triste 53 Età: 57
Ho conosciuto quello che poi sarebbe diventato mio marito 32 anni fa. Un'attrazione fatale , di quelle che ti segnano la vita e che ti fanno pensare o lui o niente. Ha cancellato e reso vano il passato; per lui ho lasciato il ragazzo con cui stavo, senza rimpianto. La storia è proseguita per due -tre anni in modo altalenante, lui, di qualche anno più grande di me e con problemi di attacchi di panico, era ondivago, non voleva impegnarsi in una storia,mi cercava e mi negava, diceva che ero una bambina viziata, qualche volta mi accusava di avere storie con altri, in mia presenza corteggiava altre, un paio di volte è andato con la sua donna precedente, tra l'altro una mia amica, che peraltro accusava di averlo tradito abbondantemente (cosa in parte vera).
Ma averlo, per me, era più importante di tutto, a tutti i costi, era l'uomo del destino, le umiliazioni erano ripagate da una sorta di fusione di anima e di pelle , che non avevo mai provato, che secondo me aveva del miracoloso.
Fino a che mi ha lasciato. Sono stata malissimo , quasi un anno, ogni tanto ci incontravamo, ma lui aveva anche altre storie(anche qui con donne che riteneva infedeli).
Poi ho incontrato un altro, anche lui come me usciva da storie di abbandono, non ci si amava ma ci volevamo bene e ci sostenevamo. Sono rimasta incinta e mi sono sposata.
E qui l'uomo della vita ha cominciato a ricercarmi, per la prima volta in vita sua dicendo di amarmi come nessuno mai, che solo ora si era accorta di cosa aveva perso, che era disperato.
Ed io ho perso l'unica occasione che ho avuto di mandarlo al diavolo, e anzi l'ho sostenuto, felice come non mai gli ho detto che ci sarei stata sempre , ed ho cominciato a tradire mio marito, ogni tanto dicevo tutto e mi separavo, poi tornavo giurando che non mi sarei più guardata indietro, ma non c'è mai stato niente da fare, appena mi faceva un fischio correvo; il matrimonio è finito dopo pochi anni.
Sono rimasta incinta, stavolta dell'uomo del destino.
Lui all'inizio era spaventato, ma poi si è buttato nell'avventura. Siamo andati a vivere insieme e ci siamo sposati appena ho ottenuto il divorzio. E' nata la bambina ed è stato forse il padre più amorevole che abbia mai conosciuto, ed anche un buon compagno per crescere l'altra figlia che viveva con noi.
E' andata avanti per vent'anni circa, con molti litigi, diverse incomprensioni, gusti diversi , ma una passione immutata,almeno mi pareva. Più si andava avanti, però, e più tutto quello che dicevo e facevo era oggetto di denigrazione, ero una cattiva madre, spendevo troppo, gli avevo impedito di coltivare le sue amicizie e lo sport ( ed errori, di intransigenza e di assertività sicuramente li ho fatti), più e più volte lanciava insinuazioni, tra il serio ed il faceto, sui miei tradimenti , attribuendomi dal mio capo (soprattutto) al vicino di casa, bastava una battuta , una considerazione benevola su una persona. Ma per la verità erano cose che duravano poche ore, io giuravo e spergiuravo che non era vero e finiva in qualche abbraccio. Ha sempre detestato il mio lavoro, più gratificante del suo.
Nei primi anni ho fatto qualche tentativo perchè affrontasse e combattesse i suoi attacchi di panico, ma non ha mai voluto curarsi, alla fine era tacito che non si potevano fare viaggi se non in macchina ( niente treno , niente aereo , niente navi)ed evitando cavalcavia ( quindi poche autostrade consentite). Ho rinunciato ad insistere vedendo una volta un attacco di panico in autostrada , stava malissimo e io mi sono stramaledetta di averlo convinto.
Circa 10 anni fa è accaduta una grande tragedia, che ci ha segnato. La vita si è fermata per tanto tempo , ma c'era l'altra figlia, quasi alle soglie dell'adolescenza che richiedeva cure e attenzioni, anche con l'aiuto della psicoterapia sono andata avanti.
Lui beveva un pò troppo ed è ingrassato tanto. Anch'io un pò di consolazione serale nell'alcool l'ho cercata.
Poi è andato in pensione, troppo presto, troppo giovane . Da lì ad un anno circa è cominciata la fine.
Ha cominciato ad essere più ombroso ed irritabile che mai,anche con la figlia, ha cominciato a rifrequentare con assiduità i suoi vecchi amici di quando era single (accomunati da una fondamentale misoginia), a detestare i nostri amici comuni frequentati per una vita, poi ha cominciato a sviluppare idee paranoiche sui vicini di casa e non c'era verso di convincerlo del contrario, ad ogni tentativo reagiva con violenza spropositata.
E' diventato sempre più aggressivo e scostante nei miei confronti, era evidente che non sopportava la mia presenza, ed infine ha iniziato ad affermare con lucido livore che era certo che lo avessi sempre tradito, con tutti: a lavoro e coi vicini, con gli amici( anche i suoi, praticamente mai visti) e con chi mi passava a tiro. Che aveva sempre saputo ma che aveva soffocato la verità per amor di pace, per la figlia.
Ma ora basta , ora era finita , se ne andava.
Ho pianto ed ho pregato , ho scongiurato e minacciato, ho giurato su tutto e su tutti che non era vero niente , che anzi al contrario era sempre stato l'unico
e solo grande amore della mia vita, che non doveva giudicarmi per il passato, che avevo tradito sì altri , ma solo per lui.
Ogni mia negazione provoca(va) solo nuovo disprezzo ( "ma almeno un atto di lealtà, un atto di lealtà, nemmeno di quello sei capace, nemmeno quello mi merito, tanto poco valgo") e scoppi di inaudita violenza , mi ha picchiato più volte ed ha distrutto mobili e stoviglie in un fragore di vetri.
Gli ho scritto lettere, che non ha letto, ho pianto ed ho urlato tutto quello che ero capace, ma sembra(va) come diventato impermeabile a qualsiasi tentativo
di coinvolgimento emotivo.
Infine se ne è andato di casa, pensavo di morirne e c'ho anche provato . Ora è quasi un anno e mezzo che è via. Ha smesso completamente di bere, fa molto sport ed è dimagrito Ci vediamo spesso, è sempre molto disponibile sulle cose
pratiche, ogni tanto andiamo a cena o al mare, d'estate. Se taccio oppure si parla della figlia, va tutto bene, si può fare anche gli amanti ( raramente e per poco), ma se si casca sull'argomento(delirio) finisce in tragedia. Il massimo che ottengo è che mi mi guarda con compassione, dicendomi che devo essere schizofrenica, tanto mi immedesimo nella mia menzogna.
Si è ricostruito una visione della nostra vita insieme dove ogni scelta , dal cane al mobilio, è stata una violenza subita (da lui) dove lui si dipinge accomodante e paziente per amor di quiete( al contrario è sempre stato molto
poco accomodante).
Ho cercato aiuto ovunque, ma la risposta è sempre la stessa non si può curare chi non vuole essere curato. E, di conseguenza, volti pagina, ci metta una pietra sopra. Ho detestato gli psichiatri che hanno avuto la possibilità di catturarlo in qualche modo (per esempio quando sono stata ricoverata, dopo il
fallito tentativo e naturalmente lui è venuto a trovarmi) e non gli hanno detto nemmeno una parola.
Ma nessuno mi aiuta, nessuno capisce davvero quanto sia difficile rassegnarsi ad essere crocefissi da una bugia. Rassegnarsi a vedere la tua vita, la tua persona disprezzata ed odiata per qualcosa che non hai mai fatto è troppo , almeno per me, almeno a questo punto. So tutto del delirio di gelosia, so che tentare di convincere un delirante è impossibile, eppure continuo a sperare in un miracolo e che le mie parole a un certo punto gli entrino in testa e, soprattutto, non riesco a fare a meno di lui. Evidentemente sono a mia volta malata di una dipendenza patologica, oppure sono troppo triste per accettare anche questa botta, dopo tutto, dopo tutte le scelte e gli errori fatti, dopo quello che già mi aveva schiantato.
Ho raccontato questa storia, sia perchè ne avevo bisogno, sia perchè forse possa salvare qualcuno, gli indizi c'erano tutti , già all'inizio. Non ci cascate.
Nessun commento:
Posta un commento