suoi di problemi relazionali ed esistenziali e, quelli, sta a lui risolverli. La prova è data dal fatto che, risolto il tassello della nostra relazione, lui rimane ancora con molti punti interrogativi da risolvere a livello personale e di cui io non ho responsabilità e che, del pari a certi miei comportamenti, hanno pesato nella vita di coppia. Ma quelli sono problemi suoi. Io non ne ho colpa.Vorrebbe darmi un suo parere e, soprattutto, a questo punto, qualche consiglio per elaborare correttamente questo cambiamento della mia vita? Vorrei davvero incasellare questa esperienza nel modo giusto e andare avanti senza lasciare cose irrisolte che mi creino problemi in futuro (anche se non ho fretta ,ripeto, di lanciarmi in nuove storie. Ora voglio trovare il mio equilibrio e la vera me stessa).Grazie
Innanzitutto la ringrazio per la testimonianza, seppur lunga, ma significativa. Lei da perfetta "avvocatessa" ha illustrato bene il "processo" relazionale di coppia che avete vissuto. Ma forse è mancato la visione del "processo" relazionale dal punto di vista dell'altro. Sopratutto in relazioni lunghe come la sua, si finisce col non "ascoltare" i messaggi, spesso non verbali, che l'altro invia. Ciò al di là dei torti o ragioni dei membri della coppia. La relazione finita le lascerà ancora delle ferite che richiedono tempo per essere marginate, ma le premesse perchè ciò avvenga ci sono. Saluti.

martedì, gennaio 16, 2007

RIUSCIRO' A...?


mia N° di riferimento: 719157978 Età: 29 Salve dottore. frequento spesso il forum e ho grazie al suo sito e al libro donne che amano troppo ho capito di soffrire di una dipendenza affettiva. ho iniziato a frequentare un gruppo di auto aiuto nel quale mi trovo bene, e trovo molto sollievo nel sapere che ci sono altre donne che hanno sofferto come me. ma riconoscersi malati non significa guarire. la mia situazione personale è molto delicata, e io non mi sveglio una sola mattina senza pensare che non riesco ad uscirne. la mia vita nel giro di un anno è completamente cambiata, a causa in parte della storia con quest'uomo per cui ho lasciato il ragazzo con cui stavo da più di dieci anni. nella mia storia precedente non riconosco particolari sintomi di dipendenza affettiva: ci siamo amati molto, in modo sincero, avevamo i nostri problemi di coppia ma c'era fiducia totale, e la capacità di riuscire a risolvere i problemi insieme. fino a quando mi sono presa una cotta pazzesca, che mi ha spinto a fare cose del tutto irrazionali; quando ho capito che qualcosa non andava mi sono aperta con il mio ragazzo, ma non siamo riusciti ad unirci per fare qualcosa insieme. non riuscivamo più a vederci senza piangere, non riuscivamo più a parlare. e io, completamente confusa da tutto quello che mi stava accadendo e dal mio mondo che andava in frantumi, mi sono attaccata in modo eccessivo ad una persona che non meritava nulla. purtroppo questa persona lavora con me, anzi io lavoro per lui come collaboratrice; la storia è durata qualche mese. per tutta la primavera e l'estate lui è stato il mio pensiero fisso, non mangiavo più, passavo tutto il mio tempo libero a letto a piangere o dormire, ho trascurato i miei studi. è molto bravo a dare di sè un'immagine di persona sensibile e intelligente, impegnata, ma basta grattare un po' sotto questa apparenza e si scoprono bugie, storie multiple, verità dette ad arte, e chissà cos'altro, non solo nei miei confronti ma anche dei suoi famigliari e dei suoi collaboratori sul lavoro. adesso mi tocca vederlo ogni giorno, ma questo non sarebbe un problema perchè da quando ho deciso di non vederlo più a livello personale il mio distacco emotivo ha iniziato a migliorare. fino a quando, per caso, ho scoperto che lui ha iniziato una storia con una mia collega, ovviamente "segreta" come la mia. questo mi ha catapultato in una situazione molto pesante, perchè lavoro gomito a gomito con lei tutti i giorni. razionalmente capisco che non tornerei mai con lui, che non potrebbe mai esserci una storia seria e sincera con questa persona, se così si può chiamare, ma c'è ancora una parte di me che soffre da morire. in parte è il mio cuore che ancora sanguina per il modo in cui è stato usato, ma ciò che mi spaventa di più è che ogni giorno io rivedo davanti a me i fantasmi della dipendenza che speravo di essere riuscita a superare. mi spiego meglio: mi riferisco ai pensieri tipo "ecco sicuramente lei sarà molto meglio di me ed avranno una storia meravigliosa", oppure alle crisi di pianto che rimando indietro, o alla paura che il pensiero di lui torni ad essere costante nella mia vita.adesso infatti non tanto il pensiero di lui, ma la presenza di lei sta diventando una vera ossessione. e questo, oltre a farmi stare male, tira fuori lati di me che non mi piacciono, perchè non essendo serena non riesco ad esserlo con gli altri. faccio una fatica cane a mettermi una maschera accettabile. credo che il fatto che non sto bene sia evidente, ma cerco d itrattenermi il più possibile. dovrei forse cambiare lavoro, ma una situazione famigliare anch'essa pesante a livello emotivo mi fa tentennare. ho un rapporto molto difficile con mia madre da sempre, sono orfana di padre da dieci anni. nel frattempo piango molto, cerco conforto negli amici che sono molto pazienti con me (ma per quanto?), e sono sempre più stanca ed affamata. di amore, diattenzioni, di affetto, di serenità. il vuoto emotivo che ho dentro e che cercavo di riempire con la dipendenza è sempre lì, e le mie energie sono sempre meno.s o di avere potenzialità, una laurea, un cervello funzionante, ma non riesco a dare valore a queste cose. scrivo pagine e pagine in cui butto fuori tutti i miei progressi, le mie ricadute, le mie ferite vecchie e nuove. non riesco più ad ascoltare la musica, a guardare un bambino, perchè qualunque cosa che muove il mio cuore lo sveglia e lui mi ricorda che soffre da morire. quando tempo ci vorrà perchè io trovi un po' di sollievo con il percorso che ho intrapreso? riuscirò a conoscere e a controllare quelle ferite nel mio inconscio che mi hanno spinto a comportarmi in modo del tutto privo di rispetto per me stessa? quando riuscirò ad avere una percezione dei miei limiti, e mi metterò in testa che sono una persona delicata e che non posso trattarmi così? grazie dottore per questa possibilità.


Dostoevskij amava ripetere che si può condurre un cavallo ad un abbeveratoio, ma non lo si può costringere a bere. La strada che lei ha intrapreso è quella giusta e che col tempo la condurrà al limite dell'uscita dal tunnel ma servirà l'atto finale della sua volontà per uscirne definitamente. Mille lacci la trattengono: il suo passato, la contiguità con l'ex per quanto riguarda il lavoro e la collega. Inoltre oltre a tutto ciò, potrebbe esserci qualcosa di ancora molto profondo che non è ancora emerso e che l'impedisce la "liberazione" finale. La voglio salutare con dei "versi" di speranza del poeta Saba, che amo spesso ripetere:

"Muta il destino lentamente, ad un ora precipita"

RABBIA ED ANSIA

Paola N° di riferimento: 370171780 Età: 37 Gentile dottore, solo una settimana fa ho iniziato a frequentare un ragazzo in quanto credevo di poter provare dei sentimenti verso di lui , ma purtoppo nulla di fatto in quanto dopo aver avuto una relazione sessuale con lui mi sono accorta di provare affetto ma nulla di piu'. Il problema e' che ora provo una grande rabbia nei miei e nei suoi confronti senza capire perche' tanta reazione "esagerata". Non e' la prima volta che mi capita e non riesco a calmare questa rabbia e ansia. come posso fare? cordiali saluti
Non mi fornisce molti elementi. La sua rabbia ed ansia potrebbero derivare da un eccessiva colpevolizzazione che lei mette in atto nei suoi confronti e nei confronti dell'altro per la fine di una relazione. Purtroppo la rabbia e l'ansia non possono e non deveono essere soffocate ma gestite ed accertatene le cause. Saluti.

STALKING

enrica s. N° di riferimento: 865047295 Età: 20 Salve, credo di avere un grosso problema leggendo i suoi articoli.. inizio con il descriverle la situazione: il mio partner è orfano da13 anni, ha 24 anni, e non riesce ad amare, è seguito da uno psicologo che a mio parere gli provoca solo crisi e malumore. per aiutarlo, grazie ad internet, mi sono finta una psicologa e da mesi stò cercando di illuminarlo con discorsi strategici e a portarlo verso di me, ma senza risultati... non riesco a star senza lui e considerando le litigate abitudinali sono a pezzi, è un punto fisso, non riesco a stargli lontana e lui mi evita molte volte. tornando da un viaggio insieme, per una frase scherzosa si è arrabbiato e se ne è andato, l'ho rincorso urlando e piangendo come una matta senza alcuna risposta, finchè lanciandogli la borsa e il cellulare contro si è voltato, con l'aria scocciata mi ha chiesto di lasciarlo stare...mi sono buttata nel mezzo di una strada gridandogli che mi sarei suicidata se non fosse tornato subito da me.....credo, preso da compassione mi è venuto a soccorrere all'istante, chiedendomi scusa e pregandolo di non far mai più uno spettacolo di quel genere.... mi ha rivelato di aver avuto molta paura di me! le assicuro che in quei minuti non ero in me, non mi rendevo conto di quel che facevo, sembravo posseduta da non so cosa, e puntualmente la cosa si ripete tutte le volte che lui si allontana...è un'ossessione? non so come curarmi, stò facendo male a me e a lui. gli unici momenti felici sono quando andiamo a letto insieme, per il resto non mi porta fuori con i suoi amici e continua a dire che non stiamo insieme. stò molto male e oltre a compromettere il mio stato d'animo, la situazione ha preso il sopravvento anche nel lavoro e nella vita sociale. spero in una sua risposta, la ringrazio anticipatamente.
Fra le conseguemze della dipendenza affettiva c'è anche la possibilità di sviluppare un comportamento di stalking (vedi anche articolo http://www.maldamore.it/stalking_e_dipendenza_affettiva.htm ). La sua dipendenza e sopratutto ossessione per le modalità che ha assunto necessita di un supporto terapeutico. Dietro il suo comportamento potrebbero nascondersi vissuti abbandonici profondi e lontani, che vanno affrontati e rielaborati. Saluti

martedì, gennaio 09, 2007

CONDIZIONAMENTI E TABU'

giona N° di riferimento: 817432122 Età: 18 Ho un grave problema. Spero lei possa darmi una mano perchè sono disperato. Avevo trovato l'amore della mia vita, siamo stati insieme per quattro mesi, lei è una ragazza per bene, di ottima famiglia e sani principi, lo stesso vale per me. Ciò nonostante abbiamo vissuto quasi clandestinamente la nostra storia, finchè i suoi se ne sono accorti ed hanno cominciato a fare pressione perchè smettesse, in quanto la cosa cominciava a farsi troppo seria, e, nel loro parere ed esperienza, poteva ledere la sua libertà, le sue uscite con le amiche, i suoi rapporti sociali e soprattutto i suoi studi all'università. Lei dopo un lungo tempo di conflitti, insistenze e passi indietro, ha ceduto alle pressioni dei genitori giudicando, anche sullabase della loro esperienza, che fosse la cosa migliore da fare. Il concetto che di solito adduceva, che non ho mai condiviso (abbiamo la stessa età, poco più che maggiorenni) era la precocità della cosa, che diventava di giorno in giornopiù seria: stando ai consigli dei suoi, lei finiva non solo per limitare la sua libertà stando con me, ma anche per fare una scelta troppo importante quanto precoce e immatura; legarsi in modo così forte, ora, senza nemmeno darsi iltempo di conoscere, più tardi, altre persone tra le quali sarebbe potut oesserci l'uomo della sua vita, quello vero, maturato, non frutto di una scelta avventata. Dal giorno in cui prese quella scelta mi disperai ma non persi lucidità: l'amavo troppo, cominciai a tempestarla di chiamate e di attenzioni, rispondendo con dolcezze e tenerezze, e con grande pazienza anche alle sue reazioni più esasperate ( sfuriate, chiamate attaccate). Iniziai tutto da capo,ripresi di nuovo a corteggiarla, come le prime volte, senza avere la benchè minima speranza di potercela fare, raramente l'avevo vista così decisa nel portare avanti una scelta. Finii per dedicarle canzoni, messaggi dolcissimi, poetici, sentitissimi; l'amavo e l'amo con tutto me stesso. Finchè una sera fu lei a chiedermi un incontro, non ne poteva più. Quella sera cedette; pianse,ci baciammo. Nel giro di una settimana tutto si risistemò, lei mandò tutti a quel paese, a poco a poco disse anche alle amiche di essere tornata con me. Qui apro una parentesi: lei ha vissuto, finora soltanto con e per le sue amiche. Non ha mai avuto storie con altri ragazzi, è sempre stata una ragazza semplice, serissima, anche se bella e molto corteggiata; l'unica volta in cui qualcosa di simile accadde fu perchè un ragazzo, a dire il vero brutto e prepotente, siinnamorò di lei e tentò il tutto per tutto per starci assieme, finendo addirittura per farle strani discorsi di natura astrologica sulla necessità del loro rapporto. Quando lei vide che lui cominciava a pretendere più che una forte amicizia, lo mandò via, e da allora decise che mai più avrebbe frequentato ragazzi, perchè erano tutti bugiardi e disposti a tutto pur diraggiungere i loro scopi. Finchè, maledettamente, sbucai io. E' stata una cosa maturata nel tempo, ho sempre avuto il sospetto di piacerle, come lei piaceva a me. Un grandissimo rispetto ed ammirazione reciproca, che in occasione di unappuntamento, una sera d'estate, divenne amore. Tra gli alti e bassi di cui ho raccontato, la cosa si è trascinata fino a 3-4 giorni fa, quando tutto era ripreso e noi due eravamo felici. Io sono stato il suo primo ragazzo, il suo primo vero bacio, lo stesso è stato per me. Avevo tutta la sua fiducia. Quella fiducia io l'ho tradita, straziata. Qualche giorno fa, scherzando, mi disse che secondo un'amica lei era come rapita da me, che per me avrebbe fatto qualsiasi cosa, che con me avrebbe avuto la sua prima volta. Anch'io ero convinto di questo, anch'io ero rapito da lei, e avrei voluto che la mia prima volta venisse con lei. Arrivo al dunque. I nostri rapporti intimi, un pò per la precarietà dei nostri incontri, un pò per i pregiudizi di lei, nonchè dei suoi genitori che le hanno sempre imposto un certo tipo di condotta (e che inevitabilmente ricadono quando siamo soli), non hanno mai superato i preliminari. Ci tocchiamo, i nostri corpi spingono l'uno contro l'altro ma vuoi per un motivo, vuoi per l'altro non lo facciamo mai, lei è insicura, ha paura, teme i sensi di colpa, che puntualmente, una volta a casa, la corrodono.L'ultima volta che siamo usciti insieme è accaduto il fattaccio. Eravamo soli,come altre volte, ci siamo baciati, toccati, poi io, da emerito idiota, ho cominciato a spingere per avere qualcosa di più. Ho scoperto il mio intimo davanti a lei, (l'avevo già fatto in passato ma mai in maniera così esplicita), lei era a metà tra imbarazzata e divertita, devo aver frainteso tutto. A un certo punto, dietro mio suggerimento lei ha scoperto il suo petto.Dopo un pò, non contento, come impazzito, ho cominciato a premere perchè si spingesse ancora oltre, sfiorandole il volto con il mio intimo. (la prego, se può, di omettere simili descrizioni, mi sento un verme). Lei era decisamente imbarazzata, non sapeva nemmeno cosa fare, alla fine ha ceduto alla mia incitazione e alle mie voglie, che, da stupido, credevo fossero anche sue. Subito dopo il fatto ha iniziato a rimproverarsi dicendo cose del tipo "mi odio che cosa abbiamo fatto, che cosa ho fatto", io cercavo di rincuorarla dicendole che non c'è nulla di male perchè io l'amavo e l'avrei sempre amata. Mentre l'accompagnavo la sua tristezza cominciava a farsi sempre più evidente, si copriva il volto, ha iniziato a dirmi "ti prego, questa cosa non la facciamo più", sembrava quasi disperata. Io cercavo di riparare, di minimizzare, di rincuorarla, ma in realtà mi sentivo anch'io una schifezza. Sono sempre stato un ragazzo dolce e sensibile, non so come abbia potuto spingere la ragazza che amo a fare una simile porcheria. Quando ci siamocongedati l'ho baciata, le ho detto che l'amavo, lei scendendo dalla macchina mi ha risposto, un pò timida, un pò insicura "..anch'io". Ho passato una nottataccia tra il terrore e i tormenti, ma nulla di paragonabile a quello che avrà passato lei. Il giorno dopo mi sveglio sul tardi, lascio sopra iltelefono, un pò per paura, un pò per studiare, e vado di sotto. Passo ladomenica un pò studiando un pò cazzeggiando, nel tardo pomeriggio salgo sopra,trovo 4 sue chiamate. Col cuore che mi batte a mille la chiamo più volte maniente da fare non risponde. Dopo un pò la richiamo per la quarta o quintavolta e lei risponde. L\'inferno che tante volte aveva fatto capolino nella miavita mi ricade addosso con tutta la brace. Lei è fredda, gelida, e rabbiosa.\"Dobbiamo parlare\", sentenzia. Dice che la cosa, il rapporto, qualunque cosa sia, finisce lì, e meno male. Che certe schifezze lei non si sarebbe mai sognata di farle con nessuno, nè mai le rifarà, che schifo, che da lei non se lo sarebbe mai aspettata. Che quelle scene le ha viste e riviste nella sua mente e che le ha metabolizzate a tal punto da volersele strappare a tutti i costi, e mi dice che giacchè, come dicevo io quando volevo tornare con lei, ilpassato, anche nelle sue minuzie, non è cancellabile allora lei sceglie di cancellare me e tutto il resto, e non vuole mai più vedermi, mai e poi mai,perchè ormai il mio ricordo è strettamente connesso a quella schifezza, e gli fa ribrezzo; timidamente e col cuore in gola ribatto che certe cose fanno male anche me e che se vogliamo possiamo cancellarle; lei mi dice che se si può cancellare quell'episodio allora si può benissimo cancellare tutto il resto, cioè me e tutto ciò che sono stato, una rovina da quando mi ha conosciuto (sì,è stata sempre bene quando è stata con me ma non ha mai avuto la serenità); a maggior ragione da quando sono diventato, in una sera, sinonimo di quella cosa immonda che l'ho spinta a fare. Dice di essere rinsavita non appena è rientrata a casa, e di essersi presa a schiaffi; dice che se avesse potuto si sarebbe sputata in faccia, perchè se io l'ho spinta a fare quella cosa, e lei l'ha fatta senza opporsi con sufficiente decisione, allora significa che è proprio vero ciò che dicono gli altri, e cioè che la sua volontà si annienta, non esiste davanti alla mia; e che dato che le cose stanno così allora è meglio che non mi veda mai più perchè potrebbe accadere di nuovo; dice che così come un episodio positivo l'aveva colpita a mio riguardo (spingo, insensato, perchè mi racconti quale episodio, ma lei non ricorda e non gl'importa), allo stesso modo un episodio negativo, sporco, è diventato l'emblema di cosa sono io, dicosa rappresento, anzi, di cosa rappresentiamo noi maschi perchè alla fine siamo tutti identici e vogliamo tutti le stesse cose; dice che ora le faccioribrezzo, ha metabolizzato troppo negativamente la cosa, che sono un ragazzo che vuole fare certi tipi di esperienze e che quindi è meglio che vada a farle con certi tipi di ragazze, altrettanto brave e serie ma più propense, magari le gallinaccie di cui le avevo più volte parlato per sottolineare la rarità di una persona come lei; mi dice che adesso è veramente finita, che nel dirmi questec ose è rabbiosa sì, ma anche lucida, e che mai come adesso sta dicendo tutta la verità. Le dico che l'amo, sono terrorizzato all'idea di tutto questo, piango come un bambino, non volevo farle del male, non credevo fosse una cosa così brutta, lei risponde che non mi ama, mi ha amato si una volta (anche se non è emmeno più sicura di cosa sia l\'amore) ma che adesso assolutamente no, anzi mi odia, mi schifa, e non vuole più vedere fino alla morte e oltre; dice anche che questo è un trauma che si porterà dentro, che quando troverà l'uomo giusto, il povero cristo dovrà faticare tantissimo per avere la sua fiducia, eche spera di poter dimenticare di aver fatto una simile schifezza anche se sarà impossibile; dice che non gliene frega più niente di me, che posso andarmenedove voglio con gli amici, ubriacarmi e morire di fame o farmi ammazzare(subimmo una rapina quando eravamo insieme, da allora non le ho mai volutogiurare che alla prossima non avrei reagito_lo feci proprio quella sera in un attimo di tenerezza, prima del fattaccio), perchè la cosa non gl'interessa più, che semmai un giorno dovesse tornare con me, mi notifica che sarà per pena, non per altro; in un timido scatto d'orgoglio le chiedo se era per penache era stata tutto quel tempo con me, se era altruista fino a questo punto;lei risponde di no, no di certo e che a maggior ragione non lo avrebbe fattodopo. Dice anche che non gliene frega di quello che penso io o il mondo intero ma che lei lo farà solo dopo sposata, con la persona giusta, e che nemmeno a quel punto farà certe schifezze, mai più. Le rispondo, trattenendo a stento le lacrime, dicendo che l'amo, che l'ho sempre amata dalla prima all'ultima frazione di secondo, aldilà di questo episodio, e che certe cose fanno schifo solo se fatte senza amore, per il puro piacere carnale; lei mi risponde gridando che io sono un bambino, che campo di ideali astratti-filosofici privi di fondamento e di concretezza, mi chiede che sono i piaceri della carne, quando mai ha conosciuto i piaceri della carne, che cavolo posso saperne io o lei dei piaceri della carne, che diavolo possiamo saperne dell'amore, lei soprattutto che è una bambina; aggiunge che hanno ragione i suoi, hanno sempre avuto ragione, che prima o poi si sarebbe scottata, che prima doveva aspettare, e così è stato. Le dico che quella cosa non era certo più sporca di altre che avevamo sempre fatto, lei mi risponde che questo proprio no, è il fondo, è bassissima e schifosissima e ripete che da sè non se lo sarebbe mai aspettato.Dice che io con la mia vocina, col mio romanticismo e le mie buone maniere rischio di farle fare tutto ciò che voglio, anche ciò che non si sognerebbe mai di fare; che a maggior ragione è meglio che non mi veda mai più; che se mipermetto di fare la stessa cosa che ho già fatto in passato, cioè chiamare sul suo cellulare insistendo, mi avrebbe addirittura fatto parlare con la madre, e la cosa sarebbe degenerata ancora di più; dico che sarei stato disposto anche a parlare con la madre, come avevo proposto più volte in passato, quando la situazione già degenerava ma per motivi diversi, lei risponde che non mi conviene essere così idiota. Faccio il diplomatico, come sempre, cerco di farle capire che l'amo e che l'amerò nonostante tutto, che quella cosa non era nei miei obiettivi, che non ho bisogno di fare certe cose come lei afferma, che posso aspettare fino a trent'anni, non me ne frega niente. Lei mi risponde come già ha visto sopra. Poi qualcuno la chiama, lei dice di dover andare, ementre le chiedo di aspettare mi attacca il telefono, poi lo spegne. Oggi sono andato all\'università, frequento medicina, ma sto inguaiato. Stanotte hodormito poco, l\'ho fatto stamattina in aula nell\'ora di fisica e a casa quando sono tornato. Non so più che balle inventare per i miei che mi vedonoc osì frastornato e giù di morale, faccio di tutto perchè non mettano in mezzo lei, sono vago, mi arrabbio, faccio l\'ipocrita, sorrido quando non lo sento.Io l\'amo, l\'amo tantissimo, e lei dal canto suo, mi ha molto amato, e nei nostri periodi migliori (anche nell\'ultimo tempo, da quando avevamo ripreso) me l\'aveva dimostrato e scritto nei messaggi in mille modi diversi, attraverso tante piccole poesie tenerissime, che io ricambiavo. Mi ha anche detto che lei aveva una concezione dell\'amore adolescenziale, romantica, tenera, e che la mia era del tutto diversa, che avevo sempre mentito; tutto ciò che ho saputorispondere, come un bambino, è stato \"non è vero\". E mi creda, non è affatto vero. Tutto ciò che le ho scritto, dalla prima all\'ultima riga era ciò che sentivo. Esimio dottore, in sintesi, spero di non averla annoiata con questo piccolo racconto di una grande tragedia personale; la prego di aiutarmi, didarmi un consiglio, mi sento troppo male, l\'ho tradita spingendola a fare quella porcheria, ma l\'amo e darei la vita per lei. La prego di rispondermi, dandomi anche solo un consiglio, dicendomi come reagire, magari cosa è scattato in me, perchè sono stato così bestia, magari come riuscire a recuperare la cosa, anche se dopo tutto questo, mi sa di impossibile (mi conforta solo ilfatto che anche prima era cosa impossibile e invece siamo tornati insieme). Come comportarmi. Mi scuso se sono prolisso, ma in questo momento, scrivere ciò che mi è capitato è il mio unico conforto. Non riesco a parlarne con nessuno,nessuno può darmi aiuto o consiglio perchè ho vergogna a raccontare una cosa simile. In pratica ho fatto il \"porco\" con la persona che amavo, e non è facile ammetterlo. In passato, ho chiesto consiglio al fratello di lei, che spesso mi è stato d\'aiuto, ma ora non so proprio che fare. La ringrazio anticipatamente per l\'aiuto. La prego di rispondermi in qualche maniera. Non mi sono mai sentito così vuoto, depresso e privo di speranza. Alcuni particolari di non scarsa rilevanza: il nostro rapporto iniziò a degenerare, la prima volta, quando un suo parente la colse in macchina in atteggiamento intimo con me e raccontò tutto ai suoi. La rimproverarono in mille modi dicendole che li aveva delusi tutti, che era sempre stata una signorina per bene, che lei era una bambina, che certe cose non si fanno, ed altre cose del genere. La cosa resistette per qualche settimana poi precipitò tutto, lei cedette. Nei giorni scorsi la madre la chiamava spesso al telefono mentre era con me, e senza nemmeno sapere dove realmente fosse e con chi, le ricordava, con tono severo, di fare “la persona seria”. Ogni sera, quando lei tornava dalle uscite con me, entrambi i genitori le rivolgevano, come lei diceva “la parolina”; erano infastiditi e la mettevano in guardia. Lei ha sempre avuto il terrore che i suoi la vedessero o capissero qualcosa. Li ha sempre ammirati, rispettati e temuti, ed ha sempre guardato a loro come modellidi vita e di comportamento.
Non mi ha affatto annoiato e nè si deve interrogare su che cosa ha sbagliato. Lei ha fatto solo ciò che sentiva di fare animato dal suo amore. E se l'altra ha "ceduto" non è solo perche lei l'ha "manipolata" ma perchè desiderava anche farlo. Tranne che, successivamente, i forti condizionamenti familiari e culturali, le hanno provocato devastanti sensi di colpa che hanno portato al rifiuto di lei, causa della sua tentazione. Posso solo dirle che la "castità" prematrimoniale deve essere una scelta consapevole e non maturata su "dettami" altrui, come nel caso della sua ragazza. Deve solo aspettare che il sentimento della sua ragazza, se c'è, ritorni. Saluti.

TROVARE LA LUCE

Butter N° di riferimento: 530004150 Età: 30 Il mio ragazzo mi ha chiesto, dopo una storia di 13 anni iniziata nell'adolescenza, una pausa di rilessione. Le cose tra noi non andavano molto bene ultimamente. Io non concepisco molto questo genere di pause, non si può mettere in stand by un sentimento o, peggio,una persona. Chiedo di essere libera e formalmente ci lasciamo. A me crolla il mondo addosso e nel mio cuore spero sempre che lui torni. Incautamente, infatti, lui mi ha detto che deve fare chiarezza dentro di sè e che spera di tornare indietro a riprendermi con piena convinzione.Io non ci credo molto, ma ci spero ed è un supplizio, perchè ovviamente non riesco a rassegnarmi, in questo modo. Per sono certa che così la storia non poteva andare. Quindi la separazione in sè è giusta.Dopo alcuni giorni sento una forte nostalgia e lo cerco. Dico che devo capire cosa gli passa per la testa e che mi sono resa conto di non averlo mai ascoltato per davvero. In parte so che lo chiamo per nostalgia, in parte sono però anche convinta di non averlo ascoltato come si deve da tempo. Inizialmente lui dice che ha bisogno di un po' di distacco ma dopo qualche giorno mi chiama. Ci vediamo, capisco che lo fa per me più che altro, ma quello che sembrava un incontro pietoso per mettere una pezza alla mia nostalgia, improvvisamente rivela che il confronto è utile quanto meno perchè per la prima volta si parla davvero. Per la prima volta dopo tempo riusciamo di nuovo a parlare davvero, a comunicare i reciproci motivi di frustrazione.Ma la crisi non si risolve. Ribadisco che la pausa è qcs che mi fa stare solo peggio, preferisco essere liberà e poi si vedrà. Che però non si aspetti che io farò la geisha in sua attesa per sempre. Ma lui piange a dirotto, non riesce a lasciarmi. Paradossalmente io sono, che ho il pianto di solito molto faciele, quella forte e lui, la roccia, quello in crisi. Mi dice che dentro di lui sa che sono la compagna della sua vita, ma che ha come bisogno di sbatterci il naso, che dopo tanti anni insieme e vari errori da parte mia e sua non sa bene cosa prova e che, in senso generale, è in crisi con se stesso e non riesce a provare nessun tipo di sentimento con chiarezza. Io dentro di me vorrei dargli una chance, ma mi dico che non ha senso fare una pausa dandosi un termine, che prefersico cmq essere libera. Gli dico che io sono certa dei miei sentimenti per lui e che, ok lasciarsi ora, che lui rifletta, ma che se mi vuole si spicci dato che se passa troppo tempo certamente il mio amore finirà con il consumarsi fino ad esaurirsi. Che se mi vuole è ora il momento di lottare per me. Siamo ancora punto e a capo, pertanto.La pausa, che non si sa se sarà defintiva o che, serve cmq anche a me per riflettere.Capisco meglio certi errori, certe dinamiche, certe problematiche mie. Certe dinamiche della mia famiglia ed infanzia che mi hanno influenzato negativamente. Lo sento e gli dico che per la prima volta vedo che i problemi non li ha solo lui, che ho visto certi miei errori. Che ho capito da dove nascevano certi problemi della coppia, non tutti, ma per lo meno alcuni. Gli chiedo se, ora che abbiamo iniziato a superare la fase della chiusura reciproca e, sebbene a fatica, a porre in essere un tentativo di dialogo, vorrebbe dare al nostro rapporto una chance, soprattutto con l'obiettivo d icurare la qualità del nostro tempo insieme, di imparare a conoscerci di nuovo, dato che siamo cambiati e non siamo più i ragazzini di 13 anni fa. Di ricominciare da zero. Andando con calma.Lui sembra apprezzare tutto questo. Però mantiene la distanza di sicurezza da me. A un certo punto, però, sembra anche che voglia improvvisamente gettare la spugna. Ecco come: Prima mi manda in messaggio dicendo che vuole parlarmi della qualità del nostro rapporto, ma poi al telefono inizia di nuovo a buttare lì che ha bisogno di tempo per stemperare gli animi e le pressioni (Sono un tipo un po'ansioso...ora me ne sono resa conto e cerco di lavorarci. ero anche parecchio dipendetne da questa relazione, am ora so che devo crescere in autonomia io per prima e cercare il mio equilibrio). Lui dice che ha bisogno di sentirsi libero, in questa fase. Cioè, dico io, non capisco. Libero come? Mi lasci o ci vuoi riprovare? Io gli dico che se la libertà sta nel farsi altre storie o anche solo sesso una pausa non serve a niente.Una pausa al limite serve se uno vuole riflettere e lavorare su di sè.S ono perfettamente lucida e gli dico, questa volta senza piangere, che una pausa di totale libertà non la capisco e che è una forma di mancanza di rispetto nei rigaurdi dell'altro. Dico: "Lavoriamo su di noi e insieme, per gradi, ma nel rispetto e fedeltà reciproco per fare un serio tentativo, se no se è la libertà totale che vuoi...vai, sei libero!Però dopo sta botta non pretendere che io ancora ti aspetti." Lui dice che non è in cerca di un'altra, ma che però ha bisogno di non avere vincoli. Io ribadisco che non capisco cosa vuole e che se però in questa pausa lui ci mette anche solo il rischio di un'altra donna è certo che io non ci sto. Gli dico: "non sono un vestito vecchio che al momento ti ha stufato, ti provi quelli nuovi e poi, nel caso, lo riprendi.Vai sei libero, se lo vuoi, però non tornare in tal caso perchè io nonriuscirei mai a riprenderti sapendo che nel frattempo hai fatto altreesperienze con altre donne.La mia dignità mi pone un limite.Se è così vattene e non tornare più. Se è così che ragioni sei solo un bamboccio che non sa quello che vuole nèvuole provare a crescere, mentre io cerco un uomo in te.Se ragioni così mi fai solo del male, perchè oltre al dolore di perderti avreianche il fantasma di te con un\'altra. In tal caso non potevi lasciarmi ebasta? Ti disprezzo\".Come ha capito che io questa volta, pur soffrendo come un cane, ero pronta atroncare in maniera defintiva ha cambiato totalmente musica. Mi ha detto: \"DOve sei? Qaundo dico dove sei è che ti voglio. Vediamoci!"In pratica, succede che io lo raggiungo decisa a mettere la parola fine e lui invece, dopo mesi che i respingeva, mi cerca, mi bacia. Io sono confusa, macedo sotto i suoi baci, mi fa crollare. Facciamo l'amore, prima in modo selvaggio, poi dolce. Lui non smette di baciarmi, dopo, e mi dice quelle parole d'amore che non mi ha mai detto e che ho tentato invano per mesi e mesi di tirargli fuori, che sa che sono la sua compagna, che mi ama (me lo dicevapochissimo, è un uomo chiuso nel esplicitare i sentimenti, causa famiglia totalmente anaffettiva).Mi porta a cena e non ha occhi che per me, cerca di instaurare un dialogo sereno sui nostri problemi, iniziamo a capirci un po\' di più. Continua atendere le mai verso di me, mentre io sto sulla difensiva. Ho ceduto, intravedo uno spiraglio, ma voglio andare con i piedi di piombo. Il rischio di illudermiè troppo grande.Non riesco a dire \"Ti amo\". Ho paura.MI dice che vuole andare per gradi, che vuole provarci sul serio di nuovo conme, ma con calma. Mi chiede con gli occhi imploranti: \"ci credi almeno al 50per cento? ci credi? \" per ben due volte.Di fronte a quello sguardo cedo e gli dico che voglio ridargli fiducia, diprendere un po\' di tempo per risolvere certe situazioni e amche per calmarciun attimo e stemperare l\'ansia e di riprovare per gradi. Incominciare da capo,insomma, con nuove basi.Lui è d\'accordo. Quasi non mi lascia andare via quella sera.Il giondo dopo non mi faccio viva e lo fa lui, con un messaggio in cui mi diceche la serata del giorno prima è stata magica (mai si era espresso in tal modo)e che forse il primo passo lo abbiamo fatto giusto.Io ribadisco che ha la mia fiducia.Il giorno dopo mando solo un buona giornata, per tastare il terreno. Luirisponde in modo carino.Io in passato ho avuto il bruttio vizio, per ansia, di volere tutto subito. Percui lui mi fa capire che apprezza il messaggio, ma mi dice ci sentiamo traqualche giorno. Io capisco ceh teme che io riprenda la spirale di ansia e di ritmi vorticosi egli rispondo che la pazienza è la virtù dei forti e gli dimostro il miorispetto per la sua richiesta di un po\' di tempo dicendo che lascerò sia lui achiamare, evitando anche i messaggi. Tempo 10 secondi e mi risponde \"Ti voglio bene\". Da allora sono tre giorni che non lo cerco e lui idem.Secono Lei a che punto siamo?Che idea si è fatti?Mi illudo a dargli una chance? come devo agire?Io ci tengo davvero a recuperare questo rapporto.Mi aiuti, mi dia un consiglio, La prego.Butter
Dottore, c\'è stato un seguito a qyanto le ho scitto laprima volta.Copio dal forum. Aggiungo che ho tenuto duro e si è fatto risentire lui. MI ha chiamato echiesto di uscire per parlare.Aveva con sè un libro che, nel pieno della nostra crisi, avevo preso per me e letto, come spunto di riflessione .Glielo avevo dato come gesto tangibile per dirgli che , cirsi per cirsi, dovevamo iniziare a ragiona re su di noi stessi e sulla coppia e iniziare undialogo.Infatti negli utlimi due anni è stata la comunicazione profonda quella che è mancata tra noi, ci siamo allontanati e ognuno si è arroccato sulle sue posizioni, anche se in apparenza fingevamo di stare bene sia come persone che come coppia. era rimasto colpito dal gesto e aveva detto che lo avrebbe letto. Io non ci avevo sperato troppo, perchè lui odia leggere. E invece dopo il primo spiraglio di sabato, ieri è arrivato,con il libro pieno di orecchie alle pagine, segno che lo aveva letto.era disposto al dialogo.E abbiamo parlato molto, ci siamo capiti meglio su alcune cose.Lui era molto agitato e nervoso perchè, forse memore anche una parte che anche a me aveva dato da riflettere per capire meglio lui, ma che non gli avevao segnalato per delicatezza. E' uno stralcio in cui si dice come l'essere stati amati poco da bambini, l'aversi visto negare gesti di affetto dai genitori ci rende anaffettivi da adulti e con una serie di scompensi (scuserete la sintesi un po' eccessiva). Io ho sempre pensato che i suoi fossero persone totalmente anaffettive edipocrite, i classici perbenisti benestanti aridi di sentimento. Ma per rispettomi sono sempre tenuta questi commenti per me. Ho sempre pensato che nonvalorizzavano mai abbastanza i figli, specialmente il mio fidanzato.Io credo che non sia un caso se il primo figlio, anche lui disperatamente allaricerca dell\'approvazione dei genitori, abbia sposato pe rripicca e dinascosto la prima che è opassata e sia andato via troncando i ponti con tutti.Ieri sera il mio ex ragazzo era infuriato con i suoi genitori, con la madre inparticolare. Ha aperto gli occhi su certi comportamenti che i genitori orareplicano con il fratellino di 18 anni più piccolo, che ora ne ha 11. Es.Saputo della prossima settimana bianca, il bambino era felice e ha detto alpapà: \"Che bello, così ci divertiamo!!!\" E il padre: "Ma forse è meglio che prendi ancora un po' di stile, non scii bene. Al mattino vai al corso.\" Eil bambino, quasi implorando: \"Ma no papà, dai che ci DIVERTIAMO\". Il padreon ne ha voluto sapere: il figlio andrà al corso mentre lui sceirà da solosulle piste più difficili.La madre non ha fatto una piega. Entrambi non hanno fatto una piega neppureqaundo il mio ex gli ha fatto notare che forse il fratellino aveva solo piaceredi sciare un po\' con il papà, anche se non è ancora tanto bravo.Era furioso, ha preso a pugni la macchina fino a ferirsi una mano..Poi pianopiano sono riuscita a calmarlo, facendolo sfogare. Ha pianto letteralmente sulla mia spalla.Ha iniziato a piangere solo ultimamente, in tutti questi anni si è sempre trattenuto. Dice che gli ho insegnato io a lasciare andare un po' le emozioni. Si è rasserenato e abbiamo passato una bella serata. Abbiamo parlato anche di noi.Io vado con i piedi di piombo, ma forse in fondo al tunnel qualcuno ha acceso una lucina...MI ha detto ancora che mi ama.Io che rispetto i suoi tempi e che la lontanza serve anche a me per lavorare su me stessa e sedare e superare la mia ansia e la mia dipendenza da lui. Lascio che sia lui a cercarmi, secondo i suoi tempi. Intanto io per lui e per dialogare ci sono sempre, ma sto inziando a fare una vita come persona autonoma: ho preso una casa, esco con degli amici, ecc.
Continuo con un'ultima riflessione.Rileggendo mi accorgo di essermi fatta dominare dall\'ansia anche nel gestire la crisi: di nuovo, volevo una risposta subito, pur di placare l\'ansia. O mi lasci o ci riprovi. No vie di mezzo neppure per idea. Come se la soluzione di tutto dipendesse solo da lui. O dentro o fuori. Come se io fossi solo spettatrice e non avessi responsabilità. La pausa sta avendo benefici effetti su di me. Inizio a staccarmi da lui esenza quell'attaccamento patologico ora capisco meglio certe cose. Sono anche più serena, paradossalmente, pure nel rendermi conto di avere certi problemi. Inizio a capire che le ragioni di questa crisi non sono diverse da quelli che portarono, da parte sua, molti anni fa, ad un tradimento in età adolescenziale, che mi ha segnato. Già allora ero troppo rigida come personalità, inquadrata ed ansiosa (tutte caratteristiche di mia madre). Mai veramente rilassata. Ho tarpato anche lui, già da allora. Ma soprattutto ho tarpato le ali a mestessa. Allora al tradimento reagìi con un perdono istantaneo, ma tanto affrettat oquanto incompiuto, come se volessi cancellare l'evento quasi che non fosse mai esistito.Mi dicevo: se ha già guardato un'altra, se io ora faccio la difficile, mi lascerà del tutto e andrà ancora in cerca di altre. In breve, non ho mai metabolizzato quel fatto e invece ora capisco che prima dovevo lasciare purgare il dolore, quindi arrabbiarmi e poi razionalizzare e interrogarmi sulle cause, per poi capire e perdonare di quel perdono autentico che si trasforma in accettazione. Invece ho fatto come se nulla fosse e sono diventata ancora più ansiosa, possessiva, insicura e dipendente da lui. Ho odiato e guardato con sospetto ogni amicizia femminile, seppure innocente, di lui. Vedevo fantasmi. Solo una settimana fa mi chiedevo ancora il perchè di quel tradimento. Improvvisamente, come un flash abbagliante, ora inizio a vederne le ragioni e che tutto, ma davvero tutto compresa la crisi attuale, alla fine è collegato da una sottile linea invisibile. Premevo di continuo per sposarmi. Soffrivo perchè vedevo che lui, più era messo alle strette, più mi sfuggiva. Sono stata persino gelosa degli amici che si sono sposati nel frattempo. Odiavo il loro matrimonio. Mi chiedevo: perchè a me no? Cosa mi manca? Come se fossesolo colpa sua. Mi sono installata a casa sua imponendo di fatto una convivenza (e in parte anche per sfuggire dalle ansie e dalla rigidità di mia madre... non ero economicamente autonoma allora per andare a stare da sola...Cavolo, non si poteva mettere in piedi una convivenza per le scelte più sbagliate. Ora lo vedo chiaro come il sole). Lui non ha avuto il coraggio di mandarmi via. Piano piano il rapporto si è logorato.Non parlavamo più. Lui cercava di cambiare me e di rendermi più libera e meno ansiosa e nel contempo rivendicava più spazio per sè, fino quasi a non sopportare più la mia presenza.Io mi incaponivo nel dire: ecco, non mi ami così come sono, perchè non mi accetti?Diventavo sempre più ansiosa e pressante. MI sentivo sempre più allontanta e rifiutata da lui.Il sesso è stato una cartina al tornasole perfetto di questa situazione, non citrovavamo più neppure in quel campo.Così siamo andati avanti fino alla lite finale. E' come se avessi soffocato il fuoco del suo amore, come quando ci si mette sopra troppa legna.Ora è rimasta solo la brace, ma non mi pare del tutto sopita la fiamma.Ho capito che dovevamo inziare ad ascoltarci di nuovo e ho anche inziato a togliere un po' di legna, a ridare aria al fuoco.Il fuoco, cioè lui, che ha anche un casino di problemi suoi personali che stainziando pure lui ad affrontare, sembra gradire.Dice di tenere a me e che dobbiamo ricominciare, però su nuove basi.Io pure, che ho odiato questa separazione, inizio a capire che a qualche cosaserve. Nuove basi. Sono d\'accordo.Voglio andare per gradi però. Ho ancora paura di illudermi.Ho ancora paura che sia troppo tardi, che le troppe pressioni e difficoltà abbiano ucciso in lui l\'amore, che mi cerchi per nostalgia o incapacità di lasciarmi. O è ancora il mio carattere ansioso e pessimista che parla così?Fino a un mese fa avevo l'atroce dubbio che non mi amasse più. Non me lo diceva mai. E io ci soffrivo. Paradossalmente ora che ci siamo separati e che ho allentato la presa me lo dice.Ci devo credere o parla per nostalgia? Una parte di me vuole fidarsi con tuttoil cuore, ma vado con i piedi di piombo. Lei che idea si è fatto?Grazie di tutto e mi perdoni la lunghezza degli scritti, usciti davvero digetto come lo stream of consciousness di Joyce....
Butter lei nei seguiti della sua prima email fornisce a sè stessa le indicazioni per uscire dal tunnel. Non voglio aggiungere nient'altro alle giuste considerazioni della sua seconda e terza email, sopratutto nelle parti finali. Avere consapevolezza è imboccare la giusta strada. Cordiali saluti

mercoledì, gennaio 03, 2007

DISTACCO ASSOLUTO


Preg.mo dott. Cavaliere, sono quella alla cui storia è stato dato il titolo di " Il natale di una dipendente affettiva" (http://maldamore.blogspot.com/search?q=natale+di+una+dipendente+). Il mio Natale è passato e neppure poi tanto male, ho ancora una volta cucinato ma per la mia famiglia questa volta, mi sono crogiolata negli affetti a me più cari.Devo dire che rispetto a qualche settimana addietro sto un pò meglio, ho abbandonato l'idea di vivere a letto, mangio poco ma almeno ci provo e ho ripreso a lavorare ma solo perchè ho un lavoro di responsabilità e gli obblighi impongono la mia presenza. Vivo però con l'incubo continuo dei miei sogni.. continuo a sognarlo con lei con la sua nuova compagna.. separata e con due figli.. sogno lui e lei tutte le notti.. e così di notte mi torna il dolore lancinante alla bocca dello stomaco..Di giorno riesco a evitare di pensarlo ma come faccio a non sognarlo?
Ho fatto anche una cavolata.. il giorno di santo stefano gli ho mandato gli auguri.. è inutile dire che non mi ha risposto. Mi chiedo ma come può una persona che ha vissuto con me essere tanto freddo e distaccato e riuscire a chiudere la porta della mia casa e della sua vita per entrarne subito in un'altra? Vorrei un suo consiglio. Vorrei buttarmi alle spalle il dolore.
La rigrazio sin da ora.


Il dolore necessita di suoi tempi per essere superato. Può essere un pò contenuto, ed è quello che tenteremo nel seminario a Roma. Il fatto che lei lo sogni tutte le notti è normale. Il ricordo ed il dolore è traslato dal piano conscio a quello inconscio. Il fatto che lui non le abbia risposto agli auguri, lo consideri, per il momento, una "fortuna". Le ha evitato di riallacciare un tenue "legame". Purtroppo in questi casi il "distacco assoluto" per quanto dolorosissimo e dilaniante è la migliore "cura". Cordiali saluti. Dott. Roberto Cavaliere

IDENTITA' DI GENERE

lucia84 N° di riferimento: 730649917 Età: 22 Volevo chiedere delle informazioni per quannto riguarda l'identità di genere. Io amo il mio ragazzo e sono fortemente eccitata da lui, sono disgustata dai baci tra donne e non mi sfiora minimamente l'idea di toccare l'organo femminile di qualcuna poichè non riuscire a trarne nessuna forma di piacere. adoro la forza e l'organo riproduttivo maschile, le spalle grandi ed un senso di protezione che solo un uomo mi può dare. Ho paura però di essere lesbica pichè alcune volte in presenza di belle ragazze mi viene da guardarle poichè hanno in se cose che io non ho: un bel seno, un bel fisico e guardandole mi viene in mente a quanto potrei piacere al mio ragazzo se fossi come loro e a quanto piacere potrebbe provare lui toccando un seno come quelloo un sedere come quello che io sfortunatamente non ho. masturbandomi non riesco a pensare ad altro se non all' organo riproduttivo del mio ragazzo che sa darmi sempre immensi piaceri di ogni tipo anche solo sfiorandomi. sono stata lasciata in passato da 3 ragazzi dai quali sono stata sfruttata in totale per 6 anni ed ho un pò paura del genere maschile perchè mi risulta troppo legato al sesso. ho un passato di 2 anni di tossocodipendenza dalla quale ho ricevuto oltre a tutti i danni fisici anche una violenza carnale da 4persone. E' quasi un anno che non tocco nulla ed è uan scelta che ho fatto per amore. Mi sento ultimamente in crisi su tutto e non so che fare, vivo un pò alla deriva. ho paura un pò del mondo in generale e non riesco a togliermi dalla testa delle convinzioni fittizie anche se in me so la verità. la mia condizione familiare è disastrosa, mia madre è una persona intrattabile con la quale non ho mai parlato e mio padre è solo un lavoratore incallito sempre stanco per ascoltare costretto a dire sempre di si a mia madre per nonsentirla. mi occupo di grafica pubblicitaria e frequento gruppi terapeutici presso il SERT del mio paese nei quali ho sempre delle risposte ai miei perchè alle quali però non riesco a rassegnarmi. ho esposto i miei dubbi di genere a parenti, amici e al gruppo ma tutti mi hanno rassicurata che sono delle convinzioni personali e che sono etero al 100% ma io comunque ho paura. Se vedo una bella ragazza mi viene da guardarla ma non da toccarla, se vedo il mioragazzo non so resistere al non avere almeno un minimo contatto fisico con lui. spero di avre qualche risposta per riappacificarmi poichè non sto vivendo per niente bene.Vi ringrazio in anticipo ciao ciao
La sua richiesta di consulenza esula, direttamente, da quelle che sono le tematiche del sito, ma le darò, comunque una risposta. Non posso "rassicurarla" perchè, come lei ha già scritto, lo hanno fatto in tanti senza nessun esito. A questo punto mi chiedo: forse la probematica che lei si pone sull'identità di genere è sola la punta di un'iceberg, un sintomo di ben altro disagio, molto più profondo?. Ad esempio quel suo "desiderare" un bel corpo femminile, come intuisce anche lei, è un rifiuto del suo e della sua femminilità. Le posso solo dire d'indagare, anche coi gruppi terapeutici che frequenta, ciò che potrebbe esserci dietro il suo problema. Saluti.

lunedì, gennaio 01, 2007

AUGURI DI BUON ANNO


LE COSE PIU' IMPORTANTI
Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, poichè le parole le immiseriscono, le parole rimpiccioliscono cose che finchè erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori. Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov'è sepolto il vostro cuore segreto. Come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portare via e potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto, senza capire perchè vi sembrava tanto importante da piangere quasi mentre lo dicevate. Quando il segreto rimane chiuso dentro non è per mancanza di uno che lo racconti ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare. (Stephen King)


Con l'augurio che il nuovo anno vi aiuti a trovare persone che sappiano ascoltare il vostro cuore.

Dott. Roberto Cavaliere

MI FANNO DEL MALE !!!!

Ieri è stato il suo compleanno, ed io ingenuamente gli ho organizzato una bella festicciola insieme ai suoi amici.
Dico ingenuamente perchè più tardi quando la festa era finita, mi telefona arrabbiato più che mai, insultandomi dicendomi di non farmi illusioni, che tutto quello che io ho sempre fatto fino ad oggi è sempre stato per un tornaconto, che sono una psicolabile pazza, che ho bisogno di essere curata, che sono una bugiarda, perchè dice che sul mio passato non gli ho raccontato tutta la verità, dice che sono diabolica perchè arrivo a mentire perfino a me stessa, ed uso tutte le armi possibili e immaginabili.
Dice che non devo più tormentarlo perchè per lui sono solo un'amica e nient'altro, che mi aiuterà, ma che non riporrà in me più stima e fiducia.
Le spiego meglio. Quest'estate arriva dal nord Italia mia cugina. Io la invito ad uscire con me, stiamo sempre insieme, in ogni momento. Mi sembrava bellissimo avere un'amica. Il nostro rapporto sembrava navigasse su stima e fiducia. Io gli raccontavo tutto di me, ogni mio segreto diventava anche il suo.
Notavo però delle attenzioni particolari tra lei e il ragazzo con cui uscivo.
Anche quando io ero a lavoro loro erano insieme. Chiedevo io a lui di andarla a prendere e passare con lei un po' di tempo, per non farla sentire sola.
Il rapporto sembrava affiatato.. faceva con lei cose che con me non aveva mai fatto.
Lei parte, e tra noi la situazione precipita. Lui decide di farsi un viaggio, troppo stressato. In questo viaggio decide per un giorno di andare a trovare lei.
Passano del tempo insieme, naturalmente insieme ai miei zii.
Io ero contenta che lui stesse li, anche perché di lei mi fidavo ciecamente. Mi invia un messaggio insultandomi dicendomi che non sono la sua ragazza di smetterla di rompere il ca...
Io ci rimango malissimo e chiamo subito lei.
Sembrava cadesse dalle nuvole.... provo a chiamarlo più volte ma lui continua ad insultarmi. Lei mi giura che non c'è nulla tra loro... perchè io ho provato a chiederglielo.
I miei mi vedono soffrire come un cane, per questa ragione chiamano i miei zii.
Vogliono spiegazioni. Da li nascono una marea di malintesi, che non fanno altro che rendere tesi i rapporti tra me lui e mei.
Lei decide così di chiamarlo e malignamente gli racconta ogni mio segreto, tutto quello che io gli avevo confessato.. tutti i miei momenti i più intimi, qualche volta distorcendo anche la verità.
Lui mi insulta dicendo che sono bugiarda, che sono pericolosa... ma io non riesco proprio a capire perché mai la mia migliore amica mi ha fatto questo, quando le cose si potevano risolvere in famiglia? Perché???
Credo che continuino a sentirsi, anche perché lui è completamente cambiato. Dice che lei non centra nulla che ha saputo tante cose da altre persone, che gli faccio pena.
Ma è possibile che lui abbia saputo tutte queste mie cose, solo dopo tanto che
ci conosciamo, ma sopratutto da quando c'è lei??????
Adesso sto malissimo, ieri ho spento il cellulare...dopo che lui mi telefonava ripetutamente insultandomi ed umiliandomi. Mandandomi messaggi assurdi. Mi ha rintracciata a lavoro...il giorno dopo dove ha continuato ad insultarmi. Sto
veramente molto male...non riesco a prendere una decisione. Mi sento veramente molto sola...Mi sembra di avere tutto il mondo contro.
Ma perchè mi chiedo tutti ce l'hanno con me?? Io non parlo mai male di
nessuno...eppure la gente è così malignamente malvagia da farmi continuamente
male!
Come fargli capire che io non c'entro nulla, che sono stati i discorsi insensati dei nostri famigliari a fare da contorno a tutto??
Continuano a non credermi, e per di più si sono schierati contro di me, accusandomi e ferendomi.
Lo giuro non ho fatto nulla di tutto ciò. I nostri famigliari si sono insospettiti di quella visita, e di quell'affiatamento.
Ma soprattutto di quella reazione esagerata che lui ha avuto.
È un bravo ragazzo ed io gli voglio molto bene, e farei qualsiasi cosa pur di
saperlo felice, anche a rinunciare a lui, se servisse.
Però che dire adesso sono a pezzi, e qualche volta, purtroppo sempre più spesso
si fà viva in me l'ipotesi di farla finita.
Ho perso completamente la voglia di vivere, e chi mi circonda contribuisce maggiormente a logorarmi il cervello.
Sento di essere plagiata dal mondo circostante, continuo ad umiliarmi per lui.
Io so di non aver fatto niente di quello per cui mi accusano eppure......
Ho perso la stima di me stessa, ma anche degli altri. Non ripongo fiducia più
in nessuno.
Sono allo stremo delle forze ormai, non sorrido più, ed ho perso la voglia anche di vivere. A lavoro do il peggio di me, non riesco a concentrarmi, sono svogliata in tutto quello che faccio.
Ho paura di tutta questa gente che continua a parlare male di me..... ho paura delle conseguenze.... che questo può portare.
Ormai qualsiasi cosa io dica, o faccia per cercare di spiegare non mi credono più. Hanno costruito la propia verità forse perché in realtà ne hanno bisogno.
Faccio o non faccio non servirebbe a nulla, se non ad allungare il brodo.
La cosa che mi fa più male, è che sono stata umiliata dalle persone a me più care quelle nelle quali avevo riposto tutta la mia fiducia e tutta la mia stima.
Quando si "ama troppo" si è propensi a pensare che "un'altra" possa portarci via l'oggetto del nostro amore o possa tramare contro di noi. Niente di più sbagliato. In questo passaggio della sua email "Ieri è stato il suo compleanno, ed io ingenuamente gli ho organizzato una bella festicciola insieme ai suoi amici.Dico ingenuamente perchè più tardi quando la festa era finita, mi telefona arrabbiato più che mai, insultandomi dicendomi di non farmi illusioni, che tutto quello che io ho sempre fatto fino ad oggi è sempre stato per un tornaconto" forse c'è la chiave di lettura della situazione in cui si è venuta a trovare. Quando si ama troppo si tende a manipolare l'altro, a far sì che si senta in debito. Il suo amico non ha accettato ciò. Non dia troppe colpe ai suoi familiari. Saluti