mercoledì, novembre 28, 2007

IL TRADIMENTO DISTRUGGE

rosa Età: 50 Il tradimento distrugge. Cerco di perdonare e fallisco ancora e ancora. Il rancore confina nell'odio e questo mi ferisce, perchè questo è un qualcosa a me sconosciuto del mio carattere. Così sono convinta che il perdono è la strada più giusta, ma chissà quanti riescono a perdonare? Mio marito mi ha tradita circa 10 anni fa in un momento particolare della nostra vita, dopo 22 anni di conoscenza e 17 di matrimonio e un figlio voluto con tutte le nostre forze che ci riempiva solo di "cose belle". Sospettavo, ricevevo telefonate e lettere anonime (quasi sicuramente dalla sua amante), e chiedevo la verità a mio marito. Lui negava e io credevo, perchè avevo una fiducia illimitata. Qualcuno potrebbe ridere per questo, ma avevo fiducia in lui perchè così è stato da quando avevamo 18 anni, perchè i miei genitori avevano fiducia l'uno per l'altro e perchè ritenevo che il nostro fosse un matrimonio. oi un giorno mi confessa l'esistenza di un figlio di 5 anni. Ormai era costretto al riconoscimento e così ho saputo.Il mondo mi era quasi caduto addosso, scrivo "quasi", perchè avevo un figlio adolescente a cui pensare, il quale contava più della mia esistenza e questo amore mi ha retto. Mio figliomi ha aiutato con coraggio. Mio figlio mi ha visto come non avrei mai voluto e per questo mi sono alzata e a lui ho voluto e voglio dare una visione "bella"della vita e dell'amore, nonostante i dolori che inevitabilimente fanno parte di ogni esistenza. In questo credo perciò voglio che lui goda della vita apiene mani, facendo delle cose giuste e buone. E' la sola strada che porta al bene.Non sempre è bene "sapere", ma nel mio caso, le continue bugie di mio marito non hanno avuto giustificazione di sorte. La sua paura era quel qualcosa che lo ha spinto in basso, ma tutti possono alzarsi di nuovo e questo gli auguro per tutti noi.Non ho mai tradito fisicamente mio marito. L'occasione c'è stata. Ho provato,e provo, grande rispetto e bene per uno, e lui mi ha aiutata, ma mi sono fermata perchè il tradimento non era per me, perchè non volevo imitare mio marito e perchè non volevo agire per "vendetta". Non sarebbe stato giusto per nessuno, nemmeno per me.Ora sto meglio. Certo, ci sono dei brutti momenti, quando penso troppo alla cosa, che certamente non sarà mai dimenticata. Ma dalla mia parte sta l'avere agito secondo la mia coscienza e spero che il tempo mi dia ragione.

SEGUITO DI "FALLIMENTO ?"

Gianni Età: 48 Egregio dottore è la seconda volta che Le scrivo (http://maldamore.blogspot.com/2007/03/fallimento.html) e sono ancora nel pantano: Dopo aver, per 3 anni, rifiutato di avere una relazione extraconiugale (peretica, morale, rigidità, presunzione smisurata di potercela fare), soffrendo comunque maledettamente, (nel tentativo di uscirne ho seguito, troppo tardi purtroppo, anche una terapia analitica), alla fine ho accettato, forse grazie alla terapia, la mia “normalità” di essere umano con pulsioni, animo e sentimenti e non solo razionalità. In quegli anni, il rapporto con questa donna (che per me ha sofferto) ma che, nonostante i miei fieri rifiuti, non ha mai nascosto il suo interesse nei miei confronti (anche la pietra si scalfisce, amava ripetermi), è stato costante, si è alimentato, è stato comunque di complicità totale, affetto, amicizia, amore seppur al 90 % platonico. Alla fine ho capitolato, sono riuscito ad accettarmi, a dare ascolto anche ai miei bisogni che nella mia vita non ho mai ritenuto prioritari, ed ho cercato finalmente di “vivere”. A quel punto, come era sin troppo facile immaginare, ho trovato davanti a me una persona diversa, che ha fatto un percorso, che vive tranquillamente la sua vita, che mi ritiene sì ancora importante ma non più esclusivo. Che si dice profondamente legata a me, di un’intima complicità ci unisce, che non ha alcuna difficoltà a baciarmi ma che fondamentalmente mi ritiene ormai solo un amico col quale, perché no, in qualche occasione si può finire anche a letto. Tuttoqui. Ed in effetti cosi, seppur raramente, è stato; puntualmente, il giornodopo un nostro incontro, mi sono trovato di fronte una persona che sembra averdimenticato tutto, che recita di nuovo il ruolo dell’amica ed indossa di nuovola sua inespugnabile corazza.Il mio coinvolgimento e la mia dipendenza a questo punto sono stati totali. Mi sono umiliato, ho mendicato affetto, mi sono accontentato anche delle briciole quando ci sono state, ma nulla è cambiato, anzi.L’amicizia, la complicità mi vengono ancora assicurati, ma io non voglio più essere solo un amico anche se, sempre più raramente, “sui generis”. Ho deciso quindi, dopo questo periodo massacrante durato tutto l’anno in corso e che invece nelle mie pie intenzioni avrebbe dovuto coincidere con l’apoteosi della mia liberazione, di staccarmi totalmente e di prendere finalmente coscienza che è finita. Il distacco c’è stato, dura da tempo, lei non mi cerca, ma io sono sempre lìnel guado e quantunque pochissimi contatti telefonici assolutamente formali,purtroppo necessariamente dovuti al lavoro comune (seppur a distanza), cilegano, io non smetto inconsciamente di sperare e continuo a non vivere e ad essere sempre più ossessionato. Ed è questo il punto: per ripartire, insieme al distacco, si dice che sia necessario accettare che l’amore ormai è finito. Ma paradossalmente purtroppo non mi trovo di fronte ad un rifiuto netto…Ma coma si fa, mi chiedo, di fronte a comportamenti così contrastanti adaccettare? Come si fa ad accettare, di fronte alla speranza che poi è unaconcreta possibilità, (chissà dove, chissà quando), di poter passare ancoramomenti (minuti, forse ore) felici seppur intervallati da lunghi periodi dirapporti para-amicali perchè intrisi di ansia e risentimenti dovuti alle miemal riposte aspettative?E quindi sono tentato ancora una volta di accontentarmi, sempre più al ribasso,per prendermi quel poco che resta. Perché vorrei almeno poterla sentire ma melo sono negato per staccare, perché alla mia età ed una famiglia “felice” che acasa mi aspetta non posso nemmeno illudermi che il vero amore è quello che deve ancora arrivare. Il vuoto mi assorbe e mi svuota. Vivo nel rimpianto, in quelrimpianto che anni fa mi ha fatto rifiutare e sciupare la cosa più bella che mi era capitata; non me lo perdonerò mai e non riesco ad andare avanti, oltre. Esono quindi tentato ancora una volta di cercarla ed accettare l’ennesima sconfitta, e rimanere, ancora una volta, vittima della mia dipendenza. Che fare? Mi dia un consiglio, sto impazzendo…..

martedì, novembre 27, 2007

AMORE FINITO SENZA LOTTARE

Dana Età: 28 Lo incontro 11 anni fa...avevo solo 17 anni e lui 21 ma nel giro di pochi mesi siamo innamorati e felici di stare insieme. A 17 anni è normale sentirsi su una nuvola, soprattutto se pensi che sei così fortunata da aver già incontrato l'uomo della tua vita. Poi il tempo passa, si cresce insieme, e si è sempre più convinti di essersi trovati. La storia non è semplice per motivi non nostri, lutti in famiglia, responsabilità, ci uniscono e ci fanno crescere ma ci rendono la vita difficile. Facciamo scelte importanti l'uno per l'altra, reciprocamente e ci teniamo stretti per affrontare le difficoltà, insieme, sempre insieme. Ci diamo coraggio e sostegno ma la nostra storia è fatta anche di tanti momenti felici, andiamo d'accordo, ci amiamo e non facciamo mai niente che possa ferire l'altro. Ci uniscono progetti, obiettivi e speranze comuni. Lui mi chiede di sposarlo. Quasi subito, forse troppo presto. Io mi devo laureare e allora gli dico che voglio sposarlo, ma di aspettare quel traguardo perchè possa staccarmi dalla dipendenza economica dai miei ed essere pronta a mandare avanti una famiglia tutta mia, nostra. Intanto andiamo a vivere insieme in un'altra città, dove io studio e dove lui trova da lavorare. L'idillio dura poco perchè lo trasferiscono. L'azienda per la quale lavora inizia a trasferirlo ogni 7-8 mesi e io non ho il coraggio di seguirlo. La mancanza di stabilità mi spaventa. Nella mia nuova città io ho amici e...una vita. Lui per i continui spostamenti ha solo il lavoro e me. Torna tutti i fine settimana viaggiando per ore nonostante la stanchezza. Mi dice che gli manco ma io non capisco che è una richiesta d'aiuto. Cerco di impegnarmi al massimo per finire l'università e trovare il modo di ricongiungerci ma non ho mai pensato che tutto il tempo che intanto passava potesse mai influire sui nostri sentimenti. Io lo amo, ne sono sicura, e non mi viene da pensare che l'attesa invece sta uccidendo il suo amore...Per la verità lui non mi dice niente, sembra stanco, ma quando gli chiedo cos'ha mi dice che il lavoro è massacrante, che ha qualche problema, che l'azienda non gli riconosce dei meriti che sa di avere...cose così. Ora mancano 4 mesi alla laurea e io sto cercando di organizzarmi il tirocinio nella città dove lui ora vive ma un mese e mezzo fa torna a casa e mi dice che ha bisogno di riflettere, che non sente più l'amore che provava prima, che mi vuole bene ma che ha bisogno di ritrovare se stesso e quello che avevamo fino a qualche mese fa. Vuole ritrovare l'amore dei primi tempi, quello che toglie il fiato, quello per cui sei disposto a tutto e che lui ora sente di aver perso. Dice che se non deve essere quello il sentimento che ci lega è meglio che ognuno continui per la sua strada, che ognuno dei due abbia l'occasione di trovarlo altrove se non lo dovessimo ritrovare tra noi. Gli dico di prendersi il tempo che ci vuole, che capisco che è in crisi. In fondo fa una vita difficile e una crisi esistenziale ci sta. Continua a chiamarmi almeno una volta al giorno per sapere come sto.Passano 2 settimane e decido di partire. Vado da lui a offrirgli il mio sostegno. Sono convinta che tenendomi a distanza non farà altro che sentirmi sempre più un'estranea e non sono disposta a permetterlo. Stiamo insieme qualche giorno ma lui sta fuori casa, a lavoro, 12-15 ore. Poi la sera torna ma non vuole parlare. Va a letto presto perchè deve alzarsi all'alba. Ma la notte si sveglia e mi abbraccia. Stiamo così fino al suono della sveglia senza dire niente. Stretti in quell'abbraccio che è il motivo per cui trovo la forza per vivere il giorno dopo...Poi mi dice che devo tornare a casa, che lui sta male a stare tante ore a lavoro sapendo che io sono a casa sua da sola, che quegli abbracci sono solo abbracci, che la sua crisi non è passata e che ha bisogno di spazi suoi, di raggiungere obiettivi suoi per capire se gli bastano per essere felice o per rendersi conto che la sua felicità è al mio fianco. Parto con la morte nel cuore ma nella ferma convinzione che i suoi sentimenti per me dopo 11anni non possono essere spariti così. Non lo vedo da allora. Continua a chiamarmi solo per sapere come sto. Neanche al telefono mi dice niente di quello che prova, delle sue riflessioni sulla situazione. Ma poi gli mando un sms per dirgli che mi manca e che avrei bisogno di vederlo per parlarci e trova il coraggio di dirmi che non mi ama più, che non è felice ma che ora come ora si sente tranquillo così, che da circa 7 mesi sono nati i suoi dubbi, che quando e se scoprirà che si è sbagliato, che mi ama ancora, tornerà e se io ci sarò riprenderemo più forti e innamorati di prima...mi scarica una montagna di colpe, dice che avrei dovuto stargli più vicino, che si è sentito solo fino a che il suo sentimento per me è scomparso. Tutto questo sempre via sms mentre quando mi chiama parla del tempo, del lavoro, pochi minuti per sapere come va. Ma come vuole che vada? Ho riconosciuto le mie colpe, ma come si può non darel a possibilità di rimediare agli errori dopo 11 anni insieme, com'è possibile arrivare al limite di sentirsi non più innamorati prima di parlare? Com'è possibile covare dubbi per 7 mesi senza cercare una soluzione prima che sia troppo tardi? Ora dice che quando si sentirà sereno abbastanza per vedermi tornerà per parlare, chiarire, spiegare ma che per ora non se la sente dipensare a un'altra possibilità per noi. Intanto però non fa niente per rendere effettiva questa separazione, non riprende la sua roba, non separa i conti corrente in comune, mi telefona...e tutto questo non fa altro che alimentare la mia speranza che possa fare un passo indietro e capire che è una sciocchezza lasciarsi scappare quella che da 11 anni chiama "mia moglie", quella con cui ha condiviso tutto, con sincerità e impegno reciproco. Razionalmente so che sbaglio, ma non posso darmi pace per essere impotente, per non poter aver avuto l'occasione di rimediare, di tentare il tutto per tutto. Che lo ami ancora è normale, non se ne può uscire in 6 settimane, ma non riesco proprio neanche a rassegnarmi all'evidenza di un amore finito senza aver potuto lottare per salvarlo...
Gentile Dottore,circa una settimana fa ho mandato una testimonianza raccontando per sommi capi la mia storia...era più per sfogarmi che per chiedere aiuto, in fondo la mia è una storia come tante altre, un amore che finisce, così, semplicemente...niente bambini di mezzo, niente patologie...solo un'infinita tristezza e un gransenso di colpa per essere stata la principale artefice della mia condizione infelice. Tuttavia ho saputo che lui dopo un mese sabato tornerà a casa per parlare. Non mi faccio illusioni che tornerà da me (anche se lo vorrei tanto) e probabilmente sarà solo un'occasione di chiarimento in cui ribadirà di aver preso la decisione giusta....ma io non so proprio come comportarmi. Siamo stati innamorati per 11 anni e lui afferma che il suo amore si è esaurito a furia di aspettare...abbiamo aspettato per così tanto tempo di tornare a vivere insieme, stessa città, stessa casa, il matrimonio, una famiglia...il problema è che ci siamo messi insieme che eravamo 2 ragazzini e siamo arrivati a 11 anni di storia che siamo ancora giovani...così io sentivo di aver tempo per tutto,tempo per sposarci, tempo per i bambini...e che avrei potuto dedicare ancora del tempo agli studi, a costruire qualcosa di più solido su cui poggiare tutto il resto...e invece lui questa famiglia la desiderava ora, mi voleva con sè subito, aveva bisogno della mia vicinanza e io non me ne sono accorta...così ha cominciato a vivermi con più distacco, ha cominciato a spegnersi l'ardore e lui non me ne ha parlato, voleva che lo capissi, che facessi i bagagli e corressi da lui senza che fosse lui a dirmi che aveva bisogno di me...e io non sono stata capace... Poi mi ha detto che non mi ama più e che tanto amore si è trasformato in tanto bene...Ora vuole la mia amicizia, non vuole rinunciare a me come persona, non vuole neanche dividere il conto corrente...ma di che amicizia stiamo parlando? Mi chiama tutti i giorni...è così che fanno gli amici? I suoi vestiti, le sue cose sono tutte a casa....Così spero che ci sia una possibilità per recuperare, che superata la delusione perchè non ho saputo capirlo possa darmi modo di dimostrargli che in realtà lui è importante per me, anche se in questo frangente non ho saputo farglielo sentire...Ecco perchè le scrivo, perchè voglio riconquistare il suo amore e la sua fiducia, perchè sono convinta che ancora in lui ci sono i sentimenti che ci hanno uniti per 11 anni e deve solo ritrovarli sotto quel cumulo di brutti pensieri più ragionati che sentiti che li seppelliscono...perchè è un orgoglioso, è uno che non ammette mai di aver fatto la scelta sbagliata, uno che ha bisogno di sentire che non fallisce, e se lo fa gli altri non devono accorgersene... e allora voglio essere sicura che se non torna con me è perchè davvero non prova più niente e non per orgoglio o per paura di soffrire ancora di più....io lo voglio ancora nella mia vita perchè lo amo ma non voglio sbagliare, non voglio cadere negli errori che comunemente si fanno in questi casi, non voglio perdere la mia dignità di donna e umiliarmi per ottenere la sua attenzione, non voglio convincerlo a tornare con me per non farmi soffrire ancora ma solo toccando le corde giuste, che lo facciano riscoprire innamorato davvero o lo facciano reinnamorare di me, voglio che mi scelga ancora perchè ilsuo cuore dice che sono quella giusta, anche se ho sbagliato...

MARITO E PADRE ?

Gianluca Età: 25 Sono un ragazzo di 25 anni e mi sento molto legato all amia famiglia. Mio padre (65 anni) però sta diventanto sempre più nervoso, litiga sul lavoro e con amici ma soprattutto in casa. Mio fratello lavora con lui (ed è un ottimo ragazzo) ma quello che fa non va mai bene, dice anche alla gente che non è capace di lavorare e non impara niente. Inoltre da quando si è sposato mio fratello non ha mai accettato sua moglie (lei ha sì più carattere di mio fratello ma posso garantire è una bravissima ragazza) dicendo che lui fa tutto quello che vuole lei. Con me si arrabbia per cretinate, l’ultima volta davanti ad amici di famiglia, rinfacciandomi che ho più dei miei amici ecc… Io non ho nessun vizio, non sono mai stato richiamato, non ho mai avuto problemidi nessun genere, non vesto firmato e non sono spendaccione e spesso quando sono in discoteca, a 25 anni, devo chiedere ai miei amici di tornare a casa per paura di tornare troppo tardi ed essere richiamato. Ad essere sincero sono arrivato al punto che devo fare le cose prevedendo di che cosa si potrà lamentare di lì a poco perché non gli va mai bene nulla, e non è un bel vivere. Ma la cosa tragica è che ad ogni litigio accusa mia madre, dice che noi non gli portiamo rispetto per colpa sua, se facciamo una cosa che non gli va bene è colpa sua…e noi non facciamo mai nulla di male, e mia madre è una santa perché manda giù in silenzio tutto quello che dice. Ultimamente sta andando inpensione e, credo, gli roda anche il fatto che io e mio fratello siamo diventati autonomi, non abbiamo bisogno di lui, se si litiga, neanche per isoldi. Lui è sempre stato felice del fatto di essere indispensabile per tutto (mia madre non lavora) e ad ogni occasione ci rinfaccia il fatto di essere benestante. E quando litighiamo è arrivato al punto di dire che vogliamo che muoia (ha avuto problemi di cuore e quando si litiga si infuria letteralmente). Ad ogni modo ultimamente è diventato sempre più difficile portare pazienza, si arrabbia per tutto e minaccia di andare a stare via (ha investito in unappartamento da restaurare per farne una compra-vendita e minaccia di andare a stare là. Ho pensato che potesse avere un’amante… in passato può darsi che abbia avuto qualche scappatella, ma negli ultimi anni è uscito sempre meno lasera e adesso non esce quasi più…non so quindi dire…Io non so che fare, se fregarmene o cosa, vorrei solo che fosse sereno e non avrebbe nulla da lamentarsi: non ci sono problemi economici, ha una moglie perfetta e 2 figli che sono bravi ragazzi e che non hanno mai dato problemi…

venerdì, novembre 16, 2007

NASCONDO LE MIE ESIGENZE E NECESSITA'

Vlasco73 Età: 34 Salve, sono un "ragazzo" di 34 anni, da circa un mese uscito da una relazione di due mesi con una ragazza, in cui ho nascosto le mie esigenze e le mie necessità pensando solo a soddisfare le sue; mi sono buttato a capofitto in questa relazione dopo aver passato un anno in solitudine ed aver terminato una precedente relazione altrettanto disastrosa basata sugli stessi preconcetti. Il modo in cui sto vivendo la fine di questa relazione (la sofferenza, il dolore, il non riuscire a smettere di telefonarle e mandarle messaggi, ossessionandola) mi ha spinto a rivolgermi ad un psichiatra, cugino di mio padre, che dopo un incontro mi ha consigliato di rivolgermi ad un'associazione o comunità che tratta le dipendenze comportamentali. Da premettere che all'età di 3 anni mi accadde un fatto che penso abbia segnato la mia vita e in parte giustifichi il mio comportamento. Ho vissuto la mia infanzia ad Aosta, all'età di 3 anni mio padre mi portò in Sicilia da mia nonna e mi lascio là con lei per una settimana: io non accettai il fatto e passai tutto il tempo a piangere fino a quando una brutta febbre costrinse mio padre a ritornare e riportarmi ad Aosta con lui. Da quando ho cominciato ad avere ragazze non ho fatto altro che avere un attaccamento morboso ed ossessivo a loro, chiedendo di continuo attenzioni e abbracci.La prima relazione è durata 7 anni ma è stata alquanto disastrosa perché ha annullato la mia personalità: ho dedicato tutto il tempo alla mia compagna trascurando me e i miei studi. Dopo 6 anni passati in solitudine ho intrapreso un'altra relazione aBruxelles, facendo lo stesso errore: anche questa volta dopo un anno di sofferenza lei ha deciso di interrompere la relazione; io ho continuato a stare a Bruxelles con la speranza di poterla riconquistare, ma inutilmente. All'inizio di giugno ho incontrato l'ultima ragazza di cui parlavo prima; anche qui lo stesso errore, ho dedicato tutto me stesso a lei annientando le mie esigenze e la mia personalità.Le sarei grato se potesse darmi qualche consiglio riguardo a chi rivolgermi e cosa fare per uscire da questa situazione che mi ha provocato e mi provoca un grande malessere e dolore. Attualmente risiedo a Bruxelles e vorrei contattare la DASA (Dépendantsaffectives et sexuels Anonymes) ma vorrei chiederle dei consigli circa laterapia da seguire e a chi potermi rivolgere.La ringrazioVlady
Il collega psichiatra le ha già fornito un ottima indicazione. Contatti la DASA ed in quella sede avrà maggiori chiarimenti sul percorso terapeutico da seguire. Saluti

COME PUO' ESSERE FINITA COSI' ?

RANOCCHIETTA Età: 42 La mia storia comincia 6 anni fa...mamma perfetta moglie perfetta cosi' almeno mi ritenevo ma poi incontro lui per caso alla scuola materna.. io porto mia figlia lui il suo perche' la moglie lo ha abbandonato... la mia bimba aveva 3 anni e il suo 5..e li comincia la nostra storia prima amicizia ma poi un grande grande amore e qui cominciano i problemi... lui vorrebbe che lascio tutto io figlia unica con troppi valori ho paura paura per i miei genitori paura perche' ho un marito che non mi ha fatto mancare nulla e paura per la mia bambina .. passa qualche anno d'inferno perche' lui giustamente mi vuole tutta per se' .. suo figlio che mi dice che come regalo di natale vuole la felicita' del suo papa' e mi dice "voglio che sposi il mio papa' "....e cosi' nel 2004 quando ho paura di perderlo (lui ha10 anni meno di me) perche' vedo che comincia a frequentare altre persone decido e lascio tutto ma qui cominciano i problemi ... mia figlia non sta bene il mio ex marito mi tormenta e non riesco a vivere il grande amore della mia vita e a farmi vedere alla luce del sole finalmente felice cosi'...dopo 2 anni tra psicologi per la bambina litigate con il mio ex sono obbligata a tornare con il mio ex marito perche' mia figlia non sta bene e da qui il mio amore comincia a staccarsi a dirmi si e' rotto qualcosa dentro io soffro come un cane sono solo sempre solo in questa casa con mio figlio non accetta che io vado in vacanza con il mio marito con cui non ci sono rapporti e non dormiamo nemmeno insieme.. siamo insieme solo per la bambina..quest'anno finalmente mia figlia e' stata meglio e io decido di mollare tutto definitivamente lo amo e voglio stare con lui ma il mio grande amore mi da detto non farlo per me io non torno piu' indietro ti ho amato troppo ma il rancore e il male che ho dentro hanno rovinato tutto.. io non ci credevo non potevo crederci e sono andata in vacanza sola con la mia bambina pensando che al ritorno si sistemasse tutto l'ho anche chiamato dicendo vieni qui al mare una settimana stiamo un po'insieme magari ci ritroviamo felici e il rancore passa ma lui mi dice no non dovevi nemmeno partire se ci tenevi a me...sono tornata e l'ho visto con un'altra e mi ha detto "sono innamorato voglio risposarmi e avere dei figli" lei mi ha dato tanto e vuole bene a mio figlio... e qui ho cominciato a stare male non mangiare piangere l'ho pregato di ripensarci di non buttare tutto che potevamo davvero cominciare insieme ma niente li vedo felici mano nella mano e ogni volta per me e' una pugnalata.. mi ha dimenticato!!! ma come e'possibile? abbiamo passato l'inferno in 6 anni per stare insieme ma come puo'essere finita cosi?...io in fondo al cuore spero ancora che torna da me se e'un grande amore non finisce mai...

CREDO CHE TRADIRE SIA UNA SCELTA

Età: 36 Vorrei rispondere a Pat Ho trovato le sue considerazioni sul tradimento, un po' opportunistiche e anche egoistiche... scommetto che il/la primo/a a tradire sei stato/a tu,forse' e' per questo che hai una visione del tradimento cosi indulgente?? Ho visto, sinceramente, molta ipocrisia in svariate testimonianze. La verita' e' dentro ognuno di noi e sicuramente l'effetto che puo' fare un tradimento e' strettamente personale e sicuramente direttamente proporzionale alla sensibilita' che ognuno di noi ha. Forse Pat e' convinto/a di aver trovato la soluzione dell'arcano in un libro.. beato/a lui/lei. Il tradimento e' una mancanza di rispetto profondissima,(a questo punto potresti dirmi che anche tirarsi i piatti lo e', ma fidati.. sortisce due effetti completamente diversi) ti rende insicuro come essere umano,come membro di una coppia, e come amante. Io non ho mai tradito ma ho subito il tradimento, e' un qualcosa che ti annulla completamente. Non credo ci sia un modus operandi per superare questi momenti, rabbia e frustrazione devono seguire il proprio corso. Credo che tradire sia una scelta.. scegli la persona che vuoi essere seguendo l'impulso o ritraendoti perdendo la famigerata occasione. Non ho mai tradito, ma anche io ho desiderato essere amato corteggiato ammirato e coccolato di piu'.... ma ho preferito continuare a vivere con un rimpianto piuttosto che con un rimorso!!

NON HO PIU' FIDUCIA IN LUI

zeussina76 Età: 30 Ho quasi 31 anni e da circa un anno ho una relazione con un ragazzo di 33 anni.Tutto andava per il meglio e apprezzavo la sua sincerità perchè fin dal secondo appuntamento mi aveva confessato di essere separato dalla moglie anche se non legalmente. All'inizio mi sentivo forte, mai avrei creduto di poter vivere una storia con un uomo che cmq di fatto era ancora sposato ma lui mi riempiva di amore e di attenzioni. Non avevamo problemi di orari, potevo vederlo e chiamarlo quando volevo, insomma la nostra storia era vissuta alla luce del sole e ciò mi rassicurava sul fatto che lui con la moglie non avesse nessun tipo di legame.Dopo alcuni mesi dall'inizio della nostra storia ogni tanto usciva fuori nelle nostre chiacchierate un bimbo che lui diceva che era suo nipote ma io non so perchè in cuor mio sentivo che non era il nipote bensì suo figlio finchè l'altro giorno mi ha confessato che ha un figlio di un anno e che me l'ha nascosto per paura di perdermi e perchè io sono troppo emotiva e fragile (piango per qualsiasi cosa). Il figlio va a vederlo regolarmente a casa della moglie o lo porta con se a casa dei suoi genitori ma con lei non ha nessun tipo di rapporto, che il suo matrimonio era in crisi già da tempo e che non tornerà con la moglie per suo figlio perchè preferisce che il bimbo cresca con due genitori separati anzichè che con due genitori infelici e che non si amano più. Inoltre, che non divorzia ancora perchè ci sono delle circostanze che lo impediscono (non so quali siano tali circostanze). Da allora il mondo mi è crollato addosso, io non è che non accetti sto bambino ma penso che se una persona nasconda il suo sangue possa nascondere qualsiasi cosa. Sto male, non faccio altro che piangere ma se da un lato non voglio perdere quest'amore d'altro canto non ho più fiducia in lui, non so che fare vi prego aiutatemi.

"A FINE CORSA"

Diletta Età: 47 Il mio problema è quello di non riuscire a staccarmi dalmio ex marito, una separazione che ho voluto io ma che è molto molto sofferta, Mi ripeto sempre vorrei lasciarlo senza stare male. Ma nel frattempo mi autoferisco per la paura di prendere decisioni.Ho 47 anni e 2 figli, con mio marito ci siamo conosciuti quando io ne avevo 15e lui 18 e ci siamo sposati dopo 6 anni di fidanzamento. E' andato tutto bene fino alla nascita del primo figlio, da questo momento in poi le cose sono cambiate, mio marito sembrava fare di tutto per farmi notare quanto questo piccolo nuovo individuo lo intralciasse nella libertà al punto tale che mi sono trovata tra l'incudine e il martello e non ho vissuto il piacere di madre, all'età di 6 mesi del bimbo mio marito mi ha tradita con la convinzione che il ns matrimonio fosse arrivato "a fine corsa". Ho sofferto molto, non tanto per il tradimento in sè ma perchè mi sono sentita tradita dentro, avevo lasciato il lavoro per dedicarmi alla famiglia, e se avessi saputo che la fine sarebbe stata questa non avrei messo al mondo un figlio. Ad ogni modo le cose si sono sistemate e abbiamo proseguito la strada insieme. Abbiamo anche intrapreso un'attività commerciale insieme che ci ha portati a fare enormi sacrifici (nel frattempo era nata la seconda figlia), ma nel momento in cui c'era più bisogno dell'unità della coppia, ecco che rispunta un'altra volta la questione del matrimonio "arrivato a fine corsa", mio marito si era innamorato di un'altra donna. Il colpo per me è stato forse più forte del primo in quanto eravamo abbastanza con l'acqua alla gole per questa attività e mi sentivo che tutta la responsabilità della famiglia era sulle mie spalle. Mio marito è andato a vivere per 8 mesi in un altro paese, arrivava al mattino, si lavorava assieme e poi alla sera andava a casa sua, nell'arco di questo periodo io non ha mai saputo dirgli se tu mi hai lasciata evitiamo di comportarci come una coppia, nel senso che continuavamo a trascorrere le vacanze assieme, io gli facevo la spesa, si andava insieme a giocare a tennis, al cinema ecc. e a volte si stava anche "insieme". Questa ragazza per la quale mio marito si era "perso", però non ha voluto continuare la storia con lui, così lui si è sentito preso in giro da lei e da tutto ilmondo femminile e piangendo non faceva altro che dirmi quanto si fosse pentito per ciò che aveva fatto e che "aveva capito" cosa voleva e che sarebbe stato tutto diverso. Io l'ho accettato di nuovo e abbiamo ripreso la ns vita insieme, confesso che ho fatto una gran fatica ad accettarlo soprattutto dal punto di vista dei rapporti intimi, ma dopo un po' di tempo ho creduto che questo rapporto potesse veramente funzionare e mi sono adagiata sulla tranquillità e la sicurezza di una vera vita di coppia. Dopo due anni, però, ho scoperto che lui mi tradiva ancora procurandosi incontri via internet.Per me è stato un vero trauma, è stato il tradimento dell'anima. Una pugnalata alle spalle. Sono morta per la terza volta, durante questo periodo il mio figlio maschio frequentava una psicologa perchè ha avuto problemi nel\'infanzia a causa proprio del disinteressamento del padre e c'era un clima talmente elettrico tra i due che era quasi palpabile, anche qui dovevo sempre fare da mediatice affinchè si potessero limitare gli scontri, mio marito è arrivato a dirmi "....ricordati che io ci sono solo per le emergenze, per il resto ti arrangi...."Si parlò anche in questa situazione di vivere separati ma lui non andava via di casa e a parole diceva di voler stare con me ma i fatti lo smentivano. Era una tortura.In merito alla ns. relazione di coppia, prima che io scoprissi i suoi tradimenti lui usciva spesso la sera e non mi diceva dove andava e io non potevo chiederglielo e mi ripeteva di trovarmi qualcuno per uscire anch'io che ero sempre a casa.Ebbene il fato a volte ci mette lo zampino, ero ridotta uno straccio incapace di pensare, dimagrita oltre i limiti, e ho ritrovato un corteggiatore dei miei18 anni anche lui in fase di abbandono da parte dalla moglie. E' stata una specie di mutuo soccorso. Ci piacevamo già all'epoca e la condizione attuale ha fatto il resto.Io non so fingere bene, quindi la mia relazione mio marito l'ha scoperta pressochè subito ed è stato il finimondo.La situazione si è decisamente capovolta, lui è passato agli antidepressivi, era disperato, ripeteva continuamente di essere stato uno scemo e di avere davanti agli occhi quello che più desiderava al mondo e lo aveva buttato via. Da quella volta sono passati 4 anni. Di fatto ci siamo separati da meno di un anno e solo da 1 anno e mezzo non viviamo più assieme. Io ho continuato la mia relazione ma il problema è che la vivo molto male, questa persona mi piace molto, ma ogni 3/4 mesi lo lascio perchè mi sento sporca e devo assolutamente riavvicinare mio marito. E' come se non potessi farne a meno, ogni volta che penso che potrei non esserci più nei suoi pensieri, mi viene il panico, mi viene una tal reazione fisica da sfiorare lo svenimento. Allo stesso tempo non riesco a dire sì torniamo insieme. Io mi trovo che vorrei tanto tornare da mio marito, ma al tempo stesso lo detesto. Mi piace molto l'altro uomo ma non mi sento completata da questo. Io amo molto la famiglia e non riesco a pensare che un altro uomo possa prendere il posto di mio marito.Ma mi arrabbio con me stessa perchè non ne so dare un taglio, eppure dopo un po' che sto con mio marito mi indispone anche la sua presenza fisica. Cio nostante vorrei vivere la mia vita per una volta come mi piace senza essere dipendente affettivamente da lui ma non ci riesco, non riesco a tagliare il solo pensiero mi tramortisce. Sto rovinando la vita a lui, a questa nuova persona che frequento e soprattutto a me. Invento una serie infinita di bugie per non vedere l'altro uomo perchè ho paura che mio marito lo venga a sapere, allo stesso tempo non volgio vedere mio marito ,Quindi alla fine mi precludo tutto mi auto punisco per non so quali colpe e sto quasi sempre rinchiusa in casa, non esco più se non per andare al lavoro (nel frattempo abbiamo venduto l'attività ed ora ognuno svolge lavori separati).Io non riesco a risolvere la mia situazione. Non so cosa voglio o forse sì, io vorrei sentirmi libera di amare e sentirmi amata dall'altro uomo senza soffrire per non essere più inevitabilmente nei pensieri di mio marito quando anche lui si troverà un'altra fidanzata. Io sono comunque gelosa nei suoi confronti.Non mi capisco.

mercoledì, novembre 07, 2007

DIPENDENZA... DAI MIEI GENITORI

Mi chiamo Sara, ho 34 anni ed ho un grosso problema di dipendenza dai miei genitori. Infatti sebbene sia adulta e laureata e sia abilitata alla professione di avvocato e credo di essere una persona che professionalmente possa essere capace, attualmente non ho un lavoro, sto facendo un dottorato di ricerca all'università senza borsa di studio. Sottolineo l'aspetto economico perchè una delle manifestazioni maggiori della mia dipendenza dai miei è il fatto che io non guadagno niente e dipendo economicamente da loro totalmente, sono infatti quasi cinque anni che io non mi guadagno una lira. Questo attaccamento totale a loro è anche fisico, non amo molto allontanrmi da casa e se devo fare un viaggio lungo mi devo preparare psicologicaemnte al distacco, cercare di gestire mille ansie e la paura che mi venga un improvviso attacco di panico che mi faccia tornare a casa in lacrime nell'abbraccio di mia madre e nella disapprovazione - consolazione di mio padre. In realtà io ho avuto un episodio di panico tre anni fà quando stavo per prendere un treno per andare del mio ragazzo che abitava a Bolzano (io abito al sud), in seguito al quale non sono più salita e da allora mi è rimasta attaccata sulla pelle una paura che da allora è costante. Subito dopo quell'episodio ho dormito nel lettone coi miei genitori per molti giorni e tutt'ora qundo passo dinanzi la loro comera da letto sento il forte desiderio di infilarmi nel letto con loro. Ho anche comportamenti ossessivi che mi accompagnano durante la giornata: sebbene non ami uscire molto, non posso stare un giorno intero senza mai uscire, ed il mio limite mentale è: almeno tre ore fuori casa. Se infatti sto troppo tempo a casa mi viene una forte sensazione di claustrofobia e di angoscia, di restare intrappolata. Le mie relazioni affettive sono strane: oscillo anch'io fra desiderio e paura. La paura fondamentale è che la persona si avvicini troppo e se lo fa devo sempre avere una via di fuga disponibile e sono sempre stata capace di trovarmene una. I miei rapporti di amore sono sempre stati con persone che in fondo non mi piacevano un granchè, con i quali alla fine mi scocciavo di stare insieme o di parlare, stavo con loro ma la mia anima era altrove etantomeno sono stata capace di dire loro il mio dolore e la mia angoscia: erano tutte persono con cui non avrei mai potuto avere un dialogo così profondo da mettere a nudo la mia anima. C'era in loro ovviamente qualcosa di positivo ci univa una tacita intesa quasi infantile di reciproca allenza ad essere uno il bastone dell'altro, non tradendoci mai, trattandoci sempre con rispetto, ma senza mai provando io una vera passione coinvolgente. Ho sempre letto nei loro occhi la passione e l'innamoramento verso di me, l'essere felici di stare con me, mi sono sentita molto amata, ma non ho mai provato lo stesso per loro. Solo una volta ho vissuto a ruoli invertiti una storia dui due settimane con un uomo di Genova, che mi piaceva moltissimo al quale però non piacevo allo stesso modo. Per cui il mio modo di relazionarmi agli altri è quello di essere una solitaria che frequenta gli altri ma non si lascia coinvolgere e lagare, o stringere dei legami. Sono in cura da una psichiatra da dodici anni. Ho iniziato questo percorso quando avevo 21 anni dopo aver passato un'adolescenza di grande sofferenza interiore ed isolamento verso il mondo esterno. E' subito stato un percorso bellissimo in cui ho iniziato ad imparare a prendermi cura di me a scoprire le mie sofferenze ed i miei bisogni ed a comprendere il mio rapporto verso gli altri ed in particolare verso mia madre che mia veva scelto come compagna per pingere la grande sofferenza di essere donne. Sin da piccola il cattivo rapporto con mio padre l'ha portata a sfogarsi con me di quanto lui fosse stronzo e quanto stronzi fossero tutti gli uomini, esser da temere, e quindi rifugiarsi in questa alleanze fra donne, esseri fragili deboli ed esposti continuamente alle violenze degli uomini. Con
l'analisi ho svelato questa trappola ed ho vissuto degli anni molto belli scoprendo cosa sono, le mie capacità ed i miei talenti: ho avuto le mie prime storie con gli uomini, ho stretto amicizie, ho fatto viaggi all'estero, mi sono laureata ed ho iniziato a fare l'avvocato. Quando poi si è trattato di spiccare il volo e farmi una casa mia o entrare nel profondo di una relazione, qualcosa si è spezzato, c'è stato il crollo, l'attacco di panico, la regressione all'essere totalmente una bambina. Ora sono in una situazione di stallo completa anche nell'analisi da più di due anni le mie sedute sono caratterizzate da un'enorme difficoltà nel parlare, Quella fluidità che in passato mi aveva fatto scorpire le gieie della vita si è trasformata in rigidità, non faccio alcun progresso, sono immobile ed ovviamente non riesco a concepire l'idea di interrompere l'analisi e lasciare la mia analista: ho riprodotto la mia dipendenza anche in quello studio la mia dipendenza.Con mia madre il rapporto è brutto lei ha quasi gli stessi sintomi: non esce mai di casa da sola deve essere sempre accompagnata da qualcuno e poichè mio padre è sempre assente anche quando fisicamente è presente e mio fratello è un uomo sono sempre io il bastone su cui mia madre si appoggia con tutto il suo perso ( fisicamente pesa più di ottanta chili per 1 metro e sessanta di altezza, mentre io ne peso solo sessanta), e la sento come una sanguisughe che attaccata al mio collo succhia il nutrimento insaziabile per il suo vuoto incolmabile e per tenere a bada i suoi demoni. Quando ci siamo laureati io e mio fratello e sembrava che stessimo per andare via di casa mia madre è caduta in depressione, ha preso degli psicofarmaci e da allora non è più uscita di casa da sola. Oggi è un'enorme bambina a cui devo badare in parte e che d'altro canto alimenta totalmente la mia dipendenza in un rapporto patologico che da un lato sta bene a tutt'e due. Mio padre si rifugia dietro a dei libroni mattoni su Giulio Cesare, o Alessandro Magno, quando non è a lavoro. Nella mia psicoanalisi la dottoressa mi dice che devo lavorare dul mio desiderio sesuale verso i miei genitori ma è un campo in cui non riesco mai ad entrare ed ogni volta il dialogo si arresta dinanzi al mio mutismo di parole che si fermano in gole ed emozioni che si ghiacciano nel petto. L'unico momento in cui riesco a parlare è quando intuisco che se non "produco risultati" lei mi dirà che la terapia è finita e non mi vorrà più vedere. Mi vedo senza speranza dinanzi ad un blocco più grande di me, che mi odio profondamente e mi dico che ogni mia azione è fatta male. Ho fatto uno sfogo fiume, tante altre cose che avrei voluto dire non sono riuscita a dirle, ma grazie per l'attenzione. Sara

giovedì, novembre 01, 2007

PROBLEMI DI UNA SECONDA UNIONE

melozza Età: 33 Sono ancora turbata perchè mi sono rivista nel vostro articolo sulla seconda unione (http://www.maldamore.it/Problemi_di_una_seconda_unione.asp) . mi sta accadendo proprio ciò che è descritto: dalla mia seconda unione pretendo di essere felice e non sono più disposta a rinunciare a nulla. Amo moltissimo il mio compagno, ma questa volta non sono pronta a sorvolare su nessuna mancanza di attenzione o romanticismo. Ho sofferto troppo la prima volta e questa volta purtroppo, le mie aspettative sono troppo alte. Sorvolo sui dettagli, ma in questo momento sto davvero male. Ho conosciuto il mio uomo poco più di un'anno fa e rappresentava per me la cosiddetta altra metà della mela. Tutto ciò che ho sempre sognato in un uomo,fino a quando, ad un certo punto, pochi mesi fa, ha cominciato a non desiderarmi più sessualmente ed a cercarmi sempre meno. Sto soffrendo molto perchè sono una donna molto passionale che vedeva la sua nuova unione perfetta anche sotto quell'aspetto. Soffre anche lui perchè non sa spiegarsi cosa gli accade. è tenero, amorevole sia con me che con i bambini. ha voluto questa unione in maniera decisa e ha fatto tanto per far sì che vivessimo assieme.vuole anche sposarmi e dice di amarmi alla follia. Ma non troviamo spiegazione.Ho azzardato un'ipotesi, ma vorrei tanto un vostro parere. Lui ha 33 anni come me ed ha vissuto fino ad oggi con sua madre. Lei e sua sorella non hanno visto bene questa unione, avendo io due bambini ed essendo senza lavoro, hanno sempre reso il tutto molto difficile. Lui ha sempre cercato di tenermi fuori dallaquestone e non riesco ad immaginare fino a che punto i suoi litigi si siano spinti. Che ci sia un suo senso di colpa o un qualunque altro legame con i suoi problemi materni? Che gli sembri di tradirla? Stiamo male entrambi e rischiamo di mandare all'aria il nostro rapporto proprio ora che abbiamo coronato il nostro sogno. Perchè non mi vuole più? lui no mi accusa di nulla, dice che ilproblema è lui...ma può un uomo che è sempre stato passionale, all'improvviso cambiarte così tanto?

IL PREZZO DI QUESTO AMORE E' ALTO

cirillina Età: 30 Salve! Sono una ragazza di 30 anni e alcuni anni fa, pur essendo fidanzata, ho completamente perso la testa per un collega universitario di due anni più giovane, anche lui fidanzato con una donna di ben 9 anni più grande.La nostra relazione è durata un anno e con lui ho provato delle emozioni e delle sensazioni mai conosciute: me ne sono pazzamente innamorata.Era o mi sembrava dolce, un po' timido e malinconico, ma anche in certi momenti simpatico e spiritoso.Putroppo però non siamo mai veramente entrati inconfidenza perchè lui glissava sempre se gli facevo domande personali e mi lanciava solo dei messaggi di tanto in tanto (ad esempio che non si vedeva esentiva più col padre), ma se cercavo di approfondire cambiava discorso;lui queste le chiamava, scherzando, le sue "reticenze".Tuttavia ciò che mi ha sempre lasciata confusa erano le sue oscillazioni dell'umore: in alcuni momenti mi cercava insistentemente, era dolce e premuroso, ma in altri spariva o mi trattava male, scatenando le mie reazioni:più gli chiedevo spiegazioni dei suoi comportamenti assurdi più lui si arrabbiava e si rifiutava di rispondermi.Tutto ciò ha influito sull'evolversi del nostro rapporto, nel senso che io avevo paura a lasciarmi andare completamente e a mettere fine al mio fidanzamento perchè non mi sentivo mai sicura dei suoi sentimenti. Dopo un anno mi ha "scaricata" con un sms, ma pochi giorni è tornato tutto come prima: anche se non c'era più intimità a livello fisico (e cmq ce n'era stata poca) il nostrorapporto è continuato con alti e bassi per un altro anno, al termine del quale abbiamo fatto l'amore. Ma di nuovo si è allontanato all'improvviso e senza ragione poco meno di due anni fa, quando ha iniziato a frequentare il laboratorio per la tesi. Da essere abituata a sentirlo quotidianamente, lui non si è fatto quasi più sentire, senza alcuna spiegazione, lasciandomi triste e a tratti disperata, non tanto per la sua mancanza ma per l'assenza d ispiegazioni. Io volevo capire cosa ero stata per lui, che senso aveva avuto il nostro rapporto! Io comunque sono andata avanti e mi sono traferita in un'altra città lontana per lavoro e ho deciso di tagliare netto e non l'hopiù cercato. Però sono venuta a sapere che di questo lui ci era rimasto male e così dopo 4 mesi sono tornata sui miei passi e ci siamo visti e iniziati a sentire saltuariamente, per mail o telefono, fino a questa estate. Io mi sentivo abbastanza serena, anche se quando sentivo la sua voce continuavo ad emozionarmi. Le cose sono precipitate ad agosto quando gli ho chiesto di vederci. Lui mi ha detto sì con convinzione, ma poi non si è fatto sentire. Io non ho insistito, inizialmente, ma dato che stavo per ripartire l'ho chiamato per salutarlo e lui ha iniziato a tergiversare sulla possibilità di un incontro e alla fine, esasperata, sono scoppiata a piangere. A questo punto lui si è convinto, è stato un incontro allegro e sereno ma abbastanza inutile, in quanto abbiamo parlato solo del più e del meno, ma non di noi. Lui mi ha poi detto che potevamo scriverci e allora ho deciso di buttarmi, stupidamente forse, ma gli ho scritto ricordandogli tutti i momenti belli che avevamo trascorso. La sua risposta è stata agghiacciante, piena di durezza: mi diceva chiaro e tondo che lui pensieri non ne aveva e ha addirittura rinnegato di avermi considerata una fidanzata, quando invece non solo me l'ha detto ma me l'ha anche scritto inuna dedica su un libro che mi ha regalato anni fa. A questo punto, ripresamidopo qualche giorno dalla disperazione, gli ho scritto una lettera d\'addio, intoni comunque calmi e dolci perchè volevo chiudere bene e lui inaspettatamentemi ha risposto e così abbiamo ripreso a scriverci. Lui mi ha detto che mi vuolebene ma che certe cose nascono perchè devono nascere (cosa su cui concordo) eche crede ancora nell\'amicizia con me. Io onestamente non credo che sentirsiuna volta ogni qualche mese per parlare di lavoro o attualità possa esseredefinito un rapporto di amicizia, la verità è che io vorrei avere una maggioreconfidenza e se non è possibile preferisco troncare, perchè rapportisuperificiali con lui non ne voglio. Gli ho quindi detto, sempre con moltadolcezza ciò che pensavo dell\'amicizia e non ho avuto risposta, ho provatoanche a chiamarlo e non ha risposto e a questo punto mi sono decisa a troncarequesto rapporto che non mi dà ormai niente, se non dispiaceri. Ieri sera l\'hochiamato per dirgli che era meglio non sentirsi per qualche tempo per la miaserentià e lui nuovamente ha reagito con rabbia dicendomi che tanto quandovorrà lui si farà sentire ugualmente, che lo risucchio in un \"vortice di seghementali\" e si è calmato e addolcito solo quando mi ha sentita nuovamentepiangere.Io ora vorrei solo dimenticarlo, però vorrei anche capire come sia possibileche una persona che hai tanto amato, con cui hai fatto l\'amore, ti abbandonicosì, senza il minimo rispetto per il tuo cuore infranto. Ma al tempo stesso sevuoi troncare di netto non lo accetta. Io non credo più nell\'amore, perchèsecondo me l\'amore è innanzi tutto rispetto, e lui non ne ha avuto neanche unpo\'. Eppure lui è un bravo ragazzo, lo dico davvero, è dolce e sensibile, ègeneroso e allegro...Per completare la storia vi dico che proprio ad agosto lui è stato lasciatodalla sua ragazza e contemporaneamente ha iniziato a frequentare un\'altraragazza. Questo ovviamente non l\'ho saputo da lui, però la ragazza con cui staora l'ha conosciuta quando ha iniziato l\'internato per la tesi, cioè nellostesso periodo in cui si è allontanato da me. Io mi sento anche avvilita daquesto confronto, perchè sento che nei due anni trascorsi insieme mi ha volutosempre tenere un po\' fuori dalla sua vita, sebbene mi fosse attaccatissimo epoi quando ha conosciuto questa ragazza mi ha abbandonata così, senza apparentirimpianti. Lui dice che la vita è fatta di fasi ed io sono stata importante in una certa fase ma ora è passata molta acqua sotto i ponti. Io so che è passatotanto tempo e dopo tutti questi momenti brutti non credo riuscirei mai atornare indietro eppure mi chiedo... ma perchè lo sento ancora così vicino,perchè mi manca così tanto, perchè ancora adesso a volte sento quasi il suotocco sulla mia pelle? E perchè lui nonostante tutto non accetta che non ci sentiamo più, ma vuol mantenere un minimo di contatti che secondo me non hanno senso? Ma è sbagliato voler capire? Vorrei dimenticare tutto, il prezzo che sto pagando per questo amore è troppo alto!

PERCHE' SOFFRO ANCORA PER LUI ?

caro dott. Cavaliere ho scoperto oggi il sito maldamore, mi sono tuffata in internet per trovare un po di sollievo e delle persone che condividessero con me momenti difficili.
ho 27 anni sono una studentessa lavoratrice, 2 anni e mezzo fa ho incontrato un ragazzo che mi ha fatto scoppiare il cuore di gioia, un feeling bellissimo.l' avrei sposato ad occhi chiusi... troppo bello per essere vero. dopo qualche settimana l'ex del mio lui si rifà viva (l ha lasciato dopo tre anni di perchè non l amava più e perchè era stupido a suo dire)e da quella rottura erano trascorsi 6 mesi di silenzio da parte di lei.. ora io ho scoperto questa presenza perchè lui distratto come sempre sbaglia numero ed invia messaggi rivolti a lei al mio numero di telefono... in cui capivo che lui era ancora sucube di un amore trascorso, il problema è che questa ex non voleva tornare con lui ma solo destabilizzare una persona che stava ricominciando con me.e cosi è stato, insieme non ci sono tornati ma lui mi ha mentito tante volte sul fatto che non la sentisse io sono diventata un investigatore bravissimo ho controllato cellulari e non mi vergogno perchè mi ci hanno proprio portato a farlo.passa il tempo do fiducia al mio lui finchè un giorno mi lascia, e mi dice che non mi ama. il mondo crolla non ho forza di ricominciare, dopo nemmeno qualche giorno torna da me dicendomi che gli manco etc sorvolo le mille balle con cui mi ha imbottito il cervello. riprende una relazione con me specificando più volte che non siamo fidanzati ma comportandosi di fatto in modo molto simile perchè il nostro è stato un rapporto quotidiano fatto di messaggi telefonate incontri. e cosi tante volte in 2 anni avremo chiuso sempre dietro decisione sua 4 volte. venerdì un nuovo epilogo lui mi dice via sms che ha conoscuito un altra ragazza che probabilmente ci uscirà e che me lo dice per correttezza.ora qualche giorno prima eravamo fuori per il fine settimana. sto male non so perchè sto male, ho sempre dato grande valore al rispetto all'amore in cui ha tanto creduto, mi sono ammalata per il mio amore perchè le notti non dormivo più perchè sognavo continuamente le sue bugie ho mandato all' aria tanti esami universitari, l ho amato profondamente perchè tanti anni fa ha perso il suo gemello in un incidente stradale e soffre come un cane, l ho protetto coccolato e tenuto la mano sempre in ogni momento. un po di affetto e di premura nei miei confronti me lo doveva.ho sempre sperato in un evoluzione del nostro rapporto sono consapevole di tantissime sua mancanze, mi sento come se avessi corso una tratta oltre le mie possibilità col petto pesante senza più voglia di pensare e di provare nulla. non ho mai avuto la forza di staccarlo da me, mi ha pure detto che dovevo aspettarmelo da un giorno all' altro tutto ciò, sono sconvolta continuo a non capacitarmi della sua cattiveria. so che non tutti possiamo stare indifferentemente gli uni con gli altri però vorrei solo capire perchè soffro ancora per lui.grazie.