mercoledì, settembre 08, 2010

LA LASTRA DI GHIACCIO DELL'AMORE

Salve dottore sto leggendo un libro bellissimo: Amore perfetto, relazione imperfetta, ed ho trovato spunti di riflessione che mi confermano ciò che sento da tempo.
Il motore di tutto è il nostro capitale: l' amore e la possibilità di farlo fluire in tutti i nostri rapporti. Cerchiamo rapporti proprio per aver la possibilità di entrare in contatto con il nostro amore, e quindi con noi stessi.
Se tali rapporti funzionano i soggetti in relazione mostrano e ritrovano se stessi in una danza dove quello che si offre è fluida come l' acqua. Acqua nel l' acqua non si divide...ci si immerge!
L' amore governa ogni nostra azione...e soffriamo se le resistenze che incontriamo non ci permettono di farlo scorrere liberamente. Le difficoltà relazionali "congelano" ma non distruggono quel patrimonio che, con la nascita abbiamo in noi.
Se c'è equilibrio...troveremo altre forme o altri rapporti per continuare a sentirlo.
Il rapporto con l'altro è tuttora in piedi, forse più intenso di prima. Spesso però no credo che sia innamorata di lui (come credo di nn esserlo più di mio marito) perché l' innamoramento non è altro che la gioia per la possibilità che l' altro ci offre per liberare il nostro potenziale. Non è dell'altro che veniamo illuminati ma dal nostro stesso amore, che è un amore universale.
L'altro, accettadoci e dandoci fiducia nonostante i nostri difetti, ci riflette la nostra stessa luce, illuminadoci.
Forse ciò che scrivo è folle o solo troppo sperituale...ma lo penso su serio e da un po.
Con mio marito c'è una lastra di ghiaccio. Ho la sensazione di esser stata con lui acqua nell'acqua, ma che col tempo, con le troppe incomprensioni e la solitudine che ho vissuto, ne ho gelato la superficie.
Lui continua a chiedere di far qualcosa...ma io non ho strumenti. Sento l'acqua che scorre in me...ma nn viene fuori con lui. Continuo a volergli bene, ad esser legata a lui profondamente, ma in relazione con lui, un vento gelido mi raffedda e mi fa star male. Preferisco non relazionarmi per non morir di freddo.
Lui è sempre cupo, lo vedo legato alle sue ferite del passato che non riesce a curare e che nn permette a nessuno di farlo...se nn per brevissimi momenti.
In tutte le sue manifestazioni vedo il dolore...ma nn posso far niente.
L'acqua cerca l'acqua e con lui trovo ghiaccio.
La nostra relazione risveglia ad entrambi vecchi dolori, entrambi vorremmo che l'altro li guarisca amando incondizionatamente e a prescindere da tutto quel che è stato. Ad impedirlo non sono i fatti verificatesi...ma quel vento gelido della solitudine che con lui ho sperimentato, anzi rivissuto!!!

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