lunedì, agosto 09, 2010

L'OSPITALITA' DELL'AMORE

Essere ospitali, termine astratto che ognuno di noi può interpretare come un'attore di teatro interpreta la propria parte e da cui nasce la forma, è proprio dalla forma che inizia il ns. percorso interiore di ricerca della propria identità .

La forma basata su istinti emotivi distruttivi quali la considerazione induce ad un' errato sviluppo, mi ricorda molto un cavallo imbizzarrito di cui si perdono le redini e ci trova in balia degli eventi

E' di fondo la considerazione il problema princip ale della ns. esistenza dove entra in gioco: la famiglia, il luogo dove si cresce e le esperienze fatte e subite, la considerazione nasce da una bassa auto stima di se, vista la non padronanza che si ha su se stessi dove la morte intesa come non sviluppo emotivo la fa da padrona

Dove c'è l'esigenza di essere considerati , sicuramente il piacere diventa obbligato al fine di arrestare l'ansia di considerazione e di abbandono che vi è in noi e così diventiamo tossici di tutto ciò che ci fa sentire vivi, anzi morti ancora maggiormente incapaci di vedere altre strade relative al ns. benessere.

Vivono in noi due realtà ben chiare ma difficili da conciliare: la forma intesa come rapporto con gli altri esseri a cui chiediamo il riscontro di essere: vincenti e bravi e buoni e simpatici e l'altra realtà emotiva difficile da condividere piena di: paure e insicurezze, libido, invidia, gelosia - furbizia - capricci.

Nel momento in cui riusciamo ad identificare questi ns. due stati ci troviamo incapaci di accettarci per quello che effettivamente siamo e preferiamo continuare a vivere sdoppiati in un labirinto, dove ogni giorno pensiamo di trovare la strada per uscirne ma che ci fa ritrovare allo stesso punto di partenza

Ho avuto modo di ripercorrere molte volte le strade che ritenevo giuste per uscire da una situazione di sofferenza che oltre che farmi male non aiutava lo sviluppo delle mie qualià , anzi la schiavitù aumentava ogni giorno in maniera esorbitante ed il piacere era l'analgesico primario del mio vivere, dove potevo riscontrare la mia forza ed il mio potere e la considerazione passava ad affermazione.

Ma come uscire da un groviglio di emozioni e da uno scontro fortissimo con chi mi stava vicino dove i ruoli di carnefice e vittima si scambiavano in continuazione dove il vero di adesso era il falso del dopo, dove l'autostima per il superamento di forti esperienze quali la tossico-dipendenza era svanita? di fondo non avevo risolto il problema primario della mia vita, avevo si superato il problema del tossico, la mia indipendenza era fasulla cioè di forma.

La gelosia altro fattore egoistico, considerarsi di essere il centro del mondo è paragonabile ad un bambino viziato che batte i piedi per un proprio capriccio, più che condividere si pensa di poter possedere l'Altro ed avere potere sullo stesso.

L'orgoglio ferito di maschio o di non essere unico ed indispensabile uomo assieme alla paura che la propria Compagna possa aver vissuto gli stessi piaceri, dunque una ricerca di una falsa veria dove l' arroganza ed un masochismo surreale avvolgono ogni momento della giornata ed ogni pensiero è quello di aver subito un torto senza capire che la mancanza principale sta nel non essere indipendenti.

L'unica soluzione trovata era accettare di essere un essere imperfetto ed in via di sviluppo con la capacità di accogliere i propri errori come esperienze di vita, abbattendo la forma ed avere l'umiltà di iniziare un percorso spirituale.

Da qui l'accoglienza e definizione, date da un lungo lavoro introspettivo d'accettazione che uniscono la ns. identità dando un' equilibrio insperato in altri momenti ed un benessere, si dato dal piacere ma da un piacere costruttivo e condiviso che si basa su fattori di conoscenza e lavoro sia interiore che fisico.

L'inizio del benessere è iniziato con la consapevolezza della propria identità ed il riconoscimento della propria debolezza e nel momento in cui sono riuscito a dar voce alla parola spirituale, parola astrattissima, spirituale!!, cosa si vuol dire con un termine tanto in voga che spazia a 360 senza significare nulla? La spiritualità è accoglienza, è valore, è amore, è gioco, è rispetto per se stessi,è il non svendersi, è una ricerca continua di conoscenza, è ldentità, è quel valore aggiunto di libertà che tanto osanniamo ma che non facciamo nulla per trovarla, è il non essere soli perche si ha se stessi, è l'umiltà dell'imperfezione, è indipendenza, è unicità , è il movimento di rinascita a cui tutti siamo chiamati è la ragione della ns. vita.

Quando ho capito che la Vita mi sta dando ciò di cui ho bisogno ( paure ,emozioni ,sfide ) e che si basa sull'agire e non sull' idealizzare; per avere la concentrazione di conciliarsi con noi stessi e la capacità di affrontare nuove sfide per abbattere barriere, quando ho recepito che bisogna essere ambiziosi ed accettarne le conseguenze, dove l'abbandono inteso come riconoscimento della propria piccolezza e che l'accoglienza di se stessi riesce a fare miracoli, mi è capitata una cosa stranissima, mi trovavo sulla tazza del bagno e Simona è entrata con una piccola brochure de un'agenzia immobiliare dove vi era la foto di questa casa che in me ricordava la casa dell'infanzia, con un vigneto , un castagneto ed un bellissimo prato, dopo varie visite e trattative ne è seguito l'acquisto sempre razionalmente ponderato ma nello stesso tempo alla ricerca di quell'insicurezza che in un certo qual modo significa fede per quello in cui si crede.

Pian piano le Dame, questo è il nome che gli è stato dato sono state rivalorizzate, iniziando dal terreno, avevo la necessità di risvegliare il mio corpo ed il ripulirle e dargli ordine, favoriva in me una gerarchia conosciuta ma mai attuata dove le componenti primarie riuscivano a convivere, dove la Spiritualità, la sensibilità ed il corpo si erano in un certo qual modo sincronizzati e riuscivo a sentire il respirare della natura, dove la temperanza è vita e la cura amore.

Noto che ciò che facevo e faccio per il terreno è come se lo facessi su me stesso; dove il silenzio riesce a toccare le corde più intime del mio percorso riuscendomi ad emozionare ogni qualvolta ne entro in contatto.

L'indipendenza emotiva implica grande impegno e le trappole del cammino sono sempre li a portata di mano, le riconosco le vedo cado e risorgo ma adesso che le Dame vi sono ed mi hanno aiutato ad accendere il sincronismo interiore sono solo dei piccoli graffi e non inconsapevoli profonde cicatrici difficili da riconoscere .

Spero di riuscire con il tempo a trasformare la casa in una locanda, intesa come un luogo dove l'ospitalità abbia la capacità come la natura di farci sentire legati gli uni agli altri e dove la condivisione della propria essenza possa essere espressa in ogni momento nel rispetto dei tempi dei luoghi che ognuno di noi percorre nella ricerca della propria identità .

Voglio ringraziare Simona, le ns. due figlie che osservano esterefatte la pazzia del marito e del padre che dedica anima e corpo a questo progetto di rinascita, grazie ancora mie Care

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