Marta Età: 48
Nel 1985 andai da uno psichiatra per ragioni di anoressia e problemi con il cibo. Avevo 22 anni.
Purtroppo io ho vissuto una storia di sesso con questo terapeuta (nel mio caso non posso parlare di amore ma solo di sesso) dal 1985 fino al 1992, storia finita a causa della morte del terapeuta, deceduto nel 1992.
Storia complicata anche dal fatto che lo stesso terapeuta seguiva in terapia anche mia sorella.
Dopo la morte del terapeuta io ho saputo da mia sorella che il terapeuta oltre ad avere rapporti sessuali con me, aveva anche baciato mia sorella.
Inoltre lui mi aveva mandato a lezione suo figlio per parecchi anni, per questa ragione mi sentivo spesso telefonicamente con sua moglie (un vero triangolo amoroso e perverso che forse procurava piacere alla sua mente malata).
Ho accettato tutto questo in modo del tutto succube per tanti anni senza mai farmi delle domande e neanche fare domande a lui. Io non gli ho mai chiesto niente.
Non abbiamo mai parlato dei nostri rapporti sessuali, li avevamo e basta.
Io e lui ci siamo sempre visti solo ed esclusivamente nel suo studio e io gli ho sempre pagato le sedute.
Quando dopo la sua morte mia sorella mi ha detto che loro due si erano baciati, sono andata a fare un colloquio da una terapeuta, che sapevo essere sua conoscente nonché sua allieva.
Dopo avere raccontato la mia storia a questa terapeuta, la stessa mi ha mandato via urlando e senza farmi pagare. Poi ha telefonato alla moglie del mio ex terapeuta raccontandole tutta la storia, che io comunque le avevo detto all'interno del segreto professionale. La moglie del terapeuta mi ha telefonato per chiedermi se ci eravamo visti anche fuori dal suo studio e io le ho detto di no che era anche la verità, ma non ho avuto la prontezza di spirito
di negare.
Poi ho tentato di suicidarmi.
Fortunatamente dal Pronto Soccorso mi hanno mandato da uno psichiatra dell’Ospedale molto bravo, che pur vedendomi soltanto per poche volte ha avuto la capacità di ridarmi quel minimo di fiducia necessaria per andare avanti.
Non so proprio come ha fatto. E' stato bravissimo. Forse se non lo avessi incontrato non sarei sopravissuta.
Poi dal 1994 al 1997 sono andata da una terapeuta, che mi ha aiutato a ricostruirmi una vita.
In quegli anni ho usato le mie energie soltanto per sopravvivere e senza accorgermene ho rimosso la storia suddetta alla quale non ho più pensato per tantissimi anni.
Non so proprio come ho fatto.
Ma sono riuscita a trovare un uomo (mio marito) che amo tantissimo e che anche lui mi ama e che in un certo senso anche lui mi ha salvato la vita (insieme allo psichiatra dell’ospedale), come gli dico tutti i giorni. Mi sono sposata e ho avuto due figli, un maschio e una femmina.
Anche nel lavoro sono riuscita a trovare una lavoro che mi piace molto e che mi realizza tantissimo e guadagno anche molto.
Ma io sapevo che in fondo in fondo non stavo del tutto bene , anche mio marito lo sapeva.
La mia anima era ed è tuttora malata.
Poi negli anni più recenti ho avuto dei problemi con il mio lavoro e allora sono andata da un terapeuta, questo da marzo fino a settembre 2009.
Ho portato a lui solo ed esclusivamente i problemi che avevo nel lavoro, che però nel giro di pochi mesi si sono completamente risolti.
A settembre però hanno cominciato anche ad emergere attraverso i miei sogni le vicende sessuali avute con il terapeuta deceduto. Allora ho capito che io dal 1994 al 1997, quando mi sono dedicata a sistemare la mia vita in contemporanea ho completamente rimosso la vicenda con il terapeuta.
Da settembre 2009 dentro di me si è aperto un grosso dolore che non sono riuscita più a rimarginare.
A fine ottobre ho abbandonato questo terapeuta perché durante la mia seduta telefonava ed io non mi sono sentita ascoltata.
A novembre sono andata da un altro da cui tuttora sono in cura.
Capisco di essere ancora ferita dalla vecchia vicenda.
E le chiedo "come può il mio primo terapeuta essere stato così scorretto e così pazzo ? Com'è possibile che non vi siano dei controlli, che non siano obbligatorie delle supervisioni ? E anche la sua collega che ha telefonato a sua moglie come può essere stata così scorretta ? E mi chiedo come posso ancora fidarmi della psicoterapia ? E degli psichiatri o psicoanalisti o psicologi ?
5 commenti:
Mi piacerebbe sentire la risposta di un esperto, questo argomento è importante per me. Come si può sopravvivere a tutto questo senza diventare cinici o cattivi, potendo ancora credere in qualcosa o qualcuno?
Ciao...leggere la tua storia i ha fatto provare un misto di emozioni:rabbia,sbigottimento,tenerezza e un desiderio che tu possa finalmente ritrovare la fiducia.
Io non sono una psicologa,sono una paziente.Ti posso dire che quello che ti e' accaduto e' da imputare ad una serie di eventi sfortunati.Purtroppo ci possono essere in giro terapeuti,che siano psichiatra,psicologi o analisti,poco seri,poco professionali,e ancora peggio disturbati loro stessi.Ma non e' la norma.Anche a me e' capitato alle prime esperienze di trovare persone poche preparate e professionali,anche se mai disturbate,ma alla fine ho trovato persone serie e competenti.Putroppo ,accade spesso,che neppure i medici di base sanno indirizzare il paziente che chiede aiuto per problemi psichici,l'informazione è poca e quella che cè e' confusa e distorta.Di conseguenza diventa arduo anche capire e come riconoscere la professionalita' di un terapeuta.Se vuoi io provo a darti delle dritte:
-Provaa rivolegerti presso un dipartimento di salute mentale dove pagherai un ticket.Questo nel caso in cui tu abbia anche difficolta' economiche.Anche nelle struttre pubbliche puoi trovare persone molto seire e competenti,che fanno il loro lavoro cn onestà e passione(non quella amoroa ed erotica..;-)
-Col terapeuta instaurerai una relazione basta sull' empatia ,sulla comprensione,quindi dovrai sentirti a tuo agio con lui.Ovviamneto questa empatia dovra' essere accopmgnata alla "giusta" distanza di una relazione terapeuta che permette cmq di ricordare che non è una relazione di amicizia,o una potenziale relazione erotica.
-Il terapeta di solito non da giudizi su come sarebbe giusto o opportuno comportarsi,lascia il paziente fare le sue scelte.Ti faccio qualche esempio:
tu ti trovi in una situazione di crisi e decidi di cambiare città,questo per te potrebbe essere una fuga da te stessa e dai tuoi problemi,il tuo terapeuta non ti dirà mai che non "devi"partire,ma ti dirà che secondo lui ,sei in una fase critica e potrebbe essere solo una fuga in avanti che ti porterebbe ad avere delle difficolotà e ricadute.Non critca,non offende.
Instaura una relazione basata sulla fiducia .
Quindi niente intrusioni troppo privatìe,si al l'empatia,al garbo,alla tnerezza, ma anche alla giusta "distanza".
Quello che ti è successo è terribile!
Non pensavo proprio si potesse arrivave a tanto!
E la famosa deontologia dov'è finita?
Ti auguro di cuore di riprenderti ed andare avanti con la tua vita.
terribile, vai avanti con la tua vita
...sono una professionista,psicologa.Sai, mi è e venuto in mente, leggendoti di consigliarti dei libri sul tema.Uno, scritto da una collega francese, si chiama "Alice nel paese degli psicoanalisti"e narra proprio (quasi) la tua storia.E la sua rinascita.Puoi anche leggere "se l'amor di per sè non è peccato"della Raffaello Cortina, e uno, molto crudo, "seduzione sul lettino"Bollati Boringhieri, anonima.
Non è un tema nuovo<; è un tema caldissimo...pensiamo al film"prendimi l'anima"sulla storia di Jung.A Ferenczi stesso, che considero il mio maestro, che in nome del'analisi, abbracciava le pazieneti pensando di dover donare loro l'amore di cui erano state private.
Si tratta di un trauma, l'abuso dei ocnfini in analisi che è pari all'abuso genitoriale, forse di più.Il cammino che hai fatto, l'intelligenza, la forza, ti potranno aiutare a vedere le cose e a trasformarle, per quanto possibile; ma non puoi farlo da sola.Chiedi e prosegui nel cammini psicoterapico.Te lo devi.In bocca al lupo!
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