lunedì, maggio 07, 2007

ARTICOLO: "UOMINI E MAL D'AMORE

Intervista al dott. Cavaliere su "Uomini e Mal d'Amore" pubblicata sulla rivista BELLA STYLE del 19.4.2007

Gli uomini come elaborano il "lutto" di una relazione finita?

La vera elaborazione di un lutto, soprattutto di quello sentimentale, richiede due diversi tempi, secondo una concezione greca del tempo. Cronos che è il tempo cronologico, quello delle ore, dei giorni e dei mesi. Lo scorrere di Cronos è importante per superare la fine di un amore. L'altro concetto di tempo è Kairos che è un tempo individuale, un tempo necessario per dire "basta", vale a dire il tempo del cambiamento interno. E' in quel momento che ci si rende conto che è tempo di voltare pagina, che l'amore è davvero finito.

Voltiamo pagina...in superficie

Anche nel piano dell'elaborazione personale, distinguiamo un elaborazione esterna, più profonda ma anche più dolorosa, che porta alla vera accettazione del lutto premessa per il suo effettivo superamento. L'uomo, pur di fronte a un "lutto sentimentale" profondo e dilaniante, tende generalmente, rispetto alla donna, a elaborarlo in più breve tempo di tipo Cronos e prevalentemente a livello d'elaborazione esterna. Conseguentemente, mette maggiormente in atto la tecnica del chiodo schiaccia chiodo con le prevedibili conseguenze future per la vittima che si presta a questo copione. Inoltre, capita anche che s'instauri subito un odio per il genere femminile che porta ad intrecciare nuove relazioni per il solo scopo, più o meno inconscio, di vendicarsi della persona che ha lasciato. Manca, quindi, nell'uomo, quella concezione del lutto sentimentale che è legata ad una concezione sia di tempo Kairos che di autentica elaborazione interiore. A livello individuale l'elaborazione del lutto è anche legata alle precedenti esperienze vissute e a copioni familiari presenti e passati.

E come reagiscono gli uomini?

Lo scrittore Cesare Pavese scriveva "Un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla". Un uomo, qualunque uomo, anche il più narciso, il più sicuro di sè, di fronte alla fine di un amore che riteneva autentico, dimostra tutta la sua fragilità, le sue debolezze, come nella frase di Pavese. In questi casi amo usare la metafora di "un bambino che implora l'affetto materno". Infatti la reazione è legata a precedenti esperienze di distacco della figura materna. L'uomo mette in atto un copione, poco "virile" culturalmente in molti aspetti, per recuperare l'amore perduto. Telefonate, sms, colloqui chiarificatori fino a rasentare o ad arrivare, talvolta, a quello che è un comprtamento di stalking: cioè pedinamenti, lettere, fiori, appostamenti vari(casa, lavoro, ecc...), violazione di domicilio, visita sul luogo di lavoro, minacce di violenza, fisica e sessuale di diversa entità.

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