domenica, ottobre 21, 2007

POTEVO FARE DI PIU'?

Federico Età: 44 Gentile Dr.Cavaliere, credo che la mia sia una lettera come tante ma in certi momenti si ha bisogno che qualcuno ascolti le tue sofferenze. La mia e' una storia comune , finita male ma ricca di amore, sincerita' e disperazione. Avevo sposato Elena 10 anni fa (aveva 31 anni) dopo 10 anni di fidanzamento.Una ragazza piena di vita, un volto splendido un po' grassottella figlia unica, generosa ed esplosiva nei mostrare i sentimenti verso il prossimo, . Da tempo pero' era tormentata dalla ricerca di un lavoro come ragioniera che "le consentisse dimostrare le sue capacita'. Io decisamente piu' freddo, laureato e realizzato nel lavoro. Tra di noi un bel rapporto, un sincero dialogo quotidiano che si e' mantenuto anche nel matrimonio dove pero' sempre piu' Elena riversava una crescente angoscia nei confronti di insoddisfazioni professionali ripetute (ma debbo dire senza che lei avesse particolari colpe e dopo che aveva profuso un impegno intenso). Da parte mia in piu' riconosco che, anche se a fin di bene, le facevo notare che mangiava male , doveva fare un po' di sport e calare qualche Kg avrebbe rischiato di ammalarsi in futuro. Ci provava ma era dificile . Poi la vita non ti aiuta: non siamo riusciti ad avere figli , i genitori di lei buoni e generosi apparivano pero' dipendenti dalla figlia nelle quotidiane scelte della vita e questo la angosciava. Aveva una passione per i cani e quello che aveva si e' paralizzato e per 7 anni lei lo ho gestito in casa quasi come un figlio .Nel 2005 Elena comincia ad essere diversa , non mi desidera piu', appare piu' assente anche in casa. Cento volte ci parliamo per capire cosa stia succedendo ma Lei rimane sempre vaga. Anche a domande dirette ribadisce che il nostro matrimonio non era in discussione ma non aveva desideri sessuali. Cerco di capirla, da poco ha deciso (ed io non l'ho contrastata per non causarle dei sensi di colpa )di non proseguire i tentativi medici per avere figli e stava concludendo l'ennesima esperienza di lavoro negativa. Poi comincia ad essere afflitta da una insonnia feroce in parte controllata con ansiolitici. Andiamo al mare nell'estate del2006 e a vederla in "superficie" sembra la solita Elena: affettuosa egenerosa . Al mare pero' la svolta ; durante una discussione ammette che "probabilmente" ha perso nei miei confronti i sentimenti di un tempo: "forse e' finita, le storie nascono e finiscono". Rimango allibito anche se a posteriori era una logica evoluzione degli eventi. Elena si trasforma completamente esce di casa con nuove amiche 3-4 sere la settimana, in casa e' assente. Non parla quasi piu', e' un muro di gomma. La assecondo anche se in alcune occasioni nelle quali litighiamo arriviamo prossimi alla separazione legale. Poi lentamente nel corso del 2006 Elena sembra un po' tornare a quella di un tempo, esce molto poco con le amiche , segue la casa cerca un nuovo lavoro ma ormai dorme in una camera separata.Per 2 volte ha colloqui con uno psicologo , un po' la aiutano, me ne parla ed insieme sembriamo di nuovo uniti per cercare una soluzione a tutto cio'. Io pero' sempre piu' spesso alterno estrema comprensione a crisi di rabbia che la turbano profondamente. In una di queste occasioni lei di nuovo pensa alla separazione, "non puo' fare piu' di cosi" , mi "vuole tanto bene, sono la persona piu' importante dela sua vita ma non si sente piu'una moglie e non vuole ferirmi ancora".Andiamo da un legale e fra pochi giorni firmeremo la separazione. Le ho chiesto ancora ma cosa e' successo Elena perche' siamo arrivati a questo? Lei mi ha risposto : "vedi e' diffile spiegarlo, tu rimani la persona migliore e piu' importante che ho conosciuto, ma lentamente senza rendermi conto sono arrivata ad essere arida e cinica. Forse e' stato un meccanismo di difesa ma ora dopo tanto tempo che lotto contro questo mio atteggiamento debbo vivere da sola , non ho voglia di rendere i conti piu' a nessuno, mi spiace ma non voglio farti altro male.Il mio amore per Lei rimane comunque immutato anche per le gioie passate che mi ha dato. Il mio dolore e' atroce ma forse il suo e' anche piu' grande. Guardo le foto di Elena, un volto dolce , una persona sensibile e generosa che non ho capito e che ho contribuito probabilmente a ferire. Mi rimangono anche tanti rimorsi e domande : Potevo fare di piu? Se fossimo andati da un consulente matrimoniale ? Non sono stato abbastanza paziente ? Se non avesi avuto quelle crisi di rabbia forse altro tempo ci avrebbe aiutato ? So che non potra' fornirmi risposte certe ma un suo pensiero su cio' che ci e' capitato mi conforterebbe molto. Grazie ancora.
Le rispondo con un brano tratto dall'"Amore liquido" di Baumann: "Finché dura, l'amore è in bilico sull'orlo della sconfitta.Man mano che avanza dissolve il proprio passato; non si lascia alle spalle trincee fortificate in cui potersi ritrarre e cercare rifugio in caso di guai.E non sa cosa lo attende e cosa può serbargli il futuro.Non acquisterà mai fiducia sufficiente a disperdere le nubi e debellare l'ansia.L'amore è un prestito ipotecario fatto su un futuro incerto e imperscrutabile."

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' strano sentire tanta voglia di capire, di comprendere, di imparare dai propri sbagli da parte di un uomo... Scusami, ma purtroppo non ho molta stima degli uomini nella relazioni interpersonali con le donne... E' bello sentire che c'è ancora qualche uomo che ci tiene a dare e avere delle spiegazioni, a capire... per mio conto sono come sempre qui da sola a tirare le fila di 10 anni di vita e di relazione, non ho avuto una spiegazione, il mio ex 'uomo' come non ha fatto niente per stare con me, non ha fatto niente per non stare con me, ma questa è una storia già raccontata.
Dal tuo racconto, ovviamente sintesi impossibile di una così lunga relazione, ci sono alcune cose non chiare per chi legge sul vostro rapporto. Posso solo esprimere ciò che sembra dalle tue parole, ma ci tengo a chiarire che nessuno, io per prima, può certo capire cosa possa esserci in anni di relazione e amore; ma certo una visione esterna e estranea può sempre servire, altrimenti non saremo qui...
A me sembra che questa donna non sia riuscita a risolvere se stessa nella relazione con te, anzi per lei la relazione è stata strumento perché la sua situazione personale si affossasse sempre più, e questo forse le ha causato del risentimento (probabilmente immotivato) verso di te...
Credo che la vostra relazione si sia trasformata piano piano, perlomeno per lei, in strumento di dolore e non di piacere e benessere. Sinceramente, penso che tu non avresti potuto fare niente più di quello che hai fatto e che stai facendo, come ad esempio quello di metterti in discussione e ammettere i tuoi limiti, è sintomatico di un rispetto verso te stesso e verso il tuo matrimonio.
Le relazioni funzionano quando c'è un percorso personale parallelo e uno insieme. L'altra persona non può essere la soluzione e lo strumento per risolversi e realizzarsi personalmente, anzi, molte volte questo è elemento di conflitto e rancore.
Per me è stato così, ho cercato di allontanare P. dalla dipendenza dalla marijuana, da quelle tre o quattro occasioni l'anno di tirare cocaina, ho cercato di responsabilizzarlo verso di me, verso di se, ho tentato, pur di non lasciarlo, di portarlo in terapia di coppia (ma lui si è ovviamente rifiutato), ho cercato di aiutarlo per alleviare la frustrazione della sua non realizzazione lavorativa (ed anch'io sono sempre stata personalmente una persona motivata, con successi personali, e tanti obbiettivi raggiunti), ecc. ecc. ecc... e ti assicuro che non ha funzionato, anzi è stato elemento, prima di gratitudine, poi di scontro, di allontanamento, di fastidio, di chiusura, di silenzi e isolamento nei miei confronti... Credo che abbia influito anche un sentimento di competizione nei miei confronti, purtroppo...
Ma non ci dobbiamo sentire in colpa, è stato fatto tutto per l'immenso amore che provavamo, nel mio caso, per una persona che non lo ha meritato, soprattutto negli ultimi anni.
Anch'io sono passata dalla depressione, alla rabbia... mi vergogno a dirlo ma ho anche alzato le mani, e mi sono fatta male, presa dall'enorme disperazione nel vedere questa storia sgretolarsi nelle mie mani... Adesso, malgrado l'enorme sofferenza, sono felice finalmente di essere riuscita lasciare una persona così sbagliata per me.
Certo, nel vostro caso l'apice probabilmente è stato raggiunto quando avete dovuto affrontare il problema di non poter avere figli, ma da ciò che scrivi sembra, che è stato solo l'apice di una sua protratta insoddisfazione di se, proiettata, come succede, anche nel rapporto con la persona che ami. Sinceramente penso, che con il segno di poi, forse è stato meglio così.
Adesso se ci fosse stato un figlio sarebbe stato ancora più doloroso e straziante.
In bocca la lupo!
Un saluto. Fri