venerdì, novembre 28, 2008

SOLO L'AMORE PUO' GUARIRE DALLE DIPENDENZE AFFETTIVE

Non so quando tutto sia iniziato. Ho avuto un'infanzia apparentemente perfetta, due genitori amorevoli, tre figli modello. Studio, sport, impegno sociale ed artistico.
Ma se qualcuno avesse guardato al di là delle mie trecce lunghe e dei bei voti, avrebbe notato i lividi, le umiliazioni, le punizioni esagerate, gli sguardi torvi di mia madre, l'assenza affettiva di un padre-succube, l'impossibilità di essere una bambina come gli altri, obbligata a passare ore ed ore sui libri, ad andare a letto ad orari impossibili, sempre troppo piena di impegni e scadenze....se a scuola prendevo un voto inferiore al nove erano guai seri: letto senza cena, la tv vietata per un mese, non si compravano libri, anche se servivano allo studio, ne i biglietti dell'autobus per andare a scuola, poichè "non me li meritavo" e quando il voto calava sotto l'otto c'erano le botte.Botte vere. In punti non visibili. Scope, Scopettoni, cinte, zoccoli di legno. Ogni cosa poteva diventare un arma, in quei momenti.
Tremenda la mia infanzia, dietro le mie trecce e i bei voti l'anoressia e la bulimia ad altalenarsi senza sosta.
Tremenda la mia adolescenza, quasi per rigetto, divenni ribelle, aggressiva, violenta...la capo banda di tutte le manifestazioni, le occupazioni, presente in tutti i circoli politici. Mi piaceva e mi piace, ma non riesco, ora come allora, a trascurare quelli che mi si dicono siano i miei doveri: studio e lavoro.
Per ribellarmi ad una madre che pretendeva che arrivassimo vergini al matrimonio, adducendo la giustificazione che, per come eravamo già sarebbe stato difficile trovare un marito, se perdevamo la verginità. sarebbe diventato praticamente impossibile. Chi avrebbe voluto una come me, e usata per di più??? Divenni dura, con me stessa e con il mondo. Una corazza spessa, eppure così fragile...cominciai ad uscire con i ragazzi molto presto.Avrò avuto si e no 14 anni. Non ero preparata,ma volevo dimostrare che qualcuno mi avrebbe amata per ciò che ero...volevo dimostrare a me stessa che per quanto orribile fossi, qualcuno sarebbe comunque arrivato ad amarmi...Purtroppo ero veramente una bambina e cominciai a scambiare l'amore con l'attrazione fisica e l'attrazione fisica con l'affetto. Giustificavo lo schifo in cui precipitavo dicendo che ero libera. In realtà ero schiava del sistema d'amore che mi avevano insegnato. Do ut des. Io credevo, ho creduto per molto moltissimo tempo, che dovessi offrire una contropartita ai ragazzi e agli uomini che mi erano intorno. Solo per il fatto che fossero interessati a me, e non a qualcun'altra, dovevo regalare loro tutto il mio corpo.Così sarebbero rimasti. Avevo paura di perderli, perchè non valevo niente. Come persona. Ero convinta di essere una mediocre e senza attrattive mentali e fisiche.Il mio corpo devastato da cali di peso repentini alternati a momenti in cui sono arrivata a pesare 90 chili. Ho investito moltissimo sulla mia intelligenza, per poi sentirmi dire da mia madre, che non valgo comunque niente.La mia famiglia, alle soglie della povertà, mi ha obbligata ad andare a lavorare a 14 anni, facevo la cameriera la sera e la mattina si andava a scuola. Faccio la cameriera ora, e la mattina si va all'università. E guai se il voto preso va sotto il 30, mia madre, dato che vivo con loro-anche se sto per trasferirmi- continua a picchiarmi e a mettermi in "punizione" (vietato il cellulare, devo dare tutti i soldi a casa, dormire sul divano e non sul letto....e via di questo passo, una serie di torture mentali e psicologiche senza alcun senso.)
Dopo decine di storie dolorose e pericolose, alcune delle quali patologicamente violente e malate, ora , solo ora lo so... ho incontrato un ragazzo. La sua cultura e la sua religione cozzavano profondamente con quel che ero stata e con ciò che credevo di essere. Lui un giovane mussulmano, che ha avuto e continua ad avere tutto dalla vita: istruzione eccellente, famiglia unita, tantissime amicizie durevoli, salde. Quando l'ho conosciuto ho avuto l'impressione che fosse puro come un bambino. Non aveva mai avuto rapporti sessuali, e le sue parole ed il suo profondo rispetto per quel che ero come persona mi emozionarono moltissimo. Una sera, tra amici, ci ritrovammo a parlare solo io e lui sconvolti dal qualunquismo e dal razzismo che i" nostri" amici dimostravano su tematiche importanti. Non so come ma cominciammo a raccontarci le nostre vite, io la mia, fatta di violenze, umiliazioni, di uomini sbagliati per mia colpa, lui minacciato, ingiuriato, per la sua religione e il colore della sua pelle.
Lui mi disse una cosa bellissima e in quell'abbraccio da bambini, mi sono sciolta in fiumi di lacrime. La prima volta che piangevo davanti a qualcuno in vita mia.Avevo 23 anni.
Eravamo amici, punto e basta.
In lui me non trovava nulla di bello, in lui io non trovavo nulla di bello. Era un'amicizia fatta di diatribe verbali, di scontri filosofici, sociali, storici. Un'inconro/scontro tra culture. Poco a poco ci cambiammo reciprocamente, lui, chiuso, elitario, timido, cominciò ad esplorare anche la parte occidentale del mondo, io-estrosa, vivace, intraprendente, arrabbiata, scomoda, materialista - cominciai ad esplorare la parte orientale del mondo.
Fu una vera e propria rimascita, per entrambi. E la nostra amicizia si consoliò tantissimo. Senza malizia, senza volontà di malizia.
Sono stati anni idilliaci, fatti di squarci di sole, silenzi pieni di parole, confessioni scandalose,e abbracci che resteranno sempre impressi nella mia memoria.
E' difficile descrivere oggettivamente tutti quei momenti meravigliosi, tutti quegli istanti di pura serenità...è sempre difficile descrivere come nasce un piccolo amore. Fatto di scambi d'anima, di parole, di un cercarsi timido, di un nascondersi furioso.
Già, ne i miei ne i suoi genitori sono mai stati contenti della nostra amicizia, e quando si sono resi conto, loro prima di noi, che l'amicizia era già amore, hanno fatto di tutto per allontanarci.Abbiamo lottato per un pò, io più di lui, forse, ma non è servito a nulla.... ci sono riusciti in pieno. Lui, purtroppo, è fuggito via, impaurito dalle sue stesse emozioni, dai brividi che ci scambiavamo, dal confronto con la sua famiglia, dall'idea che ci saremmo fatti troppo male....Forse è stato immaturo, certo io ho vissuto le sue lacrime, i suoi crolli, il suo non riuscire a comprendere se stesso, le sue vere volontà, e le volontà degli altri. E' stato coraggioso, sin quando ha potuto. Ed io gli sono stata accanto, senza pressioni, senza chiedere. Lui per me, Io per Lui.E questo suo lottare contro la cultura in cui è stato plasmato, in cui è cresciuto, che ha respirato sin dal primo istante di vita, mi ha ripagato del dolore di ora.
Ma va bene così.
Lui mi ha insegnato molto, ha cambiato la donna che ero, piena di dubbi, di paure, di dipendenze...mi ha reso migliore, consapevole che devo bastare a me stessa e che solo amandomi meglio che posso, posso amare bene anche gli altri.
Certo c'è dentro di me un dolore terribile, che squarcia le mie giornate....nonostate questo so che anche per lui è così, anche per lui non è facile. Anche lui mi pensa come io penso a lui. In modo totalizzante. E va bene così, anche se mi manca qualsiasi cosa di lui, i piccoli tic, il suo odore-così diverso dal mio- le sue braccia che sapevano sciogliere ogni nodo della mia anima, i suoi sorrisi improvvisi e gli improvvisi dubbi dietro ai suoi occhi silenziosi. Le sue emozioni tornado, le mie emozioni tornado. Mi manca. Ogni santo giorno, lui mi manca. Ogni santissimo istante, lui mi manca. Ma rispetto la sua decisione. Siamo entrati l'uno nella vita dell'altro per purissimo caso, e io a quel caso son grata. E se tornassi indietro, so che rifarei tutto uguale, senza cambiare mai, senza correre o frenare. E so anche che tutto quello che di più brutto ho vissuto, tutto quell'amore elemosinato, tutti quegli uomini che si sono nutriti della mia carne, gettandola via, sono stati un'emanazione della mia volontà. Punirmi, di cosa? Perchè non ero mai all'altezza della mia famiglia. Perchè mia madre non mi ha mai amato.Perchè credevo di non valere niente. Ero solo un corpo. Ma Lui mi ha insegnato che non è così. Che il mio corpo è meraviglioso, è un dono. Che lui ha accarezzato con infinita lentezza, con emozione, con reverenza. E la mia anima è un Raggio di Sole. E' perfetta. Io sono una Donna, e questo lui mi ha detto, l'ultima volta, stretti stretti nel gelido inverno, con quella decisione presa per paura, con gli occhi pieni di lacrime, lui mi ha detto che ero una Donna, un dono, la storia più bella del mondo. E si è voltato, e io piangevo, e lui pure, Poi abbiamo sorriso. Nel silenzio dell'addio, sapendo, in cuor nostro, che l'Amore vero noi l'abbiamo incontrato.
Che ci ha preso per mano e condotti in un percorso di cambiamento inimagginabile. E siamo stati fortunati, anche se per poco, perchè quel poco ha cambiato completamente le nostre anime.
Ora so che, da qualche parte del mondo, c'è un uomo con la pelle scura che mi ama, nonostante se ne sia andato.
Anche ora ce ho scoperto di avere un brutto male, sorrido. L'Amore vero esiste, e non ha bisogno di umiliazioni.

Volevo solo dare una speranza a quelle che come me, si sono distrutte l'anima pur di essere amate.

1 commento:

martyna ha detto...

Buongiorno,ho 34 anni e da 4 anni ho una relazione con una donna, che quando ci siamo conosciute era ancora sposata ed in attesa di una bambina. Il nostro rapporto omosessuale è nato tra menzogne e omissioni, considerata la complessità della sua situazione. Io l'ho amata subito, sottovalutando quanto traumatizzante potesse essere la sua scelta di chiedere una separazione dal marito con una bambino di solo 3-4 mesi. I limiti, la nostra storia atipica mi ha portata a ritenerla responsabile della mia infelicità e ad aggredirla verbalmente, interrompendo il nostro rapporto con offese e insulti a dir poco pesanti. Avrei voluto che fosse tutta per me, che non mi facesse sentire trascurata, poco amata e l'unica persona da mettere sempre da parte nella sua caterva di problemi. Avevo un grande problema...non mi fidavo ormai più di lei e della sua sincerità e nei primi due anni ho addirittura messo in dubbio che si stesse davvero separando dal marito. Lui poi ha scoperto tutto e l'ha trascinata in tribunale. Anche in quella circostanza non le ho creduto perchè ho pensato che fosse un'altra scusa per mettermi da parte. Anche allora le ho scritto le cose peggiori del mondo. La volevo tutta per me, passare ogni mio momento libero con lei, amarla normalmente anche se eravamo due donne con due vissuti e due passati diversi. Io non ho una figlia e neanche un marito. Sono stata gelosa, diffidente, ossessiva e soprattutto offensiva. Lei mi ha ricercata, dimostrandomi quanto avessi sbagliato a non difenderla. Il problema è che io non vedo futuro, propsettive di vita insieme perchè lei è costretta a nascondersi e a nascondere la nostra relazione. Ha troppa paura di perdere la figlia e intanto io rovescio la mia rabbia contro di lei perchè vorrei che mandasse il marito a quel paese e vivesse questa storia con me liberamente. Sono certa di soffrire di una forte dipendenza affettiva perchè spesso ho pazienza, faccio qualsiasi cosa pur di andarle in contro ma poi accumulo, non mi sento ricambiata e comincio a scantonare e a prendermela con la sua mancanza di personalità e di coraggio e da lì le offese. Ho una paura fottuta di perderla ma allo stesso tempo ci facciamo tanto male per cui io vorrei solo capire se esiste una strada per mantenere il controllo di me stessa, capirla di più, porre fine alla mia dipendenza e non perderla definitivamente con le mie scenate?Grazie