Amanda Età: 33
Salve Dottore.
Questo il fulcro della faccenda: convivenza di 3 anni, in gran parte allucinante. L'ho lasciato perchè arrivata al limite, ma nonostante tutto mi manca da morire.
Ci siamo voluti bene, sinceramente, fin dall'inizio, e so perfettamente che ancora è così, per ambedue.
Ma lui ha un grosso problema: l'ansia, e il suo "pseudorimedio": l'alcool.
Ho passato momenti a dir poco allucinanti a causa delle sue crisi, che sfociavano puntualmente in ubriacature assurde.
Non so elencare quante volte sono dovuta uscire, da sola, di notte, in cerca di lui nei vari bar del circondario, ed una volta trovato, dovermelo riportare a casa, barcollante, davanti agli occhi di tutti.
Inoltre le sue ubriacature lo rendevano aggressivo: non mi ha mai alzato le mani, questo no. Però in quei frangenti, tirava fuori tutto il negativo che c'era in lui.
Ho passato notti insonni a vegliare che non combinasse qualche sciocchezza, finchè non si addormentava.
E il giorno dopo, passati i fumi dell'alcool, era come nuovo, ridiventava quello che amavo, quel dolce ragazzo pieno di attenzioni nei miei confronti.
Per cui, tutto il disprezzo che mi era venuto naturale provare per lui la notte precedente, spariva, facendomi sperare di vivere tranquilla...fino alla volta successiva!
Queste crisi si sono fatte sempre più intense, ed eravamo d'accordo di intraprendere un percorso terapeutico, poichè non era normale tutto questo... percorso mai iniziato però, perchè da parte sua erano solo promesse e giuramenti, ma mai fatti concreti.
Finchè, dopo l'ultima crisi, due settimane fa, ho deciso di lasciarlo, e sono tornata dai miei.
La notte, prima di lasciarlo, non ho dormito, e mi vedevo fra qualche anno, priva di forza, con un uomo dipendente dall'alcool, e piena di debiti. Mi sono chiesta se il mio amore era tanto da poter affrontare tutto ciò, ma soprattutto se da parte di lui esisteva un po' d'amore per me.
Mi sono risposta che se lui mi avesse amata davvero, avrebbe provveduto ben tanto tempo prima a curarsi, constatando quanto questo problema ci stava allontanando.
Ma non l'ha mai fatto.
Ora sono qui, non esco mai, ci continuiamo a sentire via sms, perchè lui m'implora di tornare, giurando di essere cambiato, giurando che non può vivere senza di me.
Io sento dentro di me un forte impulso a tornare, ma qualcosa mi frena: la mancanza di fiducia.
Troppe volte sono ritornata sui miei passi, ed ogni volta mi sono pentita.
Ma anche adesso sono pentita: di averlo lasciato.
Non so se ho fatto la cosa giusta, se è stato un gesto egoista il mio, o se dovevo farmi forza e rimanere al suo fianco finchè non si fosse risolto questo problema.
Sono molto confusa, vivo ogni giorno una guerra interna, tra ragione ed istinto.
In più la mia famiglia mi ha messa davanti ad un'altra scelta: o resto con loro, o ritorno da lui, ma se ritorno da lui loro con me hanno chiuso. Lo so che sono molto preoccupati per me, per il mio futuro, perchè pensano che costui potrebbe rovinarmi la vita.
Onestamente non so cosa fare. Gli dò un'altra possibilità, visto che si è messo in terapia sul serio stavolta (conosco nome e cognome del suo dottore)? o chiudo definitivamente per evitare altre delusioni?
Mi fa male pensarlo da solo, essere convinta di amarlo e di non poter esprimere i miei sentimenti. Vorrei farlo ma sono frenata.
Spero di essere stata abbastanza chiara.
E spero di avere un Vs. riscontro il prima possibile.
Grazie infinite
Amanda
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