giovedì, agosto 24, 2006

POSSO FARCELA DA SOLA ?

Gingia N° di riferimento: 986916282 Età: 31 Sono confusa come non mai. Ho scoperto che quello che credevo fosse passione,amore...in realtà è solo dipendenza affettiva.Mi sono ritrovata in ogni passo che ho letto sul vostro sito e mi sono quasi disperata per le pene infernali che ho fatto passare ai miei ex. Adesso ho vicino un ragazzo splendido che stavo quasi per perdere perchè "dopo quattro mesi di relazione non vuoi passare ogni minuto con me e continui ad avere la tua vita, trascurandomi". Mi stava per lasciare dopo che per tre volte gli ho fatto queste scenate.Per fortuna girando su internet per cercare un modo di lasciare un ragazzo così "degenerato" sono incappata su quasto sito e ho capito: ho una dipendenza affettiva.Del resto ho avuto: padre assente, madre bambina con conseguente assunzione di troppe responsabilità su di me,molestie sessuali da bambina da parte di un cugino.Potevo non esserlo? Ho anche un'altra dipendenza,ma per ora non mi sento di scriverla. Il mio problema è che ho appena concluso due anni di psicanalisi perchè avevo superato tutto. MI CHIEDO E CHIEDO: visto che ho tanti strumenti psicoanalitici, visto che già dopo aver capito che sono dipendente ho sentito meno il bisogno delle "dosi"d'amore: POSSO RIUSCIRE A SUPERARE TUTTO DA SOLA???IL FATTO DI SENTIRMI IN GRADO DI FARLO E' INDICE DI QUALCOSA DI POSITIVO O VOGLIO SOLO AGGIRARE IL PROBLEMA?SONO STANCA DI PSICOLOGI, PSICOANALISTI, ANSIOLITICI, FIORI DI BACH E QUANT'ALTRO: VORREI SOLO VIVERE UNA RELAZIONE IN PACE CON QUELLO CHE SENTO ESSERE L'UOMO DELLA MIA VITA.SE PENSATE CHE ABBIA BISOGNO D'AIUTO,DITELO,VOGLIO ESSERE FELICE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! GRAZIE
Mi permetta di risponderle con una breve storia zen
"Un monaco si lamentò con il suo maestro perché non riusciva a raggiungere il versante opposto di una montagna."La colpa è tua" gli rispose il maestro."In che cosa sbaglio? Che cosa mi manca?" domandò l'allievo."Vieni con me, e te lo mostrerò."Il maestro chiamò un altro discepolo, che era cieco, e tutt'e tre si recarono sulla montagna, in un punto in cui uno stretto tronco era stato gettato su un burrone."Attraversa!" disse il maestro al primo monaco.Il poveretto guardò il fondo del burrone, il debole tronco e rispose: "Non posso: ho paura".Allora il maestro si rivolse al discepolo cieco e gli diede lo stesso ordine.Il monaco attraversò senza esitare il burrone."Hai capito?" domandò il maestro al primo monaco.
È sempre la paura il sentimento che si oppone alla nostra crescita: la paura di essere autonomi, la paura di essere abbandonati, la paura dell'ignoto, la paura di perdere il proprio io, la paura della responsabilità. Eppure, per raggiungere l'altra riva, è necessario affrontare l'abisso; e questo non può essere fatto se non si eliminano i mille timori che ci accompagnano nell'attraversamento. E spetta a noi farlo. Psicologi, psicanalisti e quant'altro ci possnon indicare la strada, ma sta a noi percorrerla, anche se tortuosa e difficile.
Ho appena letto la sua risposta. Innanzi tutto grazie per il tempo che mi ha dedicato e per la storia zen che calza perfettamente alla mia vicenda.In questi giorni sono tornata dalla mia dottoressa,perchè ho avuto la cd. regressione all'infanzia, con conseguente rimozione di tutto il dolore provocato da mio padre che nemmeno mi vedeva quando ero bimba!Per si sarebbe taglaito un braccio per me!Ah...benedettto Edipo...Ho titrato fuori tutto,spero,considerato quanto sono stata male e devo dire che l'aspetto più grave, quello che mi attanagliava di più era il senso di abbandono,proprio come aveva colto lei.Papà mi ha abbandonato lo farà senz'altro anche il mio attuale compagno.Con le storie precedenti...era tutto semplice, li lasciavo io perchè in genere sceglievo partner che solo un folle avrebbe avuto accanto per più di un mese...e via,con i pianti perchè non ero adeguata al mondo in quanto incapace di tenermi un uomo! Adesso mi sento come se avessi fatto un giro in lavatrice...ma spero che sia servito.Penso che se lui ha scatenato questa gran voglia di vivere,significa che abbia toccato, per la prima volta, il mio cuore.Grazie ancora dottore e spero di poter continuare a scriverle,quando il mio cuore non sarà...proprio sano!Lo dico senza retorica,sta facendo una grande cosa ad aiutare le persone che soffrono di mal d'amore,perchè troppo spesso veniamo additati solo come sfortunati,esigenti o peggio stravaganti nelle scelte affettive,delle quali dobbiamo aver la forza di prenderci tutto.Ma non è così¬: noi non scegliamo,sceglie solo il nostro inconscio incrostato di dolore che attua delle strategie,a volte patetiche,solo per farci sopravvivere.Ora l'ho capito...Continui così!P.s. Ho pensato solo ora che se ero stanca dei dottori...perchè ho scritto a lei??????????!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Probabilmente mi ha scritto perchè la tenacia e la speranza sopravvivono in lei. Si può essere stanchi di tutto e di tutti, ma in ognuno di noi sopravvivono sempre degli esili fili a cui dobbiamo "aggrapparci" quando tocchiamo il fondo. Lei non ha scritto a me ma a quella parte di lei che, inconsciamente, spera ed è tenace. Di nuovo saluti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

il titolo mi ricorda molto il libro che deve uscire ad agosto della neftasia editore