Alessandra
Buongiorno Dott. Cavaliere, anzitutto le faccio i miei complimenti per il sito, molto ben articolato e pieno di contenuti interessanti.
Le scrivo perchè ho avuto da poco la tremenda rivelazione di soffrire di dipendenza affettiva, purtroppo fin ora ne il mio cervello nè il mio cuore avevano mai pensato di poter avere un problema psicologico, è stata una folgorazione leggere i sintomi, era come guardarsi allo specchio per la prima volta e capire tante cose di se stesse che non si erano mai prese in considerazione. In seguito mi sono comprata i libri della Norwood e adesso sono in terapia, mi sono iscritta al vostro forum con la speranza di trovare un gruppo di aiuto, magari in chat, visto che non trovo nulla di simile dove vivo, Robin Norwood in tutti i suoi testi definisce come metodo di cura primario il lavoro di gruppo, ma quì da noi la cosa è veramente difficile se non nelle grandi città.
Così ho pensato che essendo nell'era di internet, dovremmo sfruttare le potenzialità di "socializzazione" virtuale anche per curare noi stessi e non solo per dire cavolate. Avevo pensato di creare io stessa una chat privata con orari prefissati, proprio come se fosse un gruppo di aiuto, con un relatore che segue (che mi manca perchè dovrebbe essere un terapeuta) e persone (magari a numero chiuso, o su iscrizione) che partecipano alle riunioni virtuali, magari con cadenza settimanale o bisettimanale. Si formerebbe così un gruppo di incontro vero e proprio, assistito, regolamentato e moderato, una cosa seria insomma, indipendentemente dalle distanze geografiche che separano le persone.
Sinceramente mi sono iscritta ieri al Vs. Forum sperando di trovare una cosa del genere, ma ho constatato che in realtà è zeppo di persone che raccontano le loro sofferenze senza qualcuno che intervenga e che faccia notare quanto spesso si utilizzano i termini "lui ha fatto" "lui è così" il che lascia intendere che il percorso di guarigione sia ancora nel baratro e non si intravede la salita.
Penso che una chat, con una persona che sia in grado di riportare i racconti sulla strada giusta, ossia di far notare la direzione di pensiero, che dovrebbe rivolgersi a noi stesse e non al marito, ex marito o situazione possa aiutare di più. Io avrei bisogno di questo sinceramente, leggendo alcuni thread ho inotato che molti utenti raccontano di momenti di disperazione per uscire dal ricordo di una storia finita, ma credo che questa non sia la vera essenza della
dipendenza affettiva, bensì un normale dolore da separazione.
Io vivo tutt'ora con il mio compagno, non so se un giorno lo lascerò o se potremmo riuscire a vivere serenamente insieme, solo adesso sono consapevole della mia malattia, e degli innumerevoli errori commessi fin ora, con lui e con me stessa, e vorrei riuscire a superare questo strazio (anche se il fatto di sapere che è un problema riconosciuto e a cui esiste una cura mi ha dato una forza incredibile) per vedere come sarebbe la vita (con lui o senza di lui) se io evitassi di controllarlo continuamente, di volere tanto affetto, di arrabbiarmi continuamente, di serbare tanto rancore, insomma se io avessi un comportamento normale!
Probabilmente sono ancora nel pieno della malattia, probabilmente la metà delle cose che penso sono ancora con l'obiettivo di cercare di salvare la relazione, ma ora sono consapevole di tante cose e cerco di comportarmi di conseguenza.
Solo avrei bisogno di qualcuno che ogni tanto mi facesse notare i miei errori di pensiero, che mi riportasse in carreggiata quando sbando, e forse solo esporsi in un gruppo (anche virtuale) con qualcuno che è pronto a far notare quando si stà uscendo di strada sarebbe davvero utile.
Mi scusi se l'ho tediata con questo messaggio lunghissimo, forse ci ha già pensato ed io non ho scoperto l'acqua calda, ma se decidesse di creare un gruppo di ascolto me lo faccia sapere, sarei la prima utente ad iscriversi.
Grazie dell'ascolto.
A presto.
3 commenti:
condivido in pieno, interesserebbe molto anche a me un gruppo di sostegno "virtuale" di questo tipo
Sono pienamente d'accordo anch'io e sarei felice di essere la seconda ad iscrivermi. Manca davvero il confronto collettivo tra persone che vivono o hanno vissuto le stesse sofferenze, manca la coordinazione di un terapeuta competente e dato che nella mia città non ci sono gruppi di auto aiuto, Internet potrebbe essere una meravigliosa occasione.
mi unisco al coro dei SI!io seguo già una terapia di gruppo che però non è orientata alle dipendenze affettive ma aperta a svariate problematiche.concordo sul fatto che l'attenzione va posta su di sè e su ciò che si fa,si pensa e si sente,piuttosto che sull'altro,su cui non è possible avere alcun controllo.spero che la raccolta di consensi porti alla creazione di un gruppo virtuale a tema e attendo paziente e fiduciosa :-)
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