martedì, marzo 23, 2010

VORREI SUPERARE DEFINITIVAMENTE IL MAL D'AMORE

miocapitano Età: 52 Infanzia non particolarmente felice. Timidezza con le donne, soprattutto nell'adolescenza, nonostante un significativo, apparente "successo" nei loro confronti (spesso scoperto con parecchio ritardo), un rapporto giovanile lungo e complesso sfociato in un matrimonio durato soli quattro anni, anche per mio volere. La successiva, immediata e sconvolgente scoperta che quel rapporto mi mancava profondamente, un lungo periodo di sconforto fino ad una depressione, latente o dissimulata.
Il teatro, che mi ha salvato la vita in quel momento, ridandomi la voglia di vivere e di esserci solo per me stesso. L'incontro ed il contributo della psicoterapia, sia pure di breve durata. Inaspettati ed imporvvisi rapporti con diverse donne, anche molto più giovani, che mi cercavano e mi volevano. Spesso però, ancora donne problematiche, come lo era stata mia moglie. Nel momento in cui ho cominciato a sentirmi di nuovo me stesso, quasi un leone rinato, di nuovo ricco di interessi e felice delle mie relazioni di riferimento, con amici incontrati pe lo più in quel periodo, sono riuscito a buttarmi su una nuova relazione tipica. Collega di lavoro, da sempre molto attraente per me, con precedento familiari disastrosi, appena separata anche per effetto di una relazione extraconiugale di lunga durata (e a me ben nota, come a tutti gli altri colleghi), con un figlio adolescente...Ci metto pochissimo a rituffarmi nel mio standard. Abbandono via via le mie cose, i miei interessi, vivo agognando la sua presenza e non so stare senza di lei. Rincorro il suo amore, mentre lei è disturbata da mille problemi con genitori e fratelli, il figlio che non la cerca, i sensi di colpa...Dopo un paio di tentativi non riusciti di porre fine a una relazione che già presagiva segnali inquietanti per il mio equilibrio psicofisico, la mia vita, lentamente, riprende sentieri già conosciuti. Il mio umore diventa instabile, felicissimo quando lei mi corrisponde, triste abbattuto e scorbutico quando le cose non vanno bene. il tutto si ripercuote sia nelle relazioni che sul lavoro. Ho un lavoro di grande responsabilità e molto impegnativo (dirigente pubblico). Nel frattempo, viene a completa maturazione dentro di me un desiderio incontenibile ed irrefrenabile di paternità. Tanto avevo disdegnato in passato anche solo il pensiero dei figli, quanto ora mi pareva la cosa più logica, naturale e desiderabile. Divento padre di un meraviglioso bambino. Sono l'uomo più felice del mondo. Anche se in realtà, da quel momento le cose con la mia compagna cominciano a deteriorarsi sempre di più. Vengono alla luce due ruoli invertiti. Io vivo per mio figlio, lei fa fatica a vivere il ruolo di madre. Molto probabilmente io comincio a compensare una eterna mancanza di amore-affetto, con mio figlio. Voglio che abbia tutto l'amore che probabilmente io non ricordo di aver avuto. Il rapporto con la mia compagna regge per il periodo iniziale, poi le incrinature aumentano....lascio perdere il resto, salvo il tentativo (su mia idea e richiesta) di dare vita a nuovi progetti, importanti, per rinsaldare il rapporto. Una casa nuova, bella e impegnativa, sotto il profilo economico e dell'impegno per portarla a termine.Dura poco. Si ricomincia. in tutto questo periodo, entrambi abbiamo fatto ricorso all'aiuto di professionisti, anche in coppia. Con evidenti miglioramenti (credo) da parte sua. Per me continua la discesa nel baratro.Tengo botta al lavoro e per mio figlio, grazie ad un innato senso del dovere,ma non riesco più a sorridere, non riconosco più i miei desideri, sono spessoscontroso con il mondo, che non condivide con me quessto grande dolore...Provo anche l'effetto di un'altra relazione, con una persona che mi adora e sembrarapresentare tutto ciò che mi manca...Non riesco ad innamorarmi, ho paura,abbandono e a quel punto mi affido ad una nuova psicoterapia, un'anno e mezzofa. Avevo letto alcune cose sulla dipendenza affettiva, nella mia affannosa ricerca di trovare un perchè, un motivo a questa mia vita sconclusionata e perlopiù infelice. Mi era parsa una sorta di illuminazione, nel riconoscere da subito tutta una serie di analogie con la mia vita affettiva. Proprio in queste ultime settimane, sono arrivato al dunque anche con il mio psic. Da una parte,mi pare una sorta di liberazione, dall'altra la sensazione di non poterne più uscire. Provo un grandissimo senso di solitudine, mi sembra di non poterriuscire in alcun modo a porre fine a questo rapporto che ormai, in manierareciprocamente condivisa, si è rilevato un fattore e una condizioneassolutamente negativi. Per entrambi, ma soprattutto per me, perchè comunque la mia compagna manifesta un senso di "sopravvivenza" e consapevolezza assolutamente superiori.
Voglio uscirne. Lo voglio fortissimamente. Sono sicuro che con l'aiuto di una persona/amico o di quell'interesse sostitutivo di cui parla il dott. Cavaliere potrei farcela. L'altra volta mi ha salvato il teatro, ma ho solo rinviato il conto finale. Ora vorrei farcela in maniera definitiva.
Mi chiedo se fosse possibile creare un gruppo di autoaiuto qui, nel Veneto. Magari cominciando con uno dei seminari del dott Cavaliere, poi...Io provo a lanciare il messaggio, l'idea. Se sono dei compagni/e di percorso, vi prego pensateci! Sono disponibile anche a farmi promotore di tutte le eventuali operazioni necessarie. Anzi, credo che questo sarebbe il mio nuovo, grande interesse! W.S.

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