giovedì, agosto 22, 2013

IL MIO FIDANZATO DA QUANDO E' IN TERAPIA E' CAMBIATO


Età: 31
mi chiamo f, ho 31 anni, ho una relazione di 10 anni che sta affrontando un periodo di crisi, sfociata l’estate scorsa in una pausa durata un mese. premetto che il mio fidanzato è seguito da una psicoanalista da circa 2 anni. il nostro è stato un grande amore fina dall’inizio, una forte intesa emotiva, fisica e mentale. abbiamo fatto i salti mortali per stare insieme poichè abitavamo in due città diverse..ci siamo impegnati l’uno nei confronti dell’altra..poi nel momento di vita in cui finita la laurea potevamo stare insieme il mio ragazzo è entrato in una profonda crisi esistenziale sul suo futuro. negli anni precedenti ero io a fare la spola tra le due città..arrivata ad un’età in cui avevo bisogna di creare una famiglia 29 anni ho chiesto a lui di venire da me..io dovevo ancora finire gli studi ed avevo trovato un lavoro part time mentre lui essendo stato costretto dalla famiglia a lasciare la città che amava per ritornare a casa da loro era in una condizione ancora indefinita.. ammetto di aver pressato un po’..però era un desiderio comune il voler stare insieme.. qui da me lui non ha concluso nulla..non è riuscito a prendere in mano la sua vita ed situazione sue familiari gravi non hanno aiutato. è sempre stato un ragazzo molto dolce e attento con me..con una voglia infinita di rendermi felice e di stare insieme.. dopo un anno di convivenza a spese dei genitori e in seguito a questo sua insoddisfazione personali è andato in terapia. era partita come una terapia di coppia ma lui ha preferito scegliere un percorso individuale. il problema è questo: io ora non sento e non riconosco più la persona attenta e affettuosa, da quando segue questa terapia è molto concentrato su se stesso, nutre una rabbia nei miei confronti per averlo fatto venire qui ed avergli fatto perdere tempo..come se la coppia ne fosse stata la causa..mi dice che ha pensato a me per 10 anni e che ora deve pensare a se stesso perchè lui ora c’è..mi ha perfino detto che quest’estate staremo insieme solo 10 giorni perchè poi deve pensare alle sue cose facendomi fare anche il biglietto del ritorno(io sarei andata a casa sua al mare)prima perchè così non avevo scuse per rimanere di più..dice che mi ama ma che ora deve pensare a fare le sue cose..io mi sento spiazzata perchè non riconosco più la persona di cui mi ero innamorata e non capisco come dopo due anni di analisi lui abbia dirottato la responsabilità dei suoi fallimenti su di me invece di prendere coscienza delle sue responsabilità ed abbia deciso di mettere un muro tra lui e la coppia..divenendo freddo e distante..io mi sento su un filo..come tenuta alla corda..prima non era così anzi forse ero io la parte più forte...ora invece mi sento molto fragile e debole..e non so cosa fare..a volte penso sia una fase e cerco di assecondare questo suo bisogno di realizzazione anche se fa male perché continua a dirmi che io non capisco il cambiamento, che pretendo tutto da lui, che lo rimprovero e che lui non ce la fa a fare per due..questo perchè ovviamente la sua famiglia ha tagliato i fondi ed ora lasceremo questa casa ed ognuno tornerà dalle proprie famiglie d’origine..il problema è quindi che io non mi sento parte del suo cambiamento e sono felice che finalmente lui pensi a se stesso ma non capisco perchè non riesce ad integrarmi in questa sua nuova visione..sono disposta ad affrontare una nuova separazione però vorrei sapere di avere un progetto comune..ma alle mie domande non arrivano risposte..mi risponde che mi ama ma che ora deve pensare a se stesso...e questo riguarda tutto dal futuro fino all’attenzione quotidiana o al gesto affettuoso che prima c’era.
la ringrazio per la sua disponibilità. mi sento debole e lui aumenta questa mia fragilità sfuggendo, non rispondendo ai messaggi, chiamandomi poco...penso di non avere più il controllo sulla mia vita..anche se mi ferisce lascio stare perchè ho paura e vedo che a lui non importa perchè per lui ora l\'importante è non sentirsi oppresso..è come se ora la coppia fosse sbilanciata e non so come riprendere in mano la situazione..mi sento un tappetino nelle sue mani e la cosa mi fa star male anche perchè prima non era così..

1 commento:

Francesco G ha detto...

A mio avviso la persona che accetta di andare in cura, quindi ricevere un aiuto dallo psicologo che individua il paziente come un "caso comune di..." o "gia affrontato con altri pazienti", cosa assolutamente sbagliata è ridicola dal momento che la mente umana è contorta ed assolutamente soggettiva, in caso di persone con personalità debole è come se si autoconvincessero di essere "MALATI". Il paziente quindi si premunisce di un'autostima fasulla ed inizia a scaricare i problemi e le colpe sulle persone dalla quale si sente più amato/a pensando che il problema siano le persone la quale lo/a circondano che "non lo/a capiscono" in realtà, più che fare un percorso intenriore, l'individuo sembra crearsi ulteriori alibi e costruirsi un mondo su delle convizioni tutte sue che non hanno niente a che vedere con la realtà. Quindi penso che l'unica CURA alla vita, sia semplicemente affrontarla ogni giorno e pensare che è troppo breve per restare a compiangersi, non bisogna restare lì immobili ed aspettare un "aiuto" ma munirsi di buona volontà, pazienza e crescere affrontando la vita, di sicuro ci saranno tortuosità e salite, ma prima o poi arriverà la discesa.