domenica, ottobre 21, 2007

VI RINGRAZIO

eleonora Età: 41 Vi ringrazio, attraverso le vostre pagine, sono riuscita a vedere meglio in me, ho capito il perchè i miei gesti di autolesionismo fisico da bambina, e il perchè si sono trasformati in scelte autolesioniste da adulta, il punto è che una volta capito e analizzato tutto occore raccogliere tutte e proprie forze per seguire una strada diversa da quello che si percorre. il punto per me è che dopo avere "camminato" cosi a fatica non trovo energie,e mi sembra che preferisca nascondermi dietro una ragnatela di sofferenza, piuttosto che affrontare tutto, strapparmi il dente, soffrire, ma non più a lungo. l'ho scritto anche nelle riflessioni: "questo nido di sofferenza è l'unica realtà che io abbia mai conosciuto." e qui mi blocco, e non capisco..non reagisco... e mi do della pazza, o della stupida..

1 commento:

Anonimo ha detto...

Eleonora, non dire dire così! Non sei pazza... non è per questo motivo che una persona è pazza! Non sono certo pazze le persone che rivolgono il proprio dolore, la propria sofferenza verso se stesse ad essere pazze... ma semmai quelle che la rivolgono verso gli altri, con crudeltà e premeditazione. Mi permetto di scriverti queste cose anche se non ti conosco perché forse siamo qui anche per questo, e perché mi hanno colpito molto le tue parole... "dopo avere "camminato" cosi a fatica non trovo energie, e mi sembra che preferisca nascondermi dietro una ragnatela di sofferenza, piuttosto che affrontare tutto, strapparmi il dente, soffrire, ma non più a lungo... "questo nido di sofferenza è l'unica realtà che io abbia mai conosciuto"... e proprio lì sta il nodo della questione: ciò che abbiamo conosciuto per mano dei nostri genitori, è ciò a cui siamo abituate.
Quando sei cresciuta nel dramma, nel dolore, nella sofferenza, nell'ansia, nella solitudine è a questo che sei abituata ed è difficilissimo ragionare che la vita forse può anche essere altro, o ragionare che forse ci piacerebbe altro, perché forse non sappiamo neanche noi cos'è che veramente ci piace... si preferisce stare in una dimensione che ci è familiare, anche se dolorosa, ma familiare, anziché andare a cercare altro...
Perché questo vorrebbe dire cambiare, e cambiare è molto dura molto dura... pensa il solo ammettere di dover cambiare quanto ci infastidisce!
E' difficile pensarsi dentro un altra dimensione, perché questo vorrebbe dire veramente strapparsi la pelle di dosso... ma ti assicuro, ti assicuro che molto più doloro pensare a questo passaggio che sfangarla quando l'hai deciso di farlo.
Un anno fa ho scelto di vivere, decidendo di lasciare la persona che credevo di amare più di ogni altra cosa al mondo, anche più della mia stessa vita e della mia stessa felicità, ad agosto ci siamo separati dopo dieci anni (non mi dilungo su questo, ne ho parlato a lungo sul post “SONO STATA GHEISHA E MADRE”)... a gennaio scorso ho pensato seriamente al suicidio, ragionato su questa scelta, valutato razionalmente come avrei lasciato le poche persone che amo, mi ha fermato il solo pensiero del dolore che avrei provocato a mia sorella, solo questo... pensa... Ancora non sono consapevole che forse avrei dovuto pensare a ciò che avrei lasciato io, e invece no... è da lì che per fortuna ho deciso di andare da un medico, con il quale sono tuttora in terapia...
Sinceramente senza di lui, e forse senza di me, non ce l'avrei fatta a fare questo passaggio.
Ma quando riesci a scegliere questo sei già sulla via della guarigione.
Come vedi non è stato facile.
Adesso sono qui da sola a scrivere su una lavagna appena cancellata, a pensare se lo avessi fatto prima, a rimuginare sulla sua ambiguità che mi ha tenuta lì più di me, a sopportare che ogni mercoledì mi invi messaggini carini, di affetto, di manifestazione della mia mancanza, di manifestazione di quanto sono per lui... ecc. ecc. (e io gli rispondo anche...!)... e provo a ripetermi “tutte stronzate”, a cui però, io ovviamente credo...
Non so cosa mi aspetta, ho 35 anni e non sono proprio la persona che avrei voluto essere a quest'età... avrei voluto un figlio, una situazione economica meno alternata, e più strutturata, un marito al mio fianco con cui condividere questa vita... ma invece sono qui, nella merda, da tutti i punti di vista, a cercare di riposizionare tutti i tasselli, a dirmi forse devo lavorare su questo... su quest'altro... a provare a incanalare la rabbia in certo modo, a provare a cambiare il ruolo che mi hanno affibbiato quei pezzi di merda dei miei genitori... a non mollare sul lavoro... (purtroppo ho degli impegni economici che non me lo permettono) ecc. ecc. che fatica!...
Una fatica bestiale.
E se solo potessi... mi ibernerei fino al 2010!... O dormire fino al 2012...
E invece non posso, e allora penso che se forse sono qui c'è un motivo...ma sono qui sola, confusa, scioccata, ma sto sempre meglio di quando stavo insieme a lui!
A volte è difficile 'sopportare' tutta questa tranquillità, serenità a tratti... è difficile spiegarlo a parole, ma anch'io spesso sento che non è a questo quello a cui sono abituata!
Penso che non sono abituata ad ascoltarmi, a sentirmi e non ancora ho imparato perché non me lo hanno mai insegnato, e allora penso a tutte le cose che devo imparare per dare un senso alla mia vita.... e questo miracolosamente mi fa stare meglio. Perché mi da la speranza che forse, quando starò meglio, saprò anche scegliere meglio! Un abbraccio. FRI