martedì, settembre 25, 2007

BISOGNO D'AMORE

Claupat Età: 34 Carissimo Dottor Cavaliere ho 34 anni dopo aver visto una testimonianza di una donna in un programma televisivo sulla rai in cui lei era presente e ha dato i suoi consigli , mi sono ritrovata senza saperlo in molte cose che la donna ha raccontato e così subito dopo sono corsa sul suo sito e ho anche iniziato a leggere il libro della Norwood. Non so da dove partire quello che so è che sono molto infelice e non vorrei più esserlo…. la mia infanzia è stata penso tranquilla anche se per motivi economici della mia famiglia trascorrevo le estati con i miei nonni e quando penso all’affetto lo sento più per loro ( che non ci sono più) che per i miei genitori. Tutto è durato fino ai nove anni quando per mia grandissima felicità ho visto realizzarsi il mio desiderio più grande: la nascita di mia sorella. , della quale mi sono presa cura perché la necessità di lavorare dei miei genitori continuava…. così a nove anni io mi sono sentita come una "mammina" edi questo ne sono stata molto felice anche se avevo le mie responsabilità che non accadesse nulla a me e a mia sorella. Per quanto riguarda il rapporto con mia madre non mi ricordo da quando ho l’età di ricordarlo una carezza o sentirmi dire “ti voglio bene” è sempre stato un rapporto un po’ distaccato nel senso che con lei parlavo( intorno ai 12 13 anni e così via) sì ma della scuola dei miei compagni del fatto che non si doveva fumare non si dovevano raccontare bugie , raccontavo quello che facevano i miei compagni , ma non ho mai confessato una sola volta di quando ero “innamorata” di qualcuno, non ho mai avuto confessioni “intime” con lei e non parliamo di mio padre di cui posso dire solo della sua severità….. con lui i dialoghi erano solo a tavola del più e del meno e poi non sono mai potuta uscire (neppure quando avevo l’età per farlo) perché ancora adesso con mia sorella che ha 25 anni l’orario d’entrata è l’ una dopo mezzanotte. Per me erano le 23 e cosi a 15 16 anni ho perso i miei amici perché certo non stavano ad aspettare me che non potevo andare da nessuna parte. E VOGLIO DIRE CHE NON HO MAI DATO NESSUN MOTIVO DI NON FIDARSI DI ME, perché mi sono sempre dimostrata molto più matura dell’età che avevo e non mi sono mai comporta “male”(come intendeva lui, non ho mai fumato bevuto e forcato una volta la scuola. Non gli ho dato mai motivo di vergognarsi di me….così sono arrivata a 19 anni senza aver un ragazzo senza mai essere andata una volta a ballare.. senza le esperienze che hanno i ragazzi di quell’età….a 19 anni frequentavo le scuole superiori e ho conosciuto l’uomo che ho AMATO più di me stessa nella vita…lui ha 11 anni più di me …dopo la “paura iniziale” di mio padre finalmente siamo riusciti a metterci insieme …ci siamo frequentati per tre anni durante i quali pur essendo fidanzati “in casa” l’orario del rientro erano sempre le 23… io ero felice perché lo amavo e mi sentivo amata e così dopo tre anni ci siamo sposati. IO ERO LA PERSONA PIÙ FELICE DEL MONDO, e nonostante fossi giovane(22 anni) e molto timida, siamo andati ad abitare in un posto dove non conoscevamo nessuno…ma non AVEVO NESSUNA PAURA senza esperienza di alcun tipo ho portato avanti molto bene la mia famiglia perché io avevoL’AMORE VICINO E NESSUNO MI AVREBBE FERMATA. Se prima ho detto che è stato l’uomo che ho amato di più di me stessa è perché avrei dato la mia vita per lui…e 2 anni dopo è nato per nostro volere nostro figlio….io ho raggiunto tutto nella vita (così credevo) è stato un rapporto davvero bellissimo ( a parte in due o tre circostanze in cui lui mi ha detto cose che mi hanno fatto male ma alle quali sono passata sopra, ma che sono ancora li)…finché nel 2000 sono arrivati ad abitare vicino a noi una giovane coppia che lui tra l’altro conosceva …da qui è iniziato il contatto con loro e pian piano il nostro distacco….. lui iniziava a fare apprezzamenti sulle altre donne in mia presenza, a farmi vedere quanti io fossi in difetto rispetto a loro a umiliarmi , ma io facevo finta di niente e andavo avanti …poi ha iniziato a entrare in una chat e per riassumere né ha scritte di tutti i colori ma io pensavo che finché si scrive…forse è uno sfogo …poi ha iniziato ad andare a trovare queste sue“amiche” e me lo diceva ed io credevo che fossero tali e avevo la piena fiducia nonostante sapevo cosa scriveva nei messaggi perché controllavo il telefono…. così fino al 2003 che non abbiamo più avuto “rapporti intimi” e io dopo che mi sono comprata un cagnolino che lui inizialmente non ha accettato sono andata a dormire nella camera con mio figlio. E tutto questo è avvenuto così perché io sapevo ma facevo finta di non vedere… passiamo al 2006 quando le uscite sono diventate più frequenti e la scusa di andare a fare i massaggi alla schiena da una amica non mi convincevano più anche se ci ho creduto per molto….. così ho messo un telefono spia in macchina e ho scoperto che aveva una relazione con un'altra e non ci volevo credere neppure allora quando l’ho sentito con le mie orecchie…. era una relazione solo di poche ore senza sentimenti ma solo sessualee non l’ho interrotta. Sapevo, soffrivo come non ho mai sofferto e l’ho lasciata andare facendo finta di credere alla storia dei massaggi , MA ORMAI L'AMORE PER MIO MARITO ERA SPARITO DENTRO DI ME . Quest’anno a marzo del 2007 per strana coincidenza ho dovuto portare più volte l’auto in riparazione e qui ho conosciuto un ragazzo di 4 anni più giovane di me che dopo aver capito che avevo dei problemi coniugali ha voluto il mio numero di telefono …gliel’ho dato ci siamo visti alcune volte ,…e io non so perché mi sono sentita innamorata e per questo ho deciso all’istante di seguire mio marito di smascherarlo e di chiedere la separazione che è quello che DESIDERAVO DA UN PO’ MA CHE NON AVEVO IL CORAGGIO DIA FARE.Così ho fatto e lui ha semplicemente confessato di aver sbagliato e che era anche colpa mia, ma quello che non ho detto è che: SE TUTT’ORA NON RIESCO A PERDONARGLI CIÒ CHE HA FATTO È PERCHÉ MENTRE VEDEVA L’ALTRA MI PRENDEVA IN GIRO MI UMILIAVA DAVANTI A NOSTRO FIGLIO E CONTINUAVA A DIRMI CHE DOVEVO STARE TRANQUILLA SULLA SUA FEDELTÀ ED HA UMILIATO E TRASCURATO ANCHE NOSTRO FIGLIO ED È QUESTO CHE NON PERDONO….ma è riuscito a convincermi di aspettare di riflettere di non agire d’impulso e che lui non saprebbe dove andare e con lo stipendio che prende sarebbe davvero dura…così ho aspettato e sto cercando un lavoro perché me ne voglio andare via io….ma non riesco a fare nulla sono diventata insicura di tutto ….sono passati ormai 5 mesi e siamo ancora nella solita situazione lui fa finta di niente anche se gli dico che voglio la separazione…. e io continuo ad aver paura di espormi a non aver fiducia in me …e poi continuo a vedere l’altra persona senza la quale mi sembra di morire di soffocare ….ma so già che a quella persona non importa di me perché non micerca mai, non mi invia mai un messaggio, mai una chiamata tranne quando vuole sfogare i suoi altri “bisogni” e io non so dire di no, non riesco a non vederlo non ce la faccio senza sentirlo, NON CE LA FACCIO SENZA AMARE QUALCUNO COSA DEVO FARE DOTTORE? Perché NON RIESCO A LASCIARE MIO MARITO CHE NON AMO PIÙ, oppure preferisco andare via io di casa, piuttosto che vederlo andare via lui? So che senza di lui potrei ricominciare a rinascere e a mettere un po’ da parte il male che mi ha fatto, ma perché è così difficile….e perché non riesco a non vedere più l’altro ragazzo che sento di amare , ma che non corrisponde per niente i miei sentimenti. (o forse ha paura).VORREI USCIRE DA TUTTO QUESTO ANCHE PER MIO FIGLIO CHE MI VEDE MOLTO SPESSO PIANGERE ED ESSERE INFELICE E NON SO FINO A QUANDO CREDERÀ ALLA STORIA CHE È SOLO UN PO’ DI STANCHEZZA

FARO' TESORO DI QUESTO FALLIMENTO

david Età: 29 Salve a tutti. premetto che la mia testimonianza ormai è da considerare al passato visto che la mia storia è finita da un mese e devo dire che leggendo i vostri articoli mi sono praticamente rivisto nelle vostre parole come una persona dipendente da un'altra. io sono un insegnante di fitness e ho conosciuto questa ragazza in palestra, inizialmente data la sua età19 anni è nato tutto per gioco e frequentavamo rispettivamente due persone. Piano piano ci siamo resi conto della grande attrazione reciproca che avevamo e quindi decidemmo di metterci insieme, da qui inizia il mio annullamento come persona. praticamente giorno dopo giorno mi dedicavo solo a lei, avevo abbandonato tutto e se fosse servito avrei abbandonato anche il resto fortunamente non lo feci, purtroppo sempre per la sua giovane età ero tornato nella fase adolescenziale con orari ristretti genitori pesanti e un lavoro da parte sua che all'epoca mi rovinò l'esistenza. non riuscivo a stare un minuto senza sentirla un minuto senza vederla più i giorni passavano e più ero depresso quando non c'era a tal punto di piangere come un bambino. come potrete immaginare questa mia sofferenza la gettai sul rapporto iniziando a incolpare lei per la non presenza, me la presi con i genitori e con il suo lavoro perchè volevo che lei lottasse contro tutto e tutti, non andò così. dieci anni di differenza sono tanti quindi forse anzi sicuramente le chiedevo cose difficili per la sua età ma avevo paura di tutto, qualsiasi cosa si intromettesse tra noi era sinonimo di litigi sempre fondati da me. ora è finita ponendo così veramente la parola fine ad un dolore acuto mai provato per otto mesi, ma leggendo l'articolo sulla dipendenza affettiva mi sono rivisto in tutto e per tutto e anche se sto soffrendo come un cane per la sua assenza per non avere più una persona sulla quale appoggiarmi e magari appoggiare capisco che bisogna amare di meno gli altri e amare più se stessi, farò tesoro di questo fallimento per non ricadere in questa atroce sofferenza prima dopo e durante un rapporto. la cosa strana è che non mi era mai capitato anzi sicuramente sono sempre stato dalla parte opposta a vedere dal mio piedistallo la sofferenza altrui. grazie dello spazio che mi avete dedicato e spero di ricevere una risposta e un consiglio!
Le rispondo con un significativo brano:
"Ora che vi ho detto tutto sull'amore, non crediate che io ne sappia più di voi: il ragazzino, il bimbo appena nato ne sanno quanto me.L'unica differenza è che lui, che non ha anni e ancor meno esperienza, crede ancora a ciò che lo tormenta; mentre noi, che siamo carichi di anni e di esperienza, cerchiamo di affidarci ad essi per rendere meno dolorose le nostre illusioni. Eppure con tutto ciò, sappiamo forse amare meglio di lui?" - M.Chebel, Il libro delle seduzioni (1996)

CI RIUSCIRO', LO SENTO

gaia Età: 38 Leggendo gli articoli mi sono resa conto di quanto io sia e forse sono dipendente d amore, ho letto anche una testimonianza ed è così, ki subisce molestie da familiari si chiude e si sente di non aver diritto di essere amata. A 14 anni mi fidanzo con un ragazzo più grande di me, lui giocatore d azzardo, i miei non vogliono ma io si..finisce male capisco a 19 anni che non è l'uomo della mia vita dopo un aborto.. resto incinta di lui..dopo due anni conosco il padre di mio figlio, ex tossicodipendente, in 13 anni di matrimonio oltre ai suoi problemi di salute, subisco violenze fisiche e psicologiche, lui un insicuro ma aggressivo... arrivo a pensare alla morte, ma mi rendo conto un giorno che non è così che deve andare e lo lascio, sì ma mi rendo conto che c è qualcosa che non va in me, sono vittima? sono carnefice? sono entrambe!! faccio la vittima per farmi compatire e la carnefice per darmi forza sulla mia fragilità..ora so che anche io ho grossi problemi.. oggi legata ad un uomo sposato che nel momento in cui non si fa sentire io vado in paranoia, e guardo sempre il cellulare con la speranza di un suo messaggio, che piange per lui che si fa anche in questo caso vittima... no ora basta!!! è il momento di far uscire la bambina che è in me, l'adolescente cresciuta in fretta, affrontare la realtà e non nasconderla!! da piccola ho subito molestie da uno zio, non ne ho mai parlato e l'avevo pure dimenticato, ma un giorno un odore mi fa ricordare... mia madre non mi ha mai creduta...lei grande lavoratrice che per anni mi ha lasciata sola per lavorare, io portavo la casa avanti dall'età di 11 anni, lei che oltre ad essere sposata ha avuto un amante per tantissimi anni, ed io ho incolpato mio padre..io ho dovuto pagare anche per le loro scelte marchiata come figlia di... il mio ex marito me lo faceva pesare molto...oggi so quali sono i miei problemi ho voglia di essere amata di essere coccolata di non avere troppe responsabilità!! piano piano ci sto riuscendo ad avere stima di me perchè di qualità ne ho tante, sono una buona madre, socievole, cucino bene, mi piace leggere, voglio fare sport, tutti mi vogliono bene e ho tanti amici..non voglio fare più la vittima e non voglio fare più la carnefice...equilibrio...lapsicologa che mi sta aiutando mi dice che voglio divertirmi, che è giusto che lo faccia, e che ho ancora la voglia di innamorarmi si l ho ma adesso deve essere tutto diverso, sono una donna indipendente sotto tutti i punti di vista, forse anche questo mi manca appoggiarmi a qualcuno come si fa nelle coppie normali.. so di aver sbagliato di essermi assunta tutte le responsabilità e non dividerle con il fatto di potercela fare di essere convinta di poter fare tutto io, sindrome d onnipotenza.. ma non è così sono solo una donna fragile con le sue esigenze di vita e ke ha bisogno di amare ed essere amata ma nel modo giusto..ci riuscirò lo sento!!!

domenica, settembre 16, 2007

EPISODI TRISTI

La mia storia è molto lunga, dura ormai da quasi quindici anni. Sono un'insegnante e ho conosciuto M. a scuola. non è stato un colpo di fulmine, mi ha proprio conquistata con la sua intelligenza acuta (è ingegnere areonautico), l'ironia, la gentilezza, il calore che sa comunicare. Dopo qualche mese abbiamo cominciato a frequentarci: l'ultima mossa è stata raggiungermi al mare dove ero andata, in occasione dei morti, con mia madre e mia sorella: io uscivo da una storia triste, nella quale non mi ero mai sentita importante e questo gesto mi ha rassicurata del suo interesse per me. C'è stata una grande passione, un collante fortissimo che è ancora vivo, ma in questi anni sono accaduti anche episodi molto tristi: racconterò i più significativi.
Dopo quattro anni dalla prima volta, nei quali avvertivo però sempre una sorta di distacco (tipo: non usciva mai con i miei amici, non mi invitava con i suoi, le vacanze erano rigorosamente separate) che lui motivava con il suo carattere un po' schivo, accadde un incidente: mentre tornava dalla sua casa al mare è uscito di strada e, accorsa in ospedale, ho scoperto che al suo capezzale c'era la fidanzata. mi sono comportata da signora fingendo di essere una semplice amica e in seguito ho tentato in molti modi, anche dicendo la bugia che ero tornata con il mio ex, di allontanarlo dato che la fidanzata in questione aveva fatto in modo di farmi sapere che dovevano sposarsi e che io ero d'intralcio. Senza successo, fino a quando dopo altri quattro anni è stata lei a lasciarlo per sposarsi. Ed io là, ad ascoltarlo e a coccolarlo perchè si sentiva solo ma anche sperando in cuor mio che finalmente potesse scegliere me.
Purtroppo non è stato così, anche se la sua presenza si era fatta più assidua, avevamo cominciato a trascorrere insieme le vacanze, a volte dormiva da me. Finchè all'ultimo dell'anno del 2002 mi confessa tra le lascime di avere una figlia di nove mesi. mi dice anche di aver bisogno di me, che lei ha deciso di andare a vivere con un altro dal quale già attende un figlio, che devo pensare a lui come ad un separato con una figlia ed io lì ad ascoltarlo e coccolarlo, a promettere che ci sarò sempre. E ci sono stata fino a scoprire, dopo pochi mesi, che esisteva un'altra fidanzata e che la madre di sua figlia occupava (con la scusa che la bimba era piccola) e continua ad occupare buona parte del suo tempo libero.
E ci sono stata comunque fino a pochi giorni fa quando ho scoperto, casualmente, che avrebbe trascorso una settimana di vacanza con un'altra che lui definisce solo un'amica reagendo alle mie parole, sempre dolci e comprensive, come se il torto fosse mio.
Ora ho paura, perchè lo penso in aereoporto con lei ma già mi manca, perchè so che al ritorno ci sarò ancora, perchè l'ho messo al centro del mio mondo e senza di lui mi sento come una bambola di pezza, perchè appena squillato il cellulare e avevo già il cuore in gola sperando fosse lui.

DIPENDENZA AFFETTIVA VERSO MIA MADRE

Caro Dottore, sono un paio di giorni che sono venuta a conoscenza del vostro sito e del vostro lavoro. Ho 36 anni, sono un’insegnante di scuola media e mi sto specializzando nel sostegno ai ragazzi diversamente abili. Credo, anzi ne sono sicura, di soffrire di dipendenza affettiva, prima di tutto nei confronti di mia madre. Sono l’ultima di 4 figli, nata quando mia madre aveva quasi 40 anni, e nata nel periodo in cui mia madre veniva a conoscenza di una situazione lavorativa ed economica a dir poco disastrosa di mio padre.
Ho risentito fortemente, fin da piccolissima, del fatto che, “se se ne fosse accorta prima, non avrebbe concepito il terzo figlio”.
Sono cresciuta in maniera triste, ricordo il mutismo e lo stato di tensione dei miei, mio padre a volte urlava, mia madre piangeva in silenzio, la vedevo tutta rossa in viso e, se chiedevo spiegazioni, mi si rispondeva in maniera evasiva.
Avevo paura di questi stati di tensione violentissima, violentissima dentro di me, almeno, perché la maggior parte delle volte, evitavano di discutere per non turbare noi bambini, senza sapere che i bambini capiscono la tragedia anche da un semplice dettaglio.siamo sempre stati ritenuti una famiglia modello, di livello medio-alto, la nostra situazione economica è sempre dovuta rimanere all’interno delle mura domestiche, niente doveva trapelare, nessuno doveva sapere,e per ottenere ciò, si doveva vedere meno gente possibile. Ogni volta che volevo andare a giocare o studiare a casa di qualche compagna di scuola, si cercava una scusa per non mandarmi oppure mi veniva dato il permesso ma in un alone di mistero e dubbio. insopportabile!
Ricordo la mia infanzia con un papà sempre preoccupato e frettoloso ed una mamma rigida e sempre assorta nei pensieri, preoccupata, lo è anche adesso, di
dover far fronte a tutte le necessità domestiche, limitate dal suo lavoro di impiegata statale. Non ha mai frequentato amiche, l’unica persona che veniva a
trovarci era la sorella di mio padre che, conoscendo la situazione, cercava di portarmi via per due tre giorni e farmi “respirare” un po’ nella sua casa di campagna, con il suo cane. E’ morta prima che potessi dirle grazie dei momenti di serenità che mi regalava; avevo 13 anni.
La mia adolescenza si è manifestata come quella di tante altre ragazzine, ma non ho mai avuto occasione di confrontarmi con mia madre o con mio padre. Ogni
segnale tipico dell’età veniva represso bruscamente, non c’è stato mai un dialogo o una spiegazione esaustiva di quello che stessi vivendo e mi veniva anche limitata la frequenza di coetanei, per non “prendere una cattiva strada”.
Non parliamo poi della scelta del corso di studi e lavorativa!
Sono stata obbligata a studiare il pianoforte e a frequentare l’istituto magistrale, come le donne di un tempo. Detestavo il pianoforte e, ancora di più l’insegnante, che mi dava le pennate sulle dita per correggerne la posizione e poi volevo frequentare il liceo linguistico.
L’esame di maturità andò piuttosto male, uscii con il voto minimo e mia madre mi disse che “non valevo niente”, mentre i miei fratelli maggiori si erano licenziati con il massimo e frequentavano già brillantemente l’università. Ora sono due ottimi professionisti. A venti anni cercai di prendere la situazione in mano, opponendomi alla prosecuzione dello studio del pianoforte e intrapresi quella dell’organo liturgico. Entrai in conservatorio, comprai lo strumento con i primi tre stipendi di supplente di scuola materna, e iniziai a studiare sodo.
Purtroppo ho avuto la sfortuna di incontrare un maestro introverso e ansioso e, oltretutto, mentre mi accingevo a preparare l’esame finale di diploma, ho dovuto combattere, per un anno circa, contro il cancro. Ho vinto io, sono stata più maligna di lui!era il 2000, mi sono diplomata all’inizio del 2002.
Nel frattempo mi sono fidanzata con un ragazzo più giovane di me di 5 anni. Una
storia durata 8 lunghi anni di assoluta dedizione e tirannia e conclusasi qualche mese fa, terminata sulle macerie di un carattere dipendente, il mio, e uno prepotente e capriccioso, il suo.
Ho passato momenti bui, sia con lui, sia dopo la fine della nostra storia.
Quando i miei hanno saputo i retroscena della nostra relazione, mi hanno aspramente rimproverata, forse anche amata, non so, ma tutto quello che sono riusciti a dirmi è stato: “quanto sei stupida, ma come hai fatto a sopportare tutto questo?”.
Accidenti, veramente, come ho fatto a sopportare tutto questo e tutto il resto per 34 anni?
Dopo la fine della relazione mi sono buttata a capofitto sullo studio, ho conseguito la laurea abilitante per l’insegnamento della musica nelle scuole medie e mi sono iscritta al corso di specializzazione, che tuttora frequento, per docenti di sostegno.nel frattempo, dal 1994 ho sempre lavorato come supplente nella scuola materna ed elementare, facendo salti mortali per arrivare a tutto, sempre correndo per due province per raggiungere le scuole in cui lavoravo e il conservatorio. Stavo fuori tutto il giorno, mangiavo in macchina a 130 Km /h in corsia di sorpasso, per arrivare puntuale…Dio solo sa come ho fatto e quanto ho rischiato. Ogni sera rientravo a casa e i miei mi accoglievano con un radioso sorriso lodandomi per aver sputato sangue, mi si perdoni l’espressione, anche per quel giorno. Quanto ero brava!!!
Quest’anno, con l’arrivo dell’estate, e sospesi gli impegni per circa un mese, ho ritenuto opportuno riposarmi e svagarmi. Sono single, è finito l’incubo della “vacanza” al mare con tutta la sacra famiglia del mio ex fidanzato che non mi risparmiava di cucinare e badare alla casa ecc, ecc, pensavo di poter concedermi un momento mio. Ritrovata la serenità pensavo di poter liberamente uscire la sera con gli amici, con le amiche, anche con un solo amico, perché no.
Pensavo…mia madre ha iniziato la sua battaglia contro tutto questo. Forse mi vede fragile, forse mi teme preda di malintenzionati, forse mi vede un po’ troppo di aspetto “gradevole” per non essere importunata. Un ragazza perbene non esce la sera,non sta bene uscire la sera, la strada è piena di pericoli, una ragazza perbene esce il pomeriggio, chiama casa per rassicurare gli anziani genitori, anche quando sta fuori con gli amici e non vuole pensare ad altro che ad un momento di relax. Ha insinuato anche che sono una sgualdrina…!
E’ arrivata a chiamarmi di sera per sapere dove fossi e rimproverarmi per l’ora tarda (mezzanotte e mezza). Ora è una settimana che non mi rivolge la parola o lo fa molto malvolentieri,ed io è quasi una settimana che mi sono chiusa in camera per non vederla. Una tortura!. Ho rifiutato di uscire con chiunque per non avere ulteriori discussioni, esco solo per accompagnarla a fare la spesa e mi sento a pezzi. Non riesco a reagire, non provo neanche a farle capire che ho bisogno di svago, accetto solo passivamente il suo broncio e il suo piangere silenzioso, che mi ricorda tanto quello che vedevo da bambina.
Ho provato a sfogarmi con i miei fratelli (entrambi sposati, quindi ritenuti “giusti e perbene”), mi dicono di ignorare, di stare tranquilla e di capire e, nel caso, di spegnere il telefono quando sono fuori.
Non ci riesco. Non posso ignorare, sto morendo di sensi di colpa, perché faccio stare male mia madre, ma mi rendo conto che il mio comportamento è assolutamente normale, non mi sembra di esagerare, ho amicizie fidatissime, sono tutti colleghi e compagni di corso. Però, ora non riesco a godermi niente.
Ogni movimento, ogni respiro, dipende dal suo stato d’animo e sto male, anche fisicamente, provo un profondo dolore…
Caro dottore, non so se questo mio sfogo avrà, da parte sua, una risposta.
Voglio comunque ringraziarLa, anche per la sola attenzione nel leggere la mia mail. La saluto cordialmente.

ADOZIONE ED INSICUREZZE

Mi chiamo Debora ,abito in Piemonte ho 33 anni, la mia vita affettiva è sempre stata molto difficile. Sono stata abbandonata appena nata e sono stata adottata a 3 mesi; ma nonostante tutto vivevo l'adozione come una vergogna perchè i miei non volevano lo dicessi a nessuno ma a volte mi confidavo con qualche bambina. Di conseguenza ci sono stati dei pregiudizi da parte dei miei compagni di scuola e dalla maestra.Direte...cosa centra tutto questo con l'amore? Si,centra perchè le mie insicurezze le ho trasmesse in tutti i rapporti che sono finiti anche perchè la maggior parte non piacevano ai miei e mi dicevano sempre che mi prendono in giro.Questo mi ha portato ad essere insensibile a tutti i ragazzi che mi chiedono di uscire e li tratto come i tanti non ho nessuna intenzione di stare seriamente con nessuno per non soffrire perchè sto bene cosi'.Grazie per ascoltarmi Debora.

PERCHE' NON RIESCO A STACCARMI?

beh..è così strano scrivere ciò che sto vivendo..ma forse ciò mi può aiutare a stare meglio.La mia storia iniziò 5 anni fa..Ero appena uscita da una delusione amorosa..ma in breve tempo ero riuscita a rialzarmi..
Trascorsi 2 mesi..incontrai un ragazzo ..era il mio allievo infermiera.Ininizialmente non sapevo definire cosa provavo.. ma vederlo al lavoro tutti i giorni..mi faceva stare bene..iniziammo a frequentarci, anche se lui stava gia con un'altra persona..Mi ripeteva che con lei non stava bene,e sarà che eravamo insieme 24h/24 credevo a ciò che mi diceva..Attendevo che la nostra storia poteva essere vissuta alla luce del sole..ma dovetti per lungo tempo accontentarmi di ciò che mi dava..forse perchè avevo paura di perderlo del tutto. I momenti in cui piangevo erano molti. Lui spariva e tornava..fino a quando mi disse che per questioni economiche era andato a convivere con l'altra donna.. Li scattò qualcosa..e decisi di rompere ogni cosa.. Nonostante ciò continuò a cercarmi ,anche sporadicamente..e io arrivai a dirgli che se voleva incontrarmi doveva uscire da quella casa.. Lo fece..tornò dopo 15 anni che era fuori casa sua.. Tornò dai suoi..per me poteva essere una prova d'amore..no? Beh l'11 Aprile eravemo inseme..Alla luce del sole!! Dopo 3 mesi vissuti intensamente,senza grandi problemi..mi lasciò..Tornammo dalla vacanza,bellissima,e sparì..stavo male..di più..non avevo motivazioni ne spigazioni,silenzio..Sparì..Si fece nuovamente sentire dicendo che stava male che le mancavo.. il giono in cui mi diede queste spiegazioni.. improvvisamente cambiò umore,non potevo più avvicinarmi,,aveva tipo degli attacchi di panico..Sparì......Beh ogni volta che tendo a staccarmi mi cerca..ci si vede,ciò che viviamo insieme è molto forte..ma non c'è continuità...Perche cavolo non riesco a staccarmi..tanto lui mi cerca..e io non riesco a dirgli che ora mi merito di più...baci fra'

BANALITA' DEL DOLORE

gentile dottore, Ho 26 anni e mi fa strano scriverle questa mail perchè mi sembra un po' infantile parlare a degli sconosciuti della mia sofferenza. La mia storia è molto semplice, anche se per me è la cosa più complessa del mondo: il mio compagno (ex compagno, cominciamo a dare un nome alla realtà) due anni fa è partito per andare a lavorare in Francia. Io avrei potutuo seguirlo, ma lui non mi ha mai dato quel motivo in più per fidarmi del suo amore e andare con lui rinunciando al mio futuro. Sono una persona molto forte (questo è quello che dicono gli altri, perchè io al momento mi sento sull'orlo della follia) e quindi per dare l'ennesima dimostrazione della mia totale indipendenza, ho lasciato che lui partisse e da napoli, nostra città di origine, mi sono trasferita a Milano a lavorare. I due anni vissuti a distanza hanno logorato tutto ciò che di bello ci univa, abbiamo disimparato a condividere la nostra vita e quest'estate, dopo vari mesi di comunicazione univoca, lui mi ha lasciato dicendo di essere confuso e di non sapere più se mi ama. Sono passate quasi tre settimane. Non ci siamo più sentiti, non ci siamo più visti. E io penso ogni giorno che non arriverò a superare un'altra notte senza di lui. Ma il mattino dopo sono ancora qui. Mi sento stupida perchè mi rendo conto che il mio dolore, che a me sembra una tragedia umana, è condiviso da tante altre persone eppure io sono convinta che il mio sia più forte di quello di chiunque altro al mondo. Quello che mi terrorizza, oltre alle paure banali (sia chiaro, dico banali, non per sminuire la sofferenza, ma perchè queste paure sono fin troppo comuni) è che pur mantenendo (fingendo) un atteggiamento sereno nei confronti del mondo circostante, a volte penso che potrei davvero rischiare la follia: passo da stati di totale prostazione all'odio più furioso: so che il mio ex compagno continua la propria vita con serenità e questo mi fa impazzire. Mi chiedo come sia possibile smettere d'amare qualcuno così, come sia possibile che mentre io faccio fatica anche ad alzarmi la mattina, lui si organizzi viaggi con gli amici e serate in discoteca... ogni giorno spero che lui ritorni da me, ogni giorno sogno di picchiarlo con tutta la violenza di cui non mi credevo capace, ogni giorno immagino di partire alla volta di casa sua in francia per farmi dire in faccia che non mi ama più e ogni giorno mi rendo conto che altro che forte...io me la faccio sotto dalla paura...Ho paura di andare avanti, paura di ammettere che è tutto finito e soprattutto ho paura di dimostrarmi debole. Io sono sempre stata un punto di riferimento per gli amici, la mia famiglia, i miei coinquilini. io sono quella che non piange, che non urla, che cade e si risolleva (già in passato ho perso un grande amore e ancora non so come abbia fatto ad innamorarmi di nuovo) e oggi mi sento la persona più sola del mondo anche se sono tante le persone di cui mi circondo quotidianamente. Le uniche persone con cui riesco a parlare sono i miei genitori, tutti gli altri non li ritengo all'altezza, barricata nella presunzione di essere l'unica vera persona in grado di soffrire... avevo pensato di rivolgermi ad uno psicanalista, ma allo stesso tempo la mia razionalità mi impone di superare tutto questo da sola, mi ammonisce che non è possibile che per superare un amore si debba ricorrere ad un medico... Vorrei sapere se anche tutto questo è normale, se sono paranoica...o se anche queste sensazioni rientrino...nella banalità del dolore.. Grazie mille per l'attenzione Silvia
Silvia, un dolore non è mai banale, banali potrebbero essere le persone per cui si soffre. In questo caso prendere coscienza della banalità altrui, è il primo passo per uscire dal proprio autentico dolore. Saluti

domenica, settembre 09, 2007

AMORE E TRADIMENTO

E’ inutile continuare a prendersi in giro … il problema c’è, c’è sempre stato, non è stato nascosto anzi … smascherato da me sempre con ostinazione e presunzione che bastasse smascherarlo e sentirmi dire da lui che avevo ragione … è figlio di separati (aveva solo 10 anni, in un paesino, con scandalo, tradimenti, superstizione e chi più ne ha più ne metta…) è molto intelligente e si è difeso decidendo di non soffrire, penso che abbia sviluppato questo pensiero forte “se le cose della vita non vanno bene la colpa è sempre e solo degli altri” … il bambino di 10 anni è sopravvissuto … poi crescendo ha cominciato a non realizzarsi pienamente rispetto alle sue capacità intellettive a causa di una volontà poco allenata e delle sue continue giustificazioni riguardo ai fallimenti, niente di grave, normali problemi di vita quotidiana ma … penso che questo faccia crescere un forte senso di frustrazione di cui io sono stata la vittima. C’è un aggravante che faccio fatica a scrivere ma che devo riconoscere … a causa della mia educazione rigida sono poco “libera” sessualmente, non mi lascio andare facilmente, e questo mio atteggiamento lui l’ha letto come mia insoddisfazione e punizione per le cose che non andavano bene.
Gli facevo notare che gli errori commessi bisognava riconoscerli per cercare di non ripeterli e che alle volte dire “è colpa mia” aiuta anche a crescere … mi sostituivo impietosamente alla sua coscienza, con amore e con il desiderio che imparasse a crescere per sé stesso e per noi (abbiamo due figli)… mi dava ragione, con convinzione, non ci siamo mai presi in giro e ci stimiamo ... però, a lungo andare, ha cominciato a detestarmi, ad annullarmi nella sua mente e a cercare di annullarmi … non è un violento ma si può fare molto male anche solo con gli atteggiamenti … sempre critico e scontento di me e dei figli…
Negli ultimi tempi le cose sono peggiorate, io non riuscivo a capire, in più si sono aggiunti problemi di lavoro miei e suoi, io notavo che “fuggiva di casa” ma siamo stati sempre riciprocamente rispettosi della nostra libertà, non immaginavo nemmeno che mi stesse tradendo, con una donna sposata, scontenta del proprio marito e che non gli faceva sentire la vita “problematica”. La relazione è terminata ma non per naturale esaurimento, perché “non poteva andare avanti”. Mi son sentita di morire, rabbia, rancore, dolore … e ... gli ho chiesto di starmi vicino perché stavo male e avevo bisogno di lui. Lui mi ha abbracciata e mi ha ringraziata, abbiamo parlato, pianto, litigato, fatto l’amore come non lo avevamo mai fatto prima … mi fermo qui perché mi viene da piangere … avrei ancora molte cose da dire, quando ho letto dal vostro sito Amore e Tradimento mi sono resa conto che forse, per caso, abbiamo scelto la strada giusta … perché abbiamo scelto la strada del “reciproco riconoscimento”, ma è difficile, perché in me c’è ancora la ferita, lui “ha lasciato intatto nella sua cruda realtà” il tradimento perchè non mi vuole prendere in giro, è quello che io voglio e che vogliamo “un rapporto sano” … ma è difficile, aiutatemi. Chiara

SEGUITO DI SUCCEDE ANCHE AGLI UOMINI

Certo che succede anche agli uomini, succede a tutti coloro che amano! Ho 38 anni e premetto di non riuscire ad innamorarmi facilmente, questo perchè per innamorarmi devono codificarsi alcuni elementi caratteriali, della personalità e mentali (non necessariamente fisici) che mi fanno perdere la testa e non facilmente riscontrabili. E purtroppo non conosco mezze misure, non riesco a scendere a compromessi con i miei sentimenti, o amo o non amo e quindi posso solo provare attrazione fisica, la quale da sola non serve a nulla se manca un trasporto interiore. Fatta questa premessa, posso affermare con assoluta certezza di essermi innamorato solo tre volte nella mia vita, pur avendo avuto un numero maggiore di relazioni. E tutte e tre le volte sono stato lasciato. Sarà un caso? Non credo, sono convinto che se si ama troppo si ama male, se si crea una forma di dipendenza troppo forte non si è più sè stessi, ci si annulla per l'altro e si vive nel terrore di essere mollati, la forza di uno inevitabilmente fa leva sulla debolezza dell'altro. La parola d'ordine è equilibrio. Ho compreso che nella vita si deve imparare ad essere pilastri e non muri poggiati ad un pilastro, per cui se crolla quest'ultimo roviniamo miseramente anche noi. Però la ragione non basta, la comprensione di tutto ciò aiuta ma non è sufficiente a vincere l'emozione e l'impulso della sofferenza scaturenti da ciò che percepiamo come un'emarginazione, l'interruzione di un ruolo che ci faceva stare bene e rendeva la nostra vita la cosa più bella da vivere in compagnia della nostra amata donna. Il terzo innamoramento è terminato il 18 agosto, con una telefonata in cui mi disse che eravamo troppo diversi e che non potevamo stare insieme. Non riuscivo a farmene una ragione, speravo che ci avrebbe ripensato e che sarebbe stato solo un momento, anche perchè nei tanti frangenti in cui non era irascibile (faceva parte del suo carattere anche se nell'ultimo periodo si era acutizzata tale irascibilità), fino a due giorni prima di lasciarmi era dolcissima e sembrava innamorata. Sono stato male, ho pensato che mai avrei trovato un'altra ragazza come lei, una donna in grado di "prendere" tanto il mio cuore e con cui avevo immaginato i progetti di vita più belli. Sono sparito, non ho cercato di contattarla anche se morivo dalla voglia di farlo, mi dicevo: si farà risentire lei! E così è stato. Ieri mi ha contattato, abbiamo parlato del più e del meno e poi, inevitabilmente, il discorso è scivolato su di noi. Io le ho detto che ero sinceramente convinto che eravamo fatti l'uno per l'altro e lei mi ha detto che era convinta dell'esatto contrario, ribadendo, a mente fredda, di non essere innamorata ma di stimarmi tanto. Ma la cosa che mi ha fatto stare più male era la sua tranquillità, io stavo malissimo e lei era serena, mi raccontava cosa stesse facendo in questo periodo e anzi mi consigliava di non lasciarmi sfuggire eventuali occasioni femminili. Da questo dialogo ho compreso, con tutta la crudezza e il cinismo possibile, che era davvero finita. E ho anche compreso come per diciotto giorni non sono stato malissimo solo perchè covavo dentro di me la speranza che tornasse sui propri passi. Adesso che questo velo è caduto senza pietà, sto davvero male, non riesco a fermene una ragione e il pensiero ossessivo delle sue parole e di tutti i momenti belli tarscorsi insieme martella la mia mente, soprattutto quando mi trovo solo nel mio letto, avvolto dal buio della mia stanza. Tutto ciò lo scrivo nel pieno delle mie sensazioni e non sul ricordo delle stesse, e sentirmi dire "era giusto che finisse se non andavate d'accordo" oppure "nulla avviene per caso e da ciò puoi trarre importanti insegnamenti per il futuro" in questo momento serve a ben poco. Però posso affermare una cosa con sicurezza: le vicende passate costituiscono un'importante finestra sul futuro e all'inizio di questa mia testimonianza ho scritto di essere stato innamorato per tre volte nella mia vita e di essere stato lasciato tutte e tre le volte. Bene, anche le volte precedenti mi sono trovato, come adesso, in un tunnel buio da cui non intravedevo la luce, e speravo che anche per me l'uscita della galleria fosse vicina, confidavo ardentemente che quella luce potesse tornare presto ad illuminare la mia vita. E così è stato. Adesso, anche se porto dentro un dolore indicibile, riesco ad essere un pò sereno perchè so che passerà, so che il tunnel ha uno sbocco e che presto lo raggiungerò. Ed è con questa fiducia, nel momento del mio massimo dolore, che invito tutti ad averne, a vivere la forte sofferenza come una situazione temporanea che dovrà per forza finire, per farci poi ripensare a quei momenti con una tenerezza e un distacco ora inimmaginabili ma certamente tra non molto traducibili in realtà. In fondo la fede è anche questo. Un grosso in bocca al lupo a tutti e anche a me stesso!
Carlo

martedì, settembre 04, 2007

'LAMPI' DI TESTIMONIANZE

ledima51 Età: 56 Mi sembra che oggi sia una pratica piacevole e codificata quella di tradire il proprio coniuge. chi non lo fa sembra fuori dal sistema una specie di imbecille fuori dal mondo . Così mi sento io a 56 anni dopo aver saputo che mio marito mi ha cornificato per 25 anni da quando portavo i suoi figli in pancia. Sono talmente una nullità che non riesco nemmeno a lasciarlo.
gio' Età: 50 Pensavo di aver amato troppo e di non riuscire ad amare più.Credo invece di non aver mai amato (non ho conoscenza per poterlo fare). Ho preso coscienza di questo.
laura Età: 47 Non so cosa devo fare continuo a pensare come fare a farla finita ho paura mi comporto da stupida cercando in tutti i modi di farmi del male con atteggiamenti quotidiani rischiosi e' diventato un chiodo fisso
sara Età: 41 Sono separata da 1 anno, sto bene anche se a fatica ho raggiunto il mio equilibrio. Lui mi ha tradito e io l'ho lasciato, questo perchè per me non c'era più motivo di stare insieme, adesso frequento un'altra persona e non ho nessun rimpianto... solo mi dispiace che il mio ex si è barricato in se stesso e non riesco ad avere un dialogo da adulti con lui per quanto riguarda nostro figlio. Allora vorrei chiedere è possibile che lui sia risentito con me? Non dovrebbe essere felice dato che la sua attuale compagna è colei con cui mi ha tradito? Perchè si comporta come se l'avessi tradito io? Cordiali saluti
rubino Età: 49 Da una famiglia non proprio felice...da amori difficili...da un matrimonio disastroso da un'obesità ....da 2 figli bellissimi e affettuosi .....da psicologi che non mi hanno capita o io non ho saputo capire... ora chiedo come posso ritrovare me stesso e le mie sicurezze.Non ho alcuna scusa, stimoli per riiniziare a ritrovarmi. sono in mare ma nonostante annaspi non riesco a riemergere.
coco Età: 27 Ciao, sono una ragazza che per tanto tempo ha sofferto di dipendenza affettiva... ho sofferto molto ma non riuscivo a trovare il modo per cambiare le cose...ho provato e riprovato, c'è voluto del tempo, ma alla fine...si ci sono riuscita! il trucco? volersi bene, avere rispetto per se stessi, e soprattutto avere il coraggio di guardare in faccia la realtà per agire... La mia autostima nell'arco di poco tempo è aumentata tantissimo e per la prima volta sento che non è un illusione... riesco persino ad amare senza averne bisogno... finalmente sento che sto riuscendo a trovare la giusta dimensione! Provateci e non mollate ne vale la pena!!!
Elena Età: 31 Sono straniera di origine russa, otto ani che abbito inItalia. ho una figlia di 4 ani e un marito. un ano fa ho avuto la crisi infamiglia e ho cercato aiuto da uno psihoterapeuta. stato come un colpo difulmine, guando lo visto...abbiamo cominciato di freguintarsi.e adesso non ce lofacio piu non riesco soportare il mio marito ma ne anche con guesto uomo non ce futuro... pero lo amo profondamente,con tenerezza pura piena di luce...pero quando non lo vedo comincio stare male... come vado avanti?