Ho 40 anni , sono diplomata ed impiegata Sono sposata da sei mesi e da due separata. Mi sono sposata dopo sei di fidanzamento con mio marito. Sono stati sei anni difficili, in cui dopo un lungo periodo lui mi ha lasciata, per riallacciare più volte il rapporto ed interromperlo improvvisamente, per poi, più di un anno fa, riprendere seriamente il nostro rapporto affettivo. Da premettere che abitavamo in due città diverse, ma la distanza non è mai stata un problema (due ore circa di strada). Poco prima del matrimonio si è allontanato fisicamente da me, quando veniva a trovarmi dopo qualche giorno andava a dormire a casa di un parente, ma alle mie domande (è rimasto affettuoso) rispondeva come "gli ultimi giorni da libero". Subito, anzi, il giorno stesso del matrimonio, il suo atteggiamento è cambiato. Pur dividendo lo stesso letto, in 4 mesi i rapporti sono stati pochissimi, il suo carattere è diventato aggressivo per qualsiasi nonnulla ed ha cominciato a disprezzarmi in tutto e per tutto.. Successivamente, dopo un rapporto, mi ha detto che ero lesbica perchè "mi piaceva che mi toccasse il seno" e poi ninfomane perchè essendo lui il primo dovevo rifarmi degli anni perduti. Da quel momento in poi, a parte la sua indifferenza, non mi sono arrischiata a prendere iniziative per non sentirmi dire altri spropositi, tranne chiedergli di abbracciarmi per avere meno freddo. Era l'unico modo per avere un contatto fisico. Nello stesso tempo, ha cominciato a lasciarmi sempre più sola (ci eravamo trasferiti in un'altra città), riservandomi solo la condivisione di un pasto (la cena) frettoloso e (in media alle 19 - 19,30) lo stare insieme a letto a vedere la TV. Naturalmente in tutto questo tempo gli ho chiesto chiarimenti del suo comportamento, preoccupata che gli fosse accaduto qualcosa. Ma come risposta ho avuto che "mi puniva" perchè stavo prendendo la pillola (ho subito un intervento per l'asportazione di un fibroma), che il problema era mio e non suo, che ero sterile, che ero frigida e così di seguito. Prima di sposarci non avevamo avuto mai problemi, anzi, era lui a preoccuparsi delle sue prestazioni, con una tendenza iniziale alla non erezione, cosa che superava tranquillamente dopo essersi rilassato. Comunque, dopo sposati, abbiamo avuto in tre mesi sì e no sette - sei rapporti, in alcuni dei quali lui non è riuscito ad avere l'orgasmo perchè "non ci riusciva". Alberto è un alcolista ed all'inizio ho pensato fosse un problema temporaneo dovuto alla sua dipendenza, ma non sono riuscita a spiegarmi il suo comportamento, anche perchè con me ha sempre parlato molto dei suoi problemi, nel momento in cui diventavano più forti. Invece si è allontanato fisicamente e mentalmente da me, escludendomi totalmente dalla sua vita, perchè il suo tempo libero lo trascorreva sempre fuori casa, anche il sabato e la domenica (gli ultimi tempi pranzava fuori anche la domenica). A questo punto, dopo aver cercato in tutti i modi di avere da lui una risposta, ho fatto ritorno a casa, lasciandogli una lettera in cui gli chiedevo di capire cosa era importante per lui e di decidere. In questo mese di lontananza non ha fatto nulla per venire da me, anzi so che l'intenzione c'era ma aveva chiesto ospitalità ad un parente, che glielo ha negato. In tutte le sue richieste di far ritorno "a casa sua" mai un tono affettuoso tale da indurmi a cambiare idea, anzi, su mia domanda, ha risposto che i bambini hanno bisogno di queste cose e che per lui non esiste nessun "problema" tra di noi. Prima di partire mi sono recata presso un centro per le tossicodipendenze per esporre il caso e capire era imputabile alla tossicodipendenza, ma mi sono sentita dire che non c'entrava nulla e bisognava ricercare la spiegazione in qualcos'altro. Tornata a casa mia, ho sentito un altro medico che mi ha detto la stessa cosa. Senza sapere nulla dell'altro, entrambi i medici mi hanno parlato tra le altre cose di una "omossesualità latente", visto il comportamento di negazione nei miei confronti, sia mentale che fisico. Da premettere che lui non voleva assolutamente che io parlassi ad altri di quello che ci stava accadendo, soprattutto ai suoi parenti (viene da un piccolo paese di campagna), e raccontava bugie sul mio conto (sono sempre stanca, non sto mai bene, esagero negli acquisti etc etc) per giustificare il suo comportamento. Lo so che sembra una storia assurda, ma io sono molto confusa in questo momento, anche perchè l'ho sposato consapevole della sua dipendenza (avevamo parlato a lungo della disintossicazione) ma non mi sarei aspettata questo atteggiamento distruttivo del nostro rapporto, che invece lui ha sempre (quando eravamo al suo paese) pubblicizzato ampiamente. Vi ringrazio anticipatamente dell'aiuto che potrete darmi, anche perchè è già per me difficile capire tutto questo. Grazie ancora.
Non entrerò nel merito delle possibili problematiche sessuali e di dipendenza del suo ex, perchè non sono esse il punto della questione. Il vero problema è la relazione che, da quello che mi scrive non c'era prima del matrimonio e non c'è stata durante. Probabilmente, mi scusi la franchezza, lui era poco convinto del rapporto prima lo è stato ancora di più durante. Se così fosse deve prendere atto che il matrimonio è finito per le ragioni suesposte e non per i problemi del suo ex o non solo per quelli. Solo dopo aver effettuato questa presa d'atto potrà iniziare il lento e doloroso, ma necessario, cammino per riprendersi dalla fine del rapporto. E non si preoccupi per l'età o per il fatto di rimanere sola. La vita è imprevedibile, ci può riservare sorprese positive ad ogni età ed in ogni momento, sopratutto se noi le andiamo incontro. Dott. Roberto Cavaliere
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