domenica, febbraio 08, 2009

AFFERMA CHE SONO IO IL PROBLEMA

Silvietta Età: 29 Situazione lavorativa e familiare: bloccata da 5 anni all'università: mi mancano 2 soli esami più tesi, vivo ancora in famiglia, un misero lavoretto saltuario perchè i miei non vogliono che io lavori ma che studi ma non ci riesco. genitori iper protettivi che non mi lasciano uscire di casa neanche per prendere un caffè, da sempre sono stati così, ora di più perchè sono sempre più "preoccupati per me", ma la loro ossessione nei miei confronti ho notato che peggiora di gran lunga la mia "resa" in tutti i campi.. e non riesco così a sentirmi responsabile delle mie scelte, al contrario ho una "guida" che mi chiude, invece di capire le mie esigenze. una grande avversità con mia madre, persona rigida e sempre dedita al dovere e al controllo degli altri con forte pregiudizio verso tutti coloro che la pensano diversamente da lei. Mio fratello, apparentemente più bravo e non ribelle ha sempre rifiutato in silenzio il suo troppo controllo ed è scappato di casa e non lo sento da tempo ma so che si è ritrovato in una situazione infelice pur di non stare a casa. lei, mia madre che avrebbe voluto vedere in me, figlia donna, il suo prolungamento, del suo modo di fare, pensare, vivere, e non potendo vedere riflessa lei in me, mi ha sempre ritenuto " non degna di essere sua figlia" e ha sempre detto che la cosa peggiore che le sia capitata è stata la nascita dei suoi figli, in particolare la mia, in quanto donna. La figura di mio padre è completamente assente, sottomessa a quella di mia madre. Non c'è dunque comunicazione, sono l'alieno da osservare, controllare, l'unico pensiero della loro vita.
situazione affettiva: ho avuto sempre accanto persone con problemi affettivi con situazioni alle spalle più o meno gravi. quando ero più giovane tendevo molto a fare la mamma, l'infermierina della situazione..poi la tipologia d'uomo che mi sceglievo accanto peggiorava tanto da ritrovarmi con persone con problemi sempre più gravi. Relazione quella attualmente difficile per me da troncare del tutto, dura da 3 anni, con una persona con una famiglia disastrata alle spalle, suicidi, alcolismo e tossicodipendenza. E una madre che pensa di avere sempre il controllo della situazione e e una risposta per tutto, dato che è l'unica che non ha problemi di questo tipo ma credo che anche lei sia co-dipendente. Questo ragazzo di cui io ho ancora questa affettività che non riesco ancora a mettere una fine è più "normale " rispetto agli altri componenti familiari, dunque la madre punta molto su di lui che è riuscito a laurearsi e a mantenersi fuori casa con mille pazzi lavori che non c'entrano conla sua laurea, che è stata una scusa per andarsene via di casa.Lui è il cocco della mamma dunque ma la mamma non vuole rendersi conto che anche lui fa uso di sostanze molto pesanti che gli recano dipendenza.Nonostante sia apparentemente un ragazzo brillante, pieno di stimoli, eclettico, molto ragionevole e con una forte empatia verso gli altri. Praticamente io non conosco lui chi sia in realtà perchè ogni volta che è carino con me non so se è lucido o fatto, se è arrabbiato non so se è in astinenza ecc.. D'altro canto un giorno io alla madre gli ho fatto capire indirettamente che forse era il caso di non assumergli troppe responsabilità, in quanto anche lui in realtà fragile, l'ho avvertita, lui ovviamente mi ha odiato anche perchè è super convinto di poter gestire questa droga e di usarla solo come medicina.. la madre appena ha sentito quanto le ho detto mi ha escluso dalla sua vita..anche perchè tutte le mie richieste da co-dipendente ( quindi malate anche le mie di richieste) di ricevere continuamente amore, non venendo soddisfatte da lui, facevano crescere in lui una grande rabbia, sensi di colpa,tanto da ritrovarsi più volte a mettermi maniaddosso e giurarmi che con le altre non lo aveva mai fatto.. e alla madre ungiorno le ho fatto capire anche questo. Ha sempre detto che io sono la malata, che io mi devo curare, perchè sono io a provocargli tutta questa violenza. Effettivamente ho la certezza che con le altre non abbia mai usato violenza (ne ho la prova). Quindi mi sentivo ancora più responsabile di essere stata l'unica donna ad aver prodotto questo suo comportamento, di aver stuzzicato i suoi punti deboli tanto da trasformarlo a volte in una bestia. E' per questo motivo che ha sempre detto che sono io il problema, che sono io che devo farmi curare, e fino a poco tempo fa ha anche detto più volte che avrebbe aspettato tutto il tempo necessario affinchè io potessi diventare una persona nuova, senza pretese da lui, senza reazioni infantili e di controllo della sua vita.. pur di stare insieme .Quello che ora ci lega sono sicuramente oltre che le belle sensazioni cheabbiamo vissuto insieme e la nostra condivisione di passioni e interessicomuni, una voglia profonda di continuare a stare insieme ma non in questomodo, senza ripetere questi cicli autodistruttivi, ma di migliorarci,lui è migliorato per esempio nelle reazioni, non mi ha più messo le maniaddosso,( sapevo però che se non si rende conto che è anche lui da guarire,curare, avrebbe potuto rifarlo) ma è sempre stato molto infastidito da i mieiatteggiamenti codipenti ( non sempre presenti ma spesso sì), dunque questo ragazzo ha sì una forte pazienza ma gli mancha l'umiltà di capire che anche lui non sta bene, e quindi di levarsi la presunzione che l'unica persona chedeve migliorare per me stessa e poi per gli altri sono io.non vuole affrontare i problemi, appena li vede scappa anche per giorni e poimi rassicura che non è stato con nessuna donna e che mi devo fidare di lui.. e ovviamente faccio molta fatica a fidarmi in senso lato di lui dato la sua instabilità.ciò che mi chiedo dunque è: voglio un uomo così..? no, per questi suoi lati di certo no, per gli altri però sì, ma è normale che questi lati suoi non mi fanno vivere, mi rendono dipendente da questo pensiero. Quindi sono arrivata ad unpunto che vorrei avere la forza e il coraggio di chiudere, ma non so davverocome fare, ora per esempio è lui che ha deciso di lasciarmi, e spero con tuttoil cuore che non ritorni indietro sui suoi passi perchè non riesco mai a dirglidi no.fatto sta che purtroppo essendo vicini di casa è molto difficie la separazione.l e mie domande a riguado sono 2
1) credete che sia meglio che io lasci perdere definitivamente questa storia, e se sì in che modo, concreto.. del tipo, tagliare completamente i contatti ecc..perchè ripeto, sono ancora troppo coinvolta, è come se sentissi nonostantetutto di amarlo ancora
2) credete che sia un bene andare via da casa dei miei genitori e di trovare una stanza studenti a poco in un altra zona della città in modo tale anche dalevarmi dal controllo dei miei e levarmi dalla sua vicinanza per riprenderecontatto con me stessa o pensate che sia pericoloso fare adesso un passo del genere
grazie mille

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