Egr. Dott. Cavaliere,
Capito per caso sul suo sito internet, che appare sul mio schermo dopo la mia ricerca su Google della frase "violenza sulle donne".
Ho ricercato questa stringa particolare perchè ieri, per caso, mi sono imbattuta in una mostra fotografica che trattava proprio l'argomento della violenza sulle donne; di colpo, a distanza di oltre due anni, mi sono riaffiorati alla mente ricordi che ormai avevo seppellito.
Io ho 24 anni, è possibile che un paio di fotografie mi facciano vivere un tale senso di angoscia? Non sono troppo giovane per provare tale paura? Non dovrei essere in un'età nella quale non c'è spazio per ricordi tanto oscuri e violenti? No, a quanto pare no. Io ho dei veri e propri incubi dentro la mia testa, scene da film del terrore, immagini che ho nascosto nell'angolo più buio della mia mente, ma che ogni tanto riaffiorano.
Facciamo un passo indietro: sono una ragazzina di 17 anni, che frequenta il liceo e proviene da una famiglia benestante.
Conduco un'adolescenza normale; a 17 anniconosco un ragazzo che ha 12 anni più di me e una figlia di 2 anni, avuta da una precedente relazione. Iniziamo a frequentarci e così iniziano i problemi con la mia famiglia. Attribuisco tutte le colpe ai miei genitori e mi incazzo per la poca libertà che mi danno. Il mio "fidanzato" che da ora in avanti chiamerò "il mostro" fin dal principio della nostra storia, mi dice che i miei genitori non capiscono niente, non mi vogliono bene perchè non vogliono vedermi felice lui; secondo il mostro andare a scuola non mi porta nulla di buono: non ho soldi per mantenermi e in più i miei compagni di scuola maschi ci provano con me, facendolo ingelosire e rovinando la nostra storia. Decidò così di lasciare la scuola, iniziare a lavorare e andare a vivere con il mostro.
Avvengono un sacco di vicissitudini, problemi con la sua ex compagna, problemi sul lavoro, etc etc...ma non starò a dilungarmi su questi punti.
La cosa che più mi preme raccontare è che a circa sei mesi dall'inizio della ns. relazione, vengo schiaffeggiata dal mostro per non aver riposto nel cassetto giusto una padella. Segue una crisi di pianto sua e il mio conseguente perdono, nella convinzione che tanto non capiterà più. Ovviamente mi sbagliavo.
Lui beve e si droga e dopo un periodo in cui ho detto di NO a queste dipendenze alla fine ci cado anche io. Arrivo a pesare 46Kg per 168cm, distruggo il mio corpo perchè allevia il dolore che ho dentro. Vengo percossa per qualunque cosa faccia innervosire il mostro, da un piatto di pasta cotto male, a un ricciolo di polvere insediato sotto il divano. Mi prendo calci, pugni, oggetti in faccia, sputi, vengo trascinata per le gambe in cucina e una notte vengo addirittura lasciata a dormire nella gabbia del cane, fuori in cortile. Vengo giornalmente violentata psicologicamente, il mostro mi annienta, mi umilia, mi schiaccia, mi dice che sono brutta e grassa, che sono un'incapace, che non sarò mai come sua madre (considerata una super donna) e che non combinerò nulla nella vita. Mi perseguita telefonicamente quando sono al lavoro, ricordandomi che appena tornerò a casa mi aspetteranno un bel paio di schiaffi. Vivo con l'angoscia perenne. Mi sto lasciando annientare.
Lavoro di giorno, lavoro di sera in un ristorante, star fuori di casa significa star lontana dalla violenza psicologica e fisica.
Mi sento sola e colpevole. Perchè le donne maltrattate si sentono sempre colpevoli? Non l'ho ancora capito!
Ai miei genitori non racconto nulla per vergogna. Sono sola, mi sento tremendamente sola e mi rassegno a questa vita. Mi dico che questo è il mio destino, è giusto così.
Poi capita un fatto: i miei genitori si trasferiscono in America per lavoro.
Non so cosa mi sia successo esattamente, ma la notizia del trasferimento dei miei genitori e l'ennesima litigata/violenza subita, mi aprono di colpo gli occhi: nel giro di una settimana faccio le valigie e parto per l'America. Il mostro mi svuota il conto corrente, prima di lasciarmi andare libera per la mia strada distrugge tutti i miei effetti personali, lasciandomi letteralmente in mutande. Non m'importa, io sto viaggiando verso la libertà, la mia libertà come giovane donna! I vestiti e il resto posso ricomprarli, la mia libertà invece non posso ricomprarla, devo solo riprenderla, liberandomi di questo mostro con il quale ho condiviso la mia vita per ben 5 anni.
Adesso sono una donna nuova, forte, coraggiosa e indipendente, del mostro ho solo ricordi negativi, il dolore e gli incubi che sono nella mia mente se ne stanno nascosti, riaffiorano solo quando qualcosa mi fa ripensare che anche io sono stata una donna maltrattata, umiliata, abusata.
Grazie per la Sua cortese attenzione.
Cordiali Saluti,
Lucrezia
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