N° di riferimento: 606806319 Età: 32 La storia è iniziata sei anni fa, colleghi di lavoro, cisiamo avvicinati per la comune fine di un amore ed è nata un\'amicizia. Dopo un anno, l\'amicizia ha lasciato spazio all\'amore, ma un amore tormentato. Lui era sempre pronto a lasciarmi e ogni volta io lo supplicavo (letteralmente) dinon farlo. Lui tornava immediatamente sui suoi passi e mi ringraziava per essere così tenace e dimostrargli così tanto amore... ammetteva il suo carattere difficile, le sue paure e si andava avanti nella felicità. Nel 2003la sua proposta di matrimonio, durante una vacanta, in modo originalissimo eromanitco, in un luogo che era già stata la meta di dolci vacanze e pieno diricordi. La mia reazione è stata gelida: ma come, continui a lasciarmi e ora michiedi di sposarti? Lì il primo vero crollo. Tornati a casa mi ha salutatofreddamente e io sono ripartita alla conquista... ancora una volta mi stavorendendo conto di perderlo e non potevo accettarlo... Gli ho detto che eral\'unico uomo che volevo sposare e mi sono scusata in tutti i modi per la miareazione, era frutto di mille paure, non di un \"non amore\"! Mi ha creduto edopo una settimana mi ha richiesto di sposalo, e mi ha regalato anche un anelloche da anni io sognavo. Abbiamo fissato la data e cercato un appartamento doveandare a vivere. Dopo due mesi (novembre 2003) abbiamo iniziato la nostraconvivenza, ma il primo giorno io non ho fatto altro che piangere (premetto cheero in un periodo professionalmente MOLTO difficile e psicologicamente duro).Lui mi ha detto allora che forse, per tranquillizzarmi, era meglio cominciare avivere la convivenza e riparlare più avanti del matrimonio. Dicembre (2004) èstato un mese duro. Lui mi diceva che non vedeva più un futuro dopo la propostadi matrimiono e io gli ho detto che avrei fatto di tutto per fargli sparire lepaure. Dopo qualche mese (agosto 2004) lui mi ha detto che si stava cercando unappartamento per conto suo e io sono ripartita con le mie suppliche e anchequesta volta sono riuscita a tenermelo stretto. A gennaio del 2005 abbiamorivissuto la stessa identica esperienza di agosto. A maggio dello scorso annosono stata io a lasciarlo, dopo una discussione e me ne sono andata via qualchegiorno. dopo tre giorni l\'ho chiamato chiedendo perdono e dicendogli cheancora una volta avevo capito i miei errori: vivo sui ricordi negativi, nonriesco ad apprezzare l\'oggi senza rimuninare su quello che è stato, non riescoa vedere i gesti positivi che fa nei miei confronti e smonto le sue iniziative,ecc. ecc. Lui mi ha detto che ormai aveva sofferto tre giorni ed eraterrorizzato all\'idea di tornare sui suoi passi per poi rivivere da lì aqualche tempo di nuovo il dolore della fine. Gli ho detto che non potevamobuttare via la nostra storia e gli ho strappato la promessa di pensarci. Ilgiorno dopo mi ha chiesto di parlarne e sono tornata a casa. Mi ha proposto ditornare ognuno a vivere per conto proprio così da fare l\'ultimo tentativo perprovare a \"ritorvarci\" (questo me lo aveva già proposto a gennaio, ma dopoore di strazianti parole, non avevo accettato). Gli ho detto che andava bene eda subito sono tornata a vivere dai miei fino a quando lui non ha trovato unappartamento (novembre 2005). Da lì è iniziata una nuova vita. Il periodo cheha separato la decisione dal suo trasloco è stato molto bello. Dopo sonoricominciati i problemi. Dopo due settimane di domicili sepatati, in occasionedi una discussione, mi ha proposto di stare due settimane senza sentirci ovederci... è inutile scrivere che non sono riuscita ad accettarlo, avevamoappena iniziato una nuova esperienza e già ci si proponeva di viverneun\'altra. Siamo rimasti insieme. Il tempo da lì a mercoledì scorso è passatolento... allontanandoci sempre più, piano piano abbiamo smesso di parlare, dicercarci. Mercoledì, appunto, gli ho scritto una mail dove gli dicevo che avevol\'impressione che ultimamente fossimo più lontani che mai... Lui ha preso lapalla al balzo (sempre via mail) e mi ha detto che non è felice, che non sacosa sia giusto fare, ma che ormai abbiamo tentato di tutto e che il nostro amore si è consumato. Ci siamo dati qualche tempo prima di parlarne e da lì(tranne qualche mails o sms per risolvere piccole questioni pratiche, tipo cosafare di biglietti per uno spettacolo che già avevamo acquistato, di libri chelui era passato il giorno prima a ritirare per mio conto in una libreria, diriviste alle quali lui si è abbonato che ancora arrivano al mio domicilio) nonabbiamo avuto più contatti. In ogni mail lui mi dice che spera che io possapresto stare meglio, che questo farebbe stare meglio anche lui... Ora, anemmeno una settimana dalla fine, io sono disperata. Mi riempio di sensi dicolpa, vorrei dimostrargli che ho capito i miei errori e vivere felice con lui.Non riesco ad accettare che prima del mio mail lui faceva parte della mia vitae ora non è più così, non riesco ad immaginarmi una vita senza di lui e nonriesco nemmeno ad accettare l\'idea che un giorno possa esserci qualcun\'altrache lo rende felice come io non sono riuscita a fare. Non faccio, per ilmomento, nessun passo e cerco di rispondere in modo più neutro possibile aisuoi mails. Desidero con tutto il cuore sia lui a tornare, ma lo conosco e soche lui - ora - si sta leccando le ferite e sta cercando di andare avanti,convinto che questa sia la decisione giusta. Vorrei aver accettato la suaproposta delle due settimane senza vederci né sentirci, vorrei avere accetto asuo tempo di sposarlo, interpretando nel modo giusto questa sua proposta. Sonodisperata e dilaniata dai sensi di colpa... vorrei che lui mi volesse ancorabene, ma bene come si vuole ad una compagna. Vorrei che lui capisse che non puòvivere senza di me. Non riesco a darmi pace e sono dentro ad un vortice che mi porta sempre più in basso.
Non si colpevolizzi delle sue "titubanze", non sono queste che hanno determinato la fine dell'amore. Altre sono le cause, cause più profonde e lontane, cause attribuibili ad entrambi. Ed anche se è duro ammetterlo, un matrimonio non poteva nascere su queste premesse. E non faccia l'errore, molto comune, di pensare che lui stia operando una scelta sbagliata, convinto di fare quella giusta. Anche le scelte dell'"altro" sono meditate e sofferte come le nostre. Solo accettando le scelte dell'"altro", per quanto dolorose ed incomprensibili siano per noi, possiamo trovare un pò di pace e tentare di ripartire. Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento