venerdì, giugno 30, 2006

RELAZIONI


tony N° di riferimento: 46943316 Età: 32 Buongiorno Dottore. Le scrivo perché sto vivendo una situazione spinosa e vorrei capire se mi sto comportando nel modo giusto. Mesi fa ho iniziato a frequentare una ragazza, A. ed abbiamo iniziato una relazione. Ha funzionato bene fin da subito e per entrambi sembrava esattamente di aver trovato ciò che per lungo tempo avevamo cercato. Tante cose in comune, stessi punti di vista nei confronti della vita e della relazione stessa, attrazione fisica, complicità e comprensione, voglia e capacità di parlare,tanto, e di capirsi, sempre.Il problema è sorto attraverso un personaggio che aveva frequentato A. per qualche mese, pur avendo già una relazione a cui non si era sentito di rinunciare per lei. A. lo aveva davvero desiderato moltissimo, senza riuscire ad averlo. Dopo molto dolore si erano allontanati un po’.Quando lei ha iniziato la storia con me, lui è come impazzito. In poco tempo ha lasciato la fidanzata storica, ha iniziato a caricare A. di sensi di colpa e di dichiarazioni d’amore disperate. Messaggi e telefonate a tutte le ore, centinaia di messaggi. Pianti disperati, minacce di suicidio, episodi leggeri di autolesionismo, discorsi dolorosi e infiniti, hanno portato A. ad avere dei grossi dubbi e a non potersi lasciar andare nella relazione con me.
- A. ed io abbiamo interrotto diverse volte la relazione e in 2 occasioni ellaha provato anche a stare con lui: risultato, dolore e sofferenza per pochigiorni, fino a ricercare nuovamente me in modo disperato.
- Altri tentativi di vivere con me questa relazione (secondo A. perfetta daogni punto di vista, “esattamente quello che necessita” a detta sua) e altreinterruzioni portate dalle crisi e disperazioni dell’altro e dei conseguentisensi di colpa di A.
- Lei sa che una storia con lui le porterebbe dolore e lo ha già sperimentato.Ma ciononostante non riesce a staccarsi e quindi le sorgono dubbi suglieffettivi sentimenti che prova per me. Difficoltà a lasciarsi andare, paura distaccarsi da lui, paura di perdere me nel contempo.
- Sa che lui vuole più altro il controllo su di lei. Gli è sufficiente che leisia da sola, che non stia con me né con nessuno. È una dipendenza affettiva inpiena regola secondo me. Lei non riesce a districarsi e ogni tanto cerca diallontanarmi, stando poi malissimo.
- Con me sta bene, sul serio, riesce a tirare fuori il suo lato migliore e piùsereno, ma non riesce a impegnarsi seriamente e a lasciarsi andare per viadelle paure che la attanagliano e per il terrore che la relazione finisca e leisi trovi poi sola e disperata.
- Io cerco di starle vicino, per contrastare l’effetto negativo e dipendente che lui ha su di lei, e lui è ossessivo, depresso, possessivo, molto manipolatore e “intortatore”. Nota bene che lui stesso le dice che non può darle quello di cui lei ha bisogno in una relazione. E lei ne è cosciente.
- Lei sa di avere bisogno di me e allontanarmi non ha sortito effetto alcuno se non aumentare il suo dolore e senso di disagio. Io non mi sento dipendente daA. bensì innamorato di lei e non vorrei ricoprire il ruolo di “salvatore”perché sono troppo coinvolto per farlo. Ogni volta che parliamo di tutto questo siamo d’accordo e le argomentazioni sono chiare, ma lei comunque non riesce a staccarsi.
- Lei non sa e non riesce a definire quello che prova per lui. E nemmeno quello che prova per me. Ma in molte occasioni ripete che sa quello che è meglio per ei, che sa che dovrebbe stare con me per il suo bene e che è sicura che le cose funzionerebbero benissimo. Ma non riesce.
- Io non mi sento nemmeno più geloso, bensì disturbato e infastidito dal dolore che lei prova e dalla difficoltà che provoca la presenza dell’altro. Mi chiedo cosa posso fare per aiutarla davvero, a prescindere dallo stare insieme io e lei. Che naturalmente è quello che vorrei, ma fondamentalmente vorrei che lei stesse bene e fosse in grado di superare questa sua fragilità e poi decidere con serenità qualsiasi cosa per la sua vita. La ringrazio anticipatamente per la Sua risposta.
Lei può fare ben poco perchè è una delle parti in causa. Inoltre una relazione a due è gia piena d'insidie e di interazioni latenti, si figuri una relazione a tre. Al di là di quelle che sono le relazioni manifeste in un "triangolo relazionale" sono molto più significative le relazioni che non sono immediatamente evidenti. Ad esempio la sua compagna non solo ha due relazioni manifeste, una con lei ed un altra coll'altro, ma c'è una terza relazione, forse la più importante, che è quella che ha con entrambi. E lo stesso vale per i due "contendenti". Diventa difficile, conseguentemente, stabilire chi è vittima, carnefice, o più semoplicemente dipendente. Districarsi in questo "gioco relazionale" non è semplice e forse è anche preferibile tenersene fuori. Faccia lei un passo indietro, pur nel timore di perderla. Contribuirà, sicuramente, a rendere più chiare le dinamiche affettive e relazionali in gioco. Cordiali saluti.

Nessun commento: