lunedì, settembre 26, 2011

LIBERTINAGGIO E NARCISISMO

Narciso70 Età: 41
Non so bene qual'è il motivo che stamane mi spinge a scrivere su questo blog o forse lo so, la necessità di un confronto con chi non mi conosce e non conosce la mia attuale partner e che quindi, nel caso in cui desse un giudizio o un parere lo dia esclusivamente su ciò che riporto, senza condizionamento alcuno.
Ho 41 anni, un matrimonio fallito alle spalle ed un figlio nato nel matrimonio; ho avuto una lunga e travagliata relazione, oltre 4 anni intervallati da mesi in cui ho vissuto da single riprendendo quello che era lo stile di vita per cui avevo interrotto il matrimonio ossia il libertinaggio assoluto, con una donna dalla quale ho fatto di tutto per allontanarmi pur sapendo di provare nei suoi riguardi un amore ed una passione fortissimi, con l'obbiettivo di restare ancora una volta da solo. Oltre un anno fa è finita questa relazione che comunque ha continuato ad avere strascichi per mesi (per la mia continua ricerca della persona lasciata prima e per il suo non voler accettare la fine della relazione dopo).
Nel frattempo, poco meno di un anno fa, dopo alcuni mesi di un nuovo libertinaggio, ho iniziato una nuova relazione con una donna mia coetanea che, all'inizio almeno, io inserivo all'interno di quel meccanismo che mi portava a non voler stabilire relazioni affettive stabili ma che mi portava a saltare da un letto all'altro senza alcuna reticenza, nella quasi certezza che prima o poi la precedente relazione sarebbe potuta riprendere. La nuova compagna si propose parlando, fin dal primo momento, della necessità di una relazione stabile che avesse un senso concreto e una prospettiva affettiva. All'inizio accettai le sue necessità senza dare troppa importanza alle conseguenze di ciò che dicevo, infatti, dopo alcuni mesi cominciai a sentire la necessità di capire se quella che avevo iniziato era una relazione nella quale realmente volevo investire tutto me stesso, oppure se tale necessità era un condizionamento dovuto alle necessità dell'altra persona e pertanto, mi allontanai dalla nuova partner per cercare di capire se il rivedere l'ex mi avrebbe potuto rivelare di esserne ancora innamorato; fatta la "prova" dopo pochi giorni sentii la necessità di ricercare la nuova compagna e di confessarle tutto il mio amore e la mia volontà di dare un senso al tempo trascorso insieme fin li. Per mia fortuna la ritrovai disponibile a riprendere la relazione e a ricominciare, nonostante il mio allontanamento. La relazione riprese e, nonostante i periodici attacchi dell'ex, è andata avanti anche se spesso, la mia partner ricercava tra i miei telefoni, le mie e mail ecc... la presenza dell'ex, evidentemente e giustamente, quei giorni l'avevano segnata ed io, cercando di comprendere, accettavo questa forma di controllo. Poi la relazione è andata aventi fino ad un punto in cui, ritengo ci sia stato un "corto circuito" ossia ci fu un momento in cui, mi sentii non più desiderato, dal punto di vista erotico, dalla mia compagna e da quel momento in avanti ho cominciato a vivere una strana forma di gelosia non meglio motivata e fui io a cominciare ad indagare tra i suoi strumenti di comunicazione (telefoni, pc, ecc) o meglio, lo facevamo a vicenda ed io mi sentivo legittimato a farlo di conseguenza al suo comportamento. Un giorno lei trovò nel mio pc una mail che io avevo inviato alla ex, con contenuti indubbiamente inadeguati, in realtà io avevo scritto quella mail, sbagliando, nel tentativo di rabbonire la ex davanti ad una nuova serie di attacchi che, credevo, avessero potuto minare la mia nuova relazione. Riuscii dopo alcuni giorni a recuperare la mia relazione, ma da quel momento è come se si fosse interrotto qualcosa, lei, nonostante il mio impegno a darle le sicurezze in merito alle prospettive di farla venire a vivere a casa mia a coinvolgerla nei rapporti familiari ecc, non è più stata la stessa o meglio io l'ho vista diversa e l'ho sentita diversa. Tutto però è continuato, abbastanza normalmente, fino a quando una sera, dimenticò un cellulare, che lei usava pochissimo ma che utilizzava come sveglia, a casa mia.. lasciai quel cellulare dov'era fino alle 2 di notte e poi, decisi che era il momento di spulciarlo, il risultato fu, una intera notte insonne a leggere oltre 4000 sms... con il problema che quegli sms si fermavano a molto tempo prima della mia entrata in scena, quindi razionalmente non c'era niente che mi dovesse riguardare, fatto sta che lessi di comportamenti che non apprezzavo nella mia compagna, anche se tenuti in precedenza alla mia comparsa... La mattina dopo, in maniera del tutto irrazionale presi ad attaccarla e a pretendere le password della posta elettronica e del social network da lei assiduamente frequentato, le ottenni entrambi prima che lei potesse accedervi per cancellare qualcosa, e ancora una volta non trovai niente che potesse riguardare la mia relazione con lei... eppure i nervi mi saltarono e la incontrai poche ore dopo, coprendola di insulti e di offese in merito ai suoi "atteggiamenti" precedenti all'inizio della relazione... ovviamente mi fu consegnato il "benservito" ed ancora una volta mi dovetti allontanare, nonostante le reiterate scuse e richieste di perdono per i miei comportamenti.
Ancora una volta, dopo giorni, riuscii a riprendere questa relazione... che tra alti e bassi è proseguita, fino a quando, nonostante l'impegno a non dare più importanza alla presenza sul social network e alla continua ricerca di e mail, da lei praticata con il telefono e nonostante la sua reticenza a parlarmi delle persone che la contattavano e con le quali intesseva relazioni di "amicizia" che io, invece ritenevo, nascondessero (come ho sempre fatto io stesso e tutti gli amici uomini) l'interesse da parte degli "altri" ed una sua volontà di "civettare" e di sentirsi apprezzata. Un giorno, quasi per gioco, io le aprii il mio contatto del social network, e nonostante non ci fosse niente di compromettente lei prese ad attaccarmi per alcune chiacchiere scambiate con una donna in merito alla mia relazione con lei (la mia compagna) fatte assolutamente a scopo di sfogo; davanti ai suoi attacchi, le proposi di fare altrettanto e di aprire il suo profilo, in mia presenza, ovviamente la sua reticenza fu fortissima ma alla fine cedette ed io ci ritrovai una chiacchierata con uno di quei personaggi che io ritenevo volessero da lei qualcosa in più che una semplice amicizia, infatti nel corso dello scambio di messaggi, ci trovai un esplicito invito ad uscire, con una scusa, insieme, invito da lei rifiutato ma in maniera blanda dicendo, che:"haha... non è possibile, tu lo sai" con la conseguente ed ovvia risposta: "...vabbè, però quando torni single... io ci sono" e poi il giorno dopo della conversazione ritrovai un esordio di chiacchiere fatto da lei. Li per li, mi arrabbiai, ma memore dei precedenti litigi, tenni un tono abbastanza pacato e lasciai scivolare la cosa... alcune settimane dopo, per una banalità, fu rimessa in discussione la mia "correttezza" e la mia "fedeltà"... e da quel momento, fu come se ogni mia forma di autocontrollo fosse saltata e nella ricerca di ottenere una sua ammissione di responsabilità nell'aver dato confidenza a quella persona e nel non avere stoppato in maniera, fosse anche scorbutica, quell'accenno di interesse, davanti alla sua volontà di far passare la cosa come una innocente chiacchiera tra amici, persi il controllo e portai avanti la discussione per giorni in contesti del tutto inadeguati anche davanti a persone che non avrebbero dovuto assistere, mi rendevo conto di essere assolutamente fuori luogo e di esagerare nei toni e nei contenuti, ma ormai era come se si fosse rotto un meccanismo e andavo a ruota libera! Da li in avanti, ci sono stati allontanamenti e riavvicinamenti, riavvicinamenti durante i quali non ho più sentito da parte sua quel coinvolgimento di cui ho bisogno ed è superfluo dirlo, mille volte l'argomento che scatenò quella discussione è venuto fuori, ogni volta mi sono impegnato a non parlarne più, non solo del caso specifico ma anche, in generale dei suoi atteggiamenti sul social network e della sua necessità di "segretezza" sull'uso che fa del s.n. e della posta elettronica, sempre velati da una specie di "patina" di riservatezza, ci provo, ci riesco, ma solo perchè attuo una forma di autocontrollo sulle mie pulsioni, ma se dovessi dire che sono riuscito a superare la cosa, nonostante da un pò il rapporto sembra aver preso una piega normale, senza litigi e senza accuse reciproche, resta in me il tarlo della sua necessità di "segretezza" e "riservatezza" in merito all'uso degli strumenti di comunicazione, il tarlo mi induce, periodicamente a ricercare le sue pw, mi induce a ricercare nei pc tracce di una sua colpevolezza, mi induce a notare che non fa un passo senza portare con se il telefono su cui riceve e mail e notifiche varie, mi induce a non riuscire a dare un senso di normalità a questa relazione, nonostante, tutto sommato, non possa dire di avere controprova di altri comportamenti inadeguati da parte sua. Forse, la cosa più semplice che potrebbe fare, ma che non fa, sarebbe raccontarmi senza problemi le attenzioni, i contatti, gli apprezzamenti, che riceve con i vari strumenti di comunicazione, invece di dirmi che NESSUNO più l'ha contattata e nessuno più le scrive ecc...
Ammetto che così com'è questa relazione non ha respiro e finirà, nel momento
in cui, dovesse saltare quell'autocontrollo che mi sono imposto ed il mio timore non è tanto che finisca la relazione (nonostante sia la relazione nella quale ad un certo punto ho creduto tanto da aprire le porte di casa mia in maniera incondizionata mentre prima non sopportavo neanche la vista di uno spazzolino da denti che non fosse mio), ma temo che finisca per la mia "gelosia immotivata", giustificando lei rispetto al fatto che si allontani, pertanto la mia volontà di trovare una sua "colpa" è talmente forte da superare la paura della fine della relazione.

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