giovedì, gennaio 28, 2010

LA GABBIA DELLA RELAZIONE

Chi non comprende il tuo silenzio probabilmente non capirà nemmeno le tue parole". Questa massima non l'ho certo scritta io, ma un filosofo americano: Elbert Green Hubbard , filosofo e scrittore statunitense.
E' una massima molto famosa che non conoscevo...ma, ironia della sorte, l'ho letta poco fa su un forum. Da qui lo sprono a scriverti ancora. Se c'è qualcosa che mi riconosco e apprezzo è la tenacia per ciò che per me conta.
Tengo troppo a te per lasciar perdere ed è bastato notare quel "probabilmente" contenuto nella massima, per provarci ancora.
L' altra sera in macchina mi hai chiesto cosa devi fare...che vuoi far qualcosa; mi hai anche chiesto che fine devi fare tu.
Credo che l' unica cosa che tu possa fare è impegnarti per capire principalmente quel che vuoi tu...e se vedi in me la possibilità di trovarlo.
Il non comprendere l' altro è deleterio proprio per questo! Non saprai mai, se potrai trovare ciò che cerchi. Oltre la volontà c'è da valutare le capacità.
Io so per certo che vorrei renderti felice...ma sono rassegnata all'impossibilità di riuscirci. Io per te non basto ed è una realtà che ormai ho accettato. Sono per te solo un tassello...importante...ma pur sempre un frammento. Devo imparare a convivere con questo senso di incompletezza, e non farmi annientare da esso. Ricordi cosa ti dissi da fidanzati? "voglio l' esclusiva". Oggi con un po' di maturità posso chiarire cosa volevo, cosa è sano chiedere: "vorrei essere l' unica ad "incontrarti" e tu l' unico a cui mostrarmi senza paura. Lo volevo, lo vorrei ancora ma non l’ho trovato. Io con te ho il freno a mano azionato.
Il non comprenderci vanifica tutti gli sforzi ... possiamo dar tanto ma non esser apprezzati da chi riceve...perché non soddisfa l' essenza della suoi bisogni primari.
Questo sembra ciò che accade tra noi.
Per quanto mi riguarda sono secoli che cerco di capire...di capirti ma non mi riesce...e la cosa mi destabilizza molto. Parlo da sempre di un muro di gomma tra noi e non so trovare altre parole per dirti che ti vedo distante, intento a rincorrere non so cosa.
A me sembra che rincorri te stesso ed in solitudine mentre chiedi a me di esser compreso ed accettato per quello che appari e rappresenti; il tutto senza parlare.
Ma io continuo a vedere solo immagini, mentre la tua "essenza" mi appare solo occasionalmente sotto forma di flash.
Neppure tu credo conosca la mia "essenza" se non comprendi la profondità delle mie parole; conosci di me quel che vedi e non ciò che "sento". Esiste pero' un' altra dimensione per tutti, quella che Jung chiama ombra. " L' ombra è una sorta di specchio che rimanda la nostra immagine interiore avanti a cui nessun trucco d' identificazione totale con la nostra 'immagine' regge. Immagine sta qui per identità di copertura con cui si è quel che gli altri vogliono che noi si sia e quel che noi amiamo pensare di essere."
Ho visto molte volte frammenti del tuo specchio, ma è da tanto che, non lascio uscire quelle immagini da me stessa. Sento che non sei pronto ad accettare che...frammenti di quell’ombra fanno ( per me) parte della tua "immagine".
Non sono i frammenti della tua ombra a costituire il problema principale, ma la tua richiesta di prescindere da essi ed il non riuscire ad integrarli con l’immagine che mostri con impegno e dedizione, rendendo tutto dal sapore falso.
Abbiamo sempre detto che "noi 2" era l' unico ambito dove essere liberi e sè stessi, ma sento che non è cosi. Tra noi non c'è spazio per le ombre, ed ogni tentativo di celarle pone una distanza tra noi con il silenzio e le parole strumentali.
Non nutro speranza che sia possibile sopprimere ciò che della tua ombra mi ha ferito, se l’ho vista c’è… e l’immagine è indelebile. Credo nell’efficacia di portarla alla luce e provare ad integrarla. Nell’ombra prendono forma i mostri e ci combatto da sola.
Noi parliamo solo in terza persona, l'io e il tu sono una rarità. Li usiamo solo per le accuse e le difese. Giustifichiamo i limiti e le aberrazioni altrui, appellandoci alla natura umana capace di tutto. Facciamo i giudici, clementi ma pur sempre giudici dell’umanità ma…ne restiamo fuori.
Se ci fosse quella libertà, rimasta solo teorica, avremmo dato luce alle tenebre; noi invece non facciamo altro che sovrapporle dentro di noi.
Tutte queste sovrapposizioni di luci ed ombre generano il mio malessere. C’è una stridente contraddizione tra il vincolo così forte che contraddistingue il nostro rapporto morboso, e la richiesta di prescindere dalle fughe da esso.
Il rapporto morboso così vede protagonisti ciò che rappresentiamo e non cosa siamo.
Io sono alla ricerca di me stessa, senza scissioni e ruoli da interpretare. Cerco in me l’integrazione tra l’io ed il sé e non riesco. Nel nostro rapporto il mio io ed il mio sé sono in lotta. Sarà perché in una coppia il segreto sta proprio nel gioco di luci ed ombre, vicinanza e lontananza...e tra noi questo gioco non funziona.

Mi hai chiesto se ho provato miglioramenti dalla psicoterapia e la risposta è: NO.
Se dovessi però affidare ad un' immagine la rappresentazione di me prima di iniziare la psicoterapia, avrei scelto " una gatta in una gabbia sotto la pioggia", in attesa del suo salvatore. Oggi, dopo diverse sedute...mi rappresenta meglio "una leonessa che ha vissuto in gabbia e ancora sotto la pioggia".
Ma la leonessa non aspetta più il salvatore...sa che nessuno potrà salvarla...dovrà da sola uscire fuori ed affrontare una giungla che non conosce.
La giungla è la mia ombra. La gabbia le mie aspettative!
La gabbia non sei tu, non è questo matrimonio,non sono i miei figli e le mie insoddisfazioni. La gabbia è quel che resta di quella bambina che aspettava che qualcuno si accorgesse di lei e di quanto soffriva per l' indifferenza che la circondava. Lì c'è l' origine della mia ombra.
La gatta prima e la leonessa adesso attendono la libertà... libertà che nasce solo dal coraggio di incontrare ciascuno la propria ombra ed integrarla con la propria immagine.
Io non so cosa accadrà quando avrò concluso la mia avventura con la psicoterapia, so solo che non voglio più aver paura di me stessa e capire le forze che mi governano: è questo il mio primo atto di coraggio. Non ho paura di perdermi nell'immensità…se ciò che cerco è me stessa.

mercoledì, gennaio 20, 2010

HO VOGLIA DI LASCIARMI IL PASSATO ALLE SPALLE

uriel Età: 47 Sono Uriel..ho scritto a questo forum circa 4 mesi fa raccontando la mia esperienza di donna tradita e la devastazione che stava producendo in me...Okkiblu ha inviato un commento che mi ha colpito molto....io credo nei segnali....l'uso di certe sue frasi come la citazione del titolo di un famoso film di troisi,è stato proprio identico a quelle usate da me in circostanze simili!! Sono passati circa 4 mesi e non mi sono ancora trovata (mi piace di più che ritrovata) ma non sono ferma, mi sento profondamente in divenire... Tutto è cambiato, io sono cambiata, e questa situazione, passata la rabbia iniziale per cio che avevo scoperto, mi ha gettato in una profonda tristezza e prostrazione.Devo dire che la rabbia, il rancore profondo che provavo all'inizio, mi hanno aiutato, evitandomi la depressione e spingendomi a reagire in qualche modo...poi un po alla volta queste emozioni si sono attenuate ed ha cominciato ad affiorare la realta: quella di una coppia e di una storia, la nostra, che era in crisi già da tempo prima, che si trascinava stancamente entro binari prestabiliti, senza calore, nel grigiore quotidiano,fatta di cose non dette, di reciproci asti e malumori..Tutto questo gia daqualche anno...Rendermene conto nel profondo è stato un processo lento e dolorosissimo..questo è stato il mio percorso personale dentro al tunnel...Ad un certo punto mi ci sono trovata nel mezzo.. per rendere meglio l'idea ero nel buio più totale; avevo imboccato l'entrata..alle mie spalle non c'era più la luce dell'ingresso e davanti a me nessuna luce nemmeno fioca e lontana...Mi sembrava un punto di non ritorno...che angoscia rendermi conto che l'uomo che era stato il mio compagno per tutti questi anni , il padre di mio figlio, colui con il quale avevo condiviso tanto e iniziato progetti, non lo era più..La consapevolezza che questo amore è finito....Dio che paura, che male... E allora il rifiuto.. provare di nuovo ad attaccarsi alla rabbia, all'orgoglio ferito..alla realtà di essere stata tradita... Abbiamo parlato..parlato..parlato per notti intere, alternando emozioni diverse e contraddittorie...e cisiamo trovati spesso tristemente sullo stesso piano di fronte alla stessaineluttabile realta...uguale per tutti e due anche se raggiunta attraverso percorsi diversi...ACCETTAZIONE...questa è stata la parola che mi ha permesso di vedere un pò di luce in quel buio totale. Prendere atto della realta,ascoltare me stessa senza giudicarmi, senza congetturare, senza farmi deviareda orgoglio e paure; semplicemente chiedermi come stavo io indipendentemente dall'altro semplicemente IO...Sì.. stavo male, sto male; però accettare questarealtà, senza giudicare, nè giudicarmi mi aiuta...Concentrare l'attenzione su me stessa mi fa bene, mi aiuta...A volte sorrido di nuovo, se mi ascolto sentoche non sto poi così sempre male: ci sono persone, situazioni, attimi che mi danno piacere..mi scopro a fantasticare sul mio futuro a fare piccoli progetti...desidero delle cose per me e solo per me....Ci siamo detti che l'unica strada percorribile è la separazione ma nessuno dei due ha ancora avuto il coraggio di farlo.. Non mi giudico per questo, non hovoglia di "bastonarmi" dicendomi che dovrei essere coerente...Lui è stato via per un periodo, poi è tornato: all'inizio in sordina, poi sempre di più...Ora e presente tutte le sere...ha la sua vita, io la mia....ci aiutiamo a vicenda nella gestione di nostro figlio che e contento di vederci insieme...Riusciamo ad essere corretti nella relazione interpersonale, un po come due fratelli...Vedere mio figlio più sereno, tenerci per mano quando talvolta usciamo tutti etre mi scalda il cuore... Nessuno dei due ha voglia di investire nella prospettiva di un nuovo futuro insieme..Non riesco proprio a vederlo,pensandoci bene non mi va proprio una nuova chance con lui...Ho voglia di lasciarmi il passato alle spalle, ho voglia di pulizia, di potare i rami vecchie secchi per fare spazio a nuovi germogli...Stiamo rimanendo insieme per il nostro bimbo..lo amiamo infinitamente tutti e due...io però so che dentro di me qualcosa è morto definitivamente, ma ho ancora paura a lanciarmi nel vuoto, per saltare il fosso, mollare gli ormeggi..Per come sono io sento di aver bisogno ancora di tempo, non posso fare brusche accelerazioni...ho sofferto tantissimo in questi ultimi mesi..
ho bisogno di prendermi una pausa per ossigenarmi un po, raccogliere le forze per il rush finale... Vi faro sapere.....Uriel

martedì, gennaio 19, 2010

NON LA SENTO PIU', MA OGNI GIORNO E' DENTRO

May Età: 34 Ciao a tutti.Bisognosa di un consiglio o semplicemente diun ascolto.Ho 34 anni.Vi racconto in breve la mia storia negli ultimi anni.
Sono lesbica.Anni fa conobbi una donna piu' grande di me.Diventammo amiche e subito un rapporto meraviglioso.Lei si innamoro' di me.Provammo a stare un po' insieme ma non ero innamorata e la lasciai.Continuammo comunque a mantenere un rapporto molto stretto,forse troppo tanto da essere in simbiosi ma senza sesso.Nel frattempo conobbi due persone in tempi diversi con le quali ebbi una semplice storia.Lei soffriva e stavamo sempre insieme.Le dicevo tutto e tenevo moltissimo a lei e ne ero anche gelosa.Lei era morbosa ed insistente tanto che diverse volte le alzai le mani dalla disperazione e da una sorta di rabbia interna cui trovai dopo una spiegazione. Il rapporto insomma ando' deteriorando e le chiesi una pausa,un distacco in modo sereno. Lei lo rifiuto'.Conobbi un'altra persona nel frattempo quando ormai eravamo in una situazione direi quasi folle.Partii per andare da quest'ultima per dirle che tenevo allo stare bene di G.(uso questa lettera come pseudonimo per non dare nomi,che sarebbe la donna con cui avevo un rapporto strettissimo).In seguito a quel viaggio mi fermai da G. per mesi,klometri e klometri di strade tra casa mia e sua.Lei mi alzo' le mani avendo visto una foto tra le mie cose e sbirciando ovunque in cui stavo baciando una'ltra persona.E cosi' la rottura,l'inferno.Passai mesi da lei assurdi e pieni di dolore in cui arrivai anche ad ubriacarmi.G.mi diceva che ero malata,cattiva e aggresiva...mi dava ogni tipo di colpa,e piu' lo faceva, piu' mi lasciavo andare.Mi sentivo in colpa per tutto cio' che lei aveva fatto per me e in colpa per non averla amata. Una sera mi fece minacciare e mi sbatte' fuori casa a 8 ore di macchina(che non avevo) da casa mia.Quella sera mi venne a prendere l'ultima donna che avevo conosciuto e alla quale avevo parlato mesi prima.Altrimenti sarei stata sola.G chiamava casa mia dicendo una montagna di bugie,Ha chiamato la mia famiglia innescando bugia a dir poco assurde,e persi la testa.Non la cercai piu' e anccora mi dava colpe.Poi mi arrivo' un messaggio in cui mi diceva che stava male,io le dissi che era malata e di non permettersi piu',ma in realta' stavo davvero male.
Non capivo e non capisco come possa essere stato possibile un simile cambiamento di personalita' dopo anni che stava a casa mia. Quando andai io da lei vissi l'inferno e mi sfogai con lei.Ma lei non rispondeva e mi dava ancora contro quasi fossi io la causa di tutti i suoi mali.Il problema? La negativita' ricevuta e impregnata dentro me a un anno didistanza ancora e che sto dando agli altri.La malinconia che ho dei momenti belli e in cui credevo davvero in lei.Le colpe che ancora mi do ed il malessere interno di tutta quella situazioni di sofferenza,ed il fastidio nel sentirla ancora altezzosa e volenterosa di ragione.
Mi spiegate una cosa? Sono stata aggressiva anche io,senza sorta di dubbio,dall'esasperazione,e mi fa male ricordare questa mia aggressivita'...ma perche' mi mancano quei momenti in cui stavamo insieme e parlavo di tutto con lei? Perche una persona arriva a mentire cosi' tanto e pifa come se io non esistessi? Non la sento piu',ma ogni giorno e' dentro.Ho male all'anima e non dormo.Vorrei tornare come prima,mi sento come se mi avesse tolto un pezzo di mee me lo avesse strappato volontariamente.Sto cercando di trovare aiuto e rialzarmi.Non so come fare a capire un suo simile atteggiamento quando il mio affetto era ed e' vero.Nonostante leaggressioni reciproche che ad oggi guardo con squallore.Ho provato a risentirla e a sfogarmi ma lei con strafottenza mi dava ancora addosso.Dove stava quella persona che per anni ha insistito in casa mia e che c'era,era sempre presente.Il problema ad oggi e' vivere con quella presenza oggi divenuta assenza,edarmi una risposta sui perche una persona mi ha leso cosi'.Era poi amore il suo?Neppure posso chiederlo a lei,quasi con strafottenza ed arroganza o mi sbatte il telefono o urla se solo provo a chiedere qualcosa.Da un anno non la sento.Ancora qui oggi a scrivere di lei e di quello che mi ha lasciato.Mi date una mano? Grazie

SFATARE I LUOGHI COMUNI

Irma Età: 41 Ho 41 anni, sono una donna sana, piacente che a detta di tutti dimostra meno della sua età e che riscuote un discreto successo tra gli uomini.
Lavoro in una pubblica amministrazione come architetto e ho la tendenza a dominare, dare ordini. Adoro gli sport, soprattutto l'escursionismo, le mostre, i musei, l'opera, il rok....insomma sono molto eclettica.
Desidero tanto avere un figlio e secondo il ginecologo ho tutte le carte in regola per averlo e circa 14 anni anni di tempo per attuare questo sogno.Da un anno sto con un uomo di 71 anni.Lui da quando è in pensione fa il giardiniere, prima ha fatto diversi lavori da geometra; è divorziato con due figli grandi. La maggior parte della gente dice che dimostra meno di 60 anni, sarà perchè è un alpinista, fa arrampicate.Lui dunque ha 30 anni più di me, guadagna meno di me e non desidera altri figli.Perchè sto con lui? Non ho alcun tornaconto, anzi: ci rimetto solo! Ebbene, incredibile ma vero: è l'unico uomo veramente maschio che ho conosciuto. L'unico che riesce a soddisfare i miei desideri sessuali per ore e per più giorni consecutivi. L'unico che riesce a dominarmi, a tenermi testa.E quando andiamo a scarpinare in montagna dopo gli 800m di dislivello deve fermarsi ad attendermi....Spero che la mia testimonianza serva a sfatare i luoghi comuni su età,resistenza e sessualità. Diciamo invece che ci sono bestie diverse.

LUI MI HA SOLO USATA ?

georgette Età: 38 Da 6 anni convivo con un ragazzo straniero lui al inizio era dolcissimo, e mi ricordo un particolare che mi ha fatto dire ecco l'amore e' arrivato anche per me dopo innumerevoli storie sbagliate che lasciano l'amaro in bocca.....
dopo il 1 anno sono andata con tanto timore in un paese sconosciuto e affascinante la serbia li ho conosciuto tutti e tutti mi trattavano come una principessa e io ingenuamente mi sono fatta cullare da questa illusione nascondendomi la bieca verita'....passano gli anni. lui diventa scontroso ,beve, e mi umilia dicendo che non sono nessuno mentre per fortuna, dirigo un azienda e proprio nessuno non mi sento...lui vuole che lascio la mia attivita' io, mi ribello dico no a tutto quello che mi da soddisfazioni incomincia l' inferno insulti a me ,e la mia famiglia e indirettamente a tutti gli italiani e li ho capito con che razza di mostro vestito da angelo sono stata... non mi portava mai fuori ,tutte le domeniche a casa oppure se lo chiamava il siuo amico e consorte correva lasciandomi a casa da sola...e tornava a sera tardi senza nemmeno un colpo di telefono se i muri della camera potessero parlare quante lacrime ho versato, stupida che sono stata mia madre santa donna, mi aveva messa in guardia che era un violento e falso venuto qui per farsi un po' di soldi finire la casa ,e partire trovandosi una serba e io? la risposta e' semplice gli ho solo fatto comodo...dentro di me ho l'inferno attaccata ormai a lui, e volerlo lontano anni luce da me dalla mia vita ho scritto questo perche' ho tanto dolore e come un vulcano che sta' per esplodere mi sento sfinita nel animo e nei sentimenti .
Una cosa e certa ,lui mi ha solo usato lui dice di no ma non ci credo tutti i fatti mi danno ragione, e adesso come un uragano e' finito tutto e alle donne dico di non lasciarvi andare al mal d'amore io ne so qualcosa e per questo porto la mia storia a voi i vostri giudizi

UNA LENTA E INDOLORE EUTANASIA

Testimoniare vuol dire essere arrivati al punto di uscire fuori da se stesso e guardarsi come un oggetto distante. Sono arrivata a questo punto, anzi a questa necessità per trovare una via d’uscita. Non so se l’uscita significhi esclusivamente la chiusura di una storia o una diversa interpretazione della storia, o una lenta e indolore eutanasia.
La mia storia è quella di tante altre donne, nate fragili, alla ricerca di conferme, modello che si ripete anche nel mondo lavorativo. Ecco, nel lavoro ho trovato la strada perché l’apprezzamento di ogni performance mi garantisce la soddisfazione. Ma nelle relazioni d’amore non funziona. Questa volta, quest’ultima volta ho imbroccato una strada che dall’inizio si è presentata chiaramente tortuosa. Non l’ho cercata, ma una volta entrata in relazione con questo uomo ne sono rimasta vittima. E a dire che fin dall’inizio è stato chiaro: non pretendiamo nulla l’uno dall’altra, non ci sono interessi di alcun genere, c’è solo il piacere di stare insieme. Ma il gioco vale per chi lo disegna, l’altro ci rimane invischiato se non conosce le regole. Ed io non le conosco. Mi ci butto dentro a capofitto, non lascio spazi dentro di me e le esigenze cominciano a crescere. Vorrei comunicare, aprire il cuore, vivere momenti di quotidianità che cementano il rapporto. Con lui, oramai è un anno, non c’è mai stato tutto questo. C’è stata passione, in un contesto tenuto sempre sotto controllo, famiglia, figli, lavoro. E’ un uomo più grande di me, con una posizione sociale e lavorativa di rilievo pubblico, il che lo porta ad essere sempre in guardia e terrorizzato. Insomma, da un anno vivo in attesa di una mail, di una telefonata. Passi avanti pochi, ma proprio perché sono assetata di lui mi sono sembrati giganteschi. E invece è tutto così coerente con l’impostazione che lui ha dato alla nostra storia, se c’è.
Adesso sto faticosamente cercando di limitare il dolore, di circoscriverlo, vedendolo oggettivamente come un uomo preda del suo bigottismo e conformismo. Ma rimane il sentimento e la passione e posso cercare di spegnerla lentamente, perché ora non saprei rinunciarci.

domenica, gennaio 03, 2010

GUARDARE INDIETRO PER COMPRENDERE



annablu Età: 40
Sono rimasta molto colpita da quello che ho trovato inquesto sito, e anche il modo in cui l'ho raggiunto.
Avevo sentito di sfuggita una frase che trovavo interessante, ma non ero riuscita a sentire l'autore della frase, allora l'ho cercata in internet. La frase è la seguente: "per vivere la vita si può solo andare avanti, ma per comprenderla si può solo guardare indietro".Non ho trovato la frase completa, nè l'autore, ma mi si è aperta la pagina del vostro sito, con un quadro di Monet che amo molto, e che ho anche in casa mia, "I papaveri" (una riproduzione naturalmente) e con una testimonianza del 10 maggio 2006 al titolo: "Non ho un'altra vita per cambiare" (http://maldamore.blogspot.com/2006/05/non-ho-unaltra-vita-per-cambiare.html#links). Ho letto incuriosita la testimonianza della ragazza, questo perchè sia il quadro che la frase del titolo mi sembravano molto indicative della mia esperienza. Ho trovato la tristezza e la mancanza di voglia di vivere della persona che scriveva molto simili alle mie, anche se per motivazioni totalmente diverse.
Infatti la mia vita è cambiata totalmente in seguito ad un trauma causatomi dal ragazzo che frequentavo all'età di vent'anni, cioè esattamente vent'anni fa.
E' come se in quell'attimo fossi morta, o almeno una parte di me è morta,anche se sono ancora viva e ho potuto realizzarmi in diversi campi. A differenza della ragazza che ha raccontato la sua esperienza, ho vissuto il resto dei miei anni avendo un rapporto molto soddisfacente con quello che è diventato mio marito, ho due splendidi figli, ho un lavoro più che dignitoso, una casa funzionale, conduco una vita più che normale, ma qualcosa dentro di me si è rotto, come se non si possa più aggiustare. Ho trovato molto strano il fatto del quadro di Monet perchè più volte ho pensato guardandolo (e avendolo in casa lo guardo spesso) che rappresenta la parte bella del rapporto avuto con quel ragazzo, sia perchè ricordo una splendida mostra di Monet che andammo a vedere a Ferrara, proprio nel posto dove mi ha causato il danno che mi ha causato, sia perchè mi ricorda il luogo dove è cresciuta mia madre e dove spesso sono andata da piccola, il posto in cui mi sono sempre sentita più a casa. Come fare per risolvere il nodo della mia vita? Non che non ci abbia provato in vari modi, non che non abbia avuto varie cose belle dalla vita, e non che non ne abbia viste anche in quel rapporto così contratasto, che mi ha dato tanta gioia ma nello stesso tempo anche tanto dolore, che non riesco ancora a risolvere dopo tanti anni. E' proprio vero che anch'io non ho un'altra vita per cambiare? Io un'altra vita l'ho avuta, ma non sono riuscita a cambiare, o almeno a tornare come prima. Ed è vero che per vivere la vita si può solo andare avanti ma per comprenderla si può solo guardare indietro? Io guardo indietro ma non so esattamente cosa devo comprendere.

ESSERE CONSIDERATO UN MOSTRO

Bored Milord Età: 34 Sono un uomo, ho 34 anni e questa è la mia testimonianza:
Alcuni anni fa, dopo una vita molto movimentata fatta di amicizie divertimento e conoscenza di ragazze sempre nuove ho sentito l'esigenza di cambiare il mio stile di vita. Senza accorgermene e senza sforzo ho abbandonato i divertimenti basati sulle relazioni occasionali ed i brevi legami. Ho conosciuto una ragazza con la quale ho impostato un rapporto più responsabile e più "sentito" Così mi sono trasferito all'estero nella sua città.
Ho sempre lavorato appena raggiunta la maggiore età, questo mi ha permesso di disporre di un piccolo gruzzolo necessario per il trasferimento, l'affitto e l'arredamento della nuova casa all'estero. Inoltre il lavoro che svolgevo e che svolgo mi permetteva di continuare a lavorare anche se ero solo saltuariamente in Italia. Questa situazione però mi costringeva a trascorrere dei periodi in italia lasciando sola la mia ragazza nella casa che avevamo preso. Il suo stipendio di apprendistato era più simile ad un rimborso spese.I nevitabilmente le spese ci stavano soffocando e si era palesata la necessità che io trascorressi più tempo in Italia per seguire meglio il mio lavoro che rappresentava quasi l'unica fonte di reddito.Questo a lei dispiaceva molto così mi chiese di trasferirci in Italia, era disposta ad abbandonare il suo apprendistato. Avevo sempre avuto l'impressione che a lei non piacesse molto lavorare, alzarsi presto la mattina tutti igiorni. Più di una volta mi aveva detto che non vedeva l'ora di essere inItalia e di non doversi più svegliare la mattina alle sette. Le feci capire che l'Italia aveva prezzi più alti rispetto al paese dove vivevamo prima e che se avessimo voluto trasferirci avremmo dovuto incrementarele nostre entrate mensili. Lei era entusiasta. Andammo a vivere in una casa di mia proprietà evitando il problema dell'affitto. Tuttavia le spese erano molte e mi accorsi che l'esperienza all'estero aveva completamente azzerato le mie riserve economiche facendo andare in rosso il conto in banca. Lei mi rincuorava dicendomi che sarebbe passato questo momento. Mi diceva di cercare lavoro, ma non lo faceva realmente, si dedicava alla casa agli animali che avevamo ed alle sue passioni.La situazione economica ovviamente peggiorava, riuscivo a malapena a sanare i vari debiti così da non andare in negativo. Le proposi di darmi una mano nel mio lavoro, se avesse alleggerito alcune delle mie mansioni avrei potuto produrre di più. Lo fece, ma in maniera svogliata senza dimostrare di volerlo fare davvero. Il mio umore ed i miei sogni cominciavano a vacillare. Uscivo lamattina di casa alle sette di e tronavo 13 ore dopo ma economicamente facevo la vita di un disoccupato, senza potermi permettere neanche una pizza il sabato sera.
Dopo quasi un anno le cose non cambiavano, lei non cercava lavoro e non le piaceva aiutarmi nel mio. Quando le facevo notare che così non riuscivo ad andare avanti mi proponeva la sua visione dell'amore "due cuori e una capanna" mi diceva che non era importante il lavoro i soldi ma lo erano altre cose. Ovviamente io facevo da filtro per lei che non si rendeva conto nonostante i miei sforzi della situazione grave che dovevo tamponare. Le cose sono degenerate con il tempo e il mio umore era sempre peggiore. Vedevo disinteresse nei confronti dei problemi che vivevamo e spesso sul lavoro avevodelle noie per errori di distrazione che lei commetteva. Quando le facevo notare queste cose si arrabbiava dicendo che io non ero capace a spiegare bene le cose. Iniziai a fare anche altri lavori per avere altre entrate. Nonostante lei vedesse il maggiore introito economico a fine mese, metteva in dubbio la mia fedeltà e le deva fastidio quando la sera rientravo tardi. Nel tempo sono cambiato, ho perso un po' della mia allegria e della mia spensieratezza, mi sento solo anche se fisicamente non lo sono, credevocomunque che le cose sarebbero potute solo migliorare e speravo in quello. Ma pochi giorni fa entrando in camera da letto ho trovato sul suo comodino dei fogli stampati girati a faccia in giù, li ho fatti cadere e così li ho letti,in questo modo ho saputo dell'esistenza di questo sito sul quale sto scrivendo. Lei aveva fatto delle ricerche sulle donne che amano troppo.Collezionando e stampando articoli che narrano di donne che si annullano per i loro uomini. Storie di uomini padroni e di donne che vengono umiliate. Consigli di psicologi che suggeriscono come liberarsi dal "mostro"
Quanto è strana la vita.. Quanto è strano scoprire ad un certo punto di essere un mostro. Quanto è facile dare a chiunque tranne che a se stessi la colpa delle proprie sventure.

MIA MOGLIE MI HA DETTO CHE NON MI AMA PIU'

Andrea Età: 34 Buongiorno sono un ragazzo di 34 ho un lavoro sicurocome operaio sposato da 7 anni e stato fidanzato da 7 anni con mia moglie di33 anni anchessa ha un lavoro sicuro da impiegata ,insieme abbiamo voluto unfiglio che ora ha 4 anni un maschio ,abitiamo in una casa dataci a disposizione dai miei genitori, essa è attacata a casa dei miei genitori,perche’ non avevamo allora disponibilità economiche per acquitare una casa e neppure oggi abbiamo denari a sufficienza per comprarne una e non ci è mai piaciuto fare debiti .vado al problema,
Quindici giorni fa mia moglie mi ha detto che non mi ama piu , si sente vuota svuotata , “uso una sua frase il nostro rapporto è come una pannocchia che giorno per giorno ha perso i suoi chicchi e che ora non ne ha piu’ne è rimasta solo il torsolo e che i chicchi non si possono piu’attacare” molto chiara nel concreto. Devo dire che quando me lo ha detto mi si è gelato il sangue ,perche forse nonme lo sarei aspettato anche se ora riflettendoci parlandone con lei era datempo che non funzionava ed io incosciamente non ci ho dato peso ,perche leifin dalla nascita del piccolo ha sempre orgogliosamente accudire il piccolodandogli tutta se stessa senza risparmiarsi visto che per me rimaneva quasiniente ,forse la cosa mi ha pesato un po’ e gle lo ho fatto notare ,ma vedevoanche che lei era cosi contenta che ha me comunque stava bene e che comunque lamamma per il proprio figlio è tutto,ma questa mancanza si rifletteva poi neimiei mododi di fare un po irascibile un po “cattivo” un po cosi , non so se misono spiegato.Poi sono accadute cose o situazioni con i miei genitori che a me non pesavanoma a lei mi ha detto poi le sono pesate molto e che l’anno fatta stare male,ma male male , e che metabolizzava ma non dimenticava e cercava di andareavanti per il bene della famiglia ma notai una certa irrascibilita su di me laquale non me la spiegavo e non la capivo, ma poi me ne ha parlato, ero in unasituazione in mezzo a due problemi , lei che non stava bene e l’altra con imiei genitori non volevo discutere con loro forse in debito per averci messo adisposizione la casa, cercavo di mediare da una parte e dall’ altra.Ha avuto giorni di crisi forse da lei mascherati o non visti da me mi dicevache lei non era una brava mamma e io le dicevo non era vero e a me dispiacevamoltissimo ,per sentirsi un po meglio si confidava con le sue amiche usciva aballare a divertirsi e vedevo che lei stava meglio e ha me la cosa nondispiaceva ma pensavo che qualcuno potesse portarmela via , ma lei miraccontava tutto e questo mi confortava ed io non le ho mai vietato nienteperche so che è una persona di cui ci si puo’ fidare e non mi ha mai dato aditodi pensare il contrario.Io invece non uscivo perche mi sento timido forse non so fare a relazionarmicon l’altro sesso e forse perche’ non mi sento bello esteriormente forse hopaura del rifiuto, quindi stavo bene a casa mia con mia moglie e il piccoloavevo tutto ,un tetto una persona che mi acudiva ,sesso ogni tanto ,tv,divano,un auto un figlio,una persona accanto , giornate di ferie daconcordare, stavo bene, benee??Forse a me stava bene cosi o ero comodo cosi ,ma lei forse le mancava qualcosa.Quando capitava che qualche mio amico ormai diventati pochi anzi uno me lochiedese allora accettavo volentieri, mangiate tra amici addiii al celibato maniente di piu uscite neutre e sempre nel cuore la mia famiglia la sicurezza diqualcosa gia raggiunto, ma volte ho avuto pensieri sessuali primordiali ma poila ragione ha sempre avuto un ruolo primario e fondamentale di fedeltaconiugale nel rispetto di lei ma sfogati con masturbazioni. Visto che il sessoa lei non interessava piu di tanto, sesso monotono mai una trasgressioe ,capitata per altro circa tre mesi dopo esserci messi in sieme (io sono statoper lei il primo e lei la prima nella sfera sessuale e cio ci riempiva diorgoglio). Forse non so se mi sono spiegato, comunque abbiamo esaminato forse a fondo ilnostro rapporto e siamo arrivati alla conclusione che l'amore fra noi si è definitivamente spento ma è rimasto forse un bene reciproco un bene come se nepossono avere due fratelli , ma L' AMORE forse quello NO" ( siamo sempre stati leali fra di noi e non ci siamo mai traditi , io ho avuto le mie colpe e lei ha le sue , la famiglia Rimane davanti a dio una sola e che lei ci a semprecheduto e tenuto tantissimo ma non riesce a stare accanto a me solo perche“deve starci” ) , sempre insieme abbiamo deciso per ora per il bene delpiccolo perche consideriamo che questa e la sua casa il suo punto fondamentalela sua sicurezza qui è nato qui a tutto, di rimanere sotto lo stesso tetto e ame non dispiaceva e che non l’avrei certo mandata via per non fargli pesare lanostra situazione di coppia , ma con la differenza tangibile per noi dicoricarsi alla notte in due letti diversi per coerenza di sentimenti nei nostriconfronti insomma di fare i separati in casa e di non far sapere nulla al difuori di casa “forse per ora” per non dar dispiaceri ai rispettivi genitori edamici, poi ci siamo detto che se capitasse di fare incontri con altre persone cioe di fare i "ragazzi” di non portare nessuno li , ma di tenerlo al di fuoridelle quattro mura".che situazione strana e spiacevole tutta questa situazione ne sono veramente rattristito e non so e ho piu certezze ho un figlio dacrescere insieme alla donna per la quale ho investito molti anni della mia vita.A me piacerebbe molto che lei fosse la mia migliore amica perche la ritengo unapersona intelligente e per niente superficiale mi dispiacerebbe perderla sottoquesto punto di vista.Sempre di comune accordo per ora lasciare tutto quello che a gravitato attornoalla nostra famiglia inalterato , conto in banca in comune, faccende domestiche,rutin quotidiana inalterata uscite con il piccolo , cene con amici ecc. tuttoquesto sta succedendo prorio in questi giorni ,chissa se stiamo percorrendo lastrada giusta.Io In casa quando c'è lei mi sento "tranquillo" , ma al momento del distaccodella notte mi sento "solo" il letto mi sembra enorme ed io piccolo,e a volte mi sveglio con la consapevolezza di essere li da solo e lei di sopra da sola, penso che anche lei non se la stia passando affatto ho notato che con il piccolo è forse meno tollerante e le da fastidio un po tutto non ha piu quelrapporto quella comprensione quella pazienza che conoscevo in lei e questo midispiace molto forse non sa nemmeno lei come fare a venirne fuori e mi dispiacetantissimo, al lavoro non combino gran chè non mi va di fare, cerco in iternetdi documentarmi e provare a cogliere qualche rimedio e sentirlo mio ma non netrovo , dovrei reagire forse , dovrei uscire, ma dopo anni è fatica non lasento piu come una volta, (sono sempre stato timido nell' approccio, ma ledonne o ragazze non mi spaventano, mi piace incrociarle guardarle certamente non le evito) ma poi con chi ? I miei pochi amici anno anche loro una famigliae non mi va di dargli il mio peso , al momento sicuramente non mi va dicoinvolgermi emotivamente, non so ma forse mi farebbe piacere o forse no non loso nemmeno io quello che voglio e quello che mi farebbe stare meglio, forseparlare con gente nuova ma io sono timido, o forse parlare con gente checonosco cosi evito la timidezza , ma chi lo sa.Forse mi farebbe piacere in questo momento una situazione tipo conoscere qualcuno ma come se sono timido e scusate la parola "scoparmela" subito magari 2, 3, 4 ,volte e basta, forse non so forse me ne pentirei poi di usare con una persona per tale scopo per farla stare male per sentirmi di averla usata solo per il mio scopo di un attimo di “felicita’”Mi manca qualcosa la mia serenita interiore il mio equilibrio , sono una persona che a bisogno di certezze per vivere bene ha le sue abitudini come sipuo’ cambiare o reagire a questa situazione,quando vedo mio figlio mi viene dastringerlo forte a me come a cercare un affetto una sicurezza un sollievo alla mia anima, mi fa stare meglio,non voglio perdere il suo affetto, sono anche una persona istintiva a volte, ora mi capita di non esserlo mi sento riflessivo e pacato piu’ ponderante pensieroso con una grande tristezza nel cuore , forse mi manca il passato questo mi manca??Non so non vedo sicurezze ne tantomeno certezze per il mio futuro sono un po giu' e non so esattamente come reagire mi sento in una dimensione nuova .Le chiedo gentilmente se lei puo in qualchè modo aiutarmi o darmi qualcheconsiglio ,la ringrazio molto lo stesso e mi scuso se ho scritto in modo scorretto o male .GRAZIE MILLE

SESSO VIRTUALE

d.ally Età: 34 La mia Storia: Sono una donna di 34 anni, separata da unanno.
Sto vivendo una relazione "virtuale" con uomo che vive dall'altra parte del mondo. Lui è un avvocato di 52 anni, separato. L'ho visto di personaper la prima volta, in Italia, tanti anni fa ed ho avuto il classico "colpo di fulmine".
L'ho contattato dopo la separazione e lui ha risposto con altrettanto interesse. E' iniziata così, una serie di scambi di emails, sms e conversazioni in chat (di natura prevalentemente sessuale e per me è stata la prima volta e spero anche l'ultima). Nel tempo si è passati anche alle telefonate, però solo se si trovava in Italia. Cioè molte volte... spesso, mi sono accontenta delle briciole di tempo che mi dedicava. Ho alimentato questa mia infatuazione, solo nella promessa e speranza che ci potessimo frequentare di persona, per cercare di costruire un rapporto di qualità migliore. Sin dall'inizio, ho creduto che potesse anche innamorarsi di me. (Ma arrivando al punto) è che la cosa che oggi mi inquieta, è che dato che lui difende pedofili,(anche se penso che sia un errore, identificare un avvocato al possibile criminale che difende...) ho paura che dietro a quello che sembra provare per me, ci sia un interesse perverso e deviato... che in realtà non abbia nessuna intenzione di incontrarmi e che tutto quello che voglia sia solo del sesso virtuale. Non è quello che voglio io però, e voglio mettere fine a questo, solo che ho paura di non riuscire a dire basta, non trovare la forza in me stessa.Come si può uscire da questi circoli viziosi della propria mente e imparare ad amarsi un po' di più? Come faccio a capire se dietro al suo interesse ci sia un reale coinvolgimento o una perversione, se è sempre sfuggente? Mentre io continuo a giustificarlo. Quali domande potrei fargli per capire? Grazie.

venerdì, gennaio 01, 2010

SINDROME DI OTELLO E FINE DI UN AMORE

ciccia Età: 35 La fine di un matriminio di lunga durata credo che di per sè sia dolorosa, quando poi questa avviene per una gelosia diagnosticata patologia " sindrome di Otello", un senso di impotenza, di inadeguatezza, di fallimento totale ed assoluto ti pervade, ti riempie il cuore e l'anima. Due anni trascorsi a lottare, a cercare di fare capire all'altro che lo ami più della tua vita, che è di te che si deve fidare, che tu sei l'oggetto del suo delirio, ma anche la sua salvezza.non è possibile perdere un grande amore così, non riesco a farmene una ragione,sogno incessantemente una riconciliazione che non potrà mai avvenire se non dopo un percorso terapeutico anche farmacologico. chi non è mai stato male peramore non può capire. il mondo ruota attorno alla persona che ami, tutta la tuavita ha una progettualità che lo interessa in prima persona e che crolla quandolo perdi. E' facile dire rimettiti in gioco!!! ma di quale gioco stiamo parlando? forse parliamo d'amore?non mi voglio piangere addosso, non serve a nessuno. ma per una volta provate a mettervi nei miei panni: "Il mio uomo, il padre dei miei piccoli e stupendi bambini, mi accusa di continui tradimenti,inesistenti, ma per lui assolutamente reali; mi perseguita, invade il miospazio vitale, mi imprigiona, mi invita con autorità a non andare più a lavoro,vede amanti ad ogni angolo, perquisisce la mia persona e i miei effettipersonali, mi umilia, mi da della escort, mi intima confessioni che non potròmai fare........ Alla fine, il dolore è troppo forte, mi lascia. "Linguamortal non dice quel ch'io provava in seno". provo a tradurre in un termine " disperazione" Inizi con le dissertazioni filosofiche sul perchè proprio a te, ma non esiste una risposta. forse bisogna solo imparare ad accettare ciò che non possiamo cambiare. ma la strada è lunga e difficile, tutta in salita.la domanda che sovente mi viene è sempre la stessa: " si può andare avanti con una ferita sempre aperta, che di rimarginarsi non ne vuole sapere, che ancora spera nell'unico grande amore della sua vita?" io non sono capace di dare una risposta, spero che qualcuno mi indichi la terapia per una sofferenza che appare senza confini....