martedì, luglio 31, 2007

QUAL'E' LA VIA USCITA ????

laura N° di riferimento: 452186959 Età: 52 Ho 52 anni sono ancora una donna piacente tengo molto alla mia persona ma solo esteriormente.. non mi voglio bene dò amore agli altri ma non a me stessa.. ho avuto un infanzia dove sono sempre stata la diversa rispetto all umanità.. allevata dalla nonna che ho amato tantissimo ma che non riusciva a capire le mie necessità... mio padre l ho conosciuto a 24 anni e l ho mollato a 26 perchè ha cercato di stuprarmi ma grazie a dio la mia ingenuità ed il mio modo di fare non gli hanno permesso di arrivare in fondo al dramma che cercava di consumare... e così il matrimonio sbagliato senza amore ma l'importatnte era uscire di casa avere libertà ... cosa mai avuta.. poi altre due storie durate tutte anni e finite per svariati motivi... ed ora da 5 anni ho una relazione con un uomo sposato che mi illude da 5 lunghissimi anni con paroloni più grandi di lui... la moglie 2 anni fà ha scoperto la relazione e l'ha messo davanti ad una scelta e lui ha scelto lei.... ma non mi ha mai lasciata lo vedo con il contagocce... tre volte la settimana rispetto a prima che era da me sette su sette... ma dice di amarmi alla follia... poi và a festeggiare a sharm i 25 anni di matrimonio dicendo a me che è obbligato ma non è una sua scelta... io devo avere pazienza ...dice... e la nostra vita sarà insieme per l' eternità... lui è questo che vuole....io in cuor mio sò tutto... sò che non lascerà mai la moglie... sò che è un egoista e che è comodo essere conteso tra due donne sopratutto a 53 anni... lui dice che non ha il coraggio... adesso... di lasciare la moglie... ma ce la farà.... ed io non ho il coraggio di lasciare lui e vivo in ansia perenne... in sofferenza continua... vorrei uscire da questa storia ma non voglio rimanere sola... vivo da sola ma non sono una single per scelta... ne sono obbligata e questa cosa mi fà stare da cani... le mie serate sono tutte uguali... sola a casa.. Ognuno ha la sua vita giustamente... ed io essendo cerebrale di natura passo ore e ore a far andare il cervello a mille all'ora senza concludere mai nulla.... poi mi dico che domani è un altro giorno e forse la vita potrà sorprendermi... ed invece tutti i giorni sono uguali... non cambia nulla ... ed io mi faccio del male da sola sempre.... credevo di arrivare alla mia età con un pò di serenità ed invece mi accorgo che più vado avanti e meno serena sono... mi dico... chi è causa del suo mal pianga se stesso... sono un pò come il gatto che si mangia la coda... una cosa è certa sono stufa.. lo ripeto da anni... ma non sono capace di cambiare le cose... ce la farò??????????????? ormai ho l'età dei datteri ese una volta alla mia stazione potevano fermarsi più treni... ora non si ferma più nessuno... e con queste convinzioni la mia vita prosegue nella direzione sbagliata...... qual è la via d uscita??????????????
Una possibile via d'uscita è suggerita da lei in questo passaggio della sua email: 'non mi voglio bene dò amore agli altrima non a me stessa..' Incominci ad amare sè stessa adesso che ha l'età dei 'datteri'. Chisà che cosi facendo non riesca finalmente ad ottenere anche l'amore degli altri. Saluti

COLMO CON IL CIBO

N° di riferimento: 88082201 Età: 26 SalvE, sono una ragazza di 26 anni , sposata e con unafiglia. da quando ho conosciuto mio marito, la mia vita è cambiata...in meglio!ma non è stata sempre cosi. la mia infanzia non è stata felice... anzi tutt altro. ho vissuto nella classica famiglia tutta apparenza e poca sostanza, mai una carezza, mai un abbraccio. mio padre diceva "i figli si baciano di notte". lunica cosa che ha sempre mostrato è disprezzo, rabbia, indignazione perchè noi figlie e mia mamma non aiutavamo mai abbastanza nel lavoro. una volta ho sentito la descrizione di un individuo che può rispecchiare quella di mio padre "l avaro". mia mamma è stata ed è tutt ora la classica vittima, che "per il bene della famiglia"non l ha mai lasciato. è difficile descrivere in breve 23 anni passati con la mia famiglia, piena dilitigi , botte e urla. mai un giorno sereno, mai una passeggiata o un uscita con un amica. una vita che no n può essere chiamata tale. nonostante la mia vita di oggi piena di affetto e soddisfazione... il passato nn si cambia, nè si può cancellare ed io oggi come allora, qualsiasi problema ansia che mi porto dentro, la colmo con il cibo.... cosa posso fare in tal senso? grazie
La invito a leggere l'articolo http://www.maldamore.it/l_amava_a_tal_punto.htm che illustra la relazione fra dipendenza affettiva e disturbi del comportamento alimentare. Saluti

NON SO' PIU' CHE FARE

kogo N° di riferimento: 746487653 Età: 33 Ecco la mia storia. Ci conosciamo mentre lui era fidanzato con un'altra. La sua relazione durava da quattro anni, ma era visibilmemte infelice. Senza che interferissi in questa storia la stessa finisce con una decisione da parte di lui. Lui mi aveva sempre affascinata. Dopo qualche mese, si interessa a me, e dopo altri tre mesi di assidua frequentazione stiamo insieme. Ero felicissima. Era la realizzazione di un sogno inaspettato. Lui corrisponde al mio uomo ideale: simpatico, intelligente, brillante, pieno di interessi. Però. C'è sempre un però. Il primo giorno della ns. unione, mi dice di non affezionarmi. Che Lui è un uomo freddo. Io non ci credo. O meglio: preferisco non dare peso alle sue parole. E' troppo bello averlo come amante. All'inizio, infatti, non manifesta il ns. rapporto all'esterno, poi, mi bacia pubblicamente, e poco alla volta divento la sua fidanzata. Lo vedo felice e sereno. E' se stesso. Io sono felice. Per la prima volta nella mia vita sono felice. I mesi passano. Per quanto però stiamo bene ed io mi dedichi a Lui completamente, non mi dice mai ti amo. Però è sincero, è fedele e ciò mi basta: che importa se non me lo dice: si comporta lealmente: è tenero e passionale. Arriva un problema sul lavoro: deve andare diversi mesi all'estero: rimaniamo insieme e gestiamo la lontananza con fiducia e rispetto reciproco. Torna per l'estate. Stiamo bene. Conosce intanto i miei e si dimostra affettuoso. Tuttavia il problema del lavoro ci lascia sospesi: non parliamo ancora di matrimonio. Io penso che sia il lavoro a renderlo titubante. Quindi ritorna da questa esperienza e, spinto dalla madre, che Lui adora profondamente, e che mi stima come nuora, incominciamo a parlare di casa e di arredi. Non fissiamo però nessuna data, nè se ne parla con i miei. Riparte per un altro impegno di lavoro. Io accetto la partenza per assecondare la sua realizzazione. Si tratta di un altro anno, ed in fondo adesso vuole sposarmi. Gli chiedo un regalo importante, un pegno d'amore, ma lui non vuole, non riesce ad accontentarmi. Incomincio a soffrire un po' di questa incertezza. Io continuo da sola a pensare ad una sistemazione, e con Lui, quando torna,giriamo per negozi, pensando alla ns. futura casa. Mi sembra contento. All'inizio. Poi c'è qualche litigata. Io mi innervosisco perchè vorrei più dolcezza da Lui, più dedizione quando è con me, più complimenti, più generosità di cuore. Lui dice che a volte gli faccio paura. I primi dubbi. Dopo qualche mese, io continuo ad occuparmi di questo progetto con Lui lontano. Sono un po' stanca di questa situazione, e soprattutto del suo entusiasmo che si affievolisce sempre di più. Dopo le ultime tre settimane di assenza da me,torna. Si dimostra molto pensieroso, mi evita, non ha passione, sembra depresso. Quiindi parliamo: gli hanno prospettato un altro anno fuori. Non se la sente di sposarmi. Io gli dico che ho bisogno di Lui. Che ho bisogno della sua vicinanza e soprattutto che ho bisogno di un legame forte con Lui. Non posso tornare indietro. Altro tempo passato con una relazione al telefono non mi bastava più. Avrei accettato la lontananza ma solo a fronte di una sicurezza. Di un "Ti amo" ufficiale. Lui è turbato. Mi dice che all'estero è felice lavorativamente, e che a casa è felice per gli affetti e perchè sta bene con me. non sa che fare. Rinunciare al lavoro fuori sarebbe per lui un blocco della carriera e la depressione. Riflette. Da solo.Sparisce. Dopo un giorno di silenzio interminabile lo chiamo, e mi dice che per Lui non è il caso di continuare. Capisce la mia posizione ma non è sufficientemente convinto di sposarmi. Che preferisce soffrire adesso, e non più tardi e di più. Mi idce che se fosse davvero convinto mi avrebbe sposata comunque, indipendentemente dalla proposta di lavoro. Mi avrebbe sposata dal primo anno. Io gli ribadisco che tutti i problemi si possono afforntare ma che ho bisogno di un legame forte con Lui. Lui mi risponde che sa che io lo amo, ma che Lui non mi ama abbastanza per questo passo. E' di nuovo silenzio. Ed è ilvuoto e la mia disperazione per aver perso il complice, la persona di valore che era, e che è, il mio primo vero amore. Ero convinta che insieme a lui avrei affrontato qualsiasi cosa. Ora mi devo convincere del contrario. Non ci riesco. E come ha potuto cancellarmi in così poco tempo? Senza neanche la possibilità di parlare, urlare, piangere. Senza darmi il tempo di capire. Di capirLo. Non lo riconosco più. E' diventato gelido e razionale. Sospetto che fuori abbia trovato un'altra donna. Era un po' cambiato. Era nervoso. Aveva ripreso a fumare. Non mangiava più tanto. Era diverso. Non so che fare. A volte, pochissime volte, mi dico che è meglio così. Che ha fatto la scelta giusta. Ma ogni secondo mi ripeto che insieme eravamo forti,fortissimi, e felici. E adesso? Sono disperata. ho tanto amore da dargli. Ho tanta voglia di vederlo. Ho tanta voglia di stare ancora con Lui.Vorrei combattere. Voglio combattere. Ma come? Non so più che fare. Non so più che fare. Non so più che fare.

AIUTATEMI VI PREGO

Carissimi sto soffrendo la seconda volta come un cane. dopo un matrimonio che edurato 12 anni fino il 1996. la seconda Relazione inizio il 1997 (lei oggi 34 io 42) soprattutto confittuale e durata 9 anni. adesso lei ha chiuso ilrapporto. mi ha detto ben chiaro. che a chiuso mentalmente da tempo. non sentepiu per me. poi nel momento che un amico , mi ha confermato di avere visto leicon un uomo, si scatto in me una pressione incredibile, che mi ha portato indepressione. il problema e che non accetto che lei ha chiuso, tento di tutto di riconquistarla. quanto per ore non si fa sentire. piango e cado in sofferenza. non mi sento di fare nulla. nel momento che gli telefono, ho telefona lei. incomincio a vivere, faccio i servizi di casa e altro.quanto vado a casa di lei. non mi regala neanche un squardo. gli fa fastidio che sono li. quarda con la mia presenza l´orologio. per non dirmi vai a casa. ed esco con dolore e lacrime. mi fa male. aiutatemi non so come come uscirne. e una vera e propia dipendenza. cordiali saluti Salvo (Germania)

TESTIMONIANZA: LA MAMMA NON E' SEMPRE LA MAMMA

Vorrei raccontare la mia storia,spero di non annoiare nessuno,ma devo smentire il detto la mammma è sempre la mamma.Da quando sono nata,più di 40 anni fà,non sono stata mai accettata da mia madre.Non ho mai avuto un abbraccio o un bacio,meglio così sarebbero stati di Giuda.Non parliamo poi di un complimento...Mia madre ha qavuto sempre un debole per mia sorella,non facendo niente per nasconderlo.io ero un pò più rotondetta di mia sorella e mia madre faceva di tutto per metterlo in evidenza quando eravamo in un negozio per acquistare abiti, dicendo che era un piacere vestire mia sorella.Si vantava dei ragazzi che gironzolavano attorno a mia sorella,io non li avrei voluti neanche se ultimi sulla terra e così credendomi una stupidas tramava alle mie spalle elemosinando un fidanzato per me:Ma io srtupida non sono ,e quindi capivo ed evitavo,non stò qui a dire che elementi.Una volta ero fuori città,per degli esami,sono stata molto male e allora hanno chiamato mia madre ma lei non è venuta, sono stata assistita da alcune amiche. Finalmente sono dimagrita,mi sono sposata un bravo ragazzo,colto ,laureato e un buon lavoro.Non è servito a niente,non stò a dire quello che dice su mio marito, ovviamente il migliore è il marito di mia soprella e quando ci invita a pranzo,a lui fa la porzione più grande e migliore .Sono stata operata tempo fa, ho avuto una convalescenza bruttina,mia madre ha aiutato mia sorella perchè lavora,mentre io sono stata lasciata sola.Ci sarebbe mille e mille storie ancora da raccontare,concludo dicendo che tutto quello che faccio è sbagliato,quello che compro è brutto,non so fare niente.Ma io sinceramente ho stima di me stessa,di mio marito e amore ed entusiasmo per me e la mia famiglia,soprattutto non potri mai amare dipiù uno dei miei figlia discapito dell’altro.Accetto i miei figli per quello che sono e soprattutto cerco di dare loro l’affetto che non ho mai avuto,essendo anche molto severa quando occorre, forse delle volte anche troppo,però dopo dimostro loro sempre più affetto.Grazie per l’opportunità datami,delle volte anche questi sfoghi possono alleviare qualche sofferenza.

mercoledì, luglio 25, 2007

TESTIMONIANZA: NOOOOOOO BASTA

nikita N° di riferimento: 661717106 Età: 50 Da più di venti anni vivo un rapporto di coppia che ha portato allo sfinimento totale sia me che la mia famiglia di origine. Dopo anni di maltrattamenti psicologici fisici e di mancanza di rispetto per la mia persona e non solo, bisognosa in modo grande di amore poichè soffro di carenza d'affetto sin da bambina, non solo non mi è stato dato questo ma si è infierito contro di me come donna perchè dovevo sottomettermi a schemi di vita inaccettabili. Tre tentativi di separazione messi in atto da me ma mai andati a buon fine perche vittima di ricatti e angherie assurde da parte di mio marito e parenti. Allontanata da tutti per false calunnie da parte di lui per costringermi a tornare. Sopprusi e sofferenze psicologiche atroci fino a quando un mio giovane figlio si toglie la vita per problemi sopraggiunti e che io in questa situazione non sono riuscita a tamponare. Soluzione a tutt'oggi: Con la tragica perdita mi son sentita obbligata a ritornare accanto a quest'uomo che senza di me diventa pazzo violento piu che mai, incontrollabile e quindi indispensabile una vigilanza a favore di un un unico figlio rimasto. A nulla son sevite le mie costanti richieste di aiuto a dottori, psicologi, assistenti sociali. Niente oggi grazie a loro mi ritrovo con un figlio morto e mio marito vivo e vegeto che sguazza ancora nella sua più che evidente stranezza che tutti proteggono perchè lui è un uomo e io una donna perchè lui è un compaesano e io una trapiantata. Tutti lo proteggono, dal medico di famiglia dall'avvocato di famiglia dai parenti perchè timorosi e io sono una vittima come .........., lei lo ha perso in grembo il figlio io no, ma è lo stesso. Morta sta in una bara lei e pure puttana le dicono. Nooooooooo basta. Basta agli uomini padroni, basta. I talebani sono gli italiani. Io in trenta anni non ho mai vissuto i miei bambini non han potuto mai tirare un vero sorriso dentro la loro casa Io ho perso un figlio ma nessuno qui fa una piega. Sopra casa mia due anni fa han portato via tre bare bianche madre e 2 figlioletti e lui sta uscendo di prigione e gli daranno pure il capitale della moglie. Sa cosa dice il fratello? A ma lui voleva bene ai figli .... Si così bene da ammazzarli.... Cristo per pietà per carità basta. La giustizia non c'è per noi mogli e mamme, ma aiutatemi vi prego almeno a rimanere nella casa dove ho fatto nascere mio figlio e dove lui ha voluto morire. Aiutatemi a rimanere una donna normale come io sono. Nonostante tutto credo ciecamente in me. .....ma a che serve? le mamme in queste condizioni non possono aiutare veramente i figli come andrebbero aiutati perchè loro hanno bisogno di piu aiuti degli altri perchè sono figli dell'insicurezza del dubbio, del disamore di due genitori non fatti l'uno per l'altra. Mio marito accumula e a noi da le bricciole ciò che avanza se avanza. Io non so più se sono una donna o un oggetto o un trespolo io non so più dove sta il riso o il pianto.. io per vivere una giornata normale devo non pensare e per non pensare devo annullare e per annullare devo pensare che non esisto. I miei occhi son stati creati non per vedere ma per piangere. E allora dov'è l'amore di Cristo l'amore del nostro simile dov'è? per chi soffre come me per chi sa di aver perso un figlio in fiore frutto delle mie fatiche.. per egoismo e malvagità a lungo termine che neppure i più bravi avvocati possono portare a verità? mascherate dal falso bene. E c'è chi giustifica questi uomini chi li protegge... ...... è morta .. e la vita continua. Nikita piange da più di vent'anni ora le lacrime sono più dense ma a nessuno importa. Nikita aveva tante cose belle da dare amore, tenerezze, baci e carezze, ma lui non le ha mai volute e oramai dentro il sangue si stà seccando, la linfa non scorre piùc ome prima ma lui ? Lui continua il suo percorso di lava vulcanica ..... dove passa PIETRIFICA.

IL TRAGICO AMORE PER MIO FIGLIO

carla N° di riferimento: 568624438 Età: 57 Non penso di essere nel blog giusto per il mio problema, ma ho bisogno di comunicare. il mio amore tragico è per mio figlio che mi ha lasciata con un buco nell'anima che non riesco in nessun modo a far rimarginare, ma che anzi va degenerando col passare del tempo. nel mio caso il tempo non è affatto medicamentoso, e più si accavallano i giorni più i miei tormenti si gonfiano, fino a scoppiare. non è vero che nun si muore di dolore, di amore. proprio il contrario, si può morire dentro che è forse la punizione peggiore. io lotto , sperando di resuscitare la mia solarità che mi ha sempre contraddistinta sia pur in una vita sempre difficile e costellata di dispiaceri, lutti ed disillusioni. non potevo immaginare che la sofferenza infinita sarebbe arrivata a... coronare la mia vita.e questa volta non riesco a trovare la strada della salvezza.a presto

martedì, luglio 24, 2007

TESTIMONIANZA: ADESSO CI SONO IO

piccola N° di riferimento: 459116749 Età: 23 Il mio nickname? "Piccola". ma non è un nomignolo... piccola, perchè è così che mi sento. stiamo insieme da 5 anni, tra alti e bassi, sono stata lasciata innumerevoli volte, e non sono mai stata capace di dire no ai suoi ritorni, anche dopo mesi e mesi di distanza. siamo tornati insieme da un anno e qualche mese, ed io che mi ero ripromessa di non caderci più, ci sono ricaduta in pieno. un'altra volta sola, senza uno straccio d'amica, persino mia madre non misopporta più, quando non esco con lui, cerco la compagnia di mia madre e anche lei ha cominciato a trattarmi male.più mi trattano male, più io faccio di tutto per recuperare, più cerco di recuperare, più promesse mi faccio, meno le mantengo, e sto sempre peggio. ho cambiato facoltà troppe volte, e anche adesso non sto studiando. non sto facendo niente per me stessa, penso solo ad una cosa, a lui, a vivere con lui,a sposarmi, ad avere un futuro e una famiglia. ma voglio solo lui, nessun altro. sono felice e mi sento appagata solo quando stiamo insieme. mi faccio trattare in qualche modo, mi faccio umiliare, mi sto facendo del male e non so come uscirne. so di amarlo molto, sono dipendente in tutto e per tutto da lui, ma a parte l'aspetto psicologico, so che il mio cuore è veramente innamorato.vorrei salvare questa storia che sta lentamente andando a quel paese e nonostante io sappia benissimo cosa fare per uscirne non faccio nulla. niente. zero. perchè? mi sento uno straccio, non mi voglio nemmeno bene, non sto facendo nulla per me stessa.non riesco a trovare un appiglio, e pian piano le cose peggiorano. sono diventata ipocondriaca, paranoica, ho sempre il timore che stia per succedere qualche catastrofe, la mia famiglia sta andando a rotoli, mia madre è sola e depressa ed io mi sento male da quando apro gli occhi la mattina fino a quando non ricevo una chiamata che mi dice "che fai oggi ci vediamo?". passo le mie ore aspettando che lui mi chiami. ma rendiamoci conto... sono proprio messa male. e la tragedia è che me ne rendo conto. sono cosciente di questa situazione e oltre a star male per lui ( che avendo fin troppe sicurezze mi tratta come se fossi sua madre) sto male per me stessa e per la situazione in cui mi trovo. non ho nemmeno una famiglia su cui contare, da sola non ce la faccio. avevo chiesto ai miei genitori di mandarmi da uno psicologo, ma quando gliel'ho detto mi hanno quasi riso in faccia. purtroppo non ho un soldo e non posso permettermelo. sono dipendente in tutto e per tutto. che vergogna !!!!!!!! i miei genitori (come avrete intuito ) sono divorziati. con mio padre ho un rapporto civile diciamo, con mia madre molto molto molto conflittuale. pensa solo a se stessa. come ha sempre fatto del resto. chissà come andranno le cose in futuro. chissà come sarà la mia vita. chissà.... sto lottando duramente per uscirne. ho cominciato a cercarmi un lavoro, (mi piacerebbe laurearmi ma in queste condizioni, la libertà di scelta che solo l'università ti può dare e molto pericolosa per me) non riesco a studiare e ad imporlo a me stessa. il lavoro mi aiuterà almeno in questo. le amicizie sono la parte più dura....non so dove sbattere la testa... come faccio a trovare delle persone con cui uscire?? e più ci penso e più mi dico che non posso svegliarmi domani, uscire e trovare miracolosamente un'amico/a fuori dalla porta. verranno da sè...magari sul lavoro.... ma è la cosa che più mi preoccupa... davvero... non è facile trovare degli amici.questi sono i miei obbiettivi primari. devo tenermi occupata, devo pensare al MIO futuro da persona INDIPENDENTE. i rapporti con lui posson solo migliorare. ce la farò questa volta? devo credere in me stessa, dobbiamo crederci. tutti quelli che come me si sentono soli e abbandonati, dobbiamo tirare fuori le unghie e lottare, per noi stessi e di conseguenza per gli altri perchè se stiamo bene noi....stanno bene tutti. non si può fingere di essere sereni e felici. non si può fingere di vivere una vita che non ci appartiene. è troppo facile svegliarsi la mattina e sentirsi vittime di un mondo infame. coraggio...siamo noi gli artefici del nostro destino, facciamo vedere a tutti quello di cui siamo capaci.. perchè anche noi, siamo speciali, noi valiamo più di qualsiasi altra cosa a questo mondo. dobbiamo puntare tutto su noi stessi non sugli altri. adesso è notte, la città dorme. domattina mi sveglierò presto. ho molte cose da fare... non avrò tempo per lui. adesso ci sono io.

IO E LA MIA INSICUREZZA

Kiki N° di riferimento: 976052333 Età: 33 Gent.mo Dr..Vivo una relazione a distanza da circa 6 mesi con una xsona alla quale tengo tantissimo. Purtroppo il suo lavoro e il mio non ci permettono di vederci + di 3/4 giorni al mese... Ovviamente si tratta di giornate intense, vissute pienamente. Il problema sono io e la mia insicurezza.. la mia gelosia. Quando ci stacchiamo mi sento morire, soffro moltissimo e nel periodo in cui siamo lontanti penso e immagino le peggior cose...che mi mente, mi tradisce... So che dipende esclusivamente dalla mia insicurezza... ed è proprio x questo che vorrei imparare a modificare questo mio atteggiamento. In primo luogo per me e poi per "noi". Grazie.
La sua "autoterapia" non fà una piega. Il problema è metterla in pratica. Ma già averne consapevolezza è un buon inizio. Legga attentamente tutto ciò che c'è sul sito su tale argomento. Saluti.

LUI PREFERISCE I SUOI GENITORI

Gresy N° di riferimento: 587564490 Età: 19 Ho 19 anni e Ho una figlia di quasi un anno sono sposata abito sotto il piano dei miei suoceri e mio marito non vuole andare a vivere da soli, e mi picchia Perchè? non voglio più avere rapporti con i suoi genitori ke non mi hanno rispettata.Lui già da tempo ha litigato con i miei genitori e dice che non farà mai pace con loro. Non sò che fare lui preferisce i suoi genitori e se gli dico qualcosa alza le mani, mi sento malissimo non ho la forza di lasciarlo nonostante le umiliazione ricevute e le botte perchè in fondo gli voglio bene come posso fare per fargli capire che sono sua moglie e mi deve rispettare o che cosa devo fare? aiutatemi
Lei pone tanti 'perchè' in una breve email, m'impedisce di poterle dare delle risposte. Posso dirle che la conflittualità colle famiglie d'origine d'entrambi potrebbe nascondere un più profondo conflitto di coppia. La invito a registrarsi sul forum dove riceverà sicuramente sostegno. Saluti.

sabato, luglio 14, 2007

GRAZIE PER AVERMI AIUTATO


tonixx N° di riferimento: 946417166 Età: 32 Salve dottore, questo è il quinto messaggio che le scrivo (vedi http://maldamore.blogspot.com/search?q=tonix) . Lo faccio xè credo che la mia esperienza, il mio percorso visibile dal diverso tono dei precedenti messaggi, possa essere d'aiuto per chiunque è all'inizio del percorso naturale e necessario per superare la fine di una storia importante! Brevemente la storia. Sono stato fidanzato per quasi 12 anni con una ragazza con cui sono cresciuto insieme, tutto ci univa passato, presente e futuro, tanto ke avevamo acquistato casa insieme e programmavamo il matrimonio. Poi in pochi giorni tutto è precipitato, lei mi dice di non sapere cosa prova per me. Tempo 1 mese è scopro che si frequentava con un altro ragazzo ed in una confessione fatta ad una amica dice che quello che prova per il nuovo compagno è vero amore e con me ha solo vegetato!! Frequentazione iniziata prima della rottura! Cado nel triplo sconforto, superare l'abbandono, prendere atto del plausibile tradimento e soprattutto accettare di non aver mai ricevuto amore dalla mia , sensi di colpa.... poi dopo 9,10 mesi inizio lentamente a recuperare fiducia ed a sentire lentamente il distacco da quel passato! E' una cosa che si scopre all'improvviso e che nei momenti di cupa disperazione sembra impossibile! E' trascorso quasi 1 anno e mezzo dalla rottura e mi sento pronto davvero a ripartire, anche se periodicamente il pensiero torna al Lei ed al mio passato! Vederla con il suo compagno mi da ancora i brividi, ma in 10 minuti il tutto svanisce e la mente torna a pensare ad altro! Non so cosa possa significare, ma oggi non so quello ke provo per la mia ex, un qualcosa di misto tra indifferenza e disprezzo, ma so per certo ke non tornerei mai più indietro. Sento il forte desiderio di innamorarmi di nuovo e vorrei ke tutto ciò potesse accadermi presto, ma sono consapevole che queste cose non si programmano e capitano all'improvviso! Ma se dovesse capitarmi ora sarei pronto a rimettermi in gioco! Il tempo ha fatto e continuerà a fare il suo corso... è una medicina insostituibile, l'unica in grado di produrre effetti di lunga durata! Orbene, voglio dire a tutti quelli che soffrono per amore di essere fiduciosi in se stessi e gridare a tutti voi del sito un sentito e sincero "GRAZIE" per tutto l'aiuto che quotidianamente date alle persone che come me hanno perso la bussola, perchè il vostro importante contributo, unito alla forza interiore che ciascuno di noi ha, ed al tempo che scorre, riescono a far ritrovare la giusta rotta a tutti profughi che nuotano nell'oceano burrascoso della fine di un amore!GRAZIE di CUORE Tonix

SFOGO

Aloap N° di riferimento: 714180805 Età: 31 Mi piace, per modo di dire, leggendo nella mail di Lory, che si sente come un drogato in crisi di astinenza.. non riesco mai a liberarmi di lui che è capace di tenermi in pugno, di sottrarmi serenità e di ridarmela quando ne ha voglia, quando sta bene lui...sono io l'anello debole tra i due, io che sono capace addirittura di annullarmi e arenami nelle sue decisioni, nei suoi umori, ben cosa diversa è l'amore ed il suo equilibrio. Donarsi e abbandonarsi sì, eliminarsi e retrocedere in uno stato pietoso nella cortina della sua, altalenante, cattiveria o accentuato egoismo/individualismo...che vita di merda! quanto vorrei capovolgere le parti, nn per vederlo scodinzolare( o forse anche) ma sentirmi finalemente io, timoniere di questa nave che va a fondo o viaggia secondo i suoi ormoni.....nn mi sta + bene anche se ancora so di riuscire a sottostare...

INSICUREZZE RECIPROCHE

kumbe N° di riferimento: 782792331 Età: 22 Buongiorno,sono una ragazza di 22 anni, fidanzata da quasi un anno con un coetaneo. Mi ritengo una persona con un discreto equilibrio, con tanti interessi e con la necessità di fare tante cose per sentirsi bene. Sono consapevole anche di avere un'emotività un pò soffocata nel corso degli anni, sono diventata piuttosto razionale e non sono mai stata capace di cosiddetti "colpi di testa", non ne ho mai visto l'utilità, a volte soffrendone. Da un punto di vista affettivo, sono sempre stata piuttosto frenata, al di là di una cotta a 14 anni per un coetaneo, che peraltro avevo preso in modo esageratamente serio, mi sono spesso infatuata di uomini più vecchi di me, senza peraltro azzardare nessun passo avanti. La mia vita è sempre stata riempita da attività, anche molto gratificanti, in svariati campi. All'amore ci pensavo, ci soffrivo, ma continuavo ad andare avanti "facendomi le spalle grosse" . Per motivi di studio ora mi trovo all'estero, e ci rimarrò per 6 mesi. questa mia scelta, fra l'altro decisa prima che io e il mio ragazzo ci conoscessimo, ha portato non poche tensioni nella nostra relazione: nel periodo antecedente alla mia partenza sono state innumerevoli le discussioni sul modo in cui ci saremmo sentiti, sulla frequanza con cui ci saremmo visti ecc, tanto che si passava più tempo a discutere sul dopo che a stare tra di noi . Da parte mia, mi sentivo determinata a vivere quest'esperienza imparando a gestire anche i momenti di nostalgia, come vera occasione per mettermi alla prova e crescere, mentre per lui era fondamentale sapere di potersi vedere. Premetto che lui soffre di solitudine, e spesso mi sono resa conto di agire per alleviare questa sua condizione più che per spronarlo ad affrontarla: trascuravo i miei amici, le mie attività, anche lo studio, per essergli vicina, perchè anch'io in passato avevo sperimentato questa situazione e sapevo cosa voleva dire; mi sono progressivamente chiusa in un mondo fatto dai nostri "problemi": cosa fare il week end, quando vedersi, possibilmente non a casa mia; ma nonostante questo per lui sono sempre stata poco presente, avrebbe quasi voluto che andassimo avivere insieme, dato che stiamo a 40 km di distanza. Il primo periodo qui è stato duro, sono arrivata ad arrabbiarmi con lui per le telefonate di 1 ora o più che mi faceva ogni giorno dicendomi "non ce la faccio", mi sono sentita progressivamente disinnamorata e cinica nei suoi confronti, anche in seguito alle continue domande del tipo: "ma tu non hai voglia di vedermi?" che lui mi rivolgeva. L'ho fatto per difendermi, credo, dalla sua sfiducia mei miei confronti e dal suo pessimismo. Ho cominciato a dubitare del mio amore e addirittura a non sapere più che cosa voglia dire amare. Brividi non ne sento più, ma forse non li ho mai sentiti, dato il mio rigido autocontrollo (dettato anche dall'educazione che ho ricevuto). Anche i nostri rapporti sessuali per me non sono mai stati pienamente soddisfacenti, appena mi rendo conto della situazione la razionalizzo e perdo il coinvolgimento. La scorsa settimana, al culmine di un periodo in cui io mi sentivo spenta, gli ho detto che avrei voluto lasciarlo, e da allora ha cercato di cambiare: ci sentiamo ogni 3 giorni, lui cerca di andare avanti con la sua vita e io con lamia. Ma io sono sempre sul chi vive, attendo da un momento all'altro che lui ricada nel solito meccanismo. Inoltre da due notti faccio sogni strani: ho sognato di dormire con lui in una stanza di casa mia, ma nel letto a fianco al nostro dormiva un ricercato per l'omicidio di due donne. Io avevo paura, non riuscivo a chiudere occhio anche se lui mi sussurrava di non avere paura e ho chiamato la polizia. Ma da questa scena si passa repentinamente ad un'altra situazione: mi ritrovo in uno studio di un terapeuta, al quale mi ero rivolta per sbloccare le mie paure nei confronti della sessualità, mi fido ciecamente di lui (molto più anziaano di me). Mi parla di sortilegi dai quali mi deve schermare, cose in cui non credo e che mi incutono soggezione, e mi fa una sorta di controsortilegio, consistente in una serie di manovre e di contorsioni; mi sento bene, come dopo una nuotata in piscina. Alla fine, senza alcuna eccitazione nè desiderio da parte mia, ma solo per ringraziarlo, con assoluta naturalezza lo bacio e lo accarezzo, semplicemente apprezzando il contatto con la sua pelle, come se non avesse alcun significato. A questo punto esco dallo studio e chiamo il mio ragazzo dicendogli che non possiamo più stare assieme, che la sua presenza mi dà ansia e che se non voglio compromettere la mia stabilità emotiva non posso più frequentarlo. Ora io le chiedo: da che cosa posso capire se questo mio cinismo nei confronti di questo ragazzo non sia solo un risultato di tante ferite che mi ha inferto nel corso degli ultimi mesi oppure un segnale di un sentimento che non c'è più? Non riesco più a dirgli "ti amo" perchè lui più volte ha messo in dubbio il fatto che l'amassi; per lui quello che facevo era sempre insufficiente, lui si sarebbe comportato in modo più irrazionale e istintivo, mi avrebbe fatto delle improvvisate, se ne sarebbe fregato di tutto (ha perso un semestre, nb,perchè si sentiva totalmente preso da me e non riusciva a studiare); nonriusciva a comprendere il mio attaccamento alla famiglia e le difficoltà che dovevo affrontare ogni volta quando mi fermavo a dormire da lui, le lott econtro i miei sensi di colpa e contro gli sguardi dei miei genitori,r assegnati. E nonostante questo lui ha spesso sparato a zero contro la mia famiglia, cosa che io non mi permetterei mai di fare. Mi rinfaccia di non essere trasparente nei suoi confronti e di non volergli dire tutto quello che ho nel mio intimo, ma io sento di aver bisogno della mia libertà e del mio spazio privato. Sono felice di essere lontana da casa, ora, perchè in un certo senso posso respirare, e mi sento meno "tra due fuochi". Altre volte però sa essere così intuitivo e mi sa capire così bene che mi sembra addirittura un'altra persona. Sto sbagliando? La ringrazio per la sua risposta. Kumbe
Per quanto riguarda i suoi sogni posso solo dirle che sono molto significativi e possono fornirle una chiave di lettura della sua attuale situazione. Purtroppo proprio la loro complessità e significativà rende impossibile una interpretazione online. In riferimento alla relazione mi sembra d'intuire che essa si regge sulle insicurezze, seppur diverse, d'entrambi. Vanno risolte tali insicurezze ed i correlati blocchi affettivi, prima individualmente, per poi ritornarvi a sperimentavi come coppia. Saluti

RELAZIONE IN CHAT

Shirin N° di riferimento: 826522831 Età: 30 Da premettere che sono fidanzata da due anni, da un anno convivo ed avrei dovuto sposarmi a settembre di quest'anno (per vari motivi esterni è stato rimandato e forse è un bene). Nel frattempo ho conosciuto un uomo, in una comunità virtuale, non è bellissimo ma molto coinvolgente, brillante ed affascinante. Anche lui pensa cose molto positive di me, passiamo giornate a chiacchierare, ci vediamo in cam, ci scriviamo e-mail, ci dedichiamo canzoni, scherziamo, ma parliamo anche seriamente, sognamo e alcune volte a facciamo sesso virtuale o comunque ci provochiamo a vicenda con battutine maliziose. Non manca nulla a parte il contatto reale e fisico. I problemi sono due:
- Non riesco più a capire cosa provo per il mio attuale ragazzo (eravamo già un pò in crisi e l'incontro e la conoscenza + approfondita con l'altro ha peggiorato la situazione);
- Il mio uomo "virtuale" è sposato e padre di due bambini, dice di non aver mai incontrato nessuna nella vita reale e che i suoi tradimenti sono sempre stati solo virtuali (insomma si dichiara come uomo fedele). Ultimamente però dice che forse con me farebbe uno strappo alla regola. Dice che un incontro tra noi potrebbe essere difficile ma non impossibile, dice che al suo matrimonio ci tiene molto, ma dice anche che in me ha trovato tantissime cose che desidera,che lo faccio stare bene, che se non sono online gli manco, che lo faccio ridere, faccio accendere il desiderio in lui, che gli piaccio fisicamente e che perdere tutto questo gli dispiacerebbe. Sono confusa e non so come gestire questa situazione.Grazie 1000.
Molto probabilmente questa conoscenza online non ha fatto altro che evidenziare un suo disagio affettivo e di coppia che prima o poi, per sua stessa ammissione, sarebbe emerso. Và sicuramente approfondito da parte sua il disagio affettivo reale e capire se ci sono possibilità di recupero della relazione. Per quanto riguarda la relazione virtuale o la trasforma al più presto almeno in un contatto reale, per meglio capire l'interesse reciproco, altrimenti và interrotta perchè foriera solo di confusione per lei, ultima cosa di cui ha bisogno. Cordiali saluti

VORREI PARTECIPARE AD UN GRUPPO D'AUTO-AIUTO

cicci N° di riferimento: 568740233 Età: 50 Sono alla ricerca disperata di un aiuto.tutto e'iniziatodopo la lettura del libro "donne che amano troppo". non ho mai avuto gran fortuna in amore,e ora sono 8anni che vivo una storia d'amore???? a senso unico dopo il fallimento sentimentale del mio matrimonio. sono 8anni che trascino una storia???? senza senso con un uomo che non mi vuole ma che "accetta" per cosi'dire la mia cieca adorazione dandomi in cambio briciole di tempo per qualche telefonata e sporadiche attenzioni. sono stanca,non ho piu'energie ma nonostante tutto non riesco a trovare in me stessa la forza per porre fine a una specie di rapporto???? ke mi umilia solo e che ultimamente mi da solo amarezza rifiuto e depressione.sto separandomi al fine da mio marito ma questo non mi fa stare meglio ormai xke' mentre prima mi illudevo un poco ke questa persona provasse qualcosa x me ora c e' stato un allontanamento progressivo daparte sua, anke x sue difficolta' lavorativa del momento ke non ho nessuna speranza di una vita sentimentale migliore in futuro. vorrei partecipare a un gruppo di autoaiuto xke' non riesco a uscirne da sola.almeno prima ero piena di entusiasmo per il fatto di riprovare amore ed eccitazione dopo tanti anni di sonno del corpo e del cuore, ora sono svuotata. aiutatemi a venirne fuori.
Sicuramente partecipare ad un gruppo di autoaiuto può aiutare ad uscire dalla sitauzione in cui si è trovata coinvolta alla sua età. Il gruppo oltre a sostenere può anche aiutare a far luce su certi meccanismi affettivi che non sempre sono chiari. Se vuole partecipare ai gruppi d'auto-aiuto MALdAMORE deve prima partecipare ad uno dei seminari esperenziali. Cordiali saluti.

giovedì, luglio 12, 2007

TESTIMONIANZA: AGIRE CONTRO ME' STESSA


aroma N° di riferimento: 532725820 Età: 27 Ho 27 anni ed oggi la prima cosa che mi chiedo e' : ma perche' si deve soffrire per chi non ti appartiene, per un altro essere umano...uomo-amica-parente o chiunque esso sia...che fa soffrire te? possiamo dispiacerci e possiamo soffrire della sua morte...ma non del fatto che non sia piu' al ns. fianco...spesso si dice che la vita e' una...ma per comprendere meglio il suo valore si dovrebbe dire "la vita finisce"... io ho vissuto per 23 anni con la paura di restare sola...oggi la mia paura e' agire contro me stessa...contro l'unica amica che mi e' sempre stata vicino, l'unico essere umano che morira' con me...e che da sola, accompagnata, libera, singole, sposata o fidanzata amera' tutti, sempre e comunque...e che amando il gioco di amare se stessa, e non prima di ogni cosa, non ha piu'paura di soffrire per quello che tutti chiamano "amore" ma che per me oggi significa "per la voglia di farsi male". Una volta mi hanno fatto scrivere su di un pezzo di carta le 10 ultime cose che avrei fatto se mi avessero detto che tra un anno sarei morta... in quelle frasi ho scoperto tante cose di me stessa..ed una ad una.. anche se nessuno mi ha mai detto che devo morire...dai 23 anni ad oggi...senza volerlo ne ho fatte piu' della meta' perche' scoprendole mi hanno attratto piu' della voglia di amare come una cretina anche l'aria dell uomo dal quale amavo farmi crocifiggere...e mi sono accorta che nessuno di questi mi fa soffrire, perche' tra i miei desideri non avevomica scelto di soffrire per un uomo prima di morire!!! Oggi piango ancora con dei lacrimoni enormi.. ma solo quando mi viene l'ansia di non riuscire a realizzare tutti i miei sogni..sono felice di aver sofferto nella mia vita!! con le mie parole potrebbe sembrare che io abbia vissuto lutti o malattie...non e' cosi', quelle fanno parte di qualcosa che sappiamo che esiste... io ho vissuto la cattiveria...e conoscendola ho imparato cosa significa amare..e sono fiera ed orgogliosa di me per essere stata dalla parte di chi ama...per aver sofferto perche' ho amato troppo...per essere oggi la donna che vorrei diventare e che cerco come "donna ideale".. l 'uomo c'e', ci sara', mi amera', mi odiera', mi accarezzera', mi picchiera'... poi si vede e si vedra'!!!

mercoledì, luglio 04, 2007

VORREI VENIRNE FUORI

SILVIA N° di riferimento: 6441236 Età: 36 Ho trentasei anni, sposata, tre figli. Un marito che non ho mai sentito come "mio marito", ma sempre e solo come un datore di lavoro. Eppure ho voluto sposarlo nonostante fin da fidanzati avesse già, per me, questo ruolo, quello di voler prendere tutte le decisioni, di ritenermi incapace di prenderne io di adeguate in ogni ambito, di non darmi la soddisfazione di scegliere nulla. Nel corso di questi anni (diciamo dai 30 ai 36) ho conosciuto 3 amici, tutti con una serie di caratteristiche comuni: lontani centinaia di km (quindi fisicamente irraggiungibili, se non in rarissime occasioni); tutti più grandi di me di una quindicina d'anni; tutti impiegati nel mondo del giornalismo o dell'informazione. Un'amicizia è seguita all'altra sempre nello stesso modo, secondo 3 momenti che ho più o meno identificato: 1) primi dialoghi (scritti o di persona) nei quali vengo giudicata una persona intelligente e che sà scrivere bene; 2) qualche mese di conoscenza reciproca, perlo più scritta, nella quale ho l'impressione che il rapporto crescerà; 3) il mio interesse continua a crescere e mi fa sentire sempre di più la mancanza della persona in questione, la lontananza mi fa soffrire; parallelamente l'interesse dell'altro cala, contatti sempre più radi, ecc. Non capisco perchè succeda questo. Il perchè questa dinamica angosciante, della scelta mia di persone lontane, dell'impossibilità di tenersi vicino una persona. Credo di essere una specie di specchietto per le allodole (o almeno mi sento così), una persona che in qualche modo lascia intendere non so quali meraviglie e appena la si conosce un po' si scopre che non è niente di che. Ma è doloroso essere trattati così. Vorrei venirne fuori, perchè questo soffrire mi sta logorando non solo i nervi ma anche il fisico. Silvia
Le rispondo con questa citazione della Norwood:
Molte donne commettono l'errore di cercare un uomo con cui sviluppare una relazione senza aver sviluppato prima una relazione con se stesse; corrono da un uomo all'altro, alla ricerca di ciò che manca dentro di loro; la ricerca deve cominciare all'interno di sé. Nessuno può amarci abbastanza da renderci felici se non amiamo davvero noi stesse, perchè quando nel nostro vuoto andiamo cercando l'amore, possiamo trovare solo altro vuoto.

LA LEGGE DEL 3

roberta N° di riferimento: 162320292 Età: 35 Gent.mo Dott Cavaliere, non so se Lei la conosca, si chiama legge del 3.. in breve due persone si incontrano al massimo tre volte. Puo' esserci una passione intima immediata ma si arriva al massimo a tre incontri, Cio' perche' dopo la terza volta che ci si vede comincia la "relazione di coppia".. Vorrei anche sapere cosa ne pensa di chi vive una passione di sesso immediata (ad esempio al secondo incontro) e se e' possibile che una relazione possa instaursi con queste basi.. o anche COME comincia una relazione di coppia e se gli incontri di sesso possono essere base per un rapporto adulto.. Il sesso c'entra con l'innamoramento? O fare sesso conoscendosi poco preclude una relazione seria ?Sarebbe interessante capire gli aspetti sia maschili che femminili su questi argomenti.. sono certa che Lei potra' chiarire le idee a tante, tante personed i ogni eta' e ceto sociale. a me innanzitutto i migliori saluti
Non conosco la legge del tre, o nessuna altra legge che riguardi l'amore. Conseguentemente non posso risponderle in maniera precisa alle sue domande. Nella mia esperienza professionale mi sono reso conto che è vero tutto ed il contrario di tutto. Saluti

lunedì, luglio 02, 2007

TESTIMONIANZA: CONCLUSIONE DI UN MATRIMONIO

Mi chiamo Francesco ho 41 anni.
Ho letto la testimonianza di Giuliano “Succede anche agli uomini”
(http://www.maldamore.it/succede_anche_agli_uomini.htm).
La mia storia ha alcune analogie con la sua anche se la fine dell’amore di mia moglie e’ stata vissuta da entrambi nel corso di 2 anni.
La conclusione del matrimonio non e’ stata improvvisa ma annunciata dopo 2 anni di tormenti in cui sia lei che io abbiamo cercato i motivi (e forse li avevamo anche trovati: la mancanza di figli , la non realizzazione professionale, il non sentirsi da me in piu’ occasioni considerata ) ma soprattutto le soluzioni per recuperare i sentimenti che lei provava per me.
In questi 2 anni iniziati con la frase “non so cosa mi stia succedendo ma non ho piu desideri sessuali” e’ iniziato il calvario.
Lunghissimi dialoghi spesso pacati, a volte accesi e momenti di grande sconforto. Lei che affermava che comunque il “nostro matrimonio non era in discussione” .
Poi dopo alcuni mesi una sua crisi profonda durata per circa 1 mese nella quale “non sentiva piu’ la casa come la sua” e non c’era piu’ dialogo; poi e’ sembrata tornare lentamente a risorgere anche grazie ai colloqui con uno psicologo.
E’ riemersa un po’ di progettualita’ personale e una convivenza civile durante la quale abbiamo continuato a parlare tanto. Ma tutto si e’ fermato li’, lei in una camera ed io in un’altra e nei messi successivi mi sono tante volte arrabbiato e cio’ ha solo peggiorato la situazione portandoci inevitabilmente alla separazione : l’esperienza piu’ atroce che io abbia mai vissuto. Io la amavo ancora . Tra i rimorsi quello che se ci fossimo fatti aiutare da psicologici di coppia forse avremmo avuto maggiori possibilita’ di evitare la separazione. In fondo ci siamo lasciati nel massimo rispetto e stima con tanto dolore per quello che era successo ma nell’impotenza di fare di piu’. Quando se ne e’ andata di casa credevo di morire e come si sa nell’esperienza comune, vivere nei ricordi di lei in una casa vuota e’ una delle cose piu’ angoscianti che possono capitare ad una persona. Certo c’e il lavoro , gli amici i famigliari ma comunque e’ un tuo problema esistenziale con cui devi convivere e cercare di superare. Dalla separazione sono trascorsi solo 15 giorni ed immagino che occorrera’ molto tempo ancora per elaborare questo fallimento di vita. Seguo comunque il consiglio di Giuliano “resistere, resistere, resistere” e se non basta vedro’ di farmi aiutare da qualcuno ; questa volta avro’ piu’ umilta’ cercando di non fare tutto da solo .
Francesco