domenica, maggio 14, 2006

SCELGO ME


ele N° di riferimento: 755848309 Età: 26 Salve dottore, grazie per avermi risposto. La mia storia era la 572319589 (http://maldamore.blogspot.com/2006/05/psicoterapia.html) . Sono tornata oggi sul suo sito e ho riletto ciò che le avevo scritto e i suoi consigli. Sono passati pochi giorni, ma sono stati piuttosto pieni di riflessioni e cambiamenti. In effetti la psicoterapia è terminata poco prima che cominciassia avere i miei dubbi sulla storia che stavo vivendo. In effetti avevo spostato nella stanza della mia psicologa i miei bisogni e poiho dovuto traslocare. Il passaggio non è stato facile, ma mi ha aiutato aresponsabilizzarmi, a non delegare a altri la mia felicità. Quel ragazzo di cui le dicevo è tornato, ma non aveva le idee troppo chiare.Dopo pochi giorni dal suo ritorno ci siamo lasciati. Lui voleva partire e stare fuori anche più dei 5 mesi previsti. Questo era il reale motivo della pausa che mi aveva chiesto. Quando me l'ha detto, tentennando, ho capito come stavano le cose e l'ho laciato andare. Luiavrebbe voluto restare con me comunque. Io no. Desideri e scelte non hannocoinciso. Non mi sono arrabbiata, ho solo accettato le cose come stavano, cercando discegliere in base ai miei bisogni. Sapevo che aspettarlo avrebbe voluto direper me soffrire, rimandare la rottura, sentirmi in colpa e magari odiarlo.Ovviamente non sono proprio di buon umore oggi, perché è passato un giornodalla sera del nostro discorso. Ma la sincerità che abbiamo avuto l'uno con l'altra mi ha fatto sentire libera. Avevo molte sensazioni negative lo scorso mese. Mi sentivo insicura. Da quelle sensazioni sono partita per arrivare a capire come stavano le cose e l'ho bombardato di domande, l'ho portato a rispondermi. Lo dovevo a me stessa.Questa è stata la cosa più importante per me, perché tra le altre cose inpassato non davo molto credito a ciò che sentivo, non seguivo il mio stomaco. Ho scoperto che le mie sensazioni sono giuste così come sono, che le posso ascoltare e seguire. Che non è "sbagliato" sentire certe cose. Credo cheanche questa sia un'eredità del passato. Ho letto il libro Di Robin Norwood lascorsa settimana. Mi ha fatto bene. L'ho divorato in due giorni e ogni tanto lo riapro per leggere qualcosa di più. Il rischio c'è sempre per me. Il rischio di non seguire me stessa e tornare all'abitudine, perché si sa che l'abitudine, per quanto sbagliata, è sempre una grande tentazione. Ci metterò forse sempre un po' più di tempo degli altri per capire ciò che voglio, ciò che è meglio per me. Però sono contenta, anche se sto un po' giù. Credo chenonostante questa storia non sia continuata, il modo in cui l'ho iniziata e conclusa mi abbia fatto bene e mi abbia aiutato a far salire la stima che ho in me. Per la prima volta ho scelto una persona felice, che non aveva bisognodi me per stare meglio. Per la prima volta ero io con un'altra persona e basta. C'era solo il piacere di tentare, di provare a conoscerci. Poi lui hascelto un'altra strada. E io ho preso la mia. è la prima persona che lascio andare senza odiare. Solo con un po' di dispiacere. Ma con il desiderio di trovare il mio modo per stare bene. Utile è confrontarsi con chi ha gli stessi miei problemi,leggere le storie, parlare con le amiche, con chi ne è uscita,con chi si è capita. Ma ora un altro desiderio mi è scattato. Di confrontarmi con la "normalità", non con chi ci è passato e ci passa, ma con chi non ci è mai passato. Leggo libri e vedo film, ma trovo così poche cose che raccontino la "normalità". C'è una strana predilezione in giro per ciò che fa male e rende infelici, come se fosse quello l'unico modo di vivere. Il confronto con quelle delle mie amiche che hanno rapporti equilibrati con se stesse e/o con i proprio partner mi fa bene, mi aiuta a vedermi. Sempre in questa settimana ho trovato e cominciato uno stage, utile per i miei studi. Tra poco finirò distudiare. Ad aprile mentre i dubbi venivano, mi sono dedicata al guardaroba, aicapelli e a tante altre cose belle e futili. Sono contenta perché alla fine miscatta sempre un campanellino d'allarme in tempo che mi salva. Anche la psicoterapia l'avevo cominciata così, quando una mattina mi sono svegliata impaurita per me stessa e ho detto basta. Questa è la cosa più bella. Sapere che dentro di me c'è qualcosa che mi aiuta sempre. La ringrazio ancora e prima o poi tornerò per raccontare altre cose o perchiedere altri consigli. cari saluti eleonora.
Sono d'accordo con lei. La stessa psicoterapia, se non accompagnata da una responsabilizzazione personale, rischia solo di sostituite la dipendenza affettiva con la dipendenza dal terapeuta. Fondamentale è attivare le proprie risorse personali, che sono presenti in ognuno di noi. Grazie per la sua testimonianza. Cordiali saluti

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